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Autore: AlbAM    30/01/2022    11 recensioni
A causa di una maledizione, un giovane vichingo si sveglia ai nostri giorni scoprendo che il suo corpo in realtà giace ibernato ed esposto al Museo di storia della medicina di Roma in attesa dell'autopsia.
L'incontro fortuito con un demone di nome Razel, potrebbe sciogliere l'incantesimo che imprigiona il suo corpo e la sua anima in un tempo che non è il suo.
ATTENZIONE: contiene spoiler di Un diavolo a Roma.
(Questa storia partecipa all'iniziativa "Regali d'inchiostro" del gruppo Facebook L'angolo di madama Rosmerta.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Ivar
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 2

Ivar e le streghe



Azaele ritornò con Alba e le erbe richieste da Elena. "Che c'è?" domandò accorgendosi che lo guardavano tutti con curiosità.
"Nulla, nulla!" rispose Elena abbracciando Alba. "È bello rivederti, tesoro!" Alba restituì l'abbraccio commossa "Anche per me, Elena. Mi sei mancata tanto!"
"Bene, è ora di darsi da fare. Azaele ti ha spiegato la situazione?"
"Si, ma… io non so granché di magia, riesco giusto a fare qualche piccolo incantesimo, sono una strega per modo di dire!" rispose Alba un po' preoccupata.
"E allora è arrivato il momento di cominciare a provare qualcosa di più interessante che pulire i pavimenti senza usare lo straccio!" rispose Elena porgendole prezzemolo e rosmarino.
“Noi che facciamo, veniamo con voi?” domandò Azaele un po' preoccupato per Alba.
"No, Azaele, tu e Razel non potete venire con noi. Però potete aiutarci spostando questa specie di bara di vetro in cui è rinchiuso il corpo di Ivar!"
I demoni aiutati da Michele staccarono i fili elettrici, sollevarono la pesante teca di vetro e la poggiarono sul pavimento.
Fatto ciò si fecero da parte. Elena sparse il timo su di sé e su Alba, entrò nella scialuppa e sparse il basilico sul corpo addormentato di Ivar quindi si rivolse ad Alba e le fece cenno di entrare anche lei. "Ora comincerò a ripetere l'incantesimo che ci permetterà di tornare indietro nel tempo fino al momento in cui la strega si è scontrata con Ivar. Quando le cose si faranno difficili, mantieni la calma e al mio cenno intervieni anche tu. Brucia le erbe con i tuoi poteri e scaglia le tue fiamme infuocate contro la nostra avversaria o contro qualunque cosa ci lancerà contro, finché non annulleremo il suo incantesimo! Tutto chiaro?"
"Tutto chiaro!" rispose Alba.
Elena si inginocchiò sul corpo di Ivar e cominciò a ripetere un mantra in una lingua che solo Alba riusciva a capire.
Dopo qualche minuto che non succedeva nulla Ivar sbuffò spazientito "Siamo sicuri che sappiano cosa stanno facendo, non mi pare che…". Non fece in tempo a terminare la frase che scomparve insieme ad Alba ed Elena.
Azaele impallidì e domandò preoccupato. “Ma come facciamo ad essere sicuri che siano davvero riuscite a tornare nel passato? E poi se hanno bisogno di aiuto, come facciamo a trovarle?"
"Sta tranquillo, Elena sa il fatto suo, vedrai che non tarderà a ricomparire con la tua streghetta!" cercò di tranquillizzarlo Razel. Ma il leggero tremolio nella sua voce non rassicurò affatto Azaele.

#

Alba e Elena si ritrovarono sul ponte di una nave vichinga. Intorno a loro era tutto buio tranne per una fiaccola che emanava abbastanza luce da illuminare due figure che si fronteggiavano sulla prua. “Eccoli!” sussurrò Elena indicando Ivar e Ingrid.
Ingrid alzò le braccia al cielo e invocò le onde del mare che non tardarono ad infrangersi contro i fianchi della nave facendola ondeggiare violentemente. Ivar disse qualcosa, ma il rumore del vento e gli scricchiolii della nave coprirono la sua voce.
Ingrid guardò Ivar con rabbia e fece apparire un vortice di vento gelido davanti a sé, ma un attimo prima che la strega riuscisse a scagliarlo contro il giovane vichingo, Elena lo attirò risucchiandolo dentro le palme delle sue mani. "Basta sorella, torna a casa e lascia in pace il ragazzo" ordinò con voce perentoria.
Ingrid si voltò verso di lei e domandò stupita "Chi siete voi due?"
"Non importa chi siamo, fai ciò che ti ho chiesto, sorella!"
"Sei pazza se credi che obbedirò agli ordini di una sconosciuta" rispose Ingrid furente allargando le braccia per lasciare spazio all'apparizione di due sagome nere che subito si lanciarono sibilando contro Elena. La strega alzò le braccia al cielo e invocando l'aiuto di Madre natura creò uno scudo di energia contro il quale si abbatterono i due spiriti che iniziarono a urlare furiosamente cercando di sfondare la barriera con i loro artigli.
"Alba, aiutami!" esclamò Elena.
Alba, malgrado fosse terrorizzata da ciò vedeva, si fece forza e riempì i palmi delle mani con il timo, il rosmarino e il basilico cercando di ignorare le urla stridule dei due spiriti neri che continuavano ad attaccare Elena.
Provò a concentrarsi ma dalle sue mani uscirono solo poche scintille, troppo deboli per incendiare le erbe che stringeva nei pugni.
“Svelta Alba, riprova. Non so quanto riuscirò a tenere ancora a bada questi spiriti malevoli!”
Ingrid rise “Davvero pensavi di riuscire a sconfiggermi con l’aiuto di questa inutile mocciosa, sorella?”
Alba stava ancora cercando di bruciare le erbe strette nei suoi pugni quando si accorse che Ivar la stava osservando sorridendo. I suoi occhi incontrarono quelli del giovane guerriero e finalmente grazie a quello sguardo fiducioso trovò la sicurezza che le mancava. Chiuse gli occhi e si concentrò fino a che sentì la forza del fuoco avvampare nel suo cuore e scorrere lungo le braccia fino a raggiungere le mani. Aprì i pugni e dalle mani emise delle lingue di fuoco che bruciarono le erbe spandendo intorno un acre odore di fumo
“Coraggio, Alba. Ora!”. La esortò Elena ancora impegnata a respingere i due spiriti neri.
“Sciocca ragazzina, credi davvero di potermi sfidare?“ rise ancora Ingrid rivolgendo le palme verso Elena.
Gli spiriti neri si voltarono immediatamente verso Alba guardandola con occhi rossi e crudeli.
“Fermatela!” ordinò Ingrid. I due spiriti si lanciarono contro Alba che senza arretrare nemmeno di un passo lanciò una fiamma così potente da circondarli e incenerirli all’istante.
“La mocciosa, non è poi così inutile eh, Ingrid?” rise Ivar soddisfatto.La strega furibonda si preparò ad attaccare Alba. Elena approfittando del suo momento di distrazione, le scagliò contro un fulmine centrandola in pieno petto. Ingrid cadde in ginocchio senza fiato.Prima che potesse riprendersi Elena le scagliò un altro fulmine e un altro ancora, fino a che il corpo di Ingrid si fece sempre più trasparente e infine sparì del tutto.
Di colpo, il mare si fece più calmo e le onde smisero di far ondeggiare la nave.
Ivar si avvicinò alle due streghe e sorridendo amichevolmente le ringraziò. “Io non so chi voi siate e perché siate comparse su questo ponte, ma vi sono debitore. Potete chiedermi qualsiasi cosa vogliate!”
Elena sorrise. “Tutto ciò che vogliamo e che capisca che le streghe non sono necessariamente malvagie e che impari a rispettarle e soprattutto a proteggerle quando saranno ingiustamente accusate!”
“Lo farò, avete la parola di Ivar, figlio di Ragnar!" promise il vichingo.
“E se ti incontrerai di nuovo con Ingrid, prometti anche di ripensare ai tuoi comportamenti e di domandarti se in qualche modo l'hai indotta a temerti così tanto da attaccarti prima di essere accusata di qualche infamia!”
Ivar, rifletté qualche istante sulle parole di Elena e poi rispose “Te lo prometto”.
“Molto bene!” approvò Elena soddisfatta.
“Ma davvero non ti ricordi più di noi?" intervenne Alba un po' dispiaciuta.
Ivar la osservò con attenzione e si rese conto che provava una sensazione di familiarità, ma non riusciva a ricordarne il motivo.
"Mi dispiace, sento che qualcosa ci lega ma non riesco a capire cosa!” rispose sinceramente dispiaciuto. “In ogni modo, presto si sveglieranno i miei uomini e soprattutto il mio compagno, Aethelred. Vorrei presentarvi a tutti e festeggiare la sconfitta di Ingrid. Che ne pensate?"
"Ci farebbe piacere, Ivar, ma dobbiamo tornare a casa, siamo rimaste anche troppo. Addio e buona fortuna nel Wessex" rispose Elena abbracciandolo.
Alba si avvicinò timidamente al guerriero. "Addio, Ivar. Peccato che ci siamo appena conosciuti e già dobbiamo salutarci, però voglio dirti che non dimenticherò mai il modo in cui mi hai guardato poco fa. Se non fosse stato per te, non credo che sarei riuscita a trovare abbastanza fiducia in me stessa da sconfiggere quei due mostri. Devi essere davvero un grande condottiero e i tuoi uomini sono fortunati ad averti come comandante!"
Ivar, che non era abituato ai complimenti arrossì leggermente e rispose. "Sembri una ragazza dolce e timida, ma i tuoi occhi sono forti, non ho fatto altro che avere fiducia in quel che vedevo dentro il tuo sguardo!" rispose.
Alba pensò ad Azaele, chissà se anche lui vedeva la stessa forza dentro i suoi occhi. Sorrise e abbraccio Ivar. "Addio. Chissà, magari un giorno ci incontreremo ancora!"
"Sicuramente nel Valhalla, dove riposano i veri guerrieri!" rispose il vichingo con fierezza.
Alba e Elena sorrisero a Ivar un'ultima volta, poi Elena prese una mano di Alba e pronunciò l'incantesimo di ritorno.
Un vortice di vento circondò le due streghe e un istante dopo Ivar si ritrovò solo sul ponte della nave.

#

Michele osservava dubbioso il corpo di Ivar scosso da tremiti. "Ok, lo spirito del ragazzo vichingo è tornato indietro nel tempo, almeno credo. Ma secondo voi che fine faranno il corpo e tutto l'ambaradan a seguito?"
Azaele e Razel si scambiarono uno sguardo perplessi. Effettivamente Elena non aveva detto nulla a riguardo.
"Ma… immagino che sparirà tutto, hai presente Ritorno al futuro?" ipotizzò Azaele.
Razel si grattò il mento. "Anche io penso che sparirà tutto, insomma se il regazzino vichingo non si addormenterà su quella scialuppa, nun arriverà manco qui, no?"
"E se nel frattempo qualcuno entra qua dentro e vede il casino che abbiamo fatto?" domandò ancora Michele, preoccupato. "Come gestiamo la situazione?"
"Nun lo so ma è meglio che ci facciamo venì subito un'idea" rispose Razel indicando l'entrata della sala alle spalle di Michele.
L'angelo si girò. La maniglia della porta si stava abbassando. Azaele fu il primo a reagire, volò verso la porta e afferrò la maniglia impedendo a chi stava dall'altra parte di aprirla.
"Hey, che succede?" si sentì domandare da dietro la porta. Era il professor Carletti che cercava di aprire. "Forse si è bloccata la maniglia!" rispose un'altra voce. Vado a cercare il responsabile della manutenzione, mi sa che dovremo smontarla!"
"Merda che facciamo?" domandò Azaele. "Non posso mica continuare a tenere questa maniglia per sempre!"
"Rimettiamo a posto la teca!" propose Razel.
"Ok, giusto. Poi vediamo di fare in modo che quegli umani si levino dai piedi prima possibile" approvò Michele.
Sollevarono la teca e la rimisero al suo posto, ma quando fu il momento di attaccare i fili elettrici i tre osservarono costernati il groviglio multicolore davanti a loro.
"Immagino che neanche a voi due sia venuto in mente de segnarsi come andavano rimessi i fili?" domandò poco fiducioso Razel.
"E chi ci ha pensato? In teoria non ci dovevano mica preoccupare di riaccendere questo stupido frigorifero!" sospirò Michele.
"Oh, sentite attacchiamoli come capita e chi s'è visto, s'è visto" esclamò Azaele sentendo dei passi nel corridoio.
"Ma sei matto? Così rischiamo di provocare un cortocircuito, ti rendi conto di cosa potrebbe succedere se diamo fuoco alla scialuppa o peggio ancora al corpo di Ivar?"
"Il biondino ha ragione, non possiamo rischiare di danneggiare nulla!" intervenne Razel cercando di sbrogliare i fili mentre i passi si facevano sempre più vicini. "Mammerda!" esclamò il diavolo nervosamente rendendosi conto che stava solo peggiorando la situazione.
I passi si fermarono e qualcuno cominciò a martellare sulla maniglia. Angelo e demoni si guardarono completamente nel panico. "Le ali ragazzi, facciamo sparire le ali e le aureole!" sussurrò nervosamente Azaele mentre la maniglia cedeva.
Razel nel vedere la porta aprirsi afferrò Michele per le spalle, lo attirò a se e gli appioppò un bacio sulla bocca. Al prof. Carletti, l'assistente Tonelli e il Responsabile della manutenzione Sig. Bartuzzi, si presentò lo spettacolo di un omone dai capelli rossi intento a baciare un bel ragazzo biondo che con gli occhi spalancati stringeva il gilet dell'amante emettendo gemiti appassionati. Almeno così parve ai tre umani, perché in realtà Michele stava cercando di protestare e di spingere via Razel che nel baciarlo ci stava mettendo un entusiasmo un tantino esagerato
"Fo… forse è meglio se torniamo tra una decina di minuti!" balbettò imbarazzato il prof. Carletti a voce abbastanza alta da poter essere sentito dai due "amanti". Dopodiché fece dietrofront e si precipitò fuori dalla sala, seguito da Tonelli e Bartuzzi. Michele riuscì a spingere via Razel. Si passò il dorso della mano sulle labbra e con aria disgustata protestò "Ma che schifo, sei impazzito?".
"Embè? Ha funzionato no? Se ne sono andati e poi scusa, volevi che baciassi il riccioletto? Almeno tu…!" rispose Razel.
"Almeno io cosa? Non è che stai insinuando che a me sarebbe dovuto piacere?"
"Bè…" commentò con un sorrisetto allusivo Razel. "Ma bè, un accidente! Guarda che ho i miei gusti e tu non ci rientri proprio. Ma neanche se fossi l'ultimo altro essere vivente rimasto sulla terra e in cielo!"
"Quante storie, per qualche centimetro di lingua!" sbuffò il demone.
"Se permetti decido io quale lingua infilarmi in bocca!" abbaiò Michele rosso in viso.
"Ehm, non vorrei interrompere la vostra amena discussione…" intervenne Azaele ridacchiando "Ma quel tizio ha detto che sarebbero tornati entro dieci minuti!"
"Ecco appunto, torniamo a occuparci di cose serie, tipo che famo con 'sti fili?" domandò Razel incrociando le braccia. La domanda restò senza risposta perché in quell'istante il corpo di Ivar, la teca e il groviglio di fili sparirono. Rimase solo la scialuppa dalla cui murata erano sparite le iscrizioni magiche.
"Bé, problema risolto, direi!" bofonchiò Michele ancora irritato.
"Si, ma Alba e Elena?" domandò preoccupato Azaele.
"Tranquillo vedrai che adesso arrivano. Se è tutto sparito vuol dire che hanno vinto, no?" rispose con convinzione Razel.
Michele si rese conto che l'amico era pallido, si avvicinò e cercò di rassicurarlo "Razel ha ragione, se non fosse andata bene, il corpo di Ivar sarebbe ancora qui. Sono certo che le ragazze hanno sconfitto la strega che lo aveva maledetto e tra poco riappariranno!"
Michele e Razel non si sbagliavano. Nel giro di un paio di minuti, apparve un vortice di vento dal quale uscirono le due streghe. "Alba!" esclamò Azaele precipitandosi ad abbracciarla.
Razel si limitò a strizzare l'occhio ad Elena e suggerire di sloggiare il prima possibile, i passi del Prof. Carletti e del suo assistente stavano cominciando a risuonare nel corridoio.

#

Ivar osservava il mare, ormai completamente calmo, mentre le prime luci dell'alba illuminavano l'orizzonte. Una barchetta che si allontanava lentamente dalla nave, catturò la sua attenzione. Gli venne in mente che durante lo scontro con Ingrid, le corde che assicuravano una scialuppa di salvataggio erano state bruciate da un fulmine e la scialuppa era caduta in mare. Forse fu proprio quel ricordo a sbloccare tutti gli altri perché di colpo Ivar si ricordò del vortice di ghiaccio, del risveglio nel futuro e dell'incontro con i demoni e l'angelo che si erano alleati per aiutarlo! “Ecco perché mi sembrava di conoscere quelle due streghe, erano le compagne dei due demoni!” Sorrise chiedendosi come avrebbe reagito Aethelred nello scoprire che Angeli e Demoni non erano esattamente come li immaginava!
"Ivar, che fai qui da solo? Scommetto che non hai dormito quasi nulla!". La voce pacata e familiare di Aethelred interruppe i suoi pensieri.
"Aethelred! Che bello rivederti!" esclamò il Vichingo abbracciando stretto il suo compagno e baciandolo sulla bocca e su tutto il viso.
"Hey, che succede? Saranno al massimo 5 ore che non ci vediamo, non credo di aver dormito di più!" esclamò Aethelred confuso ma anche piacevolmente sorpreso dall'entusiasmo di Ivar. Si staccò a fatica dal vichingo e notando la scialuppa che si allontanava lentamente domandò sorpreso "È quella? Com'è finita in mezzo al mare?".
Ivar fece un mezzo sorriso e rispose. "È meglio se ti metti comodo. La spiegazione è decisamente più lunga e complicata di quello che puoi immaginarti!"

#

Mentre Ivar raccontava ad Aethelred la sua incredibile avventura, in un futuro lontano tre esseri soprannaturali e due streghe stavano chiacchierando affondati nei morbidi cuscini del divano di Razel mentre la stufa a pellet scaldava piacevolmente la sala.

La parete opposta al divano era nascosta da una grande teca di cristallo che conteneva svariati palloni da calcio, ricordo dei vari mondiali giocati dall'Italia. Azaele e Michele entrando non erano riusciti ad evitare di lanciare un'occhiata ad uno in particolare impreziosito da un autografo. Razel, a cui non sfuggiva nulla, aveva commentato serafico che teneva moltissimo alla collezione e in particolare al pallone autografato da Gattuso e che se mai qualcuno avesse avuto l'idea di rubarglielo, gli avrebbe tirato il collo come a un pollo. Azaele aveva deglutito imbarazzato impallidendo leggermente. Razel aveva sogghignato divertito e poi aveva invitato tutti ad accomodarsi.

Elena e Alba finirono di raccontare lo scontro con Ingrid. Razel sospirò, si voltò ad osservare il tramonto spettacolare che si poteva ammirare dalle finestre del suo attico e rivolgendosi ad Elena commentò malinconico.
"S'è fatto il tramonto, mi sa che devi andare!"
"Temo di sì" rispose lei abbracciandolo. Razel restituì l'abbraccio emettendo un sospiro rassegnato.
"A dire il vero non c'è tutta questa fretta" disse Michele un po' imbarazzato. Otto occhi lo osservarono incuriositi.
"Che vorresti dire?" domandò Razel.
"Bé, siccome ultimamente tuo malgrado... ti sei comportato in un modo… uh, cioé non proprio nella tua natura, intendo natura di demone, e quindi ecco… hai compiuto delle buone azioni… Stamattina, quando sono andato a prendere Elena, già che c'ero ho pensato...". L'angelo si interruppe imbarazzato di fronte allo sguardo indagatore di Razel.
"Hai pensato cosa?"
"Che magari potevo provare a chiedere una specie di dispensa per Elena e così ho..." Michele si interruppe di nuovo. Si sentiva un po' a disagio nell'ammettere che aveva perorato la causa di un demone infernale in Paradiso.
“Se po' sapè che hai fatto o tiriamo a indovinà finché non ci azzecchiamo?” lo incalzò Razel.
“Ho parlato con San Pietro!” rispose Michele.
"E lui che ha fatto, insomma è intervenuto o no?" sbuffò Razel impaziente.
"Si, è intervenuto”
“E quindi?” lo incalzò ancora Razel.
“E quindi Elena può venire a trovarti due fine settimana al mese!"
“Per sempre?” domandò incredulo Razel.
“Si, per sempre!” sorrise soddisfatto Michele.
"Cioè, ho ottenuto l'affido congiunto cor Paradiso?" ridacchiò Razel.
"Ecco, lo sapevo che te ne saresti uscito con qualcuna delle tue battute cretine!". Si lagnò Michele."Sei sempre lo stesso ingrato! E io sono il solito idiota! Che cavolo, potevo tranquillamente farmi gli affari miei, anziché perdere tempo a espormi con ..."
Razel alzò gli occhi al cielo e bloccò le lamentele dell'angelo allungando una mano e tappandogli la bocca. "Biondino!” sospirò spazientito. “Forse se stai zitto n'attimo, riesco pure a dirti, grazie!"






   
 
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