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Autore: Nihal07    23/01/2022    1 recensioni
[KakaSaku, Anti SasuSaku] E se raggiunto il tuo obiettivo, questo rivelasse un futuro incerto? Se le tue aspettative si rivelassero il risultato di una corsa senza mai aver guardato per davvero l'orizzonte? Ora Sakura deve scegliere: percorrere la strada precedentemente segnata dal passato o scoprire un sentiero tutto nuovo? La guerra le permetterà di ricominciare.
Genere: Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Una fine e un nuovo inizio

 
Hinata le aveva chiesto di accompagnarla a salutare Neji. Almeno una volta ogni due settimane la mora andava a fargli visita. Portava un grande mazzo di gigli bianchi e con maestria e grazia li sostituiva a quelli secchi. Anche Sakura decise di prendere dei fiori, precisamente delle rose bianche. Dopo una giornata passata insieme, nel tardo pomeriggio si recarono fino al cimitero di Konoha. Era un luogo triste, pieno di ricordi, ma i colori del tramonto gli infondevano una nuova vita. Quando arrivarono alla lapide di Neji, Sakura notò una figura più che familiare poco lontana da loro e con delicatezza, prima di poggiare i fiori, sfilò una rosa dal mazzo che aveva acquistato in fioreria sperando che Neji non si offendesse. Rimasero lì per una decina di minuti, poi Hinata ringraziò Sakura per la bella giornata e se ne andò. La rosa decise di avvicinarsi con estrema cautela all’uomo. Non voleva turbare uno spazio così intimo perciò aspettò prima di attirare la sua attenzione, lontano da quell’immagine così poetica ma allo stesso tempo nostalgica.
 
“Hey… Perdonami, è da un po' che non vengo a trovarti…” Kakashi si accucciò sulla lapide che indicava il luogo di sepoltura di Rin. Le aveva portato una rosa rossa e aveva chiesto ad Ino di incartarla e fissarla con del nastro bianco. “Sai, non è un periodo semplice questo. Diventare Hokage mi ha spiazzato, puoi dire ad Obito che non si è perso proprio nulla.” L’uomo sorrise come se Rin fosse davanti a lui, in carne ed ossa, poi sospirò. “Mi manchi molto.” Sentì gli occhi inumidirsi e tutto ad un tratto le parole gli morirono in gola. Gli sembrava sbagliato doverle ammettere i pensieri maturati in questi giorni, come se questi potessero ancora ferirla: “Forse non dovrei dirtelo ma… La morte di Obito è stata come la chiusura di un capitolo, è stato come morire e rinascere di nuovo. Io sto ricominciando Rin e non posso lasciare spazio ai sensi di colpa, al passato, ai ricordi che ti appesantiscono l’anima. E non fraintendermi, tu sei uno dei ricordi più belli della mia vita.” Appoggiò delicatamente una mano alla lapide, la accarezzò percependo il freddo marmo sotto i polpastrelli. “In questi giorni qualcuno mi sta dando una mano… Mi fa sentire migliore, accolto, mi guarda come facevi tu molto tempo fa. Mi vede davvero e io credo di iniziare a provare…”
“Kakashi!”
L’uomo alzò di scatto la testa e si voltò quasi allarmato. Sakura dovette intercettare la sua espressione: “Scusami, non volevo disturbarti, mi dispiace”.
L’Hatake scosse la testa e si alzò: “Che parte hai sentito?”
Sakura gli sorrise: “Nulla, credimi. Mi sono appena avvicinata: ho accompagnato Hinata, voleva salutare Neji.”
Kakashi annuì, ricordando la recente perdita. “Mi dispiace.”
La rosa gli si avvicinò: “Anche a me.” Poi osservò la lapide di Rin e il fiore che l’uomo le aveva portato. In un qualche modo percepiva Kakashi così distante, riservato, quasi come se non avesse mai avuto bisogno di nessuno su cui appoggiarsi per vincere le difficoltà. Le scaldava il cuore vedere come nella sua vita, invece, potesse esserci stato qualcuno a cui l’Hatake teneva così tanto. “Quindi lei è Rin.”
“Si. Era una mia compagna di team.”
Sakura si soffermò a guardarlo. Conosceva gran parte della storia ma voleva dargli modo di parlare, se ne sentiva il bisogno. “Come è successo?”
“Si è sacrificata per il villaggio, per le nuove generazioni… Per me…” Sorrise debolmente. “Non so cosa vedesse nel sottoscritto, ma… Mi amava… E il suo amore era dolcezza, comprensione, determinazione…” Per un attimo trattenne il fiato, come se in quel momento la risposta più importante di tutta la sua vita fosse arrivata. “E io non ho avuto abbastanza tempo per capire se potevo amarla nel modo in cui meritava.”
Sakura percepì tutta la tristezza che aveva accompagnato la morte di quella ragazza. “Il modo in cui la ricordi… Credo sia una delle prove d’amore più belle…” Poi si abbassò all’altezza della lapide porgendo e sistemando la rosa bianca vicino a quella scelta da Kakashi. “Allora credo di doverti ringraziare Rin, è anche merito tuo se Kakashi è ancora qui.” Poi si girò a guardare l’uomo, rimasto in piedi dietro di lei. Gli sorrise e l’Hatake non potè far altro che rispondere allo stesso modo, apprezzando la delicatezza di Sakura.
Quando si alzò, la rosa gli accarezzò il braccio come segno della sua vicinanza. La stupiva come lo stesso gesto, in contesti differenti, potesse significare così tante cose. In quel momento Kakashi si sentì al sicuro. Era come se quella confessione così privata avesse finalmente reso possibile un nuovo inizio. Come se potesse depositare un po' di quel dolore senza sentirne più il peso. Il rivedere Obito e avere avuto la possibilità di spiegarsi era stato come respirare di nuovo. Il dolore per la sua perdita era comunque presente, ma sentiva che nulla di non detto era rimasto in sospeso. Fu questione di pochi attimi e istintivamente, cercò Sakura, sporgendosi verso di lei e abbracciandola. Per un attimo la rosa rimase interdetta ma non si spostò nemmeno di un passo, comprendendo l’urgenza di quel gesto. Rispose con delicatezza, accarezzandogli la schiena: “Mi dispiace…”
Kakashi si staccò appoggiandole una mano sul collo a accarezzandola con il pollice: “Grazie.”
La rosa arrossì ma stette in silenzio in attesa che l’uomo rompesse quel contatto. Quando lo fece, lei passò al contrattacco: “Oggi non lavori. Vieni a bere qualcosa da me? Dobbiamo diluire tutte queste emozioni.”
Kakashi sorrise ironico. “Non è una cosa che ho sentito dire spesso in mezzo ad un cimitero.”
La ragazza, la quale stava ripercorrendo il vialetto principale, si voltò verso di lui portandosi le mani alla bocca in una smorfia ironica di stupore. L’Hatake fece qualche passo verso di lei prima di percepire una leggera brezza accarezzargli la schiena. D’istinto si voltò e per un attimo volle credere in ciò che di infinitamente misterioso la vita nasconde e rivolse uno sguardo dolce alla lapide di Rin: “Grazie”.
  
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