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Autore: fenris    30/12/2021    2 recensioni
Sono passati circa tre anni dal ritorno a casa di Arthur Weasley. Conclusa la battaglia contro i Gargoyle e i loro alleati in Inghilterra, le forze di Camelot decidono di fortificare la loro rete di alleati per poter liberare tutta l'Eurasia dai demoni. Ma sotto la luce di Ar'tuu, nuove mostruose ombre si muovono per stritolare il crescente regno. Riuscirà la Vendetta di Morgause a portare a termine i suoi piani?
*Successivamente sono presenti anche una manciata di elementi da Warhammer e Darksiders.
Genere: Avventura, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arthur Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rifts chronicles '
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Dopo la prima di vittoria del team Morrigan contro i seguaci di Nixla, Arthur e compagni si erano diretti al ministero delle scienze per riorganizzarsi per la prossima battaglia. I cinque avventurieri erano entrati in un bunker sotterraneo utilizzato per i progetti più militari. La stanza aveva dimensioni doppie rispetto alla casa del Tecnomago, ed era riempita di diversi prototipi in attesa di essere riciclati o perfezionati. In qualche angolo, delle radio mandavano notizie dai vari fronti.

 

Tra le altre cose, i Fomori, guidati da Balor secondo, avevano ingaggiato in battaglia un largo gruppo di Mietitori. Il mostruoso condottiero era stato gravemente ferito e per poco non gli era stata risucchiata l'anima, ma lasciò il fronte vittorioso.

 

“ Arthur, è questo il pezzo che volevi?”, domandò Zhen Hi portando un circuito al suo leader, che lo osservò attentamente.

 

“ Sì, esatto. Come sta andando con la vostra nuova attrezzatura?”, chiese agli altri, cominciando intanto a installare con tutta la sua cura il nuovo componente.

 

Ross era intenta a far levitare alcune pistole tecnomagiche, caricandole di energia per sparare a una serie di bersagli olografici.

 

Arama stava testando un'armatura potenziata, basata su quelle che la Nuova marina già aveva dato per molto tempo alle Balene cantanti loro alleate. A livello estetico era praticamente identico alla sua forma ibrida, ma a differenza dei sovramenzionati modelli poteva cambiare forma sia per essere usata sulla terra che in acqua, amplificando sia le abilità di nuovo dell'orca che i suoi poteri offensivi.

 

Koromi stava provando alcune nuove protesi tecnomagiche alimentate in parte dal suo chi e da delle batterie nucleari, mentre Zhen Hi aveva già finito di testare alcuni potenziamenti alla propria armatura, fatti per potenziare all'ennesimo la sua energia spirituale.

 

Infine Arthur era intento a perfezionare un grosso robot, la cui figura era parzialmente nascosta dal buio, così come le sue dimensioni. L'unica cosa distinguibile era la sua testa, che ricordava molto la forma del furgone del gruppo, e le enormi quattro zampe artigliate.

 

 

“ Come tutte le altre volte che ce l'hai chiesto nel corso degli anni, non avremmo potuto chiedere di meglio.”, rise la donna cactus, vorticando le sue nuove armi in una serie di movimenti che si sarebbe dimostrata letale in combattimento. Koromi provò invece qualche fendente all'aria, prima di sentire qualcosa all'auricolare.

 

“ Arthur, è Ginny.”, disse Koromi, passando il comunicatore al suo leader, che lo prese preoccupatissimo accendendo anche il vivavoce.

 

“ Amore, stai bene?”, chiese scandendo appena le parole, rilassandosi quando sentì poi la voce della figlia, per quanto spaventata.

 

“ Ciao, papà. Sì, io e i miei compagni stiamo bene, e abbiamo dato anche una buona lezione alle truppe di Nixla. Ma Tuska è sparito, Ducson l'ha fatto finire in un portale mentre duellava con Nixla. Siamo a casa ora, lady Ginevra sta cercando di fare il punto della situazione.”, riferì la sacerdotessa tutta d'un fiato. I membri del team Morrigon si guardarono preoccupati. Tuska sarebbe stato un grande aiuto nel combattere direttamente Nixla, con lui nel gruppo avrebbero potuto sicuramente sconfiggerla e poi occuparsi di Merlino.

 

“ Ahia. Nixla ne approfitterà per avanzare ancora di più. Dobbiamo trovare il suo nascondiglio e una volta arrivati i rinforzi da Lazlo farglielo crollare addosso. Assieme a qualche tonnellata di esplosivo ovviamente.”, disse con una mezza risata il ministro, cercando di buttarla sul ridere senza sfanculare il tutto.

 

“ A proposito, Percy ti aveva già avvertito delle sanguisughe che ha trovato? Quando me l'ha riferito sono quasi morta dalla paura.”, chiese nuovamente la ragazza, che come tutti aveva sentito un brivido di terrore alla notizia.

 

“ Sì. I miei colleghi stanno prepararando l'attrezzatura per trovarle e rimuoverle. Speriamo di sbarazzarcene in due giorni al massimo. Un simile sacrilegio... Grazie a Lugh e tuo fratello per averci avvertiti in tempo, quindi risparmia quella paura per la prossima battaglia. Ti salverà la vita.”, la rassicurò Arthur, che sapeva che se gli Alberi fossero caduti Zashan e Nixla avrebbero potuti manifestarsi a piena potenza, e allora neanche gli Splugorth o forse il Signore degli Abissi avrebbero potuto fermarli: “ Amore. Appena finiremo qui tornerò a casa. Qualsiasi cosa succeda... spero di passare il tempo che mi rimane con voi tutti.”.

 

“ Anch'io, papà. Salutami gli zii, vi voglio bene. Possa la luce dei nostri dei continuare a guidarvi nel momento del bisogno.”, disse dunque la sacerdotessa prima di chiudere. Arthur sospirò, portandosi il comunicatore alla fronte e lasciando cadere due lacrime.

 

“ Dobbiamo accelerare i tempi.”, disse una volta calmatosi ai compagni, che si stupirono dell'affermazione. Arthur era un perfezionista oltre che il maestro assoluto del riciclo. Anni in America e in guerra gli avevano insegnato a non usare mai qualcosa che non fosse perfettamente funzionante. Questo, più di qualsiasi altro rapporto, fece capire quanto grave fosse la situazione.

 

“ Pensi che sia già pronto per la battaglia?”, domandò Ross al loro leader, posando una delle sue spinose mani su quella che sembrava una zampa di grezzo metallo, realizzato nello stile un po' steampunk un po' cyberpunk tipico della tecnologia di Tolkeen.

 

Come molti altri, Arthur aveva un rapporto di amore e odio con le creazioni dell'ormai perduta città tecnomagica. Da una parte aveva fatto di quanto ne era rimasto la base della propria tecnologia, studiandola e raffinandola per più di dieci anni in modo da ripulirla dalle sue imperfezioni e altri effetti collaterali.

 

Dall'altra parte era anche un simbolo di come una nazione fiera e piena di potenzialità si fosse affidata a forze infernali e a.... scorciatoie, per non usare termini peggiori, allo scopo di sopravvivere una guerra ormai disperata contro la Coalizione.

 

E prima per sconfiggere i Gargoyle, poi per aiutare tutta l'alleanza a progredire e a prepararsi per le future sfide, il team Morrigan aveva sfoderato tutti i lavori da loro migliorati e ingentiliti. Potevano solo sperare che i posteri non li giudicassero troppo.

 

“ Sì- disse Arthur, stringendo i pugni, illuminando gli occhi con un potere alimentato dalla sua sete di vendetta e dal desiderio di proteggere coloro che amava- L'eredità di Charlie e quella di Tolkeen saranno lo strumento della Vendetta di Morgause. Proteggerà il nostro paese e tutta l'alleanza. Se ci saranno delle conseguenze... me le assumerò tutte.”.

 

******

 

 

La piramide di Cheope si stagliava come un orribile monumento al male sotto il cielo africano. Gli innumerevoli mattoni che la costruivano brulicavano con ogni genere di mostro avesse tormentato il genere umano negli ultimi secoli. Le creature non aspettavano altro che qualcuno mettesse piede sulla piramide nel disperato tentativo di raggiungere Morte, per trasformarlo nel loro spuntino.

 

I gruppi di Harry e miss Tarn si trovavano alla base dell'edificio, ammirando quell'orrendo spettacolo. I demoni a volte davano una linguaccia agli avventurieri aspettando solo che provassero a salire per attaccarli.

 

Lung Fao, il dragone compagno della scrittrice, atterrò dietro il gruppo con uno sguardo estremamente preoccupato sul muso verde.

 

“ Porto brutte notizie, gli altri Cavalieri sono sempre più vicini. I nostri alleati non sono neanche riusciti a rallentarli e sono fuggiti.”, riferì la creatura. L'aria stessa confermò le sue parole, era satura di energia malefica come solo la battaglia di Loch Ness lo era stata.

 

“ Non possiamo biasimarli, ma significa anche che non c'è più tempo. O partiamo ora o il mondo intero è fregato.”, rispose Erin, caricando il suo fucile, imitata dal resto del gruppo.

 

“ Amici miei.... Quest'oggi ci conquisteremo l'eterno riposo degli eroi accanto a Lugh o torneremo a casa come vincitori, dopo aver sventato un'altra minaccia a questo pianeta..”, affermò Theodore, facendo apparire la sua spada psionica.

 

“ Se non dovessi farcela... portate quanto resterà di me al mare.”, disse Leisa, stringendo a sé i suoi coltelli, sperando di potersi disperdere nel padre oceano da dove tutta la vita si era originata.

 

“ Tornerai al mare da viva, amica mia. Trionferemo inssssieme.”, la rassicurò Merek, posando una mano artigliata sulla spalla della lemuriana nell'ultimo gesto di solidarietà che avrebbe accompagnato la loro scalata.

 

“ Avanti.... PER CAMELOT E PER LA TERRA!”, esclamò Harry, imitato dal resto dei compagni.

 

Il gruppo lanciò dunque nella mischia con il loro miglior grido di battaglia, falciando le prime linee dei demoni con incantesimi e armi Mega- danno. L'aria venne inquinata dal sangue infernale e dall' odore di fiamme mentre salivano un gradino dopo l'altro.

 

Gli occupanti della piramide risposero con inaudita ferocia, attaccando il gruppo di guerrieri da ogni lato. Theo infilò a ripetizione la sua spada nella gola di una belva demoniaca solo perchè questa continuasse ad avanzare con l'intento di divorarlo. Il Cyber Cavaliere fece dunque sparire la lama e aiutato da Lesia congiurò un misto di fiamme e laser di pura energia vitalie che tagliarono in due l'orribile creatura.

 

“ Se sopravvivo, credo andrò a godermi la pensione a Lazlo. ”, ansimò miss Tarn, lanciando una granata la cui esplosione mandò via diversi nemici, mentre il suo amico drago divorava chiunque entrasse nella sua bocca, trasformandosi a volte in nebbia per prendere i nemici alle spalle o anche usando i suoi tatuaggi.

 

La scalata continuò quasi un'ora, tra altri attacchi e necessarie ritirate per cercare una strada più libera. A ogni scalino dieci nuovi avversari e trappole, che superarono solo continuando a fare affidamento l'uno sull'altro. Eroi e demoni emettevano grida tali da scuotere l'intero monumento, cercando di distruggere l'altro.

 

Verso metà strada, Harry tirò fuori la bacchetta di sambuco, infondendola con le sue energie magiche. L'oggetto risuonò con l'anello e il mantello, creando un teschio di pura energia necrotica che crebbe di dimensioni, fino a diventare il doppio dello stesso Harry e venire sparato a tutta velocità verso la cima, portando con se una buona fetta dei mostri e non morti a guardia del rifugio di Morte.

 

“ Miss Tarn, grazie per come avete custodito quest'oggetto. Tremo al pensiero di cos'avrebbe potuto fare nelle mani sbagliate.”.

 

“ Dovere, figliolo. Anche se non è stato facile.”, disse l'anziana avventuriera, mettendogli una mano sulla spalla e tirando fuori un'altra bacchetta, donatale anni prima dall'Albero millenario di New Hogsmeade e dotata di poteri guaritrici. Dopo aver ristorato sé stessa e i compagni, questi proseguirono.

 

Quando erano ormai arrivati a metà della scala, tre colonne di luce apparvero dinnanzi a loro. A uscirne furono tre enormi guerrieri umanoidi. Uno era completamente ricoperto da un'armatura nera, l'altro era formato da innumerevoli insetti e l'ultimo era una figura magrissima, praticamente solo uno scheletro con due corna, ricoperto da una pellaccia grigia.

 

“ Mhh, complimenti per essere arrivati fin qui, miserabili.”, disse il possente guerriero, evocando una spada psionica avvolta da un'intensa aura rosso sangue, il potere di Guerra.

 

“ E' la prima volta che qualcuno arriva così vicino a sfidarci, ma non raggiungerete Morte. Quest'oggi il vostro insulso pianeta svanirà tra le fiamme del cosmo. Non avete fatto altro che rimandare l'inevitabile.”, disse invece l'essere fatto di insetti, chiaramente Pestilenza, con un tono a metà tra maschile e femminile.

 

“ Per favore però, non deludeteci proprio qui. Non capita spesso di avere avversari interessanti.”, concluse Carestia, inchinandosi e mettendo la sua arma in posizione d'attacco. Il potere che emanavano presi singolarmente era a dir poco terribile, insieme trasformavano per chilometri l'aria in un atroce misto di fiamme e puzza rivoltante.

 

I guerrieri inglesi avevano già fronteggiato Bres e Balor durante la guerra in patria, ma anche loro erano poca cosa rispetto ai tre Cavalieri riuniti. E questo assumendo che Morte non decidesse di ragggiungere spontaneamente i suoi fratelli.

 

“ Harry, noi li tratteremo. Tu percorri gli ultimi gradini.”, ordinò Merek all'amico, che gli ringhiò contro e infuse ulteriore forza nella bacchetta di sanbuco, preparandosi al nuovo duello.

 

“ E salvarmi da solo? Mai.”, stabilì determinato. Avrebbe vinto assieme ai suoi amici o sarebbe morto con loro.

 

Iside si fece avanti prima che l'ultimo dei Potter ebbe una chance, evocando un enorme spadone luminoso.

 

“ Questa è la mia terra e non la distruggerete, razza di abomini.”, disse incrociando le armi con Guerra in uno scontro tale da far tremare l'intera piramide.

 

“ Che coraggio. Fratelli, permettetemi di sfidarla.”, rise Guerra, impugnando la sua spada psionica con entrambe le mani e sferrando il primo colpo a Iside, che strinse i denti nel parare mentre anche gli altri cominiarono a fronteggiare i Cavalieri.

 

La differenza tra le due parti fu subito chiara. Gli emissari del giudizio avevano dalla loro un potere devastante ed esperienza maturata in millenni di battaglie. Harry e i suoi amici dal canto loro avevano la testardaggine tipica dei mortali e un lavoro di squadra molto migliore.

 

Merek caricò di energia la sua asta Tecnomagica, esibendosi in uno spettacolo pirotecnico grazie al quale potè distrarre Carestia e Pestilenza, dando occasione a Leisa e Theodore di attaccarli alle spalle, provocando nei due mostri piccoli ma visibili ferite prima di scappare nuovamente.

 

Harry a sua volta combatteva come impossessato al fianco di Sir Thorpe, scagliando fulmini di energia necromantica e agitando una spada di luce simile a quella evocata da Iside, facendo del suo meglio per proteggere Erin e Lazlo. Il Mago da Battaglia attaccava in cordinazione con Merek e il resto dei suoi amici, cercando di non lasciare spazio libero ai loro mostruosi avversari, finchè Carestia, con una velocità impossibile per una creatura tanto esile, non si portò fino a lui colpendolo nello stomaco col suo bastone, con tanta forza da incrinare la sua armatura Mega- danno e fargli sputare sangue.

 

Thorpe balzò con la spada psionica in mano, intento a decapitare l'orribile mostro dinnanzi a lui, ma un fulmine lanciato da Carestia lo scagliò in aria prima di perforargli l'armatura dritto al cuore. Erin guardò l'accaduto con lo sguardo, lanciando un urlo disperato per la perdita del suo grande amico e compagno di mille avventure. Theodore, vista a sua volta la morte del collega, si rivolse ad Harry.

 

“ Harry, te lo dico di nuovo, scappa! Il tuo eroismo non servirà a niente se moriamo tutti oggi.”, ruggì Theodore al compagno, schivando di poco un fendente di Guerra, che procedette poi a inondarlo di fiamme sufficienti a sciogliere l'acciaio. Il Cyber Cavaliere attivò per tempo un dispositivo sul proprio polso, creando una barriera di energia psionica che lo protesse, ma difficile dire per quanto.

 

Luna, intenta a scagliare incantesimi a raffica dalle retrovie, cadde su un gradino, trovandosi circondata dai non morti rimasti e impossibilitata a lanciare un'incantesimo. L'unica cosa che le venne in mente di fare fu aprire un portale e sperare che ne uscisse qualcuno o qualcosa che l'aiutasse.

 

Ad attraversare il portale fu qualcosa di molto grosso, molto verde e molto arrabbiato, che si buttò contro le immonde creature per ridurle a brandelli in un battere di ciglia. Alzandosi, Luna vide la familiare e sudata figura di Tuska il Demonkilla, che si voltò a guardare la sua evocatrice.

 

“ Tsuka, che ci fai qui?”, domandò una sorpresa seppur rassicurata Luna. Il guerriero tatuato ringhiò inferocito.

 

“ Stavo affrontando una certa Nixla. O Vrena, come le piaci farsi chiamare. Mi stavo divertendo un mondo, ma qualche rompiscatole mi ha aperto in faccia un vortice dimensionale. Sono finito all'inferno e anche lì mi stavo divertendo tantissimo, poi mi avete chiamato qui. E dov'è qui, a proposito?”, domandò il guerriero tatuato, aiutando la ragazza a rialzarsi. Una bestia infernale tentò di assalirli, ma un pugno bionico di Tuska la scagliò via dalla piramide

 

“ Beh, siamo sulla piramide di Cheope. Stiamo cercando di raggiungere Morte, ma gli altri Cavalieri dell'Apocalisse ci ostacolano.”, rivelò la Trasmutatrice, dando una ripulita ai suoi abiti.

 

Rivoli di bava colarono dalle fauci di Tuska, seguite da lacrime gioiose al pensiero della lotta in cui si era ritrovato.

 

“ Sabato, mio vecchio amico, eccomi qui.”, sorrise il guerriero tatuato, buttandosi con tutta la forza che aveva nelle gambe contro Guerra, procurandogli una grossa ferita con la sua ascia infuocata e dandogli poi una sonora testata mentre Theodore si rimetteva in piedi. Il Cavaliere, sebbene molto più potente di Tuska, venne spiazzato da una simile ferocia e sotto l'elmo si concesse un malefico sorriso mentre rispondeva ai brutali attacchi dell'orco in un devastante scambiarsi di colpi, tale da far crepare la terra sotto i loro piedi e dando tempo anche a Iside e Merek di concentrarsi di nuovo sugli altri Cavalieri.

 

“ Ah, che zecche che siete voi mortali. Non che io sia adatta a parlare, in effetti.”, commentò Carestia, dividendosi in uno sciame di insetti per bloccare il gruppo di avventurieri. Harry fu il suo primo obbiettivo.

 

Il mago da battaglia si ritrovò intrappolato dallo sciame, ma invece di farsi divorare come Carestia intendeva, cominciò a ingrandirsi e a ricoprirsi di squame. Lung Fao aveva preso il posto del ragazzo, pur uscendone con non poche ferite, e ritornato alla sua vera forma sputò una serie di saette contro gli insetti, prima di prendere un riformato Carestia per volare assieme a lui fino alle nuvole, pronto a morire se necessario mentre, seppur restio a lasciare indietro gli amici, il vero Harry correva con tutta la forza di cui erano capaci le sue gambe.

 

“ Piccolo codardo....”, sibilò Guerra tra i denti, spingendo via Tuska e formando un raggio di energia nella mano. Se avesse preso Harry in pieno, l'avrebbe sicuramente disintegrato. Ma di nuovo qualcun altro si prese il colpo al posto suo.

 

Iside si pose davanti al moro, usando quanta energia aveva per creare una barriera cianotica con cui parò l'attacco di Guerra. Si morse il labbro, facendo perno su ogni briciolo di volontà e forza magica in suo possesso per parare il devastante raggio. Erin e Lazlo guardarono preoccupati la compagnia di viaggio, incapaci di intervenire e temendo che fosse la fine per lei. Invece, con loro sorpresa, lo scudo di Iside divenne dorato e cominciò ad espandersi, annullando l'incantesimo di Guerra mentre anche le energie della maga sembrarono rafforzarsi incredibilmente per chiunque avesse abilità extrasensoriali.

 

La ragazza si illuminò con una luce sfolgorante, alzandosi lievemente da terra mentre le sue energie si espandevano per l'intera piramide, riempiendola con un'aria di pura pace e amore, quasi materna, al punto da cancellare l'atmosfera di rabbia e odio che l'aveva governata per decenni. I suoi vestiti si trasformarono in seta bianca, non dissimile da quella usata dall'antica nobilità egizia.

 

“ Iside, tu sei....?”, sospirò stupita Erin, ammirando la sua compagnia trasformandosi in un autentico angelo. Un'aura bianca di puro amore si diffuse per la piramide, al punto che persino Tuska sentì saziata per un attimo la sua sete di sangue.

 

“ Amica mia, grazie per avermi guidato in questi anni- disse l'appena rivelata divinità- permettimi di ripagarti.”, concluse l'appena rivelata divinità indurendo lo sguardo e rivolgendosi ai due avversari.

 

La dea della magia salì ancora più in alto, irradiando una tale luce, da accecare i Cavalieri, finchè esplose in una cupola di pura magia da cui Harry scappò appena in tempo.

 

Seppur sanguinante e sfinito, il Mago da battaglia compì gli ultimi passi che lo separavano dall'obbiettivo, cantilenando il credo dei cavalieri di Camelot, un gradino dopo l'altro nonostante i muscoli doloranti e l'armatura Mega-danno in frantumi a furia di combattere.

 

“ Un cavaliere è valoroso- disse, poggiando dolorante il piede a terra- il suo cuore conosce solo la virtù. La sua spada difende gli inermi, la sua forza sostiene i deboli. Le sue parole dicono solo la verità, la sua ira abbattè i malvagi.”.

 

Arrivato alla cima, col fiato agli sgoccioli, trovò finalmente Morte, la nera signora, il tristo mietitore, seduto a gambe incrociate e con la sua falce in mano.

 

Aveva una corporatura incredibilmente magra, solo brandelli di pelle a coprire le ossa, la testa era un cranio umano sulla cui cima si trovavano vari spuntoni. L'aura necrotica che emanava era tale da surclassare di gran lunga qualsiasi altro mostro che Harry avesse incontrato, inclusi i più potenti signori demoniaci.

 

“ Ah, Harry Potter. Da molto tempo attendevo il tuo arrivo, sperando nella mia follia che qualcuno me ne liberasse. Hai i Doni con te?”, domandò l'essere con voce cavernosa, alzandosi lentamente e rivelandosi in tutta la sua macabra possanza, i suoi occhi orbite vuote che si posarono sul Mago guerriero.

 

“ Sì, e devo chiedertelo. Funzioneranno davvero? Tornerai la creatura che eri un tempo? O li userai per distruggere il mondo?”, chiese di rimando il mago, sospettoso e preoccupato di star facendo un grosso errore.

 

“ Se hai compreso cosa significa davvero la forza che sovrintendo, la tua patria sopravviverà e farà molte altre grandi cose.”, affermò il Cavaliere. La sua voce era più antica del tempo stesso. Rauca, dotata tanto di una strana saggezza che di una profonda malinconia.

 

“ Ciò che tu rappresenti... è una parte dell'esistenza, l'equilibrio tra luce e oscurità, bene e male. Senza di te la vita non ha senso. Ma alcuni hanno cercato di corrompere la morte stessa, e con sé la capacità del mondo di rinascere dalle sue ceneri.”, affermò Harry, al che il Nephilim di fronte a lui annuì per poi inchinarsi nuovamente. Sapendo di non poter fare altro, il guerriero di Camelot prese gli oggetti che gli erano stati affidati per lanciarli in aria.

 

Il mantello cinse le spalle di Morte, che prese anche l'anello e inserì la bacchetta in uno scompartimento nella sua falce. Una colonna di luce nera lo avvolse estendendosi fino alle nuvole.

Molti di quella che la videro temettero che il giorno della fine fosse finalmente giunto, ma Harry non ebbe paura, sapendo che era invece un nuovo inizio.

 

A molte miglia di distanza, un certo dio vide la colonna di luce e sorrise, soddisfatto di aver riposto la sua fiducia nelle persone giuste.

 

 

“ Ce l'avete fatta, mocciosetti. Il mondo ha di nuovo speranza.”, disse Bes soddisfatto, ammirando lo spettacolo che tanto a lungo aveva aspettato. Nel Congo, anche i Pigmei si misero a esultare, sentendo l'atmosfera tanto grama che li aveva oppressi farsi meno schiacciante.

 

“ Benedetti figlioli. L'Africa e la Terra sono salvi ancora una volta.”, disse Karasu, seduto a pregare in casa sua, piangendo mentre avvertiva la nefasta influenza dei Cavalieri trasformarsi nella forza di equilibrio che era un tempo. Nel resto dell'Africa, tutti coloro che avvertirono quel lieto evento cominciarono a festeggiarsi e cantare inni ai loro dei, mentre chi sperava nell'avvento dei Cavalieri ruggì dalla rabbia, il perfido Rama- Set in primis.

 

Altre colonne di vario colore si aggiunsero quindi a quella del Cupo mietitore. Quando questi uscì dalla sua non era più uno scheletro ricoperto di una epidermide malata, ma un possente guerriero dalla carnagione violetto. La sua faccia era ora coperta da una maschera, priva di lineamenti facciali, mostrando unicamente i brillanti occhi verdi del Cavaliere. Portava gambali e protezioni per le braccia a ricordare arti di ossa artigliati. Tra le mani stringeva due minacciose falci con una corta asta.

 

“ Ben tornati, miei fratelli. Sono felice di rivedervi nelle vostre vere forme. Troppo a lungo la nostra follia ha inquinato il Megaverso, è ora di rimediare.”, disse soddisfatto il mietitore, rivolgendosi agli altri Cavalieri.

 

Guerra si era trasformato in un possente guerriero vestito di rosso e coperto con un'armatura di ferro. Il cappuccio lasciava intravedere un viso granitico circondato da ciocche di capelli bianchi, e aveva enormi guanti artigliati. Una delle sue mani era coperta da un enorme guanto artigliato con una gemma al centro. L'altra impugnava un grosso spadone decorato con volti urlanti.

 

Carestia era una donna dai lunghi capelli rossi, vestita con un'armatura nera che lasciava scoperta le braccia arancioni. Oltre al suo bastone aveva una catena simile a una frusta.

 

Per concludere, Pestilenza era il più magro dei cavalieri, così come morte aveva una maschera a coprirgli il volto e disortinati capelli bluastri.

 

“ Giovane Potter, ci hai liberato, e per questo saremo in eterno debito con la tua stirpe. Qualunque cosa ci chiederai è tua, ma solo un desiderio per Cavaliere.”, cominciò Guerra, parlando con voce ben più stentorea e profonda del suono metallico che i suoi nemici avevano ascoltato sino a poco prima. Harry quasi pianse nel vedere quanto aveva fatto, ma tenne stretto il pugno e si trattenne.

 

“ Vi chiedo solo di curare me e i miei compagni, di farci ritornare a casa e di proteggere l'alleanza dagli Splugorth o quelli come loro. Non saprei cosa chiedere per ultima cosa. Alcune cose noi mortali dobbiamo farle da soli.”.

 

In quel momento salirono i compagni del mago guerriero, con l'eccezione di Iside. Erano alquanto feriti e visibilmente stanchi, finchè Pestilenza non alzò una mano e con un piccolo bagliore di luce furono di nuovo nel pieno della forma.

 

“ Ce l'ha fatta...”, disse Erin, ammirando i quattro Nephilim in tutta la sua gloria e ripensando al giorno in cui aveva cominciato la sua missione di esiliarli dalla Terra dei Rifts.

 

“ Dobbiamo a tutti voi molto- disse Morte- siamo certi che a breve le vostre gesta saranno cantate in tutto il Megaverso. E che altre ancora più grandi seguiranno a breve. Una di essa vi attende a breve... l'Inghilterra è di nuovo minacciata, e i vostri amici avranno bisogno di aiuto per salvarla. Correte, il tempo è poco.”, concluse il Nephilim, alzando la sua falce per disegnare in aria un varco di fronte ai nuovamente preoccupati avventurieri( a parte ovviamente Tuska, ansioso di trovare nuova carneficina e gloria) per poi svanire in uno sbuffo di fumo assieme ai suoi fratelli.

 

Gli avventurieri entrarono uno a uno del portale, finchè non rimasero solo Luna e Leisa, che avevano sguardi alquanto cupi. Harry si volse verso le compagne, chiedendosi cosa aspettassero.

 

“ Harry, io resterò qui in Africa.”, disse la Trasmutatrice, stringendo determinata i pugni. Harry la fissò stupito dall'affermazione.

 

“ Sei sicura?”, le domandò l'amico, sapendo che cosa quella decisione avrebbe potuto portare per lei e la sua famiglia. Voleva troppo bene a Luna per permettere che se ne pentisse un giorno.

 

“ Sì. Questo continente è bellissimo, ma c'è troppa sofferenza affinchè io o le sue genti possiamo sopportare l'arrivo dell'alleanza. Torneremo dai Pigmei e li aiuteremo a riorganizzarsi contro le forze di Rama- Set.”, stabilì lei, decisa come non lo era stata neanche durante la guerra in patria.

 

Harry annuì. Sapeva che Luna e la sua famiglia avevano trovato l'aggiustarsi sulla Terra dei Rifts allo stesso tempo incredibilmente difficile e facile.

 

“ Allora resterò anch'io. Non posso permettere che Rama- Set continui a compiere i suoi oltraggi sulla vita umana o di qualsiasi altra creatura. E la gente di qui ha molto potenziale per la bio-magia, li addestrerò.”, affermò Leisa, mettendole una mano sulla spalla e illuminando il suo pugno con un bagliore di energia vitale.

 

“ Va bene, cercheremo di inviarvi altri aiuti- ripetè Harry prima di abbracciare le due amiche- state attente.”.

 

“ Dì ai miei genitori che li amo tanto.”, concluse Luna, ricambiando l'abbraccio, prima di allontanarsi e dando l'ultimo saluto mentre Harry entrava nel varco.

 

Una lacrima scese lungo gli occhi dell'incantatrice, portandosi via l'eyeliner. Fanny le atterrò accanto, muovendo il becco sul viso della ragazza, che la strinse a sé con affetto.

 

“ Fanny, riportaci al Padre albero. C'è molto lavoro da fare.”, disse prima di salirle sul dorso assieme a Leisa, volando via nel cielo africano e rivolgendo uno sguardo alla cima della piramide dove avevano compiuto quel miracolo.

                                                                                 ******

Questo è uno di quei classici casi in cui mi metto a usare troppi personaggi, alcuni dei quali neanche sviluppati propriamente in precedenza( avrei dovuto mettere qualche scena in più a miss Tarn e al suo gruppo mentre aspettano l'arrivo di Harry) e poi tento di sistemare in tutta fretta perchè sono troppo pigro. Spero comunque che il capitolo vi sia tutto sommato piaciuto e che dia un buon auguro per questo 2022, che spero sia più tranquillo e generoso degli ultimi mesi. Spero di migliorare il più possibile nei prossimi dodici mesi, non solo come scrittore, e di ricevere molti vostri commenti. Ovviamente vi do anche i miei migliori auguri per ogni cosa, a presto. Ah, se non si capisse in questa fic ho tentato di fondere i Cavalieri di Rifts con la loro controparte di Darksiders( saga videoludica figherrima, ma spesso ignorata, cosa che ha causato qualche problema agli sviluppatori): per essere più precisi, i secondi sono stati corrotti dopo una delle tante battaglie volte a proteggere l'equilibrio del Megaverso. Fortunatamente Morte aveva in precedenza nascosto parte del suo potere nei doni ed è stato abbastanza per riportarlo in sè.

  
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