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Autore: EcateC    29/01/2022    2 recensioni
✒︎ POST WANDAVISION, LOKI e SPIDER-MAN NO WAY HOME
✒︎ SCARLETSTRANGE
Che cosa succederà in "Dottor Strange nel Multiverso della follia"? Nell'attesa che arrivi maggio, vi offro una mia romantica versione dei fatti, in cui Wanda, Strange e Loki si ritroveranno a convivere insieme nel Sanctum Sanctorum e ad affrontare questa complessa avventura che è il Multiverso...
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor Stephen Strange, Loki, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Visione era tornato. Proprio lui, con un aspetto diverso, ma lui.

Era stata una notizia fantastica, certo.

Wanda aveva pianto di gioia e la sua magia si era talmente espansa che aveva per un attimo illuminato di rosso tutto il Sanctum Sanctorum. Loki era stato contento, Wong era stato contento, Stephen Strange invece non era stato contento. Non riusciva a esserlo. La cosa che più gli dava fastidio era questa assoluta e insopportabile perfezione che Visione sembrava avere. Visione era potentissimo, velocissimo, gentilissimo e intelligentissimo. Più alto, più muscoloso e più grosso, forse anche più bello. Tutti lo adoravano e lui era insopportabilmente modesto e disponibile con chiunque, anche con lui. Una volta gli aveva perfino salvato la vita e Strange, invece di ringraziarlo, riuscì a provare solo un’infuocata e insensata irritazione. Ancora poco e avrebbe preferito essere colpito.

Ma Stephen non era un idiota, sapeva che quella perfezione era il precipitato della sua natura puramente sintetica e meccanica. Visione non era un uomo e di conseguenza era scevro di tutti i difetti, le mancanze e i vizi che hanno gli uomini. La sua disumanità lo rendeva perfetto, il suo cervello artificiale era un sistema operativo complesso e molto preciso che raramente lo induceva in errore. Ma era comunque un sistema operativo, un robot, una cosa.

Wanda era una donna e aveva diritto a un uomo, non a una cosa. Stephen su questo era irremovibile. Forse per deformazione professionale, i suoi studi medici lo portavano ed enfatizzare certi aspetti piuttosto che altri, dato che per lui gli organismi viventi si dividevano in unicellulari e pluricellulari, il resto erano oggetti, sassi, soldi. 

Non poteva credere che Wanda lo amasse così tanto. Insomma, era ovvio che Visione era perfetto, non era umano! Non era caldo, non aveva un cuore che batteva e probabilmente non aveva nemmeno gli attributi per fare l’amore con lei.

Questa era stata una magra e breve consolazione, perché quando Stephen se lo vide arrivare nel piano nobile del tempio con un aspetto diverso, umano, rimase deluso.

“Che novità é questo aspetto da essere umano?” gli chiese malamente, senza guardarlo.

“Così posso mimetizzarmi meglio tra voi, dottore” gli rispose tranquillamente.

“Qui di uomini veri e propri ci siamo solo io e Wong, più un asgardiano. Non ne vedo la necessità.”

Visione gli sorrise “D’accordo. La verità è che l’ho fatto per Wanda, per stare con lei.”

Strange forzò un sorriso “Certo.

Al diavolo.

 

“Non trovi che Visione sia… Fastidioso?”

“Perché mai?” chiedeva giustamente Wong “Io lo trovo fantastico. Ha salvato un’intera scolaresca di bambini solo stamattina e ci sta aiutando alla grande col Multiverso.”

Strange si sentì più irritato che mai.

“Mi domando perché non abbiate scelto lui come Stregone Supremo se è così perfetto” sibilò arrabbiato.

Wong ridacchiò.

“Qui qualcuno è un po' geloso o sbaglio?” insinuò quest’ultimo, con un sorriso compiaciuto. Strange fece uno sbuffo e minimizzò con uno sventolio della mano.

“Non essere ridicolo. È a malapena un computer parlante, Wong, ci può dire le previsioni del tempo, può organizzarci l’agenda, ma certo non mi rende geloso.”

“Sai qual è il fatto, Strange?” lo pungolò Wong, divertito “Hai trovato qualcuno migliore di te e la cosa ti non sta bene.”

“Migliore di me. Basta che gli tolgo il cavo della corrente e il gioco è fatto” esagerò, bisbetico “E comunque il Multiverso sta per crollare e se ora Scarlet Witch è distratta da quel cellulare gigante, è un problema anche nostro.”

“Ha qualcosa contro di me, Dottor Strange?” domandò pacatamente Visione Bianco, comparendo alle loro spalle. Non toccava terra e guardava prima uno e poi l’altro con aria risoluta.

“No, Visione, nessun problema” rispose Wong per lui “Stavamo solo esprimendo preoccupazione per l'imminente battaglia.”

Visione annuì. “La preoccupazione è comprensibile. Ma comunque andrà, sarà un onore per me combattere al vostro fianco.”

“Altrettanto per noi” concordò Wong “Vero, Stephen?”

“Ma certo” esclamò Strange con un sorriso tirato, che non sfuggì a Visione.

 

 

***

 



“Wanda.”

La donna si voltò verso Visione con un sorriso raggiante.

“Credo che il Dottor Strange ce l’abbia con me.”

Wanda ridacchiò. “No, non farci caso” gli disse dolcemente, mettendogli le mani sopra le spalle “Essere indisponente fa parte del suo carattere.”

“Mi ha chiamato cellulare gigante e sono abbastanza sicuro che abbia detto qualcosa a proposito delle previsioni del tempo.”

“Cosa?” esclamò, divertita “Vis, non devi ascoltarlo. Te l’ho detto, è così lui di carattere. Anzi, vado a dirgliene quattro.”

“No” la fermò subito “Non voglio che litighi con lo Stregone per colpa mia.”

“Io e Strange non litighiamo” lo rassicurò Wanda “Al limite ci scagliamo solo qualche maledizione, ma poi siamo amici come prima.”

“Ma…”

“Torno subito” lo baciò in bocca e poi gli sorrise “Sono ancora così incredula che tu sia qui. Ho quasi paura di svegliarmi.”

Visione bianco le sorrise “Non è un sogno, io sono qui.”

“E io ti amo” gli dichiarò dolcemente Wanda, poi uscì dalla loro camera e andò in cerca di quel burbero del suo amico.

Per quanto dall’esterno potesse sembrare solo un palazzo dall’aspetto originale, il Sanctum Sanctorum dentro era molto di più. Era enorme, al punto che trovare Strange si rivelò un’impresa alquanto ardua. Wanda non voleva utilizzare i propri esausti poteri, ma dopo mezz’ora di ricerche si sentì costretta a farlo: lanciò un incantesimo in quel tempio, dando luce a tutte le generazioni di rune dorate che i predecessori di Strange avevano posto secoli e secoli fa. La magia di Wanda si espanse e uscì oltre quella sola stanza, raggiunse le scale fino a che non colpì il diretto interessato.

“Questo luogo è sacro!” Strange comparve direttamente da un portale “Come ti permetti di usare la tua magia qui dentro?”

“Avevo bisogno di parlare con te e non ti trovavo da nessuna parte” si giustificò Wanda.

“Ero impegnato, sai, il mondo è sotto attacco” tagliò corto Stephen.

“No, non eri impegnato” esclamò Wanda, seria “Perché hai detto a Vis quelle cose?”

“Non ho detto niente a Vis” la provocò Strange con una smorfia. Wanda si mise le mani sui fianchi, era notte e aveva passato l’intera giornata a combattere, non aveva voglia di combattere verbalmente con Strange e per di più per delle sciocchezze.

“Ma perché non ti rassegni e basta?” gli disse schietta, senza timore di ferirlo.

Lui la guardò male “Rassegnarmi non fa parte del mio carattere.”

“Devi” gli disse severamente Wanda “Io lo amo, Stephen. Lo devi accettare.”

“No, non è vero.”

Wanda lo guardò con gli occhi sgranati, quell’uomo era incredibile. “Saprò io quello che provo o hai il coraggio di presumere i miei sentimenti?”

“Tu ti imponi di amare lui perché è più semplice, ma il problema è che non è vero, non può essere vero. Noi due siamo uguali, Wanda, guardaci!” esclamò convinto “Siamo fatti per stare insieme!”

“No” gli disse duramente lei “Non siamo uguali, Stephen. Io non sono come te.”

“E cosa vorresti dire con questo?”

“Voglio dire che io non sono una stronza che tratta tutti con sufficienza solo perché si sente più potente di loro.”

Lui fece un’espressione ferita “Io… Io non tratto nessuno con sufficienza.”

“Tu tratti tutti con sufficienza! Tratti male Wong, tratti male Loki e ora hai addirittura parlato male di Visione, che è l’essere più giusto e corretto che sia mai esistito.”

“Ma il punto è che non è un essere, è un sintezoide!” sbottò esacerbato, senza riuscire più a trattenersi "Un ammasso senziente di fili elettrici che potrebbe essere ripristinato in un frigorifero senza che nemmeno se ne accorga!”

Wanda a quel punto lo colpì così forte e così velocemente che Strange non ebbe nemmeno il tempo di difendersi. Finì di schiena contro un’armatura millenaria e nell’urto anche un dipinto gli cadde addosso.

“Non osare mai più parlare di Visione in questo modo” lo minacciò Wanda, incollerita, mentre la sua magia vorticava pericolosamente intorno a loro “Lui è molto più umano di te. È chiaro?”

Wong e Loki accorsero subito, ma Wanda con un colpo li atterrò entrambi.

“È chiaro?” insistette rivolta a Strange.

“È chiaro” disse quest’ultimo, serio. Wanda tornò a terra e risucchiò dentro di sé i suoi poteri cosmici.

“Lo spero” lo avvertì, guardandolo con rabbia.

Stephen si alzò faticosamente, la schiena gli faceva così male che a stento riusciva a stare dritto. Si impose delle ennesime rune curative e poi sistemò la confusione che l’urto aveva procurato. Loki fu il primo ad alzarsi.

“Ora capisco perché Wong non voleva coinvolgerla…” esclamò dolorante “Che diavolo le è preso?”

“Niente. Colpa mia” tagliò corto lo stregone, passando attraverso un portale.

 

 

 

***

 

 

Vedere Wanda e Visione sempre insieme era come vedere la gelosia prendere forma in un’immagine. Strange aveva iniziato orgogliosamente a ignorarli.

Per assurdo, salutava e rivolgeva la parola a Visione più spesso che a Wanda. Visione era dannatamente gentile. Era cortese e umile, il contrario di lui.

Strange ebbe la netta sensazione che il mondo lo stesse punendo per la vita dissoluta ed egoista che aveva trascorso fino a pochi anni fa. Non era stato l’incidente la punizione che gli aveva inflitto il karma, era questo. Questo era peggio. Vedere Wanda, sentirla vicino e non poterla avere in nessun senso: quello sì che era un incubo.

Ma la sua sicurezza gli impediva di arrendersi. Lei dopotutto era stata sul punto di venire da lui. Stephen l’aveva sentita quella notte, poco prima che Visione arrivasse, aveva sentito i suoi passi leggeri accompagnati da quel potentissimo flusso di magia che la contraddistingueva.

Lei si era alzata dal letto per raggiungerlo.

Lei provava qualcosa.

Negli intervalli di tempo tra una battaglia e l’altra, Stephen vedeva che andava spesso nella millenaria biblioteca del tempio. Con lei c’era quasi sempre Visione, ma quella volta, si rese conto che era sola.

Entrò anche lui e la vide volteggiare in alto, seduta a gambe incrociate come se fosse sul pavimento e non in mezzo all’aria.

“Cerchi qualcosa?”

La strega si voltò di scatto verso di lui e Strange ebbe la netta impressione che aveva alzato gli occhi al cielo. La vide scendere con grazia.

“Perdonami, stavo solo cercando un libro di magia” gli rese noto, spiccia.

“Ce ne sono migliaia qui…”

A Stephen non sfuggì che Wanda evitava il suo sguardo.

“Sì, beh, grazie” esclamò lei “Ne stavo cercando uno in particolare.”

“Quale?”

“Non è importante, lascia stare” fece per andarsene, ma lui la fermò per un braccio. I suoi occhi azzurri la incatenarono a sé e Wanda per un attimo sentì le ginocchia rammollirsi

“Abbiamo avuto delle divergenze, ma ciò non significa che non dobbiamo nemmeno rivolgerci la parola” le disse, Wanda lo guardò incredula. Era lui che non le rivolgeva la parola. “Per favore.”

“Il fatto è che sento le loro voci, di Billy e Tommy intendo, i miei… i miei bambini” balbettò a fatica “Ho paura che stiano soffrendo da qualche parte nel Multiverso e… Non sono così certa di volerlo chiudere, Stephen.”

Wanda era pronta a ricevere una rispostaccia o un brusco rimprovero, ma con sua somma sorpresa, l’ex Stregone Supremo la guardò con dolcezza.

“Credo di capire quello che provi, ma devi pensare che loro non sono soli” la rassicurò gentilmente “Se i gemelli esistono, vuol dire che esisti anche tu e che sei insieme a loro.”

A Wanda si lucidarono gli occhi “E se fossi morta in quell’universo? Se fossi bloccata da qualche parte, se loro fossero…”

“Wanda” la interruppe, prima che lei potesse scoppiare a piangere “Sei la strega più potente che sia mai esistita, più potente di me addirittura” la fece sorridere “È impossibile che tu sia morta o bloccata da qualche parte, fidati di me.”

Wanda si specchiò nei suoi begli occhi, Stephen le guardò le labbra. Si chinò per baciarla, ma Visione bianco entrò attraversando il muro.

“Wanda? Sei qui?” la chiamò, costei subito si allontanò da Strange “Oh, Dottor Strange” continuò Visione, stupito, guardando prima uno e poi l’altra “Anche lei qui?”

“Sì, io…”

“Stavo cercando un libro” disse subito Wanda “Strange mi stava dando una mano.”

“Certo. L’hai trovato?” le chiese Visione, calmo.

“Sì, l’ho trovato, caro” mentì, andando da lui “Tutto a posto.”
 

 

***

 

 

 

Il giorno della battaglia finale finalmente giunse.

Wanda e Stephen combatterono insieme, i dissapori di fronte a quell’imminente catastrofe erano stati inevitabilmente messi da parte.

Grazie alle rune magiche di Strange e Wong, le risultò più facile riparare le linee del tempo andate distrutte. E la cosa più sbalorditiva fu che c’erano altri Strange e altri Wong di altre dimensioni pronti a collaborare con loro. C’era perfino l’Antico, ancora vivo in un altro universo. C’erano altri maghi e streghe, altri guardiani, fu un lavoro di squadra a favore della cosa più cara che avevano, ovvero la vita. 

Alla fine ebbero vinto, ma era comunque successa una mezza apocalisse: mescolanze tra persone di altri universi, i fatti di un universo erano entrati in collisione con i fatti di un altro, e la magia di Wanda si era praticamente esaurita nel tentativo di dare un fermo a quell’enorme caos che aveva causato l’Osservatore, o presunto tale. Wanda ne era uscita stremata, privata totalmente di ogni energia, e Visione l’aveva afferrata al volo prima che cadesse da chilometri d’altezza dal cielo. Era svenuta, sembrava quasi una pianta disseccata da ogni energia.

“Aiutatemi” gridò Visione, appoggiandola a terra “Le sue funzioni vitali si stanno abbassando.”

“Fammi passare” lo spintonò Strange, abbassandosi subito su di lei.

“Dobbiamo portarla in ospedale” esclamò Visione Bianco, pieno di angoscia.

“Sono io l’ospedale” gli rispose l’altro, pungente “Sarò anche lo Stregone Supremo ma resto comunque un dottore.”

“E corregge tutti quelli che lo chiamano signore” intervenne Loki. Strange lo ignorò.

“Ha un arresto respiratorio” decretò rapidamente Strange, piegandosi su di lei per praticarle la respirazione bocca a bocca.

Visione rimase in disparte a osservare la scena, si sentiva impotente come mai gli era capitato in vita sua. Lui non aveva fiato da darle, dopotutto.

“Mi serve subito una siringa di epinefrina” esclamò ancora Strange, concentrato. Visione si rianimò bruscamente.

“Epinefrina” ripetè “Vado subito a prendergliela, dottore.”

“Non ti disturbare. Wong?”

“Sto cercando!” gridò il monaco da dentro un portale circolare. Visione capì che Wong aveva aperto un portale proprio all’interno del più grande ospedale di New York e che stava già cercando la siringa giusta.

“Eccomi. È forse questa?”

“No, idiota, questa non è epinefrina!” tuonò Strange, andando verso il portale di persona “Dannazione, dov’è Christine quando mi serve!”

“Scusa tanto se sono umile monaco guerriero di Kamar-Taj e non un’infermiera!” si ribellò Wong.

Ma Stephen non lo ascoltò nemmeno, entrò nella cabina dell’ospedale, frugò senza tanti complimenti tra le fiale e prese finalmente quella utile. Come fece l’iniezione a Wanda, la ragazza si svegliò di soprassalto e iniziò a tossire. La prima persona che vide fu proprio Stephen Strange, che le sorrise.

“Wanda.”

“Ce l’abbiamo… Ce l’abbiamo fatta? È chiuso?” gli chiese lei, ancora scossa e confusa. Il sorriso dell’uomo si allargò.

“Sì. Ce l’abbiamo fatta.”

Lei sorrise, ma la felicità venne subito adombrata da uno sguardo preoccupato. “Dov’è Visione!?” esclamò allarmata, pronta come sempre al peggio.

“Sono qui” la rassicurò Visione, chinandosi al suo fianco “Sono qui.”

Wanda gli mise le braccia al collo e lo abbracciò forte. Stephen si sentì di troppo: decise di alzarsi e allontanarsi, non senza ricevere una pacca sulla schiena da parte di Wong.

Tra le braccia di Visione, Wanda lo vide andarsene. 

Le aveva salvato la vita e non aveva potuto nemmeno dirgli grazie…

 

 

 

***


 

Wanda e Visione erano andati a vivere insieme.

Wanda ora possedeva tutto ciò che aveva sempre sognato, o meglio, quasi tutto. Mancava Pietro,  la cui assenza era sempre incolmabile, e aveva realizzato una cosa molto importante: Vis non poteva avere figli. I gemelli che aveva sempre sognato purtroppo non erano destinati a nascere, eppure Wanda aveva sentito le loro voci chiamarla, aveva visto il loro viso, il loro sorriso… Le erano parsi così reali, così veri! Possibile che fossero stati solo frutto della sua immaginazione?

Anche Visione Bianco, per quanto avesse conservato tutti i ricordi del loro passato, non era il suo Visione. Era lui, ma al tempo stesso era diverso, più freddo, come se avesse un range di emozioni più ristretto. Guardava la televisione e non c’era niente che sembrava stupirlo, divertirlo o rattristarlo. Il suo Visione invece quando guardava la televisione le faceva sempre molte domande, rideva ed empatizzava con i personaggi meglio di un essere umano. Erano piccole cose, che Wanda tuttavia notava con nitore.

Ma a parte questo era felice, più o meno.

“Sono felice” diceva Wanda davanti allo specchio “Sì, va tutto bene, tutto bene.”

“A me non sembra che tu sia felice” le rispose Loki dal riflesso “La felicità ha un altro volto.”

“Ci devo fare l’abitudine. Il fatto è che Vis mi sembra diverso.”

Loki annuì e convenne con lei “Sì, prima era rosso, adesso è bianco. Proprio come le automobili di Tony Stark.”

Wanda lo guardò malissimo.

“Dai, scherzavo!” sorrise Loki “Non si può scherzare, qui?”

“Sì. Ma se paragoni di nuovo Visione a una macchina, io giuro che ti faccio pentire di essere nato.”

Questo lo fece ridacchiare. “D’accordo, scusami. Niente più battute sulle macchine” le garantì con dolcezza.

“Il fatto è che sento come se si fosse innalzata una barriera tra di noi” continuò Wanda, che aveva bisogno di sfogarsi “Non so dirti perché, però… Lui è diverso.”

Loki bevve un sorso di tè e ci pensò su “Sicura che sia solo per quello?” le chiese, insinuante.

“Che vuoi dire?” gli domandò Wanda.

“Non è che c’è un altro a cui stai pensando? Un altro con una collana a forma di occhio, magari?”

Wanda si irrigidì subito e scosse vigorosamente la testa “No. No, non è quello, no. So che Strange prova… O quanto meno, provava qualcosa per me, però lui non è il mio tipo. È un bell’uomo, è intelligente e tutto il resto, però no.”

Loki la guardò con gli occhi assottigliati e l’aria sospettosa. Wanda arrossì.

“Ho detto di no!” insistette, accigliata “Smettila di guardarmi così!”

Lui ridacchiò “Stai tranquilla. So quello che provi. Prima di conoscere Sylvie, anche io ero innamorato di una persona decisamente sbagliata.”

Thor. Figurarsi, a fine battaglia l’abbraccio che si erano scambiati le era parso tutto tranne che fraterno.

“Un nemico?” chiese Wanda, fingendo di non sapere.

“No, peggio” le rivelò Loki, abbassando lo sguardo “Ma il punto è che non ci ho mai provato perché mi ripetevo sempre che era sbagliato, che non avevo chance, che io e lui… Cioè, lei, non eravamo fatti per stare insieme, e ora a furia di farmi problemi, quell’occasione non l’ho più.”

“Si è sposato?” gli chiese Wanda, dispiaciuta.

“No, però… Dopo i fatti di New York, dubito che mi rivolgerà ancora la parola.”

“Mi dispiace.”

“Non fare l’errore che ho fatto io, Wanda” terminò il dio, con un occhiolino “Se ti piace il vecchio fattucchiere, va’ da lui. Sei ancora in tempo.”

L’atmosfera si stava facendo grave, Wanda tirò su col naso.

“Ora devo tornare a letto” disse lei, guardando l’ora “Non vorrei che Vis si svegliasse…”

“Certo.”

“Buonanotte” lo salutò Wanda, stringendosi nella vestaglia.

“A te” disse lui, scomparendo dallo specchio.

Se le avessero detto che nella sua casa dei sogni con Visione avrebbe intrattenuto delle conversazioni notturne con Loki, Wanda non ci avrebbe creduto.

Perché la natura umana è così ingrata? Perché l’uomo tende a essere insoddisfatto? Aveva Visione e ora voleva lo strego… No, non doveva nemmeno pensarlo.

Quando tornò in camera da letto, Wanda trovò Visione sveglio e intento a osservarla.

“Con chi parlavi?”

“Non stavo parlando, sono scesa un attimo in cucina.”

“Wanda” la chiamò, dispiaciuto “C’è forse qualcosa che desideri dirmi?”

Lei lo guardò brevemente, aveva dentro un disagio che doveva esternare per la sua salute mentale e per quella della sua relazione. Parlare era sempre la scelta migliore.

“No” mentì tuttavia, con un sorriso forzato “Va tutto bene.”

Visione si fece perplesso “Sei sicura?”

“Sì, certo.” esclamò, sdraiandosi sul materasso “Sono sicura.” 

E in quel momento le parve di sentire la voce di Strange sussurrarle Codarda all’orecchio.

 

Visione non era umano, ma aveva un udito e una vista ben più sensibili e sviluppati di quelli di un normale essere umano. Non era la prima volta che sentiva Wanda parlare con Loki in piena notte, chiusa nel bagno come se fosse una adolescente.

Le aveva chiesto se c’era qualcosa che non andava, ma lei gli aveva mentito. Che bizzarro modo di comportarsi, perché non dire direttamente la verità? Che cosa temeva? Gli umani andavano al di là della sua comprensione.

Era evidente perfino a lui che qualcosa non andava. Wanda non era serena.

“Non sei felice qui.”

“Sì, che sono felice, Vis” gli sorrise lei, di fronte al caffè “Perché pensi questo?”

“Perché vai tutte le notti in bagno a parlare con Loki di Stephen Strange.”

Wanda si sentì mancare la terra sotto i piedi. “Io e Stephen ne abbiamo passate tante” minimizzò, prendendo tempo “Ciò che è accaduto col Multiverso è stato traumatico, devi pensare che noi siamo esseri umani e Stephen ha visto il se stesso di un altro universo, ha parlato con il se stesso di un altro universo, non è facile per noi accettare cose del genere.”

“E io non posso capire quello provate, non è vero?” le chiese Visione, pacato “Non sono un essere umano, dopotutto.”

“Vis, non ho detto questo.”

“Ma lo hai pensato, Wanda. Lo pensi sempre” le disse lui, dispiaciuto “Non sarò un essere umano, ma ho la presunzione di comprendere certe cose e mi rendo conto che c’è tanto che non posso darti.”

“Mi dai già tantissimo, più di quanto immagini.”

Ma Visione scosse la testa “Il fatto che tu mi abbia sempre trattato come se fossi uno di voi, è sempre stato motivo di gioia e onore per me, e non so come ringraziarti. Ma bisogna guardare in faccia la realtà, io non sono uno di voi.”

A Wanda luccicarono gli occhi per le lacrime “No, perché sei meglio. Sei molto meglio.”

“Wanda, quando eri stesa su quel pavimento e stavi per morire, io mi sono sentito impotente e inutile. Non potevo darti il fiato perché non ce l’ho. Non posso nemmeno darti dei figli, o invecchiare insieme con te…”

“Ma possiamo comunque essere felici” gli disse lei, prendendogli le mani “Se stiamo insieme, tutto si risolverà.”

“Ma tu non hai il volto di una persona felice” le fece notare Visione, accarezzandole una guancia “Hai passato tutta la tua vita a sacrificarti per gli altri” le disse dolcemente “Non farlo anche per me.”

“Non è un sacrificio, è amore” ribatté lei.

“Ed è proprio perché ti amo che ti sto pregando di non farlo.”

Wanda sgranò gli occhi e lo guardò basita. “Vis, mi stai lasciando?”

Lui non rispose, abbassò solo sguardo. Uno sguardo che valeva più di mille parole e Wanda rimase incredula a fissarlo. Cercò di ragionare, doveva ragionare.

“Se è per i bambini, posso farli io da sola, con la mia magia” esclamò angosciata “Non mi ci vuole niente.”

“Lascia la partenogenesi agli insetti” le rispose lui, senza crudeltà o asprezza. Ma Wanda rimase comunque colpita, e non in senso positivo. 

 

 

***

 

 

 

Il sole era alto, splendeva nel cielo terso e azzurro come uno zaffiro.

Questa volta Wanda aveva optato per un luogo freddo, dove poteva scorgere l’aurora boreale e confortarsi della sua magnifica e aulica presenza.

Il pianeta e le persone si stavano ancora riprendendo dai molteplici danni che la frattura nel Multiverso aveva causato. A conti fatti, Thanos aveva portato meno guai di quel pazzo furioso che aveva la presunzione di controllare il tempo e tutto ciò che lo concerne.

Ma la cosa importante era che l’equilibrio tra gli universi era stato ripristinato e le persone erano fuori pericolo. Il suo personale equilibrio, tuttavia, continuava a essere un miraggio: Wanda era tornata al punto di partenza, esattamente dove aveva iniziato. Da sola, lontano da tutti e da tutto… Iniziò a pensare che quello alla fine era il suo destino.

Tornò dentro la baita, alla ricerca dell’unico libro che si era portata con sé. Un libro maledetto, di cui - fortunatamente - esisteva una sola copia al mondo. Un libro che non era nemmeno presente nella fornitissima e antichissima biblioteca del Sanctum Sanctorum. Un libro che ora Wanda non trovava più. Era certa di averlo appoggiato sopra l’unico tavolo presente nel soggiorno, dove poteva essere finito?

Wanda iniziò a guardarsi intorno, molto allarmata. Se glielo avevano rubato…

“Cerchi qualcosa?”

Wanda si voltò immediatamente e fece un sorriso amaro. Ovvio. Avrebbe potuto nascondersi da tutto e da tutti, cambiare pianeta, cacciarsi nei più ripidi e profondi abissi oceanici, ma lui l’avrebbe comunque trovata.

Stephen Strange aveva in mano il Darkhold, il famigerato libro dei dannati, e la guardava con aria benevola.

“Ti dai alla magia nera, ora?” le chiese, accennando al grimorio “Lo sai che potrei esiliarti oltre i confini del mondo per questo?”

“C’è un intero capitolo su di me in quel libro” si giustificò lei, facendo un passo verso di lui “Non potevo esimermi.”

“Comprensibile” le resse il gioco “E cos’altro hai letto di interessante?”

Wanda fece finta di pensarci “C’è un paragrafo che spiega nel dettaglio come uccidere lo Stregone Supremo e non farlo più tornare.”

“Povero Wong” scherzò Stephen “Come mai tanta cattiveria nei suoi confronti?”

Wanda sorrise e lo guardò negli occhi “Perché sei qui, Stephen?”

“Potrei fare la stessa domanda a te. Dov’è Visione?” le chiese, guardandosi intorno.

“Ci siamo lasciati” disse, e Strange sgranò gli occhi “Lo so” continuò Wanda, imbarazzata “Sono una ragazzina viziata che non è mai contenta di quello che ha, vero?”

“Se devo essere sincero, stavo pensando a tutt'altro” le rispose lui “Vuoi sapere a cosa?”

Wanda lo guardò, finse di avere un’aria interrogativa ma dentro di lei sapeva già cosa aspettarsi.

“Stavo pensando che ho fatto davvero bene a chiudere definitivamente con Christine.”

Lo sguardo vellutato che le rivolse le fece venire le farfalle nello stomaco, ma la ragazza cercò comunque di mantenersi lucida e razionale. Doveva mantenersi razionale.

“Stephen, ascolta…”

Ma il suddetto scosse la testa e le porse direttamente il libro di magia. Wanda lo prese e lo guardò.

“La mia porta sarà sempre aperta per te, lo sai, vero?”

Wanda guardò la copertina intrisa di magia e annuì.

“Stai attenta con quello…”

“L’ho già letto tutto” minimizzò lei.

“Lo so” le sorrise lui “Anche io.”

“Io l’ho letto due volte” replicò allora Wanda.

Io tre.

Wanda alzò gli occhi al cielo, Strange era sempre il solito. 

E lei lo adorava.

“Strange, idiota” lo chiamò, lui si voltò verso di lei “Ti va un tè?"

 

Il tè alla fine si freddò.

 

Il corpo di Stephen era caldo e il suo petto normalmente pallido era a chiazze per le forti emozioni. Wanda glielo toccò, il suo cuore batteva così veloce che sembrava sul punto di scoppiare.

A ogni spinta il suo addome strofinava contro il suo e le sensazioni erano così prorompenti che Wanda stringeva le cosce intorno al suo bacino per cercare di alleviarle e accentuarle al tempo stesso. Ci fu uno spasmo spaventosamente piacevole, Wanda non avrebbe saputo dire se da parte di chi.

“Stupendo” le ansimò sulla tempia “Sei meravigliosa, meravigliosa.”

Strange sembrava fuori di sé. Visione non era mai stato così. 

A Wanda venne improvvisamente il dubbio che Visione in realtà non avesse mai sentito niente. Aveva fatto l’amore con lei solo per farle un piacere, nel senso puramente letterale del termine.

Come poteva saperlo?

“La mia amigdala è artificiale.”

“Wanda!” la reclamò Stephen “Sei con me?”

“Sono con te” gli rispose lei, stringendogli i fianchi. Le sue dita si incendiarono di rosso. “Spingi di più.”

Lui obbedì immediatamente e un ansito di goduria gli sfuggì dalle labbra. Anche il piacere di Wanda iniziò a diventare insostenibile.

Wanda chiuse gli occhi e in quell’attimo vide il volto di Visione fissarla incuriosito.

“Dimmi tu quando devo smettere.”

"Smettila di pensare a lui!” le ordinò Strange tra i denti.

“Non sto pensando a lui.”

“Bugiarda. Questa è l’ultima volta.” ringhiò lo stregone, sollevandole le cosce e restando fermo dentro di lei “Ricordalo, perché è l’ultima che mi avrai.”

Dal corpo di Wanda uscì una potente onda di magia, Strange si ritrovò con la schiena sul letto, lei sopra di lui.

“Sta zitto” gli intimò, iniziando a dondolarsi sopra di lui con foga “Devi stare zitto.”

Ma lui invece di stare zitto si lasciò andare a un altro forte gemito. Le afferrò avidamente i fianchi e sprofondò il viso tra i suoi seni. Wanda lo sentì irrigidire all’improvviso sotto di sé e poi sciogliersi completamente, crollare, mentre il suo orgasmo scoppiava dentro di lei.

Rimase stupita nel vederlo così esposto e fragile, steso sul materasso come se fosse appena stato atterrato in battaglia.

Stephen sospirò un paio di volte e poi la guardò, assottigliò lo sguardo.

“Allora?” gli chiese lei in tono sfida “È l’ultima volta che ti avrò?”

“Scherzavo” deglutì.

 



Un anno dopo...
 


 

C’era un bellissimo quadro nella nuova camera di Wanda. Ritraeva Visione Bianco davanti al quartier generale degli Avengers, con Spiderman alla sua sinistra che faceva il pollice in sù alla fotocamera e Thor sorridente con Loki alla sua destra. Poco più in là, c’erano Hawkeye, Sam Wilson e Bucky, tutti fieri e sorridenti. Wanda sorrise di fronte a questa nuova stagione degli Avengers, chi l’avrebbe detto che il nuovo Iron Man si sarebbe rivelato niente meno che Visione? 

Ma poi, al piano di sotto, un ringhio di protesta la fece trasalire. Wong per un pelo non aveva dato una testata contro una teiera fumante, che stava fluttuando come se niente fosse per il Sanctum Sanctorum.

“Wanda!” gridò arrabbiato.

“Colpa mia!” gli rispose lei, affacciandosi in vestaglia dal corrimano delle scale “Scusami.”

“Questo è il Sanctum Sanctorum, non è casa tua!” tuonò il monaco dal piano di sotto, indignato “Non puoi far volare le cose come ti pare!”

“Giusto, sì, hai ragione” concordò lei, affranta, presentandosi a piedi nudi a prendere di persona la teiera volante “Perdonami.”

Wong alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Il povero monaco stava iniziando a sentire la mancanza di Peter Parker e della sua allegra brigata di adolescenti, il che era tutto dire.

“E comunque la colazione è servita giù, se volete venire…” terminò immusonito.

“Grazie, Wong, arriviamo” lo ringraziò Wanda, per poi tornare in camera da letto e chiudere piano la porta. Fece un bel respiro e andò verso il bagno.

“Ti ha sgridato?” le chiese bonariamente Stephen, di fronte allo specchio. Il mantello Levi volò come sempre sulle sue spalle.

“Un pochino… Ma credo si stia abituando” rispose lei.

“Cerca di capirlo” le disse, guardandola dallo specchio “Lui non ha la fortuna che ho io.”

“E che fortuna hai tu?” lo interrogò Wanda, facendolo sorridere.

“Beh, sto con una ragazza bellissima, che è anche la strega più unica e potente che sia mai esistita” disse, guardandola con orgoglio “Modestamente, non è da tutti.”

“Vorrei tanto lasciarti quando fai così.”

Lui sorrise e uscì dal bagno per raggiungerla. Le pose una mano sul ventre gravido.

“Sono due gemelli, lo sai, vero?”

Wanda gli sorrise raggiante.

“Non c’entri qualcosa tu, vero?” le chiese lui, insospettito.

“Io? Non sono mica un insetto che può riprodursi per pargenogenesi…” gli rispose innocentemente.

Partenogenesi” la corresse, baciandola sulla guancia “Ma se credi che acconsentirò a chiamare i miei figli Billy e Tommy, hai sbagliato di grosso.”

“Preferisci William e Thomas?”

Strange ci pensò su “Già più accettabili, sì. Possiamo ragionarci sopra…”

Quel "possiamo ragionarci sopra" era il suo modo antipatico e tipicamente suo di dire di sì.

“Che dici” la baciò sul collo “Se ci prendiamo…” le sue labbra salirono sulla sua guancia “Cinque minuti per noi, Scarlet Witch?”

Wanda chiuse gli occhi “Wong ci ha preparato la colazione.”

“Wong può aspettare cinque minuti…”

Lei ridacchiò “Non saranno mai cinque minuti, Stephen.”

“Credo che dovremo abituarci a cinque minuti dopo che saranno nati i gemelli” le disse, logico come sempre "Oppure possiamo alterare il continuum spazio temporale un'altra volta, come preferisci tu" esclamò, facendola ridere. 

 

Che volto ha la felicità?

Che cosa si prova a essere felici? È forse la pace dei sensi, il raggiungimento di tutti gli obiettivi personali, la soddisfazione di ogni impulso?

O forse è la certezza di essere nel posto giusto, al momento giusto, con la persona giusta?

Wanda non lo sapeva con certezza ma, in quel momento, si sentiva felice.

 

 

 


 

Note 

Mi dispiace molto per Visione (anche se è felice, è nel quartier generale degli Avengers e se la passa bene) ma qui Strange vince a mani basse <3 
Avrei tanto da dire, per cominciare il Darkhold che, se non vi ricordate, è il libro di magia nera di Agatha Harkness, quello che sfoglia Wanda nei post credit di WandaVision, ed era il libro che qui Wanda sperava di trovare nella biblioteca del Sanctum Sanctorum. E il fatto che Wanda abbia concepito da sola i gemelli con la sua magia è una cosa canon, dato che Visione per ovvi motivi non può avere figli. Questa cosa non mi piaceva molto, e infatti ho amato cambiarla in questo modo.
Niente, spero che questa storia vi sia piaciuta! A presto <3 

 

   
 
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