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Autore: _katherine_lls    04/12/2021    1 recensioni
Cosa succederebbe se la Mezzosangue per eccellenza non fosse poi così tanto mezzosangue?
Cosa succederebbe se ci fosse un incantesimo che la costringe ad essere qualcuno che non è e se il suo passato non fosse esattamente come lo ricorda lei?
All'inizio del suo settimo anno ad Hogwarts nulla sarà come se lo aspettava. La causa potrebbe essere una guerra che non è mai realmente finita, degli amici che non sono più quelli di una vita, o una famiglia completamente diversa pronta a stravolgere tutto quello che la circonda.
Quando amicizia e amore incontrano la magia quasi più nulla è sicuro ma tutto è possibile.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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***

Tenevo per mano mia madre e l’ultima cosa che vidi prima di smaterializzarmi furono gli occhi grigi di Malfoy e un lieve sorriso sulle sue labbra. 

La prima cosa che vidi appena rimisi i piedi a terra fu il maniero. Delow manor era immenso. Dal cancello alla porta c’erano come minimo due chilometri quadrati di solo giardino, e non avevo ancora visto il retro della casa. 

Mio papà ci aveva smaterializzati davanti al portone che si aprì riconoscendo la magia del proprietario. Chissà perché, al posto della fortezza alta e imponente, mi aspettavo di trovarmi davanti a un manor un po' fatiscente e in decadenza dopo che era stato lasciato abbandonato per anni. 

Fui parecchio sorpresa anche quando misi piede all’interno. Non era tetro e freddo come Malfoy manor e come avevo immaginato. Le pareti erano di colori chiari e caldi e le immense tende aperte lasciavano filtrare la luce del sole pomeridiano. Lo spazioso ingresso che dava su due porte e una scalinata di marmo era arredato in maniera essenziale ed elegante. 

Blaise, dopo aver lanciato malamente il mantello leggero sull’appendiabiti, fu incaricato da nostra madre, che era tornata a rivolgergli la parola normalmente, di farmi fare il giro del maniero: una sorta di cicerone sottopagato, vista la qualità della visita guidata. 

-Blaise, davvero. Non sei costretto. Faccio un giro da sola! – mormorai all’ennesimo sbuffo di mio fratello. Aveva fatto solo una rampa di scale ed era entrato in quella che probabilmente era la sua stanza preferita.

-Sì Hermione, e dopo quella chi la sente più? Ha passato le ultime due settimane a rognare facendomi pentire di aver accettato di tornare a casa prima del rientro ad Hogwarts! – sbottò lanciandosi sul divano, dopo averlo fissato adorante. 

In centro alla stanza c’era un grande divano fatto ad L rivolto verso un grande televisore a parete. Sgranai gli occhi incredula e poi cominciai a sghignazzare alla vista della stoffa del divano verde scuro con striature argento. 

-Chi ha arredato la casa? – chiesi distraendo mio fratello che stava armeggiando con il telecomando nel tentativo di accendere il grande schermo.

-Come scusa? –

-Chi ha scelto i mobili nelle stanze – ripetei – oh, dammi qua! – sbottai togliendo il telecomando dalle sue manacce poco gentili, che avevano cominciato a picchiarlo contro il bracciolo del divano, e pigiando il tasto dell’accensione. 

-Ah. La mamma, credo. Perché? – mi chiese confuso riprendendosi il telecomando e cambiando disgustato il canale.

-Vorrei sapere chi diavolo ha guardato i cartoni! – sbottò -Hai intenzione di restare in piedi ancora a lungo? – mi chiese dopo che aveva trovato un canale decente su cui davano qualche video musicale. 

-Sei da manicomio – mormorai sedendomi e passando una mano incredula sulla stoffa. Era davvero comodo quel divano. Forse cominciavo a capire perché mio fratello ci passava così tanto tempo.

-È comodissimo! – mormorai estasiata.

-Purtroppo lo so. Tornare a poltrire sui divani in sala comune è stato un duro colpo per il mio povero fondoschiena – rispose annuendo e facendomi scappare una risata. Blaise era decisamente l’essere più pigro che avessi mai incontrato ed era decisamente bravo a mascherare la sua voglia di fare nulla con bei voti a scuola a pretesti idioti per tirare fuori la bacchetta contro chiunque almeno due volte al giorno. 

-Che hai da ridere? – 

-Sei dannatamente pigro! –

-Non ti ci mettere anche tu. La mamma è andata avanti con questa frase per due settimane! –

-Ti è mai venuto il dubbio che si tratti semplicemente della verità? – chiesi e lui si limitò a tirarmi un’occhiataccia prima di riportare l’attenzione sulla televisione. 

-Secondo te, entro sta sera riesci a finire di farmi fare il giro? – domandai dopo alcuni minuti.

-Hai parlato nell’unico momento in cui dovevi stare zitta! – mi rispose esasperato passandosi una mano tra i capelli. Lo fissai sconvolta. Avevo osato parlare durante la pubblicità.

-La mia convinzione che tu sia da manicomio sta aumentando in maniera spropositata ti avverto! –

-Oh ma smettila. Adesso mi alzo, solo perché non ho voglia di sentire la mamma rognare per tutta la cena perché non ho fatto l’unica cosa che mi ha chiesto di fare! – rispose seccato mentre con un immenso sforzo, che si avvicinava al limite delle sue capacità e della sua volontà, si alzò dal divano. 

 

***

 

Passammo il resto del pomeriggio a girare per il manor. 

Blaise mi aveva fatto vedere quasi tutte le stanze della casa. Mancava la mia camera e una stanza, con una porta decisamente troppo grande per essere una normale camera, dove mi aveva esplicitamente vietato di entrare. 

Avevo visto il laboratorio di pozioni di mio padre e le sue scorte che contenevano diversi ingredienti illegali e di cui avevano vietato la vendita e il commercio diversi secoli fa. Poi mi aveva trascinata nella serra della mamma dove c’erano una quantità di piante talmente diverse tra di loro da fare invidia a quella della Sprite ad Hogwarts. Infine mi aveva portata nella piscina interrata e coperta che aveva dato il colpo di grazia alla mia mascella. 

Passi il laboratorio di pozioni e la serra. Ma la piscina in un maniero purosangue come cavolo c’era finita?

-Un’idea della mamma! – ghignò Blaise alla mia faccia sconvolta.

-Wow, ma viene usata? – chiesi cercando di riprendere il controllo delle mie facoltà mentali. 

-Qualche volta credo. All’inizio sospettavo che venisse usata come stanza delle torture ma poi mi sono reso conto che questo palazzo non ha le segrete se non consideriamo una misera cella, decisamente del secolo scorso, nella parte più vecchia. I nonni dovevano essere dei tradizionalisti! – mi disse sorridendo un poco -Se il tuo cuore regge sotto c’è anche una sala duelli dove papà deve aver aggiunto qualcosa di babbano recentemente! – mi disse guardandomi divertito. Che mio padre non si facesse problemi a usare le cose babbane l’avevo capito dall’immensa televisione e dall’impianto stereo che aveva quel decerebrato di mio fratello in camera. Ma qua stava esagerando per essere il discendente della famiglia più purosangue di tutta l’Inghilterra.

-Dai vieni. Ti faccio vedere la tua stanza! – berciò mio fratello cominciando a trascinarmi per un braccio lungo la ripida scalinata che portava fuori dai sotterranei. 

La mia camera era al secondo piano della casa, di fronte a quella di mio fratello e nello stesso corridoio della stanza che aveva volutamente tenuto per ultima. 

Posai una mano sulla maniglia. Il mio cuore aveva cominciato a battere più velocemente. Avevo quasi paura di aprire la porta della mia nuova stanza. Tentennai un attimo sotto lo sguardo indagatore di mio fratello che stranamente non fece commenti di alcun genere.

Respirai profondamente prima di abbassare la maniglia e far girare la porta sui cardini perfettamente oliati. 

Per l’ennesima volta rimasi stupita del buon gusto di mia mamma. La stanza era spaziosa con al centro un immenso letto a baldacchino in legno con le tende di pregiato velluto verde. Un'intera parete era occupata da una libreria a muro vuota mentre un’altra era completamente coperta dall’armadio dove la mamma aveva già messo alcuni vestiti stupendi. 

Sorrisi lievemente passando una mano sulla scrivania posta accanto alla libreria mentre mio fratello si andava a buttare con poca grazia sul mio letto nuovo. 

 

***

 

-Hermione! Perché non metti via quel dannato libro e vieni un po' a giocare con noi? – chiese mio fratello arrivando nella mia stanza seguito a ruota da un bambino alto più o meno come lui che si trascinava dietro un piccolo modello di scopa volante. 

-Non ci provare nemmeno! – berciai in direzione di Blaise che senza nemmeno chiedere si era arrampicato con non poca grazia sul mio letto imbrattando le coperte di fango.

-Blaise! – sbottai immaginando la reazione della mamma alla vista di tutto quello sporco. Non potevo di sicuro fare magie di nuovo o mi avrebbe come minimo ficcato in punizione a vita.

-allora, vieni o no al campo? – mi richiese ignorando completamente la mia reazione seccata.

-Sto finendo di leggere questo fantastico libro. Lasciami in pace. E poi lo sai che non mi piace volare! – mugugnai stringendomi nelle spalle mentre mio fratello sbuffando come una locomotiva usciva dalla mia camera seguito dall’amico.  

 

***

 

-Scendi immediatamente da lì! – sbottai in direzione del decerebrato che, come da copione, non si scompose nemmeno.

-Blaise, non farmelo ripetere un’altra volta! – mugugnai appoggiandomi con i fianchi alla scrivania. 

-Certo che sarai anche cresciuta ma rimani comunque acida come una volta! – sentenziò sedendosi. 

-Questo non può che essere un complimento visto da chi arriva la predica! – risposi sorridendo affabile mentre lui mi faceva la linguaccia.

-Complimenti per la maturità Blaise, davvero! – 

-Muoviti che manca un’altra stanza e che non ho assolutamente intenzione di arrivare in ritardo a cena! – sbottò alzandosi velocemente dal letto. Lo guardai con gli occhi fuori dalle orbite. Io dovevo muovermi? Ma se era lui quello che si appisolava su ogni superficie disponibile!

-guarda che stavo aspettando te, idiota! – berciai con il fumo che mi usciva dalle orecchie mentre lo seguivo battendo i piedi a terra fino alla porta doppia in fondo al corridoio.

-Dettagli! – rispose mio fratello. La risposta mi morì in gola alla vista del contenuto di quell’ultima e, a mio parere, fantastica stanza. 

-La biblioteca! – mormorai.

-Eccoti nel tuo spazio naturale! – ghignò – ti lascio ai tuoi libri impolverati. Io vado a farmi la doccia e a riposare la mia povera schiena che dopo questo tour de force è in condizioni pietose! –

-Merlino, o Malfoy è un santo o è peggio di te perché non trovo nessun’altra spiegazione di come faccia a sopportarti! – mormorai roteando gli occhi al cielo ed entrando in quella stanza fantastica mentre mio fratello, ghignando come un invasato, se ne tornava in camera sua. 

Guardai gli scaffali che mi circondavano. Arrivavano al soffitto ed erano pieni zeppi di libri. Sembrava molto più grande di quella di Hogwarts e probabilmente lo era anche. Passai tra gli scaffali in cerca di qualcosa da leggere, scorrendo curiosa i titoli dei libri, non tutti esattamente legali e di magia pura. Raccattato un tomo sull’origine della mia famiglia mi andai a sedere sul divanetto posto sotto la finestra e mi portai le gambe al petto. 

Rimasi in biblioteca per più di due ore, fino a quando un elfo non mi venne a chiamare dicendo che la cena era pronta. Storsi infastidita il naso appuntandomi mentalmente di chiedere a mia mamma uno stipendio per quelle creature e mi chiusi in camera. 

Aprii l’armadio e passai velocemente i vestiti comprati da mia madre tirandone fuori uno di velluto scuro, tendente al blu, con le maniche lunghe, il corpetto stretto e la gonna lunga fino alle caviglie. Guardai estasiata la fascia argento sotto il seno, impreziosita con dei brillantini, che stringeva il vestito lasciandolo poi cadere morbido. Era bello ma non troppo elegante. 

Misi una collana con un ciondolo azzurro, il braccialetto argento che mi aveva regalato Harry anni prima per il mio compleanno e sistemai i capelli con un rapido colpo di bacchetta in morbidi boccoli. 

 

***

 

SALA DA PRANZO DI DELOW MANOR

Scesi velocemente lo scalone principale entrando nella porta a sinistra dove, da quanto aveva farfugliato mio fratello, c’era la sala da pranzo. 

Mi ero aspettata una stanza decisamente sproporzionata e invece mi trovai davanti a una stanza lievemente più grande della mia camera con un unico tavolo al centro e poche sedie attorno. 

I miei genitori erano già seduti a capotavola mentre mio fratello era seduto in centro, davanti a un posto vuoto. Il mio.

Mi lasciai cadere sulla sedia morbida sorridendo ai miei genitori mentre quel deficiente di mio fratello, da bravo purosangue educato com’era, proruppe in un lungo fischio di apprezzamento. 

Mi girai verso di lui con gli occhi che lampeggiavano mentre papà chiuse rapidamente il giornale che teneva in mano e glielo tirò sulla testa scocciato.

-Ti hanno allevato le capre! – berciò guardandolo storto.

-Riferisco agli Zabini la prossima volta che li vedo! – ghignò lui.

-Non ti scomodare. Scrivo una lettera dopo cena con una richiesta di risarcimento visti i danni che la tua scarsa educazione sta provocando! – rispose. Ridacchiai vedendo mio fratello impallidire e questa volta fu il mio turno di venire carbonizzata seduta stante. 

-Se ti vedesse Draco farebbe molta fatica a non saltarti addosso! – commentò dopo un po' nella mia testa con una vocina decisamente fastidiosa. Mio padre dall’altro capo della tavola ghignò mentre io mi limitai ad alzare la santa barriera dell’Occlumanzia. In risposta mio fratello mi guardò seccato e mi tirò un calcio sulla gamba facendomi masticare una bestemmia dal dolore.

-Non ignorarmi! –

-Non ti sto ignorando razza di scimmia idiota. Mi spieghi che cavolo centra Malfoy adesso? E per la cronaca, se domani ho un livido aspettati di tutto perché ho intenzione di ricambiare il favore! – sorrisi affabile a mio padre che alternava lo sguardo tra noi due. Di sicuro non gli era sfuggito il calcio che il cretino mi aveva tirato come non gli era sfuggito l’argomento futile della conversazione.

-Ragazzi, non mi va che usiate la legilimanzia quando siamo tutti a tavola! -. Come volevasi dimostrare. 

-Scusa papà, ma era di vitale importanza che Hermione sapesse una cosa – sorrise affabile il bastardo mentre mio padre sfoderava il ghigno. Preparati Blaise perché per essere un purosangue dalla nascita sei decisamente ignorante in materia. 

-Blaise con tutto il rispetto non mi pare che far sapere a tua sorella che il figlio di Lucius se la vuole portare a letto sia di vitale importanza! – rispose. Mia mamma si limitò ad alzare gli occhi al cielo mentre un sorriso divertito le curvava le labbra. 

La mascella di mio fratello invece lasciò un solco sul pavimento.

-Pa..pa..papà, ma come cavolo fai a sapere cosa ho detto a mia sorella? – chiese sconvolto con gli occhi che gli uscivano dalle orbite. Di sicuro aveva bisogno di studiare qualche libro sui purosangue. 

-Ma si può sapere che cavolo vi insegnano a storia della magia? - sbottò mio padre puntando gli occhi blu su di me che risposi con un mezzo sorriso. Di solito non stavano più di tanto tempo sulle abilità dei purosangue ma quell’idiota di mio fratello non prestava comunque attenzione. 

-Il capo famiglia, il cosiddetto patriarca, sente tutto quello che viene detto con l’uso della magia in casa propria. Non mi chiedere da dove arrivano queste abilità probabilmente i nostri antenati erano fottutamente curiosi. Quindi Blaise se devi usare la Legilimanzia perché proprio non riesci a fare a meno di dire sconcerie a tua sorella a tavola abbi il buon senso di usare quel dannato incantesimo che mi impedisce di capire la cazzata che stai sparando! – spiegò mio padre affabile -Sono sicuro che tua sorella ti ha risposto, ma non ho la più pallida idea di cosa ti abbia detto! -.

-Quindi tu lo sapevi e non mi hai detto niente! – gracchiò mio fratello guardandomi storto. Lui è scemo e pure ignorante e la colpa è mia? Giustamente io sapevo che lui avrebbe fatto quella sparata su Malfoy a cena vero? Dimenticavo di avere la capacità di predire il futuro. Che poi, Malfoy, che cavolo centrava?

-E secondo te io come facevo a sapere che non eri a conoscenza delle abilità base di quelli del tuo lignaggio? – 

-Hai fatto indignare tua madre! – ghignò papà mentre la mamma sorrideva affabile stringendo le mani sulla bacchetta. 

-Lei ha fatto di peggio, ne sono sicuro! – borbottò mio fratello cacciandosi in bocca la forchetta piena e facendo ridere tutti. 

Mi sentivo finalmente a casa. Anche tra i miei ‘vecchi’ genitori mi sentivo protetta ma qua era tutto diverso. Potevo essere quella che ero davvero, potevo usare la magia senza vivere con il terrore che la babbana curiosa della porta accanto si facesse venire un infarto da un giorno all’altro facendomi finire in tribunale per uso della magia davanti a un babbano. Potevo finalmente curiosare in una biblioteca diversa da quella di Hogwarts, pasticciare con le pozioni e studiare le piante nella serra della mamma. 

E finalmente avevo un fratello. Probabilmente era la cosa che mi era sempre mancata di più. Il dover giocare da sola o il non aver nessuno a cui chiedere qualcosa o a cui fare delle battute mi era mancato da morire. Mi sentivo come vuota. Adesso che ci penso c’era un gioco nella mia casa nella Londra babbana che non riuscivo ad usare senza mettermi a piangere inconsapevolmente. Era un piccolo orsetto di peluche con gli occhi azzurri e il pelo nero. E aveva lo stesso odore della nursery. Mio fratello non me l’aveva mostrata e probabilmente la mamma non sapeva nemmeno che avevo trovato la porta. Ma uno specchio nella biblioteca non bastava a nascondere la porta di una stanza. Sapevo esattamente dov’era, forse qualche ricordo nell’inconscio. Era ancora così come l’abbiamo lasciata quando ce ne siamo andati, i giochi ancora sul pavimento e il profumo del talco dei bambini si mescolava all’odore di chiuso impregnato nella stanza.  E a proposito della biblioteca c’era giusto qualcosa che dovevo chiedere a mio padre per non trovarmi affatturata a mia insaputa. 

-Papà posso prendere qualche libro dalla biblioteca? – chiesi facendo gli occhi dolci. 

-Certo bambina mia. Solo se devi prendere tomi diciamo “strani” preferirei che mi chiedessi prima il permesso visto che alcuni sono vecchi libri del signore oscuro e anche se hai quasi diciassette anni non è il caso che tu legga certe cose – 

-Mi spieghi come diavolo fai ad avere libri di Voldemort nella tua libreria personale? – chiese mio fratello.

-è molto semplice. Tu lasci la casa abbandonata per anni e quando ritorni, per magia la trovi piena di cianfrusaglie che appartenevano ad altre persone. Insomma, diventa la discarica del mondo magico! –

-sei simpatico come una porta sul naso! – rispose mio fratello.

-Quel bastardo di Lucius li ha rubati all’Oscuro perché contenevano incantesimi troppo potenti e troppo pericolosi e poi ha ben pensato di nasconderli qua. Tanto nessuno sarebbe venuto a controllare! – rise mio padre spettinandosi i capelli con una mano e portando il calice di vino alle labbra con l’altra. 

-E a proposito di libri, caro il mio bambino, ultimamente me ne sono spariti quattro che stranamente tenevo sott’occhio da quando hai rimesso piede in casa. Non è che per caso li hai tu? – chiese con tono affabile guardando mio fratello che ebbe la decenza di impallidire. Guardò ovunque cercando di evitare lo sguardo di nostro padre mentre la mamma sghignazzava in silenzio. Era abbastanza ovvio che ce li aveva lui imboscati da qualche parte. 

-Mamma, ti avevo detto che Draco verrà qui a dormire tra qualche giorno? – chiese senza rispondere alla provocazione di papà e cambiando velocemente argomento. 

-Come mai esce da scuola a settembre? – chiesi guardando mio fratello e pensando a cosa avrei patito a breve.

-Qualche permesso del vecchiaccio. I suoi hanno fatto non so che richiesta e Silente gliel’ha accordata subito! – mi rispose alzando le spalle.

-Oh, questa è facile. Posso rispondere anche io – sorrise affabile la mamma. Chissà perché sentivo già puzza di fregatura.

-Blaise, ti ho detto che vengono anche Lucius e Narcissa? – chiese mentre un brivido di freddo mi percorreva la colonna vertebrale. Tutto, ma non la famiglia Malfoy al completo. Mio fratello se ne accorse ma non disse niente, troppo impegnato a disperarsi per conto suo e dei suoi piani con il suo migliore amico che andavano a puttane. Io invece rivivevo il breve periodo che avevo dovuto passare a villa Malfoy durante la guerra. Niente di piacevole e nessuno di loro che allungava una mano per aiutare tre ragazzi rapiti dai mangiamorte. Per fortuna che Dobby era arrivato prima che riuscissero anche solo a torcerci un capello. 

Poi sapere che Narcissa era la sorella di quella che aveva torturato i miei genitori babbani non semplificava affatto le cose. 

-Mamma, non puoi farci questo! – stava dicendo nel frattempo Blaise. 

-E smettila, il manor è talmente grande che puoi anche fare finta che non ci siano! – rispose mia mamma mentre lui mi guardava con gli occhioni da cucciolo. 

-Non voglio avere anche i suoi genitori tra i piedi – mi mimò con le labbra. Lo guardai scettica. Io 

 avevo un motivo valido almeno per non volere i Malfoy sotto il mio stesso tetto. Ma lui?

-Si può sapere che problemi hai? – chiesi fulminandolo con lo sguardo. Lui aveva problemi con i coniugi Malfoy. Lui. Che poi conoscendo la loro reputazione a scuola dovevano semplicemente organizzare qualcosa di clandestino.

-Quando mi dirai quello stupido incantesimo… papà sta volta non lo deve sapere nemmeno per sbaglio- mimò stringendo lievemente gli occhi. Probabilmente nostro padre ne era a conoscenza già da tempo, visto le sue scarse abilità nel fare le cose di nascosto, ma evitai di farglielo notare.

Lanciai un’occhiata a papà che sorrideva sotto i baffi piegandosi lievemente in avanti per appoggiare il calice sul tavolo.

-Blaise, lo sai che non ho niente in contrario al festino con gli alcolici che ti sei portato da Hogwarts. E la prossima volta puoi tranquillamente uscire a comprarli senza fargli fare giri inutili. Non vorrei mai che Silente vi sospendesse il permesso! – ghignò sadico.

-Quale permesso? – chiesi. C’era davvero un permesso?

-Quello che fingono di avere quelli che importano illegalmente alcolici di cui, per la cronaca, Silente è pienamente a conoscenza! – mio fratello era diventato definitivamente dello stesso colore di Nick Quasi Senza Testa.

-Ma come fai? – borbottò disperato.

-Andiamo Blaise, anche i babbani sanno che le bottiglie le devi avvolgere con qualcosa prima di metterle in valigia sennò fanno rumore. Durante la materializzazione c’era una fantastica sinfonia di sottofondo… - rise mia madre. 

Più li guardavo e più mi rendevo conto che non avevano assolutamente niente in comune con le coppie di purosangue che ero abituata a vedere in giro dove qualsiasi dimostrazione d’affetto era proibita in pubblico. 

-Porco Godric! – berciò mio fratello schiaffandosi una mano sulla fronte.

-Ehi! Insulta Salazar! – sbottai indignata.

-Sta zitta! –

-Smettetela immediatamente voi due. Certo che gli anni sono passati ma non siete minimamente cambiati. “Mamma, mi ha fatto questo”, “papà, mi ha lanciato una fattura”, “zia, mi ha rubato il pupazzo”! – sbottò la mamma fulminandoci con lo sguardo. Mio fratello roteò beatamente gli occhi al soffitto mormorando un -Apriti cielo! –.

-Hermione, ti piace la camera? – mi chiese poi cambiando completamente tono.

-Stupenda mamma. È più bella di quella riservata ai capiscuola ad Hogwarts! – sorrisi mesta e riconoscente. La spiacevole sensazione di ricevere un pugno sullo stomaco ogni volta che la chiamavo mamma non se n’era ancora andata. Mi sembrava di fare un torto alla mia mamma babbana. Respirai profondamente e tornai a fissare il piatto, ormai vuoto. 

Non era una situazione facile. Davanti a me avevo mia madre biologica, colei che mi aveva praticamente cresciuta fino a quasi dieci anni e che poi aveva scelto di sparire e di cancellarmi parte della memoria per proteggermi. Nella mia mente invece rivivevo tutti i momenti con la donna che mi aveva cresciuta come se fossi figlia sua e mi aveva accettata anche quando era arrivata la lettera per Hogwarts. Che stupida, era ovvio che conosceva la magia. D’altronde quando Silente mi aveva accompagnata da loro doveva pur avergli detto qualcosa sul mio mondo. O no?

-Hermione? – chiamò mio padre rompendo il susseguirsi di pensieri che mi stava nuovamente accelerando il battito cardiaco. Alzai gli occhi dal piatto per fissarli nei suoi, dello stesso colore del cielo subito dopo l’alba. 

-Me ne stavo quasi dimenticando. Quando torniamo ad Hogwarts che cosa vuoi fare? –

-In che senso? – domandai sollevando lievemente un sopracciglio. 

-Vuoi finire l’anno a grifondoro o vuoi essere spostata a Serpeverde? Sai, quando sei stata smistata a Grifondoro eri sotto incantesimo di memoria. Probabilmente hai sperato di non finire a Serpeverde perché leggendo avevi scoperto che tutti i maghi oscuri sono usciti dalla casa di Salazar – spiegò. Ripensai a quella sera di circa sette anni prima. Non volevo andare in una casa precisa, ma sapevo di non avere le qualità necessarie per finire tra i serpenti quindi non mi ero nemmeno posta il problema. Una mezzosangue nella casa di Salazar non si era mai vista, quindi perché sperare di non finire là? 

Un altro smistamento? 

-Papà, non lo so. Silente è d’accordo che io venga smistata di nuovo? – da una parte l’idea di scegliere dove andare conoscendo veramente il mio passato mi eccitava a dir poco. Dall’altra non volevo buttare all’aria sette anni in una casa e perdere tutto. 

-Se glielo chiedessi non potrebbe nemmeno pensare di rifiutare. Devi vedere tu bambina mia quello che preferisci –

-Io non saprei…- mugugnai.

-Che bello appartenere a una delle tre famiglie più influenti del mondo magico. Chissà come si deve sentire Draco che è il perfetto mix di due! – berciò ironico mio fratello cercando nelle tasche dei pantaloni di ottima fattura una sigaretta e beccandosi un’occhiataccia da papà che non sembrava molto d’accordo. 

-Tranquilla, hai ancora qualche giorno per pensarci – mi sorrise rassicurante mia madre. Già avevo qualche giorno per scegliere se seguire quello che mi diceva la parte razionale di me che non ne voleva sapere di allontanarsi da Harry o da Ginny o l’istinto che premeva per un nuovo smistamento. E qualcosa mi diceva che stavolta non sarei finita a Grifondoro ma nella casa che era esattamente al suo antipodo per ideali. 

-Mamma, posso andare a trovare Jane e Mattew al San Mungo? - lo sguardo di mia madre si oscurò un attimo, poi tornò a sorridere lievemente. Faceva quasi male chiamarli per nome, ma non era il caso di fare altrimenti davanti a loro. 

-Credo di si. A una condizione- rispose scambiandosi uno sguardo furtivo con papà che annuì velocemente -ti porti dietro tuo fratello! –

-Cosa? – sbottò soffiando una fitta nube di fumo. Lo guardai torva, non mi sembrava una richiesta così tanto strana e incomprensibile e nemmeno mi sembrava tanto difficile accompagnarmi per un’oretta al San Mungo. 

-Sappi che puoi provare con qualsiasi scusa, stavolta non c’è ma che tenga Blaise. Accompagnerai tua sorella al San Mungo e le starai vicino tutto il tempo. Vorrei evitarle un Avada Kedavra in mezzo agli occhi perché vi fate trovare dai mangiamorte! – chiarì papà spegnendo con un rapido movimento del polso la sigaretta -e fuma in terrazza la prossima volta, non ho voglia di riempirmi i polmoni di nicotina a causa tua! – 

-Ecco come salta rapidamente una giornata già bella organizzata! – mugugnò infastidito. 

-La tua escursione ad Hogsmeade a comprare chissà qualche porcheria dilapidando il patrimonio puoi anche rimandarla. Di sicuro è meglio che stare ad Hogwarts – 

-Tutta questa convinzione non porterà a nulla di buono, lo sai vero mamma? – chiese con faccia angelica.

-Se vuoi puoi tornare domani. Se non ricordo male c’è il test del caro e vecchio Severus. Se vuoi tuo padre è più che felice di accompagnarti in orario e dubito che il tuo untuoso professore farà storie per ammetterti al test anche se sei senza il consenso di Silente-

-Hermione a che ora partiamo? – mi chiese roteando gli occhi al cielo. Speravo che in fondo non gli desse così tanto fastidio accompagnarmi.  Mi mancava solo che girasse con il muso raso terra perché gli avevo sabotato involontariamente i piani. 

-A che ora ti alzi di solito? – chiesi lievemente imbarazzata.

-Quando non è ad Hogwarts e non deve andare a lezione non si alza! – berciò ironico nostro padre.

-Piuttosto che fare il test di pozioni su argomenti mai visti sono disposto anche ad alzarmi alle nove! – sbuffò. Era risaputo infatti che i test di Piton mietessero puntualmente vittime. C’era chi si dava per malato e rimaneva chiuso in camera, chi per disperso e non c’era verso di trovarlo e chi si riempiva di pasticche dei fratelli Weasley e passava la giornata chiuso in infermeria. 

Tutto perché il caro professore non specificava mai su quale argomento fosse il test che spesso spaziava da robe del primo anno a cose non ancora fatte che ti inventavi puntualmente per non lasciare la pagina bianca. L’unico lato positivo era che non aveva mai fatto recuperare nessun compito e che quindi, almeno per questa volta, l’avevamo scampata. 

-Prima che gli elfi domestici vengano nuovamente a chiedere aiuto a tuo fratello per spreparare il tavolo, che ne dite se ci spostiamo in salotto? – chiese mio padre mentre Blaise arrossiva lievemente.

-Stai raggiungendo livelli di simpatia mai visti in un esemplare umano! – sbottò alzandosi e strisciando volutamente la sedia sul pavimento facendo storcere il naso a nostra madre che masticò tra i denti un -Blaise! –  parecchio infastidita. Lui, in tutta risposta sorrise angelico recuperando il pacchetto dalla tasca e ghignando in direzione di nostro padre prima di prendere la strada per il terrazzo. 

-Vado a fumare in santa pace. L’angolo del divano è mio, guai a chi prova a sedersi! – 

-Vedi di non morire soffocato con quella roba tossica. Che poi, si può sapere da dove arriva questo vizio? Non mi risulta che gli Zabini fumassero! –

-Gli Zabini no, ma i Malfoy si. E tanto anche! – ghignò affabile voltando poi le spalle.

-Questo spiega tutto. Lucius è stato traviato e ha ben pensato di tirare su Draco come hanno tirato su lui! – frecciò mia madre roteando gli occhi. Più passavo tempo con loro e più mi rendevo conto che erano decisamente in buoni rapporti con la famiglia bionda. 

-Spero almeno che gli abbia risparmiato i cruciatus, non vorrei passare le giornate prevedendo ed evitando patricidi! – rispose papà prima di trascinarci verso il fantastico salotto. 

 
  
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