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Autore: striscia_04    18/12/2021    3 recensioni
“Fanfiction partecipante al Christmas Countdown 2021, indetto dal forum FairyPiece-Fanfiction&Images”
Natale è il periodo più magico e lieto dell'anno. Ma il Natale non è solo canzoni, banchetti, regali e decorazioni; è anche un periodo da trascorrere con la propria famiglia o con le persone a cui si vuole bene.
Non tutte le famiglie, però, sono sempre allegre e felici, e spesso le rimpatriate possono portare a litigi o incomprensioni.
Scopriamo come trascorrono il Natale, gli ormai adulti membri di Fairy tail e come, soprattutto, lo trascorrono i loro figli, tra canzoni, regali, mercatini e piste di pattinaggio.
Genere: Drammatico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuova generazione, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno: 18 dicembre
N. pallina: 3
CITAZIONE: Non importa cosa trovi sotto l’albero, ma chi trovi intorno. (Stephen Littleword).
SITUAZIONE: A adora le canzoni di Natale ma è stonato come una campana. B (C,D...) non ha il coraggio di dirglielo.
PROMPT: Foto

Con delicatezza, stando attenta ad infilare la forcina nel corto e minuto rametto del vasto albero, portò indietro le mani allentando la presa sull’estremità rotonda della rossa e luccicante pallina di plastica.
Quando fu sicura che l’oggetto era ben agganciato all’abete sorrise rimirando il suo capolavoro completo: lo splendido e gigantesco albero di Natale troneggiava maestoso al centro della sala.
L’albero risplendeva di luce propria prodotta sia dalla marea di lucine rosse e verdi, che lo decoravano da cima a fondo, sia grazie alle lunghe ghirlande rosso acceso che lo attorniavano, sia per sua naturale struttura e colore, - il verde scuro dei rami di quell’abete addobbato o meno le mettevano sempre addosso buon umore. Come se solo la vista della pianta rappresentasse in sé l’essenza stessa della festa e tutte le gioie che ne derivavano-.
“Ehi mamma!” la voce acuta e allegra di un ragazzo riecheggiò in tutta la casa, mettendo fine a quella magica atmosfera di contemplazione. Ma Levy non ne percepì affatto la mancanza, solo sentire il suono della voce di uno dei suoi bambini era immensamente più bello e soddisfacente di ammirare il completamento del suo lavoro.
“Dimmi Gale, tesoro, hai bisogno di qualcosa? Boruto e Nora si sono svegliati?” chiese Levy, mentre un sorriso di ammirazione le illuminava il viso alla vista del suo secondo figlio, che con indosso i suoi spessi occhiali, un maglione verde, - che lei stessa gli aveva fabbricato proprio pochi giorni prima-, un paio di pantaloni spessi, e con i capelli color pece, che presentavano la sua stessa acconciatura e che non tenuti da alcuna fascia solevano svolazzare a destra e sinistra ad ogni suo movimento.
Il ragazzino poggiò con delicatezza sul pavimento tre scatole di cartone e ricambiando il sorriso a sua madre digrignò i denti mostrando i prominenti canini.
“Tranquilla mamma, quei due dormono come ghiri. Sono solo venuto a dirti che ho finito di decorare la cucina con gli addobbi e che ho messo la ghirlanda alla porta.”
“Grazie mille amore sei stato gentilissimo ad aiutarmi.”, “Figurati è stato un piacere, sai che mi piace passare del tempo con te.”
Poi portando lo sguardo oltre la figura di sua madre scrutò con interesse il magnifico abete tutto illuminato da migliaia di luci, angioletti di creta, palline di plastica colorate e la grande stella luccicante, che poggiata sulla punta della pianta, le dava un che di regale.
“Quest’anno ti sei superata con l’albero.” sorrise, mentre si specchiava in una delle palline dorate.
“Volevo che fosse il più bell’albero di Natale di tutti! Questo è il primo Natale dei tuoi fratellini e quello che passeremo tutti e sei come una grande famiglia.”
“Volevi dire sette.”, “Ops, che sciocca che sono, non posso scordarmi di Lily.” disse portandosi una mano alla bocca, in un chiaro segno di imbarazzo, “A proposito, dov’è andato?”
“Dietro a papà e ad Emma. Ha detto che conoscendo quei due era rischioso lasciarli uscire insieme a fare acquisti. L’ultima volta che sono andati a fare la spesa al mercato per poco non distruggevano lo stand del pescivendolo, senza contare che hanno raso al suolo quello della frutta e verdura, del genere alimentare, la parte addetta agli assaggini grat…” si interruppe scorgendo sul volto della madre un’espressione imbufalita.
A quanto pare il ricordo di quel giorno era ancora vivido nella sua memoria, e a giudicare dall’espressione accigliata, dai pugni contratti e dall’ombra demoniaca che le aleggiava intorno Gale comprese che se non voleva far di nuovo dormire sua sorella e suo padre in giardino doveva cambiare subito argomento.
“Ehm, c-comunque t-tranquilla sono solo andati a comprare dei pigiami per Nora e Boruto, non credo che causeranno chissà quali problemi.”
“Lo spero per loro.” rispose secca la turchina, ed il silenzio calò sulla stanza.
Cercando di scacciare la tensione che si era venuta a creare il ragazzo chiese: “Vuoi venire a vedere le decorazioni che ho messo in sala?”
“Volentieri.”
Stava per alzarsi e seguire il figlio nell’altra stanza quando la porta si spalancò con un gran tonfo, producendo un’eco che si riversò in tutta la casa.
“SIAMO TORNATI!” urlò una voce femminile mentre il suono di due paia di scarponi risuonava sul pavimento.
“Sssh! Zitta!” gli bisbigliò Gale mettendosi una mano sul naso.
“Eh? Si può sapere che vuoi? Togliti di mezzo devo mettere i regali sotto l’albero.” disse una ragazza squadrando il moro dall’alto dei suoi due metri, che la rendevano più alta di lui di almeno dieci centimetri. Oltre a ciò, la ragazza presentava una fisionomia più matura, i fianchi sottili, le spalle larghe, le braccia e le gambe presentavano, anche se coperte dal giaccone invernale, un’ampia muscolatura.
I capelli sciolti all’aria risultavano molto simili a quelli del fratello, almeno per quanto riguardava la capigliatura mossa e arruffata, con le due ciocche ai lati del volto. L’unica cosa insolita era il colore: Emma presentava una colorazione dei capelli tendente al viola scuro.
Sia Levy sia Gajeel si erano sempre interrogati su questo particolare aspetto, che riguardava la loro prima genita, all’inizio l’avevano attribuita ad un’ereditarietà genetica derivante dai loro genitori, poi avevano scartato l’idea proponendo la possibilità che quella particolare colorazione fosse un incrocio delle loro. Alla fine, si erano accordati a sostenere quest’idea.
“Emma, tesoro, abbassa la voce. I tuoi fratelli dormono.” la rimproverò bonariamente la madre. “Scusa mamma, ero solo un po' eccitata perché abbiamo trovato un regalo di Natale fantastico.”
“Davvero e di che si tratta?”
“Questa!” varcò la soglia dell’ingresso con passo magistrale Gajeel, con un sorriso a trentadue denti e con in mano una grande chitarra marrone addobbata con tre fiocchetti rossi.
“U-Una c-chitarra?!” balbettò Gale, mentre il suo volto diventava improvvisamente blu.
“E quella da dove spunta?” chiese la donna, cercando di nascondere una certa preoccupazione nella voce.
“Semplice, l’abbiamo comprata.” disse Gajeel, “E per quale motivo?” si fece sfuggire Gale.
“Cos’è non ci arrivi?” lo canzonò la sorella, “Io e papa abbiamo in programma di fare un concerto di Natale durante la festa, che ci sarà la vigilia alla gilda.”
“COSA!” urlarono madre e figlio perdendo sempre più colore, “Faremo un concerto stratosferico cantando tutte le più belle canzoni di natale!” gioì Gajeel ignorando le facce disperate dei due familiari.
Proprio in quel momento varcò la soglia della sala pure Lily. L’Exceed guardò abbattuto il resto della famiglia poi si poggiò vicino a Levy.
“Cos’è questa storia?!” bisbigliò la maga, “Come hai potuto permettergli di comprare quell’affare! Cosa ci sei andato a fare?!” si fece sfuggire con tono troppo alto Gale.
“Ehi fratellino qual è il problema?” chiese Emma sempre allegra, ma allo stesso tempo curiosa di sapere cosa provocasse il malessere del fratello.
“N-niente, è solo che non credo che quest’idea del concerto sia buona.”
“Perché no?” si intromise Gajeel.
“P-Perché… ehm… perché… perché alla gilda ci saranno un mucchio di spettacoli e non so se ci sarà spazio per la vostra esibizione.”
“Ghi hi hi! Tranquillo figliolo lascia fare al tuo vecchio. Risolverò tutto io!” ghignò diabolico Gajeel, facendo deglutire il ragazzo.
“O-Ok.”
“Bene, allora adesso ci aiutate a finire di preparare la casa?” propose Levy, cercando di allontanare l’argomento scomodo.
“Perché? Non avete ancora finito? Da quel che ho visto mi sembra tutto pronto.” disse Gajeel, “Si, la casa è decorata, ma bisogna finire di preparare la cena, il cibo per la festa e va scaldato il latte per i bambini.”
“Oh, ma per quello c’è tempo.” si lamentò Emma, “La festa è tra sei giorni, è presto per la cena ed i due molluschi dormono.” rise al soprannome che aveva trovato per i due gemellini.
“E poi abbiamo una cosa molto importante da fare. E dobbiamo farla tutti.” disse Gajeel.
“E di cosa si tratta?” chiese Levy, che già intuiva dal sorriso beffardo del marito, che la risposta non le sarebbe piaciuta.
“Semplice, io e Emma ci dobbiamo esercitare nei canti di Natale e voi tre dovete farci da pubblico!”
“CHE COSA!” urlarono Lily e Gale al limite della disperazione.
E mentre Levy guardava sua figlia e suo marito sorridere gioiosi non poté trattenere un sospiro di rassegnazione.
“Ok, forza voi tre sedetevi sul divano.” ordinò il capo famiglia, “Ma io in realtà avrei da finire di fare una cosa…” cercò di defilarsi il ragazzo, ma la sorella lo afferrò prontamente per le spalle e lo spinse con forza contro il mobilio.
“No, tu adesso devi ascoltarci ed applaudire.”
Ascoltarvi ed applaudire, certo come no. Sempre se mi rimarranno delle orecchie con cui ascoltare, anche se preferirei essere sordo piuttosto che sorbirmi quello strazio canoro.”
“Bene siamo pronti.” esclamò la maggiore ridestandolo dai suoi pensieri, mentre Levy e Lily si sedevano accanto a lui, anche loro con un’espressione non tanto convinta.
Gajeel cominciò a strimpellare sulla chitarra e quello fu il segnale per Gale di tapparsi le orecchie.
A NATALE PUOIIIII…” prese a cantare Emma e già i timpani di suo fratello presero a bruciare e il suono della voce sgraziata e stonata gli rimbombò in testa.
La canzone durò un paio di minuti, ma al giovane Redfox parvero interminabili ore, quando quello storpio fatto ad una delle sue canzoni preferite cessò, credette di poter tirare un sospiro di sollievo, ma la chitarra riprese a suonare, questa volta la melodia di Jingle bell, e poi Buon natale, a cui seguì Merry Christmas e altre.
“WHAAAAAAAA!”
“BHUUAAAAAAA!”
Il concerto, per somma gioia del suo pubblico, fu interrotto dallo strillo di due vocine provenienti dal piano di sopra. E tutti si chetarono a quel suono: Emma e Gajeel compresero di averla fatta grossa e stavano per darsela a gambe quando Levy li afferrò per il colletto del giaccone.
“Bene, visto che voi due non avete altro da fare che provare per lo spettacolo perché non andate di sopra e cantate qualche canzoncina a quei due?! Sapete, ci ho messo solo due ore per farli addormentare.”
“S-scusa mamma.”, “D-Dai Levy tranquilla ci pensiamo noi.”
Ed entrambi corsero verso le scale, come se avessero avuto le ali ai piedi.
Il volto di Levy appena scomparvero dalla stanza si rilassò e una risatina si fece largo dalla sua bocca. “Così avranno altro da fare che sturarci i timpani.” disse facendo l’occhiolino al figlio e al gatto, che ricambiarono con un sorriso furbo, ma anche colmo di gratitudine.
“Che dite: mi aiutate a confezionare i regali di Natale per i nostri amici?”
“Volentieri!” dissero i due e prendendo le confezioni che Gajeel aveva poggiato sul mobiletto al limite della sala si diressero in soggiorno. Qui poggiando i pacchi cominciarono a cercare la carta da regalo, la colla, le forbici ed i nastri.
“Allora Gale cosa hai chiesto quest’anno a Babbo Natale?” chiese Lily.
“Tutti i libri della mia serie preferita, sono più di trenta volumi!”
“T-Trenta?!” chiese Levy preoccupata dall’eccessivo costo del regalo, “Si, ma in questo periodo sono in saldo non dovrebbero costare più di trecento Juel.” sorrise il figlio cercando di calmare la madre.
“Guarda che te li avrei comprati anche se fossero costati mille. Non è un problema il costo, non sentirti in colpa per questo.”
“Tranquilla mamma, io sto alla grande e poi quello non è neanche il mio primo regalo di Natale.”
“Oh, quindi c’è qualcos’altro che desideri più dei libri?” chiese Lily sorpreso.
“Di che cosa si tratta?”, “E’ un segreto tra me e Babbo Natale.”
“Uffa, Babbo Natale qui, Babbo Natale qua. Lo sai vero Gale, che Babbo Natale non esiste?” disse Emma che aveva raggiunto il trio solo in quel momento.
“Certo che lo so!” rispose stizzito l’altro, “Ma questo non significa che io non possa ancora riferirmi a lui, come colui da cui ricevo i regali. D’altronde è papà che li mette sotto l’albero.”
“D’accordo, però adesso voglio proprio sapere cosa vuoi oltre a quella montagna di libri.”, “Te l’ho detto: è un segreto!”
“E io voglio saperlo!”, “E io non te lo dico!” gli fece una pernacchia il moro, ma se ne pentì subito dopo, perché la sorella con il pugno tramutato in una lastra d’acciaio lo colpì sul cranio e gli procurò un bernoccolo grande quanto la sua testa.
“Ahiaaaa!” urlò di dolore il ragazzo portandosi entrambe le mani ai lati della contusione.
“EMMA!” la richiamò la madre e la ragazza ebbe un sussulto, “Quante volte ti ho detto che non devi picchiare tuo fratello!”
“Ma mamma ha cominciato lui…”
“Non voglio sentire storie signorina. Chiedi subito scusa a tuo fratello e per punizione questa sera mi aiuterai a cucinare per la festa!”
“Nooo! Ti prego mamma questo no! Cucinare è così noioso e poi io e papà dobbiamo allenarci e provare per lo show. Ti prego, prometto che non lo faccio più.” la implorò la violetta con le mani giunte e gli occhi lacrimosi a cucciolone.
“Poche storie, così imparerai a comportarti bene.”
“E per fortuna questa sera non dovremmo nemmeno ascoltarvi cantare, qualche finestra rotta in meno ed i nostri timpani sani e salvi.” disse l’occhialuto.
Un altro pugno, però, lo stese nuovamente a terra e questa volta gli fracassò gli occhiali e gli fece uscire un ampio rivolo di sangue dalla fronte.
“COME TI PERMETTI DI DIRE CHE SONO STONATA! IO CANTO BENISSIMO! ADESSO TI FACCIO VEDERE!” e afferrandolo per il collo del maglione lo sollevò di peso, con il pugno alzato pronta a fracassargli nuovamente la faccia.
“Oh cavoli, stavolta finisce male.” disse Lily, mentre Levy si preparava ad intervenire e fermare sua figlia prima che rifacesse i connotati a suo fratello.
“Emma non ti azzardare…”
“Si può sapere cosa sta succedendo qui?” chiese Gajeel, entrando nella stanza con in mano due fagotti dove erano avvolti due adorabili pargoletti addormentati, entrambi presentavano una spiccata capigliatura celeste, e sonnecchiavano felici tra le braccia del loro caro papà.
“Come mai li hai portati di sotto?” chiese Levy con un filo di voce, “Stavo cercando di farli addormentare poi ho sentito le urla e sono sceso, nel tratto di strada si sono appisolati.”
“Va bene mettili nella culla.” e subito il marito obbedì.
“Si può sapere cosa ti è successo Gale?” chiese l’uomo vedendo il sangue sulla fronte del figlio e il grande bernoccolo sulla sua testa.
“Chiedilo a lei.” disse il ragazzo con le lacrime agli occhi, mentre indicava con un dito sua sorella che offesa gli dava le spalle.
“Emma, che succede?” chiese nuovamente il padre e questa volta nel suo tono si avvertì una certa dose di rimprovero.
“Mi ha insultato!”, “Capisco, ma non credo sia il caso di ridurlo a quel modo solo perché ti ha offeso.”
“Ha detto che cantiamo di merda! E che siamo talmente stonati che rompiamo i vetri delle finestre!”
“COME OSI MOCCIOSO! È QUESTO IL RISPETTO CHE MOSTRI PER TUO PADRE!” tuonò adirato il mago, e già era saltato addosso al figlio e lo tratteneva a forza sul posto, con il braccio alzato, un’espressione demoniaca dipinta in volto e l’intento di fargliela pagare dopo quel pungente insulto, con Lily attaccato alla schiena che cercava di fermarlo urlandogli: “Gajeel sta fermo! È questo l’esempio che vuoi dare ai tuoi figli?!”
“HIII! MAMMA SALVAMI!” urlò disperato Gale, mentre con tutte le forze tentava di liberarsi dalla presa e cercava di non prenderne ancora.
Tutto quel baccano però, ebbe come conseguenza il ridestare Boruto e Nora, che, come fontane, scoppiarono in lacrime, ancora una volta disturbati durante il loro sonnellino.
FATELA FINITAAAAA!
Il silenzio tornò a riempire la stanza, fatta eccezione per i due gemellini che ancora piangevano come ossessi nella culla.
Tutti si voltarono verso Levy, la turchina li squadrava uno ad uno con una vena pulsante sulla fronte, i pugni chiusi, gli occhi sbarrati e la bocca digrignata, e intorno a lei si levò una preoccupante aura oscura.
“SEDUTI!” tuonò e in un batter d’occhio tutti e tre si fiondarono a sedere al tavolo, continuando a guardarla madidi di sudore e con gli occhietti fissi su di lei.
Quando fu certa che stessero al loro posto la donna prese in braccio i due bambini e poggiandone uno sul braccio sinistro e l’altro su quello destro prese ad allattarli con il biberon, che aveva prontamente scaldato.
I piccoli ciucciarono avidi poi quand’ebbero finito di mangiare, a turno fecero il ruttino e dopo un quarto d’ora di culla chiusero nuovamente gli occhietti.
Per evitare che venissero svegliati di nuovo, la madre con un’occhiata glaciale ordinò al resto della famiglia di andare a sedersi sul divano.
Nessuno aveva ancora osato proferire parola, e tutti aspettavano la sfuriata di Levy, che non tardò ad arrivare.
“Bene, mettiamo subito in chiaro una cosa.” disse avvicinandosi al marito, che la fissava impietrito, “Non osare più alzare le mani su Gale, a meno che non sia un allenamento.”
“Andiamo Levy ho solo perso un attimo la calma e il marmocchio è abituato ci alleniamo sempre e poi è un mago di Fairy Tail è abituato alle risse…”
SBANG
Un pezzo di ferro composto dalla scritta IRON comparve dal nulla e Levy lo piantò immediatamente sulla testa di Gajeel, che non poté far altro se non piegarsi in due dal dolore e portarsi le mani alla testa.
“Non mi interessa se è abituato o meno, tu non ti devi azzardare a picchiarlo!”
“O-Ok.”
“Bene adesso passiamo a voi due.” disse spostando lo sguardo sui figli, che dopo aver visto la scena, per la paura si erano pure stretti in un abbraccio.
“Adesso voi due fate pace, subito!”
I fratelli Redfox si guardarono poi Gale porse la mano alla sorella: “Scusami per quello che ho detto.”, “Non preoccuparti, non fa niente. Scusami tu per la faccia.”
“Bene, ora che è tutto sistemato, Gale tu vieni con me a farti disinfettare, Emma tu porti di sopra i tuoi fratelli e sta attenta a non svegliarli. Per una giornata sola sono stati disturbati fin troppo. Gajeel tu, invece, va a cucinare la cena e Lily, per favore finisci di impacchettare i regali.”
Tutti si dispersero per la casa e si misero a svolgere il compito a loro assegnato.
“Non è vero che siamo stonati.” sbottò Emma una volta tornata al piano di sotto, pronta ad apparecchiare la tavola.
“Certo che non siamo stonati, noi siamo geni musicali e per questo incompresi. Comunque, ti do il mio permesso, chiunque oserà insultarti puoi pestarlo di botte.”
“L’ho fatto poco fa, ma non è finita molto bene.”
“Va bene, facciamo così allora: puoi pestare tutti quelli che ti insultano ad eccezione dei membri della famiglia.”
“Ma allora non posso picchiare nessuno!”
“Che vuoi dire scusa?”
“Voglio dire, che se per esempio il giorno della festa a criticarci sono i maghi della gilda non posso pestarli, anche loro fanno parte della famiglia!”
“Ghi hi hi!” rise dando qualche pacca sulla testa alla figlia, “Loro li puoi picchiare perché tanto sono resistenti e poi perché sono dei rompi scatole.”
“Hai ragione e poi Gale è un pappamolle frignone; quindi, non c’è nemmeno gusto a fare a pugni con lui.”
“Sono d’accordo con te.”
“Io vi consiglio di rigare dritto e di lasciar stare il ragazzo, sempre che non vogliate finire a dormire nuovamente fuori.” li rimproverò Lily.
“Uffa, ma tu zitto non ci sai stare?”
“Lily.” gioì Emma abbracciando il gatto nero, arrivando quasi a soffocarlo, “Tu pensi che siamo fantastici come duo canoro, vero?” chiese con gli occhi illuminati di speranza.
“C-Certo siete bravissimi.”
 
Poche ore dopo tutta la famiglia era allegramente seduta al tavolo a consumare la cena e a discorrere del più e del meno, quando ad Emma tornò in mente l’argomento che aveva iniziato la discussione.
“Adesso vuoi dirmi cosa hai chiesto come regalo di Natale?”
“Beh, visto che siamo tutti qui, posso anche rivelartelo… Non ho chiesto niente.”
“Come scusa?”
“Esatto, non voglio niente. Non mi servono regali sotto l’albero per essere felice a Natale mi basta condividere questa festa con chi mi vuole bene, cioè la mia famiglia.”
“E’ proprio un bel pensiero.” sorrise Levy, “Già, davvero maturo.” disse Lily.
“Bravo il mio ometto.”
Tutti ridevano e si congratulavano con lui ad eccezione della sorella che, invece, lo guardava scura in viso.
“Cosa c’è? Ho detto qualcosa di male?”
“No, ma figurati.” rispose acida l’altra, “E io che mi ero pure impegnata per trovarti un bel regalo, ma visto che non ti interessano le cose materiali allora non te lo do.”
“Eh! Aspetta, è vero quello che ho detto, ma…”, “Eh no, bello mio, adesso la parola non te la rimangi.”
“Va bene, ma per lo meno dimmi che cos’era.”
“Sicuro di volerlo sapere?”
“Certo!”
“E va bene, allora te lo dico: volevo cantarti tutto d’un seguito il mio intero repertorio natalizio!”
“NO! TUTTO MA QUESTO NOOO!” urlò Gale mettendosi a correre per tutta la casa, con Emma che lo inseguiva gridando: “Appena ti prendo ti massacro, ti lego e ti costringo a sentirmi cantare fin quando non ti sanguineranno le orecchie!”
“TI PREGO, ABBI PIETA’!”
“VIENI QUI!”
“Uff, ma perché devono sempre fare così?” si lamentò Levy.
“Perché sono figli di Gajeel e quindi lo hanno nel sangue questo tipo di carattere.” disse Lily sorridendo.
“Come ti permetti!” protestò il diretto interessato.
“Beh, lasciamo perdere. Ormai ho rinunciato ad avere una vita domestica tranquilla e normale.”
“Non dovevi sposarmi se volevi una vita tranquilla.” rise il moro, e gli altri due sospirarono rassegnati.
“Speriamo che quei due crescano più tranquilli.” disse Lily riferendosi ai gemelli seduti al seggiolone. Ma le sue speranze furono ben presto contraddette, perché degli schizzi di latte gli finirono in faccia e due risatine si levarono nella stanza.
“Ghi hi hi! Penso che questo risponda alla tua domanda.”
“Sapete, penso di averlo trovato!” esclamò Levy all’improvviso.
“Che cosa?” chiesero gli altri due,
“Il modo perfetto per celebrare queste prime feste di Natale come una grande famiglia. Chiamate quei due, per favore.” disse e si alzò diretta in soggiorno.
Arrivata davanti ad un canterano aprì un cassetto e prese una macchina fotografica, nello stesso istante Gajeel e Lily erano impegnati a salvare Gale dalle grinfie di sua sorella.
Quando tutti furono riuniti nel soggiorno Levy poggiò la macchina fotografica sull’apposita portantina e disse raggiante: “Facciamo una bella foto di famiglia! Non ne abbiamo ancora fatta una tutti insieme.”
L’idea piacque a tutti e presi i gemelli: Nora in braccio a Gajeel e Boruto a Levy; si sistemarono davanti all’obbiettivo e sorrisero.
La foto venne poggiata sul canterano, in un bel portaritratti comprato proprio qualche giorno prima. L’immagine ritraeva in primo piano i due fratelli, con Lily strapazzato nel solito abbraccio di Emma, dietro c’erano i loro genitori con i rispettivi gemellini in collo. Sul volto di tutti era dipinto un sorriso armonioso.
Quello sarebbe stato uno splendido Natale in famiglia.
 

Nota d’autore: salve a tutti! Questo è il primo capitolo di questa mia storia. Devo essere onesta: sono leggermente nervosa! Non ho mai partecipato ad un evento, e quindi essendo la prima volta spero di essere riuscita a creare qualcosa di decente. XD
Per il resto ho approfittato di questa possibilità per scrivere un’altra fiction sulla Next generation. Avevo già tentato in precedenza di scrivere qualcosa sui figli di Natsu e company, ma il risultato non mi aveva soddisfatto e quindi avevo accantonato l’idea.
Poi mi è tornata l’ispirazione e ho deciso di prendere due piccioni con una fava, cioè ho deciso di adattare i personaggi all’evento, e questo è il risultato.
Spero possa piacere.
Parlando del capitolo, io mi immagino la famiglia Redfox come composta dai due fratelli più grandi: Emma e Gale e poi i gemellini.
Per i nomi ho deciso di utilizzare per quelli più grandi i classici nomi attribuiti dai fan, mentre per i gemelli mi sono discostata e ho deciso per conto mio (non mi piacciono quelli che gli vengono affibbiati, sono impronunciabili!)
Comunque, questo è il primo capitolo spero vi piaccia e vi strappi almeno una risatina.

 
   
 
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