Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: striscia_04    22/12/2021    2 recensioni
“Fanfiction partecipante al Christmas Countdown 2021, indetto dal forum FairyPiece-Fanfiction&Images”
Natale è il periodo più magico e lieto dell'anno. Ma il Natale non è solo canzoni, banchetti, regali e decorazioni; è anche un periodo da trascorrere con la propria famiglia o con le persone a cui si vuole bene.
Non tutte le famiglie, però, sono sempre allegre e felici, e spesso le rimpatriate possono portare a litigi o incomprensioni.
Scopriamo come trascorrono il Natale, gli ormai adulti membri di Fairy tail e come, soprattutto, lo trascorrono i loro figli, tra canzoni, regali, mercatini e piste di pattinaggio.
Genere: Drammatico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuova generazione, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Banner-Xmas-FT-II

Giorno: 22 dicembre
N. pallina: 4
CITAZIONE: Natale è una cospirazione per far sentire i single soli. (Armistead Maupin)
SITUAZIONE: A fa di tutto per baciare B sotto il vischio (BONUS: ma qualcosa va storto).
PROMPT: Sciarpa/guanti

Mira sorrise, era finalmente riuscita a ritrovare quell’oggetto così a lungo smarrito, che in quegli anni era sempre mancato alle vecchie feste di Natale organizzate alla gilda.
Afferrò la grande scatola di cartone poggiandola sul bancone del bar, mentre spostava alcune vecchie decorazioni e altre cianfrusaglie.
Le punte delle sue dita sfiorarono qualcosa di appuntito e il sorriso si allargò, mentre riesumava dal vecchio contenitore una piccola pianta con foglie costellate da punte e piccoli frutti, simili a palline, che la rendevano ancora più bella e appariscente.
“Trovato!” gioì l’albina, sollevando la piccola piantina di vischio sopra la sua testa, in modo tale che tutti i membri potessero ammirarla.
La donna non notò, nella sua eccitazione momentanea, le facce spaventate e sudate di tutti i membri che subito si discostarono o corsero a rintanarsi sotto i tavoli.
“Che succede Mira-sama?” chiese Kinana, avvicinandosi all’albina.
“Guarda.” rispose l’altra, con il viso illuminato, mentre mostrava all’amica il suo nuovo cimelio.
“O-Oh, l-la p-pianta di v-vischio. S-Sono anni che non la vedo.” disse l’altra barista, il cui volto si fece pallido.
“Già, non riuscivo più a trovarlo da quel fantomatico Natale, in cui ne sparsi un centinaio per tutta la gilda e diedi finalmente vita alla mia serie di coppie preferite! Fu un Natale bellissimo!” sorrise radiosa, mentre gli occhi le si illuminavano come a riflettere la luce di milioni di stelle.
“Il Natale più imbarazzante della mia vita.” farfugliò la violetta, ricordando come fosse finita sotto una di quelle piante infernali e fosse stata costretta a dare un bacio a Warren, per fortuna era intervenuto Erik, anche se per il mago delle comunicazioni mentali, quella non era stata proprio una fortuna, visto che il Dragon Slayer del veleno lo aveva colpito talmente forte da farlo schiantare sul soffitto, lasciandolo con la testa incastrata per tutta la durata della festa.
Certo, poi finalmente Erik l’aveva baciata, lanciando minacce a destra e a manca su chiunque avesse osato avvicinarsi a lei, mentre in giro sulle loro teste pendevano quelle piante. E tutto era finito con lei, che per il resto della serata non aveva potuto chiacchierare con nessuno, perché da un lato tutti temevano il suo fidanzato e dall’altro il ragazzo stesso non era molto accondiscendente a farla girare per la gilda.
Non erano stati gli unici, però, a ritrovarsi in situazioni imbarazzanti: Lily e Charle erano finiti sotto il vischio malefico ed erano stati costretti a baciarsi, con grande dolore di Happy, che per la tristezza non aveva toccato pesce per tutta la serata. Juvia aveva inseguito Gray con in mano un centinaio di piante e alla fine era riuscita ad avere il suo bacio, -certo aveva dovuto legare il ragazzo ad una sedia e attaccargli sopra la testa tutte le piante, ma alla fine ce l’aveva fatta! -
Loki aveva tentato di convincere Lucy con l’inganno a baciarlo, ma Natsu gli aveva incendiato il sedere, e lo Spirito era dovuto fuggire inseguito dal mago del fuoco, che lo minacciava ogni secondo di morte.
Gajeel si era assicurato di rendere Jet e Droy incapaci di avvicinarsi a Levy e per farlo non aveva avuto mezze misure: entrambi stesi al suolo. I due si erano consolati più tardi con una sana bevuta e un’abbuffata.
Wendy si era avvicinata a parlare con Romeo e Mira ne aveva approfittato per poggiare sui due la pianta. Imbarazzati i ragazzini si erano scambiati il loro primo bacio sulla bocca, con in sottofondo Gerard e Mest trattenuti a forza da Elsa. Dall’altra parte il giovane mago veniva incitato da suo padre e da Wakaba, ma entrambi usavano termini poco consoni al momento, così il ragazzo non si decideva a baciare la Dragon Slayer. Fu necessario l’intervento di Charle, che spinta per la schiena la padrona e dopo il ragazzo, riuscì a far finire quella situazione a suo avviso ‘imbarazzante e troppo lunga’.
Nemmeno Gerard ed Elsa furono esentati dalle cospirazioni di Mira e mentre la ragazza era intenta a mangiare la sua torta alle fragole, la diavolessa spinse il mago dei Corpi Celesti verso di lei, e grazie ad un lancio da campionessa riuscì ad attaccare al paralume sopra i due ignari ragazzi, il vischio.
Appena gli fu fatto notare entrambi divennero rossi come peperoni, al punto che quasi superarono il colore dei capelli di Elsa. Poi visto che gli altri invitati non si decidevano a lasciarli in pace e nessuno di loro voleva tornare a casa senza aver assistito a quella scena tanto desiderata, i due, costretti anche dagli incitamenti dei rispettivi compagni di squadra si baciarono.
Urla di gioia e contentezza si erano sparse ovunque, ma presto il piano architettano da Mira riprese e quella gioia si trasformò in terrore ed imbarazzo. Caddero sotto i suoi colpi anche Natsu e Lucy, Elfman ed Evergreen, Cana e Baccus, - che Gildars tentò di uccidere in tutti i modi possibili-, Lisanna e Bixlow, - che rivelarono proprio in quell’occasione di stare uscendo insieme, spiazzando tutti i presenti, compresa la Legione del Dio del Tuono-, Meredy e Lyon, Yukino e Sting, - il quale fu minacciato di linciaggio da Sorano, se avesse osato toccare di nuovo sua sorella-, Rogue e Minerva, e perfino Makarov e Polyushika, che ovviamente imbarazzati e offesi da tale scherzo rifiutarono assolutamente di baciarsi, e quando qualcuno si fece avanti facendogli presente le regole della tradizione, la vecchia dottoressa minacciò di fare un’iniezione di massa con una potente bava di rospo, che avrebbe paralizzato tutti per mesi, se non anni. E lì morì la questione.
La festa proseguì con il solito fare caotico, ma il timore del vischio era sempre presente e quell’anno nessuno riuscì a godersi i festeggiamenti, nemmeno Luxus si salvò e fu costretto, con somma gioia dell’albina e del vecchio Makarov, a baciarla davanti a tutti.
“Che cosa hai detto?” chiese Mira, ridestando l’amica dai suoi ricordi,
“No, niente. Mi chiedevo dove lo avessi ritrovato.”
“In questa scatola, dove c’è scritto NON APRIRE. Chissà come c’era finito qui dentro?”
Lo avevo detto io a Macao e Wakaba di bruciarlo! Ma no, no le tradizioni sono troppo importanti, sarebbe stato sacrilegio distruggere un simbolo della festa?! Come no, e adesso a noi tocca risorbirci di nuovo quella situazione imbarazzante!”
Un brivido le corse su lungo la schiena facendola sussultare all’improvviso, stava per dire qualcosa a Mira per convincerla a lasciare la pianta, in modo che potesse distruggerla in un momento di distrazione dell’altra donna, ma una voce giunse alle sue spalle e le impedì di attuare il suo piano.
“Che cosa sarebbe quella robaccia, mamma?” chiese una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta, che superando la violetta tolse dalle mani della madre l’oggetto per osservarlo meglio.
“Questo è un vischio tesoro, te ne ho parlato, ricordi?”
“Ah sì!” esclamò la bionda rigirandosi tra le mani le foglioline appuntite: “E’ quella pianta che si usa per quel gioco assurdo! Bleah, che schifo essere costretti a baciare chiunque ci si trovi sotto in tua compagnia.”
“Non è schifoso, Star. Anzi è molto romantico. Non è forse così Kinana?” chiese la donna volgendo lo sguardo verso la compagna, mentre riprendeva il vischio dalle mani della figlia.
“Eh? Ah, s-si, certo! È molto romantico.”
“E super disgustoso, oltre che imbarazzante!” continuò la ragazzina, mettendosi un dito davanti alla bocca aperta in un chiaro segno di disgusto.
“Ma no, Star. Non credi che sarebbe fantastico se proprio grazie al vischio incontrassi il ragazzo dei tuoi sogni?”
“Ma quale ragazzo dei miei sogni?! Mamma, ti prego cerca di essere realista! Io non ho bisogno di un fidanzato, sono molto più forte di tutti i ragazzi della mia generazione! Al punto che sono il capo del Team più forte di tutti!” rispose orgogliosa la ragazza.
“Guarda che avere un fidanzato non ti rende mica debole.” cercò di convincerla Mira, “Si, ma a me non interessa averne uno. Non c’è nessun ragazzo che possa essere alla mia altezza, né uno che mi piaccia in particolare. E poi papà ha detto che potrò fidanzarmi solo con un uomo, che sia forte almeno quanto lui, se non di più. E sappiamo entrambe che è impossibile.” rise la biondina.
“Dovrò fare un bel discorsetto a tuo padre.” ragionò la donna, mentre faceva scrocchiare le nocche.
“Fa come vuoi, ma sta sicura che non mi vedrai mai dare un bacio ad un ragazzo. Dovesse crollare il mondo io non lo farò!”
“Vedremo tesoro, vedremo.” le sorrise Mira, e il ghigno presuntuoso dell’adolescente vacillò leggermente.
 
Sospirò scoraggiato, mentre si voltava e tornava a concentrarsi su sua madre, che non avendo notato la sua distrazione aveva continuato a parlare ininterrottamente: “E assicurati di salutarlo come si deve, non insultarlo quando lo vedi e dagli il tuo regalo di Natale… hai capito Reiki?”
“Eh? Ah, sì, si cento, mamma ho capito.” rispose poco convinto il ragazzo.
“Cerca di prestare più attenzione, è importante! L’ultimo Natale non hai fatto altro che evitare tuo padre come la Peste, e lui c’è rimasto molto male. Quest’anno voglio che interagiate di più. Quindi dovrai comportarti bene alla festa di Natale, mi sono spiegata?” chiese Elsa seria.
“Certo, mamma, sei stata chiarissima.”
Ma potevi risparmiarti tutto questo discorso: io e papà nell’ultimo anno abbiamo fatto molti progressi e andiamo molto più d’accordo.”
Effettivamente, era proprio così. Da quando Gerard aveva saputo che Elsa era di nuovo in cinta non si era più mosso da Magnolia e anche dopo un anno dalla nascita del bambino, anzi della bambina, non era ripartito con Crime Soierce. Aveva pure considerato la possibilità di trasferirsi stabilmente a Magnolia, per stare più vicino alla sua famiglia, ma a malincuore aveva dovuto scartare quell’opzione. Da quando, infatti, Zeref era stato sconfitto il numero di gilde oscure era diminuito notevolmente, ma negli ultimi anni molte corporazioni oscure erano state fondate, - nulla di preoccupante come lo erano state quelle dell’alleanza Balam, ma comunque da tenere d’occhio e da distruggere per sicurezza. –
Gerard aveva, però, compreso che non poteva lasciare sempre la sua famiglia per dedicarsi al lavoro. Erik stesso glielo aveva fatto notare, accusandolo pure di averlo tenuto lontano da sua moglie e da suo figlio per otto anni. Da quando il Dragon Slayer aveva dato le sue ‘dimissioni’, per rimanere a vivere a Magnolia, l’attenzione di Gerard sulla propria famiglia era cresciuta notevolmente.
Si era reso conto di aver trascurato sua moglie e suo figlio per troppo tempo, e continuava a rammaricarsene tentando in tutti i modi di porvi rimedio.
All’inizio non era stato per nulla facile: Reiki non voleva avere nulla a che fare con lui, dopo che se n’era andato quando aveva solo otto anni. Ma con il passare del tempo i due avevano finito per riavvicinarsi, per riscoprirsi e conoscersi meglio.
E tutto questo era stato possibile solo grazie alla nascita della seconda genita di casa Fernandez, la piccola Rosemary ancora una neonata, -che proprio in quel momento stava riposando nella sua culla al fianco della madre-.
Era stata, senza ancora saperlo, portatrice di calma e serenità nella sua famiglia.
Grazie a lei Gerard era sempre più presente nella vita dei suoi figli e di sua moglie, Reiki aveva dovuto fare uno sforzo e non insultare suo padre in ogni circostanza, per darle il buon esempio, e alla fine era arrivato a comprendere che la presenza del genitore non era affatto male.
Adorava quando lo portava a comprare i dolci nella sua pasticceria preferita, quando si allenavano insieme nel controllo della magia dei Corpi Celesti, quando passeggiavano allegramente per la città, come un qualunque padre e figlio. Era grato anche di avere qualcuno che lo difendesse dalle sfuriate di sua madre: in presenza dell’uomo per qualche oscuro motivo Elsa diventava un angelo ed era pronta a perdonare chiunque, e quando non ci riusciva il ragazzo era certo che a pagarne le conseguenze non sarebbe stato lui, ma suo padre.
Infine, apprezzava avere qualcun altro che lo ascoltava durante le sue sezioni di studio di magia curativa, gli piaceva lavorare con sua zia Wendy, ma apprezzava anche altri pareri o ascoltatori.
In sostanza, ormai da un anno il loro rapporto era pressoché ricostruito, certo c’erano momenti imbarazzanti tra i due, o comunque situazioni in cui Reiki sentiva dolergli l’antica cicatrice, che aveva afflitto per anni il suo animo. Ma, a parte questo, il resto andava a gonfie vele.
Le preoccupazioni di sua madre, quindi erano totalmente inutili, soprattutto in quel momento in cui il giovane aveva altro a cui pensare.
Cercando di non farsi notare riportò la sua attenzione su sua zia Mira, che proprio in quel momento stava appendendo un po' ovunque piccole piantine di vischio. Era incredibile come quella pianta gli procurasse un tale piacere, ma anche una tale ansia. Spostando la testa verso il bancone, vide con la coda dell’occhio la protagonista di tutti i suoi pensieri, seduta su uno sgabello, mentre fissava il soffitto stando ben attenta a non finire sotto una delle piantine, e scrutava con ostilità chiunque le si avvicinasse.
Se solo potessi andare lì, senza rischiare di finire folgorato.” pensò il rosso, mentre nella sua testa si immaginava di finire con la ragazza sotto la magica pianta, ed essere ‘costretto’ a darle un bacio.
Sarebbe stata la gioia più grande di tutta la sua vita!
Poter finalmente baciare la sua cotta, la ragazza che fin da bambina le aveva stregato il cuore, con il suo fare aggressivo ed energico… si, sarebbe stata la migliore esperienza della sua vita!
“Uff… ma perché illudersi?”
“Illuderti di cosa?” chiese sua madre.
“D-Di niente! L-Lascia stare, stavo solo pensando ad alta voce.”
“Ah, ok. Dov’ero rimasta? A sì! Ti stavo dicendo, che…”
Ma ormai l’attenzione del ragazzo era ricaduta preda delle sue fantasie mentali, e le parole di Elsa gli entrarono ed uscirono dalle orecchie come se nulla fosse.
Che bello sarebbe stato poterla baciare! E chissà magari un giorno avrebbe rivelato di provare anche lei un’attrazione verso di lui, magari si sarebbero messi insieme, un giorno si sarebbero sposati, avrebbero comprato una casetta e ci si sarebbero trasferiti, avrebbero avuto una famiglia felice, con tanti bambini e sarebbero invecchiati insieme.
Non si accorse, perso tra i suoi deliri mentali, dell’espressione inebetita che gli era comparsa in volto, né dei suoi occhi che avevano assunto la strana forma di due cuoricini rosa.
“Si può sapere cosa ti prende?” chiese Elsa, mettendo inconsapevolmente fine ai sogni di suo figlio, che tornato alla realtà, per la vergogna di essere stato scoperto divenne rosso come un peperone.
“M-Ma niente, mamma. S-stavo solo pensando a qualcosa di buffo.”
“Sei sicuro che fosse qualcosa di divertente? Non è che magari ti sei preso una cotta per qualche tua amica?”
“Ma che dici mamma! Certo che no! Stavo solo pensando ad una battuta che mi ha raccontato ieri Storm! Non sono ancora interessato a trovarmi una fidanzata!”
“Ah, va bene. Solo che mi sembrava…”
Il ragazzo, però, non la fece finire di parlare: scese dalla panca e si incamminò verso il tavolo dove era seduto il suo migliore amico, dal modo impacciato con cui si diede alla fuga, la rossa comprese di aver fatto centro.
“Certo che in questioni di cuore quei due si assomigliano molto.” sorrise la donna, alla sua bellissima bambina dai capelli azzurri, che riposava felice nella culla.
“Ehi, Rei.” disse Storm, quando se lo vide venire incontro, “Qual buon vento ti porta? Oggi non dobbiamo andare in missione con Nashi.”
“Sssh! Seguimi dietro quella trave, ti devo parlare!” gli bisbigliò Reiki, e l’altro cercando di non farsi notare smontò dalla sua postazione e lo seguì, sotto lo sguardo divertito di Elsa.
“Allora, qual è il problema?” chiese il bluette,
“Il problema è quello!” rispose il rosso indicando il vischio a pochi metri da loro.
“E’ un vischio. E allora?”
“Non lo sai cosa succede se ci si ritrova sotto di esso in questo periodo?”
“Certo che lo so. Ma tranquillo farò attenzione, non voglio far ingelosire Nashi. E mi assicurerò anche di finirci sotto in sua compagnia; quindi, per un po' stalle alla larga o sarò costretto a farti molto male!” lo minacciò Storm, mentre il suo corpo diventava già liquido.
“Scherzi, spero! A me non interessa frappormi tra voi due. Però ho bisogno del tuo aiuto!”
“Del mio aiuto?”
“Si, ecco io, vorrei… ehm… ecco, i-io… ehm…” il suo volto era ritornato rosso come i suoi capelli, e Storm non riuscì a trattenere un sorriso.
Dandogli una pacca sulla spalla, gli sorrise e disse: “Tranquillo, ho capito. Ti sei innamorato di una ragazza e vorresti poterla baciare, ma non ne hai il coraggio. Così vuoi una mano per trascinarla sotto al vischio…”
“Eh! No! Cioè, sì! Cioè, no! Aspetta! NO! SI! Insomma, c-come fai a saperlo?”
“Chiamalo radar dell’amore. Ce l’ho innato.” si vantò il figlio di Juvia, “Ma adesso dimmi, chi è la fortunata?”
Reiki si morse un labbro, trattenendo il fiato, senza riuscire ad aprire bocca o a spiccicare parola. Vedendo che la situazione lo imbarazzava molto il sorriso di Storm si allargò ulteriormente.
“Rilassati, non sono qui per giudicarti. Anzi sono felice che il mio migliore amico si sia innamorato, ma se non mi dici chi è non potrò aiutarti a conquistarla.”
“O-Ok.” rispose il rosso, deglutendo nervosamente, prima di indicare con il dito tremante la ragazza seduta ancora difronte al bancone.
A Storm si spalancò la bocca e gli occhi rischiarono di uscirgli dalle orbite:
“STAR!” gridò non riuscendo a trattenere la sorpresa, ma Reiki gli fu subito addosso e spaventato oltre l’inverosimile gli tappò la bocca con entrambe le mani e lo trascinò nuovamente verso il loro nascondiglio.
“Sssh! Sei pazzo?! Se lo scopre mi ucciderà!”
“No. Se lo zio Luxus, anzi il Master, viene a sapere di questa cosa ti massacrerà e butterà il tuo cadavere giù da un fosso! Ti rendi conto di chi ti sei innamorato! Stiamo parlando di Star! Star, alias la figlia del Master, la maga più potente, spaventosa e pericolosa di tutta la nostra cerchia di amici! Quella più orgogliosa e testarda! La più presuntuosa e sboccata ragazzina di tutta la gilda!”
“Sì, è bellissima non trovi?” chiese Reiki, con gli occhi a cuore, mentre si portava le mani cinte sotto il volto e sospirava innamorato.
“Tu non stai bene!”, “Avevi detto che non mi avresti giudicato!”
“S-si, ma non mi aspettavo certo questo!”
“Quindi non vuoi più aiutarmi?” domandò l’altro scoraggiato.
“Ti sembra che abbia detto questo?” ghignò Storm, “Lascia fare a me, Rei! Vedrai che prima che tramonti il sole avrai il tuo bacio!”
“Grazie Storm, sei il migliore amico che qualcuno possa avere!” lo abbracciò forte il rosso, rischiando di rompergli la spina dorsale per la troppa pressione.
“S-Si, v-va bene, m-ma adesso mollami! M-mi stai uccidendo!”
Lasciatolo andare, i due uscirono da dietro la trave e si misero ad un tavolo a discutere del piano da attuare: era indispensabile far finire Star sotto il vischio e assicurarsi che Reiki fosse pronto a raggiungerla.
Più facile a dirsi che a farsi!
Star aveva preso molto seriamente le parole di sua madre, prendendo i commenti di Mira come un affronto, e quindi una sfida, al suo orgoglio. Non si sarebbe lasciata avvicinare da nessuno quel giorno, figuriamoci da Reiki. I due per quanto non fossero propriamente sconosciuti, non avevano interagito molto, se non quando erano ancora bambini. E da quando il figlio di Elsa era entrato a far parte del Team Nashi, che la bionda riteneva il suo unico ostacolo al raggiungimento del titolo di maga più forte della gilda; non voleva più avere nulla a che fare con lui, e lo evitava in ogni modo possibile, cacciandolo anche a suon di saette e fulmini.
Era anche vero che Star tollerava la presenza di poche persone, solo sua cugina Cristal, e gli altri membri del suo Team, vale a dire Ideki, Gale e Zack, erano ben voluti dalla ragazzina, gli altri non la interessavano minimamente, o addirittura la infastidivano soltanto.
Reiki poteva considerarsi esente da queste due categorie, forse perché agli occhi di Star valeva meno di niente. Non si era mai dimostrato un grande guerriero, nonostante la forza dei suoi genitori, e preferiva di gran lunga starsene nelle retrovie e sostenere i suoi compagni con Enchant di potenziamento o con le sue doti mediche.
Le sue scarse capacità combattive, o almeno quelle che aveva mostrato fino ad allora, non avevano impressionato la Dragon Slayer di sesta generazione, ma il suo atteggiamento mite, pacato e servizievole, lo avevano reso sopportabile agli occhi della ragazza.
Ma quel giorno sarebbe stato meglio per lui non rivolgerle neanche la parola, o se ne sarebbe pentito amaramente.
Stupida mamma! Accidenti a te e a tutto il tuo romanticismo! Ti farò vedere, chi la spunterà alla fine!” pensò Star, tirando su un sorso del suo succo alla pera, mentre ogni secondo lanciava sguardi alla pianta poggiata a pochi centimetri sopra la sua testa, e poi lo spostava in lungo e in largo per tutta la gilda.
 
“Ok, questo è il piano: io mi avvicino al bancone e ordino un succo di frutta, poi lo rovescio sul pavimento, simulando un incidente. Tu, intanto ti avvicini per aiutarmi e appena Star si allontana le dai una piccola spintarella e vi ritrovate sotto il vischio, tutto chiaro?!”
“Si, ma non sono molto convinto.”, “Non dire così, è un piano geniale con scarse possibilità di fallimento!”
“Si, ma se per esempio non si allontana?”, “Ok, allora facciamo così. Io le rovescio il succo addosso. In quel caso sarà costretta ad alzarsi e mentre va a cambiarsi tu ti avvicini ed è fatta!”
“Ma, non è un po' rischioso?”
“Basta, con tutti questi se e questi ma! Se vuoi il tuo bacio devi fidarti di me!”
Senza attendere una risposta affermativa, Storm si sollevò e si diresse verso il bancone, giunto qui fu bloccato da una mano: “Fermo dove sei!” disse Star.
“Ma che vuoi? Voglio solo qualcosa da bere.”
“Non me ne frega niente, vedi solo di starmi il più lontano possibile!”
“Come vuoi.”
Ma come ha fatto Reiki ad innamorarsi di questa qui?” si chiese il ragazzo, mentre ordinava a Kinana un succo alla pesca.
Presa la sua bevanda si girò, intento ad allontanarsi…
E’ il momento!”
Simulò di inciampare e spostando il braccio con in mano la bevanda verso la ragazza, fece un capitombolo sul pavimento, mentre il contenuto del bicchiere finiva sulla magliettina scollata della punk.
Forza Rei, adesso tocca a te!
Ma il piano geniale di Storm presentava una falla non indifferente, e il ragazzo se ne accorse nell’istante in cui una luce abbagliante comparve sopra la sua testa e una scarica elettrica lo investì in pieno.
Sentì il suo corpo bruciare dall’interno, poi mezzo abbrustolito ricadde sul terreno e li rimase sotto gli sguardi spaventati degli altri maghi e di Reiki, che per la paura non osò fare un passo.
“Come hai osato?! Sottospecie di scarto!” tuonò la figlia di Luxus, sollevando il mago dell’acqua di peso, prima di colpirlo con un pugno ricoperto di scariche elettriche, che si assicurò di stampare sul volto del ragazzo una pesante impronta, oltre ad incenerirgli quel poco di testa ancora integra, e a farlo ricadere semi-morto sul legno duro del pavimento.
“Così impari a sporcarmi i vestiti!” disse imbufalita la ragazza, prima di dirigersi alle scale, stava per finire sotto il vischio, e Reiki si preparò ad entrare in azione, quando sollevando la testa si accorse dell’errore e spostandosi leggermente verso destra superò il tratto minato. Si bloccò però a squadrare il rosso.
“Cos’hai da guardare?”
“N-Niente.” rispose l’altro, indeciso tra l’essere triste perché il piano era fallito o terrorizzato di ritrovarsi una saetta sulla testa.
“Allora togliti dai piedi.” lo scansò via la ragazza, facendolo quasi cadere in terra.
Ignorando la delusione che avvolgeva il suo cuore, il rosso si diresse verso l’amico, che ancora a terra cercava di non svenire.
“Storm, tutto bene?”
“P-piano f-fallito. Ma non disperare ne ho un altro!” disse il ragazzo, prima di rigettare la testa sul terreno.
 
Una volta medicato, Storm era già pronto a ripartire all’attacco, con il suo piano B.
“Ecco cosa faremo: creerò un diversivo, in modo tale da distrarla, tu intanto fatti dare un vischio da zia Mira, poi con la tua magia lo teletrasporterai sopra la testa di Star, e prima che lei se ne accorga vi ritroverete lì sotto. Hai capito?”
“Si, ma non sono molto convinto. Sei sicuro di riuscire a distrarla abbastanza a lungo?”
“Tranquillo, non sarò proprio io ad occuparmi di questo…”
“Che significa?”, “Diciamo solo che ho chiesto un aiuto esterno.” sorrise il ragazzo, in uno strano modo che fece accapponare la pelle al rosso.
“REIKIIIII-SAMAAAAA!” urlò una voce, e il cuore del ragazzo perse un battito.
Lentamente si voltò, ma prima che potesse inquadrarla, la figura che lo aveva appena chiamato gli si fiondò addosso e buttandolo sul pavimento prese a stringerlo per il collo rischiando di soffocarlo.
“Aff… Uff… urgh… S-Storm! S-Salvami!” gridò Reiki cercando in tutti i modi di liberarsi dalla presa della piccola invasata dai capelli azzurri, che avvinghiata in un poderoso abbraccio sembrava volesse ucciderlo con tutto il suo amore.
“Ah ah ah! Amico, hai proprio fatto colpo su mia sorella. Perché non ti metti con lei?”
“P-piantala, ti ho già detto come la penso!” ansimò in risposta l’altro.
“Non puoi negare, però, che gli piaci da impazzire.” disse il mago dell’acqua, ma notando il colorito bluastro che il volto del compagno aveva assunto, comprese che se non voleva cercarsi un nuovo migliore amico era meglio intervenire subito.
“Sayla, su lascialo andare. Non vedi che gli stai facendo male?” gli disse il fratello afferrandola e trascinandola di peso giù dal ragazzo.
“Non intrometterti nella mia relazione, Storm!” ringhiò la turchina, mentre una parte del suo corpo diventava nera come la pece.
“Su, su, non ti arrabbiare. Sai benissimo che sono il primo a sostenere la vostra ‘relazione’.”
“Hai sentito Reiki-sama?! Anche Storm ci ha dato la sua benedizione! È destino, dobbiamo sposarci!”
“CHE COSA! No, non posso!”
“Sing… sing… perché non ti piaccio?” scoppiò in lacrime la ragazzina, e subito il sorriso sul volto di Storm scomparve.
Come osi far piangere mia sorella?!” tuonò furioso afferrando il rosso per il colletto della camicia, mentre lo sollevava di peso e si preparava ad affogarlo in una bolla d’acqua grande quanto la sua testa.
“Sei impazzito?! Calmati, Storm! Non ricordi che dovevi aiutarmi ad avere il mio bacio da Star?” pianse spaventato il mago.
“Ah, già! Hai ragione.” disse il ragazzo tornando calmo, e sorridendo all’amico disse, con fare innocente, “Mi spiace, mi sono lasciato andare.”
“N-non fa niente.”
“Storm… Weeeh! Reiki-sama, h-ha detto che non le piaccio!”
“Ma no, Sayla, Rei ha solo detto che è troppo giovane per il matrimonio.”
“D-Dici sul serio?”
“Ma certo! Non è vero?” disse piantando una gomitata nella pancia al ragazzo, che mosse la testa su e giù.
“Che bello! Allora quando saremo grandi potremmo sposarci, e avremmo tanti bambini e una bella casetta! Si!”
“Va bene, ma adesso non ricominciare.” la zitti il fratello, “Ti ho chiamato qui perché devo dirti una cosa importante.”
“Di che si tratta?”, “E-ecco, vediamo, come faccio a dirtelo?”
“Su, sputa il rospo.”
“Va bene. Praticamente, prima ho sentito Star dire, che con quella tua brutta abitudine a spogliarti staresti bene in una discoteca e non in una gilda di ma…”
“MA COME SI PERMETTE! URGHHHH! STUPIDO PARAFULMINE PARLANTE! OSA FARE LA PREDICA A ME E POI SI VESTE COME UNA BARBONA?! ADESSO GLI FACCIO VEDERE IO!” e prima che Storm potesse fermarla si fiondò sulla ragazza, che incurante dell’attacco era seduta a leggere una rivista.
Se ne rese conto troppo tardi e fece in tempo solo, a trasformarsi in un fulmine e ad evitare di rimanere congelata dall’attacco di Sayla.
“Si può sapere cosa ti prende, spogliarellista?”
“Ti faccio vedere io, befana con l’ombelico in fuori!”
Il corpo di Star fu circondato da una massa di fulmini e sul suo volto si dipinse un sorriso collerico, mentre una vena gli compariva in fronte.
“Cosa hai osato dire sotto specie di ghiacciolo poco vestito?”
“Preparati, ammasso di fulmini, ti ridurrò ad un cubetto di ghiaccio!”
E così lo scontro iniziò tra fulmini bianchi, gialli e rossi, che si scontrarono contro pareti di ghiaccio, tempeste di neve e lame ghiacciate. Tutto questo, mentre il resto dei maghi grandi o piccoli fuggivano in preda al panico, cercando di evitare saette e cubi di ghiaccio e neve.
“Si salvi chi può!” urlò Wakaba, “Presto tutti nella cantina! Quelle due hanno ripreso a litigare, faranno crollare l’intero edificio!” urlava Macao, correndo con il suo bastone ovunque, mentre era imitato da molte schiere di maghi.
“E’ questa la tua idea geniale?! Distruggere l’intera gilda?”
“Ma no, adesso buttati e vai a prenderti il tuo bacio! Guarda dov’è messa Star.”
Ignorando il sorriso soddisfatto dell’amico, Reiki si voltò e guardando sopra la testa della bionda vide il fantomatico vischio, ma vide anche nubi di fulmini e ghiaccio volare e centrare uomini e donne, che caddero svenute al suolo.
“Tu sei completamente pazzo! Io lì in mezzo non mi ci butto!”
“Ma devi farlo, altrimenti il tuo bacio…”
“Se vado lì, non solo non avrò alcun bacio, ma mi ritroverò in una tomba!”
“E va bene. Ci penso io.” rispose infastidito il bluette.
“SAYLA! FALLA FINITA O DICO ALLA MAMMA CHE HAI DISTRUTTO DI NUOVO LA GILDA!”
“Ma fratellone!” disse gonfiando le guance la ragazzina, mentre schivava un fulmine e cercava di colpire l’avversaria con una lancia di ghiaccio.
“Niente ma, falla finita!”
“E va bene. Facciamo che per questa volta faccio finta di nulla.”
“Scappa pure, codarda.” gli rise in faccia Star, “Io non sono una codarda!”
“Weeeh, il fratellone ti dice di smetterla e tu da brava cagnolina lo fai?!”
“Chiudi la bocca, bastarda!”, “Come scusa? Non credo di riuscire a sentire le patetiche minacce dei codardi.”
“Adesso ti faccio vedere io!” urlò Sayla, ma fu afferrata da Storm e trascinata via di peso, mentre lanciava ogni sorta di improperio alla bionda, che in risposta scoppiò a ridere.
La sua gioia si interruppe, quando un pugno dalla consistenza di una lastra di ferro la centrò sul cranio e la fece piegare in due dal dolore.
“Ma chi cazzo…” non terminò la frase, perché si ritrovò la faccia imbufalita di Emma a pochi centimetri dal volto.
“E-Emma-sama, cosa s-succede?” chiese visibilmente intimorita dallo sguardo minaccioso della ragazza più grande.
“Guarda cosa i tuoi stupidi fulmini hanno fatto al mio vestito!” tuonò la violetta indicando il suo bell’abitino azzurro completamente bruciacchiato, “Non lo sai che il metallo è un ottimo conduttore di elettricità?!” rincarò la dose, afferrandola per la maglietta e trascinandola via dal bancone.
“HIII! Scusami, Onee-chan, non lo faccio più.” gemette la ragazza, sapendo che l’avrebbe pagata cara.
“Ah ah ah! Ben gli sta a quella prepotente!” rise Sayla dietro la solita trave, mentre Storm e Reiki guardavano terrorizzati Emma rimproverare Star.
“C-Credo che il tuo piano sia fallito.” disse il rosso, “Forse hai ragione. È meglio che chiami i rinforzi.”
“Reiki-sama, vieni sotto il vischio con me!” sorrise Sayla afferrando una piantina, mentre il ragazzo attivava Meteor e si metteva a volare per tutta la gilda cercando di scampare dalle mire amorose della ragazzina.
“Ehi, Nashi.” disse Storm alla Lacrima Phone che aveva appena tirato fuori dal giacchetto, “Ti dispiace venire a darmi una mano? Ti assicuro che è una cosa importantissima!”
Fu così, che mezz’ora dopo, la rosata si presentò alla gilda e convinta Sayla a tornare a casa ad aiutare Juvia, i tre si misero a discorrere del nuovo piano da attuare.
“Ah ah ah! Non posso crederci! Ah ah ah! Voi ragazzi siete veramente assurdi! Come cavolo vi sono venute in mente certe idee?”
“Smettila di prenderci in giro!” disse offeso Storm, “Scusami, Stormy, ma certe volte sembri proprio un tontolone.”
“Uffa.” grugnì il ragazzo gonfiando le guance ed incrociando le braccia, “Su non fare così. Ci penso io ad aiutarvi.” disse Nashi carezzandogli la testa.
“Grazie, sei la migliore.” risposero i due ragazzi.
“Bene, ecco il piano: primo, disseminare vischi per tutta la gilda, dobbiamo assicurarci che quella cretina di Star ci caschi; secondo creiamo un putiferio generale, se riusciamo a far finire gli adulti sotto quelle piante maledette si creerà il caos e potremmo approfittarne.”
“Beh, non sembra male come idea.”
“Che differenza c’è tra questo e i miei piani?”
“Semplice.” sorrise Nashi, “Star sarà così distratta dal prendere in giro gli altri, che non si accorgerà della nostra trappola, e poi l’ho inventato io! I miei piani sono migliori a prescindere!” rispose la ragazzina sollevando la testa e gonfiando il petto.
“Se lo dici tu.”
“Ok, è il momento! La zia Mira ha finito proprio ora di spargere ovunque le piantine, forza spingete gli adulti verso il vischio.”
“D’accordo!” dissero i due e partirono alla carica.
“Da chi cominciamo?” chiese Reiki, “Che ne pensi di iniziare da zia Laki e zio Max? Sono giorni che non vanno d’accordo.”
“Buona idea.”
Così dicendo si avvicinarono a Max e sottrattagli la scopa si fecero inseguire per tutto il locale, attirando nella baraonda generale l’attenzione dell’occhialuta.
“Ci siamo!” urlò Storm e lanciando la scopa verso la donna, che l’afferrò prontamente, spiccò un salto all’indietro e portandosi alle spalle del bruno, con un calcio lo spinse davanti alla donna a pochi centimetri dal suo volto.
“Adesso ti metti a giocare con i bambini?” chiese stizzita la donna, spostandolo via con la mano, “Veramente sono loro che hanno iniziato.”
“Beh, chi se ne frega! Prendi la tua stupida scopa e togliti dai piedi!”
“Ma Laki…”
“Ehi, zio Max, zia Laki!” li richiamò la voce beffarda di Storm, e i due voltandosi lo videro indicare un punto sopra la loro testa, “Guardate un po' dove siete finiti?” ghignò il ragazzo, e i due sollevando la testa rimasero spiazzati dal ritrovarsi sotto il vischio.
“Conoscete le regole.” disse Reiki,
“Non esiste che io faccia una cosa simile!” protestò la donna, incrociando le braccia e dando le spalle all’uomo accanto a lei, che in tutta risposta sospirò scoraggiato.
“Zia Mira loro non vogliono baciarsi!” urlò Nashi spuntando da dietro i due ragazzi,
“Sssh, zitta! Non chiamarla!” la pregarono i due, ma era troppo tardi, l’udito ultra-sviluppato dell’albina, che per altro si attivava solo in questi frangenti, era stato richiamato dalle urla della ragazzina, e prima che i due poveretti potessero fuggire comparve davanti a loro, con la solita maschera angelica.
“Non fate i bambini. Le regole sono regole… baciatevi!” ordinò e i due non poterono sottrarsi all’ingrato compito, anche se a sorpresa di entrambi si rivelò un momento davvero piacevole, e per una volta Max mise da parte la sua scopa e si concentrò su qualcosa di molto più importante.
“E uno è fatto!” gioì Nashi alzando il pollice, “Adesso andiamo a diffondere il caos!”
“Si!” urlarono gli altri due.
Ecco che, in meno di un quarto d’ora, tutti i membri furono impegnati con dimostrazioni d’affetto, in alcuni casi indesiderate e in altri semplicemente consuete.
Levy e Gajeel non ebbero nessun problema a baciarsi di fronte a tutti, lo facevano ormai da anni, anche se né Emma, né tanto meno Gale apprezzarono quel gesto, e una scappò via disgustata, mentre l’altro si coprì la testa con un libro.
Natsu e Gray intenti a litigare finirono sotto il vischio, ma prima che uno solo dei membri della gilda potesse farglielo notare, il primo diede fuoco alla pianta e il secondo la congelò. Alla fine, furono Lucy e Juvia a rimediare all’imbarazzo dei due mariti, baciandoli entrambi contemporaneamente.
Elsa, non vedendo Gerard nei paraggi pensò bene di allontanarsi: suo marito non era geloso, ma non si poteva mai sapere. E così portandosi dietro Rosemary, ancora addormentata, imboccò la porta. Non prima però di aver augurato a suo figlio buona fortuna.
Kinana non poté fare altrettanto, e per la seconda volta Warren si ritrovò con la testa sul soffitto della gilda, solo che questa volta a spedircelo non fu un artiglio avvelenato, ma un gigantesco ramo di frassino spuntato dal pavimento.
“Non dovresti picchiare tuo zio a quel modo.” disse Kinana a suo figlio, che era dietro al bancone ad aiutarla a preparare da mangiare e da bere.
“E lui non dovrebbe pensare certe cose. Sei una donna sposata, cosa direbbe papà?”
“Com’è che adesso ti importa cosa pensa tuo padre?”
“Allora diciamo, che nessuno deve osare avvicinarsi alla mia mamma!”
“Sono d’accordo!” gridò Blake uscendo da dentro il ripostiglio, “Farò a fette chiunque ci provi con te. Tranquilla mamma ti proteggerò io!”
“G-grazie Dia, sei molto gentile.” sorrise nervosa Kinana, vedendo sua figlia impugnare la sua spada di legno, che si era ricoperta completamente di veleno.
“Ehi, Charle, me lo daresti un bacio?” chiese Happy, “No.” rispose la gatta dandogli le spalle, “Ma perché no? Siamo sposati da anni!”
“Non importa, adesso non ne ho voglia.”, “Ok, ma se finiamo sotto il vischio?”
“In quel caso potrei ripensarci.” disse la micia bianca e subito Happy volò per tutto il locale alla ricerca della pianta perfetta e più grande da mettere sulla testa della moglie.
Nel mentre anche Gale si era alzato avendo notato che Sayla era tornata alla sede: “Se riesco a portarla sotto il vischio, finalmente potrò baciarla!” pensò, ma prima che potesse avvicinarsi la ragazzina gli piantò un pugno sulla faccia e lo fece stramazzare al suolo.
“E-E quello, per c-cosa era?”, “Niente, ho solo avuto una brutta sensazione. Stammi lontano quattrocchi! Il primo a cui darò un bacio sarà Reiki-sama!” e detto questo si mise alla ricerca del rosso, lasciando il povero Gale semi-svenuto sul pavimento.
“Non è andata molto bene, vero?” chiese sua sorella avvicinandoglisi e mettendosi con la testa sopra la sua.
“Odio quel dannato vischio! Per colpa sua il Natale è diventata una cospirazione per far sentire i single depressi!” urlò in lacrime il ragazzo.
“Ah ah ah! Hai proprio ragione, ora scusami ma devo andare a cercare Drake.”
“L-la testa di legno? E perché?”
“Guarda un po'.” disse indicandogli il rametto che teneva in mano.
“Papà non la prenderà bene.”
“Che mi importa! Non lo verrà nemmeno a sapere, in quanto a te tieni la bocca chiusa o sai già cosa ti succederà!” lo minacciò la sorella, fissandolo con rabbia.
“Non fiaterò!”, “Bravo fratellino.” gli sorrise la violetta tornando allegra, prima di dirigersi a cercare il figlio di Cobra.
“Mira, si può sapere cosa sta succedendo qui?” chiese Luxus appena uscito dal suo studio, notando che l’intera gilda era nel pieno di una mezza rissa, mezza fuga, mezza sbaciucchiata.
“Nulla di che.” rispose la moglie, “E’ solo la magia del Natale.”
“Perché penso che questa fantomatica magia del Natale non sia altro che una tua trovata?”
“Ma che dici?! Figurati se mi importa ancora di queste cose. Sono una madre di famiglia adesso.”
“Però, mi sembra che le vecchie abitudini siano dure a morire.”
“Chissà. Piuttosto, guarda cosa hai sulla testa.”
Sollevando il capo l’uomo vide sulla sua folta chioma di capelli biondi una puntina verde.
“Ma vale lo stesso?”, “Più o meno. Facciamo così.” rispose la barista, e tolta dai capelli dell’uomo la pianta la mise in mezzo alle loro fronti, prima di avvicinare le sue labbra a quelle del marito e baciarlo.
Nel caos generale successero anche un paio di spiacevoli ‘incidenti’: Rin e Nash, intenti ad impedire ai rispettivi fratelli maggiori di baciarsi finirono sotto il vischio al posto loro e la situazione degenerò in rissa, quando Natsu venne a sapere che Storm aveva baciato Nashi. Sia padri sia figli presero ad azzuffarsi in contemporanea, e subito dopo vennero stesi dalle mogli e da Sayla. La quale sperava un giorno che suo fratello e Nashi, che aveva sempre visto come una sorellona, si sposassero e quindi non sopportava i litigi dei due piccoli bambini e molto spesso interveniva picchiandoli.
Gale, non ottenne il suo bacio dalla turchina, ma in risposta fini sotto la pianta con l’ultima persona che avrebbe sperato, ovvero Ideki. I due disgustati da un lato rischiarono di dare di stomaco e dall’altro cominciarono a prendersi a pugni, finché non intervenne Reiki, spaccando la testa ad entrambi contro una trave della struttura.
Cristal, la figlia di Elfman ed Evergreen, furiosa perché il fidanzato Zack, non faceva altro che bere con sua madre Cana e correre in giro dietro a tutte le ragazze della gilda, pensò bene di pietrificarlo e dopo tramutandosi in un gigantesco mostro fracassò la statua di marmo contro una parete. Quando il ragazzo, miracolosamente sopravvissuto, tornò normale rincarò la dose rincorrendolo per tutta la sede e colpendolo con il suo ventaglio.
Tutto questo sotto lo sguardo fiero di sua madre e quello preoccupato di suo padre, che provò un’immensa compassione per il ragazzo di sua figlia. Cana, invece, vestita con un costume succinto da Babbo Natale, rimase indifferente alle pene di suo figlio e continuò a bere.
“Così impara a prendere brutte abitudini da suo nonno.” disse semplicemente la bruna, tornando a scolarsi l’ennesimo barile.
In tutto questo Star Drayer era rimasta vicino al bancone del bar, allontanando tutti i possibili ‘nemici’, colpendo chiunque le stesse vicino, con pugni, calci e saette.
Non si accorse però di un certo ragazzo dai capelli rossi, che proprio in quel momento stava rincorrendo Ideki e Gale, i quali durante la loro rissa erano finiti per cadere sulla torta che il giovane si era portato per merenda.
Fu così, che senza alcuna macchinazione, nessun piano geniale o altro intervento, insomma per semplice destino i due si ritrovarono sotto il vischio.
“Star, tesoro, guarda chi hai vicino.” disse sua madre, sorridendo sorniona.
Appena la bionda si voltò e si ritrovò davanti Reiki sbiancò e fece un passo indietro, il ragazzo invece rimase immobile, fece scomparire la spada che impugnava e guardò la ragazza attendendo una risposta, mentre le sue guance si coloravano di rosso.
“S-Star, e-ecco io…” non poté finire la frase, che la ragazza lo spinse via facendolo cadere all’indietro.
Stammi lontano!” parlò e i suoi occhi si spalancarono, “Ma…”
“Brutto idiota! Hai rovinato tutto! Volevo solo starmene per conto mio! Adesso per colpa tua dovrò rendere conto a mia madre che aveva ragione. E peggio ancora dovrò…” non riuscì a terminare la frase, volgendo lo sguardo di lato, cercando di non vomitare.
“Adesso smettila, Star.” la richiamò Nashi, offesa da come la ragazza stesse trattando il suo compagno di squadra, “Lo abbiamo fatto tutti! Non vedo cosa ci sia di male.”
“Tu sta zitta! Nessuno ha chiesto il tuo intervento, fiammifero fastidioso!” gridò la ragazza, prima di tornare a concentrarsi su Reiki, “In quanto a te, levati dalla testa che io ti baci! Anzi sparisci dalla mia vista!” disse e stava per colpirlo con un fulmine, quando una mano possente e tre volte la sua gli circondò il braccio, impedendole di proseguire con l’attacco.
“Adesso smettila.” disse Luxus, “Ma papà…”
“Ti stai comportando come una bambina! Se non vuoi partecipare al gioco, perché ti vergogni a me sta bene, ma non puoi reagire così! Chiedi subito scusa a Reiki!”
La ragazzina abbassò la testa, mentre contraeva i pugni e digrignava i denti, poi in un flebile sussurro disse: “Mi dispiace Reiki.”
Subito dopo il suo corpo brillò e tramutandosi in un fulmine scomparve.
“Scusa mia figlia, Reiki. In questo periodo è leggermente nervosa.”
“Non fa niente, Master.” rispose il ragazzo, che però non riusciva nemmeno ad alzare la testa da terra, troppa era la sua delusione.
“Ehi, Rei! Stai bene?” chiese Storm, ma il ragazzo non rispose.
“Reiki, come ti senti?” si fece avanti Nashi, “B-bene. C-Credo.” biascicò il ragazzo, mentre tirava su con il naso.
“Oh Reiki, non fare così. Star è solo una stupida, se non capisce che grandiosa persona tu sia, allora non è la ragazza giusta per te.” cercò di confortarlo la rosata.
“Nashi ha ragione. Non abbatterti! Ci sono migliaia di donne là fuori, che pagherebbero per averti come fidanzato, e mia sorella è la prima.” gli sorrise l’amico, ma l’altro non ricambiò.
“S-Scusate, devo fare una cosa.” disse tirandosi in piedi, per poi voltarsi e dirigersi verso l’uscita sotto gli sguardi abbattuti dei suoi amici.
“Si riprenderà?”, “Sono certo che gli passerà. Forse ci vorrà un po' per superare la delusione, ma alla fine ne uscirà.”
 
Star percorreva con passo magistrale la strada, completamente ricoperta da neve, non gli importava se indossava a mala pena una magliettina e un paio di calzoncini corti, preferiva rimanere al freddo e prendersi la polmonite, piuttosto che rimettere piede in quel luogo.
“Stupida mamma, stupido Natale, stupido vischio e stupido Reiki!”
“Mi dispiace.”
Riconobbe una voce familiare provenire da dietro di lei, e si portò istintivamente le mani alla bocca, congelandosi sul posto dall’imbarazzo.
“Mi dispiace averti messo in imbarazzo.” continuò l’individuo, mentre Star si voltava e distingueva la figura familiare di Reiki, in piedi davanti a lei che la guardava con tristezza e delusione.
“Cosa sei venuto a fare? Non lo hai capito che devi starmi lontano?!”
“Si, scusa. Ma ci tenevo a chiederti perdono.”
“Bene, ora che lo hai fatto, vattene!”
“Aspetta, io devo…”
“Vuoi lasciarmi in pace! Lo vuoi capire che non sono ancora pronta per questo genere di cose?!” si maledisse per aver detto ad alta voce quella cosa, e fu tentata di saltare addosso al ragazzo e prenderlo a pugni; ma lui non si mosse e lei non riuscì a fare nulla se non tenere la testa bassa e aspettare la sua risposta.
“Scusami, quest’idea del vischio è stata una stupidaggine e mi è sfuggita di mano. Non avrei dovuto provare a baciarti con l’inganno, ma non riuscivo a venire a dirti in faccia quello che provavo.”
“Lo stai facendo adesso.” disse dura la ragazza, ma dal colore che assunsero le sue guance, il giovane comprese che poteva continuare.
“Eh eh! Già, adesso che è tutto rovinato è più facile dirti la verità. Non volevo mancarti di rispetto, né mi aspetto di piacerti in alcun modo, sei libera di trovarmi fastidioso e odioso, però nonostante io ci provi non riesco a fermarlo, e ogni volta che ti vedo il mio cuore comincia a battere a trecento all’ora, e mi sembra di poter fare qualunque cosa.”
“Hai finito?”
“Penso di sì. Ti ho detto quello che pensavo.”
“Adesso tocca a me! Reiki Fernandez sei il ragazzo più fastidioso, impiccione, sei deboluccio, un amante della meccanica, un presuntuoso, un mollaccione e un’inaffidabile sentimentale. Sei tantissime cose, e noi due siamo troppo diversi…”
“Capisco…”
“FAMMI FINIRE! Siamo troppo diversi, è vero! Ma non è per questo che non ti voglio! Potrei anche trovarti lontanamente passabile, ma in questo preciso momento io voglio solo una cosa: diventare la maga più forte di tutta la gilda! Non ho tempo da perdere dietro agli uomini o a fare stupidi giochini, mi capisci?”
“Credo di sì. E ti ringrazio.”
“Per cosa?” chiese sorpresa la ragazza, alzando finalmente la testa da terra.
“Adesso so, che ho ancora una possibilità! Forse non sei ancora pronta e molto probabilmente non lo sono nemmeno io. Ma verrà un giorno in cui ti innamorerai di me! E fino a quel giorno io sarò qui ad aspettarti!”
“Sei sicuro di voler scommettere su di me?” chiese la ragazza ghignando,
“Certo! E sappi che vincerò!”
“Lo vedremo! Se davvero sarà così, sarai il primo a battermi in una gara.”
Detto questo stava per voltarsi e proseguire lungo la sua strada, quando avvertì un piacevole tepore invaderle il corpo, e un qualcosa di morbido e pesante la rivestì. Abbassò lo sguardo e si ritrovò addosso un paio di guanti, un lungo giaccone invernale, una sciarpa rosa al collo, e un lungo paio di pantaloni pesanti.
“Tsk, appena lo rivedo lo massacro!” disse la ragazza, accorgendosi solo in quel momento che il suo interlocutore era scomparso, dopo averle lasciato quel prezioso regalo.
Si strinse la sciarpa al collo, inebriandosi del calore prodotto dagli indumenti pesanti e poi continuando a camminare scomparve in uno dei vicoli di Magnolia.

Nota d’autore: e con questo siamo al capitolo cinque! Devo dire che è stato divertente scrivere di tutte le assurde trovate escogitate da Storm e Reiki per farlo baciare da Star. Spero di avervi strappato un sorriso.
Questo capitolo è diverso dagli altri, qui non ho analizzato una famiglia precisa ma una possibile coppia della Next Gen. Anche se, si potrebbe definire una grande famiglia tutta la gilda, che si ritrova invischiata in una marea di casini per colpa di quei tre scalmanati di Nashi, Storm e Reiki.
Il motivo per cui non ho trattato molto la situazione familiare di casa Fernandez è che lo avevo già fatto in una mia vecchia storia, scritta qualche anno fa; e mi era piaciuta la loro riconciliazione come l’avevo presentata lì. Inoltre, non era necessario per la trama.
Spero il capitolo vi sia piaciuto e che leggerete e recensirete con piacere.
Vi anticipo che il prossimo capitolo tratterà la famiglia Drayer.


 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: striscia_04