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Autore: Teo5Astor    07/12/2021    7 recensioni
Quanto può essere labile il confine che separa sogno e realtà, sanità mentale e pazzia, amore e odio?
Quanto può far male il non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo? Quanto può renderci fragili e allo stesso tempo forti il rincorrere un amore che sembra impossibile?
E quanto può essere forte il bisogno di evadere? La necessità di sentirsi davvero liberi, per una volta? Di fregarsene di tutto?
Quante domande ci poniamo? Quanti dubbi ci bloccano?
Lazuli Eighteen cercherà le sue risposte, ritrovandosi catapultata in un mondo incantato dove ogni cosa sembra essere possibile e dove tutto appare assurdo e allo stesso tempo perfetto.
Un viaggio nel Paese delle Meraviglie, in mezzo a personaggi straordinari, ma, soprattutto, un viaggio dentro sé stessa.
Alla ricerca di sé stessa.
Un viaggio nell'amore e nell'amicizia, nelle gioie e nei dolori che la vita ci mette davanti.
Una sfida ai sentimenti e alle paure.
Con un ragazzo un po' matto con un cappello calcato sulla testa pronto ad aiutarla, a indicarle la via e a regalarle quel sorriso di cui tutti, in fondo, avremmo bisogno nei momenti difficili.
Benvenuti a "Lazuli in Wonderland", rivisitazione libera di "Alice in Wonderland"
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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19 - Amarsi sotto una pioggia di stelle
 
 
Lazuli accarezzò il petto di Radish lentamente, quasi sfiorandolo appena con un dito.
Aveva la testa appoggiata al suo cuore e lo sentiva battere a un ritmo sempre più regolare. Più rilassante. Ritmato e preciso come le lancette di un orologio.
Già, come l'orologio del Cappellaio che aveva ripreso a funzionare.
Il Tempo non aveva dato una seconda chance solo a Radish, ma forse ancora di più la stava dando a lei. Lazuli ne era fermamente convinta, mentre riprendeva fiato insieme al Cappellaio, sdraiati sul letto. Abbracciati l'uno all'altra.
Ancora nudi, ancora sudati. Con ancora addosso il profumo dell'amore che avevano appena fatto. Con quel senso di pace dentro. Quel sentirsi realizzati. Felici.
Nel posto più bello del mondo, con la persona giusta.
Erano lì, nudi, vestiti solo di tatuaggi e di pelle d'oca. Perché i brividi di piacere che avevano dentro scorrevano ad entrambi ancora nelle vene.
Lazuli non si era mai sentita in pace con sé stessa come in quel momento. Pensava che forse la vita era più semplice di quello che aveva sempre temuto, che era solo stata una stupida, che si era preoccupata troppo. Che aveva cercato la luna, dimenticandosi che bastava prestare più attenzione alle piccole cosa che aveva davanti. Erano lì, a un passo da lei, ma non era mai riuscita ad afferrarle. Non era mai riuscita ad afferrare Radish, soprattutto, nonostante lui fosse sempre stato lì, davanti a lei. Accanto a lei. A pochi centimetri da lei.
"Non pensarci più a quello che poteva essere e che non è stato" disse dal nulla il Cappellaio, passandole delicatamente la mano tra i capelli.
Le aveva letto nel pensiero?! Come faceva a dare sempre l'apparenza di sapere quello che le passava per la testa?
"Pensa al presente. E a quello che hai davanti. Anzi, a quello che abbiamo davanti. Ok, Là?".
"Sì..." sospirò lei, con una punta di malinconia, stringendosi più forte a lui.
Perché le veniva da piangere?! Lei era forte! Lei era una dura, era sempre andata avanti da sola. E aveva appena fatto l'amore con il ragazzo che amava da una vita.
Poteva essere sincera? Ne era capace?
"S-solo... solo che, ecco... mi spiace che ci abbiamo messo così tanto. Avrei... avrei voluto sentirmi felice così prima..." spiegò con un filo di voce.
Era sempre tremendamente complicato per lei aprirsi. Per gli altri era più semplice? Come facevano gli altri? Se lo era sempre chiesto, anche se probabilmente aveva perso di vista l'obiettivo per l'ennesima volta: a guardarle da fuori, le vite degli altri le sembravano sempre perfette, impeccabili. Anche lei forse dava la stessa impressione di perfezione alla gente, nonostante soffrisse dentro, e si sentì stupida nell'essersene resa conto solo in quel momento.
Com'era possibile che tutto apparisse più chiaro in quel luogo così assurdo e intricato?
"Anch'io ho sempre fatto finta che fosse tutto ok, però dentro il più delle volte stavo di merda" sorrise amaramente Radish. "Non so nemmeno io perché ci abbiamo messo così tanto... per paura, per rabbia, per gioco... ah, 'fanculo, è lo stesso!" aggiunse, afferrando con delicatezza il mento di Lazuli tra indice e pollice e costringendola a guardarlo in faccia.
I suoi occhi di ghiaccio erano lucidi, meravigliosi, e riflettevano la luce delle stelle che cominciavano ad appuntarsi nel cielo nero. Erano irripetibili, incredibili, sotto quella luce.
Con il pollice Radish asciugò le uniche due lacrime che erano sfuggite al controllo di lei e che le rigavano le guance, facendola sorridere.
"Siamo due stupidi" sorrise il Cappellaio.
"Tu di più, scemo..." rise Lazuli, colpendolo con un pugnetto sul petto.
"Io sono matto, soprattutto!"
"Allora anch'io sono matta, sennò non sarei qui, ormai l'ho capito. E poi sei tu ad avermi chiesto di diventare matti insieme".
"E lo farei altri miliardi di volte".
"Non pensi che mi annoierei a un certo punto se continuassi a chiedermelo? Magari tutto perderebbe la magia...".
Lazuli sorrise furbescamente, lo stava provocando. Voleva giocare. E Radish stette al suo gioco.
"Come potresti annoiarti con uno come me? E con questo ben di dio?" rispose lui, indicando il proprio corpo e sollevando ritmicamente le sopracciglia.
"Sei arrogante per essere lo scemo che sei. Dovesti portarmi più rispetto... per chi mi hai presa?!" sbuffò Lazuli, fingendosi offesa, prima di strizzargli un capezzolo e farlo gemere di dolore.
"S-scusa... mia regina e mia dea!" farfugliò lui.
"Ma smettila, che lo so che ti piace! Sei un masochista pervertito!" ridacchiò Lazuli, allungando la mano e scompigliandogli il ciuffo sulla fronte.
Fu in quel momento chi vide meglio la foto sul comodino che prima aveva solo intravisto non appena era entrata nella stanza di Radish, e si zittì. Erano loro due, a scuola, doveva essere l'ultimo anno del liceo. Era seduta sul banco di lui, con le gambe accavallate e le braccia incrociate sotto il seno. Camicia bianca aderente un po' sbottonata e gonna corta a balze verde smeraldo. Lo squadrava con superiorità e con l'espressione vagamente contrariata, mentre lui rideva sguaiatamente seduto ai suoi piedi. Maglia nera e verde dei Sum 41, jeans strappati, bracciale con le borchie, catena al collo, coda disordinata e faccia da schiaffi. Era proprio il suo Radish come se lo ricordava a diciott'anni. Meno grosso di adesso, ma imponente anche allora. Lei era già molto donna, non era cambiata poi molto e se ne compiacque. Provò un mix di tenerezza e nostalgia nel guardare quella foto. E le batté il cuore più forte al pensiero che Radish aveva sempre tenuto quell'immagine sul comodino.
"Ci siamo noi anche sull'altro, eh" sorrise Radish, indicando il comodino sul lato opposto della stanza.
Lazuli, si voltò, sempre sdraiata a letto, dandogli le spalle. Subito sentì la mano di lui accarezzarle il sedere e stringerle una natica, prima di riprendere ad accarezzargliela.
"Sei proprio un maiale irrecuperabile..." sbuffò, mentre osservava quest'altra foto, decisamente più recente, che ritraeva lei seduta in braccio a Radish, al tavolo di un locale dove erano andati in compagnia.
Ridevano entrambi, persino lei, ed entrambi stringevano tra le mani un cocktail ormai quasi finito. E doveva essere almeno il secondo o terzo della serata per lei, per apparire così sciolta. Per aver trovato il coraggio di sedersi in braccio a lui, che la stringeva a sé con un braccio intorno a un fianco. Che sembrava proteggerla, volerla avere solo per sé e difenderla dal mondo. Aveva ricordi vaghi di quella serata, ma si ricordava bene che aveva sperato di poter andare fino in fondo con Radish. Si era sentita più disinibita e coraggiosa in quel momento, o forse aveva solo fatto finta di essere un po' ubriaca perché non accettava di essere sincera con sé stessa. Era certa solo che in quel preciso istante era felice, e che non le importava niente del resto, di chi li stava guardando, del mondo in generale. E ricordava anche di aver maledetto Goku, che aveva posto fine alla serata nel momento in cui si era sentito male, rovinando l'atmosfera e costringendo Chichi a portare tutti a casa.
"Non sai cosa ti avrei fatto quella sera, Là..." le soffiò nell'orecchio Radish, procurandole un brivido di piacere.
"Dovevi farlo, cretino... anche se ci tengo a precisare che ero alticcia, altrimenti non ti avrei mai concesso l'onore di tenermi in braccio" ribatté lei con ironica e sensuale superiorità.
"Sappi che mi hai messo in crisi quella sera, eh?!" rise Radish.
"Non riuscivi a fare a meno di pensare a cose sconce?"
"Certo, ma pensavo a cose milioni di volte più sconce di quelle che puoi immaginare tu... e tutto per colpa tua!"
"Fai proprio schifo... però mi sarei arrabbiata se non ti avessi fatto quell'effetto" rise a sua volta Lazuli.
"Già... peccato che poi Goku ha sboccato l'anima, e addio sogni di gloria!"
"Così impara a mangiare come un porco ogni volta..." sbuffò Lazuli, ridacchiando, prima di interrompersi all'improvviso e sgranare gli occhi, con lo sguardo rivolto fuori dalla finestra.
Una pioggia di stelle stava illuminando il cielo di quella notte magica. Lazuli non aveva mai visto niente di simile. Il riflesso delle stelle cadenti danzava sui suoi occhi di ghiaccio rendendoli luminosi come diamanti.
"Sono uno spettacolo, vero?" disse Radish, guardando a sua volta fuori dalla finestra e stringendo a sé Lazuli, prima di soffermarsi sul suo sguardo sognante rapito da quello spettacolo sublime.
"Sì..." sussurrò lei.
"Io mi riferivo ai tuoi occhi, non alle stelle" ribatté il Cappellaio, guadagnandosi un sorriso e un bacio a fior di labbra.
"Sei un maniaco adulatore che gioca a fare il poeta".
"Mi piace questa definizione. Hai dimenticato solo di definirmi anche scemo, e poi ci siamo" stette al gioco lui. "Però sono sincero, la pioggia di stelle nel cielo si vede spesso da queste parti, ma riflessa nei tuoi occhi non l'avevo mai vista. È mille volte più bella così"
"G-Grazie..." arrossì leggermente lei.
"Sei la mia principessa dagli occhi di ghiaccio, non dimenticarlo mai".
"E tu sei il mio schiavo, non scordarlo mai, Rad".
"Quello è ovvio. Schiavo sessuale, soprattutto!".
"Fai proprio schifo, non so più cosa fare con te..." sospirò Lazuli. "Davvero capita spesso da queste parti di vedere tutte queste stelle?"
"Capita, spesso, sì, ma se devo essere sincero non ne avevo mai viste così tante come stanotte" rispose il Cappellaio.
"È impossibile contarle" aggiunse Lazuli.
"Vedere tante stelle scendere giù una dopo l'altra... un mare di luci che solcano il cielo... è davvero uno spettacolo sublime" confermò Radish.
"Probabilmente non riuscirò mai più a vedere un cielo così" disse Lazuli con una punta di amarezza.
"È uno dei lati positivi del vivere qui. Dell'essere matti" sorrise il Cappellaio.
"Nella nostra città non si vedono quasi mai le stelle. Ci sono troppe luci. Troppa confusione..." proseguì lei.
"Sono certo che se saprai guardare dentro te stessa, saprai vedere tutte queste stelle anche nel tuo mondo" disse Radish. "O forse ti basterà vederne una... una sola stella cadente brillare nel cielo per essere felice".
"Vorrei vederla domani notte questa stella cadente, allora. Perché vorrà dire che sarà andato tutto bene... e che non sarò sola" disse Lazuli con un filo di voce, intrecciando le dita intorno a quelle di lui.
"La vedrai domani notte quella stella. E io sarò al tuo fianco... anzi, saremo noi quella stella".
Lazuli non capì fino in fondo le parole di Radish, ma le apprezzò e tornò ad appoggiare la testa sul petto di lui non appena la pioggia di stelle terminò e l'oscurità riprese ad aleggiare su di loro.
"Comunque sono felice che avevi queste foto in camera tua" disse dopo alcuni istanti di silenzio in cui si era goduta i battiti del cuore di Radish e il suo respiro regolare.
"Almeno potevo fantasticare meglio su di te quando la sera ero a letto e non riuscivo a dormire... cioè, ammetto che erano fantasie un bel po' sconce e..." provò a spiegare Radish, prima di venire interrotto.
"E adesso mi hai qui davanti. Voglio vedere quante fantasie ti facevi, razza di maiale senza speranza..." si voltò Lazuli, mettendosi a cavalcioni su di lui, feroce e felina, completamente nuda.
Sembrava una predatrice.
"E sarà meglio che facevi solo su di me quelle tue stupide fantasie da maniaco pervertito quale sei..." ringhiò, afferrandogli un orecchio e tirandolo con forza.
"Aaahhh! C-certo! Mi fai male!" si lamentò il Cappellaio.
"Stai zitto che ti piace, razza di masochista..." soffiò lei, maliziosa, abbassandosi verso di lui e mordicchiandogli il labbro inferiore.
Sentì subito premere l'eccitazione di Radish contro il suo corpo e ne fu soddisfatta.
"Qui qualcuno ha gradito la mia presenza, infatti..." aggiunse, prima di cominciare a leccargli il collo e a scendere lentamente dal petto fino agli addominali.
Si fermò e lo guardò un istante negli occhi, sistemandosi poi i capelli dietro l'orecchio e accennando un sorriso carico di sensualità.
"Poi mi dirai se le tue fantasie erano meglio di questo..." sussurrò, prima di afferrare la sua erezione e cominciare a dargli piacere con la bocca.
Lo sentiva gemere, inarcare la schiena, accarezzarle la nuca con entrambe le mani. Radish sapeva di buono, e sapeva anche di lei. Le piaceva quello che stava facendo. Amava dargli piacere e si stava eccitando lei stessa sempre di più.
Aveva voglia di lui. Ne aveva più di prima.
Sollevò la testa e incrociò di nuovo il suo sguardo velato dal piacere.
"Non ho capito se me la sto cavando bene..." disse con finta ingenuità, mentre saliva sopra di lui a cavalcioni.
"Mi stai facendo impazzire, cazzo..." sorrise il Cappellaio, afferrandola per i fianchi.
"Allora non ti dispiace se rendo reale la tua fantasia?" domandò retoricamente, mentre si faceva scivolare dentro l'eccitazione di lui e sentiva il sangue cominciare a ribollirle nelle vene.
"Ti amo... t-ti amo, Là" farfugliò Radish quasi ringhiando, mentre la teneva stretta e cominciava a spingere.
Non si fermò finché non la sentì urlare di piacere.
E, in generale, non si fermarono per tutta la notte.
Quella era una notte che nessuno dei due voleva che finisse.
E il loro era uno di quegli amori che non potevano finire.
Una stella cadente attraversò il cielo, l'ultima delle tempesta di luce di poco prima.
Era la più bella, la più luminosa, la più grande. Ed era quella in ritardo rispetto alle altre. Quella che si era fatta desiderare di più. Che si era fatta attendere.
Lazuli la intravide con la coda dell'occhio e capì quello che le voleva dire poco prima Radish.
Bastavano loro due, insieme, anche se in ritardo, a illuminare il cielo. Si rese conto che bastava una sola stella, non era necessaria una tempesta di stelle per creare uno spettacolo da portare nel cuore per sempre.
Quella stella erano loro, Lazuli e Radish, ed erano una stella che non poteva smettere di brillare.
 
 
 
 
 
 
Note: ben ritrovati a tutti, grazie mille per essere qui e per le belle cose che mi avete scritto al termine del capitolo 18! Anche questo è stato un capitolo tutto dedicato a Lazuli e Radish, mi sembrava doveroso dar loro un po' di spazio dopo una così lunga attesa nella storia per vederli insieme, non posso che sperare vi siano piaciuti!
 
Un grazie speciale va come sempre a tutti voi che mi sostenete, a chi mi lascia sempre delle belle recensioni, a chi ha messo la storia nelle liste, a chi legge in silenzio e a chi sta recuperando le mie vecchie storie.
Prometto che torneranno tempi migliori per me come velocità di pubblicazione e di riposta alle recensioni, vi chiedo di portare pazienza e vi ringrazio tanto. Non mi sento al top in generale e quindi grazie per continuare a credere in me.
Intanto vi do appuntamento tra due settimane per il nuovo capitolo, e stavolta posso anticiparvi che la trama andrà avanti. Qualcuno si ricorda dove va Alice dopo essersi congedata dal Cappellaio Matto?
Io vi dico solo che rivedremo vecchie conoscenze di questa storia, tra cui il mio caro Lapis, e faremo qualche nuova conoscenza.
Grazie ancora, a presto!
 
Teo
 
 
 
   
 
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