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Autore: ciredefa    19/12/2021    1 recensioni
C’erano tante cose che Caitlyn non conosceva di Vi. Cose che avrebbe voluto conoscere con tutta sé stessa e con tutto il cuore. Poteva solo immaginare le difficoltà che aveva affrontato, gli orrori che aveva visto; qualche volta aveva condiviso stralci del suo passato, ma erano solo attimi persi, che pitturavano il suo viso di tensione e dolore. [ ... ] Ma non era quello il momento e lei non aveva fretta. Si era promessa di lasciarle tutto il tempo necessario.
{ Post Arcane | estremo caitvi | Ovvero come Caitlyn non comprende perché il mondo sia stato tanto crudele con una persona così buona come Vi e vuole rimediare }
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Caitlyn, Vi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4.

Alcune volte Caitlyn l'aspettava a casa.
Non succedeva spesso perché solito era Vi quella che l'accoglieva ogni volta che tornava. Ma non quella sera, che l'agente aveva passato a completare della documentazione che aveva portato dal suo ufficio.
Guardò l'ora sul suo orologio da polso. Era mezzanotte inoltrata e aveva passato tutta la serata a lavorare di nuovo, ma fece fatica rendersene conto a causa dell'assenza di qualcuno che le ricordava che lavorava troppo e che aveva bisogno di riposare.
Si preoccupò un po'. Era già successo che Vi non fosse a casa quando tornava dal lavoro, ma di solito era sempre lì per cena o poco dopo.
Stava valutando se infilarsi di nuovo gli stivali ed andare a cercarla nelle vicinanze, quando senti il rumore familiare della chiave girare nella serratura. Chiuse la cartellina su cui stava lavorando, la mise frettolosamente via e fece per alzarsi, ma la scena che le si parò davanti le fece correre un brivido lungo la schiena.

"Vi!" per poco non rovesciò la sedia per lo scatto che fece per alzarsi. Vi era ricurva su sé stessa, con una mano si stava tenendo la spalla con forza, un taglio all'altezza del sopracciglio le aveva rigato il viso con rivolo di sangue, un occhio nero; aveva i pantaloni stracciati sulle ginocchia e zoppicò per i pochi passi che fece prima di essere afferrata da Caitlyn.
"Ehi Cait" la salutò come se nulla fosse, "scusa per l'ora."
L'odore che proveniva dalla sua bocca e i suoi vestiti era inequivocabile, "sei ubriaca?" chiese con incredulità l'agente, prima di caricarsi il peso di Vi e portarla verso il divano.
"Nemmeno mi saluti" oh sì, era ubriaca, e anche di molto considerando che a malapena si reggeva in piedi. Caitlyn si chiese come fosse riuscita ad arrivare lì sulle sue sole gambe.

La calò delicatamente sul divano, stando accorta a non provocarle ulteriore dolore. Il suo respiro si fece lento e pesante mentre Caitlyn le distendeva le gambe, in modo dal poter cominciare l'accertamento dei danni. I suoi occhi ispezionarono ogni ferita con attenzione medica.
"Cosa è successo?" chiese, prendendole il viso tra le mani e spostandolo appena per guardare meglio il taglio sul viso, che in realtà era una vecchia cicatrice che si era irrimediabilmente riaperta.
Ci mise un po' a rispondere "sei così carina quando ti preoccupi per me" sbiascicò, girandosi a guardarla con un ghigno. Caitlyn le diede un leggere pizzico vicino alla ferita.
"Ma che cazzo fai?"
"Cosa hai combinato stavolta?" insistette.
Vi grugnì mentre cercava di tirarsi su con un braccio "gonfiato di botte uno stronzo, ecco cosa."
Caitlyn prese un lungo respiro. Prima o poi sarebbe successo, doveva aspettarselo; ma vederla in quello stato aveva sempre lo stesso effetto su di lei, anche se era conciata molto meglio rispetto ad altre occasioni.

Si diresse in bagno e tornò con una bottiglia di disinfettante, un panno pulito e delle bende. Versò un po' di quel liquido acre sulla stoffa e si sedette di fianco a Vi.
Cominciò a pulirle il viso, "e il fatto che sei ubriaca c'entra qualcosa?"
"Brilla", sibilò. Aveva lo sguardo fisso sui movimenti delicati di Caitlyn, che con apprensione materna le stava curando le ferite. Come sempre, anche se questa volta con un profondo nodo alla gola, non la interrogò ulteriormente.
Vi inspirò "stavo tornando a casa e ho incontrato un amico" cominciò a parlare, "ci siamo fermati un bar poco oltre il ponte per scambiare due chiacchere. Abbiamo bevuto un po'."
Caitlyn annuì e non aggiunse nulla, invitandola implicitamente a continuare. "Sembrava un bar qualunque. Non ci avrei mai messo piede se avessi saputo che a quell'ora girassero i vecchi scagnozzi di Silco" la sua voce s'indurì a pronunciare quel nome, "quel brutto bastardo. Anche da morto mi perseguita" strinse i pugni per poi pentirsene a causa del dolore.
"Non ti muovere" Caitlyn le stava controllando la spalla. Non era dislocata, ma era tumefatta e annerita da un grosso livido, come se l'avesse usata per pararsi o attutire una caduta. Vi soffocò un lamento quando provò a fasciarlo.

La piltoviana non espresse opinioni su quello che Vi le stava dicendo. Quando si trattava di quella parte della sua vita, quella riguardante Zaun, non si sbilanciava mai nel capire se le sue azioni o ragioni fossero giuste o sbagliate. Anche se sembrava facile condannare la violenza gratuita, non avrebbe fatto l'errore di proiettare i suoi valori su di lei. Idealizzare gli zauniti era quello che tutti le avevano sempre insegnato a fare, e fu solo grazie a Vi che imparò che la realtà era ben diversa. Giusto o sbagliato, bianco o nero, buoni o cattivi era una visione ingenua del mondo, e che la vita di ognuno non era riducibile ad un solo aspetto di essa.

Caitlyn si alzò dal divano e si sedette sul pavimento, di fianco alle sue gambe distese. Cominciò a srotolare una benda, "queste invece? Come te le sei procurata?" chiese adocchiando i pantaloni lacerati, che nascondevano a malapena le ginocchia sbucciate.
Vi rise, "mentre correvo via sono caduta" disse, "almeno ho fatto qualcosa di buono facendo ridere i passanti."
Stava provando sdrammatizzare. Il pensiero la fece sorridere, immaginandosi tutta la sequenza tra scazzottata e fuga come uno spettacolo comico. Ma non durò a lungo e Caitlyn tornò seria.

Sentì lo sguardo di Vi su di lei. "Tutto okay? Mi stai fissando da un po'" chiese.
"Scusa" disse, "ma te che mi fasci la gamba mi ha fatto ricordare una cosa" ma scosse subito la testa, "è stupido, davvero, lascia perdere-"
La interruppe, "ti ascolto."

A giudicare dall'espressione di Vi, Caitlyn capì che non si aspettava la sua risposta. Fece un cenno con la testa come ad invitarla a continuare, e cominciò a carezzarle gentilmente lo stinco.

Trasse un sospiro. "Quando Powder era ancora ... una bambina, si faceva spesso male. Di solito ero io quella che si prendeva cura di lei quando succedeva. Una volta tornò piangendo al Last Drop. Aveva un ginocchio sbucciato, proprio come quello" Vi indicò con gli occhi la sua stessa gamba.
"Tentai di calmarla mentre la fasciavo. Aveva tutti gli occhi gonfi" da quelle parole sgorgava così tanta dolcezza e affetto. "Prima di lasciare la stanza, mi chiese una cosa abbastanza strana, 'ho sentito che se mi dai un bacio sulla ferita guarisce prima, sai Violet?'" lo disse provando ad imitare il tono di una bambina. "E così ho fatto. Il suo sorriso lo ricordo come se fosse ieri."

Oh. Nulla l'avrebbe preparata mai abbastanza a quello che Vi le disse. Grazie alle sue parole, Caitlyn s'immaginò perfettamente la scena; anche se fu arduo per lei separare Jinx da quell'entità indifesa di cui l'altra le aveva spesso parlato, ma ecco la lì, nella sua mente: una bambina minuta, con i capelli blu arruffati e le lentiggini che, come tutti i bambini, giocava, si faceva male, piangeva.

Ma ciò che davvero la fece rimanere di sasso fu Violet. Aveva assunto che Vi fosse un nomignolo, al massimo un nome d'arte non un'abbreviazione. Sui documenti della prigione era già tanto che ci fosse scritto qualcosa, ma la zaunita non lo aveva mai nemmeno sottointeso o accennato. Probabilmente, da quando era arrivata a Piltover, era la prima volta che condivideva quell'informazione. Arrivare a quella realizzazione le riempì il cuore di gioia.

"Violet" sospirò tra le labbra. Sollevo dolcemente la gamba mettendo una mano dietro al polpaccio, si avvicinò e schioccò un lieve bacio sulle bende che cingevano il ginocchio. Quando il loro sguardo s'incrociò, fu chiaro che Vi non l'era lasciato scappare. Era un gesto intenzionale, un atto di fiducia.

"Grazie per avermene parlato" disse mentre si alzava dal pavimento. Guardò nuovamente l'ora, erano l'una e mezza di notte "è tardi. Ti accompagno a letto?", le offrì una mano per aiutarla ad alzarsi. Lei annuì e basta. Afferrò la mano di Caitlyn e si sollevò, appoggiandosi a lei per percorrere quella decina di passi che le dividevano dal divano al letto.

±

Angolo dell'autrice: dunque il mio computer mi ha abbandonato ufficialmente, e con lui i successivi capitoli della ff. Dire che la cosa mi ha amareggiato è dire poco, ma ho ricominciato a scrivere da capo i pezzi persi, quindi l'aggiornamento non dovrebbe tardare più di tanto. Alla prossima!
   
 
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