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Autore: My Pride    02/02/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Not on my watch Titolo: Not on my watch
Autore: My Pride
Fandom: Batman
Tipologia: One-shot [ 681 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Bruce Wayne, Alfred Thaddeus Crane Pennyworth

Rating: Giallo
Genere: Angst, Malinconico, Introspettivo

Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort
I giorni della merla: Accoppiamenti: Bruce Wayne/Alfred Pennyworth || Dove: Gotham || Warnings: Temporary Character Death


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    «Mi ha sentito, signorino Bruce? Non la lascerò morire!»
    La voce di Alfred riecheggiò in tutta la caverna, mentre afferrava le piastre metalliche del defibrillatore e ne piazzava una sulla sottoclavicola destra e una appena sotto l'ascella sinistra del giovane uomo disteso su quel tavolo operatorio.
    In un primo momento, aveva creduto di essersi immaginato il suono di quel campanello che aveva richiamato la sua attenzione. Un tintinnio che era risuonato fra le vaste e solitarie stanze, un monito di una villa che una volta era stata piena di vita e risate; poi ne aveva sentito un altro e un altro ancora, sempre più distante e debole, e la presa sul vassoio era venuta a mancare quando si era reso conto da dove provenisse.
    Correndo a perdifiato, Alfred aveva raggiunto lo studio del dottor Wayne nello stesso istante in cui la vetrata era andata in frantumi, vedendo la sagoma di un pipistrello insanguinato riversa sul busto dell'ormai compianto Thomas. E proprio lì, illuminato dai lampi che squarciavano il cielo, aveva trovato la figura di Bruce, una mano stretta ancora convulsamente sul campanello e l'altra abbandonata sul bracciolo; il capo chino verso il tappeto celava allo sguardo il suo volto scarno e ferito, ma il petto immobile non lasciava spazio a fraintendimenti.
    Alfred era rimasto sconvolto alla vista di quel giovane corpo sanguinante e ormai privo del soffio della vita. Quella folle crociata che aveva cercato di fargli abbandonare l'aveva strappato al mondo troppo presto, e il vecchio maggiordomo non si era sentito pronto a seppellirlo accanto ai suoi genitori... soprattutto non dopo essere tornato a casa.
    Lui e Leslie lo avevano dato per disperso anni addietro, creduto morto e divenuto un ricordo ormai lontano, ma Alfred aveva gioito quando il figlio prodigo di Gotham aveva fatto la sua comparsa nuovamente in città; se sulle prima il buon maggiordomo aveva pensato che potesse ricominciare a vivere, che avesse messo da parte quella sua promessa che aveva fatto da bambino e che avesse riflettuto bene sulle sue azioni, quando quelle due notti era uscito a pattugliare le strade Alfred non era riuscito a farlo desistere. E adesso quella crociata lo aveva portato via, una giovane vita spenta troppo in fretta che non avrebbe più potuto... Alfred si era bloccato nello stesso istante in cui aveva visto il petto alzarsi un'unica volta, afferrando il corpo del giovane per trascinarlo verso la pendola che portava alla caverna sottostante.
    Aveva aperto in fretta il quadrante dell'orologio a pendolo e aveva spostato le lancette sulle 10 e 47, l'ora in cui Thomas e Martha erano morti, e aveva rivelato l'ascensore che li aveva portati di sotto, esattamente dove si trovavano in quel momento. Aveva faticato non poco a trascinare fino all'infermeria il corpo di Bruce ma, quando ci era riuscito, la prima cosa che aveva fatto era stato afferrare il defibrillatore con cui lo stava rianimando proprio in quel momento.
    Passarono attimi interminabili in cui Alfred pensò di averlo davvero perso. Ogni qual volta liberava, guardava l'elettrocardiogramma ancora piatto e sentiva il proprio cuore stretto in una morsa, consapevole che forse fosse troppo tardi per quel giovane che aveva cresciuto come un figlio; eppure non voleva arrendersi, voleva credere che ci fosse ancora un barlume di speranza in tutto quel dolore che avevano provato entrambi sulla loro pelle durante il corso di quegli anni, e ad Alfred sfuggì un singhiozzo nello stesso istante in cui il cuore riprese finalmente a battere.
    «Oh, buon dio, ragazzo... mio caro, sciocco, ragazzo...» sussurrò nell'accasciarsi su se stesso, accartocciandosi come se qualcuno lo avesse appena preso e stritolato nel palmo della propria mano; si portò una mano a coprirsi il volto e nascose a se stesso quelle lacrime che minacciavano di cadere dai suoi occhi, lasciando che l'ansia e la paura scivolassero via dal suo corpo come un fiume dagli argini ormai franati.
    Sarebbe rimasto lì, a vegliare su di lui per tutta la notte, per accertarsi che non rischiasse di avere ricadute. Suo figlio avrebbe continuato a vivere.






_Note inconcludenti dell'autrice
Okay, bene, che dire... altra storia angst, sempre
scritta per la challenge #igiornidellamerla indetta sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia.
Non credo ci sia molto da dire. Ambientata praticamente durante Anno Uno, il momento in cui Bruce torna moribondo e gli appare "un segno" che gli fa capire di dover diventare un pipistrello per incutere paura nei criminali contro cui lotta. Ovviamente Alfred si occupa immediatamente di lui, perché non può veder morire un giovane uomo che ha cresciuto come un figlio solo perché lui vuole fare il pazzo andando in giro per Gotham a picchiare la gente. Che poi lo faccia comunque, beh... sono un altro paio di maniche, direi. Mi dispiace, Alfred
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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