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Autore: Wicked Ladies    20/12/2021    1 recensioni
Lena ha perso tanto, forse troppo, e l'unica cosa che ora la tiene a galla sono i reperti del museo... o meglio l'unica cosa che la distrae dal torpore.
Alex ha perso tanto, anche lei troppo, e l'unica cosa che la tiene in vita è un artefatto... o meglio l'unica cosa che la tiene addormentata.
Se una si svegliasse ma portasse con se una catastrofe? E se gli dei dell'Olimpo non fossero così mitologici?
AgentCorp / Alex!Genderfluid
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri, FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Altri, Lena Luthor, Samantha Arias / Reign
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sud africa
 
Alex si stiracchiò scendendo dall’aereo "Caspita che caldo" si tolse la camicia rimanendo in canotta bianca.
Lena la guardò e avvampò, presa da tante cose non aveva notato che la dea avesse dei tatuaggi, a parte quello rosso sulla mano che si grattava di tanto in tanto, e la cosa non le dispiaceva. La corvina si legò i capelli in uno chignon sbarazzino e si avviarono all’uscita dell’aeroporto “Sam ha prenotato un vespino?”
Alex guardò la cosa "Ah... la sai guidare?" Mentre si strofinava le mani sui pantaloni desiderando che fossero corti. Guardò Lena e sorrise, era una ragazza veramente molto carina. Avrebbe voluto passare una mano su quel collo per aggiustarle i capelli ma si trattenne "Hey attenta a non bruciarti troppo" rise.
Lena si sentì osservata in maniera differente dal solito e si morse il labbro -Piantala- sorrise e incalzò “Ti lascerò mettermi la crema solare su vuoi” la sfidò.
"Oh le mie manine possono farti tutto quello che vuoi" le fece l’occhiolino.
-ecco complimenti Lena- “Dai salta su” disse Lena sistemandosi sul sellino della vespa “Ucciderò Sam”
Alex si strinse all’altra "Porco Tartaro!" Si tenne stretta alla vita di Lena finché non si abituò.
“Che ti stai lamentando della mia guida...dea?” Ridacchiò.
"Perché dovrei?" Le disse all’orecchio per poi allentare un pò le mani per non farla sentire a disagio.
La percorse un brivido lungo la schiena -Oh Managgia- “Siamo quasi arrivati”
"Spero per te che Sam abbia prenotato un albergo con letti più comodi. La tua schiena non sembrava ok"
“L’hai detto tu le tue mani possono fare qualsiasi cosa” era stanca di sentirsi da meno con la dea...anche lei un tempo sapeva flirtare.
"Oooh andiamo di proposte belle gambe?" Rise, mentre osservava il paesaggio circostante.
“Siamo amiche no?” Sorrise mentre sentiva il vento in faccia “Che si mangia di buono da queste parti?”
"Non lo so. Il ragazzo vicino a me pensava che i Boereworse ( una salsiccia piccante grigliata direttamente sul fuoco, infilata in un panino coperto di senape e salsa di pomodoro) fossero la cosa migliore del mondo. Direi di provarli no?" Per poi stringerle leggermente una coscia "Se vuoi che siamo amiche" sorrise.
Lena avvampò cosa significava quel gesto? Poi arrivarono davanti ad un ristorante “Direi di fermarci qui”
"Mhm non credo lo facciano qui, principessina" sorrise per poi indicare un chiosco di street food lì vicino.
“Mi prendi in giro?” La guardò male “Muoviti dai...ho fame”
"Perché dovrei farlo?" Rise "Un po’ di avventura principessina" portandola verso il chiosco.
“Piantala di chiamarmi così...” la guardò ancora dato che le aveva afferrato la mano “Alex sul serio...non chiamarmi così” la scrutò.
"Perché?" Sorrise "La pelle color avorio c'è. I tratti delicati anche. Il comportamento regale e snob, anche" rise.
Lena scosse la testa, era inutile con lei “Mi faccio un giro, ci vediamo qui tra mezz’ora” la guardò distrattamente.
Alex la guardò per poi stringere le spalle e andare a mangiare.
“Grazie mille Sam per il vespino” disse Lena esasperata.
 
 
Quando la corvina ritornò Alex stava parlando con una ragazza del luogo mentre aveva un pacchettino in mano "Hey Lena!"
“Ehi...” Lena sospirò ovviamente Alex non si perdeva.
Salutò la ragazza e porse il pacchetto a Lena "Mangia" sorrise "Forse ho capito la città dove dobbiamo andare, e mi stava spiegando il modo migliore per arrivarci. Non guardarmi così, lo so benissimo che già pensavi male" ridacchiò.
 “Grazie” Non sapeva mai come interpretarla “Puoi fare quello che vuoi...non sei mica la mia ragazza” mangiò quello che c’era nel pacchetto “Buono” sorrise mentre camminavano.
Un lampo passò sul volto dell’altra ma riprese subito la sua aria gioviale "Visto che ti ho detto?" Le dette una pacca sulla spalla.
“Hai di nuovo quello sguardo ma non chiederò” Lena finì la sua vivanda e chiese “Allora raccontami un po’ di Ava e di dove potremmo trovarla”
"C'è una località vicino a Johannesburg. Si chiama Ermelo" Ignorò ciò che aveva detto l’altra
"Ava... Ava non è come voi umani la immaginate... eccolo bella lo è, ma non è la venere mangia uomini" rise "E non è sposata con Efesto nemmeno da lontano"
“Uhm fammi pensare...è sposata con una donna?” La guardò incuriosita. Era ovvio che anche Alex avesse i suoi lati oscuri e bui.
"Esattamente" sorrise ricordando qualcosa "Ognuno di loro rivedrà il suo compagno dopo tre mila anni"
“Perché non possono venire con noi? Se la situazione dovesse farsi complicata?” La guardò “Dimmi con chi è sposata Ava dai” sorrise mentre si fermavano davanti un’agenzia viaggi.
"Non vorresti andare in giro con il circo dell’Olimpo. E poi devono riprendere le forze dopo aver dormito per così tanto tempo. Prima erano in letargo ora saranno solo a riposo" scrollò le spalle "Vediamo se lo indovini"
“Beh con il fatto che sia una donna...mi risulta difficile pensare a Dionisio”
Alex cercava di non sbuffare, continuò per qualche secondo per poi ridere apertamente con le mani sullo stomaco.
“Perché la cosa ti fa ridere?” Chiese guardandola.
Sorrise "Secondo te?"
“Perché non ho indovinato o perché una coppia insolita?”
In quel momento Antioco finalmente le raggiunse appoggiandosi sulla spalla della dea. "Potrebbe essere per entrambe" rise accarezzando l’animale.
 
 
Lena parlò con l’addetta dell’agenzia viaggi che le dette una cartina per raggiungere il luogo richiesto “Direi di raggiungerlo oggi stesso?” Chiese.
"Proviamoci" sorrise.
“Va bene” recuperarono il vespino e si avviarono per la loro strada.
"Magari proviamo a cambiare mezzo?" Chiese alla decima buca che le fece sobbalzare.
“Si sarebbe meglio, magari un ape” ridacchiò.
"Un’ ape? Siete strani voi mortali. Una bella Jeep come l’altro giorno? Ho quasi capito come funziona”
“Sul serio? Vuoi guidare? Okay...vada sulla Jeep basta che non ci schiantiamo si fermò in un posto dove potevano recuperare una jeep dispendiosa.
"Ho detto *quasi* non che la guiderò.  Per ora mi accontenterò di guardarti molto da vicino" sorrise.
“Ecco molto bene” lanciò lo zaino sul sedile posteriore “Arriviamo artefatto di Afrodite” sorrise mentre metteva in moto.
"Speriamo di non schiantarci " rise.
“Ehi il burrone, ricordalo” la additò.
 
 
Arrivarono nel paese designato.
Alex che aveva fatto battute per tutto il viaggio rise "Te l’ho detto" mentre scendeva.
“Cerchiamo una pensione dove poter passare la notte e poi andiamo a svegliare la dea della bellezza” disse camminando per le vie.
Alex individuò un piccolo bed and breakfast "Un giorno mi adorerai Lena, ma quel giorno non ci sarò più" sorrise.
“Cosa?” Lena la guardò intristita, poi entrarono nell’edificio e si fecero dare una camera “Che ti va di fare?” Disse mischiando un mazzo di carte.
Guardò fuori dalla loro finestra "Se non ti dispiace vado a fare una corsa. Sai parecchie energie divine da smaltire..."
“Okay...farò un solitario” disse mentre la guardava andare via.
Alex scese e fece qualche stiramento. Iniziò a correre e girò l’angolo dell’albergo. Si fermò contro il muro e aspettò di essere sorpassata da un ragazzo di colore per poi prenderlo e sbatterlo al muro con un coltello sulla gola "Chi sei?!" Gli ringhiò.
“Aggressiva la ragazza” ridacchiò tra i denti.
Gli arrivò una ginocchiata sui testicoli e sorrise vedendo che si voleva piegare dal dolore "Non immagini nemmeno. Chi sei?"
“Mi manda Morgan Edge...state ostacolando le nostre ricerche tu e la tua amichetta dal bel sedere” ridacchiò.
Un’altra ginocchiata nei testicoli.  "Primo Non chiamarla così! Secondo come ti chiami?" La lama che faceva scendere un rivolo di sangue.
“Non vorrai mica uccidermi…” ridacchiò.
"Oh ma ti fai le anticipazioni da solo" si godette la paura negli occhi dell’altro "Fammi un favore salutami papà" la lama stava per affondate nella gola, quando un urlo sopra di loro la fermò.
"NO!" Gridò Lena.
Alex non si era accorta di averlo spinto nel muro sotto la finestra della loro camera.
“Cosa cazzo stai facendo?” Lena la trucidò con lo sguardo.
Alex ringhiò nella sua direzione, ma venne distratta da James che si liberava e scappava. Oramai c’era troppa gente perché lo potesse riprendere. Con voce gelida le ordinò "Stai lì" mentre tornava dentro espandendo onde di rabbia e odio che fece rannicchiare gli altri.
“Alex che diavolo fai? Sei ferita?” La guardò attentamente preoccupata.
Si portò a pochi centimetri dalla donna "Non. Lo. Fare. Mai. Più." La voce bassa e minacciosa.
“Perché che fai?” Lena non si sentì intimidita “Cosa ti dava il diritto di sgozzarlo eh?” La guardò dritta negli occhi nocciola.
"Perché si stava trasformando in un titano. Era la mia unica finestra di tempo per ucciderlo prima che lo facesse" Ringhiò
“E avresti ucciso un innocente? Tu potrai pure andartene, ma in galera ci rinchiudono me...Alexandra” la guardò spingendola appena. Beh, effettivamente avere vitto e alloggio gratis non sarebbe stato male.
Puntò un dito in avanti "Rifallo. Rifallo un’altra volta e ti farò sembrare il tartaro un posto divertente" poi si girò e uscendo sbatté la porta.
“Ma che ti prende?” Lena restò sconcertata, poi al sentire il rumore della porta sobbalzò, abbassò lo sguardo e si andò a rannicchiare a letto -Fanculo il momento in cui ho preso quel benedetto artefatto senza guanti -
 
 
Alex riapparve solo il mattino dopo a colazione. Gli occhi erano due pozzi bui, aspettò Lena vicino alla macchina senza dire una parola.
Lena aveva pressoché la stessa faccia, non aveva dormito anzi. Salì in macchina e mise in moto “Mi dispiace per ieri...” disse speranzosa che Alex potesse accettare quelle scuse.
"Spero che il tuo dispiacere sia utile quando lo riaffronteremo" borbottò Alex mentre andavano verso una vecchia abitazione.
“Che stai facendo?” La scrutò.
"Cosa pensi? Stiamo andando a prendere il manufatto. Il proprietario è morto due settimane fa senza eredi"
“Aspettami” Lena le fu subito dietro “Io e James abbiamo studiato insieme era il migliore amico di una persona che conoscevamo entrambi...” disse mentre spingevano il portone per entrare.
Alex si girò "beh non sembrava tanto tuo amico" Sganciò il manufatto e lasciò che trovasse l’altro "O forse voi mortali avete un concetto diverso di amicizia"
“Diciamo che lui si è sentito tradito da me quando io ho scelto l’altra persona”
“Gran bell'esemplare. Continuo a non vedere motivi per lasciarlo in vita" seguiva il manufatto.
“Alex…lascia stare...dove hai passato la notte?” Chiese apprensiva.
"Ti interessa veramente o vuoi fare conversazione?" si fermò davanti ad una porta chiusa.
“Ricordi? Siamo amiche...sempre se tu lo vuoi ancora” disse mordicchiandosi l’interno della guancia.
Alex sospirò "Sono stata all’aperto" e non disse altro era ancora disturbata dal giorno prima, interrompere una caccia e una morte, soprattutto del genere la mandavano sempre fuori asse, aprì la porta con un calcio.
Lena sussultò -Okay penso di aver fatto proprio un gran casino-
Alex prese la conchiglia dal comodino del bagno "Dai" la porse a Lena.
“Mi dissanguerò fino alla fine di questa missione” la guardò con un sorriso.
Alex fece una smorfia che voleva sembrare un sorriso ma non ci riusciva.
Un’altra foschia dorata e davanti a loro apparve Afrodite, o meglio Ava. "Alexandra amica mia" abbracciò la donna. La rossa rispose all’abbraccio "Ava è bello vederti"
"Anche per me. Ma sembri preoccupata... Ci sono minacce? E chi è questo umano?" guardò Lena.
“Salve...” decisamente la dea era una bella donna.
Ava piegò la testa "Ma tu soffri troppo lascia che ti aiuti" stava per toccarla ma Alex si mise in mezzo "No"
"Ma…"
"Ava. No. Non possiamo più interferire nelle vite dei mortali in questo modo"
"Ma..."
"No" a gambe larghe e muscoli tesi, davanti all’altra pronta a combattere se doveva "Non le entrerai nella testa"
“Cosa sta succedendo?” Chiese anche se forse aveva una vaga idea di che cosa stesse accadendo “Alex andiamo avanti?” Chiese sperando che avrebbero viaggiato in un posto meno caldo.
Ava e Alex si guardarono per un po’ finché Afrodite non desistette "Va bene"
"L'indovinello"
"Della casa cibo, gioia e fulcro sono. In una città divisa in due mi troverai, un ponte di sofferenza le unisce"
"Va bene. Torna dentro e ti risveglierò quando troverò Sara"
"Sei proprio tornata quella spietata di un tempo... pensavo che fossi cambiata in meglio..."
"Dentro" ringhiò la rossa.
“Alex...” Lena la richiamò quando furono fuori dalla casa abbandonata “...ascolta...mi dispiace...se dobbiamo continuare a viaggiare e non mi sopporti, forse sia meglio che venga con noi anche Sam” disse “Adesso la chiamo e organizziamo il viaggio di ritorno”
"Non è questo... " ma ci ripensò forse era meglio avere qualcuno a fare da cuscinetto "Fa come vuoi"
Lena e Alex non parlarono per nulla in ritorno verso la pensione. La corvina si chiuse in bagno e scrisse un lungo messaggio a Sam. Non le andava di parlare al telefono e farsi ascoltare dalle due come si sentisse in quel momento.
Alex si appollaiò di nuovo sulla finestra. Accarezzava la lira dove riposava sua sorella, avrebbe tanto voluto parlarle ma non era il momento. Passarono la giornata non parlandosi ed evitandosi per quanto possibile in una jeep. Presero un’altra stanza di nuovo a Capetown.
Lena credette di non farcela, ad addormentarsi poi però quando sprofondò nel sonno, tutto le sembrò deleterio.
 
~Un uomo era su un gioco da bambini e la risata di un bimbo risuonava nell’aria “Zio distruggerai la molla” era una voce ridente. Poi presto quell’immagine mutò e sempre quell’uomo che giocava adesso veniva inondato da urla di disprezzo e disperazione. Poi ancora~
 
Lena si mosse nel sonno, sentendo le sue guance inumidirsi.
 
~Quella era decisamente la sua camera di ospedale “Mamma, non piangere, papà si prenderà cura di me” disse quella voce di bimbo~
 
“Liam” Lena stava piangendo nel sonno, ma era disperata come quel giorno.
 
Alex si era svegliata alle prime mosse di Lena, preoccupata che Ava le fosse comunque entrata nella testa. Si sedette vicino a lei e le mise una mano sulla guancia "Hey Lena" disse dolcemente
Lena al tocco esterno, batté le palpebre “Alex” disse flebilmente, era intontita.
"Hey... Guardami... Tutto ok?" la guardò intensamente in quegli occhi smeraldo, la mano che continuava ad accarezzarle la guancia.
“Io...” Lena tremò nella penombra della camera “...non volevo svegliarti” si sedette tirando su le ginocchia al petto.
Alex le accarezzò il ginocchio "Tranquilla... c'è qualcosa che posso fare?" continuò a sussurrare.
“Resti qui con me?” Sollevò lo sguardo verso l’altra “Se vuoi” disse asciugandosi le lacrime dal volto.
"Certo" Le si avvicinò lentamente per non spaventarla "Vuoi parlarne?"
“Non saprei da dove iniziare...” disse passandosi una mano sulla faccia “...non ne parlo mai...”
Le mise un braccio sulle spalle "Liam... è il bambino nella foto sulla tua scrivania?"
Lena sollevò lo sguardo verso Alex, allora se ne era accorta “Lui...era mio figlio ...” sentì calde lacrime riempirle gli occhi e poi scendere veloci sulle sue guance.
Alex sentì un dolore sordo al petto ma rimase in silenzio aspettando l’altra.
“Tre...anni...fa...una malattia...incurabile...me l’ha portato via...poco prima…” sospirò non riuscendo a trattenere le lacrime.
Alex la strinse a sé asciugandole le lacrime con il dorso della mano.
Lena stravolta com’era, si aggrappò all’altra “Avevo perso il mio compagno poco prima...e forse lo scontro con te mi ha riportato a rivivere nel sogno il litigio che ho avuto con mio fratello” disse con voce tremante.
Alex si sentiva fredda dentro, anche lei aveva perso qualcuno di così vicino, deglutì e le accarezzò la testa "Mi dispiace... so cosa provi... non volevo ferirti così..."
Lena si scostò appena “Non lo sapevo...” tentava di ricordare, ma nulla “Non ti ho reso la vita facile...dispiace a me” le accarezzò il viso.
"Non... non è colpa tua... so... cosa si prova a perdere un figlio e un compagno..." deglutì di nuovo distogliendo lo sguardo "Mi dispiace averti buttato di nuovo in quella fossa di dolore..."
“Non è neanche colpa tua Alex” la guardò dolcemente “Proviamo a dormire” sorrise accarezzandole un ginocchio.
"Mi dispiace... non... starò qui finché non ti addormenterai ok?" non si sarebbe addormentata ora mentre le immagini di Callisto e poi di suo figlio si ripetevano nella sua mente.
Lena nel sonno portò la mano sul suo addome addormentandomi.
Alex era appoggiato al muro con le lacrime silenziose sulle guance, guardò fuori dalla finestra ma in quel cielo non poteva vedere le costellazioni che cercava ogni sera. Era questa la maledizione degli dèi sentire, sentire dieci volte più di un essere umano. Ecco perché erano così meschini, iracondi e ... disperati. Tentavano di non farsi toccare dal dolore, credendosi invincibili... ma Alex… Alex lo sapeva che non era così, tracciò fino all’alba le costellazioni sulla sua coscia, attenta a non svegliare l'altra.
   
 
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