Alicia
è in auto con Tatiana, e dopo averla abbracciata, cedendo
per un attimo alla
nostalgia, si chiude in un silenzio sospettoso.
Non
è semplice metabolizzare così in fretta la visita
di una sorella con cui ha
smesso di parlare da anni.
È
la ex moglie di Berlino a chiederle – “Si
può sapere cosa ti passa per la
testa?”
“Cosa
vuoi dire?” – quella domanda sblocca Alicia che,
finalmente, riprendere parola.
“Antoñanzas
ha eseguito il tuo ordine: ha abbandonato tua figlia! Ti rendi conto
dell’atrocità
che hai commesso?”
Alicia,
però, volge lo sguardo altrove, poco interessata alla
questione.
“Come
puoi farlo? È una neonata che andrebbe solo
amata!” – insiste l’altra.
“Senti,
Tati, se sei tornata da chissà dove per farmi la predica, ti
consiglio
vivamente di lasciarmi qui da qualche parte, penserò da sola
a me!” – a braccia
conserte, alquanto infastidita, la primogenita della famiglia Sierra,
non
intende affrontare l’argomento.
Ma
la ex moglie di Berlino è visibilmente delusa dal
comportamento di una donna
che vantò, per anni, il distintivo di persona giusta e che,
al contrario, stava
agendo da criminale.
“Ti
sei trasformata, hai perduto la tua umanità, sorella mia!
Hai commesso azioni
che non avrei mai creduto avessi il cuore di compiere!”
“Pff”
– sbuffa la donna, alzando gli occhi al cielo –
“Se ti riferisci al ragazzetto
dei Dalì’ o alla sciagurata zingarella,
beh…ho avuto poche scelte! È lavoro..:”
“Lavoro?
Ti rendi conto di quello che dici?”
“Ascolta… parliamo chiaramente, tu sei una ladra.
Hai commesso azioni contro la
legge, avrei potuto farti arrestare!”
“Adesso
dovrei anche dirti grazie? Sbaglio o a salvarti il culo sono stata
proprio io,
poco fa? Per favore, Alicia! Torna in te, rifletti. Stai agendo in
maniera
sconsiderata!”
“E
quale sarebbe la maniera, a tuo dire, corretta?” –
a quel punto, la maggiore
interpreta il contrasto di Tatiana come un conflitto nel quale, come
suo
solito, non può non primeggiare. Sa bene di avere ragione, e
nessuno, tantomeno
la consanguinea, può convincerla del contrario.
“Se
ti vedesse Anita, non ti riconoscerebbe. Così come non ti
riconosco più neanche
io. Che fine ha fatto la sorella maggiore, premurosa, amorevole, sempre
presente,
che amava sedersi con noi di fronte al camino per raccontarci dei suoi
sogni
futuri? Quella che ci ripeteva di non avere paura di nulla,
perché ci avrebbe
protette in ogni momento…quella che trascorreva intere notti
a piangere, di nascosto,
per la malattia di Anita…” – decisa a
riportare l’ex ispettrice alla sua vera
natura, Tatiana preme su un tasto dolente, una ferita mai rimarginata,
e un
passato che la mente di Alicia ha volutamente offuscare.
Cosciente
di aver colpito laddove utile, la ladra attende una reazione della ex
ispettrice.
È
pronta a rincarare la dose se necessario…tutto pur di
aprirle gli occhi.
La
nemica del Professore si trattiene, fin quando, un tragitto familiare e
una
casa di campagna, isolata dalla città, la insospettisce.
“Io
qui sono già stata! Dove cazzo mi stai portando?” - anche il tono di voce si
altera con facilità….
Rabbia già alimentata da quanto udito pochi secondi
prima…
“Vuoi
cambiare discorso? ok! Allora, se proprio non vuoi un confronto con te
stessa e
con un passato che hai distorto per colpa del tuo dolore, ti
condurrò dalle
persone a cui devi delle scuse e che presto diventeranno tuoi alleati,
che tu
lo voglia o meno” – le parole di Tatiana hanno
l’aria di una minaccia; così,
quest’ultima, dopo aver legato la parente con estrema
maestria, certa che una
volta scoperti i Dalì, avrebbe agito sconsideratamente,
chiede aiuto ai suoi
scagnozzi per condurla fuori dal veicolo.
Ad
Alicia basta poco per arrivare alla soluzione. Sa benissimo dove si
trova e
teme anche l’identità di alleati che detesta.
E
mentre due possenti uomini la trascinano all’esterno,
tirandola, contro la sua
volontà, verso la vecchia abitazione in pietra, decide di
colpire a suo modo,
con tutta la cattiveria del mondo, sua sorella minore –
“Credi di essere migliore
di me? Tu sei una donna di classe che avrebbe potuto fare soldi con il
suo
talento musicale, una donna che invece ha preferito rubare e guadagnare
illegalmente, una poco di buono, la vergogna della famiglia…
pensi di dover fare
la morale a me? Hai rovinato il nostro cognome, papà e mamma
si vergognerebbero
come non mai…e sei così sicura che Anita, se
fosse viva, odierebbe più me che
te? Ho i miei dubbi!”
Tatiana,
pochi passi avanti sua sorella, si ferma, facendo segno ai due serbi di
fare lo
stesso. Una lama è appena affondata nel suo cuore, una lama
scagliata dalla
bocca della persona che più amava al mondo.
Manda
giù il boccone amaro, poi, lentamente, si volta, pronta a
replicare.
“Non
parli più, adesso? Eh?” – Alicia
continua a provocarla, svincolandosi dagli
scagnozzi che, nel mentre, hanno ricevuto l’ordine di darle
libertà.
E
così le due si trovano faccia a faccia, a pochi centimetri
l’una dall’altra,
pronte a gettarsi fango addosso.
“Nel
tuo cuore non è rimasto neanche un briciolo di
umanità, e le parole che hai
appena detto ne sono la prova. Sai cosa ti dico? Speravo di poterti
aiutare, di
darti una mano a riconquistare la lucidità che hai perduto
anni fa, ma…”
“Io
sono lucidissima, cara la mia sorellina. E se vuoi ricattarmi dicendomi
“Io ti
ho salvata, mi devi tutto!”, ti sbagli. Anche io ho tutelato
te per tutto
questo tempo; avrei potuto cercarti e sbatterti in galera con uno
schiocco di
dita”
In
quel frangente, uno dei tirapiedi di Tatiana si intromette, preoccupato
dalla
piega che quella lite potrebbe prendere da un momento
all’altro.
“Ehm…signorina
Sierra, chiamiamo i soccorsi?”
“Tranquillo,
Milos” – gli risponde la donna, aggiungendo subito
dopo –“ Anzi, ho un compito
più importante da affidarvi. Voglio che recuperiate mia
nipote e la portiate
qui!”
Quelle
parole spiazzano Alicia – “Che cazzo dici? E sarei
io quella poco lucida? Non penserai
davvero che una neonata di cui non ho mai visto neppure il viso, possa
farmi cambiare
idea?” - la risata beffarda della ex alleata di Tamayo
è l’ennesimo schiaffo
che Tatiana subisce da sua sorella.
Una
risata che dimostra la donna folle che è in
realtà Alicia Sierra.
“Non
vuoi essere aiutata, e io non posso permettere che quella bambina
soffra sapendosi
non voluta dalla sua stessa famiglia. Perciò, ascoltami,
quello che farò, lo
farò solo per lei”
“E
sarebbe? Prenderla tu? Crescerla come fosse tua? Ma prego…
fa’ pure! Non
contare su di me. Io non l’ho mai voluta, soprattutto sapendo
che neppure suo
padre desiderava averla”
“German
era un brav’uomo. Sicuramente la tua mente folle ha distorto,
di nuovo, i fatti”
“Quel
“brav’uomo” come dici tu andava a letto
con tante donne, stando sposato con la
sottoscritta, sai?”
Quella
confessione spiazza Tatiana che si limita a dire –
“Non può essere!”
“E
invece è così! Perché pensi che quella
tale Agata, Nairobi o come cazzo si
chiama, sia stata la mia preda preferita?”
“Perché
era una madre! E tu l’hai puntata senza remore
perché odiavi l’idea di esserlo
anche tu!” – la sola idea della ladra è
questa. Non possono esistere altri
motivi a cui poter credere.
“Beh…analisi
perfetta, se non fosse che lei è stata una delle tante
donnette che ha scopato
con German, rimanendo incinta di un bambino!”
“Era
una sua amante?”
“Mmm,
non proprio, è stata la sua prima avventura. Lui mi ha
conosciuto qualche anno
dopo”
“E
allora? Non vedo dov’è il problema. Parli di
tradimento, ma lui non ti ha
tradita con Nairobi. Lo vedi che distorci tutto? Lo vedi che
l’hai ferita
perché è una madre anche lei, proprio come
te?”
Solo
allora, sentendo le sue intenzioni messe alla gogna, che Alicia
esplode, buttando
fuori la reale motivazione del suo accanimento sulla Jimenez.
“Ho
colpito lei, colpendo indirettamente German…lui che mi ha
recato male e che poi
mi ha lasciata sola con un pancione enorme e degli ormoni che
difficilmente
riuscivo a controllare”
Tanti
tasselli legati al suo compagno deceduto l’hanno deviata
totalmente.
Sentirla
parlare di abbandono, l’ennesimo che frantuma anima e corpo,
tocca la
sensibilità di Tatiana che, in quei minuti, vive un
alternarsi di odio e amore
verso sua sorella maggiore.
Fino
a qualche istante fa era pronta ad aiutarla; ha addirittura rischiato
il tutto
e per tutto pur di salvarla dalla cattura della polizia ... e tutto
questo
invano, tutto questo per poi capire che non lo meritava fino in fondo.
“Sei
combattuta adesso, vero? Io te lo ripeto, non mi alleo con nessuno.
Tantomeno con
quei bastardi! Non è da me cambiare fazione come una
bandierina. Io sono un
lupo solitario, agisco da sola. La mia mente lavora ed elabora piani in
solitaria.
Saprò cavarmela come ho sempre fatto” –
sono le ultime parole che Alicia
pronuncia, prima di dare le spalle alla parente e incamminarsi, da
sola, verso
chissà dove.
Mille
emozioni combattono nel cuore della ex di Berlino mentre osserva la
maggiore
allontanarsi. Sa che la ex ispettrice, nuovamente in fuga, potrebbe
essere un
pericolo per la salvezza di tutti…una bomba ad orologeria,
ed è combattuta se
fermarla o lasciarla andare.
Alicia
nel frattempo riprende a camminare, cercando di trattenere un isterico
pianto
che lascia trapelare quanto dolore cova e quanto ne è
costretta ad accumulare,
ancora e ancora.
E
più affretta il passo, più sente il macigno
aumentare e sopprimere il suo cuore...un
cuore esausto di soffrire.
Non
fa in tempo a raggiungere la strada principale che la stanchezza
prevale sulla
sua tempra.
“Alicia!”
– grida la sorella, soccorrendola in gran fretta, guardandola
accasciarsi,
priva di forze.
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Angel
dispone gli ostaggi in auto diverse, su ordine di Tamayo, destinate a
due carceri
di Madrid.
“Ti
supplico, Angel! Ripensa a quanto ti ho detto, fallo per lei.
Salvala…” –
Sergio insiste da ore, sperando di colpire il cuore
dell’innamorato Rubio.
Eppure
il poliziotto lo ignora e non ha intenzione alcuna di tradire la sua
squadra.
“Le
volanti sono pronte! Carichiamo la donna?” –
domanda un’agente.
L’uomo
annuisce, in silenzio, scrutando da lontano la scena: Raquel, in
lacrime,
ammanettata, chiama a gran voce il suo Professore, e sale, costretta, a
bordo
dell’automobile.
“SERGIO”
– urla più che può.
“RAQUEL”
- anche le grida di Marquina si fanno presto sentire.
La
scena straziante della separazione tra i due è la
soddisfazione più grande per
Tamayo che, trionfante, ordina ai suoi uomini di liberare la zona dagli
ultimi
fan dei Dalì, per rimettere definitivamente le cose apposto.
E
proprio quando il mezzo della polizia su cui è a caricata
Lisbona, è pronto a partire,
il colonnello si prende beffe di Sergio, per l’ennesima volta.
Felice come una Pasqua, gli dà una pacca sulla guancia, divertito – “Povero il mio professorino, solo e abbandonato. La vita è così…si vince e si perde. Stavolta a perdere sei stato tu! Ti giuro che mi impegnerò affinché tu e quella traditrice non vediate mai più la luce del sole. Il carcere sarà la giusta penitenza per entrambi” – trascinandolo per un braccio, gli mostra l’auto in lontananza – “Guardala un’ultima volta… e dì addio ai sogni di gloria!”
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“Io
con questa pazza non ci parlo”
“Dai
Rio, potrebbe essere la nostra salvezza”
“Si,
Tokyo però io non dimentico quanto mi ha torturato”
I
due fidanzati osservano Alicia distesa su un lettino, prossima a
recuperare i sensi,
aiutata dai medici che curarono Nairobi.
Accerchiata
da tutti i Dalì, l’ex ispettrice non immagina cosa
vedrà da lì a pochi secondi. E sicuramente non
sarà felice appena riconoscerà la gente
che la circonda.
Tatiana
rimasta in silenzio, insospettisce Palermo che, prendendola in
disparte, le
domanda – “Che succede? Non dirmi che non hai idea
di come possiamo salvare
Sergio e Lisbona. Sei la nostra ultima possibilità”
“Lo
so, c'ho pensato bene. Purtroppo non ci sono tante speranze, forse
l'unica salvezza è quella che mi costerà caro"