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Autore: Wicked Ladies    16/12/2021    1 recensioni
Lena ha perso tanto, forse troppo, e l'unica cosa che ora la tiene a galla sono i reperti del museo... o meglio l'unica cosa che la distrae dal torpore.
Alex ha perso tanto, anche lei troppo, e l'unica cosa che la tiene in vita è un artefatto... o meglio l'unica cosa che la tiene addormentata.
Se una si svegliasse ma portasse con se una catastrofe? E se gli dei dell'Olimpo non fossero così mitologici?
AgentCorp / Alex!Genderfluid
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Altri, Lena Luthor, Samantha Arias / Reign
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nepal
 
Lena e Alex non avevano dormito poi granché. La corvina si era alzata prima per assicurarsi di avere la carta di imbarco pronta e mise su il caffè. Probabilmente l’odore aveva fatto svegliare la sua ospite...la sentì mugugnare.
 
Alex si era sgranchita un po’ prima di mettersi a dormire la sera prima. Si buttò giù dal letto e scese verso la cucina con Antioco su una spalla "Kalimera"
“Buongiorno a te! Sembra che tu abbia dormito bene”
"Beh, non tanto ma l’ambrosia mantiene l’aspetto divino sai" si indicò sorridendo "Tu? Ti ho sentito rigirarti parecchio stanotte"
-Dio non esisteva più la privacy con questa dea- "Uhm beh come ti ho detto...è tanto che non viaggio...sono un po' in ansia" spiegò sorseggiando il caffè e offrendo la tazza all'altra.
"Oh beh, credo solo che dovrai preoccuparti di qualche turbolenza. Ma arriveremo sane e salve" sorrise sibillina Alex. Non rispose alle domande dell’altra finché non furono sulla scaletta dell’aereo.
 
“Allaccia la cintura” disse sedendosi accanto a lei dopo aver sistemato le borse nella cappelliera  “La potrai slacciare solo quando questa” le indicò la luce “Sarà spenta...poi le hostess faranno la solita dimostrazione”
"Che dimostrazione... oooh" si interruppe mentre una hostess molto carina le passava vicino "Qualunque cosa sia mi sta bene" sorrise.
Lena le diede un colpo sulla spalla “Idiota...di come salvarti il culo...se l’aereo dovesse precipitare” disse dissoluta.
"Oh, non lo farà. Ci sono io sopra questo aereo" scrollò le spalle sorridendo "Ma se hai paura poi stringerti a me"
“Mai” la guardò torva. Dopo la dimostrazione si mise le cuffiette. Forse doveva interagire con Alex invece di fare l’asociale.
Alex si stiracchiò e passò un po’ il tempo ammiccando alla hostess, poi sfoglio un po’ il libro di Lena. Alla fine, era annoiata, sbuffò, ma non ancora pronta ad ammetterlo.
Lena la sentiva agitata, non pensava che una dea potesse annoiarsi “Tieni” le passò la cuffietta destra “Ascolta con me la musica”
Le sorrise, stava per prenderla quando l’aereo iniziò a sobbalzare "Eccolo che inizia"
Lena glielo sistemò e poi prese inconsciamente il suo polso “Sono solo turbolenze”
Sorrise "Non proprio il cielo riconosce che non sono il suo dio"
“Non è Zeus quello di fulmini e saette?” Lena la guardò e si accorse della mano sul braccio di Alex, la allontanò piano “Scusa”
"Esatto, lo chiamate così" si rilassò e riprese quella mano riportando sul braccio " Tranquilla" tenne la sua mano calda sopra.
“Alex...” Lena la guardò mordendosi il labbro. Quel calore la stava facendo sentire bene.
"Dormi un po’ Lena" le sorrise "Prometto che non ti succederà nulla"
Lena inevitabilmente poggiò la testa sulla spalla della dea e si addormentò lentamente.
Alex sorrise e aspettò che il cielo si calmasse. Poi rimase vigile per le restanti ore di volo, mentendo fede alla promessa fatta a Lena.
 
 
Lena sentì la voce del comandante e si ridestò, avevano uno scalo ad Istanbul “Muoio di fame, che mangiamo?” Disse mentre camminavano per l’aeroporto.
"Mai provata la baklva ?"
“Ti piacciono i dolci, golosa eh?” ridacchiò guardandola.
"Oh dai sono passati più di 800 anni da quando mi sono risvegliata qui" sorrise "Era la moglie di uno sceicco, grande cuoca e bella donna. I capelli erano come i tuoi sai?"
“Che intendi?” La guardò incuriosita mentre si dirigevano al bancone di un bar “Lascio fare a te, provo a fidarmi”
"Beh, sei una bella donna Lena e il tuo colore di capelli è come la notte più buia dell’Ade" sorrise per poi scegliere i baklva con le bacche del Mar Nero.
Lena arrossì come un’adolescente “Beh grazie” la guardò tranquilla.
Alex decise di non farglielo notare e invece le porse il dolce osservandola attentamente per vedere la sua reazione.
Lena addentò il dolce e socchiuse gli occhi “Uhm che bontà”
Alex si leccò leggermente le labbra "Visto? Che ti avevo detto?" Sorrise "Prendiamone un po’ devo farli assolutamente assaggiare a Kara"
“Mi sono fidata...” sorrise guardandola -che sbrodolona- “Attenta” le posò un dito sull’angolo delle labbra per levarle una briciola.
Sentì quel dito e sorrise "Grazie" guardandola non con il solito sorriso sornione ma c’era qualcosa di diverso negli occhi.
Lena abbassò lo sguardo e prese a bere il suo caffè -Sicuro sono arrossita, che idiota-
Si schiarì la gola "Bevi piano è bollente" ridacchiò "Tra quanto abbiamo l’aereo?"
“Tra un’oretta circa”
"Oh ok. Almeno capirò se parlo un arabo ancora comprensibile" sorrise.
“Suppongo tu impari in fretta” poi pagò il conto e si diressero al gate “Se hai bisogno del bagno” le indicò d’insegna.
"Uhm nah" toccò per sbaglio un passante e sbatte le palpebre, guardando Lena. Guardò di nuovo l’uomo "Perché vorrebbe far esplodere un aereo?"
“Cosa?” Lena la guardò “Fermalo con il tocco magico, io chiamo la sicurezza”
"Tocco magico? Chi pensi che io sia?" Brontolò la dea mentre prendeva l’uomo e lo stendeva con un gancio.
“Manesca” disse scioccata Lena mentre chiamava la sicurezza aeroportuale.
Alex consegnò l’uomo alle autorità che trovarono la bomba al plastico nello zaino.
"Hai chiesto il tocco magico" sorrise come se quello spiegasse tutto.
“Grazie” Lena la guardò intensamente “Hai sventato l’ennesima strage” sorrise.
"Sarà ma se non ci muoviamo ne avremo una peggiore" e si girò per prendere lo zaino, come se non volesse quei complimenti.
Lena scrollò le spalle e si mossero verso il loro gate di imbarco.
 
 
 
Alex aprì gli occhi, erano in un albergo a Kathmandu. Erano arrivate la sera prima ed era inutile iniziare il viaggio verso Byas. Perciò si erano fermate a riposare. Guardò la corvina nella branda appoggiata all’altra parete, sentiva tristezza e senso di colpa venire ad onde da quando la conosceva. Non voleva sapere cosa fosse, ma voleva anche aiutarla. Scosse la testa era tutto così incasinato per la dea. Si alzò e si appollaiò sulla finestra a guardare l’alba.
Lena si rigirò nel suo giaciglio e la branda gracchiò, spalancò gli occhi per paura di aver svegliato Alex e messa a fuoco la stanza la vide rannicchiata davanti alla finestra “Ehi, sei già sveglia?”
Alex si voltò guardando l’altra alla luce dell’alba. Per un secondo le sembrò un’altra dea, ma batté le palpebre. Mentre per un momento alla luce la sua figura olimpica si sovrappose a quella umana. Si mise i capelli dietro l’orecchio "Ti ho svegliata?”
“No, tranquilla” Lena la guardò dolcemente, era così bella -Ma che dici Lena su, è una dea è ovvio sia bella- “Non ho dormito granché”
"Preoccupata?" le sorride scendendo dalla finestra.
“Uhm no, so che posso fidarmi di te...dopo l’altro giorno”
"Oh grazie " sorrise "Ma non dovresti mai fidarti di un dio" sogghignò mentre si spogliava per andare verso il bagno "Non sai mai cosa ti possa succedere"
“Come non detto” Lena mandò gli occhi al cielo, sia perché Alex non aveva senso del pudore, sia per quello che le aveva appena detto.
Alex uscì "L’acqua ora è calda. Rilassati dobbiamo scalare le montagne per arrivare a Byas"
“Sei terribile, lo sai si?”
"E mi conosci solo da tre giorni" rise mentre si infilava una maglietta.
“Beh guarda un po’”
"Ti do altri due giorni per cercare di buttarmi in un dirupo" sorrise.
"Lo farò volentieri se sarà necessario" disse con sguardo serio.
 
 
La loro guida le aspettava fuori dalla città su una piccola Jeep rossa. Alex iniziò a parlare con l’uomo nel dialetto della regione, dopo averlo imparato toccando alcune persone.
Lena restava affascinata da quella qualità che aveva. Chissà, cosa sarebbe successo.
Alex si girò verso Lena "Dice che le strade sono un po’ sconnesse... Se tutto va bene arriveremo stasera nella zona e domani mattina potremmo iniziare la scalata"
“Dovremmo procurarci dell’abbigliamento adatto, tipo alle scarpe non avevo pensato”
Si girò di nuovo parlando con la guida "Dice che potremmo fermaci in un rifugio che può venderceli, troveremo anche un po’ di provviste"
“Va bene” Lena rimase ad osservare il paesaggio, era un sacco di tempo che non viaggiava in mezzo al nulla...o comunque che non si trovasse immersa nei suoi libri a respirare l’aria del laboratorio. Chiuse gli occhi godendosi la brezza.
Alex la guardò per poi girarsi bruscamente e scherzare un po’ con la guida.
 
Per pranzo si fermarono al rifugio, dove venne loro offerto del Gundrook-Dheedo. (Una vera delizia apprezzata sia dai nepalesi sia dai turisti, in particolar modo dai palati vegetariani: è una specie di polenta fatta con grano e mais, accompagnata da verdure. È tipica soprattutto delle aree di montagna in quanto altamente energetico e nutritivo, quindi ideale dopo trekking ed escursioni)
Alex sorrideva soddisfatta e si volse verso Lena "Mi mancava questo lato di voi mortali"
“Cosa il cibo?” Disse Lena mangiucchiando. Mentre scattava una foto si era imbattuta in una vecchia foto, e ne era rimasta scossa.
"No, la facile compagnia... il calore ... Tutto ok?" La guardò.
“Uhm si...” prese dell’acqua “Se vuoi mangialo tu…” la guardò intimidita.
"Devi mangiare. Sarà dura per te domani" per poi venire distratta da una donna che le stava mostrando una tela dipinta.
Lena scosse la testa, cosa pretendeva, era una dea che era rimasta addormentata per anni infiniti…non poteva dare certo corda a lei. Si sforzò di mangiare “E comunque faccio spinning carina...ho le gambe allenate...vado a fare una passeggiata...ti lascio fare gli occhi dolci alla pittrice” si alzò sistemandosi gli occhiali e si allontanò.
"Oh ti assicuro che le ho notate le tue gambe" per poi accorgersi che se ne era andata, ma non si mosse non era affar suo dopo tutto. Continuò a parlare con la ragazza che le raccontava della leggenda del Monaco con la lira.
Quando ripresero la Jeep Alex notò che Lena era un po’ tesa, ma lo prese come segno della missione.
Lena era arrossita come un peperone a quell’affermazione di Alex. Poi salita di nuovo sulla Jeep si era rilassata sul sedile o almeno ci provò.
 
La guida le portò al rifugio augurando buona fortuna per l’escursione del giorno dopo.
Ringraziarono e fecero una piccola cena in silenzio Alex non tentò di dare fastidio all’altra sembrando troppo nei suoi pensieri.
Era come se Lena fosse in una sua nuvola ovattata, sapeva di star risultando antipatica e distante ma lei era fatta così, distaccata e apatica quando qualcosa tornava a toccarla nel profondo.
Alex le augurò la una buonanotte. Lasciandole la camera, lei avrebbe preso il soggiorno. In realtà si mise sulla veranda e osservava le stelle.
Lena si impose di dormire e accantonò nel profondo della sua mente quel ricordo che era tornato a galla. Aveva ragione Alex sarebbe stata comunque una giornata pesante, così stranamente si lasciò andare tra le braccia di Morfeo.
Guardava le stelle sospirando. Le era caduta addosso una nostalgica speranza. Tra il voler rivedere la sorella e tutti i ricordi che si precipitavano.
 
 
Il sole sorse e Alex era addormentata sulla sedia nella veranda. Il sole le colpì gli occhi e lei brontolò.
“Ehi, ma” Lena la vide li raggomitolata e le passò involontariamente la mano sulle spalle “Dai è mattino, tua sorella non ha l’oro in bocca?”
Alex aprì un occhio e la gelò con lo sguardo, per poi stiracchiarsi mentre si alzava "Dormito belle gambe?"
“Oh signore” Lena mandò gli occhi al cielo e poi la fissò “Muoviti...tu sarai probabilmente fuori forma ti servirà un po’ di stretching”
Alex fece una risata talmente tanto fragorosa che risuonò per la valle "Oh, lo vedremo tesoro"
Lena fece un po’ di esercizi e poi prese lo zaino “Dai pigrona muoviti” non sapeva perché era così attiva quella mattina “Tu sapientona che hai appreso da questo posto? Cosa troveremo una volta in cima?”
"Va bene. Non ne ho idea. Non ne ho idea" sorrise mentre si toglieva il ciondolo.  Esso si librava in aria davanti a loro "Ma lui lo sa" sorrise ancora.
“Beh lo vedo” Lena mise le mani alle cinghie dello zaino ed iniziarono a calpestare il terreno che le avrebbe condotte in cima “Nessuna storia da raccontarmi?” Le passò la borraccia dell’acqua.
Alex declinò l’offerta sorridendo "Dunque... Kara non è veramente mia sorella. Ma siamo nate lo stesso giorno sulla stessa isola, perciò, ci consideriamo come tali"
“Uhm sembra che voi siate molto legate ...questo è bello” sorrise appena.
"Bah si quando non tenta di fregarti le ragazze o non si mangia tutto il cibo" sorrise "Beh, vedo che avevi ragione su quel paio di gambe"
“La smetti? Mi...ecco...arrossisco” si mostrò il viso.
"Ti ho fatto solo un complimento. Scommetto che li senti spesso" ridacchiò dandole un buffetto sulla guancia.
“Uhm va bene...e beh no...cioè Andrea...devo...lascia stare...fa finta non abbia parlato” disse calandosi il cappellino.
"Sicura? A volte parlare con qualcuno aiuta. Sai ho un po’ di esperienza" ma la vide reticente "Comunque come puoi vedere avevi torto io non sono fuori forma"
“Corsetta?” Lasciò perdere la prima parte del discorso e scattò in avanti.
Alex la guardò e i suoi occhi si accesero. La lasciò andare e dopo qualche secondo partì.
Lena ridacchiò dopo poco quando la superò si fermò “Dio Alex hai vinto non posso competere” bevve un po’ d’acqua. Si sentiva bene in quel momento.
Abbracciandola da dietro e sollevandola "Sono la dea della caccia. Non è una buona cosa fare questo" rise.
Lena rimase sorpresa “Alex” il suo tocco era strano, caloroso e rinfrescante? Rigenerante.
Alex rise stava per dire qualcosa quando lasciò andare Lena ed iniziò ad annusare l’aria.
“Che succede?” La guardò preoccupata.
"Non lo so c'è qualcosa che non va... dobbiamo sbrigarci" si voltò e riprese a passo svelto verso il manufatto
“Okay...andiamo” tenne il suo passo.
Ci volle un’altra ora finché non arrivarono ad una specie di grotta. Alex, era sempre più irrequieta. Riprese il ciondolo dall’aria e se lo rimise "Cerchiamo la lira e una lampada ad olio... velocemente"
“Torcia?” Lena la estrasse dalla tasca.
Alex annuì e iniziarono a cercare. Del sudore  freddo iniziò a colarle per la schiena ma lo lasciò stare e sollevò delle rocce.
“Alex calmati...” poi quando sentì altri passi, portò la mano sulla bocca dell’altra per zittirla e la strinse a sé “Shh”
Alex sbarrò gli occhi mentre la spingeva dietro di sé. Il manufatto nella sua mano sinistra che si trasformava in un arco e la destra che tendeva una corda invisibile creando una freccia di luce "Lui è qui"
Qualche secondo e apparve Morgan Edge "Bene bene. Anche voi qui?" C’era qualcosa di strano nella voce.
“Alex” Lena sfiorò un suo braccio “Tu lurido verme”
"Lena rimani dietro di me ... non è più un mortale" Ringhiò.
"Molto brava Artemide come al solito" Edge si faceva avanti e Alex tendeva l’arco.
“Cosa vorrebbe dire?” La guardò preoccupata che si facesse male.
"Diglielo Artemide"
"I Titani non hanno corpi, li posseggono" notò un luccichio dietro Lena e le fece cenno, mentre lanciava una freccia verso l’uomo sperando di distrarlo.
Lena guardò quel punto e si mosse liscia per recuperare la lira “Alex abbiamo un problema?” Disse avvicinandosi a lei.
La spostò mentre la freccia tornava indietro per il movimento del polso del titano "Quale problema?" Ringhiò mentre incoccava un’altra freccia.
“Credo che sia legato a qualcos’altro”
"La lampada ad olio?" Mentre tentava di spostarle in modo da uscire dalla grotta.
Morgan rise "Da tutto a me" mentre deviava una altra freccia.
Lena indietreggiò con Alex davanti. Quando vide la luce, prese la mano dell’altra e iniziarono a correre almeno per allontanarsi dall’ingresso e seminare Edge “Mi dici che succede?”
Edge era dietro di loro "Devi provare a staccare quella lampada dalla lira. Non posso affrontarlo ora" mentre lanciava altre frecce per rallentarlo.
“Ci provo” aveva strisciato un ginocchio su un masso, passò un dito sul sangue e poi lo passò nella giuntura tra lira e lampada “E adesso?” Disse mentre li separava.
"Speriamo che Kara si svegli e non il titano” Edge era vicino.
Alex vide una nuvola dorata formarsi. Prese la lira dalle mani di Lena e la spaccò sul ginocchio levando la lampada e la lanciò via.
Edge la guardò con odio e mosse una mano verso di loro.
“Alex” Lena scattò verso l’altra per evitare che qualsiasi cosa fosse la colpisse, spostandola di peso.
Una scarica dorata colpi il petto dell’uomo mandandolo via.
Alex si voltò "Kara!" La dea bionda era nella sua grande forma olimpica.
"Alex!" La dea assunse statura normale ed abbracciò l’altra.
Ora si trovava in uno strano mucchio tutte e tre.
“Okay Apollo immagino” Lena la guardò ammirata “Sono Lena” forse l’adrenalina l’aveva tolta dall’imbarazzo.
"Oh oh scusa piccolo mortale. Sono assai dispiaciuta di averti arrecato danno" Le aiutò ad alzarsi "Alex perché mi hai destata. È forse giunto un nuovo tempo?" Le sorrise raggiante.
"Ehm, non proprio. Primo dobbiamo aggiornare il tuo linguaggio... secondo beh... Crono è sveglio..."
".... Porco Tartaro!"
Lena sorrise e scosse la testa “Tranquilla sono già scheggiata” abbassò lo sguardo “Alex puoi spiegarmi perché Edge aveva un aspetto così diverso? Crono l’ha posseduto?” non che gli dispiacesse era uno stronzo ma sempre un essere umano.
Alex si tirò i capelli dietro un orecchio "Si. Abbiamo distrutto i corpi dei titani, perciò possiedono chi li risveglia... spero che la lampada si sia distrutta ma non credo..." Guardò la sorella "Kara ... dobbiamo farti rientrare nella lira tra poco. Sai l’indovinello per trovare il prossimo dio?"
La bionda sbuffò "Dammi almeno un’ora"
"Va bene ..."
L’aria si raffreddò e la dea solare parlò "Del mare frutto e in madre perla sono fatta. Bellezza e amore sono i miei proprietari. Olemre è il rovescio. Al sud del mondo"
Lena le guardò. Decisamente non erano sorelle ma come tali si comportavano. Per un attimo si mise nei panni di quelle creature che restavano imprigionate per anni in quegli artefatti. Un po’ come era lei imprigionata nel ricordo delle cose passate e che non poteva più cambiare. Poi si strinse le braccia al corpo ascoltando l’indovinello attentamente era impossibile registrarlo...era troppo bello da ascoltare, pensò.
“Okay dobbiamo andare in sud Africa, e un qualcosa in madre perla, dobbiamo solo capire dove esattamente sia...” guardò l’orologio da polso “Devo chiamare Sam” disse allontanandosi di qualche passo.
 
Kara guardò di Alex "Carina la nuova custode"
"Non è proprio la custode. Non chiedere"
"Ok... non è che hai visto..."
"No, ma appena arriveremo in Grecia andrò a svegliare Lucy"
"Grazie" e l’abbracciò.
 
Passata più di un’ora Kara tornò nella lira e le due donne iniziarono la discesa dalla montagna.
“Deve essere triste ogni volta...insomma lasciarla andare” disse Lena che si teneva alle cinghie dello zaino.
"Uhm sì... ma sono comunque felice che sia salva e di vederla anche se per poco dopo 3 mila anni" sorrise.
"Allora torniamo in Irlanda o andiamo in sud Africa da qui?"
“Non lo so...Sam mi avrebbe fatto sapere...spero che vada tutto bene” la guardò “Incontreremo Venere? O Afrodite?” Chiese sperando di aver capito bene...non era lei quella degli indovinelli.
"Chiamala Ava. Ed è Afrodite. Venere, era per quei piccoli intelligenti romani che la chiamavano così" un pensiero le passò per la testa e rimase in silenzio.
“Che c’è?” Lena aveva visto quel cipiglio sulla fronte “Ti si è formata una ruga sulla fronte...sputa il rospo Alexandra” la guardò intensamente.
"No" e continuò a camminare sperando di non incontrare Crono.
Lena scosse la testa, adesso era Alex quella che non parlava, ma non poteva costringerla. Poi le arrivò un messaggio di Sam “E’ questo che dobbiamo cercare?” Le mostrò la fotografia sul cellulare.
"Penso di sì" Guardò attentamente "Sembra lei"
“Okay dammi un attimo che chiamo Sam” disse mentre ancora scendevano.
"Sicuro" disse l’altra ancora immersa nei suoi pensieri.
 
"Hey capo" rispose Sam
“Sam come va lì? Vuoi che ci incontriamo in Africa? O vuoi raggiungerci quando saremo in posti differenti? Alex penso che abbia captato qualcosa che non le piace, ma non me ne parla” disse Lena lontana di qualche metro dall’altra “Osin come sta?” Sentì il bip di un messaggio “Dannazione...Sam...ti avevo...okay lascia perdere...cercaci un volo per Capetown vedi un po’...” chiuse la chiamata “Ehi corri eh” le fu di fianco dopo una piccola corsetta.
 
Sam guardò il telefono mentre il suo capo conduceva da sola la conversazione. Per poi mettersi al computer.
 
Alex la guardò e sbuffò sorridendo "Dobbiamo allenare quelle gambe no?"
“Ancora?” Lena la spintonò bonariamente -Stai diventando amica di una dea? -
Alex sorrise e le cose rimasero calme fino al rifugio. Dovevano passare lì un’altra notte, la guida tornava l’indomani.
“Dovresti metterti a letto...” disse Lena uscendo dal bagno avvolta in un asciugamano.
"Questi inviti così? Potrei pensare male" sorrise "Comunque non ancora. Va pure a riposare"
“Alex...” Lena arrossì. -Era assurdo come la facesse arrossire quella donna, evidentemente era il potere della dea-
"Vai a dormire" sorrise "Preferisco quando ti faccio arrossire con gli occhiali" e andò a sedersi sulla veranda.
“Alex?” la chiamò appena Lena.
"Cosa?" Chiese la dea dalla veranda.
Un rumore continuò a provenire da sotto la branda di Lena.
“Credo...che ci sia qualcosa sotto il mio letto” disse sperando non fosse un Varano bengalese.
Alex entrò immediatamente già munita di arco. Da sotto il letto si affacciò il musetto di un panda rosso.
"Oh" la dea si piegò per accarezzarlo.
“Non è un lucertolone?” Lena si sporse “Oddio un panda rosso...” sorrise “Come sei carino...ma mi ha fatto perdere dieci anni...e mi spunteranno i capelli bianchi” disse avvicinando la mano al manto del piccolo mammifero.
Alex rise "Il look zebra ti starebbe bene" mentre lo prendeva in braccio e lo avvicinava all’altra.
“Ehi” Lena, le diede un colpo “Ricorda in Africa ci sono tanti dirupi” la guardò fintamente seria per poi accarezzare l’animaletto “Credi si sia perso? Che abbia fame?” Disse guardandola negli occhi, batté le palpebre e distolse lo sguardo -Lena piantala-
Alex sorrise "No cercava solo del cibo" prese delle provviste dallo zaino e le diede al panda che mangiò felicemente "Quando sarà sazio tornerà a casa"
“Okay” Lena lo guardò e sorrise. Era bella la natura incontaminata non c’era che dire. Poi si spostò verso la veranda, seguita dallo sguardo di Alex, lo sentiva addosso.
Finito di mangiare, porto il panda in veranda e lo lasciò libero "Bella serata vero?"
“Si molto” sorrise guardandola “Ti manca qualcuno?” Chiese per fare conversazione.
Si strofinò la coscia e si rabbuiò di nuovo "Va a dormire Lena"
“Alex...mi dispiace...non volevo metterti a disagio” -Sei veramente assurda Lena-
"Tranquilla" sussurrò per poi alzare gli occhi e fissare le stelle.
Lena se ne andò mogia e colpevolizzandosi di quello che le aveva chiesto “Scusa” disse mentre entrava nella stanza.
   
 
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