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Autore: My Pride    18/12/2021    2 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Brotherly advice Titolo: Brotherly advice
Autore: My Pride
Fandom: Batman
Tipologia: One-shot [
2030 parole fiumidiparole ]
Personaggi: 
Damian Bruce Wayne, Timothy Jackson Drake, Jonathan Samuel Kent
Rating: Giallo
Genere: 
Generale, Slice of Life, Fluff
Avvertimenti: What if?, Slash
Solo i fiori sanno: 17. Gerbera gialla: gloria
Just stop for a minute and smile: 16. "Smettila di andare avanti e indietro, mi fai venire il mal di mare!"
Maritombola #12: 24. “Non fidarti della cosa giusta fatta per i motivi sbagliati. È il perché che conta, è basilare.” (Interstellar)


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Mentre osservava quel giornale camminando per il salotto come un animale in gabbia, l'espressione di Damian era diventata indecifrabile. Il suo colorito era passato dal rosso al violaceo, ed era sbiancato soprattutto quando lo sguardo si era soffermato sul titolo in prima pagina.
    Il titolo, scritto in grosse lettere cubitali, recitava un impietoso “Rampollo dei Wayne sorpreso con la sua nuova fiamma”, nero su bianco al di sopra di una foto vagamente sfocata. Lo era abbastanza per “nascondere” l'identità della suddetta fiamma, complici anche gli occhiali e il cappello da baseball che indossava, ma serviva ben poco a celare il volto sorridente e imbarazzato dell'erede dei Wayne, colto in flagrante davanti ad una vetrina del Diamond District. Che... diavolo?
    «Smettila di andare avanti e indietro, mi fai venire il mal di mare» sbuffò Tim, roteando gli occhi prima di tornare al suo libro. «E poi, andiamo, è una cosa da poco. Ci siamo passati tutti», minimizzò, agitando distrattamente una mano. «Il Gotham Gazette vive per questa roba».

    «Sta' un po' zitto, Drake. Non ti rendi conto della gravità della situazione», berciò Damian, lasciandosi cadere seduto sul divano accanto a lui con quel giornale convulsamente stretto fra le mani.
    I suoi fratelli erano sempre stati sorpresi con ragazze o donne bellissime, figlie di buona famiglia che spesso e volentieri servivano da copertura per i loro alter ego, soprattutto durante le serate mondane a cui tutti i Wayne erano costretti a partecipare per non destare sospetti. Lui, invece, si era fatto beccare come un pollo proprio in compagnia della persona che aveva deciso consapevolmente di frequentare.
    Gemendo frustrato, Damian guardò ancora una volta quella fotografia, chiedendosi se qualcuno sarebbe riuscito a riconoscere in qualche modo il profilo di Jon. Perché, sì, era proprio Jon quello nella foto insieme a lui. Non erano andati ad un vero e proprio “appuntamento”, piuttosto Jon lo aveva accompagnato a prendere un paio di abiti che gli sarebbero serviti proprio per l’evento di quella sera e, a poche ore dall’inizio, leggere quelle parole su quello stupido giornale scandalistico rappresentava un sicuro disastro. Tutti i presenti non avrebbero fatto altro che guardarlo e sussurrare, fare domande e cercare risposte, e lui avrebbe dovuto  contenersi dall’accoltellare qualcuno. E anche Jon, se avessero capito chi era, si sarebbe ritrovato nel bel mezzo di un circo mediatico.
    «Cerca una ragazza».
    La voce di Drake lo riscosse dai suoi catastrofici pensieri, e Damian alzò lo sguardo dal giornale per fissarlo con un’espressione accigliata. «Scusa?» chiese, e Tim, sbuffando, chiuse il libro con uno scatto secco e gli tirò via dalle mani quel giornale.
    «Chiedi a qualche ragazza di essere il tuo più uno per questa sera», si spiegò meglio. «C’è quella tua amica, come si chiamava… Mara?»
    «Maya».
    Tim schioccò le dita della mano destra. «Maya, giusto. Se non vuoi che la stampa ti stia addosso come un avvoltoio per quella foto, presentati con lei. Con Bruce funziona sempre». Si strinse nelle spalle. «Hai ormai sedici anni, in quanto Wayne stasera entrerai a far parte dell’Elitè di Gotham, questa sarà la tua serata di gloria. È normale che cerchino di scavare in tutto ciò che fai o farai».
    «Non mi interessa se cercheranno di avere un pezzo di me», affermò Damian in tono schietto, facendo accigliare Tim.
    «Allora cosa--»
    «Jon». Damian non gli permise nemmeno di finire la frase, assumendo un’aria seria. «Non voglio che possano scoprire la sua identità e che possa ritrovarsi infastidito da quegli sciacalli».
    Tim non disse nulla, fissando semplicemente Damian come se lo stesse guardando davvero per la prima volta. Dal loro primo incontro era cambiato moltissimo, poiché non si sarebbe mai aspettato, anni addietro, che quel moccioso arrogante ed egoista si sarebbe preoccupato a tal punto per qualcun altro. Jonathan aveva davvero fatto breccia nel suo cuore se ciò che lo infastidiva era il pensiero dei paparazzi che disturbavano il suo – era ancora piuttosto strano farci i conti – ragazzo.
    «Allora chiedi davvero a Maya di venire con te», replicò Tim in tono comprensivo ma, dal modo in cui Damian incassò la testa nelle spalle, non sembrava che l’idea gli piacesse come avrebbe dovuto. In parte lo capiva, anche lui agli inizi aveva dovuto ingoiare più volte il rospo e adattarsi e, anche se adesso poteva essere se stesso, da ragazzo era stato molto difficile.
    Tim sospirò, facendo una cosa che non si sarebbe mai aspettato di fare: avvolse un braccio intorno alle spalle di Damian, consapevole che un gesto del genere avrebbe anche potuto segnare la sua condanna a morte, e lo attirò un po’ a sé nonostante l’espressione sconcertata del fratello minore.
    «Drake, cosa…»
    «È una serata importante e vorresti che al tuo fianco ci fosse Jon… non è vero?»
    Damian tacque, guardandolo con gli occhi verdi ingigantiti e dilatati. Forse non si era aspettato quelle parole, o almeno non da Drake, ma finì col trarre un lungo sospiro prima di abbassare gli occhi e trovare piuttosto interessante fissare le proprie scarpe. «…odio il fatto che tu riesca a leggermi così bene». La voce suonava irritata, ma in essa si leggeva anche una nota malinconica. «Sarà lì insieme ai suoi genitori, ma non sarà la stessa cosa. Io… non lo so, forse… dannazione, Drake, c’è una parte di me che vorrebbe fregarsene di quegli stronzi bigotti e andare a quello stupido evento mano nella mano con Jon, ma non voglio che lui--»
    Tim lo interruppe, rinserrando la presa sulle spalle prima di poggiare un dito sulle sue labbra. «Ehi, ascolta. Io e te non siamo esattamente “intimi”, ma ti dirò una cosa che ti direbbe persino Dick: parlane con Jon e lascia che sia lui a decidere cosa ritiene giusto per sé stesso in una situazione del genere. Vuoi proteggerlo, e ti capisco. Ma è il figlio di Lois Lane e Clark Kent… saprà sicuramente come gestire qualche avvoltoio della stampa. E scommetto che sarebbe più che felice di esserti accanto e fregarsene del giudizio altrui».
    Damian aveva ascoltato con attenzione, con le labbra socchiuse e gli occhi sgranati, incerto sul come prendere le parole dell’altro. Forse era vero, forse anche Jon avrebbe preferito di gran lunga ignorare i paparazzi per stare con lui, ma c’era ancora qualcosa che gli dava dei dubbi. «E se mio padre--»
    «Bruce non avrà nulla da ridire, credimi», lo frenò Tim. «Ti ha forse detto qualcosa quando hai fatto coming out con lui? No. Ti ha abbracciato e ti ha detto che ti vuole bene, quindi non pensare che presentarti alla tua serata con Jon potrebbe infastidirlo».
    «Tu nemmeno c’eri, come hai… »
    «Dick».
    «Dannazione a Grayson, lo ucciderò».
    «No, non lo farai», lo schernì Tim, ignorando il suo grugnire. «Ma il punto è un altro. Bruce ha sempre voluto che fossimo chi siamo, e sono certo che lo vorrebbe anche in questo caso. Io e Conner lo abbiamo tenuto nascosto a lungo persino a noi stessi, ed è stata dura. Con Bernard non avevo intenzione di ripetere lo stesso errore». Tacque per un momento, battendo una mano su una spalla di Damian prima di sciogliere quell’abbraccio e alzarsi in piedi per osservarlo da quella posizione. «Da fratello a fratello, Damian... se ti preoccupi dei paparazzi e di ciò che potrebbe pensare Bruce, allora non farlo. Non fidarti della cosa giusta fatta per i motivi sbagliati. Pensa soltanto a ciò che volete tu e Jon». Nel vederlo aprire la bocca per ribattere, Tim fece un gesto veloce con la mano sinistra prima di recuperare il libro abbandonato suo divano. «Non rispondere adesso. Avrò la mia risposta questa sera».
    Tim gli sorrise un’ultima volta e se ne andò, sentendo su di sé lo sguardo di Damian. Forse era stato un po’ criptico e non lo aveva aiutato come Damian stesso avrebbe probabilmente sperato, ma si ricredette quando, accompagnato da Bernard ore dopo, Tim vide arrivare la limousine di Bruce, vedendo scendere prima quest’ultimo e poi anche Damian… in compagnia di un Jon che, seppur un po’ imbarazzato, aveva un sorriso così luminoso da accecare.
    Contro ogni sua aspettativa, Damian aveva davvero seguito il suo consiglio e, mentre si incamminava a braccetto con Jon su quel lungo tappeto rosso, appariva fiero di sé e pronto ad affrontare il caos che si generò intorno a lui, avvolgendoli come una marea che si riversò su di loro. Foto su foto, domande su domande, flash che scattavano e giornalisti che cercavano di ottenere un’intervista esclusiva, ma fu proprio una delle guardie del corpo, sotto ordine di Bruce, a tenere distanti quegli avvoltoi mentre i ragazzi entravano come se nulla fosse. Il primo sasso era stato schivato.
    «Avranno il loro bel da fare», esordì Bernard nel richiamare la sua attenzione, e Tim distolse lo sguardo dal fratello solo per voltarsi verso il suo ragazzo e guardarlo comprensivo.
    «Ma lo affronteranno insieme».
    Bernard sorrise. «Immagino di sì». Gli offrì il braccio, ridacchiando. «Che ne dici, andiamo anche noi?» lo invitò, e Tim non esitò un istante a sistemarsi a braccetto con lui, incamminandosi all'interno dell'enorme sala in cui le note rimbalzavano già fra le bianche mura.
    Gran parte delle persone lì presenti sembravano piuttosto interessate a Damian, e non solo perché quella era la sera in cui sarebbe entrato a far parte dell'alta società gothamita, bensì perché aveva sollevato il mento e, in tutta la sua austera gloria e spavalderia, aveva cominciato a salutare in perfetto stile Wayne chiunque gli rivolgesse la parola, stingendo a sé Jon che, col suo solito sorriso, ricambiava cordialmente nonostante le espressioni stralunate che venivano loro rivolte. Ciò che rincuorava Tim, però, era che i due ragazzi sembrassero tranquilli e che, se qualcuno avesse probabilmente avuto da ridire, avrebbero saputo come affrontarlo. Era davvero fiero del suo fratellino.
    Metà serata era passata per lo più tranquillamente e avevano avuto modo di chiacchierare del più e del meno anche con gli altri fratelli e Bruce, che era apparso orgoglioso come non mai. Forse era la prima volta che Tim lo vedeva così rilassato ad un evento del genere, e ad influire sul suo umore era forse anche la presenza dei Kent, i quali erano apparsi a loro volta assolutamente contenti della serata. Tutto sommato, Tim non poteva lamentarsi di come stessero andando le cose.
    «Vado a prendere qualcosa al buffet», accennò ad un certo punto nel dare un piccolo bacio a Bernard che, seppur ricambiando, si offrì di andarci lui, ma Tim agitò una mano in risposta e gli disse di stare seduto, avviandosi da solo.
Aveva bisogno di un momento per pensare, per rendersi conto che la vita di tutti stava prendendo la piega che avrebbe dovuto prendere - aveva notato anche Kate che, in compagnia di Renee, aveva riso per tutto il tempo - e che la sua famiglia era felice, ma fu proprio al tavolo del buffet che incrociò Damian, il quale stava osservando con cipiglio scontento tutta a carne lì presente, data la poca scelta vegetariana che gli era stata offerta.
    «Drake», lo salutò, al quale Tim ricambiò con un cenno del capo senza dire una parola. Si limitò solo a prendere qualcosa per sé e per Bernard, ma un colpo di tosse richiamò nuovamente la sua attenzione. «Io... immagino di doverti ringraziare», affermò Damian, e Tim lo fissò accigliato.
    «Per cosa?»
    «Per... avermi dato il coraggio di affrontare questa serata insieme a Jon», disse, ficcandosi una mano in tasca mentre guardava distrattamente la punta del suo mocassino destro.
    Tim lo osservò per attimi che parvero interminabili, quasi non credesse alle sue orecchie. Damian non era mai stato un tipo timido, né tantomeno aveva mai dimostrato di essere un codardo, eppure eccolo lì, che lo ringraziava per essergli stato di supporto in una fase così delicata della sua vita.
    Al solo pensiero, Tim non poté fare a meno di sorridere. Il bambino arrogante che aveva conosciuto stava diventando un uomo, un ragazzo che stava maturando sotto gli occhi di tutti e stava cominciando a mostrare quanto forte fosse. E, senza indugi, Tim gli passò un braccio intorno alle spalle per stringerlo a sé.
    «Quando vuoi, Damian... quando vuoi».





_Note inconcludenti dell'autrice
Anche questa storia è stata scritta per la
Maritombola indetta ogni anno da Lande di Fandom.
Ho cercato di concentrarmi su questo momento fraterno perché le storie in cui Tim e Damian sono vicini sono relativamente poche, per quanto questi due abbiano un rapporto vicino (e al tempo stesso abbastanza strano, dato che il loro primo incontro non è stato per niente idilliaco dato che Damian voleva ucciderlo), per cui volevo dimostrare quanta strada abbia fatto Damian da quando era solo un moccioso che pensava a se stesso e non agli altri, unendo questo suo stato di gloria passato alla gloria che prova adesso nel mostrarsi in tutto il suo splendore insieme a Jon. Spero la cosa si sia capita

Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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