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Autore: Teo5Astor    09/02/2022    6 recensioni
Quanto può essere labile il confine che separa sogno e realtà, sanità mentale e pazzia, amore e odio?
Quanto può far male il non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo? Quanto può renderci fragili e allo stesso tempo forti il rincorrere un amore che sembra impossibile?
E quanto può essere forte il bisogno di evadere? La necessità di sentirsi davvero liberi, per una volta? Di fregarsene di tutto?
Quante domande ci poniamo? Quanti dubbi ci bloccano?
Lazuli Eighteen cercherà le sue risposte, ritrovandosi catapultata in un mondo incantato dove ogni cosa sembra essere possibile e dove tutto appare assurdo e allo stesso tempo perfetto.
Un viaggio nel Paese delle Meraviglie, in mezzo a personaggi straordinari, ma, soprattutto, un viaggio dentro sé stessa.
Alla ricerca di sé stessa.
Un viaggio nell'amore e nell'amicizia, nelle gioie e nei dolori che la vita ci mette davanti.
Una sfida ai sentimenti e alle paure.
Con un ragazzo un po' matto con un cappello calcato sulla testa pronto ad aiutarla, a indicarle la via e a regalarle quel sorriso di cui tutti, in fondo, avremmo bisogno nei momenti difficili.
Benvenuti a "Lazuli in Wonderland", rivisitazione libera di "Alice in Wonderland"
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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23 - L'Essere Perfetto
 
 
"Lapis... ma... cosa..." farfugliò Lazuli, a metà tra l'essere perplessa e allucinata.
"Ah, ma aveva dentro del sangue finto? O era vero?! Pensavo fosse solo un ammasso di circuiti..." borbottò il ragazzo, cercando di pulirsi sull'erba la suola della sua Converse tutta sporca di rosso. "Anche i calzettoni e i jeans mi sono schizzato... certo che era realistico per essere un cyborg, no?" aggiunse, guardando la sorella, contornato da cavi, bulloni, circuiti e pezzi di ferraglia misti a brandelli di carne umana o di qualunque cosa fosse.
Era un cyborg il Dr Gero?! Lazuli si voltò verso il corpo decapitato, che era ancora in piedi, immobile, pur privo di testa. Dal collo cominciava a fuoriuscire un denso fumo nero attraverso i cavi elettrici bruciati.
"In che senso era un... cyborg?!" chiese la ragazza. "E poi... cosa ci fai qui?!"
"Comunque prego, eh, sorellina..." sbuffò lui, fintamente offeso. "Sì, era fatto bene per essere un cyborg. In effetti sembrava un umano. Un umano stronzo, ad essere precisi" ridacchiò. "Che palle,non viene via... hai la lavatrice nel castello, Cell?"
Il mostro, fino a quel momento rimasto impassibile, lasciò partire dal palmo della mano un'immensa scarica di energia che sfiorò il volto di Lapis e polverizzò il corpo privo di vita di Gero.
"Sei troppo strafottente, ragazzino. Non ti ho colpito perché mi servi, a differenza di quell'inutile vecchio di cui non me ne fregava niente" rispose, fissandolo.
"Visto, sorellina? Quel vecchio rimbambito faceva tanto il figo, ma nemmeno a uno schifo ambulante come Cell importava qualcosa di lui. Quindi non devi curarti di quello che ti ha detto prima" spiegò Lapis, fissando a sua volta il mostro con aria di sfida.
Il bavero arancione che portava al collo venne smosso da un alito di vento caldo. Il sole faceva splendere i suoi occhi glaciali.
"Sai, di sicuro quello scimmione del tuo Cappellaio ti ama e morirebbe per te, ma devi sapere che il resto del mondo non ti odia affatto" riprese, voltandosi e accennando un sorriso verso la sorella, che lo osservava stranita. "Hai anche un fratello che ti vuole bene e tanti amici che credono in te, non dimenticarlo!"
"Lapis, io..." accennò Lazuli, colpita dalle sue parole.
Raramente si dimostrava saggio, ancor più di rado le parlava sul serio. Ma lei sapeva che lui le voleva bene, che gliene aveva sempre voluto. E per lei era lo stesso. Loro due erano una squadra, e lo sarebbero stati per sempre.
"Anzi, avevi due fratelli che ti volevano bene..." riprese il ragazzo, stringendo i pugni, senza smettere di fissare Cell.
Mise le mani in tasca e sbuffò, prima di fare un passo avanti verso il mostro.
Tolse le mani dalle tasche. Smise di fingersi indifferente.
"Tu... tu non dovevi farlo!" sbottò, scagliandosi a tutta velocità in direzione di Cell e colpendolo in pieno volto con un pugno. "Sono venuto per fartela pagare! Non me ne frega niente del tuo torneo!"
Cell incassò il colpo, rimanendo quasi del tutto impassibile. Sputò per terra un piccolo grumo di sangue.
Non aveva nemmeno provato a difendersi.
Lapis accennò un sorriso, dal suo viso traspariva quanto ormai la rabbia gli stesse ottenebrando la ragione.
"Hai assorbito mio fratello per trasformare quella faccia oscena che avevi in una ancora peggiore?!" lo provocò. "Ti prenderò a pugni così tanto da cambiarti i connotati! Poi ti farò sputare fuori C17!" tuonò, gettandosi ancora una volta contro di lui.
"No, Lapis! Aspetta!" urlò Lazuli, invano.
Cell non si era nemmeno voluto difendere perché era troppo superiore a suo fratello, era questa la verità.
L'avrebbe ucciso. O, più probabilmente, l'avrebbe assorbito. La sete di vendetta l'aveva fatto cadere nella trappola.
"A quanto pare diventerò l'Essere Perfetto con qualche ora di anticipo. Non posso che esserne felice" ghignò mostruosamente Cell, evitando i colpi al volto di Lapis.
Il ragazzo indietreggiò e gli diede un calcio sul costato, che tuttavia sembrò avergli fatto poco più che il solletico.
"Basta così ragazzino, adesso mi stai facendo arrabbiare" disse il mostro, cominciando a far saettare verso l'alto l'enorme coda.
Si avvicinò alla velocità della luce a Lapis e lo colpì con un pugno nello stomaco, togliendogli il fiato e la possibilità di muoversi. Il gigantesco pungiglione all'estremità della coda si dilatò assumendo la forma di una grottesca campana e avvolse fulmineo il corpo del ragazzo, che lanciò un ultimo sguardo colmo di terrore verso la sorella.
 
Lazuli si sentiva il cuore in gola e le gambe cedere. Cosa stava succedendo?! Voleva farlo soffocare?!
"Lascialo! Lascialo stare!" sbraitò, correndo verso Cell e cominciando a riempirlo di pugni sulla pancia e la faccia.
Si rese presto conto che era inutile, non la degnava neanche di uno sguardo. Non gli stava facendo assolutamente nulla.
La campana si strinse attorno alle caviglie di Lapis, bloccandolo, e la coda si sollevò di qualche centimetro da terra.
Lazuli sentiva le urla soffocate del fratello e guardava con terrore i suoi piedi che si agitavano disperatamente nel vuoto, mentre la coda continuava a risucchiarlo al suo interno e si gonfiava mostruosamente. Sembrava un enorme serpente intento a inghiottire la sua preda.
"Lascialooo" strillò Lazuli, gettandosi sulla coda e cercando di aprirne con le mani l'estremità.
Era dura come una corazza e ricoperta di una mucosa viscida che le diede il voltastomaco, ma in quel momento i suoi unici pensieri erano rivolti al tentativo disperato di salvare suo fratello.
"Piantala, stupida ragazzina! Mi stai dando fastidio!" sibilò Cell, colpendola con un colpo di coda che la fece sbalzare all'indietro di qualche metro.
Lazuli atterrò sull'erba pestando la schiena e la nuca dopo un volo che le era sembrato infinito. Era stata scagliata via senza nessuna difficoltà, come fosse un fuscello. Si sentiva dolorante e tramortita. Stava per perdere i sensi, solo la paura e l'orrore per quello che stava accadendo le impedirono di crollare.
Allungò il braccio con gli occhi pieni di lacrime, mentre suo fratello veniva risucchiato del tutto all'interno della coda.
"N-no... Lapis..." gridò, mentre una luce improvvisa che proveniva da Cell la abbagliò e la costrinse a chiudere gli occhi.
"Sì! Sììì!"
Sentendo le urla esaltate di Cell provò una rabbia tale che le fece ritrovare le forze per alzarsi di nuovo, seppur stordita e ammaccata.
"Lascialo andare! Lapis!" sbottò ancora, correndo verso la colonna di luce che si alzava verso il cielo.
Venne travolta da una scarica elettrica e si ritrovò di nuovo a terra, l'energia emanata da Cell era tremenda e non le consentiva di avvicinarsi.
Osservò col cuore in gola e i sensi intorpiditi dal dolore quella luce dissolversi e lasciare spazio a due occhi rosa stampati su un viso bianco come il latte che diventava viola alle estremità.
Quegli occhi erano la cosa più inquietante che avesse mai visto, e la fissavano bramosi.
 
Cell aveva cambiato aspetto, e persino lei si rendeva conto che emanava una potenza smisurata, infinitamente superiore rispetto a quella della sua forma precedente. Sopra alla testa il mostro aveva ancora le due lunghe sporgenze verso l'alto simili a quelle di prima, ma in generale il suo fisico era diventato più umano. La bocca, il naso e i lineamenti del viso erano quelli di un uomo, solo il corpo lasciava trasparire ancora qualche caratteristica da insetto, come le lunghe e rigide ali nere, al centro delle quali si trovava il pungiglione che andava a sostituire la coda. Per il resto sembrava che indossasse una corazza, nera sui pettorali e sulle spalle, verde scuro con chiazze più chiare sul resto del corpo.
"D-Dov'è... dov'è mio fratello?" sibilò Lazuli, rialzandosi a fatica e stringendo i pugni.
Non c'era più traccia di lui. Sapeva già la risposta.
Era l'orrore e la rabbia che provava a farle battere il cuore così forte da impedirle di perdere i sensi.
Cell accennò un sorriso e si massaggiò lentamente lo stomaco con la mano.
La stava prendendo in giro, e Lazuli odiava tremendamente essere presa in giro.
Odiava soprattutto quello che lui aveva fatto a Lapis.
"Hai l'onore di essere la prima a vedere l'Essere Perfetto, dovresti sentirti onorata" la schernì.
Lazuli sentì le lacrime premerle agli angoli degli occhi e spingere per uscire, il sangue salirle alla testa e un'immensa sete di vendetta.
"Non dovevi! Non dovevi farlooo!" gridò, scagliandosi contro di lui.
Ignorava il dolore fisico che provava, ma non poteva ignorare lo strazio che sentiva divorarle l'anima.
Lapis non c'era più, era finito dentro quel mostro davanti ai suoi occhi. E lei non aveva saputo fare niente per difenderlo, per aiutarlo.
Colpì Cell con un pugno sulla guancia e un altro allo stomaco.
Il mostro non fece una piega, non smise di sorridere beffardo. Sembrava fatto di ferro, le nocche le pulsavano.
L'aveva colpito e si era fatta male lei... come avrebbe potuto sconfiggerlo?! Come potevano Radish e gli altri pensare che sarebbe stata proprio lei la chiave per porre fine a quella tremenda minaccia?! Cosa poteva fare la Finta Tartaruga per renderla in grado di essere all'altezza di quella che le sembrava sempre più una missione impossibile?
"Tuo fratello ha dato un senso alla sua inutile vita, mi sembra ovvio" spiegò Cell, fissandola con bramosa avidità a pochi centimetri dal suo volto. "Ed è la stessa cosa che accadrà anche a te, insulsa ragazzina" aggiunse, colpendo Lazuli solo con lo spostamento d'aria generato dall'aumento improvviso della propria aura.
La ragazza si ritrovò sbalzata all'indietro per diversi metri finché la schiena non le picchiò contro il tronco di un grande albero. Le mancava il fiato, forse si era rotta qualcosa. Era come se fosse stata appena investita da un auto, e quel mostro non aveva neanche avuto bisogno di toccarla.
"Mi deludi, sei debole fisicamente così come sei sempre stata debole d'animo, nonostante tu voglia far credere a tutti di avere una scorza dura come l'acciaio e fredda come la neve" la prese in giro di nuovo Cell, cominciando a camminare verso di lei e leccandosi lentamente il sottile labbro superiore.
Lazuli provò disgusto e un conato di vomito. Si aggrappò al tronco e si rialzò a fatica. Aveva paura. Panico, precisamente. Non aveva vie di fuga, era sola. E non era abbastanza forte per poterlo battere. Anzi, era a pezzi, sia fisicamente che emotivamente.
"Tu mi hai attaccato, hai infranto i patti come prima di te ha fatto quell'arrogante di tuo fratello" continuò il mostro, sempre più vicino a lei. "Non ci sarà nessun Cell Game neanche per te. Non che sarebbe cambiato qualcosa ai fini del tuo destino, in realtà".
Aprì le ali, dietro il pungiglione cominciò a srotolarsi di nuovo la coda.
Lazuli si addossò con la schiena alla corteccia pungente, non riusciva più a pensare a nulla. Il mostro era vicino, sempre più vicino.
"Diventerò subito l'Essere Piuccheperfetto, ti sei giocata le tue ultime ore di vita!" scoppiò a ridere. "Sai, pensavo di divertirmi un po' con te prima di renderti parte del mio corpo, ho sempre ritenuto che il tuo unico pregio fosse quello di essere bella" aggiunse, allungando una mano verso di lei.
Aveva delle lunghe unghie nere, quasi degli artigli.
A Lazuli mancava il respiro. Il panico la stava attanagliando di pari passo al disgusto che provava.
"Stalle alla larga, pezzo di merda!"
Un urlo disumano seguito da un tonfo fecero trasalire Lazuli, e allo stesso tempo le fecero battere di nuovo forte il cuore.
Quella voce le diede nuova linfa, le permise di scuotersi. Di ignorare il dolore, di nuovo.
Radish stava rotolando nell'erba accanto a Cell.
Si era gettato su di lui a peso morto, a tutta velocità. Un placcaggio che aveva fatto crollare a terra l'Essere Perfetto.
"Tu, inutile e lurida feccia! Come hai osato!" ringhiò Cell, con gli occhi che sembravano sprizzare veleno.
"Tu vedi di tacere, bastardo!" ribatté il Cappellaio, bloccandosi sull'erba per poi spiccare un salto verso il suo mostruoso avversario.
Lo colpì con un pugno sullo zigomo e si mise a cavalcioni su di lui, cercando di bloccarlo con la sua mole.
Lazuli rimase impressionata dai muscoli contratti di Radish, che non indossava più i suoi stravaganti vestiti da Cappellaio Matto, bensì una strana Battle Suit nera e marrone che gli copriva il busto, le spalle, il bacino e gli avambracci, lasciando del tutto scoperte le gambe. Sulla coscia sinistra era stretta una fascia rossa e ai piedi portava degli stivali neri dalla punta marrone che risalivano fino a metà polpaccio. I capelli sciolti e selvaggi, ogni singola fibra del suo corpo tesa al punto che i muscoli sembrava potessero esplodere da un momento all'altro.
"Non stare lì impalata, Là! Scappa! Vai via!" urlò, mentre si sforzava di continuare a tenere bloccato a terra Cell.
Era immenso, sembrava ancora più grosso con quella strana divisa da combattimento. Eppure Cell in quella sua nuova forma non dava affatto una sensazione visiva di inferiorità fisica. E non sembrava minimamente in difficoltà.
"No, Rad! Ti ucciderà!" gridò Lazuli.
"Vedi, almeno la tua stupida amichetta si dimostra più intelligente di te!" scoppiò a ridere Cell, colpendo con un pugno sul volto Radish.
L'impatto fu tremendo.
Lazuli, quasi incapace di respirare, lo vide volare via e finire contro un'enorme quercia. Il tronco si spezzò di netto in due parti, tranciato da Radish, che rimase sepolto sotto una selva di rami.
"Rad! Nooo! Raaad!" sbraitò Lazuli, correndo verso di lui.
Gettò via foglie e rami, finché non lo vide, ansimante, ridotto a una maschera di sangue, ma ancora tutto intero. Più o meno.
"Cazzo... c-che botta..." le sorrise. "Ti... t-ti ha fatto del male?"
Lazuli intravide Cell rialzarsi, lentamente, e farsi scrocchiare il collo. Era ancora lontano da loro. Non aveva fretta. Sapeva che non avevano scampo.
"No... a me no! Però... Lapis... Lapis è..." provò a rispondere, non riuscendo a completare la frase.
Gli occhi le si riempirono di lacrime. Radish si sollevò sul busto e gettò via un enorme ramo che gli bloccava le gambe.
"Lapis lo riporteremo indietro. Io... io non sono riuscito a fermarlo, quello zuccone..." sibilò Radish, digrignando i denti e stringendo i pugni.
Cell stava avanzando. Ghignava. Sembrava divertito.
"Ascolta, Là, adesso io lo tengo occupato per un po'. Tu intanto vai dalla Finta Tartaruga".
"No! Ti ucciderà! E poi... poi è troppo forte per me! Come potrei batterlo!"
Radish si voltò e la fissò nei suoi occhi di ghiaccio colmi di dolore e paura.
"Tu sei l'unica che puoi farlo, Là. Io so che ne sarai capace" disse, prendendole la mano. "Tu sei la Regina di cuori e la regina del mio cuore".
"Tu... tu non dovevi venire qui! Non voglio che tu muoia per colpa mia!" sbottò lei.
"Ti avevo promesso che sarei venuto ad aiutarti se ti fossi trovata in pericolo, te lo ricordi?" sorrise lui.
Lazuli annuì, accennando un sorriso. Si sentiva stupida, ma era bello sapere di avere sempre qualcuno su cui poter contare. Qualcuno disposto a tutto per te.
"Ma che scenetta patetica! Ah, ah, ah!" rise sguaiatamente Cell, sempre più vicino.
Radish trovò la forza di rialzarsi, a fatica, con lo sguardo rivolto verso il mostro.
"Però..." provò a ribattere la ragazza.
"Tu moriresti per me?" la interruppe lui, tornando a guardarla negli occhi.
"Sì" rispose lei, senza esitare.
"Uhm... non voglio che tu muoia per me, però..." ci pensò su il capellone.
I suoi occhi neri si illuminarono all'improvviso.
"Tu vivresti per me?" aggiunse, sorridendole.
Anche Lazuli sorrise. Non sapeva perché, ma si sentiva più sollevata.
"Sì!" gli rispose.
"E allora sopravvivi, Là. Io farò altrettanto" provò a rassicurarla lui.
Si divincolò dalla stretta delicata e rassicurante della mano di Lazuli, e lei sentì improvvisamente freddo.
Lo vide scagliarsi contro Cell, di nuovo.
E venire messo al tappeto al primo pugno diretto nello stomaco.
Il mostro rideva, mentre lo prendeva a calci. Infieriva su di lui.
Radish era a terra, rannicchiato. Provava a rialzarsi, ma non ci riusciva.
Cercava di reagire, ma non ne aveva la possibilità.
Sangue, lividi e colpi di tosse.
Lazuli sarebbe dovuta scappare nel bosco, andare a cercare la Finta Tartaruga. Sopravvivere e salvare quel mondo. Ma non poteva abbandonare Radish al suo destino. Non ne era capace.
Corse contro Cell, buttandosi a tutta velocità con la spalla contro il suo petto corazzato. Cadde a terra, accanto a Radish, riuscendo però a far indietreggiare il mostro di tre o quattro metri.
"Adesso assorbirò te, inutile ragazzina! E poi ammazzerò lui" ringhiò Cell, facendo per avanzare.
"N-non dovevi... Là..." farfugliò Radish.
Lazuli si strinse a lui, tenendo lo sguardo fisso sul mostro. Aveva il sole negli occhi e il gelo nel cuore.
All'improvviso, però, l'immagine di Cell sparì dal suo campo visivo.
Davanti a lei erano comparse due figure, materializzandosi dal nulla.
Controluce sembravano nient'altro che due ombre oscure.
Una, la più alta, aveva l'indice e il medio premuti contro la propria fronte, l'altra una mano appoggiata sulla spalla della prima.
"Basta così, Cell. Adesso stai esagerando".
Fu la voce dell'ombra più alta a rompere un silenzio che stava assumendo connotati irreali.
"Tsk!" si limitò ad aggiungere la seconda figura, incrociando le braccia al petto.
Radish sorrise nonostante avesse il volto tumefatto, Lazuli fece lo stesso.
Erano arrivati i rinforzi.
Erano arrivati Goku e Vegeta. 
 
 
 
 
 
 
 
Note: eccoci qui, dopo una lunga attesa e qualche imprevisto di troppo riesco a postare questo capitolo carico di azione, adrenalina, dolore e anche amore. Non posso che sperare vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!
Cosa ne dite del colpo di scena finale? E del ritorno in scena di Radish?
La parte in cui C17 viene assorbito da Cell mi fa sempre soffrire nella serie originale, e non vi dico cosa provo quando osa fare lo stesso con C18... quindi potete immaginare quanto sia stato duro per me descrivere quel momento così atroce.
 
Ringrazio oggi più che mai chi continua a seguire questa storia, ad amare questi personaggi e a credere in me come autore. Grazie a chi mi lascia sempre il suo parere e a chi preferisce continuare a leggere in silenzio. Se vi va fatevi avanti, a me fa solo piacere.
 
Bene, tra due settimane succederanno tante cose nel nuovo capitolo...
Dite che Goku e Vegeta riusciranno a salvare Rad e Là? La nostra eroina dagli occhi di ghiaccio riuscirà finalmente a trovare la Finta Tartaruga?
Grazie a tutti per il vostro supporto, ci vediamo tra due mercoledì!
 
Teo
   
 
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