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Autore: DanilaCobain    11/02/2022    1 recensioni
Olivia Stonebridge è una ragazza felice e spensierata. Non immagina che la notte possa nascondere simili pericoli e ignora che la sua famiglia discenda da un'antica stirpe di cacciatori di vampiri. Fa parte della sua eredità ma, secondo la tradizione, tutto dovrà esserle svelato al compimento del suo diciottesimo compleanno.
Un gruppo di vampiri assetati di vendetta sta per arrivare in città e niente più andrà secondo i piani. Vampiri potenti e passioni brucianti trascineranno Olivia in una nuova vita a cui dovrà presto abituarsi.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20. Pazzo suicida


Zaganos doveva vederla.
Infilarsi in un intero paese di cacciatori era un suicidio, lo sapeva bene, e ogni muscolo del suo corpo era teso e pronto a scattare in caso di attacco mentre girava per le strade in cerca di lei. 
Era entrato dal cancello arrugginito rosso, lo stesso che aveva visto varcare a Olivia la sera in cui l’aveva trovata di nuovo. La maggior parte dei cacciatori non si era accorta di lui, non aveva percepito la sua presenza solo grazie a un potentissimo amuleto e alla sua particolare natura quando era ancora umano. Anche lui aveva sangue di cacciatore nelle vene, sebbene non lo avesse saputo fino a quando sua madre non aveva scoperto di essere una donna col marchio. 
Nel suo sangue scorreva della magia. Al pari dei vampiri di nascita poteva camminare di giorno, aveva un potere compulsivo molto più grande e soprattutto la sua aura di vampiro era molto attenuata. Persino i cacciatori più esperti e forti non erano in grado di percepirlo in condizioni normali. In più, quasi duecento anni prima, aveva conosciuto una dolcissima strega di nome Astrid e lei gli aveva preparato un amuleto speciale che attenuava ancora di più la sua aura. Era stato il suo ringraziamento per averla salvata da un lord vampiro che la teneva prigioniera a Parigi. 
Astrid aveva visto in lui qualcosa di diverso dagli altri vampiri, la sua empatia umana che non era sparita dopo la transizione. Zaganos non era capace di fare del male solo per il gusto di farlo, come accadeva per gli altri vampiri. Per loro gli esseri umani erano semplici erbacce da estirpare. 
Quella notte, nel vicolo, quando era stato aggredito, si era poi risvegliato nel palazzo di Magnor. Suo fratello sedeva sul letto e lo osservava con quella calma glaciale che preannunciava sempre qualcosa di brutto.
«Devi trovarla», gli aveva detto. «Sei mio fratello, Zaganos, devi aiutarmi a trovarla.»
Le sue dita aggraziate si erano mosse a lisciare le lenzuola di raso. Zaganos si era messo a sedere e aveva incrociato il suo sguardo. «Perché la vuoi così tanto? È solo una ragazzina, lasciala vivere in pace ancora per un po’.»
«Poi sarebbe troppo tardi, lo sai bene.» Magnor aveva la capacità di imprimere un tono di comando anche alle conversazioni più banali. «Se lei diventasse una cacciatrice non sarebbe più mia.»
«Non è tua.» Zaganos era scattato troppo in fretta, lasciandosi sfuggire qualcosa che non avrebbe dovuto far trapelare: il suo attaccamento nei confronti di Olivia. 
Una scintilla aveva illuminato gli occhi di Miscar. «La vuoi tutta per te? Non ti va di condividere con il tuo fratellino, come ai vecchi tempi?»
I vecchi tempi, pieni di lussuria ed ebbrezza di sangue umano che sgorgava dalle vene pulsanti, caldo, profumato, corroborante. Ragazze giovani e delicate morte solo per la loro voglia di depravazione. Erano stati così per lui i primi periodi dopo la transizione, quando ancora non riusciva a controllare i suoi nuovi istinti. 
Aveva scosso la testa, disgustato da quel ricordo che ormai procurava piacere solo a Magnor. D’altronde, lui non aveva perso le sue abitudini, era Zaganos che non vi partecipava più. «No» aveva risposto al fratello, «non la voglio tutta per me.»
«Allora cercala e portala qui. Non mi deludere di nuovo.» Si era alzato, fluido e aggraziato, regale anche in un solo movimento. Le labbra sottili e scure si erano incurvate in un sorriso. «Mi dispiace aver interrotto la tua cena, ieri sera. Ti mando uno spuntino per farmi perdonare.»
Una donna formosa era entrata poco dopo, nuda remissiva e completamente assente. Si era adagiata sul letto accanto a lui, pronta. Zaganos aveva snudato le zanne, la fame logorante e un unico pensiero nella testa, e quella volta non era stato gentile.
Aveva trovato Olivia, ci era riuscito. Non era stato difficile, conoscendo la sua famiglia da molto tempo. Ma il posto era stato scelto fin troppo bene, poiché solo un pazzo suicida si sarebbe introdotto a Roccadipietra per rapire qualcuno. Lì anche i bambini sapevano maneggiare un paletto, all’occorrenza. 
Zaganos lo era di sicuro, un pazzo suicida. 
Olivia era cambiata, era diventata più sicura di sé, più donna. I lunghi capelli lisci erano raccolti in una spessa treccia, così da lasciarle scoperto il bellissimo viso. Provava un senso di orgoglio nei suoi confronti. Forte sin dal primo momento in cui l’aveva vista, sapeva in cuor suo che sarebbe diventata una grande cacciatrice. E questo lo eccitava. 
Sapere che lei sarebbe stata in grado di difendersi, di mettere fine alla sua lunga esistenza, lo stuzzicava. Il cuore gli stava battendo a mille per una cacciatrice. 
Pazzo suicida. 
Da quando erano stati insieme alla baita non aveva smesso un secondo do pensare a lei. Olivia lo affascinava e attraeva, l’odore del suo sangue lo aveva inebriato e ammaliato. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poterne sentire anche solo una goccia sulla lingua. 
Vederla con quel giovane cacciatore, mentre la toccava e la baciava, gli aveva fatto provare una gelosia cieca, qualcosa di profondamente umano, amplificato e distorto dalla sua natura di predatore. Aveva snudato i denti, gli occhi ridotti a due fessure rosse, e poi un rumore in lontananza lo aveva fatto ritornare in sé ed era fuggito per paura di essere scoperto.
Passare quasi inosservato gli aveva permesso di ascoltare le chiacchiere degli abitanti di Roccadipietra e scoprire il giorno in cui Olivia avrebbe affrontato la prova. 
Ed eccola lì, davanti a lui, finalmente completa. La sorpresa per lei fu tale che le scivolò dalle mani l’unica arma in grado di proteggerla da lui. Ma non ne aveva bisogno, Zaganos non le avrebbe mai fatto del male. I suoi occhi verdi brillavano di una nuova consapevolezza. Era la cacciatrice più bella che avesse mai incontrato. 
«Zaganos.» Pronunciò il suo nome come una preghiera.
Doveva solo staccarsi dal muro e raggiungerla, prenderle il viso tra le mani e baciarla. Invece raccolse il paletto e glielo porse, rivolgendo la punta d’argento verso di sé, sfidandola a fare quello per cui era stata appena battezzata. 
«Congratulazioni cacciatrice, spero di rivederti presto.»
Si riempì le narici del suo profumo, osservando il pulsare della vena sul collo delicato e aggraziato, poi si mimetizzò con la notte, lasciandosi alle spalle Roccadipietra e Olivia Stonebridge, cacciatrice di vampiri.
Sarebbe tornato in America quella sera stessa, a dire a Magnor che aveva fallito la sua missione.
Ma soprattutto, doveva stare lontano da lei.

Ciao a tutti!
Scusate se aggiorno questa storia con mesi di ritardo. Il punto è che sto pensando di fare una importante revisione e aggiungere anche parti in cui si approfondisce la figura di Magnor. Devo solo trovare il tempo :D
Intanto, se vi piacciono anche le storie d'amore, vi rimando al mio profilo Wattpad dove ci sono due FF, SELVATICA (completa) e DIMMI CHE SEI MIA (in corso). Mi trovate come DanilaCobain. 
Un bacio grande e spero di aggiornare questa storia quanto prima. 
Danila

   
 
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