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Autore: rose07    04/09/2009    7 recensioni
10 Agosto. La magica notte in cui cadono le stelle. Una notte incentrata sull'amore che lega Sora e Matt, Mimi e Tai. Alcuni accenni a Takari, Keniyako e Izzy/Nuovo Personaggio, Joe/Nuovo Personaggio.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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«Qui, TK?» chiese la più piccola di casa Yagami con un sorrisetto malizioso. Takeru l’ avvolse in uno dei suoi abbracci speciali, quelli che riservava appositamente per “la sua Hika-chan”, come diceva lui.
«Concediamoci una pazzia» rispose, dandole dei piccoli baci sul collo.
Lei lo lasciò fare. «C’è mio fratello. E anche il tuo» gli ricordò
«Chi se ne frega» rispose il biondino, spostandole una ciocca prepotente dal suo candido viso «E’ importante per noi. Non ci dissuaderanno tanto facilmente»
Kari gli aveva concesso un sorriso. Quel ragazzo era adorabile.
«Adesso vieni» la prese per mano e la trascinò dietro un muretto nascosto dalla vista di tutti.
«Qui non ci beccheranno» fece TK «A meno che qualcuno di noi due non faccia la spia»
Ridacchiarono per quell’ assurdità e pian piano incominciarono a distendersi sulla sabbia.
I baci di TK si fecero più irruenti e Kari sentì il suo corpo appoggiato al proprio.
Un brivido le percorse la schiena. 
Non aveva mai fatto l’ amore prima di allora, ma di una cosa era certa: era lui quello giusto.
Lo capiva da come la toccava, da come la baciava. Era il suo ragazzo, era suo.
Lo strinse di più, lasciandosi scappare un piccolo gemito.
«Che c’è amore?» chiese premuroso lui.
«Ti... Ti amo» Hikari non aveva assolutamente pensato di dirlo.
Era stato il suo cuore a parlare, a sprigionare i suoi sentimenti.
La verità era che lo amava da sempre. Fin dai tempi di Digiworld.
Un sorrisetto compiaciuto s’increspò sulle labbra del giovane «Anch’ io e non sai quanto»
 
«Oh, merdaccia!» esclamò un ragazzo occhialuto «Quei due tra poco si scopano! Meglio levare le tende»
Joe scappò via da dietro quel muretto dove era andato a spiarli.
Takeru e Hikari, due ragazzini.
I fratelli dei temuti Yamato e Taichi.
La coppia per eccellenza.
La speranza e la luce.
Okay, avete capito. Stavano facendo cose poco caste... Era... era...
Era assolutamente inaudito! Insomma, lui, Joe, diciannove anni, un partito di classe, per la miseria!
Lui non aveva fatto sesso con nessuno.
Uffa, che cav- inciampò come un salame sui suoi stessi piedi prima di riuscire a pensare ad altro.
«Santo Gomamon papa!» imprecò tenendosi da un barca in modo tale da rimettersi in piedi «Non me ne va bene una! Prima non scopo, poi cado, poi...»
«Uhm, Izzy»
Il ragazzo si zittì in un istante, abbassandosi.
«Izzy, ti prego continua»
Il blu si grattò la testa. La voce proveniva da quella barca che se non errava era la sua. Insomma quelle iniziali “ J.K” ne erano la prova.
La voce femminile inoltre non gli era nuova, sembrava quella di...
«Frankie» pigolò qualcuno.
Ma, allora… Frankie e Izzy?
Izzy e Frankie?
Koushiro e Frajiko?
«NO!» esclamò rimettendosi immediatamente in piedi «Ce l’ avete tutti con me, non è giusto!»
«Ma-»
«BASTA!» urlò, correndo a più non posso «Sempre a fare le cose zozze! Io non vi sopporto più!»
«Joe, amore! Sono qui, vieni a prendermi» Luchia gli sbarrò però la strada con il pezzo di sopra del bikini slacciato «Guarda che bocce, tesoro! Con queste, sperimenteremo l’ arte dell’ amour»
«Lasciami stare con questi amour e arti! Voglio tornare a casa da Shin!» si dimenava lui, mentre la ragazza lo trainava dietro una barca.
Le urla si affievolirono dopo circa cinque minuti, sostituiti da delle grida di piacere.
Okay, forse il signorino doveva ricredersi.
E tiè, non era più extra-vergine!
 
Izzy e Frankie alzarono la testa perplessi.
«Chi caccia queste urla disumane?» chiese lei.
«Boh, nessuno d’ importante»
«Okay, allora» La biondina ammiccò, baciandogli la schiena nuda «Stavamo facendo
Lo fece stendere sulla barca posizionandosi di sopra, mentre lui gettava qualche mugolio.
«Un momento, fammi finire la partita al flipper!»
 
 
 
 
«Lyna! Tyna! Venite qua!» urlava Daisuke, alzando in aria la bottiglia di birra a mo’ di trofeo.
Le due sorelle imbucate si lanciarono uno sguardo perplesso.
Cody sospirò. «Possibile tu debba andare sempre su di giri? Non basta quando sei sobrio?»
«Sta’ zitto, nano!» Sbottò però quello «Piuttosto, che ne dici se ce le scambiamo, eh?»
«No, a me va benissimo Lyna» Rispose Cody, voltando la testa dall’ altra parte «Prenditi ciò che è tuo»
«Infatti!» sbottò Davis, prepotente «Perciò Lyna adesso è mia» Le mise una mano in spalla, sorridendogli.
La ragazza alzò le spalle, mentre Tyna le rivolgeva uno sguardo di fuoco.
Per diamine, Cody era più basso di lei!
«Ebbene,  sai perché mi faccio chiamare ‘ Davis ’ ?» domandò il finto amaranto all’ altra ragazza che volgeva sguardi d’ aiuto verso la sorella.
Ma perché cavolo avevano accettato la corte di quei due? Almeno Cody, era più tranquillo.
«No, ma-»
«Perché io adoro categoricamente Miles Davis, il compositore e trombettista jazz degli Stati Uniti! Un vero mito! Vieni, ti racconto la storia»
«No, io-»
«Dunque» si schiarì la voce «Miles Davis nacque ad Alton, il 26 Maggio del 1926. Aspetta, non ricordo quand’ è morto, però!» Si mise a rimuginare, dopodichè arrivò alla conclusione «Bah. “Per me la musica e la vita sono tutta una questione di stile”. Questo era il suo e mio motto!  Sono un mito, lo so»
Cody sospirò. «Il fatto che si facesse chiamare ‘ Davis ’ per un compositore, questa ancora non la sapevo»
 
 
 
 
 
Cosa combinava quel pazzo di Daisuke? Venne da pensare a Mimi, sentendo le sue urla in lontananza.
Aveva il costume slacciato e gli occhi socchiusi.
Stavano veramente per farlo. 
Il suo capriccioso desiderio stava per essere realizzato.
Tentò di alzare la testa in modo tale da scorgere Sora o qualcun’ altro dei suoi amici, ma Tai le oscurava la vista.
Riabbandonò la testa sopra la tovaglia e con un braccio accarezzò i capelli umidi del ragazzo.
Adorabili quei capelli, così al vento, così frizzanti.
Di soppiatto, Tai sollevò la testa dal suo collo afferrando un’ altra tovaglia poco distante dalla borsa di Mimi.
Lei lo guardò interrogativo. Che avesse freddo?
Il ragazzo l’ aprì e con un movimento delle braccia la poggiò sopra di loro. La tovaglia era abbastanza ampia e li custodiva come due tesori nascosti dietro delle barche.
Le bloccò le mani e risalì sul suo corpo.
Riprese a baciarle il seno e la pancia, senza mollarle i polsi.
Il fatto che lui la stesse dominando fece scattare un senso di protezione nei confronti di Mimi.
Socchiuse nuovamente gli occhi, scossa da un brivido di piacere e si lasciò dominare dolcemente.
Tai pian piano risalì con la bocca fino al suo collo. Lo sfiorò con tanti piccoli baci e, lasciandole libero un polso, accarezzò il suo seno.
Mimi si morse la lingua.
Liberò la stretta dell’ altro polso e racchiuse le mani dietro la sua schiena, attirandolo a sé con maggior vigore.
«Oh, Tai» pigolò, scorgendo i suoi occhi nocciola «Fallo adesso. Ti prego, fallo adesso!»
«Non vuoi aspettare un-»
 «NO!» lo supplicò prendendogli una mano e portandola inaspettatamente verso il basso «Lo voglio ora. Ora
Rimasto attonito per qualche secondo, il ragazzo accarezzò con due dita la sua femminilità.
La castana, scossa da un fremito, lanciò un mugolio.
«Rendimi la ragazza più felice di questa spiaggia» disse baciandolo a fior di labbra.
Il ragazzo non esitò. Lei era lì, con la sua espressione persa e i suoi occhi semichiusi, incorniciati dai capelli arruffati, sparsi nella tovaglia... Lei era sotto di lui, bella e vogliosa.
Cacciò via le dita, preparando una nuova entrata, una nuova penetrazione.
Quando per la prima volta entrò dentro di lei, Mimi cacciò le unghie, lasciando dei segni profondi sulla schiena di lui.
Si lasciò scappare un gemito. «Dio... Non sai da quando ho desiderato sentirti dentro di me... Tai... Tai...»
Il suo nome appariva così bello pronunciato con quella nota di piacere. Sembrava un’ invocazione.
La sua invocazione. 
Mordendosi le labbra, spinse ancora di più mentre il bacino di lei si contraeva.
«Per-perché non me l’ hai mai detto?» domandò, offuscato da una certa eccitazione.
Il suo corpo stava andando in tilt.
I movimenti erano ormai regolari e i respiri di entrambi si erano appesantiti notevolmente.
La ragazza esitò qualche secondo prima di rispondere.
«Io... Non posso più fare a meno di te. Perché ti amo tanto e non vorrei passare come quella che...»
«Sssh!» la interruppe lui con un sorrisino meravigliato «Ripetilo»
Si scrutarono una attimo occhi negli occhi.
Nocciola su nocciola.
«Io... Tai... Ti amo, sì» ripeté con la testa che le girava. Poggiò il viso sopra la sua spalla, quasi vergognandosi per aver detto ciò che pensava in due parole.
Voleva sentirselo dire da tempo.
Voleva capire se effettivamente anche lei l’ amava.
E adesso che l’ aveva udito con le proprie orecchie, poteva definirsi  felice.
Era strano, no? Prima sei preoccupato per la tua fidanzata e poi scopri che lei ti ama davvero e che tu sei un idiota paranoico, venne da pensare a Taichi.
Continuò a muoversi a ritmi più veloci, spostando una mano della ragazza da sopra la sua spalla.
La strinse nella sua ogni qualvolta che un gemito volava via dalle loro bocche.
Erano in giorni come quelli che il tempo doveva fermarsi.
Ma prontamente eccoli lì che volava via, trascinando con sé la gioia di essersi finalmente uniti.
 
 
 
 
 
 
In riva al mare, sdraiati completamente l’ uno sopra l’ altra, vivevano nella loro bolla.
Okay, dovevano chiarire, dovevano discutere. Dovevano capire se c’ era veramente qualcosa che non andava.
Invece, il loro istinto li aveva condotti a strapparsi i costumi di dosso e a baciarsi quasi violentemente.
Credeva di toccare il cielo.
Era questo che pensava Sora ogni volta che il ragazzo le sfiorava una parte del corpo.
Gli fece una carezza e alzò gli occhi al cielo.
Non aveva visto nessuna stella cadente fino ad ora. L’ anno precedente ne aveva beccate sette!
Ma l’ anno precedente non era con Matt, che categoricamente era migliore di tutte le stelle del firmamento.
I suoi occhi cerulei bastavano per completare quel pezzetto di cielo coperto, si disse.
Brillavano. 
Così come i suoi capelli d’ oro.
Come suo solito fare, li accarezzò lievemente, spettinandoli più di quanto non lo  fossero.
Sorrise guardandolo con gli occhi dischiusi ed il volto più roseo del solito.
La baciava con una certa confidenza e con una voglia irrefrenabile di averla. Per questo adesso le stava slacciando il costume  e le stava accarezzando i seni.
Seno pomposo, la chiamava lui.
«Questo seno è sempre più pomposo» commentò sogghignando.
«Scemo» gli accarezzò le gote e si lasciò trasportare dall’ indole di piacere che Matt le stava procurando.
Pian piano, le mani vagavano sotto la pancia. Accarezzavano le sue gambe lisce e vellutate.
Sì, decisamente era una brava estetista.
La mano destra del ragazzo si inoltrò più affondo adiacente al suo sesso.
Tuttavia non entrò.  Si abbassò per baciare la parte esterna dell’inguine, penetrandola con la lingua.
Sora si aggrappò a lui cacciando un gridolino.
Oddio, se l’ avessero vista!
Lui la stava assaggiandoassaporando. Nessuno poteva interrompere la sua cena.
Si sentì come una docile preda nelle grinfie del temibile cacciatore.
Il suo bel cacciatore. 
«Oh, Matt» gemette, mentre il biondino risaliva a baciarle il collo.
Tracciò linee immaginare sulla sua schiena e tentò di slacciargli il bermuda blu.
Possedeva la sua preda. 
«Narciso non avrà mai tutto questo» puntualizzò Matt, abbassandole le mutande del bikini fino alle caviglie.
«Sì» ansimò Sora subito dopo che la penetrò.
«E sei solo mia» ripeté, mentre si muoveva dentro di lei sempre più forte.
«Sì» Il viso della ragazza s’ increspò in un incantevole sorriso, mentre buttava la testa all’ indietro, godendosi il piacere che stava percependo.
«Un ultima cosa»
La ramata trattenne il fiato.
 «Anche io ti amo. E lo sai per certo anche tu, amore mio»
Come leggendola nel pensiero, il ragazzo le sfiorò la fronte con un bacio.
Grazie a quelle parole non avevano più dubbi da risolvere.
Il tempo era l’ unico testimone del loro amore.
 
 
 
 
«UNA STELLA CADENTE!» urlò Joe scattando in piedi «Guarda Luchia, una stella cadente!»
La mora alzò lo sguardo dalla barca in cui si erano appartati e sbuffò pesantemente.
«Cielo, tesoro! Cosa vuoi che sia un piccolo raggio di luce!»
Joe la guardò stralunato.
Una vecchiaccia di ventott’anni che se l’ era appena fatta con lui e che non adorava le stelle cadenti?
E lui desiderava passare il resto della sua vita con quella?
Si grattò incerto la testolina, mentre Luchia fumava due Marlboro contemporaneamente.
Ma certo che no!
Voglio essere figo, espresse chiudendo gli occhi.
Dopo che li riaprì, un palloncino d’ acqua lo colpì in pieno viso facendogli cascare gli occhiali.
«CHI CAZZOLINA E’ STATO?!» urlò, tentando di scorgere gli occhiali.
Poco male, erano le quattro di notte e non si vedeva un acca.
«Tieni, eccoli» Luchia gettò le sigarette e porse la montatura al blu inferocito.
«Da’ qua, vecchia decrepita!» glieli tolse di mano poco gentilmente e se li riportò al viso.
«Chi diavolo-»
«Mio caro dalla chioma blu» lo fermò da un piede la donna, facendolo cascare con la testa sulla sabbia.
«FanFi Fumi!» tossicchiò il ragazzo, sputando la sabbia dalla bocca «Che accidente fai?!»
«Su, mon amour» disse quella saltandogli addosso «Sperimentiamo l’ arte del fiki-fiki
«No, il fiki-fiki, no! Porca vacca zozza! AIUTO!» urlò agitando il braccio «Dannate stelle cadenti! VE LA FARO’ PAGARE!»






   
 
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