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Autore: hana_wa_saku    20/01/2022    4 recensioni
Le notti possono essere lunghe e senza sonno quando sei costretto all'esilio e lontano miglia e miglia da casa. Fortunatamente, Luxus ha un intero carosello di sogni, incubi, ricordi e fantasie a tenergli compagnia.
 
"Non si arrenderanno facilmente," mormorai, frastornato dalla deliziosa, funesta arma di distruzione che tenevo tra le mani. Gli accarezzai il viso con il pollice, e posai la fronte contro la sua. "Quando arriva il momento, sii l'angelo caduto che combatte al mio fianco."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fried Justine, Luxus Dreher
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'esilio è il sogno di un glorioso ritorno.'
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'Such, such were the joys. 

When we all girls & boys, 

In our youth-time were seen, 

On the Ecchoing Green.’

- William Blake 1

 

 

Dovevo andare.

Non c'era nulla di cui discutere, e la decisione in fondo non spettava a noi.

Dico questo, eppure non riesco a togliermi dalla mente l'espressione che aveva quando me ne sono andato, un cipiglio severo e altezzoso che ha portato con sé ricordi di giorni lontani, le avventure di due monelli scapestrati che correvano per le strade di Magnolia nel tentativo di sfuggire alle ire del vecchio, quando per portare a termine una missione avevamo finito col distruggere mezza città grazie all'unione dei nostri poteri.

Non siamo più due bambini, e di ciò sono dolorosamente consapevole. Nel corso degli anni le sue guance rosee e piene sono mutate in lineamenti eleganti, e un'espressione distaccata e austera ha preso il posto del timido sorriso che una volta illuminava il suo volto di bambino. E benché io abbia lasciato la mia casa pensando che il perdono del vecchio fosse ciò di cui avevo più bisogno, ho presto scoperto che il viso che tormenta i miei sogni è di qualcun altro, più giovane, più pallido, ben più delicato, e incomparabilmente più doloroso alla vista.

Doloroso in sogno, sì, e ancor di più quando non mi resta che cercare il suo sguardo tra le spire fumose di un incubo. Quello che più detesto – un incubo ricorrente – consiste essenzialmente in una rissa. Non so nemmeno dove mi trovo, né perché io lo stia facendo, eppure combatto con tutte le mie forze contro centinaia di maghi, fino al punto in cui qualcuno riesce finalmente a colpirmi. A quel punto perdo l'equilibrio, e la terra si trascina lontano, disgustata, spaccandosi in due per evitare il mio tocco. Io precipito nello squarcio, gridando fino a che la mia voce non si spezza e il suo nome è tutto ciò che ricordo, certo che prima o poi lui arriverà – l'ha promesso, ha giurato di restare al mio fianco per sempre, non è così?

Talvolta scorgo i suoi occhi che mi fissano, muti e intransigenti, tra la folla dei nostri – o meglio, suoi, visto lo stato attuale delle cose – compagni di gilda. Più spesso, tuttavia, non si dà neanche la pena di mostrarsi, eppure io so che c'è, celato alla vista tra le persone che una volta mi amavano, nascosto nel boato di applausi, risate e grida di scherno che mi circondano mentre precipito nel vuoto verso il centro della terra.

A quel punto sono abbastanza angosciato da svegliarmi, e l'incubo presto si dissolve alla luce tremolante del fuoco da campo; una volta che il sudore si è raffreddato sulla pelle e l'assordante ruggito del sangue ha smesso di pulsarmi nelle orecchie, tutto ciò che resta del sogno è il dolore che mi indugia nel petto, e mi lascio andare a un pianto silenzioso.


*
 

Siamo in pieno inverno, e probabilmente non dovrei dormire all'aperto.

Il vecchio mi ucciderebbe se sapesse – "Anni e anni di impegno e dedizione per preservare la tua salute cagionevole, solo perché tu ora possa dormire nella neve come un cane randagio! Vuoi farmi venire un colpo per la preoccupazione, marmocchio ingrato?" – ma c'è un senso di quiete e riposo tra gli alberi che sembra rendere tutto più semplice, quasi indolore, almeno quanto basta perché io riesca a ritrovare il sonno. Anche da bambino, nel periodo in cui il vecchio bandì mio padre, boschi e foreste nei dintorni della gilda erano il mio rifugio prediletto: lì passavo il tempo distruggendo a colpi di fulmini e saette qualunque cosa su cui posassi gli occhi, fino a che tutto ciò che avevo intorno non era ridotto a un cumulo di legna bruciante e ceneri fumanti, e io ero tanto esausto da non riuscire a pensare a nient'altro, pieno di un perverso senso di soddisfazione mentre il fuoco divorava ogni cosa.

Molte volte però, proprio mentre me ne stavo lì, ansante e privo di forze, ecco che con la coda dell'occhio scorgevo un movimento alle mie spalle, e mi voltavo in tempo per trovare Fried a pochi metri da me, seduto composto con un libro in grembo, apparentemente privo d'interesse e perlopiù indifferente di fronte ai miei scoppi di collera.

Invece di alimentare la mia insoddisfazione e il mio desiderio di fare a pezzi qualcosa, il suo contegno e i suoi modi distinti erano stranamente disarmanti, e quasi ogni volta finivo col sedermi accanto a lui, sbirciando quei segni misteriosi in rispettoso silenzio, ancora e ancora, fino al punto in cui era lui stesso, esasperato, a sospirare e rifilarmi qualcosa da leggere.

Non posso che sorridere, pur nella morsa del dolore. Questi sono alcuni dei ricordi più dolci della mia intera esistenza; il pensiero che potrei aver perso per sempre il loro co-protagonista mi è intollerabile.

Aggiustando la schiena contro il tronco rugoso di un albero, mi avvolgo più stretto nel mantello e prendo un lungo, profondo respiro che mi riempie i polmoni della cupa dolcezza dell'inverno. L'aria è gelida e frizzante, la terra odora di ghiaccio e neve sporca; la mente vola, e presto mi ritrovo a seguirla, cieco e pieno di nostalgia.

Non si tratta di un sogno, stavolta. Questo, dico a me stesso, è un ricordo.


*


"È tutto pronto," disse Fried, camminandomi incontro sul tetto della cattedrale di Cardia, quella sera fatale in cui ci si presentò l'ultima occasione per fare un passo indietro ed evitare quella follia, e scegliemmo di non farlo. "Le trappole sono al loro posto, le rune completate. Cos'altro desideri che faccia?"

Lo guardai, sottile e incantevole nella luce dorata del tramonto, la morte nelle spoglie di un principe, e non risposi.

"Tu sogni di conquiste e rovine, ma non ci rendi partecipi di ciò che pensi," disse lui. "Perché tieni per te i tuoi pensieri? Bickslow ed Ever sono in fermento, irrequieti al pensiero di ciò che ci attende di domani, e riesco a stento a tenerli a bada."

"E tu?", lo canzonai. "Cosa devo aspettarmi dal mio capitano, una volta che il sole sarà sorto?"

Lui guardò lontano, ammirando il tramonto, e rimase in silenzio per un attimo. "Farò ciò che mi chiedi," disse infine.

Sorrisi, lieto e segretamente orgoglioso di quelle parole. "Lo farai?"

Con mia grande sorpresa, la sua postura s'irrigidì. "Ti ho forse dato motivo di mettere in discussione la mia lealtà?", replicò con freddezza, lasciando scorrere lo sguardo sul mare di pietra e tetti d'ardesia che si estendeva ai nostri piedi.

"Non ancora," concessi, "ma i legami sono fragili, come il mio stesso padre può testimoniare, e io ho bisogno di sapere. Resterai al mio fianco fino alla fine?"

La sua voce si addolcì, come se all'improvviso avesse compreso qualcosa. "Non hai bisogno di chiedere," disse, avvicinandosi per guardarmi negli occhi. "C'è qualcosa che non vuoi dire, eppure te lo chiederò ancora, Luxus. Cosa vuoi che faccia?"

"Cosa voglio?" Lo afferrai per un braccio e lo trassi ancor più vicino. "Voglio che tu stia al mio fianco."

"Lo farò."

"Voglio che mi porti gloria e vittoria."

"Sì," giurò in un sussurro. "Che altro?"

Scostandogli i capelli dal viso, scoprii il suo occhio destro e lo guardai con profonda intenzione. "Prima della fine, voglio che scateni il tuo vero potere. Lascia che sappiano, lascia che conoscano l'uomo che ho scelto come mio secondo in comando. Domani, lascia che tutti vedano come ti sei guadagnato il nome di Fried l'Oscuro."

Lui ricambiò lo sguardo, e obbedì dolcemente. Un'ombra guizzò nella sua pupilla, e da essa si riversò un'oscurità densa come sangue, fino a che l'intero occhio non fu colmo fino all'orlo di un nero liquido, ricco e lucente. Il suo respiro si fece più profondo, il battito del cuore appena più rapido, e persino l'odore del suo corpo cambiò impercettibilmente.

"Non si arrenderanno con facilità," mormorai, frastornato dalla deliziosa, funesta arma di distruzione che tenevo tra le mani. Gli accarezzai il viso con il pollice, e posai la fronte contro la sua. "Quando arriva il momento, sii l'angelo caduto che combatte al mio fianco."

 

*

 

Ed eccomi di nuovo sveglio, più affranto che angosciato questa volta.

Il tempo guarisce ogni cosa, ha detto Mira prima che me ne andassi. Non ti ho perdonato, ha aggiunto, ma lo farò. Con il tempo, spero che anche tu riuscirai a perdonarti.

Le sue parole hanno continuato ad echeggiarmi nella mente mentre sostavo tra la folla, solo qualche ora dopo, incapace di trovare il coraggio di abbandonare la città, mentre la parata dei carri di Fantasia passava con grande clamore per le strade affollate di gente. Ero giusto sul punto di andarmene quando il vecchio ha alzato una mano, e senza alcun preavviso mi sono ritrovato a guardare le persone che avevo amato e ferito – e plausibilmente perso per sempre – rendermi un omaggio pieno d'amore e rispetto.

Come potrei mai essere in grado di perdonare me stesso, mi domando, semi-soffocato da un grumo di rimorso e disgusto per me stesso, sapendo che ero sul punto di distruggere tutto questo?

Se solo potessi essere con loro ancora una volta, sapendo ciò che so ora. Se solo Fried sapesse ciò che ho da dire...

È semplice e naturale per me immaginare la sua sagoma appoggiata al tronco dell'albero che mi sta di fronte, le braccia incrociate sul petto, la spada assicurata sul fianco sinistro. Mi manca a tal punto che posso quasi sentire il suo odore, e se metto abbastanza impegno nelle mie fantasticherie, posso persino udire Bickslow che borbotta parole senza senso nel sonno ed Ever che russa sonoramente alle sue spalle.

Se fossimo davvero accampati insieme tra gli alberi, sono certo che Fried presto noterebbe il mio sguardo, e un affettuoso, severo cipiglio incresperebbe il suo viso.

"Che ci fai sveglio?", mi rimprovererebbe, serio solo a metà, avvicinandosi piano. "La missione non è ancora finita, torna a dormire. Tra qualche ora il turno di guardia toccherà a a te."

"Ma non ho sonno," mi lamenterei io. "Proprio per niente."

Con un leggero sospiro, Fried estrarrebbe la spada e disegnerebbe qualche rapido segno sul terreno attorno a me, poche rune per aiutarmi a prendere sonno. In questo momento, anche solo il ricordo del suono della sua spada che mozza inavvertitamente qualche ciuffo d'erba mi riempie di tormento e desiderio.

"Spero che tu ti renda conto di quanto sei viziato."

Sorrido, sentendomi finalmente assonnato. "Mi chiedo di chi sia la colpa," rispondo a quell'immagine così dolorosamente reale.

Quando la mia espiazione sarà compiuta, prometto a me stesso, gli dirò ogni cosa.

"Torna a dormire, Luxus," sussurra lui, anche se solo nella mia immaginazione, e il calore più dolce mi si sparge nel petto. "C'è ancora così tanto da fare."

"Farò tutto ciò che devo," mormoro io, un istante prima di scivolare in un sonno sereno e senza sogni. "Aspettami."

Qualunque cosa accada, sarò degno di ciò che provo.












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1 Si tratta di una poesia di William Blake, "The Ecchoing Green", tratta dalla raccolta "Songs of Innocence and of Experience: Showing the Two Contrary States of the Human Soul", e può essere tradotta approssimativamente in questo modo: "Tali, tali erano le gioie/quando tutti noi, ragazzi e ragazze,/trascorrevamo il tempo della nostra gioventù/tra i prati riecheggianti". Ho trovato che comunicasse un senso di nostalgia e dolcezza al ricordo dell'infanzia che ben si sposava con ciò che avevo in mente per questa storia.

Questa storia costituisce la prima parte di una piccola raccolta; le storie che seguono verranno pubblicate - mi auguro - a breve.  
Una recensione, anche breve, è di fondamentale importanza per chi scrive, quindi non siate timidi e fatemi sapere che ne pensate! 
E soprattutto dimostratemi che questo fandom è ancora vivo e vegeto pls

Alla prossima!
Hana 💮︎

   
 
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