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Autore: Alsha    02/12/2021    4 recensioni
| Severus Piton & Luna Lovegood |
Il suo problema, si disse, era che qualcuno per i corridoi ghignava “Lunatica Lovegood” e una parte del suo cervello sentiva “Mocciosus”.
O, per una serie di errori di calcolo, Severus Piton si trova a fare da mentore a Luna Lovegood, e davvero non sa che fare.
- Seconda classificata all’ “Ace Contest” indetto da Mary Lace sul Forum di EFP -
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luna Lovegood, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Seconda classificata all’ “Ace Contest” indetto da Mary Lace sul Forum di EFP

  

Per E. che mi ha ascoltato per settimane mentre mi lamentavo del blocco dello scrittore

 
 

Ciò che ci irrita degli altri

 

Il suo problema, si disse, era che qualcuno per i corridoi ghignava “Lunatica Lovegood” e una parte del suo cervello sentiva “Mocciosus”.

Che Grayson Robbins rovesciava di proposito il suo succo di zucca sul giornale che Lovegood stava leggendo, e lui vedeva Sirius Black che tirava i suoi libri nel lago. 

Che Lovegood veniva lasciata da sola durante Pozioni perché nessuno voleva essere visto vicino a lei, proprio allo stesso banco dove seguiva lezione da solo dopo che Lily aveva smesso di rivolgergli la parola.

 Doveva essere per quello che due anni prima, all’ennesimo esperimento di Lovegood culminato in capelli strinati e fumi che non ci sarebbero dovuti essere, invece che darle punizioni fino al diploma le aveva offerto il laboratorio nel fine settimana per sperimentare.

Quello, e il fatto che la Camera dei Segreti era appena stata riaperta, Gilderoy Allock se ne andava in giro tronfio come un tacchino per i corridoi, Harry Potter sembrava determinato a trovarsi in mezzo a qualunque cosa anche lontanamente sospetta e il suo obiettivo primario era arrivare vivo alla giornata dopo.

Nonostante ciò, per un attimo volle immaginarsi di tornare indietro nel tempo al sé stesso di due anni prima per tirargli un ceffone.

Se non fosse stato per quel passo falso, non si sarebbe mai trovato davanti Luna Lovegood a chiedergli di aiutarla a preparare un Filtro di Pre-Transizione.

Lovegood si era abituata alla sua presenza, e si sentiva in diritto di dire o fare qualunque cosa senza la sana paura delle conseguenze con cui teneva a bada tutti gli altri studenti.

- Lo so che sembro già una ragazza, - stava spiegando, completamente ignara rispetto all’emicrania che gli stava facendo venire - ma il mio corpo sta iniziando a cambiare in modi che non mi piacciono e tutti i libri che ho trovato dicono che è più efficace iniziare ad assumere il Filtro prima della pubertà, in modo da agevolare gli effetti della Pozione Invertitrice Permanente quando sarò maggiorenne.

- Quello mi è chiaro. - disse, con una calma che sapeva essere solo una farsa - Non mi è chiaro perché tu lo stia chiedendo a me e non a Madama Pomfrey.

Lovegood, che aveva già approntato sul tavolo tutte le attrezzature necessarie, saltellò fino alla cattedra per depositargli un plico di pergamene tra le mani.

- Già fatto, ha timbrato tutti i miei moduli e preparato i certificati. Le ho portato anche le autorizzazioni firmate da mio padre. Madama Pomfrey ha detto che non ne tiene delle scorte perché deperirebbe, così le ho detto che mi sarebbe piaciuto assistere alla preparazione e sono venuta qui.

Aveva senso. Non gli piaceva, ma aveva senso.

Solitamente, la Matrona di Hogwarts gli faceva sapere semplicemente le quantità richieste in modo che gli studenti rimanessero anonimi, come era da politica della scuola. 

Ma ovviamente Luna Lovegood non avrebbe considerato un problema presentarsi da lui con una pozione su cui sperimentare come faceva regolarmente ogni sabato pomeriggio, anche se ciò comportava rivelare informazioni personali molto intime.

- Va bene. Ma prima che tu la assuma voglio parlare con Madama Pomfrey per avere la conferma che sia tutto in ordine.

Lovegood sorrise.

- Era certa che avrebbe detto così. Ci mettiamo al lavoro?



La pozione stava sobbollendo nel calderone.  

Ancora una mezz’ora e sarebbe diventata grigio antracite, e allora avrebbero dovuto toglierla dal fuoco perché il sedimento si depositasse sul fondo e potesse essere filtrata.

- Non sarà pronta più in fretta se sta lì a guardarla.

La ragazza agitò una mano, come a dirgli di lasciarla stare. Era seduta su uno dei banconi vuoti, con le gambe che ciondolavano e i capelli appiccicati al collo dal sudore.

- Lo so, lo so. Prima regola delle pozioni, se le fissi ci mettono di più. - aveva uno scintillio negli occhi che non credeva di averle mai visto, lei che di solito era placida al limite dell’impassibile.

- Allora mi ascolta, ogni tanto.

- Sempre, Professore. - stava sorridendo, ma qualcosa in quel sorriso gli dava un brutto presentimento. 

Sembrava sottintendere che aveva capito qualcosa che lui non sapeva, che lui non avrebbe voluto che lei capisse.

- Non lo dimostra spesso. - replicò. 

- Se non lo facessi, non sarei venuta da lei. Avevo bisogno di qualcuno che sa come ci si sente, ad essere così.

Gli ci volle qualche secondo, per comprendere che cosa intendesse, e, per l’ennesima volta da quando aveva elevato Luna Lovegood dal suo rango di mera studentessa, ebbe l’impressione di avere commesso un passo falso.  

- Signorina Lovegood, - disse, dopo un lungo sospiro - non ho idea di che cosa stia parlando. Non so cosa gliel’abbia fatto pensare, ma io non sono… 

Gesticolò vagamente in direzione del calderone, a corto di parole. Non era fatto per avere a che fare con dei ragazzini, men che meno per questo genere di conversazioni.

E soprattutto non per parlarne con Luna Lovegood, che lo osservava come un animale dissezionato con i suoi enormi occhi pallidi.

- Oh, non lo sapevo. Ma parlavo di quell’altra cosa. - intrecciò le dita con la sua collana di tappi di bottiglia, e gli fece un cenno con la testa come ad incitarlo a collegare i punti.

- Quale “altra cosa”, signorina Lovegood? - si trattenne appena dal leggerle la mente. Non poteva essere venuta a sapere qualcosa dei suoi anni di scuola, nessuno poteva aver parlato…

A meno che Lupin, l’anno prima, non avesse rivelato qualcosa. Ma perché parlarne, e perché adesso?

Premette le dita contro il legno della cattedra fino a farsi male.

- Allora?

- Beh, pensavo lo sapesse. Che, insomma… Lei non parla come qualcuno che pensa all’amore. - prese un respiro, come per prepararsi, e iniziò a parlare tutto d’un fiato - Non è una cosa brutta, per me è normale. Ma so che per altri non lo è. Ne parlano continuamente e dicono che io sono strana perché non provo certe cose. Mentre compilavo quei questionari l’ho detto a Madama Pomfrey, e lei ha detto che se mi stavo vergognando non c’era problema, ma che se dicevo davvero c’erano pozioni per curarmi, qualunque cosa significhi. Per questo sono venuta qui, perché, mi perdoni se mi sbaglio, penso che anche lei sia come me. Ecco.

Chinò la testa, fissandosi le ginocchia. Si accorse solo allora che aveva smesso di dondolare i piedi, ed era, per la prima volta da quando era entrata, perfettamente immobile.

Severus si lisciò le vesti, con le mani sudate e tremanti. Era abbastanza intelligente da capire cosa Luna volesse dirgli davvero, e da capire che glielo stava dicendo da quando per la prima volta aveva accettato di venire nei sotterranei a sperimentare, e ogni volta da allora in cui era entrata nell’aula vuota e si era messa a lavorare sapendo di poterlo fare. 

Mi sto fidando di lei.

Non mi deluda.

Ma anche l’incredibile, inumana pazienza di Luna Lovegood doveva avere un limite, perché dopo un minuto di teso silenzio, proprio quando Severus stava per trovare le parole, drizzò la testa e scappò dall’aula.



Avrebbe potuto lasciare il filtro a Madama Pomfrey perché lo consegnasse. 

Probabilmente avrebbe dovuto.

Ma, pur essendo tante cose, Severus Piton non era un codardo. Cercò di ricordarselo, mentre tagliava a passo svelto il sentiero verso la Foresta Proibita, il mantello che si gonfiava dietro di lui.

Era domenica mattina, e sapeva con ragionevole certezza dove poter trovare Luna Lovegood.



Un thestral si avvicinò ciondolando per poter premere il muso nella sua mano. 

Da quando erano ricominciate le lezioni, tra la confusione degli studenti stranieri e le maledette prove del maledetto Torneo, non era ancora riuscito a visitare la radura. 

Luna Lovegood era seduta a gambe incrociate contro il fianco di uno dei thestral più grossi, una sagoma chiara contro la pelle scura dell’animale. Stava intrecciando una corona di fiori e fili d’erba. 

Il suo sguardo gli fece accapponare la pelle per il disagio, ma ricacciò indietro la sensazione. Non era lì per sé stesso, era lì per Luna Lovegood.

Doveva avere il rispetto di trattarla come lei aveva bisogno, invece che guardarla come un riflesso distorto del ragazzino che era stato, e per farlo doveva lasciare indietro il suo disagio, i suoi ricordi e persino le sue domande.

Indicò un punto sull’erba, ad una rispettosa distanza da lei, ma non troppo lontano.

- Posso?

Lei annuì, e Severus si sedette, sentendo gli sguardi vacui della ragazza e dei thestral che lo seguivano mentre aggiustava il mantello attorno a sé.

Per prima cosa, le consegnò la saccoccia in cui aveva conservato le fiale di filtro. Non avrebbe potuto continuare la conversazione se Luna si fosse sentita un ostaggio.

Non che adesso fosse più facile, ma era più onesto. Si fece forza e cominciò a parlare.

- Devo porgerle le mie scuse, signorina Lovegood. Non ho reagito come avrei dovuto.

- Io non... - Severus sollevò un dito e Luna tacque. 

- Mi lasci terminare, e poi potrà dire qualunque cosa vorrà. - prese un respiro profondo e continuò, guardandola negli occhi - Anche se non è della mia Casa, lei è comunque una mia studentessa, signorina Lovegood. Morgana sa se io sia la persona più adatta a rivolgersi per una tale… questione, ma lei ha fatto una scelta e io la rispetterò. Mi scuso per la mia reazione. - chinò la testa, facendole cenno di parlare.

- Ho creduto di averla fatta arrabbiare per davvero. - disse dopo qualche secondo, con una voce sottile - Lei mi fa stare nel laboratorio anche quando non ho esperimenti da fare e risponde sempre alle mie domande. Nessun altro lo fa, perché credono che io sia troppo strana. Pensavo… pensavo che adesso lo avrebbe pensato anche lei.

Non si aspettava che glielo dicesse, ma lo aveva intuito. 

E non perché sarebbe stato quello che avrebbe pensato lui al suo posto, Severus non avrebbe mai affidato ad un adulto la sua sicurezza, ma perché era quello che Luna aveva dimostrato costantemente.

- Lovegood, giusto l’anno scorso lei mi ha regalato un sasso perché mi desse “energie positive”, qualunque cosa voglia dire. Quali che siano le sue propensioni personali, non intaccheranno l’opinione che ho di lei.

- Era un quarzo citrino. - borbottò, ma stava sorridendo anche se aveva lo sguardo fisso sulla corona di fiori tra le sue dita - Mi dispiace di aver fatto domande troppo personali.

- Scuse accettate. - deglutì, e distolse lo sguardo - Onestamente, ero più sorpreso che lo avesse capito. Non mi era mai capitato di incontrare qualcuno che lo ritenesse possibile.

Non la stava guardando, ma la sentì sussultare per la sorpresa.

- Avevo ragione?!

- Aveva ragione. E se un giorno vorrà, mi spiegherà anche come. 

- Oh, ma quello è semplice. Quelli come noi si riconoscono a vicenda.

E Severus non sapeva davvero a quale delle tante cose si riferisse, ma ebbe la netta sensazione che avesse ragione anche su quello.




 

NOTE:

>Oggetto del contest era di trattare la storia di un personaggio asessuale (ma io ne ho messi due, perché ho deciso che tutti i miei personaggi preferiti sono asessuali e provateci, a fermarmi)

>Per chi non se ne intendesse, per asessualità si intende l’orientamento sessuale di chi non prova attrazione per alcun genere. Ad essa si possono associare diversi orientamenti romantici, paralleli agli orientamenti sessuali. In questo caso, Severus e Luna sono entrambi aro-ace (quindi non provano nemmeno attrazione romantica). Se avete domande chiedete pure

>Come da requisito del contest, la citazione che ho scelto di inserire è stata questa: 

La prima qualità per comprendere è una specie di disinteresse, di dimenticanza di sé. 

Antoine de Saint-Exupery

L’ho usata come scheletro per il rapporto tra Severus e Luna: lei riesce a comprendere il professore per la sua abilità di trascendere da sé stessa, e lui riesce a considerarla come una persona a tutto tondo solo quando si dimentica del suo vissuto

>In cristalloterapia, al quarzo citrino è associato un effetto energizzante e l’aumento di gioia e positività

>Il titolo è tratto da una frase di Carl Gustav Jung: “Tutto ciò che ci irrita negli altri, può portarci a capire noi stessi.” 

 
Grazie mille a tutti coloro che hanno letto e che commenteranno!

Sono anche su tumblr :)

 
Alsha

  
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