Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Il cactus infelice    31/01/2022    3 recensioni
Estate 2020. Il riscaldamento globale colpisce non solo il mondo Babbano, ma anche quello dei Maghi. La frenesia dei social, della tecnologia, sta travolgendo anche i maghi e le streghe. Bisogna tenersi al passo coi tempi.
Ma mentre queste questioni vengono lasciate ai Babbani - che se ne intendono di più - il Mondo Magico avrà un'altra gatta da pelare.
Harry Potter si ritroverà a dover risolvere un altro mistero, forse addirittura a combattere un'altra guerra e questa volta lo riguarda molto, molto da vicino.
Tutto inizia con un ritorno inaspettato una mattina del 10 Luglio 2020.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, I Malandrini, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, James/Lily, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ATTACCO A SORPRESA


Harry e Ron giunsero a piedi in cima alla collina dal nome impronunciabile tra le lande desolate del Galles.
Come sempre, non c’era nessuno, ad eccezione di una piccola chiesa fatiscente con i muri scrostati e le travi cadenti. Chissà, forse una volta lì c’era un intero villaggio pieno di persone felici, ma non era più così. 

Ron si fermò ansimando, le mani sulle ginocchia, e cercò di recuperare il fiato prima di dire: “E’ qui?”
“Sì, dovrebbe essere qui”, gli rispose Harry che era qualche passo più avanti di lui. Protese le mani in avanti e le poggiò su una barriera invisibile che si illuminò di una luce azzurrina fosforescente al contatto dei suoi palmi. 

Erano qui che avevano nascosto il corpo di Lord Voldemort qualche anno fa. A dire il vero, quello non era il primo nascondiglio che avevano usato.
Dopo la guerra, avevano deciso che era meglio se lo avessero spostato più volte, periodicamente, perché più volte veniva spostato quello che non volevi venisse trovato, più era difficile trovarlo. Non che fosse realmente necessario, probabilmente, visti tutti gli incantesimi di protezione che mettevano attorno alla tomba e che impediva a maghi e babbani di avvicinarsi alla zona, ma non si poteva mai sapere. 

Gli unici due a sapere quindi degli spostamenti di Voldemort e dei suoi nascondigli erano proprio Ron ed Harry. Solo loro due. E ogni volta eseguivano un patto Fidelius.
Ron si affiancò all’amico ed entrambi posarono gli occhi su un sasso che stava lì, un sasso apparentemente insignificante, ma con una X disegnata in rosso.
“Pronto, Ron?”
“Non sono mai pronto a questa cosa, ma tocca farlo”.
Harry ridacchiò. Era grato che Ron avesse deciso di accompagnarlo. Era un bel po’ di tempo che non venivano a recuperare il corpo di Voldemort, avevano persino deciso di aspettare più a lungo questa volta, visto che non c’erano minacce di Mangiamorte o simili. Ma i tempi cambiano. 

Harry puntò la bacchetta su un pezzo di terra e, dopo pochi istanti, l’erba, la terra marrone, i sassi, i ciottoli e tutto ciò che si poteva trovare cominciò a sollevarsi, provocando grosse vibrazioni sotto le scarpe dei due maghi.
Quando la terra si smosse, rivelò una bara di vecchio legno marrone.
“O la va o la spacca”, disse Ron accanto a lui.
Harry aprì anche la bara e davanti ai loro occhi comparve il cadavere di Voldemort, circondato da una serie di incantesimi perché non si decomponesse. 

“Be, almeno ora siamo sicuri”. 

“Già. Vuoi farlo tu?”
“Insieme?”
“Okay”. 

I due uomini allungarono il braccio con la bacchetta puntandola contro il corpo del loro vecchio nemico e insieme pronunciarono Incendio. La bara, con il cadavere dentro, prese fuoco in un battibaleno. 

“Sei sicuro basterà?” domandò Ron all’amico.
“Non sono sicuro di nulla, ma meglio prevenire che curare”. 

“Come darti torto”. 

Una volta che le fiamme ebbero bruciato tutto lasciando solo una manciata di ceneri, rimisero tutto come era prima e si prepararono a tornare.

“Dobbiamo veramente ridiscendere questa collina a piedi?” fece Ron in tono vagamente disperato.
“E dai, ora che non sei più negli Auror ti sei rammollito", lo provocò Harry.
“Forse dovrei cominciare ad andare in palestra con te”. 

“Forse”. 



Regulus era seduto al bar del Ministero con un caffè caldo su uno dei strettissimi tavolini rotondi dove i funzionari, ed eventuali ospiti, del Ministero della Magia potevano riposarsi e bere qualcosa.
Il caffè che servivano lì faceva schifo come poche cose al mondo, però gli era sembrato brutto occupare un tavolino senza ordinare nulla e non offrire nulla a quell’Indicibile che si era offerto di rispondere alle sue domande.
L’Indicibile in questione, seduto di fronte a lui, era un uomo sulla quarantina, i capelli quasi completamente brizzolati ma la barba ancora tutta nera. Si chiamava Eugeneus Stratton e aveva poche rughe in volto, una faccia piuttosto anonima se non fosse stato per l’espressione inquietantemente seria, impenetrabile. Era quella l’aria che avevano tutti gli Indicibili? O gli era capitato proprio quello più serio?  

“Onestamente, pensavo si sarebbe occupato Harry di questa cosa”, disse l’uomo senza cambiare espressione. 

Regulus ricambiò lo sguardo di Eugeneus con altrettanta serietà; gli sembrava che il tipo lo avesse preso in antipatia senza ragione, o che in generale odiasse l’interazione umana. Magari non era a suo agio, ma non lo era nemmeno Regulus, per cui giocavano sullo stesso terreno. Il Serpeverde, si decise, avrebbe usato le stesse maniere.
“Ho chiesto io di poter parlare con un’Indicibile. Harry è bravo in quello che fa, ma io so osservare molto meglio. E fare le giuste domande”.
Quello sembrò sortire il suo effetto, qualsiasi effetto fosse. Eugeneus portò indietro le spalle come se si stesse mettendo comodo e sorseggiò il suo caffè. 

“So che voi Indicibili avete a che fare con questioni riguardanti… La morte. O quantomeno, cercate di scoprire qualcosa dell’aldilà e della possibilità di comunicare con i morti, se non riportarli in vita”.

L’Indicibile appoggiò i gomiti sul tavolo e prese ad accarezzarsi la barba. Regulus aveva piazzato un Muffliato quando si erano seduti cosicché nessuno potesse origliare la loro conversazione; era cosa comune ai tavoli del Ministero. 

“Non cerchiamo di scoprire nulla esattamente, ma la morte è una delle nostre materie di ricerca, sì”.
“E vi è mai capitato di incontrare qualcosa riguardo… riguardo alla possibilità di resuscitare i morti?”
“Ci sono capitate diverse cose a riguardo. Ci sono molte leggende in merito. Deve essere più specifico, signor Black”.

Regulus fissò il proprio caffè per qualche istante, osservando la propria immagine riflessa nel liquido scuro. Quell’uomo lo metteva a disagio. 

“Pozioni. Pozioni che sono in grado di riportare in vita i morti. Molti morti”.

Eugeneus incrociò le mani sotto il mento. “Ecco, questa domanda mi coglie impreparato. Le leggende che conosco io di solito parlano di incantesimi o oggetti. Non ho mai sentito di pozioni che possono resuscitare le persone e francamente mi risulta un po’ strano. Conosce la principale differenza tra incantesimi e pozioni?”

Regulus scosse il capo, percependo che avrebbe scoperto qualcosa di estremamente importante. 

“Gli incantesimi possono essere molto instabili”, riprese l’Indicibile. “Se si sbaglia un incantesimo non si può correggerlo subito dopo. Si ha un solo tentativo. E a certi incantesimi non esiste il contro-incantesimo. E a quelli per cui esiste, bisogna poi ripeterlo da capo. Le pozioni, invece… Non fraintendermi, anche le pozioni possono essere molto instabili e complesse. I pozionisti più esperti sanno quanto possa essere pericolosa una pozione fatta male. Un elisir di lunga vita può diventare un veleno mortale se si mette l’ingrediente sbagliato. Ma la differenza principale rispetto agli incantesimi è che le pozioni possono essere corrette nel mentre. Se ci si accorge che non sta venendo bene si può aggiungere qualcosa per correggerla. Una pozione può essere portata avanti per diverso tempo - giorni o mesi - e il suo effetto durare per tutto il tempo desiderato. L’importante è sapere come fare. Ovviamente non è una cosa per tutti. Un pozionista alle prime armi non potrebbe mai farlo”. 

“E c’è la possibilità che una Pozione di questo genere porti a degli effetti collaterali… imprevisti?”
Eugeneus sembrava essersi messo un po’ più a suo agio con Regulus; forse parlare di quell’argomento lo metteva in una buona predisposizione. 

“Non conosco nessuna pozione che fa ritornare in vita quindi non posso saperlo con sicurezza, ma immagino si comporterà come tutte le altre pozioni, quindi sì. Tutte le pozioni, così come tutti gli incantesimi, hanno effetti collaterali, soprattutto se si sbaglia qualcosa. Ma anche quando si seguono tutte le istruzioni alla lettera può succedere che qualcosa vada storto. Ci sono incantesimi e pozioni particolarmente sensibili alle emozioni”.

Regulus annuì. 

Eugeneus guardò l’ora dall’orologio a taschino che teneva nel gilet, e mandò giù l’ultimo sorso di caffè che gli era rimasto nella tazzina. 

“Io ora devo andare. Spero di esserle stato d’aiuto in qualche modo. Posso solo dirle che chiunque abbia creato questa pozione miracolosa è un Pozionista particolarmente esperto e un mago, o una strega, molto forte”. 

“La ringrazio per la disponibilità”. 

Eugeneus si allontanò di fretta e Regulus rimase seduto al tavolo ancora per qualche minuto, ripensando a quella conversazione. Migliaia di ipotesi e idee gli si formavano in testa.



Regulus rientrò a casa sentendosi piuttosto stanco. Sirius doveva rientrare tra poco. Il Serpeverde attaccò la giacca all'attaccapanni vicino alla porta.
Stava per aprire il frigo per vedere cosa poteva preparare per cena, quando sentì un enorme boato che gli sconquassò le pareti di casa e un urlo stridulo. Sembrava che fosse esploso qualcosa nell’appartamento accanto e immediatamente pensò… MARLENE!

Estraendo la bacchetta, Regulus si precipitò alla casa di Lily e James e vide che la porta d’ingresso e il muro erano stati completamente abbattuti. 

Sentì diversi colpi di tosse e con gli occhi sondò le macerie che erano crollate alla ricerca di Marlene o chiunque potesse essere rimasto intrappolato sotto.
Trovò la ragazza distesa di schiena sul pavimento vicino al divano, ora strappato e pieno di polvere. 

Regulus si chinò sopra di lei e controllò che non avesse qualche ferita grave. 

“Stai bene?” le chiese.

“A parte le orecchie che rimbombano credo di sì”, rispose Marlene.
Il ragazzo le allungò una mano e l’aiutò a tirarsi in piedi. Aveva un taglio in fronte che sanguinava leggermente ed era piena di polvere grigio-bianca lasciata dai detriti, ma a parte quello sembrava stare bene. 

“Si può sapere che è successo?”
“Qualcuno è entrato in casa”. 

Appena la ragazza pronunciò quelle parole, un uomo apparve sulle scale, la bacchetta puntata verso i due. 

Regulus fece appena in tempo ad afferrare Marlene e a buttarsi con lei dietro il divano per evitare di essere colpiti da un raggio verde che invece mandò in frantumi il tavolino. Regulus allungò lo sguardo verso chi li attaccava e vide che si trattava di Amycus Carrow. Ciò voleva dire che c’era anche Alecto da qualche parte. Quei due non andavano mai l’uno senza l’altra. E chissà chi altri c’era.

“Togliti di dosso, Black!” sbottò Marlene, divincolandosi sotto a Regulus. Quest’ultimo si era dimenticato che, nel tentativo di proteggerla, l’aveva spinta sotto di sè. 

“Ci sono dei Mangiamorte in casa”.

“Sono in grado di difendermi”.

“Senza una bacchetta?”

A quello la ragazza non disse niente e smise di divincolarsi. 

Regulus fece un paio di conti mentalmente: erano in minoranza. Se anche ci fossero stati solamente Amycus e Alecto, Marlene non aveva la bacchetta e perciò Regulus rimaneva da solo a combattere contro i Mangiamorte.

“Yuhuhuuuu!”
Ed eccola. Alecto scese le scale dal piano superiore e raggiunse il fratello sulla soglia del salotto. 

Regulus si sollevò di colpo e lanciò uno Stupeficium che colpì Amycus sulla spalla e mancò Alecto. 

“Ora mi hai fatto arrabbiare", urlò la Mangiamorte scagliando un altro incantesimo non ben identificato. Regulus riuscì a sollevare uno scudo appena in tempo.

Doveva smaterializzarsi di lì il più in fretta possibile e portare via Marlene. Non era sicuro di riuscire a resistere a lungo contro due Mangiamorte che non si facevano remore a lanciare Anatemi che uccidono, e non poteva permettere che a Marlene succedesse qualcosa. 

Afferrò la mano della ragazza e stava per fuggire via quando sopraggiunsero i soccorsi. James, Lily e Sirius comparvero di fronte alla porta abbattuta con le bacchette spianate è in posizione d’attacco. 

I due Mangiamorte, probabilmente resisi conto di essere in minoranza, si Smaterializzarono in fretta e furia, ma non prima di aver lanciato un altro incantesimo esplosivo che mandò in frantumi una sedia.

“Proprio ora che cominciava il divertimento”, si lamentò Sirius.

“State bene voi due?” chiese Lily guardando Regulus e Marlene. I due si rimisero in piedi spolverandosi i vestiti

“Tutto a posto”.

“James, Lily, andate a vedere di sopra se c’è qualcuno”, ordinò Sirius ai due amici proprio come se fossero ancora al lavoro. I Potter obbedirono.

Poi Black si avvicinò al fratello e all’amica.

“Che è successo?” 

“I Carrow sono piombati in casa distruggendo il muro. Se non fosse stato per Regulus qui non so cosa sarebbe stato di me”, raccontò Marlene guardando verso Regulus con uno sguardo che era difficile da interpretare. 

“A proposito, Black, ti ringrazio. Ma non farti strane idee”.

Regulus piegò le labbra in un piccolo sorriso e non disse nulla.

James e Lily tornarono di sotto. “Non c’è nessun altro. Hanno fatto un po’ di casino di sopra ma nulla di grave”.

“E hanno portato via qualcosa?” 

“Sembrerebbe di no. E in ogni caso non c’è nulla di valore qui dentro”.

“Quindi sembra che non sono venuti per rubare. Volevano attaccare e basta. Secondo voi è stato premeditato?” 

“Probabilmente hanno scoperto che viviamo qui, quindi non può essere stato un attacco randomico. Che abbiano deciso di testa propria oppure no, sapevano che vivevamo qui”, disse Lily.

Ci fu qualche istante di silenzio, ognuno a trarre le proprie conclusioni. Marlene guardava di sottecchi verso Regulus come se volesse capire se c’era qualcosa che nascondeva. Non si fidava ancora. Per quanto ne sapeva lei, poteva benissimo aver architettato quell’attacco per avere una scusa di difenderla e guadagnare la sua fiducia.

“Intanto vediamo di mettere a posto questo caos. Poi chiamo Harry e ci facciamo aiutare ad alzare le barriere. Tenete gli occhi verso il cielo in questi giorni. Zeudi è un Animagus a forma di falco e potrebbe averci visti entrare e uscire da qua”, concluse James. “Per fortuna a voi ragazzi non è successo niente”.


***

Buonsalve e buon lunedì!

Spero stiate bene e abbiate concluso bene il mese di Gennaio. Mamma mia come corre il tempo. 

Non vi disturbo molto oggi, però voi, mi raccomando, lasciate un commento :)

Non siate timidi. 

Bacioni, 

C.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Il cactus infelice