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Autore: Nihal07    23/01/2022    1 recensioni
[KakaSaku, Anti SasuSaku] E se raggiunto il tuo obiettivo, questo rivelasse un futuro incerto? Se le tue aspettative si rivelassero il risultato di una corsa senza mai aver guardato per davvero l'orizzonte? Ora Sakura deve scegliere: percorrere la strada precedentemente segnata dal passato o scoprire un sentiero tutto nuovo? La guerra le permetterà di ricominciare.
Genere: Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Ascolto


Erano passati un paio di giorni dall'incontro di Sakura e Kakashi. Cosa era successo? A tratti, ci ripensava. Non così frequentemente, ma abbastanza da distrarla dalla monotonia del lento passare delle ore. Aveva avvertito dolcezza, tenerezza, imbarazzo. Si sentiva piacevolmente solleticata dall'idea di ripiombare senza preavviso nello studio di Kakashi ma aveva deciso di non dare a quel pensiero più credito del dovuto.
La biblioteca non era particolarmente lontana da casa sua, in dieci minuti a piedi la raggiunse senza difficoltà. Doveva restituire un libro che aveva preso in prestito, ormai era sua abitudine avvisare la bibliotecaria e metterlo a posto lei stessa. Poteva affermare che quel posto era ormai diventato la sua seconda casa. Salì le scale fino a raggiungere il primo piano e non appena varcò l'entrata dell'ampia sala che custodiva al suo interno svariati scaffali pieni di libri e giornali non potè notare la presenza dell'Hatake seduto ad un tavolo con un grosso tomo in mano. Qualcosa di noioso e pieno di parole, strano per uno che aveva sempre amato le letture di Jiraya.
Qualcosa in quella coincidenza la imbarazzò tanto da pensare di poggiare il libro in silenzio ed andarse. L'altra parte di Sakura era disperatamente curiosa di capire cosa stesse leggendo. Mise a posto il suo libro e lentamente si fece strada verso Kakashi. Mancavano ancora un paio di metri quando l'uomo si girò verso di lei: "Hai un profumo diverso oggi. Se non fosse stato per il rumore dei tuoi passi, non ti avrei riconosciuta."
Sakura sorrise stupita e divertita: "Fortuna che hai usato la parola profumo. Avrei potuto fraintendere e tirarti un ceffone."
Kakashi tornò a guardare il suo libro: "Non mi permetterei mai di offendere una signora."
La rosa si annusò una manica della maglietta: "Sfortunatamente non sono io, è il nuovo prodotto che uso per lavare i vestiti." Si sporse verso il tavolo: "Cosa stai leggendo?"
"Non vuoi davvero saperlo."
La ragazza si sedette, i gomiti appoggiati al tavolo e il mento sulle mani aperte: "Sono tutta orecchi. Magari sarai più incline a raccontarmi di questo libro rispetto a quelli che leggevi prima: i tuoi romanzi 'fuori dagli schemi'."
L'uomo non distolse lo sguardo dal libro. "Sono racconti romantici, dai modi cavallereschi, pieni di passione... Cose che probabilmente voi giovani ignorate."
Sakura non seppe se sentirsi offesa dal 'voi giovani'. Percepiva così evidentemente la loro differenza d'età? La cosa la infastidiva, anche se non dedicò troppo tempo al capire perchè. "Fatico a crederti avendo conosciuto l'autore."
L'Hatake alzò la testa e la guardò dritta negli occhi: "Perchè non provi a leggerne uno? Non sono così proibiti come credi."
"Perchè non me ne presti uno allora?" Sakura non seppe il motivo legato all'inclinazione della sua voce, divenuta ad un tratto più suadente ed ironica. Forse si sentiva sfidata da quell'uomo? Era il suo orgoglio a parlare? Sapeva solo che avrebbe continuato volentieri a giocare.
Kakashi rimase per un attimo in silenzio poi tornò a guardare il suo libro con disinvoltura: "Si tratta di un pò di storia su Konoha. Mi hanno proposto qualche modifica strutturale del villaggio ma non mi convincono."
Sakura si rilassò sulla sedia: "Sai che ci sono persone negli uffici sottostanti al tuo dedicate a scremare queste richieste?"
L'uomo alzò lo sguardo e cercò spudoratamente di mentirle. "No, non ne ero a conoscenza."
Eccola, un'incrinazione debole e poco percettibile, ma lei rimaneva pur sempre una donna.
"Invece si, lo sai. Passi fin troppo tempo in quel palazzo per non saperlo."
L'Hatake scosse la testa e alzò le mani: "Mi hai scoperto. Semplicemente non voglio decidano altri per me. Quando mi sottoporranno il problema, sarà già la scrematura di una scrematura. Amo troppo questo villaggio per lasciare ad altri la possibilità di indirizzare la mia opinione con i loro innocenti ma, pur sempre personali e soggettivi, riassunti."
Sakura rimase in silenzio. Stupita, con un senso di ammirazione dentro di lei. Ecco perchè Kakashi era diventato Hokage.
L'uomo si portò una mano dietro al collo, grattandosi imbarazzato: "Credi sia stupido?"
Assolutamente affascinante. "No, ma ora capisco perchè fai spesso tardi."
Kakashi sorrise: "Dopo quello che mi hai insegnato, ho ridotto di molto i miei tempi di lavoro. Grazie."
La rosa non potè fare a meno di arrossire ma distolse l'attenzione dall'evento alzandosi in piedi e sistemando la sedia: "Sono felice di esserti stata d'aiuto."
L'Hatake non ci pensò troppo, lo disse e basta: "Vieni a fare un giro con me?". Notata la perplessità di Sakura chiuse il libro e si alzò anche lui: "Devo pur testare sul campo la fattibilità delle modifiche che dovrò approvare." Abbassò la voce. "Credo sia estremamente noioso farlo da soli." Cosa stava facendo?
Sakura annuì e si diresse verso l'uscita.

Dopo una perlustrazione che durò un'ora, arrivarono in prossimità di un vialetto alberato, fuori dal centro del paese.
"E giusto per finire, qui ci aggiungerei..." Sakura indicò i terreni circostanti la strada nel modo in cui fa un re con i suoi vastissimi territori.
"Alberi." Disse Kakashi in tono riflessivo.
"Esatto."
"Non ti ho sentito ripetere molto altro da quando siamo partiti."
Sakura rise sedendosi su una panchina: "Credimi, gli alberi sono la soluzione a qualsiasi problema." Lo disse con un'espressione saggia in volto, come se sapesse di cosa stava parlando.
Kakashi si sedette pacato, di fianco a lei. Sospirò, allargando le braccia e abbracciando gran parte dello schienale della panchina. Guardò in alto verso il cielo e chiuse gli occhi. Lo disse con naturalezza ma senza guardare Sakura negli occhi. Non c'era nulla di strano o inappropriato nelle sue parole, semplicemente aveva l'impressione che ciò che stava per ammettere lo portasse un passo più vicino alla ragazza. "Mi piace questo tempo, passato insieme."
L'Haruno lo guardò stupita: aveva sentito bene? Pochi istanti dopo l'uomo ricambiò il suo sguardo e le sorrise: "Sapevo fossi una persona acuta, sensibile. Quello che non sapevo, è che riesci a rendere le cose divertenti, leggere."
Sakura si toccò i capelli, sistemandoseli da una parte dietro l'orecchio. Non si aspettava quelle parole, non da Kakashi. Infondo si conoscevano da anni... Si conoscevano davvero? Quanto di quell'uomo le era oscuro? Tra loro non c'era mai stato un rapporto di amicizia. Forse era un legame basato sul rispetto, sulla stima che sentivano l'uno per l'altra... Ma ora, che cosa la stava facendo sentire così 'senza fiato'? E Kakashi, che cosa stava vedendo ora? Non poteva lasciar trapelare queste emozioni di cui nemmeno lei era a conoscenza.
Appoggiò la schiena alla panchina con disinvoltura, ma nascose la piacevole percezione del braccio dell'uomo dietro le sue spalle. Non che Kakashi stesse facendo qualcosa, il che la faceva sentire ancora più ebete nello star costruendo percezioni che probabilmente nascevano principalmente da lei. Si scostò leggermente nonostante quel contatto non la infastidisse per niente. "Mi fa piacere... Insomma... Speravo che il mio atteggiamento potesse tirarti su il morale."
Kakashi la guardò per un attimo in silenzio, poi alzò lo sguardo intercettando la posizione del sole: "è circa mezzogiorno... Credo di dover andare."
Sakura annuì, la tensione le stava provocando dei crampi alle spalle.
Ad un tratto, un rumore di passi catturò l'attenzione della ragazza, la quale notò una figura farsi strada lungo il vialetto. Rimase interdetta alla sua vita, quasi delusa per quella interruzione. Fu un sussurro: "Sasuke...", ma Kakashi la sentì voltandosi a sua volta. Il ragazzo fece un cenno di saluto con la testa, e l'Hatake si alzò con disinvoltura ricambiando. "Di ritorno presumo."
Sasuke annuì: "Esatto. Credo lascerò passare qualche tempo prima di partire di nuovo." Per un attimo posò lo sguardo su Sakura, la quale lo sostenne poco convinta.
Kakashi sorrise: "Bei tempi, quando l'essere un ninja non consisteva solo in burocrazia e cerimonie. Vi lascio, con permesso."
La rosa annuì, salutandolo con un debole sorriso che l'Hatake notò. Sfortunatamente, non ci fu il tempo di indagare. La ragazza seguì serena il suo allontanarsi, così calmo nei movimenti, in quella camminata che non era cambiata dopo anni.
La sua attenzione venne richiamata da Sasuke che si sedette di fianco a lei: "Non ho più avuto tue notizie."
"Sei partito di nuovo."
Il ragazzo annuì: "Ora rimarrò al villaggio per più tempo, il che mi porta a rinnovare la mia proposta."
Sakura abbassò lo sguardo: "Ci penserò."
Non era la prima volta che Sasuke glielo sentiva dire: "Sai bene che non puoi evitarmi per tutta la vita."
La rosa si indispettì per qualche istante, giusto il tempo di reprimere una risposta istintiva e tagliente. "Cosa te lo fa pensare?"
Sasuke le sorrise, quel sorriso controllato, di chi sa prevedere cosa succederà da un momento all'altro. Ad un tratto posò la mano su quella di Sakura: "Il modo in cui mi guardavi. Il modo in cui mi hai sempre guardato tutti questi anni."
La ragazza non si ritrasse da quel contatto. Sentì risuonare in lei sentimenti contrastanti: rabbia, dolcezza, nostalgica euforia per quell'infatuazione che aveva creduto potesse durare in eterno. Ora aveva davanti Sasuke, colui che aveva sognato per tutti quegli anni, sulla quale foto aveva pianto per notti intere. Poi lo rivide, il suo addio, il come la colpiva e lasciava su quella panchina. Come non si era fatto scrupoli ad attaccarla per ferirla prima che Kakashi bloccasse il suo attacco o Naruto la salvasse...
Sakura scostò la mano e si alzò sistemandosi il vestito. Una parte di lei, forse, credeva che l'aver combattuto per riportarlo a casa dovesse pur significare qualcosa. "Ora ti guardo Sasuke, ma non posso fingere di non essere ferita dal passato."
Il ragazzo sospirò, deluso, mentre Sakura si voltava, consapevole che non sarebbe stato facile capire che cosa avrebbe fatto di lì in avanti. O forse si?
  
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