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Autore: NicoRobin95    30/11/2021    0 recensioni
Un regno governato da un re dittatore, ma affascinante e a dir poco bellissimo. Un giorno per una serie di eventi e coincidenze la sua vita si incrocia con un'altra ragazza di stirpe nobile, ma che a differenza di lui non vorrebbe esserlo. Nonostante ha una nobiltá che lui non possiede:, quella del cuore.
Durante una forzata convivenza con lui scopre che in presenza di lei lui riesce a sfoderare dolcezza, delicatezza e generosità cose che non sembrano appartenergli.
In virtù di questo, giura a se stessa di scoprire perché e se è diventato così, oppure in principio anche lui era dolce e buono.
Combattendo con un popolo che la reputa una venduta a causa della vicinanza con lui e dei privilegi che gode; con donne a lui vicine che la odiano perché loro rivale in amore (a loro dire) e la paura di scoprire chi sia per davvero l'uomo che per destino sembra che debba avere accanto, Viola proverà a scoprire chi sia veramente il "signorino" Donquixote Doflamingo...
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Donquijote Family, Violet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volta terminata la cena, la ragazza che quella sera avrebbe dovuto fare compagnia a Doflamingo lo stava aspettando nelle sue stanze per suo ordine.
 
"Sono tutte qui le informazioni che avete raccolto?"
disse Doflamingo guardando con aria sprezzante le poche foto e due documenti che avevano raccolto i suoi subordinati.
 
"É una ragazza schiva Doffy, inoltre il re, suo padre, la fa vivere come prigioniera nel palazzo, praticamente é già un miracolo che esca. É stufa di quella vita, come lo sarebbe chiunque, in fondo ha 24 anni e non é nemmeno libera di decidere una sola cosa della sua vita, nemmeno cosa mangiare." Disse Señor Pink che era stato scelto come portavoce di tutti.
 
"Hmmm. 24 anni? Interessante! Gliene avrei dati tranquillamente un paio in più."
 
"É una ragazza molto ribelle, non sarà facile adescarla."
 
"Poveri sciocchi sempliciotti. É esattamente il contrario, devo sapere cosa sogna, da cosa é attratta e sarà uno scherzo. É esattamente il contrario, se ubbidisse a tutto ciò che le viene detto e non prendesse mai un'iniziativa, allora si che sarebbe un problema."
 
"Stiamo facendo il possibile per riportarti ciò che sappiamo Doffy. Una cosa che abbiamo appena scoperto e che verrà in vacanza in uno chalet 
 nelle campagne di Acacia. Sembra che con lei ci saranno solo l'amica, che la contraddice sempre ma poi fa sempre ciò che vuole la principessa, e i maggiordomo suo complice nelle piccole trasgressioni quotidiane."
 
"Ahh, e cosa aspettavate a dirmelo? Possibile che non vi rendiate conto che questa é un'occasione più unica che rara?"
 
"Lo abbiamo saputo solo ora Doffy."
 
"Una principessa da sola, con la voglia di evadere, trasgredire e disubbidire. E soprattutto, con la voglia di innamorarsi. Fufufufufufufufufu."
 
"Siamo felici che tu abbia trovato il modo per agire Doffy."
 
"Ho già pronto un piano perfetto. Domani sera a cena Ve lo illustrerò. Tra quanto dovrebbe iniziare questa vacanza?"
 
"A quanto pare il prossimo fine settimana."
 
"Quindi contando che oggi é domenica abbiamo solo  cinque giorni per pianificare tutto. Ma siccome sono geniale me ne basteranno tre. Re Riku, preparati a darmi anche il tuo regno e tua figlia." Disse guardando voglioso le foto di Viola.
 
"Domani sera vi illustrerò il piano ed esigo che venga eseguito alla perfezione. Sono stato chiaro?"
 
"Si signorino." Rispose in coro la famiglia.
 
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
 
Viola sedeva sul suo lussuoso letto, indossava una camicia da notte color porpora con ricami in argento a maniche corte, era sempre stata molto calorosa, raramente sentiva il freddo.
 
Mentre sedeva a gambe incrociate guardava la foto di sua madre, la sua defunta madre che ancora non riusciva ad accettare di aver perso.
 
Era così bella, era di origini arabe, un tempo principessa di Arabasta prima di sposarsi con il suo padre. Asenath sorella minore di Cobra Nefertari, re di Arabasta. Era bellissima, con bellissimi capelli neri, ondulati proprio come i suoi, occhi color giada che pure aveva ereditato; a differenza di lei però sua madre aveva una carnagione molto ambrata ed era un po' più esile. Viola era più alta, più formosa, con più seno e una pelle molto chiara, che tra l'altro non possedeva nemmeno suo padre. Nonostante amasse entrambi i suoi genitori, si poteva definire di sicuro più attaccata a sua madre, era dolce, gentile, molto diversa da lei; più composta, tranquilla, posata però, sempre pronta a sostenerla nonostante fossero così diverse.
 
"Mi ha mandato in camera durante la cena perché gli ho detto che vorrei essere libera e decidere della mia vita. Non riesce a capire che così non fa altro che strapparmi le ali; non capisce che soffro, che non potrò mai essere felice, se devo vivere una vita già decisa. Non posso nemmeno decidere cosa mangiare, devo aspettare di essere lontana dal palazzo per mangiare un pezzo di pane con del formaggio, un bicchiere di latte appena munto, un frutto colto nel bosco o arrostire una salsiccia sul fuoco e devo sperare che non mi scopra. Come se non bastasse, devo mettere tutti quei vestiti raffinati e scomodi, non posso indossare un vestito semplice ed essere comoda. Non fraintendermi, tu eri bellissima, stavi benissimo con quei vestiti, non me ne ricordo uno che ti stesse male. Credo di non poter dire di averti visto una volta senza che fossi bellissima o anche solo meno bella del solito. Neanche quando... Quando ci hai lasciato.
Eri una gioia per gli occhi, una regina bellissima, quei vestiti ormai, sembravano parte di te... Ma, io mamma non sono come te, non mi stanno bene, non me li sento miei, persino questa camicia da notte per me è troppo raffinata, non potrei averne una semplice come tutti? No perché, non posso neanche scegliere come dormire. Devo essere perfetta anche mentre dormo, come se qualcuno potesse vedermi. Sarebbe tutto più semplice se ci fossi tu, vorrei tanto che non fossi morta, che fossi ancora qua con me." Con gli occhi lucidi baciò la foto, sapeva che sua madre non c'era più, che non poteva sentirla, non era una preghiera, era semplicemente una conversazione simbolica, come se parlasse con sé stessa, per trovare un po' di sollievo da tutto il dolore e la rabbia che portava dentro di sè.
 
Si alzò dal letto, uscì sul terrazzino fuori dalla sua stanza, guardò il cielo, leggermente nuvoloso, ma le stelle si intravedevano ugualmente e una timida luna giallastra era velata da piccole nubi trasparenti. 
 
Due settimane, ne avrebbe avute solo due, poi la sua vita sarebbe cambiata radicalmente, avrebbe dovuto adempiere ai suoi doveri, avrebbe dovuto sposarsi, con qualcuno che avrebbe conosciuto a malapena, governare un regno, vivere in gabbia per tutta la vita, non voleva, non lo avrebbe accettato, piuttosto avrebbe voluto essere rinnegata.
 
Nulla le toglieva dalla testa e dal cuore quello sguardo dolce, ma perennemente malinconico di sua madre. Si vedeva che non era del tutto felice, anzi, era quasi sicura che non lo fosse affatto. Spesso Viola da piccola, l'aveva vista piangere senza sapere il perché. Aveva elaborato molte ipotesi. Era abbastanza sicura che le mancasse il suo paese, sia perché lontano, sia perché molto diverso da Acacia. Inoltre, lì c'era la sua famiglia e il suo popolo. Lei dichiarava spesso di amare suo marito, il re e di stare bene con lui, ma Viola era quasi del tutto convinta che lo dicesse per ingannare sé stessa. Sapeva bene che nemmeno sua madre aveva scelto nulla della sua vita e che da quando era ancora più giovane di lei le era stato imposto tutto. 
 
Non voleva fare la vita che la madre aveva sofferto, sentiva di dover lottare anche per lei se c'era una cosa che aveva imparato è che non è possibile sapere cosa riserva il futuro. Lei era chiaroveggente in un certo senso, ma non poteva vedere il futuro. Grazie al frutto ingerito durante l'infanzia poteva vedere ovunque e in qualsiasi momento cosa stesse succedendo in tempo reale. Nonostante questo, non poteva vedere nel futuro o nel passato, poteva vedere solo il presente.
Consapevole della propria impotenza, come quella di tutti del resto, di poter controllare il domani Viola guardò il cielo speranzosa; unica emozione che non aveva mai smesso di provare. Sapeva, sempre grazie ai saggi insegnamenti della madre, che per quanto brutta fosse stata una giornata, per quanto pesanti i propri pensieri possano essere il giorno dopo tutto è ancora da vedere e quindi, chiudere gli occhi e sperare nel domani era sempre la miglior soluzione, ecco perché Viola chiuse le finestre e dopo aver fatto un bel respiro spense la luce e si addormentó.
 
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Doflamingo aveva appena terminato il suo amplesso con la ragazza scelta, si staccò da lei sudato mentre il suo petto si abbassava e alzava velocemente cercando di trovare il giusto ritmo. La ragazza si accasciò sfinita sul cuscino. 
 
"Ti sei divertita?"
 
La ragazza rispose:
 
"È stato molto piacevole mio sovrano. Nonostante avessi un po' di paura all'inizio."
 
" Fufufufufufufufufu" rispose lui con la sua tipica risata: "Piccola ingenua! Ho fatto piangere molte donne ne ho fatte soffrire tante in molti modi. Ma, non è mai successo che abbia mai fatto soffrire una donna nel mio letto." Disse accarezzandole la spalla.
 
Si avvicinò a lei facendola girare sul fianco e poi abbracciarla.
 
"È molto tardi, rimani a dormire con me, non mi va di restare solo, ti ritirerai domani mattina."
 
" Come desideri signorino!" Sussurró lei sorridendo compiaciuta.
   
 
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