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Autore: striscia_04    19/12/2021    3 recensioni
“Fanfiction partecipante al Christmas Countdown 2021, indetto dal forum FairyPiece-Fanfiction&Images”
Natale è il periodo più magico e lieto dell'anno. Ma il Natale non è solo canzoni, banchetti, regali e decorazioni; è anche un periodo da trascorrere con la propria famiglia o con le persone a cui si vuole bene.
Non tutte le famiglie, però, sono sempre allegre e felici, e spesso le rimpatriate possono portare a litigi o incomprensioni.
Scopriamo come trascorrono il Natale, gli ormai adulti membri di Fairy tail e come, soprattutto, lo trascorrono i loro figli, tra canzoni, regali, mercatini e piste di pattinaggio.
Genere: Drammatico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuova generazione, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno: 19 dicembre
N. pallina: 2
CITAZIONE: A Natale dovremmo essere più bravi, non più stupidi! (Carl William Brown)
SITUAZIONE: A crede ancora a Babbo Natale, toccherà a B svelargli/le la verità.
PROMPT: Biscotti

Afferrandola per il manico si portò la tazza alla bocca, e subito la leggera vampata di calore gli inebriò il volto. Soffiò per raffreddarne il contenuto prima di poggiare le labbra sul bordo e risucchiare una discreta quantità di liquido. Esso gli riempì le guance e gli procurò un’irresistibile sensazione di piacere e calore: la bevanda dolce e tiepida fu sospinta, dalla lingua, in tutta la bocca così che ogni piccola parte di essa potesse gustarsela, dopodiché la ingoiò, beandosi del calore che iniziava a trasmettergli in tutto il corpo.
Sì, era proprio un perfetto pomeriggio per rimanere seduto in casa, al calduccio sotto una morbida coperta di Pail a sorseggiare una gustosa cioccolata calda.
Non che lui avesse bisogno necessariamente di riscaldarsi, non soffriva il freddo grazie alla sua condizione di essere inumano, ma non per questo non gradiva i confort del mondo terreno o non provava sensazioni come la gioia o la pace.
Si sorprese come un semplice liquido composto da cioccolato fuso e marshmallow potesse infondergli tutta quella serenità e quella calma. Ma forse non dipendeva solo da quello, tutto in quel periodo riusciva a mettere allegria, dalle decorazioni appese in tutta casa, al meraviglioso albero di Natale che troneggiava in salotto, alla prima neve d’inverno, che aveva deciso di scendere proprio quella mattina, al fatto che in quel periodo di festa ci fosse veramente un qualcosa di magico che rendeva tutto il mondo più bello e felice.
E pensare che un tempo non avrebbe creduto di ritrovarsi a festeggiarlo ancora, non pensava gli fosse possibile vista la brevità della sua vita e la fatica di riuscire a rimanere ancorato a quel mondo, che ogni giorno tentava di rendere vani i suoi sforzi e contro cui ogni giorno lottava per rimanere ancora in vita.
Era stata una dura lotta, perpetrata negli anni, in un luogo che non gli apparteneva, impossibilitato a tornare a casa, con solo i suoi sensi di colpa a fargli compagnia e a ricordargli ogni giorno che lui il diritto a continuare a vivere non lo meritava, che era lui la causa delle sue stesse sofferenze, che non importava quanto le sue azioni fossero state a fin di bene: aveva ignorato e volutamente infranto le regole e doveva pagare!
A pensarci adesso si chiedeva dove avesse trovato la forza per resistere e combattere contro la propria non esistenza, che si faceva sempre più vicina. Quando si era unito a Fairy Tail le cose erano migliorate, stare in un luogo dove si sorrideva, in mezzo ad un branco di casinisti combina guai aveva alleviato di molto la sua pena; ma certo non l’aveva cancellata.
Poi però tutto era cambiato, l’aveva incontrata, ne era stato semplicemente terrorizzato, -aveva temuto che scoprisse la sua vera identità, che cominciasse a fare domande, ma soprattutto temeva la sua vicinanza perché le ricordava troppo il suo passato, e lui era finalmente riuscito a voltare pagina-.
Si era chiesto perché, proprio in quel momento quando la sua vita stava per finire era dovuta comparire quella ragazza dai lunghi capelli biondi, con gli occhi color nocciola e un sorriso raggiante; l’ennesima beffa del destino.
Eppure, era stata proprio quella maga degli Spiriti Stellari, che con il suo amore verso di loro era riuscita a riscrivere le leggi che governavano il loro Mondo e a dargli una seconda possibilità.
Se adesso lui, Leo o Loki, come lo chiamavano gli amici, poteva dire di aver ripreso a vivere sia come persona sia come Spirito il merito era solo di Lucy.
L’aveva aiutato, non si era arresa di fronte al divieto imposto, non lo aveva giudicato colpevole della morte di Caren, ma lo aveva supportato e perdonato. Lo aveva incitato a vivere e lo aveva riportato a casa.
Loki gli sarebbe stato sempre fedele, grazie a lei non solo la sua vita era ricominciata, ma lui non avrebbe potuto desiderare una padrona migliore.
Era quindi stato felicissimo quando si era sposata e aveva messo su famiglia, - certo prima del matrimonio aveva pianto fiumi di lacrime e raccontato una marea di stupidaggini sul perché lui fosse un marito migliore di Natsu, ma alla fine aveva smesso, non poteva continuare a fingere di non essere felice per la sua amica-.
Perché lo era veramente e lo sarebbe sempre stato. Era felice di poter essere uno Spirito Stellare con una padrona tanto buona e compassionevole, -forse un po' marrana, qualche scappatella gliela poteva perdonare ogni tanto-.
Era felice di poter vivere in quella bella casetta vicino Magnolia con la sua padrona, ed era felice di essere considerato parte integrante della famiglia.
Teneva a tutti quanti da Natsu e Lucy, ad Happy e Charle, ai suoi fantastici nipotini.
Si, perché era diventato zio!
Quell’idiota di Natsu che per certe cose era proprio un babbeo era riuscito non solo a sedurre Lucy, -Loki ancora si interrogava su come ci fosse riuscito-, ma ancor più titanica doveva essere stata l’impresa di spiegargli come far nascere i bambini e trascinarlo a letto.
Chissà, forse una volta compresa la procedura era stato pure felice di attuarla, e Loki di questo era ancora un po' geloso. Quello stolto che non sapeva neanche cosa volesse dire flirtare era riuscito nella magna impresa di non avere un unico figlio, ma ben due!
Per prima era nata Nashi: era una ragazzina adorabile, la copia sputata di sua madre, almeno in volto, perché per il resto aveva ereditato dal padre sia i capelli rosa sia quel carattere battagliero, focoso e attaccabrighe.
Ultimamente da quando era entrata nella fase adolescenziale era intrattabile, bastava una parola e ti ritrovavi un artiglio infuocato stampato in faccia e un viaggetto al pronto soccorso non te lo toglieva nessuno.
Loki lo aveva imparato a sue spese quando una volta aveva provato a convincerla ad indossare un vestito un po' più femminile. Certo, si aspettava rifiutasse, ma non che bruciasse il suo regalo e con un pugno scagliasse lui fuori di casa, a finire con la testa conficcata nel tronco di un albero.
Poi era nato Nash, per lui lo Spirito del leone aveva sempre dimostrato un’attenzione maggiore. Il motivo era principalmente uno: il piccolo non aveva ereditato la magia paterna e non sembrava portato per apprenderla, così Lucy aveva deciso di insegnargli la sua e lui era stato ben felice di fargli da mentore.
Piano piano si erano avvicinati e Leo doveva ammettere che stare con quella copia di Natsu in miniatura dai capelli biondi gli piaceva tanto.
Nash era un ottimo allievo: attento, coscienzioso e sempre disposto ad imparare cose nuove. Era anche molto intelligente per la sua età e dotato di un’ottima attitudine con la magia degli Spiriti, al punto che all’età di soli sei anni era in grado di evocare ben due portali dello Zodiaco.
Si chiedeva cosa sarebbe stato in grado di fare quando fosse cresciuto.
Ma non era solo la magia ad averli avvicinati, con Nash poteva parlare di qualunque cosa; quindi, anche argomenti un po' più ‘spinti’ erano oggetto di molte conversazioni.
Il bambino aveva subito mostrato attenzione a tali discorsi al punto che lo aveva supplicato di insegnargli ‘l’arte della conquista del gentil sesso’.
Lui era stato riluttante a spiegarglielo, ma l’altro aveva così insistito che alla fine non era stato in grado di dirgli di no. Ne aveva chiaramente pagate care le conseguenze e aveva capito che il tempo passato come madre aveva reso Lucy, si una donna ancor più attraente, ma anche molto più spaventosa.
Aveva ancora gli incubi di quando lo aveva richiamato e aveva preso a rincorrerlo per tutta la casa con in mano un ventaglio gigante, che poi gli aveva fracassato sulla testa.
Sorrise, nonostante il ricordo non fosse molto piacevole e tornò a degustarsi la cioccolata.
“ZIO LOKIII! BUAAAH!”
Il silenzio e la calma scomparvero quando la minuta figura dai capelli d’oro appuntiti varcò la soglia della cucina e si fiondò in lacrime sul petto dello spirito, rischiando di farlo strozzare e di fargli rovesciare la bevanda.
Fece forza su tutto il proprio autocontrollo e riuscì ad ingoiare, mentre poggiava la tazza sul tavolo.
“Coff… Coff… N-Nash, si può sapere che ti prende?”
“BUAAAAH! Nashi… whaaa!... Ha beddo de non desisde… BUAAAAAAAAHHHHH!”
Richiamata dagli strepiti e dal pianto anche Lucy si fiondò in cucina, e preoccupata si avvicinò al ragazzo che teneva in braccio il suo bambino ancora in lacrime, nonostante il suo zietto cercasse in tutti i modi di calmarlo.
“Che succede? Perché piange?”
“Non ne ho idea. Non vuole dirmelo.”
Preoccupata Lucy si chinò in modo tale che la sua testa fosse alla stessa altezza di quella del figlio: “Nash, tesorino, che succede? Perché piangi?”
“MAMMA!” urlò il piccolo avvinghiandosi con le manine al collo della madre, che prontamente lo sollevò mettendoselo in collo.
“Allora, vuoi dirmi cosa ti è successo che ti ha fatto piangere a questo modo?” chiese una volta che il piccolo si fu sfogato.
“Sing… sing… è golpa de Nashi!”
“Colpa di Nashi? Perché, cosa ti ha detto tua sorella?”
“Ha detto che… ha detto che… ha detto che Babbo Natale non esiste! Buaaah!”
“Su, su non piangere Nash.” cercò di consolarlo la madre, mentre con gli occhi inviava un messaggio di aiuto a Loki.
“Sicuro di non aver capito male?” chiese quest’ultimo.
“NO! Lei ha detto questo! È una bugiarda! Babbo Natale esiste! È lui che mi porta tutti i regali ogni Natale ed è vero che fa il giro del mondo in una sola notte!”
“Su Nash, adesso cerca di calmarti. Sono sicura che Nashi non voleva farti arrabbiare.” disse Loki. “Zio, ma tu ci credi, vero? Babbo Natale esiste?! E si trova con le sue renne e i suoi elfi alla fabbrica nel Polo nord di Earthland, vero?”
Loki deglutì, sapeva che un giorno quella questione sarebbe venuta fuori, ma sperava che Nash fosse un po' più grande e soprattutto sperava che fossero i suoi genitori a dargli una risposta.
Il silenzio si era impadronito della stanza, e questo non faceva altro che peggiorare la situazione. Sul volto del nipotino poteva scorgere aumentare ogni secondo la delusione e la tristezza, oltre alle lacrime, doveva intervenire in fretta!
“Tesoro ascolta.” si intromise Lucy, “Adesso chiamiamo Nashi e ci facciamo spiegare come mai avete litigato.”
“Ma non avete ancora risposto.” protestò il piccolo, “Una volta chiarito il malinteso lo zio Loki ti spiegherà ogni cosa.”
“NASHI DRAGONEEL! VIENI SUBITO QUI SIGNORINA!” riecheggiò l’urlo adirato di Lucy e subito dopo si avvertì il suono di passi avanzare verso la cucina.
Nashi varcò la porta con un’espressione furente, ma essa si trasformò in preoccupazione quando vide la stessa emozione dipinta sul volto della madre, e istintivamente abbassò la testa.
“Esigo una spiegazione! Perché tuo fratello piange?”
“Perché è un frignone?” rispose la rosata, ghignando e sollevando le mani ai lati del busto in una chiara rappresentazione di scherno.
“Non sono un frignone!” urlò offeso il diretto interessato, “Si che lo sei!” rispose acida la sorella.
“Adesso basta voi due.” disse Loki mettendosi in mezzo ai ragazzi prima che gli venisse in mente di iniziare ad azzuffarsi.
“Tu che vuoi? Non sono affari tuoi zio Loki!”
“Vedi di darti una calmata Nashi.” gli rispose severo l’uomo, ma in tutta risposta ottenne un’occhiataccia.
“NASHI!” tuonò Lucy facendola sussultare, “Esigo una spiegazione! E guai a te se oserai rispondere nuovamente a Loki in quel modo.”
“Tsk, e va bene.”, “Cosa devi dire a tuo zio?” continuò la bionda incrociando le braccia.
L’altra abbassò la testa imbufalita, i pugni contratti e i capelli spettinati che tendevano a sollevarsi leggermente; poi il suo corpo si rilassò, abbassò le braccia e fissando suo zio negli occhi disse: “Mi dispiace zio Loki, scusa.”
“Ecco brava. Ora spiegami cosa hai detto a tuo fratello che lo ha fatto piangere.”
“Quella che dovrebbe piangere sono io!” sbottò la ragazzina fissando furiosa suo fratello, che corse a rintanarsi sulle ginocchia della madre.
“Che vuoi dire?” chiese Leo sorpreso,
“Dico che è colpa di quel mangione se mi sono arrabbiata.”
“Perché, che cosa ha fatto?” domandò Lucy abbassando lo sguardo verso il figlio, che in tutta risposta nascose il volto nel suo seno.
“Avevo impiegato ore a cucinare quei biscotti. Finalmente ero riuscita a farli per bene, mi sono allontanata un attimo e quando sono tornata erano spariti.”
“Nash hai mangiato tu i biscotti di Nashi?” chiese Loki, “Certo che no!” urlò il bambino offeso.
“No, non li ha mangiati! Quello scemo ha pensato bene di fregarmi i biscotti e di metterli su un piatto vicino al camino…”
“Volevo solo offrirli a Babbo Natale!” si difese il biondo, pronto a scoppiare a piangere per colpa dell’insulto della sorella.
“Ecco, appunto sentite qua che scusa ridicola e stupida ha tirato fuori per…”
“Nashi adesso falla finita.” la zittì Lucy, “Ma è vero ha usato questa stupida scusa e sta facendo questa assurda scenata perché non vuole finire nei guai!”
“Nei guai? Che cosa hai fatto Nash?” domandò Loki ormai non troppo sicuro dell’innocenza di suo nipote.
“Vi ho detto che non ho fatto niente, io non lo sapevo!”
“Sapevi cosa?” chiese Lucy.
“Lo vedi mamma che sta raccontando una marea di balle, solo perché non vuole prendersi la responsabilità delle sue azioni!”
“Io non ho evocato Plue, te l’ho già detto, deve essere uscito da solo! Ed è stato lui a mangiare i tuoi biscotti!”
“Ma fammi il piacere! So benissimo che mi hai fregato i biscotti e con il tuo stupido Spirito Stellare te li sei mangiati!”
“Nashi non insultare gli Spiriti in presenza di tuo zio!” gli urlò Lucy e solo in quel momento la ragazzina si rese conto della gravità delle sue parole.
Lentamente, cercando di non farsi scorgere, sollevò lo sguardo verso Leo, che dal canto suo la guardava addolorato e forse un po' offeso.
La rosata si sentì stringere il cuore alla vista di quell’espressione e senza perdere tempo si fiondò su suo zio e lo strinse in un abbraccio.
“Mi dispiace zio Loki non volevo insultarti, non penso che siate stupidi.”
“Tranquilla, lo so. Sei solo nervosa.”
“Si, ed è colpa sua!” disse indicando con il dito il fratello, che dal canto suo si infiammò per l’ennesima accusa.
“Sei tu che dici le bugie! E poi non insultare i miei zietti, sono fantastici e la stupida sei tu!” urlò facendogli la linguaccia.
“Come ti permetti!” gridò l’altra e veloce lo afferrò per la maglietta pronta a picchiarlo, ma sua madre le bloccò il braccio a mezz’aria.
“Ti ho già spiegato che non voglio che picchi tuo fratello.”, “Tanto voi siete sempre dalla sua parte anche quando la vittima sono io! Se ci fosse papà darebbe ragione a me!” disse e scollandosi la mano di sua madre dal polso corse imbufalita verso le scale, le salì a corsa una ad una e giunta al piano di sopra, i tre poterono solo udire la porta della sua stanza chiudersi con un tonfo.
“Uff, perché quella ragazzina è così complicata?” si chiese Lucy,
“E’ solo arrabbiata, gli passerà.” cercò di confortarla Loki.
“Si, ma non può sempre reagire così quando è adirata.”, “Stiamo pur sempre parlando della figlia di Natsu…”, “Guarda che Nashi è anche mia figlia!”
“Lo so, non volevo dire questo… volevo dire che ha ereditato quei tratti del suo carattere, ma sono certo che crescendo si calmerà.”
“Si, ma deve comunque imparare la lezione.”
“Prova a parlarle, forse ti spiegherà perché ci teneva tanto a quei biscotti.”
“Si, adesso vado.”
Lucy uscì dalla stanza e Loki stava quasi per seguirla quando due manine gli si avvinghiarono alla manica dello smoking. Voltandosi vide Nash con le lacrime agli occhi: “Non ho evocato io Plue, è lei che si è arrabbiata. Non è colpa di Babbo Natale se gli piacciono i biscotti.”
Sorrise di fronte a quell’ingenuità tipica dell’infanzia, ma presto esso si afflosciò.
E’ ora di trattare questo argomento. Ormai non si può più nascondere la verità.
“Nash, ti va se ci sediamo e facciamo una chiacchierata?”
Il piccolo però scosse la testa e si fece indietro, “Tranquillo non voglio rimproverarti.” cercò di calmarlo, ma il bimbo continuò ad allontanarsi.
“Lo so.”, “E allora di cosa hai paura?”
“Tu mi dirai quello che mi ha detto Nashi, vero?”
“E cosa ti ha detto tua sorella?”
A natale bisogna essere più buoni, non più stupidi! Ha detto che solo un ingenuo come me poteva credere ancora all’esistenza di Babbo Natale. Che se lo avessi detto in giro Rin e gli altri mi avrebbero preso in giro. E che avrei dovuto portare più rispetto per le sue cose e comportarmi da bravo bambino, e non inventare stupide scuse.
Zio Loki, dimmi la verità: Babbo Natale esiste?”
A quella domanda l’uomo si pietrificò deglutendo, fissò suo nipote cercando di non tradirsi con lo sguardo, ma il bambino ormai aveva capito e dai suoi occhi ripresero a sgorgare fontane.
“BUUUAAHHH! PERCHE’ NON ESISTE?! E CHI MI PORTA I REGALI? E I BISCOTTI CHE GLI PREPARO TUTTI GLI ANNI CHI LI MANGIA? E CHI LEGGE LE MIE LETTERINE?”
“Nash, su cerca di calmarti…”
“NOO! BUGIARDI! SIETE SOLO DEI BUGIARDI! LUI ESISTE E SI TROVA AL POLO NORD E VIVE NELLA SUA BELLA FABBRICA CON LE RENNE E GLI ELFI!”
“Nash, per favore fammi parlare.”
Il piccolo però si portò le mani alle orecchie e prese a gridare: “TANTO NON TI ASCOLTO, NON SENTO! LA LA LA!”
“NASH! Falla finita!” gli urlò Loki, pentendosi subito del gesto: non era il caso che gli si rivolgesse con tono tanto duro, d'altronde era solo un bambino di sei anni.
Nash lo fissò arrabbiato, ma non riprese a piangere, stette zitto e attese l’ennesimo rimprovero. Esso però non arrivò e prima che potesse fare o dire altro fu avvolto in un grande e caldo abbraccio.
“Adesso provo a spiegarmi, prometti che non scoppierai a piangere e che mi ascolterai?”
Il piccolo si separò dall’adulto e scuotendo la testa in segno d’assenzo si mise a sedere sulla sedia.
“Devi sapere che quello che ti ha detto Nashi è vero, ma solo per metà.”
“Che vuol dire?”
“Tu ogni anno ricevi un mucchio di regali, ma essi non vengono prodotti al Polo Nord. I tuoi rigali vengono comprati nei negozi o fatti a mano.”
“Quindi gli elfi di Babbo Natale non esistono?”
“No, non esistono. Così come non esiste un vecchio baffuto di nome Babbo Natale…” vide il volto del bambino scurirsi di nuovo, e fu grato che questa volta riuscisse a non scoppiare in lacrime: “Babbo Natale come lo conosci tu non esiste, ma i tuoi regali li porta effettivamente una persona, questa persona è il tuo papà.”
“Quindi il mio papà è Babbo Natale!” esclamò il biondo con la bocca spalancata, “Diciamo di sì. Tutti i bambini hanno un loro Babbo Natale e avvolte anche una Mamma Natale, che lavorano faticosamente tutto l’anno e durante il periodo di Natale comprano o confezionano i loro regali ai bambini.”
“Zio Loki, ma allora tutti gli anni sono il mio papà e la mia mamma che mi fanno i regali! E le mie letterine che fine fanno?”
“V-vengono lette da mamma e papà, che poi le conservano nei loro studi e da cui possono sapere quali sono i regali che vuoi.”
“Sing… quindi non vengono mai spedite? E al Polo Nord non abita nessuno, e le renne volanti esistono?”
“Più o meno, nei luoghi del nord esiste un particolare tipo di renna, conosciuta come renna artica e una parte di esse possiede sopra il busto un paio di grandi ali con cui possono spiccare il volo, ma nessuna di esse è troppo forte per trainare in volo una slitta.”
“Ok, ma allora perché mi avete preso in giro tutto questo tempo?”
“Non ti abbiamo preso in giro, semplicemente sembrava più magico raccontartelo così.”
“E mi avete preso in giro!” protestò offeso Nash, “Diciamo che abbiamo solo colorato la realtà.”
“E quando avevate intenzione di dirmelo?”, “Quando fossi stato abbastanza grande e pronto ad ascoltarci.”
“Io sono grande! E non sono stupido!”
“Nessuno ha mai detto il contrario.”, “Nashi lo ha detto!”
“Sono sicuro che lo ha detto solo perché era arrabbiata e non lo pensava veramente.”
“Va bene, ma io il Natale non lo festeggio più!”
“Perché?” chiese Leo tra il sorpreso e l’esasperato.
“Perché non ha senso fare tutta questa festa per ricevere dei regali, posso chiedere direttamente ai miei genitori cosa voglio come regalo.”
Loki lo afferrò per le spalle e lo tenne sollevato in aria, guardandolo con serietà, poi sorrise: “Nash, il Natale non sono solo regali. Il Natale è un periodo dell’anno bellissimo e magico. Durante questa festa possono succedere tantissime cose che non ci aspetteremmo e questo perché è un momento che passiamo in famiglia ad aiutarci e a sostenerci, a ridere e scherzare insieme. I regali sono solo una piccolissima parte di questa festa e nemmeno quella più importante. Capisci quello che voglio dire?”
“Credo di sì. Devo farmi perdonare da Nashi per avergli rubato i biscotti, ci teneva tanto, li aveva preparati per papà.”
“Per Natsu?”
 
Lucy bussò alla porta della figlia: “Nashi sono io. Posso entrare?”
Non udì alcuna risposta, ma poggiando la mano sul pomello si rese conto che non era chiusa a chiave.
Aprendola leggermente, abbastanza da permettergli di entrare, prese a scrutarsi in torno alla ricerca della figlia. La vide girata di spalle, verso il muro, seduta sul suo letto mentre fissava il cielo nuvoloso dalla finestra.
“Possiamo parlare?” chiese Lucy, ma ancora niente.
“Nashi, andiamo non puoi fare tutte queste storie per dei biscotti. Se vuoi possiamo scendere e rifarli insieme.”
“Volevo regalarli a papà.” bisbigliò la rosata e Lucy si sentì gelare.
“Oh Nashi, perché non me lo hai detto?”
“Doveva essere una sorpresa, papà finalmente stasera torna a casa dopo un anno e io volevo preparargli qualcosa di speciale. Ci ho messo giorni per cercare tutti gli ingredienti utili per preparare i Biscotti Ignei, sai quelli che appena li mangi ti va a fuoco la bocca?! A papà piacciono tantissimo e io volevo prepararglieli con le mie mani, ma quello stupido ha rovinato tutto!”
“Su, non fare così.” cercò di consolarla la madre sedendosi accanto a lei, mentre con una mano gli carezzava la testa. “Sono sicura che tuo fratello non voleva mancarti di rispetto.”
“Ma lo ha fatto, e oltre tutto mi ha preso pure in giro! Non posso credere che alla sua età creda ancora a Babbo Natale!”
“Tesoro Nash è diverso da te, ha le sue idee, i suoi sogni e non è giusto che tu lo critichi se crede in qualcosa di diverso da te.”
“Ma quello in cui crede non esiste!”, “Lo so, ma non ha senso accanirsi contro di lui per questo motivo. Tuo fratello non fa nulla di male se mette i biscotti vicino al caminetto, se scrive la letterina o se aspetta fino a sera che Babbo Natale scenda dal camino. Anche tu lo facevi alla sua età.”
“Ed ero un’illusa!”, “Perché dici così?”
“Aspettavo tutta la notte l’arrivo di un vecchio inesistente, che tanto non esaudiva mai il mio desiderio! È ovvio che abbia smesso di credere in lui!”
“Di che parli Nashi, cos’è che non hai mai ricevuto?”
“Ogni anno, anche se non lo scrivevo io volevo solo una cosa: volevo stare tutti i giorni con papà, volevo che non se ne andasse chissà dove e sparisse per mesi. E poi quando tornava uno-due mesi e poi via di nuovo. Io volevo solo che lui rimanesse con me, ma non succedeva mai!”
“Perché non me lo hai mai detto?” chiese Lucy, “Voi avete sempre avuto tante cose da fare e poi mi vergognavo!”
“Ti vergognavi?”, “Si, mi vergognavo! In confronto a Reiki o a Drake o Star, il mio papà è sicuramente più presente, non mi sembrava giusto lamentarmi!”
“Oh, tesoro.” disse Lucy con gli occhi rigati dal pianto, “Mi dispiace così tanto se ti abbiamo messo in secondo piano. Scusami se non me ne sono mai accorta.”
“Tu non c’entri mamma, io voglio che sia papà a dirmi questo!” disse lei, senza però rifiutare l’abbraccio di sua madre.
“Sono certa che una volta spiegata la situazione, anche lui capirà e rimarrà a casa molto più spesso. E se anche questo non bastasse, lascia fare a me saprò convincerlo!” disse la donna con un’espressione assatanata dipinta in volto e il pugno alzato.
“O-ok, m-mamma.” farfugliò Nashi, allontanandosi leggermente.
“Adesso andiamo, sono sicura che troveremo il modo di rifare i tuoi biscotti.”
“Va bene.” disse la giovane e finalmente un sorriso sincero le comparve in volto.
 
“Cosa stai facendo?” chiese Nashi a suo fratello, una volta giunta in cucina.
Il biondo, infatti indossava un lungo cappello da cuoco alto quasi quanto lui, aveva in mano un mestolo e una ciotola ripiena d’impasto per dolci, che stava proprio in quel momento girando. Vicino a lui c’era Plue, che però aveva stranamente cambiato colore e da bianco era diventato rosso aragosta.
“Si può sapere cosa gli è successo?” chiese la rosata, “Te lo avevo detto che li aveva mangiati lui. I Biscotti Ignei gli fanno questo effetto.” rispose tranquillamente il fratello.
Nashi abbassò la testa incapace di sostenere lo sguardo di suo fratello: “Mi dispiace per quello che ti ho detto.”
“Non fa niente, avevi ragione tu. Mi stavo coprendo di ridicolo.”
“No, Nash non è vero. Sono io che mi sono comportata da sciocca e me la sono presa con te. Mi spiace che tu l’abbia scoperto così.”
“Non è mica la fine del mondo.” disse il biondo lasciando sua sorella a bocca aperta.
“Ma ci credevi così tanto e ci tenevi! Come hai fatto a cambiare idea?”
“A che mi serve credere in Babbo Natale, quando ho un papà fantastico e una sorellona altrettanto fantastica! Io voglio trascorrere il Natale insieme a tutti voi, non con un mucchio di regali.”
“Oh, Nash.” sorrise e gli corse in contro abbracciandolo forte, “Sei proprio uno sciocchino.”
“Guarda che la tonta sei tu! Il divano non l’ho mica bruciato io l’estate scorsa.”
“Ehi, avevamo detto che non ne avremmo più parlato! E comunque tu hai allagato la casa un mese fa!”
“Non sono stato io, è stata Aquarius!”
“Allora, come procede la preparazione dei biscotti?” disse Loki spuntando dalla dispensa.
“Oh, giusto! Presto finiamo di prepararli, così per quando papà tornerà saranno pronti.” disse Nash.
“Lo sapevi?” chiese sorpresa la sorella, “Certo che lo sapevo. Per questo adesso devo sbrigarmi a rimediare ai disastri di Plue. Ma tranquilla, non li mangerà di nuovo, credo abbia imparato la lezione.” disse scoppiando a ridere, mentre con l’indice indicava il piccolo esserino tremolante che ancora emanava fumo nero dalla bocca.
Contenti i due si misero a cucinare sotto lo sguardo attento di Lucy, terminarono dopo mezz’ora e misero a cuocere i dolcetti, poi a tarda sera qualcuno rincasò.
“SIAMO TORNATI!” urlarono due voci, una più rauca e cupa, e l’altra più acuta e stridula.
“PAPA’!” gridarono Nash e Nashi correndo ad accogliere il genitore sulla porta.
Il rosato fu travolto da due furie scatenate e ricadde indietro sotto il peso dei suoi due figli.
“Nash, Nashi, cavoli quanto siete cresciuti.” sorrise il Dragon Slayer.
“Alla buon’ora.” gli rispose una voce sulla porta.
“Lucy!” esclamò Happy, volando ad abbracciarla, “Ciao Happy.” le sorrise quest’ultima.
“Ehi Lu. È passato un po'.” disse Natsu, “Puoi dirlo forte.” gli rispose la donna, e Natsu comprese dal suo tono che lo attendeva un’altra ramanzina.
Ma prima che la donna potesse iniziare a rimproverarlo una mano lo afferrò per un braccio e prese a trascinarlo via.
“Papà, papà, vieni devo farti vedere una cosa.” disse Nashi.
“Ok, arrivo, arrivo.”
I due entrarono in salotto e Nashi gli porse il piatto con dentro i biscotti.
“Wow, ma questi sono Biscotti Ignei! Dove li hai trovati, credevo non venissero più prodotti!”
“Infatti, li ho preparati io!”
“Tu, d’avvero! Devo subito assaggiarli!” gioì l’uomo, ma prima che potesse afferrarli la ragazza ritrasse il piatto.
“Che succede? Non sono per me i biscotti?” chiese sorpreso il padre.
“No, questi sono i biscotti per Babbo Natale. Ma glieli darò solo ad una condizione.”
“Una condizione? E sentiamo quale sarebbe?” chiese il padre sorridendo.
“Voglio che Babbo Natale, il mio Babbo Natale mi prometta una cosa.”
“Di che cosa si tratta?” domandò il genitore sempre più curioso.
“Deve promettermi che non se ne andrà mai più per così tanto tempo, che tornerà più spesso a casa e che passerà più tempo con me e con mio fratello.” rispose seria la ragazzina, e il sorriso scomparve dal volto di Natsu.
“Nashi, ecco io, mi dispiace… non volevo… c’è un modo perché possa rimediare?”
“Te l’ho appena spiegato.”
“E facciamo caso Babbo Natale non riuscisse ad esaudire questa tua richiesta: cosa succederebbe?”
“Semplice non riceverebbe i biscotti e finirebbe in pasto a Mamma Natale.”
Natsu deglutì a quell’ultima parte, voltandosi vide Lucy che lo stava fulminando con lo sguardo e comprese da quell’occhiataccia che doveva rispondere adeguatamente alla richiesta di sua figlia, o ne avrebbe pagate care le conseguenze.
“Bene.” disse, infine, con il solito sorriso in volto, “Allora Babbo Natale ti promette che realizzerà tale richiesta.”
“Finalmente.” disse Nashi asciugandosi una lacrimuccia, “Adesso puoi mangiare i biscotti.”
“D’accordo, ma prima devo fare una cosa.”
“Che cosa?”
“Lucy, Nash, Happy potreste venire un attimo qui?”
Al richiamo i tre si avvicinarono e Natsu raccolse tutti in un grande abbraccio: “Siete la migliore famiglia che qualcuno possa desiderare. Prometto di essere più presente d’ora in poi.”
“Va bene, sei perdonato.” sorrise Lucy, “Evviva, così adesso trascorrerò il tempo sia con zio Loki, sia con il mio papà.” gioì il bambino.
“Ecco i tuoi biscotti.”, “Grazie tesoro, non vedevo l’ora di mangiarli.”
Loki sorrise alla vista dei quattro che ridevano spensierati, poi una zampetta gli tirò la manica del giacchetto. Voltandosi si ritrovò vicino Plue, che sollevata una zampetta disse: “Puu Puun.” e poi scomparve.
“Hai proprio ragione, questa festa è davvero magica.” disse Loki, prima di unirsi al resto della famiglia.


Nota d’autore: ecco il secondo capitolo della challenge! Questa volta si parla della famiglia Dragoneel!
Non ho mai scritto una fiction sulla Nalu, anche se in realtà tratta più dei loro figli, che della coppia in se. Inoltre, Loki è un personaggio, che per quanto apprezzo non ho mai citato o trattato nelle mie storie. Quindi, essendo la prima volta spero di essere riuscita a descrivere adeguatamente il personaggio.
Io melo immagino come lo zietto amorevole, legato al piccolo Nash, a cui insegna anche atteggiamenti piuttosto discutibili e per cui viene spesso ripreso da Lucy.
Nashi, invece, per quanto in questo capitolo mi sia soffermata su un lato del suo carattere non proprio positivo, la vedo più come una ragazzina allegra e rissosa, ma con il sorriso sempre dipinto in volto. Natsu è il classico papà alla Goku, per le sue avventure lascia sempre moglie e figli, ma lo vedo comunque leggermente più maturo di Gildars, perché comunque comprende di dover essere più presente nella vita dei suoi figli.
Spero che questo secondo capitolo vi piaccia e che lo leggerete con piacere, magari lasciando anche una recensione.
P.S. Ho citato qui alcuni personaggi che compariranno nei prossimi capitoli, come protagonisti o come comparse.
 
   
 
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