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Autore: Delirious Rose    20/01/2022    2 recensioni
Due erano le cose cui Mary Riddle aveva a cuore: la propria reputazione e la propria ricchezza.
Aveva dovuto limitare i danni quando il suo unico figlio era scappato con quella pezzente il giorno di Santo Stefano. Aveva dovuto limitare i danni quando suo figlio era tornato a casa, solo, il Giorno di Mezzestate.
Quando quella pezzente aveva osato bussare alla sua porta nel giorno di San Silvestro, Mary Riddle aveva dovuto scegliere cosa sarebbe stato più vantaggioso: cacciare dalla sua proprietà quell’approfittatrice, o accogliere la nuora gravida.
{What If Merope Gaunt fosse andata a Little Hangleton invece che in un orfanotrofio Babbano}
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merope Gaunt, Tom O. Riddle, Tom Riddle Sr.
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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La seconda visita del dottor Galenus Pomfrey a Casa Riddle andò meglio di quanto il Medimago si aspettasse.

Merope Gaunt si era ripresa abbastanza per viaggiare. Il Ministro stesso aveva precisato che la strega doveva essere giudicata per l’uso coatto di una pozione su un Babbano. Al contempo, il Ministro desiderava mantenere la vicenda quanto più possibile riservata, anche se era impossibile nasconderla al Mondo Magico. Il Ministro lo aveva persino consultato, chiedendogli se la salute di Merope potesse giustificare una condanna agli arresti domiciliari. Non sapeva come ci sarebbe riuscito, ma Galenus si sarebbe premurato di essere nominato tutore della figlia di Maia Gaunt.

Tuttavia, il vero interesse del mago in Casa Riddle era il Piccolo Thomas. Certo, era troppo presto per le prime dimostrazioni di Magia e l’unica prova certa sarebbe stata la lettera di accettazione di Hogwarts. Per il momento, Galenus era contento di vedere che il Piccolo Thomas era stato tanto fortunato quanto Lady Maia. La sua piccola taglia era dovuta all’indigenza della madre durante la gravidanza, ma il suo aumento di peso era costante e, ad eccezione delle coliche, non aveva problemi di salute.

“Dove sono Mr. e Mrs. Riddle?” chiese a una cameriera, una volta finito di esaminare il bambino.

“Sono nello studio del padrone, ma…” La cameriera contorse le mani, a disagio. “La signora si chiede se desiderate rimanere per il tè, che sarà servito in salotto.”

Galenus trattenne un sospiro. Non gli importava un fagiolo soporifero dei litigi dei Riddle. Inoltre, c’era un’altra cosa che aveva cercato di verificare senza riuscirci.

“Chiedo venia, ma non vorrei perdere il treno per Londra come l’ultima volta.” Non aveva idea degli orari dei treni babbani, ma la distanza tra Casa Riddle e la stazione ferroviaria più vicina era sufficiente a giustificare tale pretesa. “Se potete farmi strada, per favore…”

La cameriera si irrigidì, la sua mente che lottava tra gli ordini dei suoi padroni e l’autorità che Galenus aveva usato nella sua voce. La cameriera si schiarì la gola e gli fece cenno di seguirla: i Babbani erano così ingenui…

Voci arrabbiate e indistinte provenivano dalla porta dello studio, che cessarono non appena la cameriera bussò. La donna Babbana lo accolse con quel suo finto sorriso, mentre il marito si presentò. Galenus non perse tempo in chiacchiere e riferì la sua diagnosi.

Il Piccolo Thomas stava crescendo a un buon ritmo; la sua vista e il suo udito erano perfetti per la sua età; e tutto sommato, non c’era nulla di cui preoccuparsi.

“Tuttavia, considerando la storia medica dei Gaunt, vorrei effettuare degli esami del sangue periodici,” disse, mantenendo un tono neutro.

La Babbana sussultò, stringendo la mano del marito.

“Certo, dottore. Faccia tutto il necessario per sincerarsi che il Piccolo Thomas sia in salute,” disse il Babbano, cercando di nascondere il suo fastidio con la formalità.

Aggiunse qualcosa di severo a sua moglie, che sibilò di rimando prima di allontanarsi. Si schiarì la gola.

“Mary mi ha detto che il vostro trattamento per… mia nuora è stato miracoloso.”

Galenus non si aspettava che i Babbani apprezzassero Merope Gaunt, come avrebbero potuto dopo che gli aveva stregato il figlio per farsi sposare? Eppure, dovevano avere qualche interesse a fornire a lei e al bambino un tetto sopra la testa e un pasto caldo.

“Non c’è niente di miracoloso nel farmaco,” rispose Galenus con tono distaccato. “Mi piace sperimentare i “rimedi della nonna”: alcuni ceppi di muffa possono essere utili per trattare le infezioni.”

Il Babbano annuì, pensieroso. Poi si chinò più vicino; la sua voce era a malapena un sussurro.

“Posso fidarmi della vostra… professionalità, vero?”

Galenus non aveva idea di cosa intendesse il Babbano, ma lo rassicurò.

“Potrebbe suggerirmi qualcuno di questi… ‘rimedi della nonna’ per… ehm… la… sterilità di un uomo?”

“Prego?”

C’erano alcune pozioni che sia il marito che la moglie dovevano prendere per assicurare il concepimento. Ma il Babbano non ne aveva bisogno e—

“Tom, mio figlio, ha avuto un… ehm… spiacevole incidente di recente.”

“Capisco. Dovrei prima esaminarlo e… parlare con il collega che lo ha trattato.”

A dire il vero, era una seccatura. A Galenus non importava un fagiolo soporifero del marito di Merope e della sua capacità di avere altri figli. Davvero, aveva risposto in quel modo solo per essere un ospite gradito in casa di quei Babbani. Tuttavia, il volto del Babbano si illuminò.

“Fisserò subito un appuntamento con il Dottor Lindemann!”

Non appena il Babbano gli voltò le spalle, Galenus roteò gli occhi, poi passeggiò per lo studio mentre il suo ospite parlava nella controparte Babbana della Comunicazione tramite Polvere Volante. Tuttavia, non c’era niente di interessante nello studio—

Della Magia solleticò la mente di Galenus.

La fonte era un vecchio ritratto di un uomo severo e monacale, un ritratto di mago incantato nell’immobilità.

Galenus si avvicinò, pulendosi gli occhiali per esaminare meglio il ritratto. Lo strato di vernice alterava i colori, ma riusciva a indovinare lo sfondo verde scuro e le lettere grigiastre che riportavano il nome dell’uomo, il luogo e l’anno del dipinto.

“Lei è un appassionato di pittori fiamminghi?”

“Quello?” Il Babbano gli si avvicinò, le labbra si arricciarono intorno alla pipa in un sorriso compiaciuto. “Quello è il mio antenato fiammingo. Suo figlio era un mercante di lana che fuggì da Antwerp nel 1642. In realtà, ‘Riddle’ era solo un soprannome, dato che il capostipite della nostra famiglia parlava con un forte accento fiammingo.”

“Capisco. Quindi la vostra famiglia è inglese da… quante generazioni? Dieci?”

“Otto, compreso mio figlio. Ma il membro più importante della nostra famiglia era mio prozio, il tenente Archibald Riddle” — il Babbano indicò un ritratto di un ufficiale dall’uniforme rossa — “che fu nominato cavaliere per le sue gesta durante le guerre napoleoniche.”

“Che storia ricca… santo cielo, è già così tardi?” Galeno finse di sussultare quando l’orologio batté l’ora. “Mi dispiace interrompere la conversazione, ma devo sbrigarmi se voglio prendere il prossimo treno per Londra.”

Il Babbano era contrariato per essersi visto negare l’opportunità di ostentare il passato della sua famiglia, ma fu comunque comprensivo. Galenus gli assicurò che si sarebbe occupato del problema del figlio, si congedò dalla moglie del Babbano e riprese la strada per Little Hangleton.

Tuttavia, Galenus non si recò alla locanda, dove una vettura assicurava il collegamento con Greater Hangleton quattro volte al giorno. Non appena fu certo che nessun Babbano fosse in vista, Disapparì.

 

* * *

 

Apparì di fronte ad una villa georgiana e andò subito a suonare il campanello. Un’anziana governante aprì la porta—una strega, anche se non potente, e probabilmente nata Babbana.

“Può informare Mrs. Warren che il Dottor Pomfrey desidera vederla?” disse Galenus con un tono dolce ma deciso.

Non aspettò molto prima di essere condotto in un elegante salotto. Cornelia Malfoy aveva mantenuto il gusto di famiglia per il lusso e l’ostentazione. Sedeva dritta come un fuso, con un candido gatto d’angora sulle ginocchia, sembrando in tutto e per tutto una delle Sacre Matrone — lo sarebbe diventata, se avesse posseduto la Magia.

Lo invitò a sedersi con un gesto elegante, e presto spuntò un elfo domestico, pronto a servire loro il tè. Di sicuro Mr. Malfoy e sua moglie dovevano tenere molto alla figlia nonostante la sua menomazione, visto che le avevano fornito dei servitori magici.

“A cosa devo la vostra visita inaspettata, dottore?” disse Cornelia Malfoy, con lo stesso tono amabile ma algido che avrebbe usato sua madre.

Galenus posò la sua tazza di tè mezza vuota sul tavolino e prese il taccuino e la Penna Prendiappunti.

“Ho un paio di domande riguardanti i Riddle e credo che possiate fornirmi alcune risposte.”

Cornelia Malfoy non rispose subito, ma strinse le labbra rosse.

“Molto bene, cercherò di rispondere al meglio delle mie conoscenze,” concesse con la magnanimità di una regina verso un suddito.

Galenus la guardò dritto negli occhi.

“Posso chiedere come mai voi, una Malfoy, abbiate fatto conoscenza con dei Babbani?”

La domanda la mise a disagio. Si schiarì la voce e sussurrò.

“Suppongo che abbiate già indovinato la mia… ehm… menomazione. Ebbene, quando non ricevetti la lettera, i miei genitori decisero di nascondermi invece di bandirmi o uccidermi, come usano fare altre famiglie Purosangue. Dopo qualche ricerca, la Signora Madre trovò la Scuola per Signorine di Miss Bradford. Non è risaputo, ma la scuola fu creata da Albreda Weasley per sua figlia.”

Petronella Black era l’unico caso nella Storia dei Maghi di un Magonò ufficialmente riconosciuto, prima di Angus Buchanan. Lady Albreda difese così ferocemente la figlia che seguì Petronella in esilio. Naturalmente, i Black fecero tutto ciò che era in loro potere per cancellare quella macchia nel loro albero genealogico.

“Sapete, era abbastanza facile per un Magonò entrare nella società babbana, anche oggi possono entrate nel clero o arruolarsi,” continuò Cornelia Malfoy. “Ma per noi donne l’unica soluzione era il convento, cosa non più possibile ai tempi di Petronella Black. Così, sua madre assunse alcune streghe nate babbane e delle insegnanti babbane, in modo che sua figlia potesse brillare nella società non magica come avrebbe dovuto fare in quella magica. Da allora, la scuola ha accolto le Magonò di quelle famiglie che desideravano offrire un buon futuro alle loro figlie magicamente deficienti.”

O che desideravano usarle per mettere un piede negli affari Babbani, volle aggiungere Galenus, ma tenne la bocca chiusa. C’erano cose nella Società Magica che dovevano rimanere non dette.

“Presumo che anche Mrs. Riddle sia una Magonò,” disse invece il Medimago.

“Più o meno. È quella che Lady Albreda chiamerebbe una Magonò di quinta generazione” rispose Cornelia.

Il concetto era strano, eppure suonava in qualche modo familiare.

“Potreste spiegarvi?”

“Secondo le convenzioni attuali, io sono una Magonò, ma poiché i miei figli non hanno alcuna conoscenza del mondo magico e sono incapaci di usare la Magia, sono considerati dei Babbani,” rispose Cornelia, storcendo le labbra. “Tuttavia, trovo più confortante per me e i miei simili la definizione di Lady Albreda: un individuo non-magico sensibile alla Magia. Il vero requisito per essere accettati nella Scuola per Signorine di Miss Bradford è percepire il fantasma di Lady Albreda.”

Galenus inarcò entrambe le sopracciglia quando ricordò che, una volta, Lady Maia aveva espresso una simile idea.

“Sapete da quale casata—”

“Mary sosteneva che la sua trisnonna fosse l’unica figlia di un aristocratico francese sfuggito dalla Rivoluzione,” lo interruppe Cornelia Malfoy con uno sbuffo seccato. “Una storia migliore di quella secondo cui io sarei una figlia illegittima. L’unica cosa che so della famiglia magica d’origine è che sarebbe accettabile per un Malfoy frequentarla.” Sorseggiò pensierosa il suo tè, prima di ammettere: “Ho seriamente contemplato la possibilità di sposare la mia Alexandra con il figlio di Mary, se mai egli avesse manifestato la Magia.”

Galenus tamburellò le dita sulle ginocchia. Poteva trovare una candidata nei registri dell’epoca - di solito, un bambino che non era stato ammesso a Hogwarts “moriva” poco prima o dopo il suo undicesimo compleanno, veniva “mandato dove il clima era più idoneo alla sua salute” o “adottato da un parente nel Continente o nelle Americhe.” Tuttavia, non sarebbe sicuro di aver trovato la giusta Magonò di prima generazione.

“C’è un modo per sincerarsi da quale casato magico discende la signora Riddle?”

Cornelia Malfoy rise amaramente.

“Dottore, nessuno ammetterebbe mai di avere un Magonò in famiglia: persino i miei genitori, che hanno a cuore la mia persona, mi hanno detto chiaramente che non dovrei mai contattarli, a meno che non sia una urgenza! E anche se chiedeste al Fantasma di Albreda Weasley, la sola a sapere di ogni Magonò che ha frequentato la sua scuola dal 1540 a oggi, non ve lo direbbe!”

Galeno annuì, sorridendo imbarazzato della propria ingenuità mentre si congedava. Cornelia Malfoy lo accompagnò nell’atrio, aspettando mentre l’Elfo domestico lo aiutasse a indossare il cappotto.

“E posso chiederle il perché di questo suo interesse, dottore?” disse lei, quasi soffiando come un gatto che cerca di spaventare un cane più grande e pericoloso.

Galenus strinse le labbra pensieroso. Lui e Lady Maia avevano concordato di non rivelare nulla della loro ipotesi finché non avessero avuto abbastanza dati per sostenerla, specialmente dopo il clamore suscitato da un loro articolo pubblicato anonimamente in Francia.

“È per il Bene supremo del mondo magico.” Queste erano state le parole di Lady Maia.

Cornelia Malfoy sbuffò beffarda. “Non avevo idea che simpatizzaste per l’ideologia di Grindelwald.”

Questa volta fu Galenus a ridere.

“Vi assicuro, Signora, che l’unico punto in comune tra quella ideologia fanatica e la mia ipotesi, è che entrambe hanno il potere di cambiare radicalmente il mondo magico.”

Le baciò la mano, si mise la bombetta e Disapparì.

 

* * *

 

Galenus ignorò le pile di denaro, gioielli e oggetti preziosi custodite nel caveau di famiglia. Invece, si diresse verso un banale pilastro sulla sinistra. Puntò la bacchetta su un quadrato scolpito nella pietra, tracciando un disegno complesso e sussurrando sottovoce parole che solo lui conosceva. La pietra svanì, rivelando una semplice scatola di legno.

Il Mago Mediatore la posò su un tavolo vicino, rimuovendo delicatamente la polvere, e la aprì con un incantesimo.

Le lettere erano ordinate per anno, legate insieme con nastri o lacci. Scelse una delle più recenti; le dita accarezzarono la calligrafia femminile mentre i suoi occhi pizzicavano.

 

 

Little Hangleton, 23 marzo 1913

 

Galenus, mio carissimo amico,

 

è possibile che mi sia imbattuta, nel modo più inaspettato, in una maniera per dimostrare la veridicità della mia ipotesi. Tuttavia, prima di procedere, necessito del tuo aiuto per perfezionare e testare la Pozione Genetica.

Ho incluso nella presente un piccolo campione del soggetto in questione che, se non mi è stato mentito e se riteniamo vera la definizione di Albreda Weasley, potrebbe essere un Magonò di sesta e ottava generazione.

Ti raccomando di fare le analisi quanto prima e, se la quantità non fosse bastante, ti prego di comunicarmelo al più presto in modo ch’io possa recuperare una quantità di sangue adeguata.

Includo anche le mie ultime note sulle interazioni delle uova di Occamy con lo Staghorn.

 

Porgi i miei più affettuosi saluti a Jasmine e Rue,

 

La tua devota amica,

 

Maia G.

 

“Avevi ragione, Maia. Avevi ragione…” sussurrò Galenus, asciugandosi gli occhi umidi con la punta delle dita.

Merope Gaunt-Riddle era probabilmente una Magonò di prima generazione particolarmente sensibile, se si considerava vera la definizione di Albreda Weasley. Avrebbe scritto al Professor Dippet non appena fosse tornato a casa per averne conferma. Stranamente, sperava che Merope non figurasse nel Libro delle Ammissioni: avrebbe reso tutto più facile e i risultati più validi. Doveva anche ricostruire l’albero genealogico dei Riddle, controllare i documenti per avere un’idea da chi discendesse la moglie—controllare se il mago nel ritratto fosse davvero l’antenato del marito.

E doveva trovare gli appunti di Maia, quelli che lei aveva nascosto ai Gaunt. Galenus aveva già controllato il suo caveau privato e il cottage vicino a Hogsmeade dove Maia intendeva rifugiarsi con la figlia e il bambino che aspettava. Ma anche se li avesse trovati, c’era la possibilità che fossero in Serpentese, o che avessero bisogno di un incantesimo nella lingua serpentesca per renderli accessibili.

Galenus chiuse la scatola con crescente rabbia.

Aveva aspettato Maia a Hogsmeade per una settimana, poi aveva deciso di usare la sua posizione di medico di famiglia per portarla via da Casa Gaunt. Quella bestia di Marvolo Gaunt lo aveva attaccato non appena si era presentato, accusando il Mediwizard di essere l’amante della moglie e il padre del bastardo che portava in grembo. Solo più tardi Galenus era riuscito a trovare Maia—o meglio, il suo corpo seppellito sommariamente.

Dopo tutti questi anni, lo faceva infuriare il non avere alcuna prova che quella bestia di Marvolo Gaunt avesse ucciso Maia. Il Wizengamot non avrebbe mai considerato come sospetti i pettegolezzi tra i Babbani, riguardo al fatto che lui avesse picchiato Maia per gelosia fino a ucciderla.

Galenus poteva non avere gli appunti di Maia, ma aveva suo nipote. Un neonato, certo, ma che poteva detenere una notevole quantità di Magia quiescente.

Un sorriso cattivo gli distorse le labbra.

“Non vedo l’ora di vedere la faccia di quella bestia quando si renderà conto di quanto possa essere potente il “lurido aborto” di sua figlia!”

 

   
 
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