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Autore: My Pride    06/12/2021    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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How to catch a Super Titolo: How to catch a Super
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 2049 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Timothy Jackson Drake, Conner Kent

Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life

Avvertimenti: What if?, Accenni Slash
Solo i fiori sanno: 16. Gerbera rosa: giovinezza


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Fino a quel momento, Damian non si era mai soffermato con attenzione sulle dimostrazioni d'affetto di Drake e di quel Kon-El.
    Sapeva che tutta la squadra fosse consapevole di quella che era a tutti gli effetti una relazione, e a nessuno di loro era mai sembrato importare nulla: finché erano felici, aveva detto Cassie un giorno, allora anche loro erano felici e auguravano semplicemente ogni bene ai loro amici. Persino suo padre, per quanto si fosse quasi strozzato col proprio caffè alla notizia, aveva dato la sua benedizione e si era persino concesso il lusso di sorridere quando Timothy aveva portato a casa Conner. E Damian si era riscoperto a provare un ridicolo e infantile sentimento di gelosia.
    Per Drake sembrava tutto così facile. E lo odiava, odiava maledettamente il fatto che lui non riuscisse ad avere la stessa confidenza che quel suo fratello acquisito sembrava dimostrare a sé stesso. Era stato addestrato a non avere paura di niente, ma il contatto fisico ed emotivo lo terrorizzava. Quindi guardare Drake in compagnia di Kon-El gli provocava un misto di strane sensazioni a cui non riusciva a dare una vera e propria spiegazione.
    Era in cucina e, da dove si trovava, poteva vederli dalle grosse vetrate che affacciavano in giardino, dove si erano concessi un momento per chiacchierare di chissà cosa prima di salutarsi con un bacio. Giusto uno sfiorarsi di labbra, ma fu abbastanza per far comparire il sorriso sulle labbra del ragazzo, il quale lo raggiunse ben presto in cucina.
    «Drake», esordì non appena mise un piede dentro, e l'altro si lasciò sfuggire un sospiro vagamente rassegnato, roteando gli occhi.
    «Ciao, Damian. Cos'è, mi stavi spiando?»
    «Tu e il clone kryptoniano?» rimbeccò di rimando senza dare l'ovvia risposta, ma facendosi beccare fin troppo bene. Sì, li stava decisamente spiando.
    Tim sbuffò, dirigendosi al ripiano su cui avevano la macchinetta per prepararsi lui stesso un caffè. «Si chiama Conner. E sì, è allora? Lo dici come se non lo sapessi o ti desse fastidio».
    Per un lungo momento cadde il silenzio, e Tim si stupì lui stesso della cosa. Di solito Damian non perdeva occasione per ricordargli quanto fosse inadeguato, di come macchiasse il nome dei Wayne e magari stavolta avrebbe anche aggiunto chissà cosa riguardo la sua relazione, ma non arrivò niente di tutto questo. Solo il respiro infranto di Damian.
    «No», esordì infine, tirando su il cappuccio della felpa. «È solo che... lo fate sembrare così naturale».
    «Naturale?» Aveva appena afferrato una cialda, e l'occhiata che gettò al fratellastro fu piuttosto stranita. Non aveva mai visto Damian così... insicuro? Oh, cristo santo. Il mondo stava per finire. «Che intendi con naturale?»
    Damian ispirò profondamente dal naso. «Esattamente quello che ho detto. Sembrate due facce della stessa medaglia». La sua voce sembrava un'eco lontana, come se non gli appartenesse.
    «Mhn. Damian... hai quasi quattordici anni. Anche tu saprai cosa significa voglia dire avere una relazione».
    «Non era quello che intendevo», lo informò lapidario. Era sceso dallo sgabello e adesso, in piedi dopo essersi tolto il cappuccio, lo osservava con i pugni stretti lungo i fianchi. «Voglio farti una confidenza, Drake... ma questo non significa che siamo diventati intimi», mise subito in chiaro.
    Tim si raschiò un po' i denti sul labbro inferiore, cercando di capire. Damian quel giorno lo stava mandando in confusione. «Mhn... okay?» provò, non sapendo cosa aspettarsi mentre si avvicinava al bancone, squadrandolo. Il suo caffè a quanto sembrava doveva aspettare.
    «Come si fa a dire a qualcuno che ti piace?»
    La domanda, posta con una bizzarra innocenza nonostante il tono schietto e formale, lo lasciò esterrefatto. Tutto si era aspettato tranne che quel demonietto gli chiedesse consigli d'amore. «E perché lo chiedi a me? Di solito non hai più confidenza con Dick?» gli venne spontaneo dire, ma lo sguardo risoluto di Damian lo stranì ancora di più.
    «Grayson non sta frequentando un kryptoniano. Le sue chiacchiere emotive non mi sarebbero di alcun aiuto per la... delicata situazione in cui mi trovo in questo momento».
    Gli ingranaggi di Tim si misero in moto tutti assieme, tanto che sul suo viso comparve un'espressione divertita. «Aspetta. No, non dirmelo. Hai una cotta per Kara!» esclamò, lasciandosi andare ad una mezza risata senza dar peso alla lamentela di Damian quando gli scompigliò i capelli. «Ti ha colpito? Bruce dice che se una donna ti colpisce è amore», rimbeccò più tra sé e sé che rivolto davvero al minore, il quale si lasciò scappare uno sbuffo scocciato dopo aver allontanato quella mano dalla testa con un gesto secco.
    «Non c'entra niente. Perché siete tutti fissati con questa storia?» Damian roteò gli occhi, incrociando le braccia al petto per guardare altrove. «Io... non è quello il super di cui sto parlando». Stavolta l'espressione di Tim divenne indecifrabile, tanto che il ragazzino sbuffò pesantemente. «E tu ti reputi un detective, Drake?»
    «Frena un attimo». Tim sbatté più volte le palpebre, quasi stesse cercando di fare mente locale. Ma, a ben pensarci, la risposta era praticamente davanti ai suoi occhi. Damian se ne stava immobile e sulle sue, le spalle rigide e le braccia incrociate al petto sulla difensiva, e aveva quell'espressione così... incerta. Come se si sentisse a disagio. Conosceva bene quell'espressione: era la stessa che aveva avuto lui quando aveva capito cosa provava per il suo migliore amico. «Mi stai dicendo... che ti piace Jon?»
    Il volto di Damian divenne paonazzo. «Non renderla più difficile di quanto già non sia, Drake».
    Tim si massaggiò dietro al collo, senza sapere bene cosa dire o fare. Avrebbe preferito di gran lunga che ci fosse Dick nella sua situazione, o addirittura Jason, perché in quel momento non riusciva proprio ad affrontare lo sguardo di Damian. Oh, dannazione. Non avrebbe nemmeno mai creduto che quel piccolo demonio potesse essere gay o comunque interessato ai ragazzi, a ben vedere. E l’aveva confessato proprio a lui. «Mhn. Okay, Damian... forse potresti... chiedergli di uscire, intanto».
    «Che consiglio ridicolo sarebbe? Usciamo già insieme», rese noto Damian, ma Tim scosse la testa. Era più dura di quanto pensasse.
    «Non intendevo di pattuglia, Damian. Sforzati, sei intelligente».
    «Cosa vorresti dire con quest... oh», si interruppe, e il suo viso assunse una nuova colorazione rosata. «Intendi… un appuntamento?» chiese conferma, non essendo ferrato per quelle cose. Non era uno sprovveduto, ma era stato cresciuto da assassini e imparare le perfette regole del corteggiamento non era di certo una disciplina che aveva figurato nel suo addestramento.
    Tim, cogliendo il suo stupore, sorrise bonariamente, una volta tanto senza scherno. Capiva come si sentisse Damian, per quanto ironica potesse sembrare la cosa. «Sì. Magari fate due chiacchiere, invitalo ad uscire per mangiare una pizza, per giocare ai videogiochi o vedere un film... cose semplici. Jon è un po’ timido, non tentare subito l'approccio diretto, cerca anche di capire cosa prova lui».
    «Com'è successo tra te e il clo... Conner?» si corresse Damian. Poteva fare lo sforzo di chiamarlo per nome, una volta tanto. E forse fu per questo che Tim rilassò le spalle e diede vita ad un sorriso vagamente imbarazzo.
    «È stato meno romantico di quanto lui insista a ricordare», ridacchiò Tim, roteando gli occhi. «Avevamo appena concluso una missione, ci siamo trovati l'uno addosso all'altro e l'adrenalina ha fatto praticamente il resto. Kon è sempre stato un tipo fisico, ci siamo baciati prima ancora di rendercene conto».
    Damian incrociò le braccia al petto, non del tutto convinto. Forse chiedere consiglio a Drake non era stata una buona idea. «Questa confessione non mi è molto di aiuto», ammise.
    «Il punto, Damian, è che ogni persona è diversa. Anche se mi fa piacere che tu ti sia fidato abbastanza da chiedermi consiglio, Jon non è Conner. E lo conosci sicuramente meglio di quanto potrei conoscerlo io per sapere cosa potrebbe piacergli e cosa no». Gli poggiò una mano su una spalla, gesto che in altri frangenti il povero malcapitato avrebbe pagato con la morte, ma Damian si limitò a fissare le sue dita. «Jon è un bravo ragazzo. Cerca semplicemente di andarci piano, con lui».
    Damian aggrottò un po’ la fronte, squadrando l’altro negli occhi come per captare in qualche modo segni di cambiamento nell’espressione del suo viso. Non era ancora del tutto sicuro, ma doveva dare atto a Drake di due cose: non aveva dato di matto nel capire che gli piaceva il suo migliore amico, e stava cercando nonostante tutto di consigliarlo. «Immagino che il Luna Park ad Amusement Miles possa essere un... inizio adeguato?» domandò e, anche se cercò di suonare distaccato, dalla sua voce trasparì una nota di eccitazione.
    Tim sorrise. Una volta tanto, quel demonietto sembrava davvero desideroso di comportarsi come un ragazzino normale. «Sì», lo rassicurò. In fin dei conti erano nel pieno della loro giovinezza, cose troppo complicate avrebbero potuto mettere in imbarazzo entrambi. «Poco impegnativo, tante attrazioni con cui divertirvi e cibi da assaggiare».
    «Molto bene. Credo dunque che sia il caso di avvisare Jonathan che stasera non saremo di pattuglia perché avremo... mhn... un appuntamento».
    Il modo in cui lo disse fu così imbarazzato che Tim per poco non rise, ma non per prenderlo in giro. Era semplicemente contento per lui, motivo per cui gli rivolse giusto un saluto con una mano, accennando un «Divertitevi» quando lo vide allontanarsi verso la porta. Tornò quindi verso la macchinetta per il suo caffè, ma un colpo di tosse richiamò di nuovo la sua attenzione.
    «Drake», chiamò Damian, e Tim roteò gli occhi. Proprio non voleva che bevesse la sua droga preferita, eh.
    «Cosa c’è?»
    «...grazie, suppongo», esordì semplicemente, sparendo prima ancora che Tim potesse voltarsi a guardarlo, e sbatté le palpebre con fare stranito. Damian l’aveva appena ringraziato? Jon lo scioglieva proprio.
    Non passò molto tempo prima che venisse interrotto di nuovo, ma stavolta, quando rispose immediatamente al cellulare senza nemmeno vedere chi fosse, aveva almeno il suo caffè a fargli compagnia. «Non ci siamo appena salutati, noi due?» domandò con ironia, sentendo Kon borbottare qualcosa.
    «Ciao anche a te, passerotto. Allora, dietro al fatto che Jonno sia volato via come una scheggia c’è il tuo zampino?» chiese subito, al che Tim sbatté le palpebre.
    «Cosa?»
    «Ho appena sentito Jon parlare al telefono. Ha detto a Kal e Lois che andrà al Luna Park con Damian e che sarà di ritorno per le dieci, come da coprifuoco», accennò. «Quel nanerottolo si è finalmente deciso a chiedergli di uscire per primo?»
    «A quanto pa… aspetta! Tu lo sapevi?»
    «Con chi credi che parli il mio fratellino, signor detective?» gli rese noto. «È da una settimana che cerca di invitare Damian da qualche parte».
    Tim sbatté più volte le palpebre, come se sapere che Kon fosse a conoscenza di quella cotta lo avesse stranito. Però... beh, Jon non era Damian ed era ovvio che lui e Conner parlassero più di quanto non facessero lui e il figlio del demone. «Non ne avevo la minima idea», ammise. Beh, almeno adesso sapeva per certo che Jon ricambiava quella cotta.
    «Voi uccellini dovreste chiacchierare più spesso».
    «Kon… stiamo parlando di Damian».
    «Anche questo è vero», rimbeccò, e Tim fu sicuro, anche senza poterlo vedere, che si stesse grattando dietro al collo. «Beh, che ne diresti di seguire l’esempio dei nostri fratellini… e di uscire? Potremmo andare al cinema», accennò, e dal tono sembrò che stesse sorridendo.
    Tim roteò un po’ gli occhi. «Mhn, non so. Potrei avere un altro impegno», prese in giro nel sorseggiare il suo caffè.
    «Una maxi porzione di pop corn al caramello con bibita doppia possono bastare per disimpegnarti?» domandò divertito, e Tim rise.
    «Mi avevi conquistato ai pop corn».
    «Ci vediamo alle otto, passerotto», lo salutò con un bacio a schiocco contro il ricevitore, facendo scuotere un po’ la testa a Tim.
    A voler essere sincero, ancora non credeva a ciò che era appena successo. Non solo Damian aveva provato ad aprirsi con lui, cosa che non faceva praticamente mai, ma gli aveva persino confessato di avere una cotta. Una normalissima cotta adolescenziale come qualunque altro ragazzino della sua età... e lui aveva fatto da cupido.
    Al pensiero sorrise. Jon e Damian avevano un appuntamento. Chi l’avrebbe mai detto
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Sì, non ho potuto fare a meno di inserire la nota TimKon in questa storia, perché... beh, perché per quanto mi piaccia il rapporto che Tim sta creando con Bernard, alla fin fine torno sempre sui miei passi, quindi eccomi qui
Ho cercato di rendere la scena tra Damian e Tim più naturale possibile, perché in fin dei conti, per quanto Damian abbia in parte superato la sua cattiveria nei confronti di Tim, non ha comunque tutta la confidenza che potrebbe avere ad esempio con Dick, come Tim stesso gli dice... eppure eccoli lì a parlare tranquillamente (più o meno) come se nulla fosse
Un paio di note: la frase
«Ti ha colpito? Bruce dice che se una donna ti colpisce è amore» di Tim è canon, lo dice anche Dick nella serie Superman/Batman del 2003, precisamente nel numero #77 (dove Damian fa coppia con Kara, da qui il pensiero di Tim che a Damian possa piacere)
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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