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Autore: Mary P_Stark    07/12/2021    2 recensioni
Il piccolo paese di Nederland, Colorado, viene stravolto dalla notizia di un rapimento incomprensibile ed Emily Poitier, fotografa e scrittrice presso una piccola casa editrice della zona, è suo malgrado costretta a rivivere ciò che, vent'anni addietro, accadde a lei.
Sarà grazie all'aiuto dei suoi amici e di Anthony, sua vecchia fiamma, se riuscirà a non impazzire a causa dei ricordi, aiutando così a scoprire chi si cela dietro al rapimento e a recuperare, una volta per tutte, la serenità tanto cercata.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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23.

 

 

 

 

Anthony aveva promesso a Emily di raggiungerlo non appena avesse terminato di raccogliere gli ultimi oggetti a lui cari, oltre a firmare le dimissioni di fronte a suo padre ma, come sempre in quel periodo, non era riuscito a trovarlo.

Nell’attesa, si era sistemato nella sua vecchia stanza a leggere un libro per ammazzare il tempo però, alla fine, era crollato sul materasso e si era addormentato.

Fu un rumore inconsueto, un borbottio sordo, a svegliarlo di soprassalto e, quando Anthony capì di trovarsi ancora nella sua stanza, al buio e con gli abiti addosso, ricollegò ciò che era successo e si diede dell'idiota.

Immediatamente, mandò un paio di messaggi in risposta a quelli ricevuti da Emily - che lei lesse subito, chiarendogli che era ancora desta e, probabilmente, irritata con lui - dopodiché si alzò per andarsene e raggiungerla.

Già pronto a tornare da Emy e lasciare le sue dimissioni a un giorno più propizio, vista soprattutto l’ora tarda, Anthony si fermò non appena un rumore di passi si fece largo in quell’ala dell’albergo, destinata alla famiglia. Guardingo, quindi, socchiuse la porta della stanza per capire chi potesse aggirarsi a quell’ora antelucana, e in quel luogo in particolare.

Quando perciò vide comparire il padre si sorprese non poco e, per un momento, rischiò di smascherarsi. La sorpresa fu così tanta che, solo all'ultimo istante, Anthony frenò l'imprecazione che gli era salita alle labbra.

Immobilizzandosi immediatamente per non fare rumore, attese che l'uomo oltrepassasse la sua stanza e raggiungesse il fondo del corridoio, dove si trovava la camera padronale. Dopodiché, si tolse le scarpe e sgattaiolò via in silenzio, scendendo da dove suo padre era appena salito.

Non appena raggiunse il garage, Tony si avvicinò lesto al pick-up di suo nonno, trovando il cofano ancora ben caldo e le gomme nuovamente sporche di fango e detriti floreali.

Questa volta, però, non lasciò correre e, preso che ebbe un contenitore da un vicino scaffale, raccolse qualche campione dopodiché uscì in silenzio dal garage, ben deciso a vederci chiaro.

Pur sapendo di non avere  motivi per sospettare di lui, Anthony si incamminò verso la parte alta del paese per chiarire i propri dubbi, quando un paio di agenti di ronda lo videro e lo fermarono per un controllo.

Nel riconoscerlo, però, gli sorrisero – tranquillizzati dal pensiero di non dover discutere con qualcuno – e il più giovane tra i due agenti, ammiccando al suo indirizzo, celiò: "Una certa persona non ti ha voluto nel suo letto, stanotte, Tony?"

"Non sapevi che soffro di sonnambulismo, Chuck?" ironizzò a sua volta Anthony. "In verità ho fin troppi pensieri, per poter dormire bene, così ne ho approfittato per fare un giro a piedi. E' un problema?"

I due poliziotti si guardarono vicendevolmente per alcuni istanti prima che Chuck replicasse: "In teoria, ci sarebbe il coprifuoco, e già tuo padre è tornato tardi da Denver – almeno, a detta sua e della fattura di vendita che ci ha mostrato come prova - perciò, vedi di non ficcarti nei guai con i federali. Fai una passeggiatina e poi rientra. Se ti fermano, puoi dire che te l'abbiamo concesso noi."

"Grazie, ragazzi" disse Anthony, salutandoli nel riprendere il suo cammino verso Big Springs Drive.

Non appena si ritrovò immerso nell'oscurità, Anthony si lasciò guidare dall'abitudine e dalla luce della luna quindi, inforcato un sentiero per accorciare il percorso e raggiungere prima Ponderosa Drive, rimuginò sulle parole dei due poliziotti.

Denver. Agli agenti, il padre aveva detto di essere stato da un fornitore di Denver, e aveva mostrato loro la copia di una fattura di acquisto.

Visto l'orario in cui era rientrato in albergo, doveva essersi fermato per forza in città per la cena e poi, in qualche modo, aveva riempito la serata fino a tornare a casa all'una di notte. 

Se fosse stata qualsiasi altra persona, non vi avrebbe trovato nulla di strano, ma stavamo parlando di William Consworth, che non aveva nessun fornitore, a Denver - a meno di cambiamenti dell'ultima ora - e non amava guidare con il buio.

I suoi problemi di cataratta lo disturbavano più di quel che lui stesso volesse ammettere, e perciò già da tempo non si muoveva durante la notte, se non per casi di estrema urgenza.

Tenendo quindi conto dell'orario di chiusura dei negozi e dell'ora di tempo necessaria per risalire da Denver, qualcosa non quadrava. Perché, se le cose erano davvero andate così, suo padre non era rimasto a Denver per la notte?

Inoltre, perché era andato fin là con il martoriato e vecchio pick-up di suo padre, che neppure teneva troppo bene la strada? Ma, soprattutto, perché c'erano fango fresco e fogliame attaccati ai copriruota e agli pneumatici?

No, suo padre stava mentendo su qualcosa, e lui doveva scoprire a tutti i costi di cosa si trattava ma, per farlo, aveva bisogno di aiuto.

Per questo, nonostante si sentisse un verme al pensiero di svegliare Parker, che aveva passato tutto il pomeriggio nei boschi a scandagliare il terreno in cerca di indizi, suonò ugualmente alla porta e attese che lui venisse ad aprire.

All'interno del piccolo appartamento si udirono dei suoni, un paio di tonfi e, infine, un'imprecazione proprio all'altro lato della porta e Anthony, nonostante tutto, sorrise. Se non altro, era riuscito a svegliarlo.

Quando infine la porta venne socchiusa - evidentemente, Parker lo aveva sbirciato dallo spioncino - il padrone di casa mugugnò: "Emy ti ha già buttato fuori di casa? Non ti ho insegnato davvero niente?"

Tony sorrise a mezzo, scosse il capo e disse: "So che è un orario infame, scusa... ma devo togliermi un dubbio."

Pur aprendo la porta per farlo entrare, Parker borbottò contrariato: "Adesso ti viene in mente che forse sei dell'altra sponda? E vorresti provare con me?!"

Anthony, a quel punto, scoppiò a ridere, si passò divertito una mano tra i capelli e replicò: "Dio! Non penso proprio, Parker!"

Ciò detto, tornò mortalmente serio, gli mostrò ciò che aveva prelevato dal pick-up di suo nonno – e che il padre aveva usato per non ben precisati motivi – quindi disse: "Non riuscirò a tranquillizzarmi finché non saprò da dove viene questo terreno. Tu sei un geologo, e scommetto quel che vuoi che conosci a menadito tutta la composizione chimica degli strati superficiali di terreno da qui a Denver."

"Non sbagli" ammise Parker, sbadigliando sonoramente mentre accendeva la macchinetta per il caffè e la luce in salotto. "Quel che, però, mi viene da chiederti è dove diavolo hai trovato quei campioni di terreno, e perché ti sia venuta una voglia matta di conoscerne la composizione all’una e mezzo di notte."

"Era sulle ruote del pick-up da cui è sceso mio padre, giusto una mezz’ora fa" ammise senza remore Anthony, vedendo Parker bloccarsi al solo sentirlo nominare.

Facendo tanto d'occhi, Parker agì meccanicamente con le mani per preparare il caffè ma, con lo sguardo, rimase incatenato ad Anthony mentre gli chiedeva: "Perché... perché vuoi sapere dov’è andato, amico?"

Sospirando suo malgrado, il giovane poggiò la scatola sul tavolo del cucinotto di Parker, si lasciò cadere su una sedia e, poggiati gli avambracci sulle cosce, mormorò: "Non riesco a togliermi dalla testa che ci sia qualcosa che non va, Parker. So di essere di parte, visto quanto mal lo sopporto, ma sta tenendo dei comportamenti davvero troppo strani perché io non ne tenga conto."

Ora del tutto sveglio, Parker lo imitò e, sedutosi che fu, gli disse: "Raccontami, e non tralasciare niente."

Anthony assentì con un movimento lugubre del capo e replicò: "Sono anni che millanta di voler vendere l'albergo, e solo per fare uno sgarbo a me. Il punto è che non lo ha mai fatto, né si è mai messo in pista per trovare dei compratori mentre ora, nel giro di dieci giorni, salta fuori che ha trovato qualcuno a cui vendere sia l'hotel che il pick-up di mio nonno che lui, in vent'anni, non ha mai toccato. Da quando ho preso la patente, l’ho sempre usato io per i miei lavoretti di falegnameria, ma lui non lo ha mai degnato di mezzo sguardo. Ora, invece, è già la seconda volta che glielo vedo usare in pochi giorni e, in entrambe le occasioni, ho trovato del fango fresco sulle gomme e attaccato ai copriruota."

Parker, a quel punto, osservò di sfuggita la scatola contenente il terriccio incriminato e domandò: "C'è solo questo? Semplice curiosità morbosa? O pensi ad altro?"

"Ha detto che, una volta venduto tutto, se ne andrà per sempre. Non ha mai parlato di voler abbandonare Nederland. Mai, neppure una volta" sottolineò Anthony, ancora sconcertato.

Adombrandosi, Parker borbottò: "Come se volesse fuggire da qualcosa? O qualcuno?"

"Non so. Non credo abbia dei debiti di gioco, perché non è mai stato un uomo dedito a simili svaghi, ma non posso certo dire di conoscere benissimo mio padre. Una cosa, però, mi è parsa strana."

"Dimmi pure" lo incitò Parker.

"Poco fa, nel venire da te, una pattuglia mi ha fermato per degli ovvi controlli e uno degli agenti mi ha fatto notare che anche mio padre era tornato tardi da Denver. Per confermare la sua versione, ha pure mostrato loro la fattura di un fornitore. Il punto è che, non soltanto non abbiamo fornitori a Denver, perché acquistiamo quasi tutto qui a Nederland o a Boulder, ma lui non guida mai di notte."

"Come, mai?" si preoccupò subito Parker.

"Cataratta. Dovrebbero operarlo da qui a qualche mese e perciò non gira mai di notte, perché dice di non vederci più molto bene. Perciò, che ci faceva in giro a quell'ora di notte? E millantando un fornitore di Denver che, salvo novità dell'ultimo momento, non esiste?"

Grattandosi pensieroso la nuca, Parker borbottò: "Ammettiamo pure che tuo padre non ti tenga al corrente di tutto ciò che fa in ambito lavorativo... tu, comunque, lo scopriresti perché tieni la contabilità dell'albergo, vero?"

"Esatto. E il registro è aggiornato a ieri" assentì torvo Anthony.

"Okay... allora, ammettiamo pure che questo nuovo fornitore sia al suo primissimo ingaggio. Ci può stare, no?" ipotizzò Parker, vedendolo annuire. "Non tornerebbero comunque le gomme sporche di terriccio fresco, né il ritorno a tarda ora. Se, come mi dici, non ci vede bene di notte, avrebbe potuto fermarsi in un albergo di Denver e tornare la mattina seguente, a giorno fatto."

Anthony assentì al suo dire e Parker, tra sé, si domandò fin dove li avrebbe condotti, quel fiume di supposizioni.

Passandosi nervosamente le mani tra i corti capelli arruffati dal sonno, Parker sbadigliò nuovamente, si alzò per andare a prendere la sua prima - di molte altre, immaginò - tazza di caffè e, offertane una ad Anthony, dichiarò: "D'accordo,... speriamo in meglio ma prepariamoci al peggio, giusto?"

"Già" assentì Anthony.

Parker annuì un paio di volte, afferrò la scatola contenente il terriccio incriminato e, portatala accanto agli strumenti che ancora teneva accatastati in un angolo del salotto, afferrò il microscopio, sporcò un vetrino con un po' di terreno e lo controllò.

Anthony attese in trepidante silenzio, osservando l'amico operare con microscopio, tabelle, dati al computer e nuovi vetrini.

A un certo punto, e scuotendo il capo apparentemente per la frustrazione, o lo sconcerto, Parker riemerse dal suo personale stato di profonda concentrazione per dire: "Allora, posso dirti due cose."

"Spara" mormorò Tony.

"Questo terriccio proviene dai territori a nord di Nederland, nella zona del Bald Mountain e, stando ai residui di fiori di aquilegia caerulea, direi che possiamo escludere tutto ciò che in quell’area è esposto a sud, visto che il Colorado Columbine predilige le zone in ombra e ricche d'acqua e umidità" gli spiegò Parker, grattandosi pensieroso una guancia.

Confuso, Anthony scandagliò rapidamente nella sua memoria per capire a cosa si stesse riferendo Parker con quei due nomi così singolari. Fu solo dopo alcuni attimi che rammentò un piccolo fiore montano, dalla forma a stella e bei petali di un blu zaffiro, sormontati da un fiorellino più piccolo dai petali bianchi.

Il Colorado Columbine era uno dei simboli del loro Stato, e cresceva nei pressi del Parco Nazionale delle Montagne Rocciose... ma cosa aveva a che fare, quella pianta, con suo padre?

"Cosa... cosa c'è a nord di Nederland?" domandò turbato Anthony.

"A parte un bel paesaggio e una mulattiera degna di tale nome, che di solito è battuta dai crossisti più in gamba?" cercò di ironizzare Parker, pur senza riuscirvi realmente. "Una vecchia miniera. La Silver Bald, se vuoi sapere il nome e, curiosità delle curiosità, quella miniera non era tra le cartine che mi hai dato, quando mi facesti il favore di prestarmele."

"Come?" esalò sorpreso Anthony. "E tu come fai a sapere che esiste, allora?"

"Ehi, amico, ...so fare il mio mestiere" ammiccò Parker, mostrandogli una mappatura dettagliata della zona, con altimetrie ben delineate e alcune delle miniere più famose di quelle montagne, segnalate da simboli sferici. "Mi è parso curioso che tu non ne fossi in possesso ma, lì per lì, non ci ho fatto caso. Avevo così tante zone da controllare, da qui a Eldora e dintorni che, prima di allontanarmi da Nederland, ci sarebbero voluti più di sei mesi. Silver Bald era una delle ultime miniere che avrei controllato."

"Il punto, Parker, è che io avevo quella mappa!" esalò sorpreso Anthony, sgomentando non poco l'amico. "La tenevo in una delle carpette che ti diedi tempo fa. Per come era messa, non era bellissima da esporre, perciò era riposta al sicuro perché non si deteriorasse. E tu mi dici, invece, che non c'era."

"Esatto" assentì Parker, adombrandosi al pari dell'amico. "Senti, non voglio dire che..."

"Io invece sì" sbottò Anthony. "Pensaci bene, Parker. E' una miniera isolata, ben lontana da Nederland... e dai tuoi carotaggi. Sono stato così idiota da parlare con mio padre del fatto che ti avrei dato quelle mappe e, per farlo, avrei dovuto sostituire alcuni quadri dalla sala da pranzo, visto che lì si trovavano. Lui se ne sarebbe ovviamente accorto, chiedendomene debito conto così, per evitare casini, glielo avevo accennato. Per scrupolo, quindi, gli dissi che avrei raccolto per te tutte le cartine disponibili della zona, e te le avrei portate il giorno seguente. Ha avuto tutto il tempo di andare in archivio, dove lui sapeva benissimo che tenevo la restante documentazione, ed estrarre quella cartina in particolare, così da tenerti lontano da quel posto."

"Stando al tuo discorso - e sottolineo che preferisco non crederci -, lui mi avrebbe volutamente tenuto lontano da quella miniera. Ma perché?" borbottò accigliato Parker.

"Davvero devo spiegartelo?" domandò amaro Anthony, passandosi le mani sul viso con espressione sempre più sconcertata e ferita. "L'hai detto tu stesso. Quella zona è raggiungibile con i pick-up o le moto, visto che c'è un'ampia sterrata, ma è molto al di fuori delle zone battute dai turisti. Inoltre, dalla mulattiera alla Silver Bald, non deve esserci molto. Niente che, con un buon fuoristrada di cui non ti interessa nulla, non riusciresti a fare."

"Tony... ti stai arrampicando sugli specchi" sottolineò Parker, pur non credendo esso stesso alle proprie parole. 

Addolorato e pieno di furia al tempo stesso, Anthony lo affrontò con sguardo colmo di lacrime che mai avrebbe versato e replicò: "E' una vita che accusa Consuelo di avergli strappato il nipote! La nascita di Sophie può essere stato il fattore scatenante, quello che lo ha spinto ad agire una volta per tutte."

"Ora parli come Aaron Hotchner di Criminal Minds" borbottò Parker, cercando di calmarlo con gesti cauti delle mani.

"No, ascoltami, Parker... tu non hai idea di quanto lo abbia ossessionato, il pensiero di Mickey. Fu praticamente impossibile tenerlo calmo, durante la gravidanza di Consuelo e, alla fine, lo sceriffo Meyerson dovette emettere un'ingiunzione restrittiva nei suoi confronti, perché non si mettesse in testa di farle del male."

Parker lo fissò senza parole e Anthony, atono, proseguì nel dire: "Quando Mickey nacque e io ne divenni il padrino, fu come se gli avessi dichiarato guerra. Mi disse di aver mollato, che ero solo un fallito, di non aver pensato a proteggere mio figlio come un vero padre avrebbe dovuto, e altre follie simili. Arrivai a proporgli il test del DNA per farlo desistere ma, quando glielo dissi, andò su tutte le furie e, finalmente, cedette. Non parlò più di Mickey, o di Consuelo e, dopo non aver più manifestato alcun desiderio di denigrarla, si vide togliere anche l'ordinanza restrittiva."

"Consuelo?"

Lui assentì, mormorando dolente: "Non voleva che soffrissi ulteriormente, così la fede annullare. E, in effetti, mio padre non le diede più fastidio."

"Ma tu sai per certo che Mickey non è tuo" sottolineò Parker.

Sorridendo mesto, Anthony annuì. "Io e Consuelo non eravamo più stati a letto assieme da almeno due mesi, a causa dei continui dissidi persistenti tra di noi, e causati interamente da mio padre. Proprio non riuscivamo a ritrovare un equilibrio e, se consideri che Mickey nacque all'ottavo mese, proprio non tornerebbero i conti. Ci sono tre mesi a dividermi da quel bambino e, per quanto io gli voglia bene, so che non è mio."

"Cristo, che casino!" sbottò Parker, arruffandosi i capelli con le mani.

Anthony assentì nuovamente. "Fu un mezzo scandalo, in effetti. Consuelo scappò da me in lacrime, si rifugiò da Samuel, che da sempre era innamorato di lei - pur se io non lo sapevo - e, beh... il resto è storia. Consuelo fu molto onesta, nel raccontarmi tutto, e Samuel arrivò addirittura a buttarsi in ginocchio dinanzi a me, in lacrime e pieno di contrizione. Il punto è un altro, però. Io e Consuelo iniziammo quella relazione per i motivi sbagliati. Eravamo molto attratti fisicamente l'uno dall’altra, ma non c’era vera affinità, e questa debolezza di fondo, con mio padre a fare da comburente, venne fuori."

"Ne so qualcosa, di passioni nate dall'attrazione fisica" sospirò Parker. "Io me la sono sposata, la mia ultima attrazione, e lei ha fatto sfilatini del mio cuore e del mio conto in banca."

Anthony gli sorrise comprensivo, asserendo: "Beh, Consuelo non è così. E neppure Samuel. Siamo sempre stati amici e, ben presto, questo sentimento ha surclassato tutto il resto. Però, mio padre non lo ha mai accettato e non vorrei che..."

Tornando serio, Parker borbottò: "Ricorda che stiamo solo congetturando."

"Ma avrebbe senso, Parker. La decisione improvvisa di vendere, tutta questa fretta nel voler andarsene una volta per tutte da Nederland, il fatto di non volermi lasciare il pick-up del nonno per nessun motivo... perché tutti questi misteri?" gli fece notare per contro Anthony.

"Okay, in effetti è un comportamento un po' strano ma, da lì a pensare che possa aver rapito Mickey..."

Infine, Parker aveva messo a parole ciò che nessuno dei due, fino a quel momento, aveva avuto il coraggio di esporre a voce alta. Quasi che, ammettendolo, avrebbe potuto diventare drammaticamente reale.

"Spiegherebbe la mancanza di prove in nessuna direzione, il perché nessuno abbia trovato alcun appiglio a questo rapimento. Senti, neppure Sherry è convinta che sia un rapimento normale, qualora si possa usare una parola simile per indicare un atto così becero" precisò Anthony. "Mio padre avrebbe avuto movente, opportunità e capacità per attuare tutto quanto. E, per aver pensato di rubare proprio la cartina di Silver Bald, doveva aver in mente di rapirlo già da tempo, e forse stava preparando un rifugio per Mickey proprio mentre noi aspettavamo la nascita di Sophie."

Parker fece per replicare ma, non trovando nulla di coerente da replicare, si limitò a imprecare e a passarsi per l’ennesima volta le mani tra i capelli, ormai ridotti a un covone di fieno.

"Merda! E io che pensavo che questo fosse un posto tranquillo!" sbottò Parker. "Susan me ne parla così bene..."

Anthony rammentò solo in quel momento dell'appuntamento dell'amico e, lanciata un'occhiata al piano superiore, domandò: "Non è che ..."

"No, non è di sopra o, a quest'ora, sarebbe già scesa per capire cosa stessimo combinando" ghignò Parker in risposta alla sua domanda non fatta. "Visti i miei ultimi casini con le donne, ho deciso di andarci mooolto piano e, con Susan, vale la pena di usare i piedi di piombo."

"Gilda non ne sarà contenta. Ha il terrore che tu gliela porti via" chiosò Anthony, grato a Parker per quel temporaneo cambio di discorso. Il solo pensiero che suo padre si fosse macchiato di un simile, empio gesto, lo metteva non soltanto a disagio ma anche nella scomoda condizione di doverlo tradire.

Per quanto non lo amasse, per quanto da lui avesse ricevuto solo disprezzo, non riusciva a gioire del pensiero che il padre potesse finire in galera.

Non così. Non per quel motivo.

Non voleva ricordarlo a quel modo. Eppure, tutto ciò di cui avevano disquisito lui e Parker fino a quel momento aveva un senso, e avrebbe potuto spiegare la sparizione di Mickey.

"Sai... non è detto che io voglia andare via" sottolineò Parker, sorprendendolo e strappandolo alle sue congetture.

"Come?" esalò Anthony.

"Nederland mi piace e, rapimento a parte, è un posto in cui sarebbe piacevole vivere. Inoltre, ora che io e Rick siamo senza lavoro, abbiamo la possibilità di scegliere dove andare e cosa fare e, visto che lo zio di Emily si è già messo in contatto con me per mettere giù un paio di idee..."

"COME?!" esclamò a quel punto l'amico, sgranando gli occhi.

Sorridendo divertito, Parker annuì e disse: "Saputo di ciò che era successo - evidentemente, Emily ha la lingua lunga - il signor Cunningham mi ha chiamato per dirmi di aver intenzione di aprire un nuovo ufficio tecnico a Boulder, e di aver giusto bisogno di un paio di persone capaci da inserirvi."

"Beh... questa sì che è una sorpresa. E immagino che Emy non lo sappia, perché non me ne ha affatto parlato."

"No, suo zio ha preferito non dirle nulla perché, in fin dei conti, prima di tutto dobbiamo discuterne io e Rick. L'ho detto a mio fratello e, immagino, lui ne starà parlando a Sherry, o lo avrà fatto prima di mettersi a nanna" scrollò le spalle Parker.

"E così... stanno facendo sul serio, quei due?" domandò a quel punto Anthony.

"Avrebbero già dovuto farlo cinque anni fa, da quel che ho capito e, per quanto mio fratello non ami fare le cose di fretta, non sembra disposto a perdere altro tempo. Mi viene però da dire che, all'epoca, aveva solo ventiquattro anni, era al suo primo, vero progetto lavorativo e, per i suoi standard, era davvero un po' troppo preso per impegnarsi anche in ambito amoroso" motteggiò Parker. "Se le cose andranno in porto, ne sarò felice, ma è giusto che Rick valuti da solo se accettare o meno la proposta, e non sia condizionato da ciò che penso io."

"Mi suona strano, pensarli assieme... eppure, pare proprio che Sherry adori il modo in cui tuo fratello la tratta. E viceversa" chiosò Anthony.

"Sherry deve ancora affrontare mia madre... dopotutto, si parla del cucciolo della nidiata, anche se è alto come una pertica e potrebbe sfondarti il cranio con una mano" ironizzò Parker prima di alzarsi in piedi, stiracchiarsi e aggiungere: "Cosa facciamo, adesso? Ci fiondiamo da McCoy per dirgli ciò che pensiamo, o agiamo di testa nostra?"

Anthony sapeva più che bene che, a rigor di logica, avrebbero dovuto parlare con l'agente speciale McCoy di quanto avevano scoperto, ma la rabbia nei confronti del padre era tale da spingerlo a mandare all'aria qualsiasi precauzione.

Voleva essere lui a metterlo di fronte ai propri errori, qualora avessero scoperto che tutte le loro illazioni corrispondevano a verità. Voleva essere lui a dirgli quanto, il suo gesto insensato, avesse rovinato tutto, e in maniera definitiva.

Non voleva delegare a nessuno quest'onere - perché era soltanto un peso, e niente affatto un piacere - ma, per poterlo mettere in atto, avrebbe dovuto attendere di poter uscire da Nederland senza destare sospetti nella polizia.

Dopotutto, era già stato fermato una volta. Se lo avessero trovato fuori casa due volte durante la stessa nottata, nessun uomo sano di mente avrebbe più creduto alle sue scuse.

"Andrò a Bald Mountain non appena riapriranno i confini di Nederland" decretò a quel punto Anthony.

"Andremo. Sono in ballo anch'io, e col cavolo che ti lascio andare da solo" sottolineò per contro Parker, dandogli una pacca sulla spalla. "Emy mi ammazzerebbe, se ti capitasse qualcosa."

Nel sentirla nominare, Anthony afferrò in fretta il telefono, rilesse per bene i messaggi a cui aveva risposto frettolosamente e, storcendo la bocca, borbottò: "Dovremo inventarci qualcosa... le ho detto che sarei passato in mattinata, visto che mi ero addormentato nella mia stanza in attesa che mio padre tornasse, e non ero andato da lei per la notte."

"I cuori innamorati..." lo prese in giro Parker.

Tony lo guardò di traverso ma, ben sapendo quanto - l'intervento di Parker - avesse cospirato positivamente perché loro potessero riavvicinarsi, preferì soprassedere. In fondo, doveva molto a quell'uomo e poteva permettersi di sopportare qualche battutina.

***

Evidentemente, essere svegliati in piena notte non aiutava a essere poi scaltri la mattina.

Parker e Anthony si presentarono assieme a casa di Emily, poche ore dopo, mettendola subito sul chi vive. Quale fidanzato, infatti, si presenterebbe per colazione, magari una colazione romanticaaccompagnato da un amico?

Accogliendoli comunque in casa, e notando le occhiaie sul viso di entrambi, Emily poggiò le mani sui fianchi e li guardò piena di dubbi, domandando quindi a bruciapelo: "Sbaglierò, ma nessuno dei due ha dormito molto. Che avete combinato?"

"Io ero con Susan" sottolineò subito Parker, levando una mano neanche fosse stato interpellato dalla maestra e sapesse già di trovarsi in guai seri.

Anthony non disse nulla, per contro, ed Emy si accigliò maggiormente, replicando però con candore: "Riprova, Parker. Susan mi ha messaggiato ieri sera, attorno alle undici, dicendomi che eri stato così cavaliere da portarla a casa, salutandola con un bacio della buonanotte da dieci e lode - complimenti, tra l'altro - per poi dileguarti senza chiedere altro. Complimenti ancora... ma così non regge la tua scusa."

Parker brontolò qualcosa in merito alle chiacchiere femminili, ma Emily non vi badò. Puntò i suoi occhi di colomba - ora molto simili all'acciaio - sul viso imperscrutabile di Anthony e, con tono comprensivo, domandò ancora: "Non vi giudicherò... ma vorrei capire. Cos'è successo? Perché sembrate passati sotto un treno?"

A quel punto, Parker e Anthony si guardarono vicendevolmente e quest'ultimo, con un sospiro, ammise ciò che si era ripromesso di non dirle. Dopotutto, però, a Emy aveva promesso verità, aveva promesso partecipazione e un cuore aperto, e non poteva mentirle proprio su quello.

In fondo, anche lei teneva moltissimo a Mickey e sarebbe stato ingiusto e crudele non metterla al corrente di ciò che pensavano di aver scoperto.

Con dovizia di particolari, quindi, le spiegò ciò che credeva di aver messo allo scoperto e, grazie anche alle spiegazioni tecniche di Parker, ogni argomento venne sviscerato di fronte a una esterrefatta Emily.

Questa, preda di un'ira a stento contenibile, cominciò a camminare avanti e indietro per il salotto, accompagnata in quell'interminabile andirivieni da Cleo, che sembrava preoccupata dall'ansia crescente della sua padrona.

Quando Anthony ebbe terminato di parlare, Emily sbottò dicendo: "Andiamo! Non possiamo aspettare un solo attimo di più."

"E... McCoy?" tentennò Anthony.

Ma Emy non lo stava ascoltando. Si piegò su un ginocchio per stringere a sé Cleopatra e, con voce rotta dalla rabbia che, come un fuoco divorante, la stava invadendo in ogni sua parte, mormorò: "Stai con Consuelo e Samuel, Cleopatra. Consuelo. Samuel. Con loro."

Cleo abbaiò un paio di volte, come a voler protestare, ma Emy scosse il capo, la accompagnò alla porta, batté un paio di volte le mani e ripeté: "Consuelo. Samuel. Proteggi."

A quest'ultima parola, Cleopatra smise di abbaiare, rizzò il testone e corse verso la porta d'ingresso dei vicini, quasi non aspettasse altro che di ricevere quell'ordine in particolare.

Anthony e Parker la guardarono dubbiosi ed Emily, con un leggero sospiro, ammise: "Cleopatra non è soltanto una bella cagnolona. E' addestrata a difendermi e, quando le impartisco quel comando, per lei cambia tutto. Cerco di usarlo il meno possibile perché potrei anche essere tentata di abusarne ma, in questo caso, era necessario. Lasciarla a casa da sola avrebbe voluto dire sentirla ululare tutto il tempo e, onestamente, non posso portarla dai miei e da Jamie. Vorrebbero unirsi alla brigata e, meno siamo, meglio è. L'unica alternativa, era darle un compito."

"Con una stazza simile, non ho neppure idea di cosa potrebbe essere in grado di fare" deglutì ammirato Parker, prima di sottolineare l'ovvio. "Sai, vero, che ci cacceremo in un guaio pazzesco, se dovessimo scoprire che non ci sbagliavamo?"

"Con McCoy? Lo affronterò senza problemi" replicò Emily, percorrendo a grandi passi il salotto per aprire la porta dello sgabuzzino, da cui estrasse il suo zaino. "La caviglia sta meglio, perciò non vi sarò d'impaccio. Il tutore che mi hanno dato funziona a meraviglia."

Ciò detto, indicò loro la gamba e sollevò i pantaloni della tuta per mostrare la cavigliera semirigida che le permetteva di camminare speditamente.

Anthony sospirò, assentì di fronte a tanta determinazione e disse: "Avrei preferito evitare di coinvolgerti, ma..."

"...ma siamo insieme in tutto, Tony. Specialmente nei guai, a quanto pare" gli fece notare lei, inforcando lo zaino sulle spalle.

Parker allora diede una pacca sulla spalla a entrambi e dichiarò: "Molto bene, compare gatto e compare volpe. Andiamo a cercare la Tana del Bianconiglio."

"Hai confuso le favole, Parker. Una è Pinocchio, l'altra è Alice nel Paese delle Meraviglie" sottolineò Emily, ammiccando al suo indirizzo mentre uscivano di casa a passo di carica.

"Peccato che noi, invece, non stiamo andando in nessun paese dei balocchi, né al non-compleanno di Alice" sbuffò Anthony, tornando serio al pari degli altri.

Saliti in silenzio sul pick-up di Parker, il trio discese l'erta sterrata per poi dirigersi verso l'uscita a nord di Nederland. Senza essere fermati dalla polizia al posto di blocco in quanto abitanti del luogo, presero quindi in direzione della Peak to Peak Highway, che li avrebbe condotti al Bald Mountain e alla Silver Bald.

Verso cosa, lo avrebbero scoperto entro breve.

N.d.A.: ciò che pensano di aver scoperto Parker e Anthony è davvero terribile, e scoprire se queste supposizioni corrispondano o meno alla verità, potrà portare guai al trio. Di che genere, lo scoprirete a breve.

  
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