Serie TV > La casa di carta
Segui la storia  |       
Autore: Ivy001    13/01/2022    2 recensioni
Se la quarta serie non fosse finita con la morte di Nairobi? Se Gandia fosse stato freddato alle spalle o anche solo attecchito con un colpo alla gamba, prima di compiere quell'atto atroce? Come sarebbe proceduto il colpo se Lisbona fosse stata liberata e ricondotta dal Professore, anziché entrare nella Banca dai suoi compagni?
Tanti SE ... e mi piace immaginare che le cose siano andate davvero come nella mia fantasia.
Quindi partirò proprio da lì, da quando il fanatico Capo della sicurezza della Banca di Spagna, è prossimo a far fuori Nairobi.
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Alicia è in auto con Tatiana, e dopo averla abbracciata, cedendo per un attimo alla nostalgia, si chiude in un silenzio sospettoso.

Non è semplice metabolizzare così in fretta la visita di una sorella con cui ha smesso di parlare da anni.

È la ex moglie di Berlino a chiederle – “Si può sapere cosa ti passa per la testa?”

“Cosa vuoi dire?” – quella domanda sblocca Alicia che, finalmente, riprendere parola.

“Antoñanzas ha eseguito il tuo ordine: ha abbandonato tua figlia! Ti rendi conto dell’atrocità che hai commesso?”

Alicia, però, volge lo sguardo altrove, poco interessata alla questione.

“Come puoi farlo? È una neonata che andrebbe solo amata!” – insiste l’altra.

“Senti, Tati, se sei tornata da chissà dove per farmi la predica, ti consiglio vivamente di lasciarmi qui da qualche parte, penserò da sola a me!” – a braccia conserte, alquanto infastidita, la primogenita della famiglia Sierra, non intende affrontare l’argomento.

Ma la ex moglie di Berlino è visibilmente delusa dal comportamento di una donna che vantò, per anni, il distintivo di persona giusta e che, al contrario, stava agendo da criminale.

“Ti sei trasformata, hai perduto la tua umanità, sorella mia! Hai commesso azioni che non avrei mai creduto avessi il cuore di compiere!”

“Pff” – sbuffa la donna, alzando gli occhi al cielo – “Se ti riferisci al ragazzetto dei Dalì’ o alla sciagurata zingarella, beh…ho avuto poche scelte! È lavoro..:”

“Lavoro? Ti rendi conto di quello che dici?”
“Ascolta… parliamo chiaramente, tu sei una ladra. Hai commesso azioni contro la legge, avrei potuto farti arrestare!”

“Adesso dovrei anche dirti grazie? Sbaglio o a salvarti il culo sono stata proprio io, poco fa? Per favore, Alicia! Torna in te, rifletti. Stai agendo in maniera sconsiderata!”

“E quale sarebbe la maniera, a tuo dire, corretta?” – a quel punto, la maggiore interpreta il contrasto di Tatiana come un conflitto nel quale, come suo solito, non può non primeggiare. Sa bene di avere ragione, e nessuno, tantomeno la consanguinea, può convincerla del contrario.

“Se ti vedesse Anita, non ti riconoscerebbe. Così come non ti riconosco più neanche io. Che fine ha fatto la sorella maggiore, premurosa, amorevole, sempre presente, che amava sedersi con noi di fronte al camino per raccontarci dei suoi sogni futuri? Quella che ci ripeteva di non avere paura di nulla, perché ci avrebbe protette in ogni momento…quella che trascorreva intere notti a piangere, di nascosto, per la malattia di Anita…” – decisa a riportare l’ex ispettrice alla sua vera natura, Tatiana preme su un tasto dolente, una ferita mai rimarginata, e un passato che la mente di Alicia ha volutamente offuscare.

Cosciente di aver colpito laddove utile, la ladra attende una reazione della ex ispettrice.

È pronta a rincarare la dose se necessario…tutto pur di aprirle gli occhi.

La nemica del Professore si trattiene, fin quando, un tragitto familiare e una casa di campagna, isolata dalla città, la insospettisce.

“Io qui sono già stata! Dove cazzo mi stai portando?”  - anche il tono di voce si altera con facilità…. Rabbia già alimentata da quanto udito pochi secondi prima…

“Vuoi cambiare discorso? ok! Allora, se proprio non vuoi un confronto con te stessa e con un passato che hai distorto per colpa del tuo dolore, ti condurrò dalle persone a cui devi delle scuse e che presto diventeranno tuoi alleati, che tu lo voglia o meno” – le parole di Tatiana hanno l’aria di una minaccia; così, quest’ultima, dopo aver legato la parente con estrema maestria, certa che una volta scoperti i Dalì, avrebbe agito sconsideratamente, chiede aiuto ai suoi scagnozzi per condurla fuori dal veicolo.

Ad Alicia basta poco per arrivare alla soluzione. Sa benissimo dove si trova e teme anche l’identità di alleati che detesta.

E mentre due possenti uomini la trascinano all’esterno, tirandola, contro la sua volontà, verso la vecchia abitazione in pietra, decide di colpire a suo modo, con tutta la cattiveria del mondo, sua sorella minore – “Credi di essere migliore di me? Tu sei una donna di classe che avrebbe potuto fare soldi con il suo talento musicale, una donna che invece ha preferito rubare e guadagnare illegalmente, una poco di buono, la vergogna della famiglia… pensi di dover fare la morale a me? Hai rovinato il nostro cognome, papà e mamma si vergognerebbero come non mai…e sei così sicura che Anita, se fosse viva, odierebbe più me che te? Ho i miei dubbi!”

Tatiana, pochi passi avanti sua sorella, si ferma, facendo segno ai due serbi di fare lo stesso. Una lama è appena affondata nel suo cuore, una lama scagliata dalla bocca della persona che più amava al mondo.

Manda giù il boccone amaro, poi, lentamente, si volta, pronta a replicare.

“Non parli più, adesso? Eh?” – Alicia continua a provocarla, svincolandosi dagli scagnozzi che, nel mentre, hanno ricevuto l’ordine di darle libertà.

E così le due si trovano faccia a faccia, a pochi centimetri l’una dall’altra, pronte a gettarsi fango addosso.

“Nel tuo cuore non è rimasto neanche un briciolo di umanità, e le parole che hai appena detto ne sono la prova. Sai cosa ti dico? Speravo di poterti aiutare, di darti una mano a riconquistare la lucidità che hai perduto anni fa, ma…”

“Io sono lucidissima, cara la mia sorellina. E se vuoi ricattarmi dicendomi “Io ti ho salvata, mi devi tutto!”, ti sbagli. Anche io ho tutelato te per tutto questo tempo; avrei potuto cercarti e sbatterti in galera con uno schiocco di dita”

In quel frangente, uno dei tirapiedi di Tatiana si intromette, preoccupato dalla piega che quella lite potrebbe prendere da un momento all’altro.

“Ehm…signorina Sierra, chiamiamo i soccorsi?”

“Tranquillo, Milos” – gli risponde la donna, aggiungendo subito dopo –“ Anzi, ho un compito più importante da affidarvi. Voglio che recuperiate mia nipote e la portiate qui!”

Quelle parole spiazzano Alicia – “Che cazzo dici? E sarei io quella poco lucida? Non penserai davvero che una neonata di cui non ho mai visto neppure il viso, possa farmi cambiare idea?” - la risata beffarda della ex alleata di Tamayo è l’ennesimo schiaffo che Tatiana subisce da sua sorella.

Una risata che dimostra la donna folle che è in realtà Alicia Sierra.

“Non vuoi essere aiutata, e io non posso permettere che quella bambina soffra sapendosi non voluta dalla sua stessa famiglia. Perciò, ascoltami, quello che farò, lo farò solo per lei”

“E sarebbe? Prenderla tu? Crescerla come fosse tua? Ma prego… fa’ pure! Non contare su di me. Io non l’ho mai voluta, soprattutto sapendo che neppure suo padre desiderava averla”

“German era un brav’uomo. Sicuramente la tua mente folle ha distorto, di nuovo, i fatti”

“Quel “brav’uomo” come dici tu andava a letto con tante donne, stando sposato con la sottoscritta, sai?”

Quella confessione spiazza Tatiana che si limita a dire – “Non può essere!”

“E invece è così! Perché pensi che quella tale Agata, Nairobi o come cazzo si chiama, sia stata la mia preda preferita?”

“Perché era una madre! E tu l’hai puntata senza remore perché odiavi l’idea di esserlo anche tu!” – la sola idea della ladra è questa. Non possono esistere altri motivi a cui poter credere.

“Beh…analisi perfetta, se non fosse che lei è stata una delle tante donnette che ha scopato con German, rimanendo incinta di un bambino!”

“Era una sua amante?”

“Mmm, non proprio, è stata la sua prima avventura. Lui mi ha conosciuto qualche anno dopo”

“E allora? Non vedo dov’è il problema. Parli di tradimento, ma lui non ti ha tradita con Nairobi. Lo vedi che distorci tutto? Lo vedi che l’hai ferita perché è una madre anche lei, proprio come te?”

Solo allora, sentendo le sue intenzioni messe alla gogna, che Alicia esplode, buttando fuori la reale motivazione del suo accanimento sulla Jimenez.

“Ho colpito lei, colpendo indirettamente German…lui che mi ha recato male e che poi mi ha lasciata sola con un pancione enorme e degli ormoni che difficilmente riuscivo a controllare”

Tanti tasselli legati al suo compagno deceduto l’hanno deviata totalmente.

Sentirla parlare di abbandono, l’ennesimo che frantuma anima e corpo, tocca la sensibilità di Tatiana che, in quei minuti, vive un alternarsi di odio e amore verso sua sorella maggiore.

Fino a qualche istante fa era pronta ad aiutarla; ha addirittura rischiato il tutto e per tutto pur di salvarla dalla cattura della polizia ... e tutto questo invano, tutto questo per poi capire che non lo meritava fino in fondo.

“Sei combattuta adesso, vero? Io te lo ripeto, non mi alleo con nessuno. Tantomeno con quei bastardi! Non è da me cambiare fazione come una bandierina. Io sono un lupo solitario, agisco da sola. La mia mente lavora ed elabora piani in solitaria. Saprò cavarmela come ho sempre fatto” – sono le ultime parole che Alicia pronuncia, prima di dare le spalle alla parente e incamminarsi, da sola, verso chissà dove.

Mille emozioni combattono nel cuore della ex di Berlino mentre osserva la maggiore allontanarsi. Sa che la ex ispettrice, nuovamente in fuga, potrebbe essere un pericolo per la salvezza di tutti…una bomba ad orologeria, ed è combattuta se fermarla o lasciarla andare.

Alicia nel frattempo riprende a camminare, cercando di trattenere un isterico pianto che lascia trapelare quanto dolore cova e quanto ne è costretta ad accumulare, ancora e ancora.

E più affretta il passo, più sente il macigno aumentare e sopprimere il suo cuore...un cuore esausto di soffrire.

Non fa in tempo a raggiungere la strada principale che la stanchezza prevale sulla sua tempra.  

“Alicia!” – grida la sorella, soccorrendola in gran fretta, guardandola accasciarsi, priva di forze.

****************************************************

Angel dispone gli ostaggi in auto diverse, su ordine di Tamayo, destinate a due carceri di Madrid.

“Ti supplico, Angel! Ripensa a quanto ti ho detto, fallo per lei. Salvala…” – Sergio insiste da ore, sperando di colpire il cuore dell’innamorato Rubio.

Eppure il poliziotto lo ignora e non ha intenzione alcuna di tradire la sua squadra.

“Le volanti sono pronte! Carichiamo la donna?” – domanda un’agente.

L’uomo annuisce, in silenzio, scrutando da lontano la scena: Raquel, in lacrime, ammanettata, chiama a gran voce il suo Professore, e sale, costretta, a bordo dell’automobile.

“SERGIO” – urla più che può.

“RAQUEL” - anche le grida di Marquina si fanno presto sentire.

La scena straziante della separazione tra i due è la soddisfazione più grande per Tamayo che, trionfante, ordina ai suoi uomini di liberare la zona dagli ultimi fan dei Dalì, per rimettere definitivamente le cose apposto.

E proprio quando il mezzo della polizia su cui è a caricata Lisbona, è pronto a partire, il colonnello si prende beffe di Sergio, per l’ennesima volta.

Felice come una Pasqua, gli dà una pacca sulla guancia, divertito – “Povero il mio professorino, solo e abbandonato. La vita è così…si vince e si perde. Stavolta a perdere sei stato tu! Ti giuro che mi impegnerò affinché tu e quella traditrice non vediate mai più la luce del sole. Il carcere sarà la giusta penitenza per entrambi” – trascinandolo per un braccio, gli mostra l’auto in lontananza – “Guardala un’ultima volta… e dì addio ai sogni di gloria!”

***************************************

“Io con questa pazza non ci parlo”

“Dai Rio, potrebbe essere la nostra salvezza”

“Si, Tokyo però io non dimentico quanto mi ha torturato”

I due fidanzati osservano Alicia distesa su un lettino, prossima a recuperare i sensi, aiutata dai medici che curarono Nairobi.

Accerchiata da tutti i Dalì, l’ex ispettrice non immagina cosa vedrà da lì a pochi secondi. E sicuramente non sarà felice  appena riconoscerà la gente che la circonda.

Tatiana rimasta in silenzio, insospettisce Palermo che, prendendola in disparte, le domanda – “Che succede? Non dirmi che non hai idea di come possiamo salvare Sergio e Lisbona. Sei la nostra ultima possibilità”

“Lo so, c'ho pensato bene. Purtroppo non ci sono tante speranze, forse l'unica salvezza è quella che mi costerà caro"

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > La casa di carta / Vai alla pagina dell'autore: Ivy001