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Autore: Coco86    07/01/2022    0 recensioni
Due Joker e due donne particolari di due universi paralleli che si uniranno ed affronteranno un nemico comune. Chi è? Per scoprirlo, Immergetevi nella fan fiction: Quattro diavoli tra le zucche!
Una storia originale di Halloween, dove due autrici la raccontano con il proprio stile di scrittura.
Due capitoli. Dove la prima è mia versione e la seconda e la versione dell'altra autrice.
Genere: Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Joker, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Ed ora, la versione di : DeathlyMayes su Wattpad.
( Ho la sua benedizione per poter caricare la sua parte qui. )

 

Una zucca di troppo attaccata alle spalle.


Alte ombre si stagliavano verso il cielo, mani di tenebre desiderose di afferrare la Luna e buttarla giù al loro livello, per divorarla, rubarle ogni fonte di luce e dare il benvenuto all'oscurità eterna. Non ci sarebbe stata alcuna goccia luminosa, solo fuochi accesi dai burattini di plastica: torce rudimentali ricavate da stracci strappati dai loro vestiti. Persino le fiamme sembravano corrotte, mostrando un colore insolito, spento, quasi soffocato. Non aveva il normale aspetto rossiccio, ma bensì violetto, un coloraccio marcio.
Di quelle luci incerte le strade ne erano piene, come le abitazioni, non tutti erano scesi per strada e stranamente alcuni erano rimasti tra le mura di casa, come se il presunto giocattolaio non li avesse ancora chiamati: non erano ancora stati dotati di fili invisibili sottocutanei. Potevano ancora godere della loro libertà, la quale sarebbe durata ben poco.

Ovunque si guardava si trovava disperazione e sconforto: tutto era in mano agli zombie; negozi depredati, case abbandonate e subito occupate da nuovi inquilini, i quali mettevano tutto a soqquadro.
Le merci delle varie botteghe erano sparse per le strade, alcune mangiate, altre appicciate ai corpi ambulanti.
Era calato il velo del caos nella città, un velo che solo uno poteva brandire: il Joker, il Re della Follia, il Ridente Mietitore.
Era successo qualcosa però, in quella città tanto familiare quanto ignota: si erano scontrati due pagliacci, il caro buon vecchio Joker vestito di nero e un nuovo Joker con addosso un completo classico ma rivisitato per Halloween, ed ora si stavano quasi per dare battaglia.

- Avevi finito la fantasia? Non sapevi in cos'altro trasformarti? - sibilò minaccioso il Joker vestito come la notte.
Non si fidava minimamente del tipo appena sceso dalla strana moto a tre ruote, per niente aerodinamica e di cui se ne provava vergogna solo a guardarla. D'istinto fece un passo indietro. La sua piccola era ferita, si trovava nella macchina ed era scoperta.
- Si può sapere che lingua parli? Ma ti sei visto prima di uscire? Cristo, sembri un vampiro con dell'erba in testa. Tagliala, sta diventando troppo lunga, poi non ci vedi più! -
Rispose l'altro sfoggiando il solito sorriso da burlone, e portando uno sguardo soddisfatto verso la ragazza che era con lui.
- Certo che sai come presentarti. -
Commentò lei in tutta risposta.
Ella si presentava con addosso una tuta protettiva con un insolito simbolo sul petto: un Ankh, una chiave della vita appartenente alla cultura egizia, la stessa figura che si poteva notare in mano ad ogni Divinità del Regno di sabbia, un simbolo dai tanti significati.
Però, anche se possedeva la figura di un oggetto molto importante, la fanciulla si mostrava ammanettata al Joker forse fasullo.
L'esangue dall'oscuro vestito ridacchiò, le parole della sua controparte non lo avevano minimamente scalfito, anzi le trovò divertenti, originali. Per lui era normale sentir parlare dei suoi capelli come se fosse un comodo giaciglio, il suo stesso figlio adorava lasciarsi andare su di quel letto caldo e comodo, per cui sentirli chiamare prato lo aveva messo un po' di buon umore, ma ciò non poteva scagionare il criminale dal peccato appena compiuto. Fece scattare la lingua biforcuta fuori dalla bocca e mostrò leggermente i denti affilati, un avvertimento.
In tutta risposta l'altro clown si avvicinò per guardarlo meglio, magari per controllare che non si trattasse di una sorta di trappola, portandosi appresso la donna, la quale veniva trascinata come un cane...

- Ma dico io, ti sei preparato per andare ad un funerale? Tu chi diavolo sei, è forse chiedere troppo poter vedere un colore acceso? -
Ridacchiò nuovamente, ma questa volta non vide apparire un ridolino sulla faccia del suo alter ego.
Difatti costui gli aveva dato le spalle, e si era diretto dalla sua dama, ritrovandola addormentata sul sedile della macchina. Anche se la ferita alla testa era lieve, forse aveva perso i sensi, oppure qualcuno gli aveva lanciato una sorta di anatema.
Subito lo sguardo corse verso l'impostore.

Mani di ghiaccio pizzicavano la pelle della ragazza-drago, danzavano sulla sua pelle, creando un movimento rilassante: sembravano ballare un lento, ma più la fanciulla sorrideva e produceva dei piccoli suoni di felicità, più quelle dita sembravano volerla svegliare, quasi allarmare.
Piano piano gli occhi eterocromatici si aprirono, vedendo una figura candida vestita di scuro intenta a guardare uno spazio dinanzi ad essa, cercando di controllare qualcosa o qualcuno.
La coda subito confermò dei piccoli movimenti, attirando l'attenzione della sagoma, la quale si chinò verso la dama porgendole la mano sinistra.
La fanciulla accettò delicatamente la dolce offerta, lasciandosi portare fuori dal mezzo, mostrandosi alle due nuove comparse.
Gli occhi di smeraldo del Joker corsero verso di lei, e subito un pensiero gli balenò nella mente.
" Cosa senti? Si tratta di quel bastardo? Che vibrazioni avverti da questi due? "
Domanda più che azzeccata.
Non era la notizia del giorno trovare delle copie per loro due, e l'esangue aveva subito temuto che avessero davanti il malfattore che adorava tanto mettergli i bastoni fra le ruote.
Deathly aveva ancora i sensi intorpiditi per via delle ultime settimane passate al Manicomio, ma il suo archivio non era stato intaccato, e tutte le informazioni si trovavano lì.
Per riconoscere qualcuno, utilizzava un potere ricevuto da un amico assai particolare: Apocalisse, il Dio della Distruzione, lo stesso con cui qualche volta entrava in contatto nella sua piccola e adorata Gotham.
Da quando avevano oltrepassato la nebbia color sangue, non aveva più avvertito la sua presenza, come se si fosse divisa dal Divino, cosa assai improbabile. L'avrebbe saputo da lui stesso se avesse dovuto salutarlo.
L'atmosfera non era quella di sempre, era cambiata, satura di umidità, ma non di miasmi, l'odore acre dei morti. Che tutti gli zombie attorno a loro fossero in realtà degli umani comandati da un semplice anatema?
In tal caso Joker avrebbe investito dei vivi... Forse avrebbe trovato la loro morte più divertente se glielo avesse detto, ma al momento aveva altro per la testa.

" Sono puliti Joker, non devi preoccuparti. Lui emana le tue stesse vibrazioni, con la piccola differenza che non possiede alcuna parte rettile, mentre lei produce una musichetta quasi infastidita, ma sempre attenta. Sembra che stia facendo la guerra, come un bravo canide."
Rispose tramite telepatia ricambiando lo sguardo del suo compagno.
Il bastardo che tanto odiavano non aveva ancora sviluppato l'abilità di cambiare le sue vibrazioni, cosicché era semplice distinguerlo anche sotto mentite spoglie, anche se Deathly preferiva non avvertire quegli urli gutturali. Tutte le normali creature emettevano dei motivetti in base alle loro emozioni: per esempio, per la paura il volume era basso, quasi silenzioso, come se non si volesse far sentire, vicino agli ultrasuoni che solo i cani possono avvertire. Mentre quell'abominio emetteva delle grida, delle voci sussurranti che, ogni qualvolta, tentavano di fare da chiave per tutte le stanze chiuse della sua mente, per farla cedere e farla tornare tra le sue braccia logore.

Il clown abbandonò l'espressione incerta per far tornare il solito sorrisone sul suo pallido viso: adesso era certo che chi avevano davanti non erano altro che due normalissime persone, due mortali.
Subito mosse dei passi verso la donna ammanettata al suo sosia, guardandola dall'alto al basso per intimorirla. Ciò non ebbe il risultato sperato: anzi, ella ebbe persino il coraggio di rivolgergli la parola.
- Se facciamo due più due, tu dovresti essere un Joker proveniente da un altro universo, giusto? -
- Se facciamo due più due, il ragionamento è corretto. E se facciamo due più due, tu sei commestibile. - rispose ridendo sotto i baffi. La sua copia riadattata ad Halloween sarebbe stata la sua vittima, ma la ragazza sarebbe potuta essere un ottimo pasto per la sua piccola.
Si mosse leggermente verso di lei per osservare meglio l'involucro che indossava, magari per vedere di cosa fosse fatto, se si poteva forare facilmente con gli artigli; ma l'altro Joker scattò verso di lui con fare minaccioso, proteggendo la sua dama.
- Vedi di allontanare quel brutto muso che ti ritrovi, prima che ti faccia cadere tutti quegli spilli! -
L'esangue ridacchiò per la scenetta, si era comportato proprio come avrebbe fatto lui se qualcuno si fosse avvicinato a Deathly: geloso, possessivo, protettivo.
- Se vuoi tentare fai pure, ma dovresti farlo fino alla noia. -
Muso contro muso, due sorrisi contratti dalla rabbia. Se il Joker vestito come la notte odiava essere sfidato, anche la sua copia provava astio verso chi gli gettava il guanto di sfida.
C'era però una netta differenza tra i due, si riconosceva benissimo chi era del tutto umano, e chi no. Il rettile si distingueva benissimo per come ringhiava: un verso profondo, un Drago uscito dalla sua caverna per spaventare il poveretto che si era perso nel bosco, e che avrebbe avuto le ore contate. D'altronde era risaputo che il Joker avesse una mente di ferro: per quanto odiasse i ricordi, erano tutti lì, sparpagliati nei tanti cassetti delle molteplici stanze della sua mente; ma c'erano tutti, e si facevano bene o male sentire, tranne quelle riguardanti la sua piccola. Quelli creavano una baraonda tale da non venire archiviati facilmente.
Nessuno aveva il permesso di farle del male, e per colpa di quel bastardo vestito con una tovaglietta di Halloween, Deathly si era ferita la testa. Il fatto che fosse un taglietto lieve non lo avrebbe salvato, e magari quello era il momento giusto per fargliela pagare, sfregiando il bel visino della sua accompagnatrice.
D'altro canto, l'altro Joker sembrava molto legato alla sua amichetta, tanto che se l'aveva ammanettata al braccio destro, magari per non perderla di vista?
Mostrava un'espressione rabbiosa, un mammifero pronto a mordere qualsiasi manaccia si fosse avvicinata alla donna.
Gelosia.
Uno dei sentimenti scaturiti dall'amore, la malattia che Cupido sparge grazie alle sue frecce, facendo cadere molteplici esseri nella tela del predatore più feroce. Agli occhi di molti, l'amore sembrava una cura, magari per risanare un vuoto che non conosceva medicina; ma per altri era la causa della voragine che possedevano, ma quell'infido parassita non lasciava soltanto ferite fisiche, ma anche mentali: quelle peggiori da guarire.
Tanti dopo aver perduto la persona amata sono impazziti, correndo per le strade a rovinare altre coppiette, come se nessun altro potesse godere di quel privilegio; altri non riuscivano più a provare niente, e trasformavano quel bel sentimento, in un piacere contorto.
Molti dicono che l'amore sia portato da un angelo avvolto in un velo candido, armato di arco e frecce; ma altri affermano che sia un ometto con due piccole alucce tutto nudo.
Per tanti è un sentimento buono, ma per altri è un biglietto di sola andata per la follia, e se mai trovi la via d'uscita, ti sembrerà di camminare sempre sul vetro.

La situazione stava piano piano prendendo una strada pericolosa, l'esangue aveva iniziato a sibilare più frequentemente, un serpente agitato che avverte l'ignaro passante di non avvicinarsi se non vuole essere morso; mentre dall'altra parte vi era un mammifero infuriato pronto a saltare addosso al suo avversario per rovinargli il bel faccino pallido.
Presa da un picco di rabbia, Deathly si mosse per dividere i due guerrafondai, afferrando il suo compagno per i capelli, facendolo girare verso di lei, dandogli uno sguardo minaccioso, e aprendo leggermente la bocca, mostrando i suoi denti affilati; ma ogni volta che avvertiva il suo Joker di non fare troppo di testa sua, gli regalava una bella visione ravvicinata del suo vero volto.
Scarnificato dalla parte sinistra, con il sorriso crepato, e l'occhio rosso come il sangue.
Aprì la grande ala destra azzurra da Dragonessa, e vi si nascose, per evitare che gli altri vedessero.
Voleva far rimanere le sue appendici nascoste, ma con una testa calda come il Joker era impossibile.
- Prima ti avvicini a quella con quel sorrisetto beffardo, e poi ti metti pure a dare spettacolo in questa situazione di merda. -
Gli puntò l'indice della mano sinistra contro, dato che la destra era occupata per tenerlo piegato.
- Non ti inventare la stronzata della fame. Sai benissimo che mi cibo solo di peccatori, e quella ragazza non ha l'anima così tanto sporca. Quindi non iniziare a dire cazzate. -
Concluse a bassa voce. L'ultima cosa che voleva era che la coppietta sapesse che cosa fosse, se si fosse presentata come una non-morta, avrebbero potuto avere dei dubbi su di lei, o prenderla come un mostro.
Sull'altro Joker non aveva problemi, ma sulla ragazzina... Il simbolo che aveva sulla tuta lo aveva già visto, sapeva cos'era, e se portava quell'oggetto raffigurato, sicuramente era anche a conoscenza dell'altro mondo.
- Piccola, non mi farei mai dei pensieri su un'altra donna. Sai benissimo che ho solo il tuo bel corpicino nudo nella mia stanza segreta. Un piccolo pacchetto di Natale da scartare, e da assaggiare poco dopo. -
Rispose il clown sottovoce. Il tono era alterato, quasi eccitato; ed infine si leccò le labbra deliziato: sapeva che quello sarebbe bastato per far calmare la sua compagna, ma quella sera era piena di sorprese.
Prima il secondo Joker, poi la ragazza assieme a lui per niente intimorita dal suo aspetto minaccioso, ed ora un colpo secco ai gioielli da parte della coda di Deathly, col dorso rivolto verso il bersaglio.
La donna lasciò la presa, abbandonando il pagliaccio in un'agonizzante discesa verso il dolore.
Chiuse l'ala e schioccò un ultimo sguardo al suo accompagnatore, leccandosi le labbra con la lingua biforcuta per il piacere.
" Dato che ti piace tanto farti riconoscere per la tua indole rabbiosa e per la tua superbia, fatti riconoscere per il dolore che provi nel venire fottuto dalla tua compagna, bastardo."
Queste furono le parole che passarono per la sua mente, per poi venire consegnate al povero pagliaccio.
Subito una vibrazione assordante provenì dall'esangue, il quale, anche se in preda al dolore, era riuscito a spostare lo sguardo verso la figura sinuosa che ora gli dava la spalle. Se avesse potuto le sarebbe saltato addosso per strangolarla, o per colpirla varie volte con le sue lame; ma presto si sarebbe pentito di quei pensieri violenti.

Un brivido percorse la schiena della dama, un brivido di piacere.
Lei era l'unica a poter entrare in alcune stanze della mente caotica del Joker, e ciò che il Re pensava, veniva ricevuto in poco tempo dalla sua piccola amica.
Rabbia, e sete di sangue. Vide le bianche mani agguantare il suo piccolo collo e stringersi, fino a farle mancare il respiro; e subito dopo un'altra visione: il suo involucro con molteplici ferite da taglio, con persino un coltello infilzato nella gola, che spuntava dall'altra parte, dipingendo il suo abito di un rosso vivo.

Un verso riuscì a fuggire dalle sue catene, un gridolino di piacere.
Con la coda dell'occhio vide l'altro pagliaccio fare una smorfia di dolore, anche lui sarà stato resistente ai colpi in tutto il corpo, ma anche lui si sarebbe accasciato in preda al male.
Tirò un sospiro di sollievo, forse non era stato udito quel rumore peccaminoso, ma per sfortuna sua, il cane che accompagnava l'altro saltimbanco portava in alto il suo titolo, ascoltando qualsiasi cosa succedesse attorno a lei.
Stranamente, però, non si era creata alcuna espressione stranita spaventata sul suo viso, semmai roteò gli occhi per mostrare la sua rassegnazione.
" Fantastico, anche questa è una maniaca. Guarda dove diavolo mi sono dovuta ritrovare. Qualcuno mi porti un letto caldo! "
IL pensiero parlava chiaramente, anche lei aveva accanto un problema ambulante, forse ci aveva persino provato con lei.
Deathly ridacchiò lievemente, nascondendosi le labbra con la mano destra, come le era stato insegnato dal suo maestro.
Una signorina non doveva mai farsi vedere nel bel mezzo di una risata ,soprattutto se rivolta a qualcun altro: era un gesto molto maleducato.
Peccato però che, per quanto avesse provato a celare quella smorfia, l'altra l'avesse notata senza problemi.
Tra la ragazza-drago ed il clown, lui era più bravo a nascondere le sue emozioni.
Una delle differenze che vigevano tra loro.

- Perdonate il comportamento di quel villano, purtroppo talvolta si comporta come un animale: dovrei metterlo al guinzaglio... -
Ed ecco che un altro pensiero goloso le apparve nella mente, ma riuscì a resistere a quell'appetito insaziabile.
- Permettete che mi presenti. -
Fece scivolare le mani lungo il suo vestito nero, per poi alzare leggermente la gonna, chinandosi, ma purtroppo, facendo così, lasciò intravedere le zampe di rettile, colorate di un bianco puro, che piano piano si tuffava in un mare azzurro chiaro.
" Ormai il dado è tratto."
Tornò eretta, e il velo che nascondeva gli arti inferiori sparì, lasciandoli visibili, come ogni giorno.
- Il mio nome è Death-Rose, lieta di fare la vostra conoscenza, portatrice della chiave della vita. -
Concluse portando lo sguardo per pochi minuti sull'Ankh colorata di verde che portava la donna sulla tuta nera.
Quest'ultima cambiò leggermente espressione, magari non si aspettava che qualcuno sapesse cosa fosse quel simbolo.
- Annabel, molto piacere, ragazza metà drago. -
La scrutò, dalle zampe ai capelli: non era minimamente impressionata da quella figura, aveva visto ben altro, ma... Una ragazza-drago studiosa della cultura egizia?
" Ad ognuno il suo."
Pensò con fare innocente. D'altronde che male c'era; probabilmente, dagli anni che presentava, era una studentessa universitaria di storia antica, del ramo dell'Egittologia. Non era niente di preoccupante ai suoi occhi, anzi, sotto sotto le faceva pure piacere sapere che almeno avrebbe potuto parlare con qualcuno che sapeva cosa diceva.

- Quindi venite da un'altra Gotham, stanno così le cose? -
- Per quello che vedo sì, Signorina Annabel. Veniamo da due Gotham differenti, ma da quello che vedo, anche tu hai il tuo bel da fare. -
Rispose Deathly con un sorrisetto dolce indicando le manette che la legavano al suo Joker vestito per la festa.
Prontamente la ragazza negò con la testa, divenendo un po' rossa in volto.
- No no, assolutamente no! E' stato questo balordo a legarmi, e solo per sequestrarmi e trascinarmi qui... Io volevo stare a letto! - quasi piagnucolava, forse era la classica ragazza che passava Halloween a casa sopra il proprio nido caldo con qualche salato, mentre guardava un film a tema.
In tutta risposta, la ragazza-drago si portò un dito sulle labbra e la guardò dolcemente.
- So che dice la verità, non deve vergognarsi nel rispondermi. Piuttosto... dovrebbe farsi valere con il suo saltimbanco. -
Disse noncurante del fatto che l'altro Joker fosse proprio accanto a loro. Sarà stato anche scosso dall'azione vista dalla rettile, ma era sempre stato in ascolto.
Tolto lo sguardo dall'esangue che ormai si stava rialzando, si puntò verso di lei.
- Senti lucertola poco vestita, vedi di non metterle strane idee in testa. Già mi dà abbastanza problemi, dato che mi tocca implorare per uscire fuori di casa. Sono io la vittima qui! - disse lamentandosi e indicandosi.
Da sotto i capelli dorati della donna, una luce rossa balenò, e per poco sembrò stare in un'orbita oculare di pura tenebra, per poi tornare normale, un occhio innocente ma con un colore sanguigno.
La bocca iniziò ad aprirsi, mostrando leggermente i denti affilati desiderosi di mordere quella carne bianca come la purezza, ma macchiata dalle tante bugie.
Per fortuna, un guardiano era sempre con lei, proprio per evitare quegli attacchi, una terapia che mettesse a tacere i suoi bollenti spiriti.
L'esangue la bloccò da dietro con un braccio e chiuse le sue fauci con l'altro, rischiando di venire morso.
L'una temeva l'altro, ma l'altro temeva l'una.
Era a conoscenza di che creatura possedesse, con cosa andasse a letto, e di cosa era capace. Un suo morso non era pericoloso per sé stesso: era già stato attaccato da quegli spilli, proprio sul torso; ma per gli altri sarebbe stata la fine.
Il suo veleno non proveniva da un formula chimica, ma dalla sua saliva.
Finalmente Annabel si mosse, cercando di mettersi davanti al suo clown. Che avesse l'animo talmente buono da voler proteggere un maniaco omicida? Oppure gli serviva per un secondo fine? Perché mai una ragazza innocente come lei avrebbe dovuto dare la vita per un soggetto simile?
- Ah, che bravo cane da guardia. Che bravo il Mio cane da guardia. -

Disse ridendo, sottolineando, come al suo solito, chi fosse la squadra migliore.
Di nuovo i due Joker si sfidarono con i soli sguardi. Entrambi avevano delle accompagnatrici con sembianze animali, che c'entravano con l'occulto, sicuramente politeiste, nettamente più basse di loro e legate a loro per un motivo ben profondo.
Erano più simili di quanto potessero sembrare. Magari il loro corpo poteva differire, dato che l'altro Joker non aveva appendici animali, ma per il resto erano tanto vicini.
Chissà, forse anche l'altro, a suo modo, provava qualcosa per la sua amichetta. Da come si era comportato in precedenza con l'esangue, pareva mostrare i classici segni della gelosia, ed essa, in una forma quasi aggressiva, non viene per la sola amicizia.
- Dovresti ammaestrare meglio la tua iguana, la vedo fin troppo agitata. Potrebbe fare del male a qualcuno. -
Sibilò il clown vestito di viola. Quasi voleva tirare lui questa volta il guanto di sfida.
L'esangue strette la mano sul muso della ragazza-drago, forzandola a contorcere il suo viso in un'espressione di dolore.
- Dovresti imparare a stare zitto, perché non implori la tua cagnolina di farti tagliare quella linguaccia che ti ritrovi? Potrebbe fare male a qualcuno. -
Annabel, in tutto quel baccano, non solo cercava di fare da scudo per il suo pagliaccio, ma doveva anche pensare alla sua incolumità e al rispondere all'ennesimo nomignolo.
Tanto un Joker in più, un Joker in meno non le faceva differenza.
- Non sono la sua cagnolina, né tantomeno la sua fidanzata! E' solo colpa sua se sono in questa corsa! -
- Abbassa il pelo, canide se è colpa di questo bastardo, potresti anche insegnargli le buone maniere, ti pare? -
Fece una pausa.
- Aspetta, ma se tu sei il cane, e lui è il tuo padrone... -
Scoppiò in una risata fragorosa, lasciando andare la presa su Deathly, la quale si accasciò lungo le sue gambe.
- Ti fai dare le nozioni della vita dal tuo stesso animaletto domestico! -
L'altro clown ne aveva abbastanza di quella voce gracchiante, odiava essere deriso, soprattutto se veniva messo sotto a qualcun altro, soprattutto se qualcun altro era una donna.
Fece un passo avanti e scostò Annabel premendole la mano destra sul viso, la quale, prontamente, indietreggiò più del previsto tenendo il Joker un pochino più a distanza dall'altra coppia, il quale ringhiò leggermente, scoccandole uno sguardo di rimprovero.
- E tu cosa mi dici? Che ti fai fottere da una lucertola? Ed è pure più bassa di te! -
Deathly, intanto, si stava riprendendo, e nel sentire la parola "fottere", sgranò gli occhi, e subito la coda si alzò per chiudere la bocca al suo pagliaccio, ma non fece in tempo.
La risata si interruppe, e la lingua biforcuta fece la sua comparsa, delineando le sue labbra colorate di rosso per il rossetto. Dove prima vi era un'espressione ridente, ora vi era un sorriso affamato, desideroso di assaggiare della succulenta carne.
- Amico mio, perché non segui il mio esempio? A volte venire fottuti da una donna non è tanto male. -
La ragazza-drago si rialzò, con un'espressione imbarazzata sul viso. Si nascose dietro le sue stesse piccole mani.
La Coda stessa salì serpeggiando lungo le sue stesse zampe per legarle, serrarle. E non era stata Deathly ad ordinarlo.

Una volta essersi ripresa, la creatura fece guizzare la coda verso il muso del clown, colpendolo in pieno volto, gettandolo a terra di schiena, producendo un bel po' di rumore, il quale non passò inosservato.
Dopodiché, l'appendice si mosse velocemente, per chiudere le due punte attorno al collo candido di Joker, per tentare di strozzarlo, o perlomeno fargli abbassare la cresta.
Così lei tornò a capo della coppia, e finalmente poté studiare i due nuovi arrivati dalla testa ai piedi.

L'altro Joker era molto simile all'esangue, il corpo era il medesimo, stessa altezza, stessa forma, ma si vedeva che era un umano normale, senza alcun tocco animale. Un normalissimo clown di quartiere.
IL suo abbigliamento era assai normale per il Principe clown del crimine, una normale camicia arancione decorata da tante zucche e pipistrelli disegnati sopra, una cravatta assai particolare per la festa di Halloween, con una testa sorridente al nodo, ed una fiamma rossa che ardeva alla fine dell'accessorio.
Subito dopo si poteva notare un gilet verdognolo con gli stessi disegni della camicia, ed infine il solito completo viola, giacca lunga a coda di rondine, e pantaloni altrettanto lunghi per avvolgere gli arti posteriori. Il tutto decorato da linee chiare che scendevano verso il basso. Le mani erano, ovviamente, coperte da dei guanti tinti di un violetto più leggero.
Però, vi era una differenza, non portava alcun fiore sulla parte sinistra del giaccone, ma bensì una piccola zucca sorridente. Forse aveva nascosto là sotto il meccanismo per spruzzare il caro buon liquido velenoso, la piccola causa di molteplici morti.
Ciò significava tanto più lavoro per la sua accompagnatrice, l'adoratrice di Anubi, il Dio che accompagnava i defunti lungo il loro cammino verso l'aldilà, colui che se ne prendeva cura, e che in certe versioni, si preoccupava di far tornare i morti in vita.
Lo stesso ruolo che era stato assegnato alla rettile, una sorta di Caronte che si occupava di ogni sorta di anima, portando i meritevoli dove erano destinati, e i peccatori tra le violente fiamme dell'Inferno.
Difatti non era strano ritrovare Anubi raffigurato durante la pesatura del cuore, un processo tenuto subito dopo la morte di una persona per controllare quanto puro sia stato durante la vita terrena.
In contrapposizione al muscolo cardiaco vi si trovava una piuma appartenente ad un'altra Divinità egizia, Maat, considerata la giustizia. Per cui, se il peso del cuore era maggiore della piuma, il dannato finiva negli Inferi, mentre se i piatti della bilancia non oscillavano, l'anima poteva proseguire verso la luce, accompagnata proprio dallo sciacallo.
Egli era presente durante l'imbalsamazione, ove il corpo del morto veniva avvolto tra le bende e poi imperlato di una sostanza profumata per mantenere l'involucro negli anni e per evitare i miasmi.
In seguito, il canide attraversava i cancelli con il defunto al suo seguito per condurlo dinanzi alla bilancia, così da non lasciarlo mai, ma al contrario di altre culture, non accettava alcun pagamento, era un Caronte umile, sperava solo nella bontà del defunto, così da non gettarlo nelle fauci infernali, così da farlo tornare, un giorno, tra i vivi.

Chissà se anche Annabel avrà avuto un ruolo simile, magari era una sacerdotessa dello sciacallo sotto mentite spoglie, e ad ogni morte causata dal suo Joker aveva il compito di accompagnare l'anima dall'altra parte.
Magari non come la Divinità, ma traghettandola verso la luce tramite il parlato, un dialogo amichevole per pesare le azioni fatte in vita, e decidere quale porta evocare.

Spostandosi verso le maniche della donna, si potevano notare dei simboli, due dei quali presenti su entrambe le braccia: un semicerchio chiuso, e due linee a zig zag.
Il primo disegno suscitò un'espressione interrogativa sul viso della rettile. Non aveva mai visto qualcosa di simile, certo, conosceva la cultura egizia legata allo sciacallo, grazie al suo Iside, la Divinità dei morti, solamente che da lei portava il nome di Apocalisse, ed aveva l'aspetto di un Drago gigantesco tanto spaventoso.
Ma della scrittura, dei simboli utilizzati ne sapeva poco e niente.
Per lei quel semicerchio assomigliava ad un occhio non del tutto chiuso, magari un qualcosa legato al controllo, magari per vedere cosa c'era davanti, una sorta di premonizione, mentre per le due linee ha subito pensato all'acqua. I movimenti e le forme erano le stesse, solo che non si spiegava come potesse essere collegata all'occhio, dato che erano raffigurati accanto, ma forse era solo per risparmiare spazio sulle maniche per gli altri disegni.

Spostandosi verso gli altri segni sulla tuta di Annabel, si potevano contare due bastoni dritti, come le basi di due piume, almeno questo ci vide Deathly. Le ricordarono i corpi delle piume degli uccelli.
"Che questa umana possa volare? Impossibile, dovrebbe avere le appendici ben visibili."
Pensò tra sé e sé senza farsi sfuggire niente sul viso.
Potevano anche trattarsi di un portafortuna per la donna, una sorta di talismano contro le malefatte che le potevano accadere, se si pensava alla Fenice, l'uccello del fuoco che portava fortuna secondo gli umani.
Sicuramente quella donna non era una normale umana, anche perché se lo fosse stata, il suo Joker non avrebbe provato gelosia nei suoi confronti. Fosse stata una monotona donna, nemmeno sarebbe viva al suo fianco.
Però, nel ripensare alla sua presenza, e al trovarla ammanettata al suo Joker, a Deathly sorse un dubbio, una domanda molto innocente.
- Siete una coppia sprezzante del pericolo e degli occhi altrui? Vi piace accoppiarvi davanti a tutti? -
Una voce giunse da dietro le sue spalle.
- In tal caso tanto di cappello! -
L'esangue era rimasto in ascolto, la stretta dell'appendice della rettile non era stata abbastanza forte per farlo soffocare, sarebbe stata una sorpresa se lo fosse stata.
Annabel si colorò di rosso in viso, e velocemente declinò con la testa.
- Come ti è venuta in mente un'idea simile? E' solo colpa sua! Voleva trascinarmi e questo è successo! -
Rispose indicando le manette, cercando di smentire ogni voce malsana che poteva crearsi da una situazione del genere.
- Che carino, evidentemente teneva alla tua compagnia. Sembra più lui il cane che tu, sciacalla. -
Il clown ringhiò leggermente e la fulminò con uno sguardo torvo.
Lei in tutta risposta ridacchiò divertita. Se c'era una cosa che amava, era sfidare il Joker.
Se Annabel non provava paura nel vedere l'esangue, allora lei avrebbe ridicolizzato il clown della canide.

Finalmente la coda venne ritirata, e il saltimbanco vestito di nero poteè alzarsi di nuovo.
Avrebbe potuto farlo in qualsiasi momento, ma lo eccitava vedere la sua piccolina prendere le redini della situazione e mostrarsi una strafottente. Così piccola e dolce, tanto da sferrare un morso mortale.
A quel punto, le coppiette erano al completo, ed ognuno poteva osservare la propria controparte.
Il Joker per metà rettile e il Joker interamente umano.
La rettile e la sciacalla.
Sembrava l'inizio di una barzelletta.

- Fatemi capire, voi due venite da una Gotham parecchio cupa, da come vi siete conciati, con un carro funebre, e vi siete ritrovati faccia a faccia con quei cosi?
Chiese l'altro Joker indicando prima l'altra coppia, poi la macchina.
- Innanzitutto la mia Gotham è parecchio spassosa, la mia macchina non è un carro funebre, almeno è aerodinamica, al contrario del tuo aratro a tre ruote, e poi uno di quei cosi ci è piombato direttamente in casa.
Ed ho potuto notare un certo sorrisetto stampato sul loro bel faccino di zucca... -
Sulla faccia gli si disegnò un ghigno infastidito, irritato.
- Qualcuno sta facendo dell'antica arte del sorriso una bestemmia. Vorrei proprio stanare quel maledetto bastardo. -
- Anche tra le mie vie, nella mia Gotham, vorrei proprio sapere chi ha liberato tutti quegli stronzi. -
Rispose l'altro soffocando un ringhio per ribattere del suo veicolo, lo avrebbe serbato per dopo.
Almeno, dopo tanto, i due pagliacci risero all'unisono per la situazione in cui erano stati trascinati.
Annabel sospirò rassegnata, evidentemente tra tutte le cose non si aspettava un altro Joker, un altro maniaco omicida sprezzante della morte stessa.
Deathly la guardò divertita e le sorrise.
- Se ti preoccupi tanto, ringrazia che si siano calmati, se si fossero azzuffati sarebbe stato peggio. -
- La notte è ancora lunga. -
Rispose la ragazza senza aggiungere altro.
Poco dopo si sentì tirirare la mano ammanettata, e quando guardò il suo Joker egli le dette una bella informazione, ma con un grande ritardo.
- Sapevi che le manette si possono allungare? Così puoi muoverti più liberamente. -
Le si avvicinò, per evitare che gli altri due lo sentissero.
- E così puoi anche evitare di tirarmi indietro quando devo dare un pugno in faccia quello stronzo vestito da becchino. -
- Grazie per avermi avvertita adesso, stronzo, mi raccomando ricordati tutto dopo! - gridò irritata.
Lui in tutta risposta le regalò un grande sorrisone, si divertiva a vederla in quello stato, da bravo burlone quale era.
Nel frattempo l'altra coppia si era appartata leggermente per avvicinarsi al loro veicolo, e ne avevano approfittato per scambiarsi qualche pegno d'amore, senza, però ,tralasciare la scenetta appena accaduta.
Era stato uno spasso, si erano comportati proprio come due fidanzatini, ed ora erano passati ai commenti.
- Sono adorabili insieme, una futura coppia nascente. -
Disse la donna, ridacchiando di nascosto.
- Peccato che lei sia ancora troppo dura con lui. - rispose il compagno, per poi ricevere un altro colpo sotto il mento, ma questa volta con meno forza.
Joker subito scattò ed imprigionò la rettile tra le sue braccia, così da poterla guardare negli occhi.
- Piccola, a cosa devo questa carezza? Vuoi che io sia duro con te? -
Di nuovo la fame avvolse il pagliaccio, il quale la mostrò con i suoi occhi, verdi, e con tante idee nascoste su come farla pagare alla sua compagna per ogni figuraccia che gli aveva fatto fare.
Avrebbe potuto accoltellarla, strozzarla, legare una corda al suo collo e farla camminare a quattro zampe, come un vero cane. A lei sarebbe piaciuto, è vero, ma avrebbe fatto davanti a chiunque, e questo non gli piaceva, l'idea lo faceva solo arrabbiare di più, ma avrebbe dovuto punirla in qualche modo.
Dopo vari secondi di occhiate languide da parte di entrambi, optò per stringere la presa, così da comprimere lo sterno e romperle delle ossa, magari da farle mancare il respiro.
- Joker! Mi stai facendo male! Lasciami andare... Lasciami ti ho detto! -
Era preoccupata, sapeva che doveva essere punita, ma il bastardo lo stava facendo in un modo completamente diverso, e non con le mani alla gola, il che non la faceva divertire per niente.
- Mi colpirai di nuovo per metterti in mostra, piccola vipera? - ringhiò, gli occhi si erano leggermente iniettati di sangue.
Deathly odiava quei momenti, si sentiva prosciugata da tutta la sua forza, non riusciva neanche a reagire.
Poteva solo obbedire.
- Si... Farò la buona... -
- Brava piccolina. -
Lasciò andare la dama e la baciò sulla fronte.

L'altro Joker aveva appena terminato la lezione per Annabel su come far allungare il suo "guinzaglio", e lei c'era rimasta di sasso, dato che tra lei e il bastardo vi era solo un normalissimo bullone, e andava soltanto svitato.
Inutile dire che dopo tale rivelazione vi fu una grande cagnara.
Ancora i due non si erano assestati, ed era palese che lui si divertiva nel provocare ogni sorta di fastidio alla sua accompagnatrice.

Finalmente le acque si calmarono, forse Annabel era abbastanza abituata a quelle uscite non tanto apprezzate del suo Joker.
Ed ora, quest'ultimo, allungando le manette, si era avvicinato all'altra coppia, la quale era un po' diversa da prima.
Lui si mostrava, come al solito, spavaldo, superiore, mentre lei teneva la testa leggermente china, e a malapena lo degnava di uno sguardo.
Così, il candido interlocutore si fece una risata, e volse lo sguardo verso la sciacalla, per poi tornare verso l'esangue.
- C'è bisogno di una parola magica per far spegnere una donna? Come cazzo ci sei riuscito? -
- Le mani, il segreto sono le mani. Con cosa spegni un interruttore? Con le mani! - e si lasciò andare in una fragorosa risata, seguito dall'altro.
"Testa di cazzo, sai dove le devi mettere le mani?"
Pensò Deathly guardandolo di nascosto in cagnesco.

- Che vogliamo fare, razza di becchini? Da qualche parte dovremo pure andare, ho bisogno di trovare quel figlio di puttana che sta sporcando la mia arte. -
- Non solo sta sporcando la tua arte, ma anche la mia, quindi suggerisco di prendere i nostri veicoli e di vedere se scopriamo qualcosa. -
Fece una pausa, e si guardò alle spalle, notando una piccola massa in movimento formata da corpi molli con la testa a forma di zucca.
- Anche per evitare che quegli stronzi ci raggiungano. -
Al che l'altro annuisce e si accinge a tornare verso Annabel, la quale era già risalita nella moto a tre ruote del suo clown.

I motori si accesero, e l'altro Joker si avvicinò con il trike per vedere meglio il carro funebre degli altri due, che nel vederlo abbastanza piatto dietro, gli sorse una domanda.
- Ma dove mettete le bare se non avete lo spazio? -
D'altronde doveva proteggere il suo fiero veicolo dall'insulto subito poco fa.
L'esangue tirò giù il finestrino e guardò dalla testa alla coda l'altro mezzo.
- Sai che non potresti viaggiare su strada con quello vero? Gli aratri vanno dietro i trattori, e si usano per la terra, lo sapevi? -
- Non ti facevo così attaccato alle regole, mi deludi! Ahahaha! -
- Con quel coso mi saresti solo d'intralcio, ma se vuoi che ti metta sotto, accomodati.- rispose l'esangue con un sorriso a trentadue denti.
L'altro, in tutta risposta, partì a grande velocità, seguito da un fragorosa risata.
Il guanto di sfida era stato lanciato, ed era anche stato raccolto, quindi anche la macchina prese a muoversi molto velocemente, raggiungendo il trike in poco tempo.
I due Joker erano pari, e si scambiarono nomignoli molto poco fini e gestacci.
- Attento che ti si sporca con la polvere che ti farò mangiare, coglione! -
- Aspetta, non riesco a sentirti, vado troppo veloce, testina di cazzo! -
Al che le due donne ebbero la medesima espressione sulla faccia, rassegnate e un po' infastidite.
"Ma guarda chi mi doveva capitare."
Pensarono all'unisono.


Dopo una folle corsa tra le strade, giocato a chi metteva sotto più bersagli, con tanto di punti bonus se li uccidevano subito, raggiunsero un alto edificio.
Apparve totalmente dal nulla, e, per evitare di graffiare i graziosi veicoli, frenarono subito, inchiodando.
L'altro Joker mostrò un sorriso sornione, era riuscito a non recare danni al suo prezioso trike, mentre Annabel lasciava andare un sospiro di sollievo per essersi retta.
D'altro canto, l'esangue stava scendendo dal mezzo per controllare la presenza di qualche piccolo danno, fortunatamente non vi era nemmeno l'ombra di un segno, e Deathly, la quale detestava mettersi la cintura, era finita di nuovo contro il cruscotto, picchiando lo sterno questa volta.
Scese dalla macchina cercando di fare grandi respiri, per riempire l'unico polmone presente, il destro. Tossì leggermente, e all'improvviso da sotto il vestito nero apparvero delle protuberanze, simili a dei rovi spinati, avvolsero la zona della cassa toracica, e sparirono allo stesso modo in cui erano venuti.
Quella era la sua rigenerazione, la quale riusciva a guarire ogni ferita, tranne quelle inferte da certi elementi, i quali risultavano disastrosi sul suo corpo.
Una volta tornata come nuova, raggiunse l'altra coppia, la quale aveva lasciato il proprio veicolo per avvicinarsi alla strana apparizione, la quale si presentava come una grande scalinata che saliva sempre più in alto, quasi volesse raggiungere il cielo.
- A me ricorda tanto una piramide, vi è anche un trono lassù, lo vedete? - commentò Annabel impegnando la vista in un unico punto.
Tutto interno vi si potevano notare delle zucche sorridenti, molteplici lapidi e parecchie radici, le quali univano gli ortaggi tra di loro, come se si tenessero per mano per creare una sorta di ringhiera per la grande scalinata, o per non permettere la fuga a nessuno. Forse quelle pietre tombali erano state lasciate lì per chi ci aveva provato, ma Deathly non avvertì niente sotto, quindi concluse che si trattavano solo di mere decorazioni per Halloween.
- Certo che chi ha addobbato questo postaccio non ha per niente senso estetico. Cazzo, questo posto fa schifo. -
Disse l'altro Joker per esporre la sua opinione, che non era stata chiesta da nessuno, ma lui era il Joker, e non aveva bisogno di alcun permesso per aprire bocca.
Al che, la sciacalla fu l'unica a rispondergli, anche perché Deathly stava ammirando il tutto con tanto stupore, dato che amava quelle decorazioni, e l'esangue si stava chiedendo cosa avesse fatto di male per meritarsi una punizione simile.
- Io fossi in te starei zitta, non è che tu ne abbia parecchio. -
Lui la guardò e sorrise nuovamente.
- Non puoi comprendere il mio stile, sei ancora alle prime armi. -
Rispose accarezzandola sulla testa, proprio come si farebbe con un cane.
Lei sbuffò e gli altri due scoppiarono in una risata, seguiti dal suo clown.


L'esangue fece qualche passo avanti verso la grande scalinata e cercò di studiarla con gli occhi, salendo ogni gradino, e seguendo ogni linea delle decorazioni. Pareva tanto uno di quei luoghi presenti nei videogiochi, l'ultima area presente prima di affrontare il boss. Adesso dovevano raccogliere gli ultimi accessori, magari ricaricare le armi e curare tutte le ferite, per essere al meglio durante il grande scontro.
Non pareva il tipo, ma amava giocare con la sua dama a quei marchingegni alla televisione. Si sfidavano molte volte, e chi vinceva decideva il destino del perdente, o della perdente. Era difficile dire chi fosse il più crudele tra i due, da una parte sia aveva un clown dispettoso ma tanto pervertito, mentre dall'altra una vipera velenosa con un eros spropositato.
Se qualcuno avesse scommesso ogni volta, non avrebbe racimolato nemmeno un dollaro.
- Dobbiamo camminare un bel po' per arrivare lassù, proporrei i muoverci. -
Rispose dopo aver quasi raggiunto la cima con gli occhi.
Al che, Deathly, con poca sorpresa di Annabel, ma abbastanza interesse da parte dell'altro Joker, sbatté le ali, e si alzò di pochi metri dal terreno. Non aveva niente in contrario sull'uso delle zampe, ma era da tanto che non usufruiva delle sue appendici sulla schiena, doveva utilizzarle per evitare che si atrofizzassero.
Purtroppo negli ultimi mesi non aveva potuto usarle, le era stato impedito dal direttore dell'Arkham. Se avesse solo avuto l'idea, l'avrebbe davvero lasciata senza cibo. Peccato che questo gli si sarebbe ritorto contro, in un modo assai peggiore.
Così, canticchiando leggermente per la felicità, si appropinquò a salire i molteplici scalini, ma il suo compagno l'afferrò per la coda.
- Aspetta piccola, non vorrai mica andarci da sola. Abbiamo una zavorra da portarci dietro. -
La tirò a sé per evitare di farsi sentire.
- Vorresti lasciare questi sacrifici qui? Dovrebbero andare loro avanti. -
Lei rise maliziosamente.
- Sei il solito stronzo. -
Parò un'ala davanti a loro e gli diedi un piccolo pegno d'amore sulle labbra rosse sangue.

Nel frattempo l'altra coppia li stava guardando un po' sospettosi. Perché mai avrebbe dovuta fermarla?
Annabel decise di rompere il silenzio.
- Fermi tutti. Prima di andare, dovremo nascondere i nostri veicoli, non credete? Non è per niente un luogo sicuro, pare di essere entrati in un mondo ultraterreno. Vogliamo davvero sacrificare le nostre uniche vie di fuga per andare a controllare un luogo ancora più spettrale? -
- Ma di che ti preoccupi? Il mio trike può sopravvivere in un posto simile. -
Rise e indicò l'altra coppia, la quale era di nuovo tornata visibile.
- Il loro carro funebre non ne uscirà vivo. Ahaha! -
L'esangue lasciò andare la ragazza-drago e si mise davanti al suo sosia, sorridendo.
- Il tuo aratro è abituato a scavare nella terra per fare i solchi per la semina, la mia macchina è abituata a seminare il caos anche tra i morti. -
Annabel non osò neanche a comprendere quella frase, sapeva benissimo che i morti stavano bene nelle loro bare, era alquanto impossibile che si trovassero a vagare per le strade. Se fosse stato così, l'altra Gotham era un tantino contro natura.
- Va bene, non mi interessa sapere altro, mi basta questo. -
Rispose soltanto.
L'esangue le donò un sorriso compiaciuto. Prima dell'arrivo di Deathly nemmeno pensava ad argomenti simili, morti o non-morti facevano parte delle storie fantastiche, non della realtà, nemmeno la sua innata follia poteva arraffare una cosa simile, ma dopo l'apparizione della compagna dovette ricredersi. Era davvero interessante la necromanzia, e sapeva che faceva tanta paura ai gothamiti.
Tutto ciò che era diverso ed appariva contorto faceva paura a quei topolini da laboratorio.
Se un maniaco omicida li terrorizzava a vita, ed era una persona viva, cosa avrebbero pensato di un incubo divenuto reale? I non-morti facevano parte solo delle storie dell'orrore, le stesse storie che stavano andando in onda quella stessa notte, la notte di Halloween.
Cosa avrebbero pensato se ci fosse stato un non-morto tra le loro strade?

Il pallido clown spostò lo sguardo verso la sua piccola e tornò dalla sua dama, cingendo le braccia attorno al suo corpo, quasi volesse proteggerla.
Anche l'altro Joker tentò la stessa cosa con la sciacalla, ma ci rimediò solo un pugno sotto il mento.
Quel comportamento pareva piacergli, d'altronde se una preda si contorce per evitare qualsiasi attacco è più divertente da uccidere, giusto?
Quelle stesse braccia che per Annabel erano una morsa mortale, macchiate di tanto sangue, per Deathly erano una fortezza, due tenaglie che la tenevano al sicuro dal mondo intero. Quel fiume di sangue che scorreva dagli arti dell'esangue non era altro che una scia di sacrifici, prezzi pagati per la sua sopravvivenza, un dazio da pagare.
"Come fa a fidarsi di un tipo simile? Perché quel Joker è così legato a quella donna? Non dovrebbe trattarla come un piccolo oggetto da deturpare e poi gettare via?"
Pensò la sciacalla nel vedere quell'orrenda scena. Iniziò a pensare che quel bastardo avesse utilizzato dei modi poco consoni per avere la totale devozione da parte della ragazza, magari l'aveva drogata, oppure minacciata.
Lei sembrava fin troppo tranquilla ad averlo attorno.
Ma mentre si stava perdendo nei tanti sospetti, dalle spalle del clown apparve il musetto della dama.
Lasciò il caldo abbraccio, e si appropinquò nuovamente a salire le scale.
Tremava leggermente, ma non voleva darlo troppo a vedere, conosceva il suo compagno, e già si era irritato abbastanza.
D'altro canto, l'esangue nemmeno si girò verso il resto della combriccola, si avviò senza sentire nessuno.
L'altro clown prese a saltellare, e lo seguì a ruota, senza però dimenticare di regalare un sorrisetto beffardo alla sua tenera sciacalla.
Quest'ultima spirò un sospiro di rassegnazione e prese a camminare.
Sembrava un cane a cui era stato imposto uscire di casa.

Tutto intorno regnava il silenzio, pareva che avessero lasciato il luogo principale e fossero andati in un altro posto, del tutto diverso. La nebbia si poteva recidere con una lama da quanto era fitta, pareva di camminare in una nuvola di zucchero filato.
I loro passi erano gli unici rumori che si potevano udire, con anche lo svolazzio di Deathly, la quale non faceva altro che guardarsi attorno, tenendo la coda ben visibile dietro di lei, quasi volesse coprirsi.
- La cosa non mi piace, avverto qualcosa davanti a noi, qualcosa di molto grosso, e aspetta solo noi. -
- Ma che bella notizia... Non ero poi così tanto curiosa di saperla... -
Rispose Annabel da dietro con un accenno di stanchezza. Lei voleva solo passare una notte tranquilla di Halloween a casa, nel suo letto, con qualche stuzzichino, e invece si era ritrovata in un incubo ad occhi aperti.
Tutto per colpa del suo Joker.
Roba brutta la pazzia.
Poco dopo dei passi aumentarono e una figura scattò accanto alla rettile, la quale emise subito un verso che poteva essere facilmente compreso male.
- Sta tranquilla piccolina, non vi è nemico che tenga con me. Sai che mi piacerebbe fare il macellaio. -
E tutto tacque.
La coppietta si era fermata, e gli altri due avevano un po' affrettato il passo per controllare cosa stesse succedendo, ma poco dopo si maledirono per averlo fatto.
I due rettili si stavano scambiando un pegno d'amore, ed ora avevano fatto sapere ai loro nuovi compagni che non erano solo colleghi, ma anche una coppia a tutti gli effetti.
Annabel comprese solo in quell'istante che cosa correva tra i due, e da brava ragazza quale era, non mosse una parola, e continuò a camminare, trascinandosi dietro il suo saltimbanco.
Ma i pensieri non erano finiti, non avevano trovato pace, anzi, se ne erano creati di altri, ma decise di reprimerli.
Non era affar suo.

Le due nuove entrate si fermarono nuovamente poco dopo, e controllarono il luogo, qualcosa non andava, era tutto fin troppo calmo, e l'esperienza insegna che se tutto appare calmo e pacato, ciò è il segnale dell'arrivo dell'antagonista.
Oppure che il luogo era tanto noisoso, come sosteneva l'altro Joker.
Ma presto, il clown venne accontentato.

Un grande colpo di Zefiro apparve dal niente, scuotendo tutte le decorazioni, le quali sembravano urlare, come canne spezzate. Parevano urla di paura, di terrore, parevano urla umane.
All'improvviso la scalinata prese ad illuminarsi. Tutte le candele, nascoste dalla nebbia, si erano accese, salendo un gradino alla volta.

Il sipario si alzò, ed il malvagio giocattolaio apparve.

Si trovava accanto al suo trono, aspettando cortesemente i suoi ospiti.
Vestiva con un completo elegante colorato di verde e marrone, e poggiava su di forbito bastone da passeggio, dall'impugnatura intagliata, a forma di zucca sorridente di Halloween, come la sua testa.
Attaccata alle spalle vi era una zucca di troppo.
Si chinò leggermente e dette il benvenuto ai nuovi arrivati.
- Benvenuti nella mia umile casa! Potete chiamarmi Jack Lanterna, e potete rendere grazie a me per il meraviglioso panorama che avrete sicuramente ammirato per venire qui. -
Tornò eretto e allargò le braccia.
- Tutto questo appartiene a me, ne sono il solo unico Re. -
"Re un cazzo", pensò Deathly d'istinto.
Sapeva molto bene come funzionava la nobiltà, e quello non era regnare. Non aveva sudditi quel lestofante, se non marionette prive di pensieri loro.
"Al massimo sarai un giullare del paese, o il cocuzzaro direttamente."
L'esangue scoppiò a ridere. La sua dama aveva proprio parlato con lui telepaticamente e non poteva rimanere in silenzio dopo quelle parole tanto delicate.
L'altro invece lo prese subito in contropiede.
- Vuol dire che sei tu lo stronzo che ha ridicolizzato l'arte di mettere un sorriso sulla faccia delle persone, dando loro delle zucche del cazzo? -
Evidentemente si sentiva ferito nel profondo da quella blasfemia.
- Non dovresti attaccarmi con quella lingua poco raffinata. D'altronde non facciamo la stessa cosa? -
Il grande sorriso intagliato nella sua testa pareva essersi aperto di più.
L'esangue fece un passo avanti, e smise di ridere.
Qualcuno aveva fatto il passo più lungo della gamba.
- Una brutta copia, ecco cos'è questo tuo fantomatico regno. Un castello di carte dalle fondamenta precarie. Non reggerebbe nemmeno alla prima scossa di terremoto. -
Indicò il suo sorriso sanguigno.
- Inoltre, mi pare che tu abbia copiato qualcuno per avere quel brutto squarcio sul tuo muso da vegetale. -
- Senza dimenticare il far sorridere il pubblico! Mi hai rubato l'arte, sei un ladro! -
"Da che pulpito." pensè d'istinto Annabel.
Deathly rise nascondendo la bocca con la mano destra.

Jack, in tutta risposta saltò giù dalla piattaforma e raggiunse i suoi ospiti, i quali, da quanto era alto, dovettero guardarlo dal basso verso l'alto, e i due Joker arrivavano ad 1,90 cm.
Deathly indietreggiò, subito coda schizzò in avanti per farle da scudo, ed avvertì una particolare variazione nelle vibrazioni del suo Joker. Divertimento, piacere? Non riuscì a tradurre quel cambiamento repentino.
- Non mi piace quello che vedo... -
Commentò Annabel preparandosi ad uno scontro.
- La musica è assai terribile, non auspica niente di buono. - continuò la rettile.
La tensione si poteva quasi palpare.

- Piccoli pesci fuor d'acqua, non capite che sono qui per portare voi Halloween per tutto l'anno, e per anche il prossimo anno? E per l'altro ancora? Una notte eterna, con zombie in ogni dove, e tanto terrore da seminare in ogni dove! -
Il termine "terrore" non piaceva affatto a Deathly, era completamente contraria a qualsiasi cosa richiedesse quella brutta parola.
Iniziò a ringhiare, e sperava in un segnale da parte del compagno, ma accadde tutto il contrario.
Lui le voltò le spalle, proprio come l'altro fece con la sciacalla. L'idea non suonava affatto male alle loro menti affamate di controllo.
- Vi noto interessati alla mia offerta, sapete, sapevo di poter contare su di voi. Siete i due soggetti perfetti a cui dare due luoghi pieni di divertimento e vitto. -
Offrì la mano destra ai due clown.
- Perché non vi unite a me? -

 

 

 Può la paura rimanere senza fiato?

Le coppiette, dopo aver risolto dei battibecchi creati dai due Joker, si erano ritrovate dinanzi ad una scalinata, ove alla cima c'era un insolito padrone di casa, Jack Lanterna, il quale aveva avuto la malsana idea di portare la notte di Halloween per sempre, e per questo avrebbe avuto bisogno di aiuto.

E chi poteva essere più perfetto dei due clown?

Aveva teso loro la mano, e loro non declinarono all'istante, al contrario, si persero nei loro pensieri, dove magari, avrebbero anche accettato una simile offerta.

Da una parte una notte di spaventi infiniti, mentre dall'altra paura e tanto cibo.

Due idee assai affascinanti.

Annabel sperò vivamente che il suo Joker non accettasse, anche se aveva già in mente un modo per fargli cambiare idea.

Non si scherza con il fuoco!

Deathly sibilò irritata, conosceva l'esangue da un po' di anni, sapeva che non avrebbe accettato, ma ricordandosi della discussione che avevano avuto in macchina, sul suo provare piacere a mettere sotto con la macchina i suoi piccoli protetti, chinò la testa, ed assunse un'espressione rabbiosa.

"Uccidilo ora, uccidilo adesso!"

Disse una voce sinistra nella sua testa. Pareva colma di ira, gonfia di rabbia, e desiderosa di far del male al Joker. Quasi provava piacere nel volerlo morto.

La coda si mosse veloce verso la rettile, pareva che volesse darle uno schiaffo, ma venne fermata dalla dama stessa.

"Sto bene, so che non lo farà, non darò ascolto alla zoccola che alberga nella mia mente."

L'appendice non le diede piena fiducia ma tornò al suo posto di partenza.

- Allora che ne dite, accettate di avere pieno controllo sui vostri nuovi mondi di terrore, e di sottostare ai miei ordini? -

Annabel spirò un sospiro di sollievo.

"Ah, ma è stupido."

La prima parte del patto sarà pure stata allettante per il suo Joker, ma la seconda era il modo perfetto per fargli stracciare il contratto.

- Io? Stare sotto i tuoi ordini? Sono io quello che fa le regole qui! Ahahaha, e sono io il comico nato! Questa non è nemmeno una barzelletta, è una stronzata a cielo aperto! -

Scoppiò a ridere subito dopo.

- Cristo santo, credo che dovremo salare un po' quella grossa zucca che ti ritrovi. Col cazzo che abbasso la cresta con un certino come te! Come ha detto l'altro scellerato, le regole qui le faccio io, e sono gli altri a doversi chinare dinanzi a me! -

Aggiunse l'esangue, seguendo a ruota il suo alter ego, lasciandosi andare in una grande risata.

Quale blasfemia peggiore poteva narrare quel ciarlatano, e davanti a due signori del caos!

D'altro canto Deathly aveva appena iniziato uno scontro aggressivo contro sé stessa.

- Avete scelto la direzione sbagliata. Date sempre più importanza a voi stessi, siete degli egoisti! E con questo, peccatori di Superbia, finirete assieme ai vostri colleghi notturni! -

Usufruendo del suo bastone, cliccò un interruttore alla sua sinistra, accendendo delle luci, mostrando i due corrispettivi Batman legati e imprigionati da delle lunghe liane. Si trovavano a testa in giù, e sotto di loro vi si trovava una pianta carnivora desiderosa di affondare i suoi denti nelle loro succulenti carni.

I due pagliacci si finsero sorpresi e poi risero di gusto, ma poco dopo tornarono sulle loro strade.

Quel copione non poteva certo uccidere i pipistrelli, non si sarebbero lasciati battere da un ortaggio con troppi steroidi in circolo.

Però la scena era davvero esilarante.

- Ahh, Batsy, Batsy, vecchio mio, in che posto sei finito. Peccato che non abbia portato la camera fotografica! Avresti fatto un figurone e Ivy sarebbe impazzita per una foto simile! Ne avrebbe tratto ispirazione! -

Commentò il Joker con gli indumenti violacei.

- Batsy, vecchio amico, perché quella faccia sorpresa? Credevi che fossi sparito, vero? Forse che fossi addirittura morto? Bè, eccomi qui, davanti a te! Ti sono mancato? -

Nella Gotham del pagliaccio vestito di tenebre, le due iconiche figure non si erano ancora incontrate.

Batman credeva che il Joker fosse rimasto ucciso dopo l'insolito scontro con una creatura grottesca, una sorta di pipistrello gigante ma con una pelle che pareva un intruglio tra squame e pelle umana.

Per cui, ritrovarlo in quel luogo era stato come ricevere un'asciata sulla schiena.

La sua pace era finita, e magari non l'avrebbe mai più riassaporata.

Però, per quanto potesse essere strana quella situazione, la cosa che trovò più strana, non fu il vedere un altro Joker, ma le accompagnatrici di entrambi.

Due donne, la prima, con una tuta verdognola, come una sorta di protezione, e l'altra, quella accanto al suo corrispettivo avversario, una donna dalle fattezze animali, una ragazza-drago.

Rimandò tutte le domande a dopo.

Se i calcoli erano giusti, si era fatto una nuova aiutante, una nuova Harley.

Ma fu questo il suo errore, era sì, la sua aiutante, ma qualcosa di molto peggio di una nuova Harley.

- Invece di prenderli per i fondelli, perché non li aiutate? Potrebbero aiutarci! -

Intervenne Annabel.

Deathly alzò la testa, mostrando uno sguardo stanco, ma non voleva cedere.

- Tu non mi conosci ancora, chirottero umano, e non mi frega un cazzo di come morirai, ma devo dare ragione al cane. -

Il tono era spossato, e talvolta non sembrava nemmeno la sua voce.

L'altra donna, invece, aggrottò le sopracciglia e non fiatò.

Adesso mancava soltanto che Jack e i due Batman la chiamassero canide ed aveva completato la collezione.

- Quanto sei noiosa cagnolina, è ovvio che dobbiamo liberarli! E poi, credi che lascerò a questo coglione l'onore di ammazzare il pipistrello? Sono offeso, tremendamente offeso, credevo che ormai mi conoscessi! -

Piagnucolò atteggiandosi come un attore su di un palco di un teatro.

- Li liberiamo, state tranquille, non agitatevi troppo, sembrate isteriche... - ma la sua frase non era affatto divertente, non voleva affatto far ridere.

Aveva sentito bene le parole della sua compagna, e qualcosa non quadrava. Anche il suo atteggiamento era cambiato.

Qualcun altro stava prendendo le redini.

Mentre l'esangue cercava di comprendere cosa fosse accaduto alla sua dama, la sua controparte, prontamente, tirò fuori la sua pistola dal fodero e sparò dei colpi verso le verdi prigioni che intrappolavano i due pipistrelli, tranciando quelle radici con facilità.

I due mascherati caddero con bravura, senza recarsi troppi danni, come due gatti sulle quattro zampe.

Inutile dire che tale gesto non venne visto di buon occhio dallo zuccone, il quale fece ben notare di essersi infuocato per bene.

- Vermi schifosi! Come osate fare questo torto al padrone di casa? Non la passerete liscia! -

L'altro Joker, irritato ancora di più per il malessere della compagna, gli rispose acidamente.

- Taci, vegetale ammuffito! -

Tentando anche di attaccarlo, lanciandogli contro delle piccole sfere contenenti dell'acido.

Solitamente fa sciogliere l'epidermide umano, ma quel mostro era tutto fuorché umano.

- Stolto! Credi che le vostre inutili armi possano ferire il Re indiscusso della festa dei morti? -

Fece una breve pausa, poi saltò nuovamente nella piattaforma del trono.

- Mi fate ridere, siete solo delle piccole piattole! E gli insetti vanno sempre schiacciati. -

Con le mani iniziò a disegnare dei segni nell'aria, dei segni rosso sangue.

Forse un incantesimo, un'evocazione o addirittura un anatema.

Il gruppetto era finalmente al completo con l'aggiunta dei due incappucciati, i quali già si erano già messi da fare per trovare una soluzione ed uscire da quell'incubo ad occhi aperti.

- Conosco il modo per uscire da questo posto, e per raggiungerlo dovremo unire le forze. -

Commentò il Batman dell'altra Gotham, seguito a ruota dal suo alter ego, il quale si limitò ad annuire.

- Io sento solo dei suoni strani, non riesco a capire niente. Sono forse ultrasuoni? Cagnolina, tu riesci a capirli? Non richiamano i tuoi parenti con un fischietto ad ultrasuoni? -

Rispose l'altro Joker, mimando con le mani una parlata confusa.

- Col cazzo. Non collaboro con una maschera di carnevale. Sei fuori tema! -

Aggiunse l'esangue, canzonando il suo corrispettivo avversario.

Al che, Annabel dette una spinta alla situazione.

- Deve essere davvero pesante per voi rinunciare al vostro enorme orgoglio, ma dovete ingoiare quel disgustoso malloppo se ci tenete tanto a tornare nelle vostre adorate città. Oppure... -

Incrociò le braccia e alzò un sopracciglio, guardando il suo rapitore con un accenno di scherno.

- Volete che qualcun altro prenda il vostro posto? -

Entrambi emisero dei grugniti per dissentire.

- Sono d'accordo col cane, non credo che vi piacerebbe sapere che un cretino qualunque ha osato occupare il vostro squallido trono. - rispose Deathly con un accenno di disgusto e scherno.

- E' vero quello che dicono delle donne, correte subito dietro a quello con più grana! -

La rettile scoccò un'occhiata di sdegno all'altro pagliaccio, volevo saltargli al collo, ma la coda schizzò all'indietro, facendola tornare indietro.

- Piccola, che cazzo! -

Esordì l'esangue correndo a nasconderla, per evitare che vedessero le sue condizioni.

"Tesoro, che cazzo fai? Proprio ora dovevi incazzarti con quel coglione?"

"Joker... Perdonami..." la voce, anche se era un pensiero, era lontano, come se fosse dietro ad un muro di parole.

Le cose stavano peggiorando.

- Dai, dato che siete in due, create un piano migliore. Non siete forse dei geni del male? -

Continuò Annabel, riuscendo nel suo intento.

- Sai che non mi abbasso a tali richieste senza nulla. I favori vanno pagati, cagnolina. Cosa mi offri? -

Una richiesta insolita, tanto che l'altra coppia dovette alzare un sopracciglio, soprattutto quando finirono a parlare di ore di libertà, e addirittura giorni.

Chi era che portava a spasso chi?

Per quanto non fosse in sé, Deathly riuscì a riprendersi quel poco per chiedersi di quale cambio parlava, ma presto i suoi pensieri vennero tempestati di altro.

Il suo Joker sorrise nel vedere che il suo malessere era scomparso, non del tutto, ma dato che era sempre la sua paziente, credette di avere la cura in pugno.

- Cara, sai cosa ti chiederò per ripagarmi di quest'onta subita, vero? Mia piccola e adorata... -

Abbassò la voce, e si avvicinò al suo orecchio destro.

- Rettile. Voglio creare un nido caldo e farti giacere con me. Voglio avvolgere il tuo corpo tra le mie spire e farti urlare dal piacere provato. -

Colpì in pieno il bersaglio.

- Jokeruccio... Sei il solito peccatore... E dire che dovrei essere io quella eternamente affamata... -

Il suo viso cambiò totalmente, pareva essersi liberata di quel velo opprimente, per indossarne uno malizioso, deliziato.

- Bene, allora è deciso! Parlate pure, tanto c'è chi mi traduce la vostra lingua pipistrellesca! -

Disse il Joker violaceo guardando verso Annabel, la quale girò gli occhi verso il cielo.

Aveva sicuramente invocato il suo Dio.

- Esiste un congegno che fa da tramite ai tre mondi, si trova proprio sotto la scalinata. Lo abbiamo scoperto quando siamo stati catapultati in questo posto, ma non siamo riusciti a raggiungerlo. -

Spiegò il primo pipistrello.

- Sosteniamo che se venisse portato via e successivamente spezzato, potrebbe far cadere tutti quanti i ponti. Ma per arrivarci, dovremo sistemare un bel po' di amichetti di Jack Lanterna. -

Proseguì il secondo.

- Che goduria! Un poligono dove i bersagli sono vivi e vegeti! Accetto con piacere. - rispose il clown umano, caricando il prossimo colpo in canna.

- Fermatemi se l'avete già sentita, tranne la zucca, non la sentirà nemmeno. -

Continuò l'esangue, sibilando pericolosamente, e mostrando leggermente i denti appuntiti.

Per il pipistrello era una sorpresa, un'amara sorpresa, se il Joker fosse stato morso da qualche creatura strana, o fosse stato colpito dalla stessa malattia di Killer Croc, gli avrebbe recato parecchi fastidi.

- Due di voi dovranno seguirmi, ci divideremo, tre andranno dritti verso il congegno, mentre i restanti dovranno pensare al nostro padrone di casa ed intrattenerlo un bel po'. -

- Ma dovremo fare tutto questo in poco tempo, i minuti sono contati. Quindi voi... -

I due Batman stavano concludendo la loro spiegazione, ed il secondo stava addirittura cercando di creare le due squadre, ma l'altro Joker lo precedette, trascinando via la povera Annabel per una mano.

- Lasciamo a voi l'onore di parlare con il padrone di casa! -

Il suo corrispondente Batman non poté fare altro che seguirlo.

Le squadre erano state scelte.

- Figlio di un cane bastardo, nessuno ti aveva dato il potere di decidere! -

- E' un codardo... Vuole solo salvarsi la pellaccia... Non si sarebbe certo sporcato le mani... -

Il malessere di Deathly era tornato, e lei era ripiombata in quello strano stato.

- Si sporcherà le mani lo stesso, non ho mai sentito di un contadino che tornava a casa tutto pulito. -

All'improvviso apparve un piccolo gruppo di zombie dalla testa di zucca. Evidentemente il cocuzzaro aveva evocato ogni suo tipo di arma con quella strana formula.

Joker si trovava in un bivio, era talmente eccitato che avrebbe rilasciato le sorprese che teneva nascoste sotto il vestito, ma si sarebbe reso noto a Batman, e non poteva certo fare un errore da novellino, ma dall'altra parte c'era anche il bruciore della schiena. Ogni qual volta che la sua compagna si trovava in pericolo, una strana luce verde veniva in superficie, creandogli formicolio lungo tutto il corpo.

Doveva sorgere, ma era vincolato.

Scelse di resistere.

Almeno contro quelli sgherretti non avrebbe avuto alcun problema, erano erbacce, bastava sradicarle, ma poi si presentò un altro avversario.

Il cielo rosso sangue gridò di rabbia, e, come chiamato da quel lamento, apparve una figura. Lo strato di nebbia rendeva la visione difficoltosa, ma poterono notare due occhi rossi come il cielo, solo che si trovavano su di un corpo non umano.

Finalmente l'essere si liberò del velo ingombrante e uscì allo scoperto, rivelandosi un cavaliere dalla testa di zucca, con una spada assai minacciosa, su di un equino di tenebre.

- Non è molto positivo... Non lo è affatto. -

Commentò la rettile con un filo di voce.

- Per lui non è niente di positivo, non vi è creatura che tenga con te, tesoro. -

Batman era rimasto silenzioso, ma sentire quel termine provenire dal pazzo non gli suonò per niente tranquillo.

La battaglia era appena iniziata.

Da una parte vi era un piccolo esercito formato da una truppa di terra, ed un fantino particolare.

Dall'altra un pipistrello umano, un folle dal DNA andato a puttane ed una bomba ad orologeria formato ragazza-drago.

Quest'ultima pareva essere peggiorata, pareva che l'arrivo del nuovo partecipante l'avesse fatta precipitare completamente in uno stato di trance. Però continuava a muoversi, anche troppo.

Guizzava a destra e a manca per decapitare qualsiasi essere le si parasse davanti. Si muoveva molto velocemente con le zampette da Dragonessa, e, falciando l'aria con le punte della coda, stava togliendo di mezzo parecchie erbacce, ma per qualche strano motivo non sembravano volersi fermare.

Nel frattempo anche le due figure iconiche di Gotham si erano lanciate allo sterminio di quelle strane creature, almeno Joker puntava a farle sparire, Batman continuava a colpirle fino a stenderle, ma non era di alcun aiuto.

Silente e vigile, il fantino osservava i tre combattenti mentre si facevano strada in quell'ammasso di piante umane. L'equino nitrì rabbioso, portando alla fuoriuscita di fumo nero dalle narici.

Era tutto fin troppo calmo, lui non era stato evocato per fare da spettatore, aveva un lavoro da fare.

Il possente cavallo si impennò, quasi volesse pregare il Re di quel luogo maledetto, per poi ricadere a terra con un grande tonfo. Al che il fantino estrasse la spada e tagliò l'aria con essa, producendo dei frammenti oscuri, i quali si posarono sulle vittime più pericolose, anche perché Batman aveva il mantello che lo copriva, quindi gli scivolarono addosso, come acqua sulle foglie.

Gli altri due invece videro il buio raggiungerli e intrappolarli.

Erano due uccellini in gabbia.

Joker riaprì gli occhi verdi, si trovava a casa, nel soggiorno per la precisione. Era sdraiato sul divano che si trovava sulla destra della porta finestra che dava al giardino.

Doveva aver dormito parecchio, si sentiva pesante, forse stava avendo un dopo sbornia, ma si ricordava molto bene che aveva smesso di bere da tempo.

Lasciò il caldo divano e andò verso la porta chiusa della sua stanza, il luogo tanto prezioso per Deathly, il loro nido d'amore.

Deathly...

Dov'era? Perché non era lì con lui sul divano?

Si addormentavano sempre assieme, anche se lui si riposava soltanto, era peggio di un gatto, ascoltava ogni sorta di rumore.

- Piccola, sono a casa! -

Disse aprendo la porta.

Subito la scena cambiò.

Le dolci mura domestiche vennero sostituite dagli opprimenti muri del manicomio di Arkham.

Anche lui era cambiato. Non indossava più il suo completo da casa, maglione verde, pantaloni viola e calzini verde scuro, ma un'uniforme da dottore, e teneva in mano anche una cartella clinica.

Il nome era illeggibile, pareva che fosse stato cancellato molte volte.

Alzò la testa, per guardarsi attorno.

La porta della stanza era sparita, ed ora si trovava davanti ad una cella senza numero. Era nel reparto delle celle d'isolamento.

All'improvviso si sentì pungere la mano sinistra, la aprì e vi trovò le chiavi per aprire la serratura che lo separava da quel luogo.

Appena l'ingranaggio scattò, sgranò gli occhi.

Lasciò perdere la cartella clinica, le chiavi e si gettò sul corpicino caduto sul pavimento.

- Come ti hanno ridotta! Chi è stato a farti questo? - gridò in un turbine di dolore e di rabbia.

- Tu. Sei stato tu, Joker. -

Due piccoli gioielli di diverso colore si aprirono, erano le uniche luci che si trovavano nella stanza scura.

Deathly si rialzò a fatica, trascinando ogni suo osso verso l'alto, come se avesse dei macigni attaccati.

Si trovava in una casa priva di ogni luce, non vi erano neanche delle finestre, solo superfici di tenebra, e tanti scaffali. Lei era ormai abituata a vedere nel buio più totale, era diventata una creatura notturna, quello era il suo regno...

E quella era la sua vecchia casa.

Ricordava benissimo l'ambiente, vi era anche la stessa atmosfera opprimente, nemmeno il vento osava passarci per sbaglio.

Fece qualche passo, ma poi ricadde sulle sue ginocchia. Si sentiva troppo debole per continuare.

Si chiuse nelle sue enormi ali e tentò di farsi un po' di calore sputando un po' di fuoco sulle sue mani.

Niente, dalla sua bocca non uscì niente.

Emise un gridolino, un verso gutturale, che nella sua lingua era una richiesta di aiuto. Joker conosceva molto bene quello strano idioma.

Joker...

Dov'era? Perché si trovava nella sua vecchia casa?

All'improvviso venne trascinata dinanzi ad una porta, la porta che divideva la sua stanza dal resto della casa.

Il nido del male.

In quel luogo tanto malvagio accadevano le violenze da parte del primo marito, un lussurioso superbo e tanto invidioso. Aveva preferito farsi ingoiare dai peccati capitali invece che passare una vita tranquilla con la sua famiglia.

Deathly sapeva cosa sarebbe successo di lì a poco.

Voleva scappare, ma non riusciva a muoversi, era incollata al pavimento.

D'un tratto la porta si aprì. La stanza era illuminata, aveva una luce calda, soffusa, sembrava un perfetto nido d'amore.

E poi apparve.

Un'alta figura vestita interamente di viola, con un lungo sorriso da parte a parte del viso, e degli occhi languidi, pieni di fame.

Joker era davanti a lei e la guardava come farebbe un predatore con la sua piccola preda indifesa.

Lei abbassò lo sguardo, e scoprì, con dispiacere, che i suoi abiti erano cambiati.

Non indossava più l'abito nero, ma un vestitino bianco, puro, e non molto lungo.

All'improvviso si sentì pizzicare la gamba sinistra, e vi notò lo squarcio, era aperto e perdeva sangue nero.

Cercò di alzarsi di nuovo, per andare via da quel luogo, ma ricadde subito dopo, si sentiva stremata dal dolore, esterno e interno.

- Che cosa vuoi da me? Vattene! Lui non mi farebbe mai del male! -

- Lui lo ha già fatto. -

Joker si sbilanciò, dovette usare una mano per non cadere a terra.

Non credeva a quelle parole.

Quella voce l'aveva già sentita, non era un nuovo tono, era a conoscenza di quell'oscuro segreto, e finalmente comprese cosa aveva gettato la sua dama in quello stato catatonico.

Aveva perduto le redini del suo corpo e della sua mente a causa di un'entità che viveva dentro di lei, all'interno della sua mente, imprigionata dietro una porta impossibile da scassinare.

Doveva essere tenuta in isolamento.

E non doveva mai venire aperta.

- Vendetta. -

Disse il clown con tutta la rabbia che aveva in corpo.

I suoi occhi si erano riempiti di sangue, ed ora era al colmo della sua follia.

Una tempesta imperversava nel suo interno, dolore e furia.

Sapeva a cosa era andata incontro la sua piccola.

- Dannata puttana! Perché fai questo alla tua stessa padrona? - ruggì portando le mani al collo della donna.

Strette con rabbia, voleva sentire quell'essere privarsi di ogni accenno di respiro.

- Per punire te, umano. -

Rispose la donna fissando il folle nelle palle degli occhi.

Non cedeva, non moriva.

- So quello che ti è successo, sai? Io so tutto quello che immagazzina la mia padrona. -

Joker iniziò a sbattere quella testaccia sul duro pavimento della cella, ma più lo faceva, più la creatura rideva.

- Guardatelo, il grande Principe clown del crimine spezzato da una piccola donna qualunque. -

Le mani della donna scattarono verso il suo collo roseo. Anche la sua pelle era cambiata, non aveva più il pallore di sempre, ora sembrava avere una pelle normale.

La stretta crebbe, se lei non finiva il respiro, lui lo stava finendo anche fin troppo velocemente, ma ad un tratto la creatura lasciò la presa, lasciandolo accasciare.

Lei si alzò e aprì le grandi ali, non più da dragonessa, ma piumate, rosse come il sangue, e tenute ferme da una due catene nere come la pece. Doveva aver provato tante volte a romperle, c'era del sangue secco sul ferro, il quale aveva preso un coloraccio marcio, nei posti dove gli anelli si legavano tra loro c'erano persino dei pezzi di pelle, guasti.

Chissà da quanto erano lì.

- Non mi serve strozzarti per farti soffrire, ti darei quello che tanto desideri, stupido suicida. Sai, invece, cosa potrei fare? -

Cambiò nuovamente forma e si chinò su di lui. Adesso era tornata la solita Deathly di sempre, ma con un vestito più chiaro, celeste, sembrava un angelo.

- Posso farti provare di nuovo quel dolore, facendola morire davanti ai tuoi occhi. Almeno, questa volta, la vedresti mentre si spenge! -

Gli occhi impari di lei si scontrarono con gli smeraldi di lui. Potè vedere il suo dolore, la sua incertezza, e la sua paura.

Aveva colto nel segno.

Le grandi mani del Joker scattarono verso il piccolo corpo di Deathly, e la afferrarono con una tale forza da toglierle quasi il respiro. La creatura secolare sembrava una bambolina di pezza, a malapena si muoveva.

Soddisfatto della cattura, si ritirò nella stanza, seguito dalla porta, che si chiuse alle sue spalle.

Le luci scomparvero, e al posto dell'accogliente atmosfera, la dama si ritrovò in uno spazio umido e chiuso, senza nemmeno una fessura che dava sull'esterno. Gli unici colori che si differenziavano da quel nero soffocante erano i due occhi viola del predatore. Li aveva sempre puntati su di lei, pareva quasi che non li chiudesse nemmeno.

Dopo poco avvertì delle mani serpeggiare lungo le sue gambe, sembravano spilli. Scalavano la sua pelle infilzando ogni angolo.

Lei era in trappola, non riusciva a muoversi, nemmeno a formulare una parola.

Era terrorizzata.

D'un tratto l'alta figura si alzò, si tolse i vestiti e rivelò la sua vera pelle: un intruglio tra squame e pelle umana bruciata. Non vi era più alcun segno del bianco del Joker.

Era Il Caduto.

Qualcosa stava giocando con la sua mente, portandole a galla la sua paura peggiore: scoprire la vera identità del suo nuovo compagno.

Le era già capitato di vedere l'esangue contorto e scambiarlo per l'ex marito, e questo non aveva fatto altro che innestare un piccolo seme del dubbio nella sua testa.

La cosa peggiore era che il piccolo corpuscolo, veniva alimentato dalla sua stessa follia, Vendetta, l'entità che albergava nella sua mente, che era stata imprigionata nella sua mente.

Deathly iniziò a piangere copiosamente, non provò nemmeno a ribattere, si arrese alla terribile visione.

Lei provava amore sincero per il Joker, si fidava ad occhi chiusi di lui.

Per molti era un mostro, un dannato psicopatico che non provava alcun senso di colpa.

Ma la verità era un'altra.

La cella si riempì di risate.

Il clown si era arreso al divertimento, aveva spalancato le fauci ed aveva annunciato la fine dei giochi.

La creatura spalancò gli occhi, e si avventò nuovamente sul suo collo, ma questa volta lui fu più veloce, si alzò in piedi con un balzo, estrasse la pistola e le sparò in testa.

Ci fu sangue dappertutto.

- Non perdi tempo... A toglierla di mezzo... -

Mormorò l'essere.

Joker, in tutta risposta, si tolse il camice da dottore, scoprendo i suoi normali vestiti scuri al di sotto, con anche l'accessorio da vampiro, la catenella d'argento tenuta tra le estremità della giacca da due pipistrelli neri.

Il primo regalo da parte di Deathly, come l'intero completo di tenebre.

- Non perdo tempo con i topolini, un gatto, una volta che si è divertito con la sua preda, la divora. Ma... Perché mai dovrei perdere del tempo con te, Vendetta? Sei una piccola folle che nemmeno riesce ad essere libera dalle sue stesse catene. Credo proprio che la mia adorata ti porti con lei solo per farti prendere un po' di aria. Sei un po' il suo cane da portare a passeggio. -

Joker fece una pausa, poi piegò le gambe per abbassarsi al suo livello.

- Sai, ho sempre odiato i cani, sono più un tipo da gatti. -

Il sorriso si accese nuovamente sul suo pallido viso.

- Sei solo un verme schifoso, la signorina non si fiderà mai delle tue mani macchiate di sangue! -

- Sangue che le permette di sopravvivere. -

Afferrò Vendetta per il collo, tirandola su, per guardarla negli occhi, le avvicinò la mano destra, quasi volesse accarezzarla, ma poi premette nella manica e con un movimento rapido le recise la giugulare con il coltellino che teneva nascosto.

- Siete tutte dure a morire, proprio come lei. -

Tornò eretto e le dette le spalle.

- Fermami se già l'hai sentita. Ci sono un uomo e una donna, l'uomo vuole morire, ma non riesce a trovare la pace che tanto vuole. La donna vuole vivere, ma viene uccisa, per poi tornare a vedere chiunque abbia attorno morire.

Ma lei non può più morire. -

Lasciò la cella, lasciandosi dietro il corpo.

- L'uomo non vuole che lei muoia. -

Trovatosi nel buio pesto, mosse gli occhi verdi da destra a sinistra, per studiare il suo perimetro.

Impugnò la lama con cui aveva ucciso Vendetta, e la lanciò nel vuoto.

Il velo di tenebre si squarciò, liberando un nitrito di dolore.

Aveva colpito il destriero del cavaliere.

Chiuse gli occhi di nuovo, lasciò che quel grido lo attraversasse, lasciò che gli desse il bentornato.

Li riaprì.

Si trovava dove era rimasto, nella marmaglia della truppa di terra, solo che non vedeva più Deathly scorrazzare tra i piccoli zombie.

Batman era indaffarato a dare dei colpettini alle piante, per poi ritrovarsi gli stessi avversari di nuovo in piedi.

"Dio, sarai pure il più grande detective del mondo, ma in fatto di non-morti non ci capisci un cazzo."

Negò con la testa, pareva un professore che osservava l'esame del suo allievo, e i risultati non sarebbero stati positivi.

Tornò a cercare la sua compagna, e questa volta non si sarebbe controllato. Che lo vedesse pure il pipistrello!

Tanto non lo aveva già riconosciuto prima sotto mentite spoglie, con la sua vera pelle lo avrebbe scambiato per un'illusione...

Un'illusione!

"Complimenti cavaliere dei miei stivali, ne hai di palle per farmi questo brutto scherzo."

Ridacchiò tra sé e sé, l'unica che poteva lavorare con la sua mente era la sua piccolina, talmente insana da mettersi a fare ordine nella sua testa. Era proprio una malata di disturbo ossessivo compulsivo

Mentre era immerso nella ricerca, qualcosa gli morse più volte la gamba destra, sembravano tanti piccoli spilli.

Quando vi degnò uno sguardo, trovò tre piccoli zombie con i denti che cercavano di mordere la sua pellaccia dura.

- Che cosa c'è? Alle piccole zucche non viene insegnato a mordere pellei diverse da quella umana? -

Sibilò compiaciuto, emise un verso gutturale all'interno della propria gola e sferrò l'attacco.

I tre mostriciattoli vennero frustati via.

Sorpresi e disorientati, ritornarono all'attacco, venendo ridotti a brandelli dalle potenti fauci del rettile.

La voglia nella schiena del Joker si era illuminata nuovamente di verde, la sua piccola era minacciata.

Una lunga coda candida, dalla cresta di smeraldo, e due possenti ali dagli stessi colori e irte di artigli, erano apparse dal suo corpo.

Sembrava anche leggermente più alto.

Con i sensi più sviluppati volò basso tra la piccola truppa per tagliare loro le teste, l'attacco riuscì, nemmeno tornavano più in vita, perché sopra i tagli vi era presente un liquido verdognolo, che a contatto con i loro lembi li scioglieva, come se fosse acido.

Raggiunse la sua piccola, in preda alla paura, completamente immobile. Guardava davanti a sé e piangeva, era terrorizzata.

La sfiorò con una mano, e lei ebbe un sussulto, girò lo sguardo verso di lui...

E lo attaccò.

Gli saltò addosso, in preda alla rabbia, affondandogli gli artigli nella schiena, e cercando di morderlo al viso.

Era del tutto fuori controllo, nemmeno lo riconosceva.

Dalla sua parte vedeva il Caduto, il bastardo che le aveva fatto del male per anni, picchiandola e abusandola.

Lui sentiva dolore, ma era solo qualche pizzicotto, era abituato a ricevere attacchi simili, quasi non era più importante quante coltellate ricevesse. Era un suicida dopotutto, gli faceva solo piacere, ma non poteva lasciare la sua dama in quelle condizioni.

Lei poteva fargli del male, ma lui non le avrebbe permesso di farsi del male.

D'istinto serrò le braccia su di lei, bloccandola sul suo corpo, e la coprì con le grandi ali, così da dividerli dal luogo circostante, così da rimanere soli.

- Piccola, sono io, basta giocare a filetto nella mia schiena, non posso nemmeno giocare, vinceresti a tavolino. -

Le disse dolcemente.

Aveva lavorato per molto tempo a contatto con i pazzi, ed aveva potuto osservare le loro reazioni da vicino.

Molti si calmavano se gli parlavi con un tono amichevole, si sentivano al sicuro, a casa.

Come Deathly, sapeva che quella ragazza nascondeva molti più problemi di quanti glie ne aveva raccontati, aveva già visto una reazione simile, stava vivendo qualcosa di brutto in tutt'altro luogo, un'allucinazione.

Se fosse stata ancora nel manicomio avrebbe dovuto imbottirla di medicinali per ordine del direttore, ma in quella situazione avrebbe fatto a modo suo.

La strette ancora di più, sorrise con più volontà e la guardò negli occhi.

Lei era sfinita, si era dimenata fin troppo, aveva agito d'impulso, ed ora si trovava distrutta, con poche energie.

La coda non rispondeva, quando il corpo aveva attacchi simili, lei non poteva farci niente.

- Chissà che disegni mi avrai fatto sulla schiena, i teppistelli di basso borgo ne saranno invidiosi. -

Rise di nuovo, non vi era cenno di rabbia nella sua espressione, nemmeno se si volesse arraffare non la si troverebbe.

- So cosa ti sta facendo vedere quel balordo, sta facendo il mio lavoro di dottore, ma in un modo assai poco umano. Questo vale un richiamo. -

Di colpo spinse verso di sé Deathly e le dette una forte testata, forzandola a lasciare la presa sulla sua schiena, dopodiché raggiunse velocemente il cavaliere ed il suo destriero, il quale aveva ancora la sua lama conficcata in un occhio.

- Non tratti bene il tuo animale, sai? Se ha un oggetto estraneo in un organo, va asportato... -

Si avvicinò all'occhio ferito dell'equino e con un gesto veloce tirò via la lama, con al seguito l'occhio.

- Tutto! -

L'equino fu percorso da un violento dolore, e quasi disarcionò il cavaliere.

Il dolce sorriso era scomparso, ed ora sul viso pallido vi era solo una linea di sangue tanto contrariata.

- Della mia pelle non mi importa, sono carezze per me, ma il vestito che lei stessa mi aveva regalato? La sanità mentale della piccina? Eh no caro, quello è il mio lavoro, e non accetto che qualcuno senza testa prenda il mio posto! -

Sbatté le possenti ali e si ritrovò proprio sopra al fantino. Non era ancora molto bravo a calibrare la forza necessaria, si poteva dire che si era schiuso da poco.

Il mostro dovette indietreggiare, non si aspettava un avversario tale, pareva solo un umano all'inizio, e di certo non si aspettava un Drago sotto mentite spoglie, ma questa era una delle tante abilità del Joker, camuffare il suo pelo di lupo in una lana pura e delicata da pecora.

L'avversario, impaurito ma incuriosito da quello strano cambio delle carte, colpì il fianco del cavallo, il quale partì subito al galoppo, allontanandosi leggermente dalla folla.

Joker non perse tempo, ed iniziò a seguirlo, non preoccupandosi di essere visto da Batman. Andava fin troppo veloce per quegli occhietti da pipistrello, una velocità che nemmeno lui aveva mai provato fino ad ora.

Si abbassò alla linea d'aria del fantino, e con pochi colpi delle ali, gli fu addosso. Serrò le mani nella sua strana testa, e ficcò gli artigli nelle fessure intagliate, applicando forze contrarie, fino a che... la zucca non si spezzò in due.

Il cavallo si imbizzarrì del tutto, e aumentò di velocità.

Per Joker non sarebbe stato un problema ucciderlo, e difatti non vi era alcun motivo per lasciarlo in vita, semmai ce ne era uno per cui lo si doveva sacrificare.

Il corpo accasciato del cavaliere seguiva a bacchetta ogni sussulto del cavallo, e purtroppo era anche d'intralcio, quindi il clown ricorse ad una delle sue più antiche armi: l'acido.

Al contrario dell'altro Joker, che indossava una zucchetta da cui fuoriusciva il liquido, lui portava una rosellina nera, con il centro rosso, quasi una perla di sangue, e proprio da quel minuscolo oggettino, apparve una lingua verdastra, la quale sciolse gli abiti e le interiora del cavaliere, raggiungendo poi l'animale.

Mano a mano la corsa diminuì, fino a che il cavallo non stramazzò a terra, lasciandosi dietro una scia di sangue e organi.

Joker prese leggermente quota, per poi riatterrare.

Spostò i rimasugli del fantino, e prese qualche frattaglia dell'equino, senza dimenticare il grande cuore dell'animale.

Così, con aria soddisfatta, ripercorse i suoi passi, e tornò dal piccolo esercito, il quale era stranamente diminuito.

Forse avevano avvertito la morte del comandante e avevano tagliato la corda?

Il pagliaccio usò quel momento di confusione per ritrarre le appendici, e nasconderle sotto la pelle, proprio come una scatola a sorpresa.

Privato di ogni dettaglio, subito si precipitò dalla sua dama.

Rimanevano i fori nei vestiti, quelli alla schiena non si vedevano perché Deathly gli aveva fatto una partita di filetto nella cute, ma quello da cui era uscita la coda sarebbe stato difficile da spiegare.

Ella aveva smesso di contorcersi dal dolore, si era calmata, ed ora pareva dormire beatamente.

- Che cosa le hai fatto, Joker? - chiese una voce oscurata da dietro le sue spalle.

Il clown trasalì.

- Porca puttana Batsy, non ti hanno insegnato a fare la tosse finta i tuoi? Sai che si bussa ad una porta chiusa? Dannato pipistrello. - gli rispose sgarbatamente. Odiava venire interrotto.

Ogni volta che lo faceva un suo sgherro, questo si beccava una pallottola in testa. Inutile dire che sono una specie in via di estinzione.

Controvoglia si alzò, dando le spalle a Deathly. Non doveva assolutamente fargli capire il legame con quella donna.

- Non le ho fatto proprio niente, devono essere state quelle piante. Non deve avere il pollice verde ahaha! -

- Non so perché sei apparso qui, non so nemmeno come hai fatto a sparire, ma dopo questo guaio, ti riporto all'Arkham. Credo che abbiano sentito la tua mancanza. -

A quel punto, una coda guizzò velocemente, colpendo Batman dritto dritto al petto, facendolo sbalzare via.

Joker si girò sorridente, e vide che la sua piccola si era ripresa del tutto, ed aveva anche iniziato a cibarsi.

- Non tornerai in quello schifo di posto, né tu, né io faremo ritorno in quel posto di merda. Perché non ci fa lui qualche giretto? - rispose infuriata.

Era tornata come prima, ogni ingranaggio girava al modo giusto, o quasi.

Quando ebbe in mano il cuore dell'equino, lo portò sopra la sua testa, e lo strette tra le mani, finché non si disintegrò, facendosi un piccolo bagno rigenerante.

- Mi ci voleva proprio... Stavo iniziando a perdere pezzi. -

Si alzò, e guardò Joker negli occhi. Lui, per quanto potesse essere bravo a nascondere, con lei falliva molte volte. Non seppe nascondere la gioia che provava nel vederla di nuovo in piedi, mentre la ragazza non provò nemmeno a nascondere l'imbarazzo che stava provando per averlo colpito svariate volte.

Prima, mentre il clown ed il pipistrello stavano avendo quella piccola conversazione, lei si stava risvegliando, e quando ebbe aperto gli occhi, vide il disastro fatto sulla sua pelle.

- Mi dispiace... Joker, non so cosa mi sia-

La interruppe l'esangue mettendole un dito sulle labbra.

- Eri solo impazzita, e come tuo dottore, avevo il dovere di farti sentire al sicuro. E poi... -

Cercò di guardarsi dietro le spalle, non riuscendoci.

- Sono sicuro di avere un bel Picasso là dietro, sai quanti soldi potrei farci? Sarei un quadro vivente! -

La dama nemmeno lo ascoltò più, si mosse verso di lui, e lo abbracciò, aprendo le mani sui tanti graffi, ma Joker la allontanò.

- Che cosa ti ho detto? Quali sono le regole da seguire per vivere con me? - le chiese con un cenno di rabbia.

Deathly si fece piccola piccola.

- Non fare battute... Non usare incantesimi, ma comportarsi da umana... E non usare i miei poteri su di te... -

- Brava piccola. Non voglio che tu mi curi, lo voglio tenere questo Picasso! Però, se proprio ci tieni a darmi una mano... - e mostrò il buco dei pantaloni da cui era uscita la coda.

La ragazza rise sotto i baffi, e poi, con un cenno della mano, chiuse la fessura, facendo spuntare tanti piccoli fili neri che si intrecciarono tra di loro.

Non vedendo tornare Batman, Joker pensò di festeggiare la piccola vittoria, ed avvicinò la piccola a sé, la alzò leggermente, e la baciò dolcemente sulle labbra, utilizzando un po' di lingua, senza andare oltre, anche se era un grande sforzo, per entrambi.

Mentre la coppietta si stava scambiando dei piccoli pegni d'amore, uno strano rumore di ali si palesò sopra le loro teste, ed un verso gutturale squarciò il cielo come un fulmine.

Deathly subito si divise dalla presa del clown, sul suo volto apparve il ritratto della paura.

Una grande viverna, con un testa di zucca, da cui fuoriusciva una rivoltante nebbia viola, ali di foglie marroni, quasi secche, e zampe posteriori e coda fatte unicamente di rovi viola e guasti, si presentò dinanzi a loro.

La giovane aveva un rapporto di terrore con quelle creature, e vedendosene arrivare una, dal nulla, colorata di viola, dopo il brutto scherzo giocato dalla sua mente, si sentì mancare. Le sembrava di vedere il suo assassino, proprio lì davanti a lei, la stessa bestia, che un anno fa, trascinò giù con sé Joker... Ma lui era sopravvissuto, e in qualche modo tornato a Gotham, e tornato da lei.

Erano di nuovo insieme.

E nessuno le avrebbe più portato via il suo scrigno.

Rinvigorita dalla doccia di sangue, e dal contatto avuto col suo compagno, aprì le ali, in tutto il loro splendore, e scattò verso il muso di quel terribile essere.

Il quale sembrava volesse dire qualcosa, forse voleva presentarsi? Lei non gli dette il tempo necessario per farlo.

Raggiunto l'obiettivo, gli assestò un duro colpo con la coda, che lo fece cadere a terra, sbattendo la mandibola sul duro asfalto. Allora egli tentò di usare i rovi, e li allungò per intrappolarvi la piccola farfalla, ma una lama giunse in suo svantaggio, e tranciò le liane. Al che, il mostro gridò di nuovo, ed alzò di nuovo la testa.

- Come vi perme-

Non fece in tempo a finire, che una sfera di fuoco lo raggiunse in pieno volto, facendogli cadere dei pezzi carbonizzati a terra, mostrando che al suo interno non vi era altro che nebbia viola.

- Come osate far-

Di nuovo una sfera lo colpì, ma questa volta su un'ala, spingendolo a gridare di nuovo. Quel fuoco era strano, era rosso, come il sangue, e all'interno vi era un corpuscolo verde, che scioglieva i suoi tessuti non appena ne venivano a contatto.

Non appena notò che non avrebbe potuto parlare con le buone, passò alle cattive.

Si alzò nuovamente in volo, e puntò le liane verso il Joker, il quale ne cadde vittima, venendo privato di ogni movimento.

Deathly, che volava attorno al mostro come un avvoltoio, nel vedere quella scena, si leccò le labbra, ed inviò un insolito messaggio al compagno.

" Joker... Se, quando torniamo a casa, facciamo il contrario? Ti assicuro che avrai una bella vista."

Il clown ricambiò con uno sguardo languido, ed un affettuoso morso verso di lei, quasi fosse un richiamo.

D'altro canto, la viverna, confusa da questo comportamento strano, perché si aspettava delle ulra di spavento da parte del Joker, ed un ringhio di rabbia da parte di Deathly, si grattò la zucca con un'ala.

- Che c'è? Sei sorpreso? Immagino che ti aspettavi delle urla di paura da me, ed un ringhio di rabbia da parte di lei. Mi dispiace, vecchio mio, siamo dei peccatori incalliti! - rispose il pagliaccio per temporeggiare, e permettere alla sua rettile di volare in alto, per poi piombare in picchiata, avvitandosi su sé stessa, e all'ultimo, cambiare l'aspetto del viso col suo muso da Dragonessa, molto più appuntito.

La giovane trapassò la bestia, ma essa non perse né sangue, e né interiora, solo qualche parte del rivestimento, e ancora una volta fuoriuscì la nebbiolina.

Allora comprese.

Non era un nemico reale, ma un fantoccio riempito d'aria!

La viverna strette di più la presa sul Joker, il quale mostrò un piccolo segno di sofferenza, e con poca fatica, allungò un'altra liana verso la donna per intrappolarla.

Lei ne aveva abbastanza di quella marionetta.

Fece tornare il suo viso da umana, e aprì le mani, come se stesse impugnando qualcosa, e in ognuna apparve una falce, una chiara, ed una scura.

Riprese ad avvitarsi, e con le lame, tranciò nuovamente la pianta, e mentre la bestia gridava di dolore, abbassò il tiro e tagliò anche quelle che intrappolavano il compagno.

- Il quale dopo essere caduto sul sedere, si vide arrivare la giovane in picchiata. Gli cadde addosso e rotolarono insieme all'indietro, finendo poi lui sotto, e lei sopra a zampe divaricate.

- Ti sembra il giusto momento per bussare? - gli chiese lei in modo provocante.

- Se voglio aprire una porta, devo sempre bussare. - le rispose lui con la fame negli occhi.

- Maledetti vermi! Come osate trattarmi in questo modo? Sono il padrone di casa, e voi non siete altro che ospiti! -

Tuonò la bestia, dato che aveva trovato il tempo di farlo.

- Ti sei forse bucato palloncino? Sento solo fffssss! - rispose Joker mimando il rumore con la bocca.

- Vi farò a pezzi! -

- Che maleducato noioso, ma che cazzo avete tutti? Possibile che quando il nemico si infuria, dice sempre le stesse cose? -

Chiese Deathly guardando la viverna, la quale era ora confusa, di nuovo.

Così, mentre si grattava di nuovo la zucca, la coppietta si alzò velocemente, e fuggì, portandosi dietro Batman, il quale si era risvegliato da poco, o almeno così fece vedere.

In lontananza, la viverna violacea, si disperse nell'aria, rilasciando un inquietante grido di rabbia.

Raggiunta l'altra parte della squadra, notano che Annabel presenta un rigonfiamento nella parte del ventre, mentre il trio dell'altra Gotham, nota che Joker è ricoperto di sangue e interiora, mentre Deathly di sangue e con qualche rimasuglio incastrato tra i capelli. Mentre Batman pulito come un vetro appena lustrato.

- Noi abbiamo sistemato le nostre pianticelle! Voi vedo che siete andati dal macellaio a fare compere e altro... Che roba hai nei capelli? -

Chiese l'altro clown indicando la rettile.

- Noi abbiamo faticato, più di voi, stronzo. - rispose l'esangue con una punta di rabbia.

- Piuttosto, voi due... - disse Deathly indicando la sciacalla ed il pagliaccio.

- Che cosa avete fatto nel giardino? So che è un posto romantico, ma accoppiarvi addirittura nel bel mezzo del viaggio? -

- Piccola, si sta parlando di un mio sosia, anche io voglio sempre farlo nei posti più strani. Come lo chiamerete? -

Annabel rossa in volto balbettò.

- Ma... che... cazzo... -

Così, l'altra coppietta all'unisono:- Tre gemelli? Congratulazioni! -

Per poi vedere che da sotto la maglia apparve il famoso marchingegno.

I due futuri autoproclamatosi zietti ne rimasero delusi, ma si guardarono con una certa complicità.

- Bene, ora che abbiamo recuperato il pacchetto, è bene disfarsene. - disse l'altro Batman con la sua voce falsata.

- Così da rimettere tutto al suo posto. - seguì il secondo Batman, quasi scintillava da quanto era pulito, eppure aveva combattuto con la coppia, che si fosse davvero pulito la tuta da solo?

- Dai, dai! Siamo all'ultimo capitolo, già vedo i titoli di coda! - disse l'altro Joker esitante.

- Dai dai, che vedo che il figlio di puttana tornare a romperci i coglioni di nuovo! - esordì l'esangue impaziente.

- Guarda che non è stato affatto carino con noi! Chiudi quella boc-

Nemmeno finì di rispondere al suo alter ego, che subito Jack lanciò il suo grido di rabbia, evidentemente era apparso nelle vicinanze.

- Dobbiamo trovare un modo per rompere questa sfera, non abbiamo più tempo. - disse nuovamente il primo Batman.

- E dobbiamo trovare un piano per allontanare il padrone di casa. - seguì il secondo, impassibile.

A quel punto, i due Joker si guardarono, e sorrisero.

- Sai a cosa sto pensando? - chiese l'altro.

- Un bidone va a zonzo per la città. - rispose l'esangue intonando una canzoncina.

Annabel assunse un'espressione preoccupata.

- Santi Dei, vi prego, tenete a bada queste bestie. -

Deathly, dal canto suo, ridacchiò sotto i baffi, con un pizzico di provocazione.

- Fagli fare un bel botto! - gridò felicemente, saltando sul posto.

Ogni compito era stato diviso, e per la prima volta, i due Joker avevano collaborato a fin di bene, un piccolo sconto sulla pena da scontare nel manicomio, dove la loro cella sarebbe rimasta vuota per molto altro tempo.

Jack vagava per i vicoli della città per controllare ogni angolo, ma trovare dei topi in un luogo così grande era difficile anche per un gatto altrettanto grosso. Si potevano sentire i suoi piccoli sfoghi ogni qualvolta che sbagliava, e a stento i due Joker e Deathly reggevano le risate.

Ebbene, il marchingegno era stato affidato ai due Batman, i quali si erano recati all'inizio della scalinata, dove si trovavano i veicoli delle coppie, e lì lo avrebbero frantumato, mentre la zucca era stata affidata ai due clown, i quali, mettendo insieme i loro scherzetti, e le loro piccole sorpresine con l'acido dentro, avevano dato vita ad un enorme dolcetto, e lo avevano nascosto all'interno di un bidone dell'immondizia.

Così, appena sarebbe stato a contatto con l'obiettivo, sarebbe scoppiato all'istante, come una mina.

- La pasticca è pronta per essere recapitata! - gridò il Joker vestito di viola.

- Qualcuno ha una bandiera per segnare il via? . chiese l'esangue, e subito dopo Deathly sputò del fuoco in aria, che fece cadere Jack dritto dritto nella trappola, come una zanzara nella trappola folgorante.

- Dannati vermi! Non siete stati in casa mia nemmeno tre giorni, e già emanate un disgustoso fetore! -

Tuonò la zucca appena li vide, ma non fece in tempo a raggiungerli, che subito i due clown spinsero la caramella verso l'avversario, la quale esplose appena lo toccò, liberando tanti colori diversi, sostanze diverse ed effetti diversi. Vi era acido che corrose leggermente Jack, e molti dei suoi sgherretti che si era portato come scorta, sostanze vischiose che fecero rimanere appiccicati molti piccoletti, quasi fosse carta moschicida, gas che soffocarono le piccole creature e che fecero rallentare di molto la zucca, e dulcis in fundo, esplosioni che sballottarono tutti gli avversari da ogni parte, facendoli atterrare in varie parti della città.

I due clown si misero a danzare in preda all'euforia, e i due pipistrelli ruppero lo strano oggetto con delle lame, così da liberare la luce che vi era all'interno, per poi sgretolarsi, e divenire polvere.

Subito le coppie scesero la scalinata piombando verso i loro veicoli, e partirono senza nemmeno guardarsi indietro così non notarono nemmeno i due corrispettivi pipistrelli che si erano messi dietro di loro per seguirli.

Si guardarono solo contro, per poi scambiarsi gli ultimi saluti.

-Vedi di rimanere nel tuo cimitero, fottuto becchino del cazzo! -

- Non farti venire la strana idea di mettere piede nella mia Gotham, rimani nella tua a farti portare a spasso dal tuo cane, pallina da riporto! -

Senza dimenticare i gesti amichevoli che si scambiarono.

Al contrario, le due accompagnatrici leggermente imbarazzate, Annabel per il comportamento osceno del suo clown, mentre Deathly perché sa cosa l'aspetta una volta tornata a casa.

Con educazione si salutarono, e le strade si divisero, lasciando il terzo mondo dietro di loro, dimenticato per sempre, come quella brutta viverna. Ma in cuor suo le sarebbe piaciuto rivedere quella coppia, anche per studiare i poteri di lei, e magari perdersi in chiacchiere nella cultura egizia e sulle Divinità.

Riapparsi alla loro amata Gotham, Deathly toccò il suo sedile, e appena svoltarono, sparirono, facendo perdere le loro tracce.

Batman rimase a bocca asciutta, ma aveva potuto vedere un comportamento insolito da parte del Joker, e già quello era un bel gran bottino.

La magia era ormai finita da una bella mezz'ora, e la bella macchina del Joker era passata per alcune vie per far ammirare le varie decorazioni alla sua compagna, ma lei le aveva rivelato che per quella sera ne aveva abbastanza di Halloween, e così ora, stavano tornando a casa, anche per controllare in che stato era, dato che l'avevano lasciata in mano a Gothy, la cuoca, e che vi erano entrati degli strani ladri, ma quando la raggiunsero, la trovarono perfetta, come se fosse stato solo un brutto sogno.

Scesero dal veicolo e aprirono la porta, notarono che tutte le luci erano spente, e Gothy dormiva profondamente nella sua stanza nel corridoio a destra del soggiorno, così velocemente entrarono nel loro nido d'amore.

Deathly accese la sua bajour, inondando la stanza di una luce tenue e accogliente.

Delle mani senza guanti scivolarono lungo i suoi fianchi, disegnandone le linee.

Fece un passo indietro, così da essere a contatto con Joker, e sentire il suo calore.

Per molti quelle braccia simboleggiavano la morte, ma per Deathly erano simbolo di vita. Se non fosse stato per lui, la dama non ci sarebbe stata nemmeno più, sarebbe finita nell'oblio, in un carillon rotto senza un compagno con cui danzare.

Sarebbe stata condannata a danzare per sempre per un giocattolaio malsano, il suo stesso creatore.

Il suo stesso assassino.

Le mani del clown si congiunsero sul ventre della ragazza, quasi pareva che volessero proteggere qualcosa, o riscaldare qualcosa.

- Mi manca sentire quella superficie rotonda... -

- Possiamo rimediare in ogni momento Joker... Sempre se ci è concesso... -

L'esangue portò il suo viso accanto a quello della giovane.

- Credi che stasera ci verrà concesso? -

- Chissà, se non proviamo, non lo sapremo mai. -

Deathly sorrise, e strette le mani calde del suo compagno.

Dopo tutta quella faticaccia non aspettava altro che giacere al suo fianco, e magari donargli un piccolo sorriso.

Un vero sorriso.

Fine.

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