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Autore: My Pride    12/01/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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A little drunken Robin Titolo: A little drunked Robin
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 2580 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent

Rating: Arancione
Genere: Generale, Slice of life, Commedia

Avvertimenti: What if?, Slash
Just stop for a minute and smile: 4. "Sei un pessimo insegnante!"
Maritombola #12: 57. Quando beve, X non ha più nessun controllo su ciò che dice o fa
Quella volta in cui: Un personaggio di solito cupo e tenebroso / carismatico si ubriaca e diventa l'anima della festa


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Jon si strozzò con la sua stessa saliva mentre osservava Damian che, dandogli le spalle, muoveva sinuosamente il corpo e i fianchi in una danza sensuale che riusciva ugualmente a mettere in mostra la sua figura mascolina e le sue lunghe gambe, con le luci soffuse che rendevano la poca pelle scoperta di mille colori.
    La musica assordante faceva girare la testa di Jon e si sentiva un po' brillo nonostante l'alcool avesse su di lui meno effetto di quanto ne avrebbe avuto per gli altri ragazzi della Confraternita, ma ciononostante Jon ancora si domandava come fosse riuscito a convincere Damian a partecipare ad una delle serate dei ΑΔΦ.
    Per quanto fosse un tipo che amava divertirsi con videogiochi e roba del genere, Damian aveva sempre messo in chiaro che manifestazioni di quel tipo non erano esattamente nelle sue corde, così come l'idea di bere qualcosa di più forte del suo thé al bergamotto con scorza di limone e zucchero di canna, anche se Jon non sapeva se lo avesse detto per prenderlo in giro oppure no. Quindi, quando aveva accettato il suo invito a quella festa della Confraternita, Jon era rimasto così sconcertato che aveva subito colto la palla al balzo e l'aveva portato con sé prima che potesse cambiare idea. Vederlo ballare, divertirsi e finalmente lasciarsi un po' andare, era una cosa così strana che Jon aveva cominciato a sentire un bizzarro brivido dietro alla schiena.
    Anche se Damian aveva arricciato un po' il naso quando gli era stata offerta della birra da un grosso bicchiere di plastica rosso, alla fine Jon lo aveva visto lanciargli un'occhiata e aveva buttato giù quel suo drink tutto d'un sorso, per quanto Jon avesse provato a consigliargli di non farlo; Damian aveva agitato una mano in risposta e gli aveva detto che un po' d'alcool non avrebbe di certo frenato le sue facoltà intellettive, anche se alla fine aveva lasciato che fosse la musica a guidare il suo corpo e a ballare in modo sfrenato sotto lo sguardo accigliato di Jon. E tuttora lo stava facendo, cosa che stava rimescolando i pensieri di Jon a tal punto che, fermo in mezzo al salotto, si sentiva un completo idiota con quel bicchiere ormai vuoto in mano.
    Nonostante la musica, il chiacchiericcio e le risate, Jon riusciva distintamente a sentire qualche ragazza apprezzare il modo in cui Damian stava ballando, e una di loro si era persino fatta coraggio per ballare accanto a lui, gettandosi in una conversazione casuale su quali corsi frequentasse di solito e se avesse intenzione di frequentare la Met U; tra un movimento e l'altro, Damian le aveva sorriso accondiscendente - lasciando Jon di stucco, se proprio doveva ammetterlo a se stesso - e le aveva detto che preferiva Gotham, continuando a ballare come se nulla fosse e scatenandosi in pista insieme a qualche altra ragazza in modi in cui Jon non aveva mai creduto possibile, cingendo i loro fianchi prima di lasciarle andare e ricominciare a ballare da solo. Sapeva che Damian era un ottimo attore e che essendo un Wayne aveva una certa facciata da rispettare - Bruce lo faceva di continuo, in fin dei conti -, ma sembrava davvero genuino.
    «Pessima mossa quella di portare quel Wayne ad una festa dopo quella sua intervista sul Planet, Kent». La voce di Brad, uno dei suoi compagni del corso di fisica, lo riportò in parte alla realtà. «Ha praticamente monopolizzato le ragazze».
    Le labbra di Jon si stirarono in una linea sottile. «Sta solo ballando», disse, anche se non aveva distolto lo sguardo da lui. Damian aveva fatto coming out con la stampa e dichiarato di essere pansessuale quando il Gazette si era rivelato piuttosto insistente riguardo le sue relazioni amorose, ma non aveva ancora detto di essere impegnato con qualcuno per evitare che i giornali infastidissero la sua dolce metà ad appena un mese da quella dichiarazione. E Jon, come suddetta dolce metà, durante le prime due settimane aveva accettato la cosa... adesso si chiedeva per quanto ancora avrebbero potuto mantenerla segreta, tenendo soprattutto conto che la notizia non si era ancora sgonfiata.
    «Sai se è ancora single?» chiese Kyle, un altro dei suoi amici, nel gettargli un braccio dietro alle spalle e ingurgitare un lungo sorso della sua birra mentre osservava Damian con attenzione. «Non mi spiacerebbe affatto... conoscerlo meglio, non so se mi spiego», soggiunse nel fare un occhiolino, e Jon arricciò il naso. Non aveva motivo di essere geloso, lo sapeva... anche se avrebbe voluto dire ai presenti di piantarla perché Damian era occupato ma, per quanto stessero insieme, l'amico non era una sua proprietà.
    «Perché non vai a chiederglielo tu stesso», rimbeccò Jon e, sul serio, non avrebbe voluto suonare sprezzante, eppure il suo tono sembrò acido persino per lui; Kyle non parve comunque farci caso - o semplicemente ignorò volutamente la cosa -, sollevando un angolo della bocca in un sorriso prima di dare a Jon una pacca sulla spalla.
    «Allora sta' a guardare», esordì, e Jon lo fissò stranito, ma non fece in tempo  fermarlo che Kyle, prendendo per buone le sue parole, si era bellamente fatto largo fra la calca di corpi sudati e danzanti per avvicinarsi a Damian, e Jon dovette resistere all'impulso di volargli accanto per afferrarlo per la collottola e tirarlo indietro. Non era geloso, non... dannazione, a chi voleva darla a bere? Era geloso da far schifo.
    Jon strinse il bicchiere così forte che dovette ritenersi fortunato che fosse di plastica e che si fosse solo accartocciato, poiché altrimenti sarebbe esploso in mille pezzi di vetro che sarebbero schizzati da tutte le parti, probabilmente ferendo persino qualcuno; al suo fianco, Brad arcuò un sopracciglio alla vista, ma Jon era troppo concentrato sul sentire cosa stesse dicendo Kyle a Damian che, fermando per un momento la sua danza, aveva gettato uno sguardo verso Kyle solo per arcuare un sopracciglio e liquidare la sua proposta con un semplice “Sono impegnato”, voltandosi quanto bastava per fare un occhiolino proprio a Jon.
    «Whoa, Wayne ti ha appena fatto l'occhiolino o cosa?»
    La voce di Brad somigliava ad un fischio al suo orecchio, sovrastata dalla musica e dal battito del cuore di Damian su cui Jon si era concentrato. Aveva visto anche Kyle girarsi verso di lui e sbattere le palpebre più volte, almeno finché non fu Damian stesso ad avvicinarsi per sollevare lo sguardo a fissare Jon negli occhi.
    «Se vuoi qualcosa, Kent, vienitela a prendere», lo schernì Damian, lasciandolo sconcertato. Oh, Rao, quanto aveva bevuto? Damian non era mai così... così!
    «Cosa? Io--»
    «Martinez, giusto?» Damian ignorò la replica di Jon, gettando uno sguardo a Brad che, accigliato, abbassò lo sguardo su di lui e annuì. «Te lo rubo per un po'», soggiunse Damian, afferrando il polso di Jon per trascinarlo in mezzo alla pista nonostante l'aria stranita del suo migliore amico.
    «D?» provò a richiamarlo e a sovrastare il frastuono della musica, ma Damian gli diede retta solo quando raggiunsero le scale che portavano al piano di sopra, facendo deglutire Jon.
    «Sei un idiota», rimbeccò Damian nello spingerlo bellamente con la schiena al muro, inchiodandolo contro di essa col proprio corpo; incrociò una delle lunghe gambe alle sue, fissandolo negli occhi. «Hai passato tutta la sera a guardarmi, ma non hai mai provato ad avvicinarti».
    «Credevo avrebbe aiutato a tenere la cosa segreta come volevi».
    «Non deve continuare ad esserlo se poi devi fare quella faccia».
    «D... sul serio, posso...»
    «No». Damian lo frenò immediatamente, senza preoccuparsi di alzare la voce. Jon lo avrebbe sentito comunque. «Al diavolo, se te la senti di gestire la stampa, fa' quello che senti di voler fare».
    Jon si umettò le labbra. «Voglio baciarti da quando siamo venuti qui e hai cominciato a ballare», ammise in un soffio quando si abbassò col viso verso di lui, e Damian accennò un sorrisetto divertito.
    «Allora fallo», affermò schietto nel sollevarsi lui stesso sulle punte dei piedi - per quanto fosse cresciuto, Jon lo superava comunque di parecchi centimetri - per potergli sfiorare le labbra, sentendo un braccio di Jon avvolgergli un fianco per attirarlo contro di sé.
    Fu un bacio che sapeva di birra, passionale e un po' rozzo, ma Jon sentì l'eccitazione corrergli lungo la schiena mentre le labbra si scontravano fra loro e le lingue si intrecciavano; qualcuno stava parlando, forse aveva persino sentito il suo amico Kyle borbottare che aveva tutte le fortune, ma Jon era troppo impegnato a godersi quel bacio per dar peso a ciò che gli capitava intorno e a ciò che il suo super udito captava. Sentiva il corpo di Damian premere sempre più contro il suo, l’eccitazione che cresceva e che si faceva spazio nelle sue membra mentre le mani carezzavano fianchi e petto, e Jon arrossì nel bacio quando una mano di Damian, intraprendente, scivolò dietro la sua schiena e gli strizzò una natica.
    «D?» mugugnò contro la sua bocca, sentendo Damian sorridere prima di separarsi e leccarsi il labbro inferiore.
    «Questa festa mi ha stancato, J», sussurrò e, dal tono erotico che gli rivolse e dal modo in cui aveva cominciato a strusciarsi contro di lui - era colpa della birra, oppure Damian lo stava semplicemente stuzzicando? -, era chiaro come il sole che stesse progettando qualcosa.     «Quanto dista il tuo appartamento?»
    Jon si massaggiò il collo, leccando via dalle labbra il sapore di birra e quello di Damian. «Non... non molto, a dire il vero».
    «Allora fingi di portarmi di sopra».
    «C-Cosa?»
    «Fingi di portarmi di sopra» ripeté pazientemente Damian, senza smettere di premere col corpo contro di lui nonostante Jon avesse strabuzzato gli occhi. Si sentiva un po' brillo, era vero, ma le sue facoltà intellettive erano ancora abbastanza vigili, tanto che si sporse maggiormente per sfiorargli il lobo di un orecchio con le labbra. «Poi voliamo via», mormorò lascivo, insinuando il ginocchio fra le cosce di Jon per premere contro il rigonfiamento che aveva nei pantaloni.
    Forse era l'alcool, forse tutta l'aria soffocante che li circondava, ma Jon gli rubò l'ennesimo bacio prima di afferrare Damian per una mano e trascinarlo immediatamente di sopra, tra baci e imprecazioni quando premette ancora contro di lui; Damian gli infilò disordinatamente le dita fra i capelli e gli saltò in braccio, avvolgendo le gambe intorno alla vita di Jon che, per sorreggerlo meglio, afferrò a coppa entrambe le natiche e si godette il mugolio voglioso che Damian si lasciò sfuggire fra le sue labbra, prima che si spostasse verso verso il suo orecchio per stuzzicargli il lobo.
    Jon non sapeva cosa fosse preso a Damian, perché sembrasse aver perso il controllo o perché si comportasse in modo così lascivo, ma tra la birra che entrambi avevano bevuto, e le risatine che scappavano dalle loro labbra, finirono per scavalcare la finestra e volare via senza che nessuno si fosse accorto di niente; con i suoi coinquilini alla festa e l'appartamento vuoto, Jon si insinuò nella camera da letto e chiuse la porta a chiave, il tutto con Damian ancora saldamente ancorato ai suoi fianchi mentre gli baciava il collo e glielo mordicchiava.
    Entrambi si ritrovarono nudi prima ancora di essersene resi conto, rotolando su quel letto ad una piazza e mezzo tra lenzuola sfatte e cuscini buttati in giro; baci, carezze e morsi si susseguirono sulla pelle di entrambi e Jon finì col sovrastare Damian qualche momento dopo, cominciando a stuzzicarlo con la bocca e con la lingua proprio come piaceva lui.
    Con un lungo sospiro, Damian abbassò le palpebre e tentò di calmarsi. Il cuore gli tamburellava nel petto ad un ritmo spaventoso ed incalzante, e, dato il modo in cui aveva cominciato a respirare con irregolarità, gli sembrava che i polmoni fossero sul punto di collassare, mandandolo in iper-ventilazione. Non avevano ancora cominciato seriamente e lui aveva già iniziato a non capire più nulla, poiché ad ogni tocco sicuro, ad ogni languido sospiro che sfuggiva dalle sue labbra e al morbido peso che sentiva premere contro la sua coscia si sentiva come se stesse respirando acqua o avesse addirittura dimenticato come si facesse a respirare. Era una sensazione sgradevole e al tempo stesso eccitante, ma non l'avrebbe mai ammesso a quell'idiota che lo sovrastava con la sua imponente mole, tenendolo inchiodato a quel materasso. E rise, una risata genuina che gli scappò dalle labbra senza riuscire a fermarla, prima di poggiare le mani sulle spalle possenti di Jon.
    «Allora ti ho davvero insegnato qualcosa, J», sussurrò, gemendo voluttuoso quando sentì il tocco umido delle labbra di Jon carezzargli il collo.
    «...in realtà sei un pessimo insegnante, sai?» lo prese in giro, sentendo Damian ridacchiare ancora come non mai. Era raro che si lasciasse andare davvero in quel modo, quindi forse l'alcool era più in circolo di quanto volesse ammettere.
    «Mpf, non fare l'innocentino con me, Kent». Damian sollevò una lunga gamba nuda, avvolgendola intorno ai fianchi dell'altro prima di intrecciare le dita fra i suoi capelli. «Ora scopami e fammi un po' sentire quell'asta d'acciaio che hai fra le cosce», gli sussurrò rauco, e Jon sentì l'eccitazione crescere a quelle parole.
    Non che lui o Damian solitamente fossero dei santarellini, ma era raro che fossero così diretti a letto, e la cosa non sembrava affatto dispiacere al giovane kryptoniano, dato il modo in cui il suo corpo reagì e lui stesso si tuffò nuovamente verso l'altro, lappandogli il petto mentre scendeva verso il basso poco a poco, con la lingua che percorreva una lunga scia sui suoi addominali. 
    Nel sentire le mani di Damian rilasciare i suoi capelli, però, Jon si accigliò un momento, sollevando il capo di scatto per osservare il volto del compagno. «D?» lo chiamò a quel punto, e rimase esterrefatto nel rendersi conto che Damian aveva schiacciato la faccia contro il cuscino e aveva cominciato a ronfare beatamente, lasciandolo con un palmo di naso. Cosa... cosa diavolo? Si era addormentato?! «Fai sul serio?» disse ancora nel puntellarsi sui gomiti, ma tutto ciò che ci guadagnò fu solo un borbottio sconclusionato da parte di Damian prima che quest'ultimo gli schiaffasse una mano in faccia, girandosi su un fianco per abbracciare il cuscino.
    Jon rimase così, con un'erezione fra le cosce e l'aria insoddisfatta, ad osservarlo a bocca aperta e senza parole. Mister Posso-dormire-anche-quando-sono- sveglio aveva bevuto un bicchiere di troppo e alla fine l'alcool aveva vinto anche sul suo corpo, per quanto insistesse a dire di essere perfetto e di non potersi ubriacare e bla-bla-bla. E intanto l'idiota che era stato mollato a letto come un cretino era lui.
    Gemendo frustrato, Jon dovette occuparsi da solo del suo problemino, chiudendosi in bagno tra un borbottio e l'altro prima di poter tornare in camera, dove Damian, allargando le braccia, si era preso praticamente tutto lo spazio possibile nonostante fosse un letto a due piazze. Imprecando tra sé e sé, Jon cercò di prendere posto accanto a lui su quel materasso e gli cinse i fianchi con un braccio, premendo il più possibile il corpo contro di lui mentre si concentrava sul russare di Damian e sul battito del suo cuore.
    Quando il mattino successivo videro la foto del bacio che si erano scambiati alla Confraternita postata in rete, Damian, con ancora i postumi della sbronza, decise saggiamente di restare a Metropolis per evitare gli avvoltoi della stampa appostati fuori villa Wayne
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Beh, allora, che dire. Non volevo che questa storia sforasse il rating arancione (anche se in realtà ci avevo pensato), quindi ho deciso di farla finire in questo modo per il bene della raccolta... ma non per il bene della sanità mentale di Jonno e del suo little-Johnny ahah ti voglio bene, piccolo spruzzetto di sole
Damian non è esattamente un tipo che beve, quindi nel mio headcanon è praticamente come Bruce: regge poco l'alcool e, anche se insiste col dire che in realtà lui non ha nessun problema in quel senso, finisce col lasciarsi del tutto andare e l'alcool diventa padrone del suo corpo anche se lui non vuole
Quindi, alcool, più Damian scatenato, più un povero piccolo adolescente kryptoniano che non vede l'ora di concludere... e alla fine la cosa si riduce a questo ahah
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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