Capitolo 2
Ivar e le streghe
Azaele
ritornò con Alba e le erbe richieste da Elena. "Che c'è?"
domandò accorgendosi che lo guardavano tutti con
curiosità.
"Nulla, nulla!" rispose Elena
abbracciando Alba. "È bello rivederti, tesoro!" Alba
restituì l'abbraccio commossa "Anche per me, Elena. Mi
sei mancata tanto!"
"Bene, è ora di darsi da
fare. Azaele ti ha spiegato la situazione?"
"Si, ma…
io non so granché di magia, riesco giusto a fare qualche
piccolo incantesimo, sono una strega per modo di dire!" rispose
Alba un po' preoccupata.
"E allora è arrivato il
momento di cominciare a provare qualcosa di più interessante
che pulire i pavimenti senza usare lo straccio!" rispose Elena
porgendole prezzemolo e rosmarino.
“Noi che facciamo,
veniamo con voi?” domandò Azaele un po' preoccupato per
Alba.
"No, Azaele, tu e Razel non potete venire con noi. Però
potete aiutarci spostando questa specie di bara di vetro in cui è
rinchiuso il corpo di Ivar!"
I demoni aiutati da Michele
staccarono i fili elettrici, sollevarono la pesante teca di vetro e
la poggiarono sul pavimento.
Fatto ciò si fecero da parte.
Elena sparse il timo su di sé e su Alba, entrò nella
scialuppa e sparse il basilico sul corpo addormentato di Ivar quindi
si rivolse ad Alba e le fece cenno di entrare anche lei. "Ora
comincerò a ripetere l'incantesimo che ci permetterà di
tornare indietro nel tempo fino al momento in cui la strega si è
scontrata con Ivar. Quando le cose si faranno difficili, mantieni la
calma e al mio cenno intervieni anche tu. Brucia le erbe con i tuoi
poteri e scaglia le tue fiamme infuocate contro la nostra avversaria
o contro qualunque cosa ci lancerà contro, finché non
annulleremo il suo incantesimo! Tutto chiaro?"
"Tutto
chiaro!" rispose Alba.
Elena si inginocchiò sul corpo
di Ivar e cominciò a ripetere un mantra in una lingua che solo
Alba riusciva a capire.
Dopo qualche minuto che non succedeva
nulla Ivar sbuffò spazientito "Siamo sicuri che sappiano
cosa stanno facendo, non mi pare che…". Non fece in tempo
a terminare la frase che scomparve insieme ad Alba ed Elena.
Azaele
impallidì e domandò preoccupato. “Ma come
facciamo ad essere sicuri che siano davvero riuscite a tornare nel
passato? E poi se hanno bisogno di aiuto, come facciamo a
trovarle?"
"Sta tranquillo, Elena sa il fatto suo,
vedrai che non tarderà a ricomparire con la tua streghetta!"
cercò di tranquillizzarlo Razel. Ma il leggero tremolio nella
sua voce non rassicurò affatto Azaele.
#
Alba
e Elena si ritrovarono sul ponte di una nave vichinga. Intorno a loro
era tutto buio tranne per una fiaccola che emanava abbastanza luce da
illuminare due figure che si fronteggiavano sulla prua. “Eccoli!”
sussurrò Elena indicando Ivar e Ingrid.
Ingrid alzò
le braccia al cielo e invocò le onde del mare che non
tardarono ad infrangersi contro i fianchi della nave facendola
ondeggiare violentemente. Ivar disse qualcosa, ma il rumore del vento
e gli scricchiolii della nave coprirono la sua voce.
Ingrid guardò
Ivar con rabbia e fece apparire un vortice di vento gelido davanti a
sé, ma un attimo prima che la strega riuscisse a scagliarlo
contro il giovane vichingo, Elena lo attirò risucchiandolo
dentro le palme delle sue mani. "Basta sorella, torna a casa e
lascia in pace il ragazzo" ordinò con voce
perentoria.
Ingrid si voltò verso di lei e domandò
stupita "Chi siete voi due?"
"Non importa chi
siamo, fai ciò che ti ho chiesto, sorella!"
"Sei
pazza se credi che obbedirò agli ordini di una sconosciuta"
rispose Ingrid furente allargando le braccia per lasciare spazio
all'apparizione di due sagome nere che subito si lanciarono sibilando
contro Elena. La strega alzò le braccia al cielo e invocando
l'aiuto di Madre natura creò uno scudo di energia contro il
quale si abbatterono i due spiriti che iniziarono a urlare
furiosamente cercando di sfondare la barriera con i loro
artigli.
"Alba, aiutami!" esclamò Elena.
Alba,
malgrado fosse terrorizzata da ciò vedeva, si fece forza e
riempì i palmi delle mani con il timo, il rosmarino e il
basilico cercando di ignorare le urla stridule dei due spiriti neri
che continuavano ad attaccare Elena.
Provò a concentrarsi
ma dalle sue mani uscirono solo poche scintille, troppo deboli per
incendiare le erbe che stringeva nei pugni.
“Svelta Alba,
riprova. Non so quanto riuscirò a tenere ancora a bada questi
spiriti malevoli!”
Ingrid rise “Davvero pensavi di
riuscire a sconfiggermi con l’aiuto di questa inutile mocciosa,
sorella?”
Alba stava ancora cercando di bruciare le erbe
strette nei suoi pugni quando si accorse che Ivar la stava osservando
sorridendo. I suoi occhi incontrarono quelli del giovane guerriero e
finalmente grazie a quello sguardo fiducioso trovò la
sicurezza che le mancava. Chiuse gli occhi e si concentrò fino
a che sentì la forza del fuoco avvampare nel suo cuore e
scorrere lungo le braccia fino a raggiungere le mani. Aprì i
pugni e dalle mani emise delle lingue di fuoco che bruciarono le erbe
spandendo intorno un acre odore di fumo
“Coraggio, Alba.
Ora!”. La esortò Elena ancora impegnata a respingere i
due spiriti neri.
“Sciocca ragazzina, credi davvero di
potermi sfidare?“ rise ancora Ingrid rivolgendo le palme verso
Elena.
Gli spiriti neri si voltarono immediatamente verso Alba
guardandola con occhi rossi e crudeli.
“Fermatela!”
ordinò Ingrid. I due spiriti si lanciarono contro Alba che
senza arretrare nemmeno di un passo lanciò una fiamma così
potente da circondarli e incenerirli all’istante.
“La
mocciosa, non è poi così inutile eh, Ingrid?”
rise Ivar soddisfatto.La strega furibonda si preparò ad
attaccare Alba. Elena approfittando del suo momento di distrazione,
le scagliò contro un fulmine centrandola in pieno petto.
Ingrid cadde in ginocchio senza fiato.Prima che potesse riprendersi
Elena le scagliò un altro fulmine e un altro ancora, fino a
che il corpo di Ingrid si fece sempre più trasparente e infine
sparì del tutto.
Di colpo, il mare si fece più calmo
e le onde smisero di far ondeggiare la nave.
Ivar si avvicinò
alle due streghe e sorridendo amichevolmente le ringraziò. “Io
non so chi voi siate e perché siate comparse su questo ponte,
ma vi sono debitore. Potete chiedermi qualsiasi cosa vogliate!”
Elena
sorrise. “Tutto ciò che vogliamo e che capisca che le
streghe non sono necessariamente malvagie e che impari a rispettarle
e soprattutto a proteggerle quando saranno ingiustamente
accusate!”
“Lo farò, avete la parola di Ivar,
figlio di Ragnar!" promise il vichingo.
“E se ti
incontrerai di nuovo con Ingrid, prometti anche di ripensare ai tuoi
comportamenti e di domandarti se in qualche modo l'hai indotta a
temerti così tanto da attaccarti prima di essere accusata di
qualche infamia!”
Ivar, rifletté qualche istante
sulle parole di Elena e poi rispose “Te lo prometto”.
“Molto
bene!” approvò Elena soddisfatta.
“Ma davvero
non ti ricordi più di noi?" intervenne Alba un po'
dispiaciuta.
Ivar la osservò con attenzione e si rese conto
che provava una sensazione di familiarità, ma non riusciva a
ricordarne il motivo.
"Mi dispiace, sento che qualcosa ci
lega ma non riesco a capire cosa!” rispose sinceramente
dispiaciuto. “In ogni modo, presto si sveglieranno i miei
uomini e soprattutto il mio compagno, Aethelred. Vorrei presentarvi a
tutti e festeggiare la sconfitta di Ingrid. Che ne pensate?"
"Ci
farebbe piacere, Ivar, ma dobbiamo tornare a casa, siamo rimaste
anche troppo. Addio e buona fortuna nel Wessex" rispose Elena
abbracciandolo.
Alba si avvicinò timidamente al guerriero.
"Addio, Ivar. Peccato che ci siamo appena conosciuti e già
dobbiamo salutarci, però voglio dirti che non dimenticherò
mai il modo in cui mi hai guardato poco fa. Se non fosse stato per
te, non credo che sarei riuscita a trovare abbastanza fiducia in me
stessa da sconfiggere quei due mostri. Devi essere davvero un grande
condottiero e i tuoi uomini sono fortunati ad averti come
comandante!"
Ivar, che non era abituato ai complimenti
arrossì leggermente e rispose. "Sembri una ragazza dolce
e timida, ma i tuoi occhi sono forti, non ho fatto altro che avere
fiducia in quel che vedevo dentro il tuo sguardo!" rispose.
Alba
pensò ad Azaele, chissà se anche lui vedeva la stessa
forza dentro i suoi occhi. Sorrise e abbraccio Ivar. "Addio.
Chissà, magari un giorno ci incontreremo ancora!"
"Sicuramente
nel Valhalla, dove riposano i veri guerrieri!" rispose il
vichingo con fierezza.
Alba e Elena sorrisero a Ivar un'ultima
volta, poi Elena prese una mano di Alba e pronunciò
l'incantesimo di ritorno.
Un vortice di vento circondò le
due streghe e un istante dopo Ivar si ritrovò solo sul ponte
della nave.
#
Michele
osservava dubbioso il corpo di Ivar scosso da tremiti. "Ok, lo
spirito del ragazzo vichingo è tornato indietro nel tempo,
almeno credo. Ma secondo voi che fine faranno il corpo e tutto
l'ambaradan a seguito?"
Azaele e Razel si scambiarono uno
sguardo perplessi. Effettivamente Elena non aveva detto nulla a
riguardo.
"Ma… immagino che sparirà tutto, hai
presente Ritorno al futuro?" ipotizzò Azaele.
Razel si
grattò il mento. "Anche io penso che sparirà
tutto, insomma se il regazzino vichingo non si addormenterà su
quella scialuppa, nun arriverà manco qui, no?"
"E
se nel frattempo qualcuno entra qua dentro e vede il casino che
abbiamo fatto?" domandò ancora Michele, preoccupato.
"Come gestiamo la situazione?"
"Nun lo so ma è
meglio che ci facciamo venì subito un'idea" rispose Razel
indicando l'entrata della sala alle spalle di Michele.
L'angelo si
girò. La maniglia della porta si stava abbassando. Azaele fu
il primo a reagire, volò verso la porta e afferrò la
maniglia impedendo a chi stava dall'altra parte di aprirla.
"Hey,
che succede?" si sentì domandare da dietro la porta. Era
il professor Carletti che cercava di aprire. "Forse si è
bloccata la maniglia!" rispose un'altra voce. Vado a cercare il
responsabile della manutenzione, mi sa che dovremo smontarla!"
"Merda
che facciamo?" domandò Azaele. "Non posso mica
continuare a tenere questa maniglia per sempre!"
"Rimettiamo
a posto la teca!" propose Razel.
"Ok, giusto. Poi
vediamo di fare in modo che quegli umani si levino dai piedi prima
possibile" approvò Michele.
Sollevarono la teca e la
rimisero al suo posto, ma quando fu il momento di attaccare i fili
elettrici i tre osservarono costernati il groviglio multicolore
davanti a loro.
"Immagino che neanche a voi due sia venuto in
mente de segnarsi come andavano rimessi i fili?" domandò
poco fiducioso Razel.
"E chi ci ha pensato? In teoria non ci
dovevano mica preoccupare di riaccendere questo stupido frigorifero!"
sospirò Michele.
"Oh, sentite attacchiamoli come
capita e chi s'è visto, s'è visto" esclamò
Azaele sentendo dei passi nel corridoio.
"Ma sei matto? Così
rischiamo di provocare un cortocircuito, ti rendi conto di cosa
potrebbe succedere se diamo fuoco alla scialuppa o peggio ancora al
corpo di Ivar?"
"Il biondino ha ragione, non possiamo
rischiare di danneggiare nulla!" intervenne Razel cercando di
sbrogliare i fili mentre i passi si facevano sempre più
vicini. "Mammerda!" esclamò il diavolo nervosamente
rendendosi conto che stava solo peggiorando la situazione.
I passi
si fermarono e qualcuno cominciò a martellare sulla maniglia.
Angelo e demoni si guardarono completamente nel panico. "Le ali
ragazzi, facciamo sparire le ali e le aureole!" sussurrò
nervosamente Azaele mentre la maniglia cedeva.
Razel nel vedere la
porta aprirsi afferrò Michele per le spalle, lo attirò
a se e gli appioppò un bacio sulla bocca. Al prof. Carletti,
l'assistente Tonelli e il Responsabile della manutenzione Sig.
Bartuzzi, si presentò lo spettacolo di un omone dai capelli
rossi intento a baciare un bel ragazzo biondo che con gli occhi
spalancati stringeva il gilet dell'amante emettendo gemiti
appassionati. Almeno così parve ai tre umani, perché in
realtà Michele stava cercando di protestare e di spingere via
Razel che nel baciarlo ci stava mettendo un entusiasmo un tantino
esagerato
"Fo… forse è meglio se torniamo tra
una decina di minuti!" balbettò imbarazzato il prof.
Carletti a voce abbastanza alta da poter essere sentito dai due
"amanti". Dopodiché fece dietrofront e si precipitò
fuori dalla sala, seguito da Tonelli e Bartuzzi. Michele
riuscì a spingere via Razel. Si passò il dorso della mano sulle labbra e con aria disgustata protestò "Ma che
schifo, sei impazzito?".
"Embè? Ha funzionato no?
Se ne sono andati e poi scusa, volevi che baciassi il riccioletto?
Almeno tu…!" rispose Razel.
"Almeno io cosa? Non
è che stai insinuando che a me sarebbe dovuto piacere?"
"Bè…"
commentò con un sorrisetto allusivo Razel. "Ma bè,
un accidente! Guarda che ho i miei gusti e tu non ci rientri proprio.
Ma neanche se fossi l'ultimo altro essere vivente rimasto sulla terra
e in cielo!"
"Quante storie, per qualche centimetro di
lingua!" sbuffò il demone.
"Se permetti decido io
quale lingua infilarmi in bocca!" abbaiò Michele rosso in
viso.
"Ehm, non vorrei interrompere la vostra amena
discussione…" intervenne Azaele ridacchiando "Ma
quel tizio ha detto che sarebbero tornati entro dieci minuti!"
"Ecco
appunto, torniamo a occuparci di cose serie, tipo che famo con 'sti
fili?" domandò Razel incrociando le braccia. La domanda
restò senza risposta perché in quell'istante il corpo
di Ivar, la teca e il groviglio di fili sparirono. Rimase solo la
scialuppa dalla cui murata erano sparite le iscrizioni magiche.
"Bé,
problema risolto, direi!" bofonchiò Michele ancora
irritato.
"Si, ma Alba e Elena?" domandò
preoccupato Azaele.
"Tranquillo vedrai che adesso arrivano.
Se è tutto sparito vuol dire che hanno vinto, no?"
rispose con convinzione Razel.
Michele si rese conto che l'amico
era pallido, si avvicinò e cercò di rassicurarlo "Razel
ha ragione, se non fosse andata bene, il corpo di Ivar sarebbe ancora
qui. Sono certo che le ragazze hanno sconfitto la strega che lo aveva
maledetto e tra poco riappariranno!"
Michele e Razel non si
sbagliavano. Nel giro di un paio di minuti, apparve un vortice di
vento dal quale uscirono le due streghe. "Alba!" esclamò
Azaele precipitandosi ad abbracciarla.
Razel si limitò a
strizzare l'occhio ad Elena e suggerire di sloggiare il prima
possibile, i passi del Prof. Carletti e del suo assistente stavano
cominciando a risuonare nel corridoio.
#
Ivar
osservava il mare, ormai completamente calmo, mentre le prime luci
dell'alba illuminavano l'orizzonte. Una barchetta che si allontanava
lentamente dalla nave, catturò la sua attenzione. Gli venne in
mente che durante lo scontro con Ingrid, le corde che assicuravano
una scialuppa di salvataggio erano state bruciate da un fulmine e la
scialuppa era caduta in mare. Forse fu proprio quel ricordo a
sbloccare tutti gli altri perché di colpo Ivar si ricordò
del vortice di ghiaccio, del risveglio nel futuro e dell'incontro con
i demoni e l'angelo che si erano alleati per aiutarlo! “Ecco
perché mi sembrava di conoscere quelle due streghe, erano le
compagne dei due demoni!” Sorrise chiedendosi come avrebbe
reagito Aethelred nello scoprire che Angeli e Demoni non erano
esattamente come li immaginava!
"Ivar, che fai qui da solo?
Scommetto che non hai dormito quasi nulla!". La voce pacata e
familiare di Aethelred interruppe i suoi pensieri.
"Aethelred!
Che bello rivederti!" esclamò il Vichingo abbracciando
stretto il suo compagno e baciandolo sulla bocca e su tutto il
viso.
"Hey, che succede? Saranno al massimo 5 ore che non ci
vediamo, non credo di aver dormito di più!" esclamò
Aethelred confuso ma anche piacevolmente sorpreso dall'entusiasmo di
Ivar. Si staccò a fatica dal vichingo e notando la scialuppa
che si allontanava lentamente domandò sorpreso "È
quella? Com'è finita in mezzo al mare?".
Ivar fece un
mezzo sorriso e rispose. "È meglio se ti metti comodo. La
spiegazione è decisamente più lunga e complicata di
quello che puoi immaginarti!"
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Mentre Ivar raccontava ad Aethelred la sua incredibile avventura, in un futuro lontano tre esseri soprannaturali e due streghe stavano chiacchierando affondati nei morbidi cuscini del divano di Razel mentre la stufa a pellet scaldava piacevolmente la sala.
La parete opposta al divano era nascosta da una grande teca di cristallo che conteneva svariati palloni da calcio, ricordo dei vari mondiali giocati dall'Italia. Azaele e Michele entrando non erano riusciti ad evitare di lanciare un'occhiata ad uno in particolare impreziosito da un autografo. Razel, a cui non sfuggiva nulla, aveva commentato serafico che teneva moltissimo alla collezione e in particolare al pallone autografato da Gattuso e che se mai qualcuno avesse avuto l'idea di rubarglielo, gli avrebbe tirato il collo come a un pollo. Azaele aveva deglutito imbarazzato impallidendo leggermente. Razel aveva sogghignato divertito e poi aveva invitato tutti ad accomodarsi. Elena e Alba finirono di raccontare lo scontro con Ingrid. Razel sospirò, si voltò ad osservare il tramonto spettacolare che si poteva ammirare dalle finestre del suo attico e rivolgendosi ad Elena commentò malinconico."S'è fatto il tramonto, mi sa che devi andare!"
"Temo di sì" rispose lei abbracciandolo. Razel restituì l'abbraccio emettendo un sospiro rassegnato.
"A dire il vero non c'è tutta questa fretta" disse Michele un po' imbarazzato. Otto occhi lo osservarono incuriositi.
"Che vorresti dire?" domandò Razel.
"Bé, siccome ultimamente tuo malgrado... ti sei comportato in un modo… uh, cioé non proprio nella tua natura, intendo natura di demone, e quindi ecco… hai compiuto delle buone azioni… Stamattina, quando sono andato a prendere Elena, già che c'ero ho pensato...". L'angelo si interruppe imbarazzato di fronte allo sguardo indagatore di Razel.
"Hai pensato cosa?"
"Che magari potevo provare a chiedere una specie di dispensa per Elena e così ho..." Michele si interruppe di nuovo. Si sentiva un po' a disagio nell'ammettere che aveva perorato la causa di un demone infernale in Paradiso.
“Se po' sapè che hai fatto o tiriamo a indovinà finché non ci azzecchiamo?” lo incalzò Razel.
“Ho parlato con San Pietro!” rispose Michele.
"E lui che ha fatto, insomma è intervenuto o no?" sbuffò Razel impaziente.
"Si, è intervenuto”
“E quindi?” lo incalzò ancora Razel.
“E quindi Elena può venire a trovarti due fine settimana al mese!"
“Per sempre?” domandò incredulo Razel.
“Si, per sempre!” sorrise soddisfatto Michele.
"Cioè, ho ottenuto l'affido congiunto cor Paradiso?" ridacchiò Razel.
"Ecco, lo sapevo che te ne saresti uscito con qualcuna delle tue battute cretine!". Si lagnò Michele."Sei sempre lo stesso ingrato! E io sono il solito idiota! Che cavolo, potevo tranquillamente farmi gli affari miei, anziché perdere tempo a espormi con ..."
Razel alzò gli occhi al cielo e bloccò le lamentele dell'angelo allungando una mano e tappandogli la bocca. "Biondino!” sospirò spazientito. “Forse se stai zitto n'attimo, riesco pure a dirti, grazie!"