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Autore: TheSlavicShadow    06/02/2022    0 recensioni
Giugno 2001.
Il loro primo incontro.
I loro mesi felici.
I had all and then most of you
Some and now none of you
Take me back to the night we met
I don't know what I'm supposed to do
Haunted by the ghost of you
Take me back to the night we met
{The Night We Met - Lord Huron}
{Earth 3490; Steve/Natasha; prequel}
{{Visto che sono vecchia e mi piacciono le tabelle di prompt, prendo in prestito questa tabella https://mezza-tabella.livejournal.com/profile }}
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Too Much to Ask'
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Aprile 2002

 

Quando avevano bussato alla porta dell’appartamento che Steve divideva con Bucky tutti si sarebbe aspettato tranne vedere Howard Stark. Lo aveva incontrato poche volte, e solo perché Natasha aveva insistito perché si conoscessero. Gli aveva detto che non aveva mai presentato nessuno ai suoi genitori, ma con lui ci teneva particolarmente. Ancora prima di scoprire la gravidanza. 

E se all’inizio era un ospite all’apparenza gradito, poi non lo era più stato. Per questo non si sarebbe mai aspettato Howard Stark che bussava alla sua porta. Serio e autoritario, se ne stava in piedi nel corridoio del suo anonimo palazzo di Brooklyn. 

O forse avrebbe dovuto aspettarsi una sua visita prima o poi?

“Signor Stark…?”

“Posso entrare, ragazzo? Non vorrei passare la serata qui fuori.”

Steve si era spostato subito e lo aveva fatto entrare. Aveva notato subito l’uomo squadrare il suo appartamento. Era piccolo, l’ordine non era il loro forte, ma almeno non era un immondezzaio. Ma vedeva quell’uomo in ogni caso osservare tutto e non celare affatto il suo disappunto.

“Veniamo subito al dunque. Non voglio che frequenti più mia figlia. Tasha è giovane e irresponsabile, e avete già causato più guai del previsto. Ora si è intestardita che vuole tenere il bambino.”

“Signor Stark, io la aiuterò a crescerlo. Non ho intenzione di lavarmene le mani.”

“E se non fosse tuo? Sappiamo bene entrambi quanto sia volubile la mia Tasha, no? Probabilmente quando l’hai conosciuta frequentava qualcun altro, conoscendola.” Howard Stark aveva infilato le mani in tasca, come se volesse fingere noncuranza mentre parlavano di quello che sarebbe stato il futuro di Tasha, suo e del loro bambino. Perché quel bambino era suo.

“Se il problema sono i soldi, me ne sto già occupando. Ho trovato un nuovo lavoro e potrò mantenere sia Tasha che il bambino.”

“Con il tuo debito studentesco ancora da estinguere? Mi sono informato, Rogers. So quanto guadagni e quali siano i tuoi debiti. Mi dispiace dirtelo, ma pensi che mia figlia abituata al lusso possa accettare una vita di sacrifici? Oppure pensi che tanto ci saranno i suoi soldi a mantenervi?”

“No, signor Stark. Non li voglio i vostri soldi. Non sono a caccia di dote, se è questo quello che crede. Potrò anche essere povero, ma amo davvero sua figlia e voglio darle tutto ciò che posso.”

“Ovvero nulla? Dove vorreste vivere una volta nato il bambino? Qui? Assieme al tuo coinquilino? Voglio proprio vedere come farete con un bambino a fare ogni giorno 8 piani senza ascensore. Pensi che Tasha potrebbe accettare questa vita? Forse per dare fastidio a me e sua madre per qualche tempo potrebbe farlo, ma non durerà a lungo.”

“Cosa vuole, signor Stark?”

“Che tu svanisca dalla sua vita. Tasha ha un futuro brillante di fronte a sé. Tu e questa gravidanza siete un ostacolo non indifferente. E non sono nemmeno sicuro che sia tu il padre, in tutta onestà. Incontra diverse persone per lavoro e non sempre posso controllarla.”

Non era una persona gelosa, non normalmente. E di Tasha si era sempre fidato. Gli telefonava sempre dopo le riunioni di lavoro. Anche quando non serviva lei lo contattava sempre. Questo doveva pur significare qualcosa. Ci teneva a lui, no? 

“Quanto vuoi per sparire?” Aveva guardato Howard Stark estrarre quello che doveva essere un libretto degli assegni e iniziare a scrivere qualcosa. “100 mila? 200? 500?”

“Non voglio i suoi soldi. Non li ho mai voluti e ancora meno li voglio adesso.” Lo aveva guardato negli occhi e sentiva prudere le mani. Avrebbe così tanto voluto colpirlo visto che non era altro che un bullo. Uno della peggior specie. 

“Non essere stupido, ragazzo. I soldi risolvono sempre tutto. Se rinunci da subito a qualsiasi pretesa sul figlio di Tasha e accetti i soldi, fai un favore a tutti. Anche perché non è neppure detto che lo tenga. Dovresti sapere quanto sia volubile quella ragazza. Non ha neppure 18 anni, potrebbe cambiare idea da un giorno all’altro.” Aveva finito di compilare l’assegno e lo aveva staccato dal libretto porgendoglielo. “500 mila penso che potrebbero bastare. Sparisci dalla sua vita subito e le permetti di andare avanti come se tu non fossi mai esistito. Sei solo un gioco momentaneo con cui si sta divertendo e quando si sarà stancata passerà oltre. Fa sempre così con le persone. Tu non sei nulla di speciale in confronto agli altri ragazzi con cui è uscita.” 

“Non può comprare tutto con i soldi, signor Stark.” Aveva preso l’assegno e lo aveva stracciato. Erano un mucchio di soldi, davvero un mucchio di soldi che avrebbero risolto tutti i suoi problemi. Ma non era nella sua indole scendere a certi compromessi. 

“No, a quanto pare no.” Aveva rimesso il libretto e la penna nella tasca interna della giacca del completo. “Davvero sciocco rinunciare così da parte tua per una ragazzina per la quale non sei nulla più di un capriccio.” 

Non lo era. Non era solo un capriccio. Voleva fidarsi di Tasha e di tutte le cose gli diceva. Voleva crederle quando gli diceva che lo amava. Tasha aveva deciso di portare avanti la gravidanza. Non l’aveva mai costretta a farlo, le aveva lasciato carta bianca. 

Non aveva mai avuto neppure dubbi sulla sua paternità. Tasha con lui era sempre stata onesta. Eppure Howard Stark adesso era riuscito a mettergli una pulce nell’orecchio. E si odiava per questo. Si odiava da morire perché ora un tarlo si insinuava nella sua mente. Avevano sempre avuto rapporti protetti, su questo lui era sempre stato attento. E Tasha a volte era uscita a pranzo o cena con un tale Tiberius Stone, con cui tutti sapevano aveva avuto una storia che aveva destato scandalo visto che aveva appena 14 anni quando erano apparse le loro foto su tutti i giornali. Non che fosse molto più grande adesso. E Tasha gli aveva sempre assicurato che fosse solo lavoro. Che Howard fosse sempre stato presente duranti quelle che erano più riunioni di lavoro che momenti di relax. 

“Signor Stark, io voglio credere a Natasha e a quello che mi dice.”

“Come preferisci tu. Io volevo solo metterti in guardia e offrirti un buon modo per uscire da questa storia.” L’uomo aveva alzato le spalle come se la cosa non lo toccasse minimamente e si era avviato alla porta. Era uscito senza aggiungere una parola in più, e Steve era rimasto a fissarla con fin troppe domande in testa. Una più confusa dell’altra, e che gli causavano sempre più un senso di inadeguatezza. 

Era davvero giusto continuare a stare con Natasha sapendo che non aveva nulla da offrirle? Era davvero suo il bambino che aspettava? Era stata onesta o aveva ragione Howard e lui era solo un gioco? Provenivano da due mondi distanti anni luce e spesso si era chiesto se potevano davvero continuare quella relazione. Se avrebbe portato a qualcosa oppure si sarebbero alla fine mandati al diavolo reciprocamente.

Aveva ragione Howard Stark e tutto quello che aveva da offrirle era davvero quell’appartamento vecchio e piccolo? Poteva darle una vita decente e renderla felice? Perché era abbastanza chiaro che se avessero continuato quella relazione Tasha avrebbe tagliato ogni rapporto con la propria famiglia e sarebbe stato compito suo mantenerla. E non avrebbe mai potuto permettersi di darle la vita a cui era abituata. 

Aveva davvero ragione Howard Stark e tutto quello era solo un errore e un gioco?

 
   
 
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