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Autore: My Pride    14/02/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Happy Valentine Titolo: Happy Valentine (in our own way)
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 2223 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent

Rating: Giallo
Genere: 
Generale, Fluff, Slice of Life
Avvertimenti: What if?, Slash
Comeasyouarenot2022: Damian/Jon, Lume di candela


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Jon sistemò la candela al centro del tavolo e si assicurò che tutto fosse perfettamente in ordine, sorridendo più di quanto non facesse già durante l'arco della settimana.
    Era la prima volta che festeggiava San Valentino e, per quanto fosse convinto che non dovesse esserci un solo giorno per esternare il proprio amore - con certo disappunto di qualcuno che continuava a chiamarlo sdolcinato, ma non gli era mai interessato -, quell'anno aveva deciso di ascoltare il consiglio di Conner e di provare ad organizzare qualcosa per un duplice motivo.
    Lui e Damian stavano insieme da tre anni, ma si conoscevano praticamente da una vita; aveva cominciato a provare qualcosa per il suo migliore amico a quattordici anni, ed era stato un periodo piuttosto imbarazzante tra l'affrontare la pubertà kryptoniana - no, sul serio, suo padre l'aveva avvertito che la sua vista a raggi X avrebbe potuto funzionare a seconda dei suoi ormoni, ma non gli aveva creduto finché non aveva visto nudo ogni singolo studente di scuola - e il capire di essere interessato anche ai ragazzi. Altrettanto imbarazzante era stata la conversazione con i suoi genitori, ma alla fine se l'era cavata e non gli avevano fatto pesare il fatto di essere bisessuale.
    Aveva però temuto la reazione di Damian, a voler essere sincero. Con l'infanzia particolare che aveva vissuto, e il modo in cui era stato cresciuto finché non era andato a vivere con Bruce, Jon non aveva ben saputo come affrontare la cosa con Damian. Non tanto la sua cotta - aveva pensato, essendo ancora un ragazzino, che la sua cotta sarebbe stata tale e che sarebbe svanita col tempo, o che avrebbe capito che in realtà quella cotta era solo ammirazione per qualcuno di più grande -, ma l'essere bisessuale. Anche se non era tenuto a dirlo, Damian era pur sempre stato il suo più caro amico. E aveva tergiversato parecchio per paura di perderlo anche come tale. Quando alla fine c'era riuscito... Damian gli aveva semplicemente detto che non gli importava. O meglio, gli aveva detto che chi gli piaceva erano affari suoi e che avrebbe potuto frequentare anche i marziani - Jon aveva quasi riso istericamente al pensiero, ricordando quando Conner gli aveva parlato della sua vecchia storia con M'gann - se ciò non avrebbe compromesso le loro missioni.
    Jon si era sentito davvero sollevato dalla cosa e aveva anche provato a frequentare qualcuno, ma quella cotta non era passata e quattro anni dopo aveva confessato tutto a Damian. Pronto ad un rifiuto, aveva sussultato quando Damian, borbottando qualcosa tra sé e sé, gli aveva afferrato il bavero del costume e lo aveva attirato a sé, piantandogli un bel bacio sulle labbra che lo aveva lasciato stordito per quelli che a lui erano sembrati secoli. Quando Damian gli aveva detto di provare lo stesso, Jon aveva quasi toccato il cielo con un dito... anche se Damian gli aveva chiaramente detto che non avrebbero combinato niente sotto la cintola fino ai suoi ventun anni. Ebbene, i suoi ventun anni erano scoccati proprio quella stupida sera di San Valentino e quell'idiota avrebbe fatto meglio a mantenere la sua parola.
    Aveva organizzato tutto nei minimi dettagli. Approfittando del fatto che Damian sarebbe stato in riunione praticamente tutto il giorno - aveva provato a svignarsela con la scusa che avrebbero dovuto festeggiare il suo compleanno, ma Lucius giunto a Metropolis insieme a Bruce proprio per quella riunione che avrebbe unificato le filiali -, Jon aveva girato praticamente tutti i negozi possibili e immaginabili, anche se tutti quei cuori e quei palloncini avevano fatto storcere il naso persino ad uno come lui. Ciononostante, aveva comprato dei fiori, dei cioccolatini e si era anche scervellato su come aggiungere quel pizzico di pepe in più alla serata, ma era stato proprio in questo che era venuto in suo aiuto Conner e gli aveva consigliato una cosa un po'... particolare.
    Quando si erano incontrati nel bel mezzo di Metropolis per un aperitivo, Conner aveva riso nel vederlo così stressato, buttando lì un'idea che sulle prime Jon aveva creduto fosse solo una presa in giro. Al sorrisetto furbo di Conner, però, Jon aveva capito che era serio ed era arrossito, farfugliando qualcosa fra sé e sé mentre il fratello si era limitato a sorseggiare la sua bevanda; ore dopo, quando avevano ormai finito e Conner gli aveva detto che un certo passerotto lo stava aspettando, gli aveva fatto scivolare un bel po' di preservativi nella tasca della giacca e poi se n'era andato, mollando Jon da solo e rosso come un pomodoro.
    Jon aveva riflettuto parecchio su quella proposta, percorrendo nella mente tutti gli scenari possibili e googlando persino il nome che Conner aveva dato a quella roba... imbarazzandosi ancora di più. Eppure, come lo scemo innamorato che era, era volato fino in Giappone per comprare il miglior sushi di Tokyo al loro ristorante preferito, e non solo perché era uno dei pochi a servire sushi vegano; la specialità dell'Hatsume era l'anguilla grigliata, e Jon ne andava letteralmente pazzo. Così, con quel sushi pronto ad essere mangiato, i fiori nel vaso, i cioccolatini pronti sul tavolo e tutte le luci di casa spente, doveva solo aspettare l'arrivo di Damian.
    Un'ora dopo, però, annoiato e con un brontolio allo stomaco, Jon stava fissando il telefono con l'ultimo messaggio di Damian che diceva che stava tornando, ma di lui nemmeno l'ombra. Che avesse fiutato la trappola? Non lo sapeva, ma Damian non era mai stato un sprovveduto e... quando le sue orecchie captarono quel battito - aveva cercato di non concentrarsi su di esso per tutto quel tempo, ma alla fine non era riuscito a resistere -, Jon raddrizzò la testa e dal divano schizzò come un fulmine.
    Damian era entrato nel palazzo, Jon sentiva che aveva appena preso l'ascensore quindi aveva ancora un po' di tempo per preparare quella sorpresa. Accese la fiammella con la vista calorifica per restare a lume di candela e poi, più veloce di un proiettile, si denudò e si gettò sotto la doccia, dandosi una bella lavata prima di asciugarsi più in fretta che poteva; tornato in soggiorno, afferrò le buste con la loro cena e, cercando di lottare contro l'imbarazzo che si era impossessato di lui, si sdraiò a pancia in giù sul tappeto davanti al camino per cominciare a disporre come possibile il sushi su tutto il suo corpo, coprendo con quelle pietanze i punti strategici. Quando gettò un'occhiata oltre la sua spalla e si guardò le gambe e la schiena e soprattutto il sedere, proprio nello stesso istante in cui la chiave girò nella toppa, Jon si sentì un po' un idiota. Perché aveva davvero seguito il consiglio di Conner e provato quella roba chiamata nantaimori?
    «J?»
    La voce di Damian si fece sentire dall'ingresso e lui tentennò prima di rispondere, invitandolo a raggiungerlo in soggiorno col tono più sicuro che riuscì a trovare; i suoi passi si avvicinavano e il battito del suo cuore sembrava lento e costante, aumentando solo quando si fermò sulla soglia e Jon lo vide con un pacco regalo sottobraccio; incontrò il suo sguardo incredulo, ma non gli sfuggì il modo in cui aveva cominciato a far scorrere gli occhi sul suo corpo nudo né tantomeno, alla luce della candela, la rapidità con cui aveva cominciato a passare la lingua sul labbro inferiore per inumidirlo.
Jon sorrise, compiaciuto di se stesso. Così anche il grande Damian Wayne stava finalmente cedendo ai piaceri della carne? Beh, sarebbe pure stata ora, dopo tre anni di assoluto niente! «Buon San Valentino, D», sussurrò con voce esageratamente smielata - okay, sì, lo stava facendo apposta -, inebriandosi dell'odore che gli giunse alle narici come uno schiaffo in pieno viso. Un misto di eccitazione e... sangue. Un momento, sangue?! «Che hai combinato!?» si agitò a quel punto, raddrizzando un po' la schiena. Qualche nigiri di avocado scivolò verso i suoi glutei, ma in quel momento non se ne curò.
    «Che hai combinato tu, piuttosto», affermò Damian di rimando mentre si avvicinava, anche se non aveva distolto lo sguardo da lui e... un attimo, stava zoppicando? «Perché sei...» non riuscì a terminare la frase che Jon, come una scheggia impazzita, sparì lettteralmente dal tappeto su cui era sdraiato e Damian sbatté le palpebre nel vedere che il sushi era stato di nuovo riposto nelle loro scatole e Jon, con addosso solo un paio di pantaloni, gli aveva afferrato bellamente il braccio senza dargli modo di replicare e i suoi occhi divennero color ghiaccio, simbolo che lo stava scrutando con la vista a raggi X.
    «Perché sei ferito? Com'è successo? Quando?!»
    Alla raffica di domande di Jon, Damian roteò gli occhi e sbuffò, cercando inutilmente di tirare via il braccio; la presa di Jon purtroppo non glielo permetteva, così aggrottò la fronte e arricciò il naso. «Un idiota ha tentato di rapinare il negozio in cui ero entrato per comprarti un regalo, non è niente di serio».
    Jon sgranò gli occhi, indignato. «Niente di serio? Hai uno squarcio sul braccio, D!»
    «Mhnr... non importa, di pattuglia subisco di peggio».
    «...sai che questo non migliora le cose, vero?»
    Jon vide Damian aprire la bocca per replicare, ma lo zittì prima ancora che potesse farlo e, dopo aver posato il regalo, lo trascinò letteralmente verso il tappeto, dove lo costrinse a sedersi senza tanti complimenti; sbuffò sulla candela per spegnere la fiamma e accese le luci, andando a prendere il kit medico in bagno. L'imbarazzo che aveva provato fino a quel momento si era volatilizzato nello stesso istante in cui aveva capito che Damian aveva bisogno di cure mediche, ma un po' sospirò pesantemente tra sé e sé per la serata così drasticamente saltata. Oh, beh... prima le cose importanti.
    Quando tornò in soggiorno, notò che Damian aveva avuto almeno la prontezza di togliersi la giacca e lasciare la camicia aperta sul petto, e Jon si rese conto che non se n'era liberato unicamente perché la stoffa si era incollata al sangue ormai seccatosi sulla pelle. Il suo viso era sofferente, ma si ricompose non appena vide che Jon era tornato e gli fece solo un breve cenno col capo come a voler fingere che andasse tutto bene. 
    Jon sollevò lo sguardo al soffitto. «Sei un idiota», gli disse mentre si avvicinava, ignorando lo schiocco di lingua che Damian fece.
    «Non farmi la predica, facevo solo il mio lavoro».
    «In giacca e cravatta?» Il silenzio di Damian e il modo in cui distolse lo sguardo furono più che eloquenti. «Come supponevo», sbuffò Jon, resistendo all'impulso di strappargli di dosso la camicia senza tanti complimenti. Avevano fatto un patto, e quel patto comprendeva il non mettersi inutilmente in pericolo quando erano in abiti civili. E lui era andato in un negozio come il fottuto Damian Wayne, CEO della Wayne Industries di Metropolis, figlio del plurimiliardario Bruce Wayne e attualmente primo nella classifica degli uomini più sexy sulla rivista People. Non era di certo un volto sconosciuto!
    Tra loro cadde un pesante silenzio, rotto solo dallo scricchiolio del sangue secco mentre Jon scostava la camicia e dal battito dei loro cuori. Jon riusciva a sentire il respiro infranto di Damian, il modo in cui cercava di non battere ciglio nonostante fosse palese che quella ferita gli facesse male, ma non lo sentì lamentarsi nemmeno quando, scusandosi, dovette metterci un po' di forza per staccare quel che era rimasto della camicia, la quale venne via con un pop; aprendo il kit, Jon afferrò il disinfettante e lo mise abbondantemente su un po' di cotone, cominciando a passarlo poi su quello squarcio che gli percorreva il bicipite dall'alto verso il basso.
    Con la coda dell'occhio, Jon vide Damian mordersi il labbro inferiore quando cominciò a suturarlo, ed era piuttosto ironico che avesse ormai imparato a farlo bene quasi quanto il signor Pennyworth. La sua mente krytoniana funzionava in modi molto più rapidi di quella di un essere umano e leggere molti libri di anatomia e chirurgia aveva aiutato di certo, ma in cuor suo ammetteva che avrebbe preferito passare almeno una sera con calma senza dover rattoppare Damian.
    Quando alla fine strinse la fasciatura e chiuse il kit, venne colto così alla sprovvista che il suo sopracitato super cervello realizzò troppo tardi che Damian gli aveva afferrato un braccio e lo aveva attirato a sé, piantandogli un bacio sulle labbra; fu un bacio voglioso, un cozzar di denti e un intreccio di lingue che aveva il sapore della pura adrenalina, e fu solo quando si separarono, con le labbra gonfie e rosse e lucide di saliva, che Jon fissò Damian con sguardo stranito, vedendolo sollevare un angolo delle labbra in un sorriso che, Jon ne era certo, non gli aveva mai visto.
    «Ehi, J...» sussurrò Damian in tono lascivo, e Jon deglutì quando una mano scivolò lungo la sua gamba destra, carezzando l'interno coscia. «...quello che ho visto sotto il sushi non mi dispiaceva».
    Jon sbatté le palpebre, ma rise imbarazzato e gli gettò un braccio dietro al collo per attirarlo a sé, lasciando che Damian lo sovrastasse e, sussurrando ancora qualcosa che suonava come
«Buon compleanno e buon San Valentino» gli catturasse nuovamente le labbra con le proprie. Beh... forse l'idea di Conner non era stata così malvagia.





_Note inconcludenti dell'autrice
Scritta per la CARNIVAL/VALENTINE CHALLENGE - COME AS YOU ARE NOT (abbreviato con l'hashtag #comeasyouarenot2022)
indetta sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia.
Cosa bisognava fare? Oh, beh, credo che il nome della challenge parli da solo! Bisognava ideare delle storie romantiche (o che avrebbero fatto capire la relazione romantica tra i personaggi assegnati da altri utenti) o divertenti (ma sempre romatiche) per spargere amore durante San Valentino. Io sono un po' come Jonno, penso che l'amore vada espresso in continuazione e non solo un giorno all'anno (frase 100% mia nella storia, quindi), ma ogni tanto scrivo robetta fluffuosa a caso. Sì, forse sono un po' incoerente ma tipo chissene?
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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