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Autore: Severa Crouch    25/12/2021    6 recensioni
Questa raccolta vuole essere un insieme di flashfic/one-shot natalizie ambientate a Hogwarts. Tutte le generazioni si sono trovate, almeno una volta nella vita, a dover trascorrere un Natale a Hogwarts.
1. Tea Party - Walburga, Alphard, Cygnus & Tom Riddle
2. Christmas plans - I Malandrini
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Christmas plans

I malandrini 



A Fede e Rosmary, perché un po' vi immagino inseparabili come James e Sirius.
Buon Natale, ragazze!


 

“Sirius, dobbiamo parlare!”

James aveva aperto la tenda del baldacchino con la sua solita irruenza, mentre Remus e Peter già dormivano. Sirius era troppo arrabbiato per riuscire a chiudere occhio, gli rivolse uno sguardo incredulo: “Adesso?”

James socchiuse gli occhi e lo studiò attentamente. “Tanto lo so che non riesci a dormire perché stai rimuginando sulla risposta del cazzo che ti ha dato Regulus.”

Sirius sorrise. James lo conosceva troppo bene, sicuramente meglio di suo fratello che non perdeva occasione per ricordargli quanto fosse inadeguato e sbagliato. 

“Hai preso un’altra punizione, Sirius?”

“Sempre in giro con la feccia, Sirius?” 

Lui e i suoi amici di Serpeverde, quelli giusti, quelli che piacevano a Orion e Walburga - ormai aveva smesso di chiamarli mamma e papà - gli rivolgevano sorrisetti sarcastici e battutine ironiche che cercava di lasciarsi scivolare di dosso, ma non sempre ci riusciva, perché anche se sei Grifondoro e hai il coraggio di seguire la tua strada e ribadire che le idee della tua famiglia - e dei loro amici, e degli amici dei loro amici - sono sbagliate, ingiuste e aberranti, non significa che sia facile.

James, però, rendeva tutto meno pesante, più semplice e persino giusto, così gli fece posto nel letto: “Va bene, James, sentiamo.”

James si infilò sotto le coperte di Sirius e chiuse le tende del baldacchino con un rapido movimento della bacchetta, insonorizzò l’ambiente, perché nessuno li ascoltasse e Sirius avrebbe avvertito un po’ di ansia se non fosse stato per lo sguardo complice di James e quel sorriso divertito.

“Lo sai che giorno è Natale?” gli domandò.

“Il 25 dicembre, come tutti gli anni, ma hai bevuto qualche strana pozione della Evans? Lo sai che è amica di Mocciosus…”

James si lasciò andare a una smorfia disgustata, mimò un conato di vomito e rivolse a Sirius un sorriso sbilenco: “È giorno di luna piena, intendevo! Sai cosa significa?”

“Che Remus avrà un pessimo Natale?”

“Esatto e noi dobbiamo stargli vicino. Tu che programmi hai per Natale?”

Sirius scrollò le spalle. Non aveva voglia di tornare a casa, sentire le lamentele e gli sguardi delusi dei suoi genitori, i paragoni con Regulus, il figlio perfetto che faticava per rimediare al disastro che lui combinava. 

“A parte rovinare il Natale dei Black, intendi?”

“Che ne pensi se trovassimo un modo per rimanere a scuola con Remus?”

Sirius sollevò le sopracciglia sorpreso. Non aveva mai creduto possibile sottrarsi al Natale a casa, ma in quel momento James gli stava proponendo una via di fuga, una missione nobile da compiere, e la motivazione per lasciarsi alle spalle il clima tossico di Grimmauld Place.

“Serve qualcosa che convinca i tuoi genitori a lasciarti a scuola. Ad esempio, potremmo finire in punizione,” propose James passandosi una mano tra i capelli. Si stese su un fianco, gli occhi erano rivolti al soffitto del baldacchino. C’erano momenti di tale complicità tra loro che quasi gli sembrava di rivivere i tempi in cui lui e Regulus erano insieme nel letto, prima che la scelta del Cappello Parlante li dividesse per sempre. 

“Dubito che mia madre mi lasci a scuola per una punizione,” sospirò, “pretenderà di farmi tornare a casa solo per avere la soddisfazione di essere lei a punirmi…”

“Allora devi essere impossibilitato a partire.”

“Eh… non ho nemmeno la scusa del Quidditch…” 

Più analizzavano le prospettive, più la situazione diventava deprimente. Sirius stava scivolando nel sonno quando James saltò sul materasso ed esclamò: “Ho trovato! Chiediamo alla Evans!”

Sirius scoppiò a ridere. “Certo! Mandiamo una Nata Babbana a convincere Walburga Black che il suo primogenito rimarrà a scuola per Natale… Ogni scusa è buona per parlare con Lily, eh?”

“No, non hai capito niente! Sei sempre il solito malpensante di un Black!” James tornò a stendersi sul materasso e gli spiegò: “La Evans conoscerà qualche filtro che simulerà il malessere. Il tempo di stare male la mattina della partenza, dire che non sei in grado di prendere il treno e andare in infermeria. I miei genitori mi lasceranno rimanere a scuola con Remus e credo che nemmeno per Peter ci saranno problemi.”

“D’accordo, siamo nelle mani della Evans.” Sirius non riuscì a nascondere il sorriso che gli spuntò al pensiero di rimanere a Hogwarts per Natale. Avrebbero avuto la scuola tutta per loro, senza lezioni, pieni di dolci, e con la sala comune interamente a loro disposizione. Il calore che provò nel petto si irradiò per tutto il corpo e l’arrabbiatura con Regulus divenne un ricordo lontano. Anzi, aveva voglia di rivedere suo fratello, si immaginava l’espressione di disappunto che avrebbe avuto nel momento in cui avrebbe scoperto che lui non sarebbe tornato a casa per le vacanze. Tutti i piani per metterlo in imbarazzo sarebbero falliti miseramente. Sirius ridacchiò tra sé e sé.

James, invece, sembrava ancora assorto tra i suoi pensieri. “Dobbiamo perfezionare la nostra sorpresa. Sai, le ultime volte la trasformazione non era perfetta.”

“Possiamo dedicare le prossime sere. Vedrai che per Natale saremo pronti. Remus rimarrà a bocca aperta!”

 

***


“Mi raccomando,” James li osservava attenti. “Non dite la formula magica, pensatela solo. Se vi abituate a trasformarvi pronunciando la formula, finirà che sarà più difficile tornare umani. Peter, parlo soprattutto con te. Sirius è meglio in forma canina, le ragazze lo adorano, mentre tu… insomma, hai più successo nella tua versione umana!”

Peter ridacchiò. “Sai, anche Mary rimane a scuola per Natale, pensavo che potrei passare del tempo con lei.”

“Vedremo di non interferire, allora!” esclamò Sirius che aveva predisposto un piano meticoloso di esplorazioni del castello alternate a incursioni nelle cucine. Remus avrebbe provato a dissuaderli se solo avesse intuito cosa stavano pianificando. 

Per fortuna, Lily Evans aveva compreso che desideravano rimanere accanto a Remus e i suoi misteriosi problemi di salute e il suo buon cuore l’aveva indotta a sostenere la loro iniziativa. Così, lei coinvolgeva Remus in ronde notturne e compiti da Prefetti che lo distraessero da quanto combinavano James, Sirius e Peter. Quella ragazza era proprio un angelo, James ne era sempre più certo, ogni giorno un po’ di più.

Il primo a trasformarsi in animale fu Sirius. Divenne uno splendido cane nero, poi fu il turno di James che divenne un cervo, e dopo fu la volta di Peter che riuscì finalmente a diventare un topo di campagna. Tutti e tre erano riusciti a diventare animali. James osservò attentamente Sirius e Peter, nessuno dei due aveva lasciato parti umane dietro di sé, la trasformazione era completa e perfetta, senza alcuna sbavatura, proprio come indicavano i manuali che da anni studiavano in gran segreto. 

James fu il primo a ritornare umano, poi fu la volta di Peter, seguito da Sirius. Il successo di quella trasformazione arrivava al culmine di anni di dolorose sperimentazioni e studio attento e meticoloso che li aveva portati a eccellere in Incantesimi e Trasfigurazione. Quel pomeriggio provarono e riprovarono per padroneggiare al meglio l’incantesimo. Si interruppero solo quando arrivò l’ora di cena e raggiunsero Remus in Sala Grande. 

“Dov’eravate finiti?” domandò con l’aria sempre più stanca. La luna piena si stava avvicinando e, con il passare dei giorni, le forze di Remus ne risentivano.

“Abbiamo trovato un’aula vuota per esercitarci per incantesimi,” mentì Peter. 

James e Sirius ressero il gioco e iniziarono a parlare delle vacanze che si avvicinavano. Avrebbero finto di partire e tornare a casa, salvo poi fare la sorpresa a Remus che non doveva sospettare minimamente di quelli che fossero i loro programmi natalizi. 

Arrivò il dolce e Sirius emise uno sbuffo irritato. James guardò l’amico e intuì che il suo malumore era dovuto a qualcosa che stava avvenendo al tavolo di Serpeverde. 

“E quindi, per il prossimo trimestre, batteremo Grifondoro!” Regulus Black era in piedi sulla panca di legno del tavolo dei Serpeverde a tenere un comizio per la squadra di Quidditch.

“Nei tuoi sogni, Black!” esclamò James ridacchiando. Tirò fuori dalla tasca il Boccino d’oro con cui amava giocare e lo liberò. “Scommetto che nemmeno sulla terra ferma riesci a prenderlo!” 

Il Boccino sfrecciò tra i tavoli, alcuni studenti protestarono, provarono a sfuggire a quella sfera che rischiava di colpire in testa qualcuno. Alcuni primini di Corvonero si nascosero sotto il tavolo della loro Casa, la professoressa McGranitt esclamò esasperata: “Potter!” mentre Regulus si scambiava sguardi sarcastici con gli altri Serpeverde. Il Boccino gli sfrecciò davanti gli occhi, Regulus allungò la mano per prenderlo e James scoppiò a ridere nel vedere che la presa era caduta nel vuoto. Pochi istanti dopo, il Boccino sfrecciò verso il tavolo di Grifondoro, James allungò la mano e le sue dita si serrarono proprio intorno alla sfera dorata. 

“Vedi, Black? Serpeverde non ha speranze nemmeno nel prossimo trimestre!” ribadì mentre rimetteva in tasca il Boccino. Era certo che il Preside Silente fosse divertito da quello scambio, mentre il professor Lumacorno, il direttore di Serpeverde, cercava di parlare con la professoressa McGranitt.

“Dieci punti in meno a Grifondoro!” esclamò la McGranitt, “Potter, considerati in punizione per la prossima settimana!”

“Ma professoressa!” protestò James.

“Non c’è nessun professoressa,” continuò la McGranitt, “non costringermi a toglierti il Quidditch, altrimenti Serpeverde vincerà e io non voglio vedere il professor Lumacorno andare in giro tronfio!”

James si passò una mano tra i capelli e sospirò: “D’accordo. Ci vediamo nel suo ufficio dopo cena?” 

Era certo che la professoressa fosse arrossita a quella domanda, ma le labbra sottili e il cipiglio severo della McGranitt gli lasciarono il dubbio sulla reale forza del suo charme. James sapeva che la Vicepreside aveva un debole per lui, soprattutto perché era un’ex giocatrice di Quidditch e lui era il suo campione preferito, lo capiva dallo sguardo commosso e ammirato che aveva dopo ogni vittoria. Tuttavia, la McGranitt aveva un nonsoché della Evans, riusciva a rimanere perfettamente seria e non lasciarsi travolgere dal suo fascino. Forse, si disse James, se fosse riuscito ad avere l’ammirazione della Direttrice di Grifondoro, l’avrebbe avuto anche di Lily.

 

***

 

La settimana di punizione di James passò velocemente e con l’avvicinarsi delle vacanze, Remus iniziò a sentirsi sempre più debole e stanco. Di solito riusciva a contrastare molto bene l’avvicinarsi della luna piena, ma il pensiero di rimanere da solo, di non trovare al risveglio in infermeria le Cioccorane di Peter, il biglietto di Sirius con tutti i pettegolezzi, e nemmeno la sua sciarpa preferita, quella che James gli faceva trovare perché sapeva che Remus dopo la luna piena aveva sempre freddo, lo deprimeva abbastanza. Del resto, non voleva nemmeno rovinare il Natale dei suoi amici chiedendo loro di rimanere con lui. 

Sirius lo avrebbe fatto volentieri, pur di sottrarsi alle feste dei Purosangue, ma non poteva, sua madre minacciava di usare Maledizioni terribili e impronunciabili su tutti loro. James, invece, aveva una famiglia che lo attendeva, genitori anziani che volevano assolutamente godersi il figlio e Peter, beh, Peter aveva delle cugine che non vedevano l’ora di mettere le mani sul loro dolcetto preferito e Remus non aveva nessuna intenzione di sottrarre Peter a quel sacrificio, il suo amico tornava dalle vacanze con un sorriso enorme e l’aria estremamente rilassata.

In un certo senso, Remus invidiava i suoi amici. Lui sarebbe rimasto a scuola, avrebbe fatto i compiti e trascorso il Natale con la professoressa McGranitt e i professori della scuola. Era sempre meglio che rimanere da solo a casa o rischiare di mettere in pericolo i suoi genitori, si ripeteva.

Il giorno della partenza c’era un gran caos nella torre di Grifondoro. Remus era in piedi davanti al caminetto alla ricerca di calore mentre osservava gli studenti andare avanti e indietro.

“Smith non correre!” Richiamò una ragazzina del primo anno che rischiava di far inciampare gli altri nel suo baule. Lily arrivò insieme a Marlene: “Mi raccomando, Remus, ti affido la nobile Casa di Grifondoro!”

Remus annuì e mimò un inchino. “Temo che il compito più arduo sarà il Vostro, Prefetto Evans, alcuni studenti non hanno ben chiaro il concetto di dirigersi ordinatamente verso il treno.” Indicò due ragazzini del terzo anno, Sandall e Hatfield, che idolatravano fin troppo James e Sirius e avevano appena nascosto due Caccabombe dentro il baule di Whitley, un ragazzo del loro stesso anno con cui avevano avuto un litigio durante l’ora di Erbologia. Secondo le lamentele della professoressa Sprout, Whitley li aveva coperti di Puzzalinfa andando a punzecchiare la Mimbulus Mimbletonia che loro stavano curando.

“Per tutti i Draghi, Sandall, no!” esclamò Lily. Marlene si tappò il naso e Remus tirò fuori la bacchetta ed esclamò “Colloportus!” in direzione dei bauli. L’esplosione successiva fu attutita dalla chiusura del baule, ma la puzza della Caccabomba filtrò attraverso le giunture del baule.

“Per Godric…” esclamò Lily sconfortata. “Se penso al viaggio in queste condizioni e poi a mia sorella e il suo muso… Posso rimanere con te?” 

“Magari!” esclamò Remus sorridendo. Si scambiarono un abbraccio e Lily gli disse: “Mi raccomando, Remus, riguardati. Riposa e prendi i filtri di Madama Chips, d’accordo? Mi mancherai!”

“Anche voi due!” esclamò in direzione di Marlene e Mary. Ogni tanto avevano studiato insieme in biblioteca, quando tornavano dalle riunioni del Gruppo dei Prefetti e Lily gli ricavava uno spazio con lei in biblioteca per finire di discutere di qualche compito. 

Osservò le sue amiche andare via, Lily tentò inizialmente di dirigere il traffico, ordinò a tutti di lasciare i bauli che ci avrebbero pensato gli elfi domestici a farli comparire sul treno con la magia. Radunò gli studenti del primo anno a fatica e Remus li osservò sfilare fuori dalla sala comune di Grifondoro. Chiuse gli occhi e assaporò il silenzio che rimase nella torre di Grifondoro non appena gli ultimi studenti andarono via.

Quella mattinata l’avrebbe trascorsa in biblioteca. Salì nel dormitorio a recuperare gli appunti e i rotoli di pergamena e si sorprese nel trovare i bauli di James, Sirius e Peter ancora ai piedi del letto. Poco dopo, James arrivò nel dormitorio con l’aria trafelata, seguito a ruota da Peter. Avevano entrambi le mani nei capelli e Remus li osservò sorpreso: “Cosa ci fate ancora qui?”

“Cambio di programma!” esclamò James, “Non possiamo partire, Sirius è stato male, è ricoverato in infermeria e tu sai com’è Sirius quando è malato. Non possiamo lasciarlo da solo con te.”

“Per tutti i draghi, cosa gli è accaduto?”

“Pare che la McKinnon gli abbia fatto uno scherzo, voleva mettere del sale nel succo di zucca, ma ha confuso i calici e gli ha rifilato una pozione che Lily aveva preparato per quella stronza di Serpeverde. E insomma, è un po’ complicato.”

“Lily voleva avvelenare una Serpeverde?” domandò incredulo. Aveva trascorso tutto il giorno precedente con Lily, possibile che avesse organizzato anche un alibi perfetto? 

“No, non avvelenare, lo sai che lei è troppo buona, praticamente perfetta, solo far fare un viaggio indimenticabile sull’Espresso di Hogwarts, solo che adesso è Sirius che ha l’intestino ballerino,” ridacchiò James. Allargò il sorriso verso di lui e aggiunse: “Questo vuol dire che i tuoi programmi natalizi sono appena stati cancellati! Tu e Peter dovete aiutarmi in infermeria!”

“Ma tra due giorni c’è la luna piena,” protestò Remus, “lo sai come mi sento.”

“Secondo me, se Sirius ti sgancia una delle sue… Caccabombe, ti passa la fame persino da Lupo Mannaro,” suggerì Peter con l’espressione nauseata. Remus scoppiò a ridere e i suoi amici non avevano idea che quello era appena diventato il Natale più bello della sua vita e non c’era problema intestinale di Sirius che potesse rovinarlo.

 

***

 

Sirius si riprese l’indomani. Fortunatamente, Remus non riuscì a comprendere il vero motivo della loro permanenza a scuola. Infatti, finché Sirius rimase nel letto dell’infermeria, si atteggiò a malato insopportabile: passò tutto il tempo a lamentarsi del freddo, dei cuscini, di Madama Chips e dei suoi modi sgarbati, delle Pozioni che avevano un pessimo sapore e di tutti i dolci che non poteva mangiare. Remus finì per dispiacersi per lui.

Erano seduti nella torre di Grifondoro, Remus era steso sul divano avvolto in una coperta e tremante per i dolori. L’indomani sarebbe arrivata la luna piena e come ogni mese, anche in quell’occasione, loro tre si applicarono per rendergli la serata meno difficile. 

“Mi dispiace che ti siano saltati i piani con le cugine,” disse Remus battendo i denti. Peter scrollò le spalle e disse: “Per gli amici questo e altro, e poi mi piace sapere che Sirius è in debito con me!” 

“Ehi! Non iniziare, Peter, ti ho fatto copiare talmente tanti compiti che, al massimo, questo gesto ti ha fatto saldare uno dei tuoi debiti.”

“Ti devo ricordare le punizioni che ho preso per aver seguito le tue idee geniali? O le torte che ho portato dalla cucina?”

“Va beh, siete pari,” intervenne James. “Siamo amici, nessuno è in debito con nessuno ed è bello che oggi siamo qui con Remus, che altrimenti sarebbe rimasto da solo.”

“Beh, a quest’ora sarei in infermeria con Madama Chips,” mormorò Remus. 

“Meglio con noi, quella donna deve imparare le buone maniere,” intervenne Sirius.

Peter allungò un braccio per indicare Sirius ed esclamò divertito: “Ma sentitelo! Perde il treno per tornare a casa e si trasforma in sua madre!”

James scoppiò a ridere a quella battuta, mentre l’espressione di Sirius si fingeva oltraggiata e persino Remus ridacchiava nonostante il dolore. 

Oramai era tutto un meccanismo rodato e perfettamente oliato: James organizzava il piano, Sirius creava il diversivo, e Peter battibeccava con Sirius per far ridere Remus. Ogni tanto c’era qualche variazione, ma in cinque anni avevano raggiunto un livello di affiatamento tale da risultare naturali. Se avessero soltanto provato a far capire a Remus che volevano stargli vicino, lui avrebbe provato in ogni modo ad allontanarli perché non si sentiva degno del loro affetto. 

La paura di essere rifiutati, Peter la conosceva bene, visto che lui stesso faticava a uscire da quel copione collaudato. A volte aveva delle idee, ma non riusciva a proporle, attendeva che fosse Sirius o James ad avanzarle. In alcuni casi aveva provato persino a suggerire delle iniziative, ma aveva sempre avuto cura che sembrasse che fosse un’idea di Sirius o di James. Lui non era come loro, se avesse provato a gareggiare con loro due, lo avrebbero surclassato. Il suo unico talento, o forse fortuna, era con le ragazze, perché adoravano i tipi che non intimidivano e non si aspettavano nulla. Peter era gentile, le ascoltava e lasciava che fossero loro a condurre. Era diventato molto bravo a far sembrare che le scelte fossero degli altri, al punto che nessuno badava mai al piccolo Peter.

La sera della luna piena non fu da meno. Accompagnarono Remus nella Stamberga Strillante che quasi non si reggeva in piedi. “La luna sta per sorgere, andate! Ci vediamo domani!”

“Non ti lasciamo da solo la notte di Natale!” esclamò James.

“Non dite sciocchezze!” urlò Remus.

“Ti abbiamo detto che devi rivedere i tuoi programmi natalizi, no?” scoppiò a ridere Sirius e la sua risata, che di per sé era simile a un latrato, sfumò in un abbaiare. Remus sgranò gli occhi non appena capì cosa aveva fatto Sirius, sobbalzò nell’assistere alla trasformazione di James e spalancò la bocca quando persino Peter si trasformò in un topo. Peter corse vicino Remus e con la testolina accarezzò il piede dell’amico.

“Lo avete fatto per me…” mormorò incredulo. 

Sirius gli rispose con un “wof!” seguito da uno scodinzolare giocoso mentre James si impennò maestoso. Pochi istanti dopo, la luce della luna filtrò attraverso le finestre della Stamberga Strillante e Remus si trasformò.

Fu terrificante assistere alla metamorfosi del loro amico che, da essere umano dolce e sensibile, divenne una creatura terrificante e assetata di sangue. Sirius aprì la porta della Stamberga Strillante e invitò Remus a uscire. Trascorsero tutta la notte a correre per la foresta. Peter li seguiva arrampicandosi sugli alberi, aggrappandosi alle corna di James o finendo stretto al collo di Sirius. Da lontano videro i Centauri, corsero veloci quando si avvicinarono troppo a una colonia di spaventose Acromantule. Per fortuna, la presenza di Remus teneva a distanza le creature più pericolose, ma anche le più affascinanti: James e Peter trattennero il fiato incantati quando un branco di Unicorni passò in lontananza. 

L’indomani si risvegliarono esausti. 

Accompagnarono Remus in infermeria e si ritirarono nella Torre di Grifondoro a riposare. 

Peter si svegliò per ultimo. Girovagò per la scuola alla ricerca dei suoi amici e finì per imbattersi nel Preside. Silente gli andò incontro sorridente mentre era intento ad osservare la carta dorata di un Calderotto. 

“Oh, signor Pettigrew, buon Natale!” esclamò gioviale.

“Buon Natale, signor Preside!” 

“Quello che avete fatto stanotte ha dell’encomiabile! La vera amicizia è un bene prezioso in tempi che si annunciano oscuri. Non lo dimentichi!”

Peter si limitò ad annuire mentre Silente canticchiava un motivetto natalizio. “A proposito, signor Pettigrew, vi aspetto tutti quanti per cena in Sala Grande non ci sarà bisogno di far visita alle cucine!”

Peter sentì le orecchie andargli a fuoco per l’imbarazzo. Possibile che il preside sapesse delle sue visite e lui non fosse stato punito? 

“Anch’io sono un appassionato di dolci, ma non lo dica alla professoressa McGranitt!” esclamò Silente per poi aggiungere: “Credo che i suoi amici la stiano cercando nella torre di Grifondoro!” Andò via continuando a fischiettare il motivetto natalizio, mentre Peter rimase ad osservare Albus Silente camminare, sembrava quasi che stesse saltellando per i corridoi deserti della scuola. 

Non si sorprese quando trovò i suoi amici nella torre di Grifondoro. Vide persino Remus sorridergli e abbracciarlo: “Grazie, Peter, è stato il regalo di Natale più bello che abbia mai ricevuto!”

“Hai aperto i regali?” domandò incredulo.

James e Sirius si scambiarono uno sguardo e scoppiarono a ridere. 

“Mi riferisco alla vostra impresa. Non è da tutti diventare Animagi.”

“Beh, senza James e Sirius non ce l’avrei mai fatta,” ammise un po’ imbarazzato. “Credo che Silente lo sappia, mi ha fatto uno strano discorso sull’amicizia,” disse incerto, “e sa anche delle mie incursioni in cucina.”

“Credo che sia impossibile sfuggire ad Albus Silente,” esclamò James ammirato. “Bene, credo che dovremmo prepararci per la cena di Natale! Voglio vedere la McGranitt con il cerchietto con le corna da renna che le ho regalato!”

“Hai fatto un regalo alla McGranitt?” domandò Peter incredulo.

“Certo, ho molte cose da farmi perdonare da quella santa donna!” 

“Si è convinto che se entra nelle grazie della McGranitt, potrà conquistare Lily,” gli spiegò Sirius. “In quale universo?” domandarono Peter e Remus in sincrono. Sirius scrollò le spalle: “Non lo so, lo sapete, Potter è pazzo!”

James, però, li stava osservando con un sorriso che sapeva di casa. Allargò le braccia intorno le spalle di Sirius e Peter, lui allungò a sua volta il braccio per includere Remus. James sospirò: “Buon Natale, ragazzi!”

“Buon Natale, James,” risposero in coro, Sirius aggiunse: “Andiamo a cena. Sto morendo di fame! Non vedo l’ora di verificare se il mio intestino è tornato alle sue funzioni ordinarie.”

“Sirius!” esclamò Remus schifato. 

Scoppiarono a ridere, tutti e quattro mentre si avviavano verso la Sala Grande per festeggiare il Natale e, anche se non erano a casa, potevano dire di sentirsi ugualmente in famiglia.









Note:
Questa storia partecipa all'iniziativa "Regali di inchiostro tra i tavoli del pub" indetta dal gruppo Facebook "L'angolo di Madama Rosmerta" ed è un regalo per due meravigliose autrici come Fede Lisbeth Salander (leggete tutte le sue Jily, ma anche Nessuno si oppose alla notte tranne noi) e Rosmary di cui amo immensamente l'universo narrativo di Paradiso perduto (lei mi ha introdotta alla New Generation) e anche il suo stile di scrittura.
Entrambe avevano chiesto storie di amicizia tra i Malandrini e visto che il tema della mia raccolta è il Natale a Hogwarts, ho pensato di far trascorrere il Natale ai quattro ragazzi ad Hogwarts. Di solito, nelle storie sui Malandrini viene dimenticato Peter, io ho voluto che emergesse anche il suo pov e le sue insicurezze e anche il grande legame che aveva con Sirius e James (altrimenti il senso del tradimento perderebbe valore). 
Spero che questa storia vi sia piaciuta, io sono da anni di scrivere il momento in cui James, Sirius e Peter riescono a completare la trasformazione. Sappiamo che riescono a farlo durante il quinto anno e in quell'anno è ambientata la nostra storia. Come sempre, Remus e Lily sono Prefetti, James sfotte un po' Regulus e ovviamente non sarebbe una mia storia se Sirius non venisse strapazzato un po'. xD
Spero che questa storia vi sia piaciuta e che si senta lo spirito natalizio e che sia piaciuta anche alle due destinatarie del regalo.
Vi mando tanti abbracci natalizi (sì, anche nel lato oscuro festeggiamo il Natale)!
Sev



 
   
 
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