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Autore: luvsam    30/12/2021    3 recensioni
Quella mattina il buonumore di Dean gli stava dando veramente ai nervi e Sam avrebbe dato qualsiasi cosa per farlo tacere, ma papà era ancora arrabbiato per la scenata del giorno prima e non poteva certo permettersi di iniziare un combattimento anche con suo fratello.
E dire che fino a poche ore prima si era sentito davvero felice perché il coach Maverick aveva diramato le convocazioni per la finale di calcio under 16 ed era dentro, non poteva crederci. Era stato su di giri per tutta la giornata discutendo con i suoi compagni degli avversari, di schemi ed eventuali rigoristi, e già si immaginava a correre sul campo.
Uscendo da scuola aveva visto l’Impala e aveva riconosciuto subito suo padre. Era una rarità che andasse a prenderlo alla fine delle lezioni e aveva pensato che ne avrebbe approfittato subito per chiedere il permesso per andare ad Austin con la squadra, ma qualcosa nella postura rigida del genitore lo aveva messo in allarme. Si era avvicinato e aveva riconosciuto il signor Rhodes e da lì tutto era andato storto.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sette settimane dopo
“Piano, Sammy. Ancora qualche passo e ci siamo"
“Non trattarmi come un invalido, potevo farcela anche da solo"
“Davvero? Quindi se adesso ti lascio, non vai a baciare il pavimento?”
Dean fissò corrucciato il fratello e ne aspettò la risposta.
Sam cercò di elaborare qualcosa di convincente, poi abbassò lo sguardo ammettendo la sconfitta. Per quanto volesse negarlo, infatti, non si era mai sentito così debole in vita sua ed era consapevole del fatto che la strada del completo recupero era ancora dannatamente lunga.
Quando era tornato, aveva rasentato l’isteria scappando dalle braccia di suo padre e rifiutandosi a lungo di abbandonare l’angolo della panic room in cui si era rifugiato. John e Dean avevano faticato a convincerlo che erano reali e che poteva fidarsi di loro e nel momento in cui lo aveva fatto, il suo corpo si era ricordato dei traumi subiti ed era crollato.
Non aveva immagini nitide dei primi giorni, ma ogni volta che aveva riaperto gli occhi aveva sempre trovato al suo fianco gli altri due Winchester, o Bobby che si era da subito offerto di partecipare ai turni di veglia per permettere ai suoi amici di riposare. Non aveva reagito sempre bene alla loro presenza, anzi era arrivato anche a colpire suo fratello, ma poi aveva iniziato ad essere più lucido e a riprendere contatto con la realtà.
C'erano volute due settimane prima che si avventurasse fuori dal letto sorretto da John e da Dean, slancio di ottimismo subito smorzato da una perdita di conoscenza dopo pochi passi, e un'altra ancora prima di riprovarci perché voleva a tutti i costi arrivare in bagno sulle sue gambe.
Il figlio maggiore di John lo aveva seguito come un cane da guardia, ma poi aveva dovuto arretrare davanti al netto rifiuto di Sam di farlo entrare. Si era fermato fuori dalla porta, ma poi ci aveva messo un secondo per spalancarla dopo aver sentito un pesante tonfo e per riconoscere sul pavimento la figura inerme del fratello. Aveva urlato così forte da farsi sentire dal padre che stava lavorando su un’auto nel cortile di Bobby costringendo entrambi gli uomini ad accorrere al piano di sopra della casa.
Dopo essersi assicurato che la caduta non avesse fatto molti danni, John aveva rimproverato suo figlio più giovane per la sua testardaggine e gli aveva ripetuto per l’ennesima volta che, anche se apparentemente non portava segni delle torture subite, il suo fisico le ricordava benissimo e doveva andarci molto piano.
“Dovresti essere in ospedale, hai sentito il dottor Stone, e ti ci porterò di peso se continuerai a rifiutare il nostro aiuto e soprattutto il cibo"- gli aveva detto ottenendo da Sam la promessa che avrebbe osservato il riposo assoluto e ci avrebbe messo il massimo impegno nel metter su qualche chilo.
Durante le permanenze a letto, il ragazzo aveva dormito molto, ma spesso gli incubi lo avevano tormentato al punto che John era stato costretto a trasferirlo nella sua stanza per evitare che lo raggiungesse nel cuore della notte in cerca di conforto.
Era preoccupato dalla crescente morbosità del figlio minore nei suoi confronti perché erano passati secoli da quando era privo di fare un passo senza che la piccola peste gli si ancorasse ad una gamba, ma d’altro canto anche lui faticava a togliergli gli occhi di dosso e spesso lo accontentava passando ore ed ore accanto al suo letto.
Per Sam aveva messo in pausa la sua vita da cacciatore e aveva preso a lavorare con Dean per Bobby in modo da sdebitarsi per la lunga permanenza, nonostante il fatto che il suo amico gli avesse più volte ripetuto che non dovevano sentirsi ospiti perché il Singer Salvage era casa loro.
“Bene, vedo che qualche neurone da nerd ti funziona ancora! Riprendiamo la maratona?”
“Okay, Dean"
I due fratelli si mossero di nuovo verso la porta d’ingresso della casa e non appena John li intravide attraverso la zanzariera, si pulì le mani sporche di grasso e fece velocemente i gradini.
“Ehi, ragazzino"
“Ciao, papà”
“Ho pensato che gli avrebbe fatto bene prendere una boccata d'aria"
“Buona idea, Dean, è una bella giornata, ma facciamolo sedere, non deve stancarsi".
I due Winchester accompagnarono il ragazzo ad un divanetto in vimini sul patio e dopo averlo fatto accomodare, John fece una carezza a suo figlio minore.
“Come ti senti? E niente bugie”
 “Non lo so, papà. A volte mi sembra di stare meglio, ma poi…”
“Devi aver pazienza e vedrai che le cose miglioreranno”
“Dov’è Bobby?”
“E’ partito per quella caccia in Wyoming, non ricordi?”
“Ah, sì! Vi ho bloccati qui, mi dispiace”
“Non dire sciocchezze!- lo ammonì Dean- Sei vivo e siamo di nuovo insieme, conta solo questo”
“Tuo fratello ha ragione e puoi prenderti tutto il tempo che ti serve per riprenderti"
Sam si appoggiò allo schienale e socchiuse gli occhi coccolato dal sole.
“Hai freddo?”
“No, papà, la felpa di Dean è calda”
“È solo un prestito, chiaro, hai già sulla coscienza la mia t-shirt “
“Sì, lo so, te la ricomprerò"- disse il più giovane dei Winchester abbassando la testa.
“Ehi, principessa, stavo scherzando. Chi se ne frega di quella stupida maglietta, l'unica cosa che mi importa è che il mio rompicoglioni preferito è tornato a casa.”
Dean prese il viso del fratello e lo costrinse a guardarlo.
“Sono serio, Sammy, tu conti più di qualunque altra cosa. Possibile che ancora non l'hai capito?”
John scrutò il suo ragazzo ancora troppo pallido e magro e chiese:
“Sam, quando inizierai a parlare con noi?”
“Parlare di cosa?”
“Non fare il finto tonto”
“C’eri anche tu, che cosa c’è da raccontare?”
“Figliolo, hai bisogno di sfogarti, altrimenti gli incubi non se ne andranno mai”
“Sei arrabbiato perché dormo con te come se avessi tre anni?”
“Non sono arrabbiato, puoi restare nella mia stanza per tutto il tempo che vuoi, non è quello il problema. La vera questione è che dovremmo affrontare che cosa ti impedisce di dormire da solo”
“Che cosa vuoi che ti dica, papà?”
“Quello che stai provando! Va bene qualsiasi cosa: dolore, rabbia, paura, basta che lo tiri fuori”
“Non ho niente da dire"
“Ti ho insegnato a non evitare i problemi"
“Mi hai anche insegnato a buttare giù e andare avanti"
“Questa non è una di quelle volte”
“Perché?”
“Perché Abyzou ti ha torturato fisicamente e già questo sarebbe abbastanza, ma è quanto ti ha segnato psicologicamente che mi spaventa”
“Ti ho detto che sto bene"
“Sappiamo tutti che non è vero e poi ci sono dei vuoti che voglio riempire. Ecco, potremmo partire da qui, potresti raccontarci che cosa è successo quando ci siamo separati”
“Non me lo ricordo”
“Stai mentendo”
“Non lo sto facendo"
“Sam, sei mio figlio e so quando non mi stai dicendo la verità. Perché non vuoi raccontarcelo? Abyzou ti ha fatto ancora del male?”
“Sono stanco, voglio tornare a letto"
“Anche questa è una bugia”
“Smettila, lasciami in pace"
Sam scoppiò in lacrime e John si sporse subito per prenderlo tra le braccia, ma lui cercò di respingerlo.
“Vattene"- urlò.
 “No ,ragazzino, sono qui e non ho nessuna intenzione di mollarti"
L'uomo tenne salda la presa sul figlio e pian piano lo sentì abbandonarsi contro il suo petto.
“Lo so che fa male ricordare, ma devi sfogarti con noi, solo così potrai andare avanti”
Il giovane Winchester singhiozzò in silenzio per qualche minuto, poi le parole cominciarono a scorrere imperiose come un fiume in piena.
Raccontò che, dopo che John era scomparso, si era ritrovato da solo con Abyzou e Lenora e che le due avevano combattuto a lungo fino a quando il demone aveva ripreso il controllo e aveva scagliato lontano la donna. Si era voltata furente verso di lui e gli aveva afferrato una caviglia. Lo aveva attirato a sé trascinandolo violentemente e gli aveva urlato contro i cento modi in cui lo avrebbe finito.
“Avevo tanta paura, papà, volevo che tornassi da me”
“Non potevo, il portale si è chiuso alle mie spalle. Devi credermi, non ho potuto evitare che svanissi”
John baciò il capo di Sam e sorrise a Dean, che era andato e tornato dalla cucina di Bobby con un bicchiere d’acqua. Lo prese dalle sue mani e lo portò alle labbra di suo figlio minore.
“Bevi un po'”
“No”
“Dai, solo qualche sorso, ti aiuterà a calmarti”
Il ragazzo ubbidì e dopo aver mandato giù circa mezzo bicchiere, si nascose ancor di più tra le braccia del padre sperando di non dover più rivivere il passato, ma l’uomo non era intenzionato a lasciar perdere.
“Che cosa è successo dopo che ti ha minacciato?”
“Basta, voglio solo dimenticare”
“Non funziona così”
“Ti prego”
“Che cosa è successo?”
Sam sospirò, poi rassegnato ricominciò a parlare.
“Lei mi ha tirato su e mi ha mostrato uno dei suoi artigli. Mi teneva sospeso e ha mirato al cuore. Ho chiuso gli occhi perché ero sicuro di star per morire, ma Lenora mi ha fatto scudo con il suo corpo e Abyzou l’ha colpita. Siamo entrambi caduti e poi non sono sicuro di quello che è successo”
“Che vuoi dire?”
“Credo che i bambini senza occhi siano tornati, o meglio le loro anime e hanno avvolto Abyzou in una luce fortissima. Lei ha urlato e poi sono tutti scomparsi.
Lenora era a terra e mi sono avvicinato a lei perché volevo cercare di aiutarla, ma mi ha detto che andava bene così, che era finalmente in pace perché aveva riparato al male che aveva fatto. Non ho capito bene quello che intendeva, ma ha insistito tanto affinché  ti portassi un messaggio da parte sua”
“Quale messaggio?”
“Mi ha detto che dovevo chiederti ancora perdono per quello che aveva fatto e voleva che sapessi che, vedendo come avevi lottato per me, aveva capito che cosa vuol dire essere un bravo genitore. Ha anche detto che non era colpa tua se non eri riuscito a portarmi indietro, Abyzou le è sfuggita per un attimo mentre stavi varcando la soglia del portale”
Sam si fermò di nuovo e guardò negli occhi John.
“Che altro, figliolo?”
“Lei era a terra e perdeva molto sangue, poi ha chiuso gli occhi e ha chiamato il figlio.
Non so come, papà, ma all’improvviso erano entrambi davanti a me e sembravano così felici. Lenora teneva in braccio Vincent e non smetteva di baciarlo e abbracciarlo, poi si è voltata verso di me e mi ha detto di tornare a casa. Un’altra fortissima luce mi ha accecato e poi mi sono ritrovato nella panic room. Ti ho visto e ho sentito il tuo odore, ma la voce di Abyzou continuava a minacciarmi ed io…”
Sam non riuscì più a parlare e John capì che non poteva chiedergli di più. Lo tenne stretto a sé fino a quando il suo ragazzo si addormentò sfinito nel suo abbraccio.
“Ti aiuto a portarlo a letto?”
“Ce la faccio, Dean, e credo che dopo tanto tempo finalmente il nostro Sammy riuscirà davvero a riposare”
Da quel giorno passarono ancora due settimane, che videro un recupero sempre più veloce del ragazzo e il ritorno di Bobby, che cercò in tutti i modi di convincere John a rimanere ancora al Singer Salvage, ma era arrivato il tempo di ritornare on the road.
In una tiepida mattina autunnale i borsoni ripresero il loro posto nel bagagliaio dell’Impala e  Dean si mise al volante della sua piccola, mentre John aiutava Sam a sistemarsi sul sedile anteriore del pick up accanto a lui.
Non appena l’uomo avviò il motore, lanciò uno sguardo a suo figlio minore, che gli rispose con un largo sorriso, poi partì salutando Bobby con un doppio colpo di clacson imitato da suo figlio maggiore.
Rumsfeld inseguì i Winchester fino al cancello del Singer Salvage, poi ritornò indietro trotterellando e si andò a sistemare ai piedi del suo padrone, che si era seduto sul patio di casa augurandosi di rivedere al più presto John e i suoi ragazzi.
   
 
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