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Autore: deborahdonato4    17/02/2022    1 recensioni
Leo Valdez, deluso dal suo primo amore Calypso, è tornato al Campo Mezzosangue con suo figlio James. Decide di dedicarsi completamente alla crescita del figlio.
Will Solace, rientrato al Campo dopo un anno passato a lavorare in un ospedale umano, ha una sola missione: confessare il suo amore verso Nico di Angelo. Mal'amore ha promesso per lui, e per Nico, un destino diverso.
Due ragazzi che diventano prima amici, poi qualcosa di più.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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James era elettrizzato al pensiero di passare tutta la giornata in compagnia dei suoi migliore amici al Luna Park. Aveva passato la notte insonne, correndo di continuo dai genitori per chiedergli il permesso di salire sull'ottovolante, sugli autoscontri, se poteva maneggiare il fucile e colpire i barattoli. La prima volta i genitori risero per le sue domande, ma dopo essere stati svegliati per la quarta volta alle due di notte, nessuno rideva più.

«Se non torni immediatamente a letto, James Leonidas Valdez, giuro che non andrai da nessuna parte, né oggi né mai!» ringhiò Calipso quando la porta della sua camera cominciò ad aprirsi.

James si affrettò a richiudere la porta e Leo sentì i suoi passi tornare in camera. Non riuscì a trattenere una risata e passò le dita tra i capelli della futura moglie.

«Hai sonno?» domandò Leo, mentre Calipso tornava a coricarsi al suo fianco e appoggiare la testa sulla sua spalla.

«Da morire.» sospirò lei, lanciando un'occhiata alla sveglia. «Sono solo le due.»

«La prossima volta, glielo diremo solamente al mattino.» annuì Leo, trattenendo uno sbadiglio. Anche lui aveva sonno, quella giornata era stata piuttosto movimentata, con la festa di James.

Jason lo aveva invitato a bere una birra in spiaggia solo loro due e avevano chiacchierato per ore, parlando dei loro vecchi ricordi. Jason si era scusato per essere sparito dalla sua vita, e gli aveva rivelato che lui e Piper, anni prima, quando Leo era alle prese con il piccolo James, si erano lasciati. Per la precisione, era stata Piper a mollarlo perché aveva bisogno di riscoprire sé stessa. Per Jason era stato un periodo piuttosto difficile, e Leo si era trattenuto a stento dal prenderlo a pugni.

Però almeno Jason si era scusato per essere sparito così all'improvviso dalla sua vita e Leo si era ritrovato in parte felice, sperando che quello fosse l'inizio del loro ritorno insieme come amici.

Calipso annuì, chiudendo gli occhi. Leo la osservò con attenzione, trovandola bellissima. Le passò le dita sul volto, cercando di concentrarsi su di lei, e non sulla giornata che li aspettava al mattino.

«Perché Will vuole portarci al Luna Park?» domandò Calipso all'improvviso, quando Leo immaginava che ormai si fosse addormentata.

«Te l'ho detto perché.» disse Leo, posandole la guancia sulla testa. «Voleva scusarsi con James per non essere venuto alla sua festa di compleanno. Portare i bambini al Luna Park non è una cattiva idea, no? E poi, tempo fa gliel'avevo proposto io.»

«Ma perché anche noi? E non solo i bambini?»

Leo la guardò dubbioso. «Non vuoi andare?»

Calipso aprì gli occhi. «Ormai ho dato la mia parola.» disse, abbozzando un sorriso e guardando il figlio di Efesto. «Però la prossima volta, lascia andare solo James, così noi possiamo prenderci una giornata solo per noi due.»

Leo ridacchiò e la baciò sulla guancia. «La prossima volta faremo così, te lo prometto.»

Calipso si appoggiò contro di lui e dopo qualche secondo si addormentò. Leo le passò le dita tra i capelli, osservando la porta socchiusa, pensando a Jason, a James, a Will. Aveva invitato Jason al Luna Park, ma il figlio di Giove aveva declinato l'invito. Voleva passare la giornata in compagnia di Hazel, Piper e Annabeth, e Leo decise che, dopo il Luna Park, avrebbe passato anche lui una serata con i suoi amici al completo. Forse potevano chiedere anche a Percy di unirsi, visto che Annabeth non era più arrabbiata con lui. Ma Frank avrebbe mancato a quella riunione, come mancava da un decennio nella loro vita.

Scacciando via i pensieri dolorosi, Leo chiuse gli occhi, cercando di non soffermarsi troppo su Will Solace. Quella giornata doveva essere tranquilla, doveva comportarsi bene nei confronti del suo ex, doveva fargli capire che non gli importava più niente di lui.

E forse, se avesse continuato a ripeterlo, prima o poi ci avrebbe creduto.

 

Will si svegliò presto quel mattino, non tanto per l'ansia provocata dalla giornata in compagnia di Leo e della sua famiglia, ma per Bryan, che aveva insistito tanto per dormire con lui e lo aveva preso a calci tutta la notte. Nonostante questo, e il fatto che si sentisse tutta la schiena indolenzita, Will non era arrabbiato con il fratello minore. Lo guardò dormire, pensando a quanti progressi avesse fatto negli ultimi mesi, da quando erano arrivati lì al Campo. All'inizio, dopo la morte della madre, Bryan si era chiuso in sé stesso, parlando a scatti, dicendo il minimo indispensabile. Quando erano arrivati al Campo, e aveva scoperto che Will diceva la verità su suo padre, dopo aver visto la lira dorata simbolo di Apollo sulla sua testa, il bambino si era aperto di più, era uscito dal suo guscio. Conoscere James Valdez e Lily Stoll, però, lo aveva del tutto cambiato.

Will passò le dita sui capelli del fratellino, pensando di aver agito nel giusto tornando lì al Campo. Se n'era andato di tutta fretta, senza pensare ad un possibile ritorno, deciso solo ad allontanarsi da quella vita. Ora che aveva trovato Bryan, una parte di lui era felice di aver lasciato il Campo. Non l'avrebbe mai trovato, altrimenti.

Will cercò di non far andare oltre i suoi pensieri, di non ricordare il sorriso di Leo e il suo viso riflesso in quei meravigliosi occhi scuri, ma non ci riuscì. Era combattuto. Se non avesse fatto quello che aveva fatto, se non avesse dato retta ai pensieri nella sua testa, non avrebbe trovato Bryan. Il suo caro fratellino avrebbe fatto la fine degli orfani, avrebbe vissuto nella paura e nel terrore, e avrebbe potuto incontrare la morte per mano di qualche mostro. Abbracciò il fratellino, sentendosi dilaniare dall'interno.

«Mi stai soffocando.»

Il brontolio di Bryan lo riscosse dai suoi pensieri e Will lo lasciò andare in fretta, prima che potesse morderlo o tirargli un altro calcio. Bryan lo fissò torvo solo per qualche secondo, lasciandosi scappare uno sbadiglio e sorridendo nel ricordare che giorno fosse.

«Andiamo al Luna Park!» esclamò il ragazzino, scendendo dal letto con un balzo. Afferrò i vestiti che Will gli aveva preparato la sera prima e corse a chiudersi in bagno.

Will ridacchiò, alzandosi dal proprio letto. Sistemò la camera mentre aspettava che il bagno si liberasse e prese il cellulare, mandando un messaggio a Connor per chiedergli se fosse sveglio. La risposta del figlio di Ermes non si fece attendere e Will si ritrovò a sorridere nel leggere il messaggio pieno di cuoricini. Connor era proprio la persona giusta per lui. La sera prima avevano fatto il bagno insieme, e Will era tornato nella propria cabina perché non voleva lasciare Bryan da solo, voleva controllare che dormisse. Al rientro, però, aveva scoperto che il fratellino si era già appisolato nel suo letto e, anziché spostarlo, Will si era coricato lì con lui.

«Scrivi al tuo fidanzato?»

Will alzò lo sguardo su Bryan, che si stava asciugando il viso. Si era già vestito e se non fosse stato per i capelli bagnati, Will avrebbe avuto qualche dubbio sul fatto che si fosse lavato.

«Sì.» annuì Will, occhieggiandolo. «Hai usato il sapone?»

«Perché avete tutti quella faccia da scemi quando scrivete al vostro fidanzato?» domandò Bryan di rimando, ignorando la domanda del fratello maggiore.

Will arrossì appena e posò il cellulare sulla scrivania. L'impulso di correre e controllare la sua espressione allo specchio era alta. Aveva davvero una faccia da scemo mentre scriveva a Connor?

«Hai usato il sapone?» si ritrovò a ripetere e guardò Bryan scrollare le spalle.

«A che serve? Tanto ora mi metto a correre e suderò di nuovo...» borbottò Bryan, prendendo il deodorante di Will e spruzzandoselo addosso. Will alzò un sopracciglio e trattenne un sorriso alla vista dei capelli biondi che lentamente cominciavano ad asciugarsi da soli. «Vado a fare colazione, e vado a svegliare Lily e James.»

«D'accordo, ma non mangiare troppo!» esclamò Will, ma il fratello era già uscito dalla loro stanza e sfrecciava nei corridoi verso la porta.

 

Quando Will uscì dalla cabina, trovò Bryan, Lily e Connor vicino all'uscita del Campo. I bambini saltellavano eccitati e si scambiavano il programma della giornata, mentre Connor fissava il cellulare con le labbra socchiuse. Ma nel sentire i suoi passi in avvicinamento, il figlio di Ermes sollevò lo sguardo su di lui e si illuminò, sorridendo alla sua vista. Al tempo stesso, il cuore di Will fece una capriola. Poteva davvero abituarsi ad una reazione del genere.

«Ciao!» lo salutò Connor, andandogli incontro e baciandolo. «Travis e Katie stanno per arrivare, hanno avuto degli impegni in camera da letto.»

Will sorrise, ricambiando il bacio. «Chissà che impegni...» mormorò e Connor ammiccò nella sua direzione. «E James?»

«Si sono appena svegliati.» sospirò Bryan, mentre Lily scuoteva la testa per esprimere il suo disappunto. Somigliava molto a sua madre. «Non hanno sentito la sveglia.»

«Arriveranno.» disse Connor, passando le braccia attorno al collo di Will. «Leo mi ha detto che si sono addormentati tutti un po' tardi.»

Will annuì, cercando di non pensare al motivo per cui si fossero addormentati tardi. Immaginò che fosse simile al motivo per cui Travis e Katie facessero ritardo... Scacciò quel pensiero dalla testa. Quello che faceva Leo, dopotutto, non era affar suo.

Baciò Connor dolcemente, ignorando i versi di disgusto dei bambini, cercando di pensare ad una vita con lui. Se continuavano così, di certo prima o poi si sarebbe innamorato.

«Eccoli!»

La voce di Lily fece scostare Will e Connor, che si voltarono a guardare James in avvicinamento. Il suo sorriso era così enorme che Will temette per un attimo che fosse passato Joker a fargli visita. Si tuffò tra le braccia dei suoi amici e tutti e tre cominciarono a parlare nello stesso momento, trasmettendo la loro gioia. Will sorrise e spostò lo sguardo su Calipso, ancora assonnata, e su Leo. Incrociò i suoi occhi per un attimo, poi tornò a guardare i bambini. Che giornata lunga si prospettava.

 

Vedere Will e Connor in atteggiamenti intimi, proprio di fronte a lui, non migliorò l'umore di Leo, ma neanche lo peggiorò. Non poteva mostrarsi arrabbiato di fronte a Calipso, perché la fidanzata avrebbe capito subito il suo malcontento. Calipso non era un'idiota, e Leo l'amava proprio per questo. Era una splendida donna, intelligente e meravigliosa. L'amava, era sicuro di amarla perché provava lo stesso sentimento da anni, da quando si erano innamorati su Ogigia. E, nonostante i loro trascorsi, continuava ad amarla.

Un po' come i sentimenti che provava per Will. Ma quelli doveva soffocarli fino a farli scomparire. Giusto?

«Ciao!» salutò Leo, fermandosi a qualche passo di distanza da Connor e Will. «Dove sono Travis e Katie?»

Cercò di nascondere il tono preoccupato della voce. Voleva il suo migliore amico in quell'uscita, non voleva ritrovarsi al Luna Park con i bambini e il suo ex con il suo nuovo ragazzo. Sarebbe esploso, e non voleva rischiare di ferire nessuno.

«Stanno arrivando.» disse Connor, controllando il cellulare. «Un paio di minuti e sono qui.»

«Ottimo.» disse Leo, infilando le mani in tasca. Al suo fianco Calipso sbadigliò e si stiracchiò. Avevano dormito solo sei ore, dall'ultima volta che James li aveva svegliati, e nessuno dei due aveva sentito la sveglia. Solo le urla isteriche del bambino nello scoprire che i genitori non erano ancora in piedi.

Per qualche secondo nessuno parlò, imbarazzato. I pensieri di Leo erano un turbinio di emozioni, di sentimenti contrastanti, di odio verso sé stesso. Perché aveva accettato quell'uscita? Will e Calipso nello stesso posto, nello stesso momento, con lui. Era proprio sadico.

«Come andiamo al Luna Park?» domandò Calipso, interrompendo il silenzio e guardando i due ragazzi di fronte a lei. «Avete la macchina?»

«Ho chiesto la Volvo a mio fratello.» disse Will, toccandosi la tasca dei jeans per prendere la chiave, ma lasciò perdere quando la vide tintinnare tra le dita di Connor. «In cinque, lì ci stiamo.»

«Stavo pensando che io e Will potremmo partire con i bambini.» aggiunse Connor. «Così non li dividiamo.»

«Sul serio?» disse Leo, trattenendosi a stento dallo sbuffare. «Volete fare un viaggio di mezz'ora con tre ragazzini urlanti in macchina?»

Gli sguardi di tutti e quattro si puntarono sul gruppetto che, nel sentire quella frase, cominciò a sghignazzare e parlare il più veloce possibile.

«Sì.» annuì Connor, sebbene il sorriso cominciasse a spegnersi. «Insomma... mi sembrava una buona idea...»

«Lo è.» lo rassicurò Will, dandogli una pacca sulla schiena e sorridendo, dedicandogli uno di quei sorrisi che Leo adorava. «È un'idea fantastica!»

Connor ricambiò il sorriso, e lo sguardo che si scambiarono fece venir voglia a Leo di dare fuoco a qualcosa. Si guardò attorno, sperando in una distrazione, e quando vide Travis, sospirò dalla gioia.

«Ciao ragazzi!» li salutò Travis, fermandosi a qualche passo dalla figlia, che corse da lui per dargli un bacio sulla guancia. «Scusate se ci abbiamo messo tanto.»

L'espressione imbarazzata e soddisfatta di Katie fece intuire a Leo cosa li avesse fatti tardare e non riuscì a trattenere un sorriso. La spallata di Calipso, però, gli evitò di fare battute idiote davanti ai bambini.

«Allora, voi due e i bambini sulla Volvo.» riprese Calipso, guardando Connor. «E noi? Come andremo al Luna Park?»

«Potremmo andarci con Festus.» disse Travis, e Leo scosse la testa.

«Meglio evitare di appesantirlo.» disse il figlio di Efesto, trattenendo un sospiro. Dopo l'avvelenamento, lo aveva rimesso in piedi, ma aveva ancora paura per lui. Non voleva dargli troppo lavoro. E poi, Festus era libero nel bosco da così tante settimane che ormai doveva essere diventato un drago selvatico.

«Vado a chiedere l'auto a Pearl.» disse Katie. «Ci metto un minuto.»

Travis annuì e Katie corse di nuovo nella sua cabina. I bambini continuavano a parlare e Will non riusciva a capire di cosa parlassero. Anche lui da bambino era così? Be', con una madre come la sua, forse no.

«Will, hai invitato Hazel?» domandò Calipso, trattenendo uno sbadiglio.

«Certo, ma era impegnata con Piper e gli altri.» disse Will, con un'alzata di spalle. «Ma forse è meglio così, siamo tutti delle coppie.»

«Già, vero.» annuì Calipso, guardando prima figlio di Apollo e poi quello di Ermes al suo fianco. «Siete proprio una bella coppia.»

Leo ebbe la tentazione di accompagnare la frase della moglie con un dito in gola e l'inconfondibile suono del rigetto, ma evitò per un pelo.

«Grazie.» disse Connor e Will nello stesso momento, prendendosi per mano come per sottolineare il loro rapporto. Si lanciarono un'occhiata divertita, forse sorpresi di aver fatto la stessa cosa.

Calipso sorrise a Will, e Leo cercò di rimanere impassibile. Calipso aveva forse seppellito l'ascia di guerra? Forse vedere Will con un altro ragazzo le aveva fatto capire che Will non era più una minaccia per la sua relazione. Calipso si fidava ciecamente di lui, ormai.

Leo si domandò se potesse rinunciare all'uscita per passare la giornata da solo con i suoi pensieri, ma non ebbe il tempo di formulare la domanda ad alta voce che Katie fu di ritorno con un mazzo di chiavi che passò al fidanzato.

«Pearl ci ha lasciato le chiavi della sua auto.» disse la figlia di Demetra, sorridendo. «Ma ci ha chiesto di non sporcarle i sedili, quindi evitate di mangiare.»

Leo e Travis si lanciarono un'occhiata e scoppiarono a ridere. Connor ridacchiò a sua volta mentre chiamava i bambini e si avviava con loro alla Volvo, subito seguiti da Will.

 

Connor aveva trovato un cd della Disney nella stanza di Lily, e l'aveva infilato nel lettore della Volvo. I tre bambini cantarono per tutto il viaggio fino al Luna Park, con Will che li teneva d'occhio lanciando loro occhiate dallo specchietto retrovisore. All'inizio, Lily e James non avevano voluto cantare con Bryan, che aveva il tono melodioso e per nulla stonato dei figli di Apollo. Quando Bryan si era fermato in imbarazzo, i suoi amici avevano deciso di cantare e divertirsi. Connor, non occupato a guidare, fece loro diversi video con il cellulare per mostrarli ai loro genitori.

Quando arrivarono al parcheggio del Luna Park, Will notò di non essere affatto stanco. Gli era piaciuto ascoltare i bambini cantare a squarciagola, e lo aveva fatto pure lui, trascinando quasi a forza Connor in un duetto. Era stato un bel viaggio, ma sperò che al ritorno i bambini decidessero di dormire. Aveva la gola in fiamme, ormai.

«I vostri genitori non sono ancora arrivati.» notò Bryan, non appena furono scesi dalla macchina. Connor distribuì succhi di frutta ai bambini e si sedette sul cofano in attesa degli altri.

«Pensate che si siano persi?» domandò Lily, bevendo un po' di succo con una strana espressione.

«Non possiamo scoprirlo dopo?» ribatté James, lanciando un'occhiata al cancello del Luna Park. «È così vicino... non possiamo prima fare qualche giostra e poi preoccuparci per loro?»

Will e Bryan risero, mentre Lily annuiva con lui.

«Finite il succo, poi entriamo.» disse Connor, controllando il cellulare. Il fratello gli aveva scritto mezz'ora prima per avvertirlo che erano partiti qualche minuto dopo di loro. «Credo proprio che ci sia Travis alla guida. Quindi, arriveranno tra un bel po'.»

«Papà guida pianissimo.» rivelò Lily.

«Forse è per questo che voleva andare con Festus.» mormorò James.

«Chi è Festus?» domandò Bryan, curioso.

«Te lo farò conoscere quando torniamo al Campo, promesso.»

Bryan sorrise a James, che ricambiò il sorriso con un sorrisetto per niente rassicurante. Will decise di avvisare Leo, di tenere Festus fuori dalla portata dei bambini. Di sicuro James voleva portare i suoi amici a fare un giro sul drago volante della famiglia.

Aspettarono qualche minuto l'arrivo dell'auto, e Will, notando che i bambini stavano cominciando ad essere piuttosto su di giri, decise di farli entrare. Lui e Connor seguirono i bambini all'interno del Luna Park e li accompagnarono ai mini autoscontri. Will li tenne d'occhio mentre giravano per la pista, sbattendo l'uno contro gli altri. Riusciva a sentire le loro risate di sottofondo.

«Sono arrivati.» disse Connor, posando una mano sulla spalla di Will per farlo voltare verso l'entrata. «Al ritorno, chiediamo a Leo di guidare.»

Will ridacchiò, osservando le due coppie appena arrivate. Calipso e Katie stavano discutendo con Travis, che sembrava piuttosto fiero di ignorarle. Leo, qualche passo dietro di loro, stava cercando in tutti i modi di non ridere. Will sorrise a quella vista, pensando che fosse proprio un comportamento da Leo.

«Ce l'avete fatta.» disse Will, mentre i quattro li raggiungevano.

«Andavamo un po' piano.» disse Leo, con una scrollata di spalle e trattenendo un sorriso.

«Piano e al sicuro.» aggiunse Travis, mentre Katie alzava gli occhi al cielo.

«Ho visto vecchiette in bici superarci.» borbottò la figlia di Demetra.

«Ma siamo arrivati senza incidenti nel percorso e tutti in ottima salute.» precisò Travis.

«Be', siamo tutti un po' arrabbiati per aver fatto ritardo.» gli fece notare Calipso.

«Ma è stato un viaggio senza bambini. Non vi è bastato?»

Alle parole di Travis, Katie e Calipso si lanciarono un'occhiata. «In effetti ha ragione.» mormorò Calipso. «Ci siamo riposati, durante questo viaggio.»

Travis sorrise gongolante e Leo scosse la testa, divertito. Incrociò per un attimo gli occhi di Will, ma il figlio di Apollo distolse lo sguardo per puntarlo ai bambini che ancora si divertivano alle loro spalle.

«Non pensiamo più a questo triste viaggio.» disse Connor, con fare un po' teatrale. «Godiamoci la bella giornata e i giochi. E i bambini, ovviamente.»

 

Il viaggio di andata non è stato così male, pensò Leo mentre prendeva la mira con il fucile e colpiva l'ennesimo barattolo. Aveva avuto modo di restare in silenzio e pensare, cosa che ormai faceva di continuo. La testa gli doleva per tutti i pensieri che la affollavano. E le due donne che insultavano Travis, che per tutta risposta alzava il volume della musica, non avevano contribuito a separare i suoi pensieri.

Ormai lui e Calipso avevano una data per il matrimonio. Be', non l'avevano ancora scelta, ma ne avevano parlato di sfuggita il giorno prima, mentre ritiravano gli avanzi e i regali della festa di James. Non ne avevano discusso più del dovuto, preferendo riflettere sulla data. Dopotutto, il giorno del loro matrimonio non era solamente una giornata: avrebbero festeggiato quell'anniversario per tutto il resto della loro vita. Volevano che fosse un giorno importante. O almeno, era Calipso a desiderarlo.

Leo finì di sparare all'ultimo barattolo e scelse il peluche di una tigre per la moglie, che lo apprezzò moltissimo. Si scambiarono un bacio mentre Connor prendeva il suo posto con il fucile e sparava in rapida successione a tutti i barattoli, facendo un punteggio superiore a quello di Leo. Il figlio di Efesto cercò di non farci caso, e si domandò distrattamente se Connor volesse dimostrare a Will di essere un fidanzato migliore di lui. Forse era proprio così, viste le continue occhiate del figlio di Ermes al biondino. Ma non gli bastava considerarlo il suo ragazzo? Doveva per forza mettersi così in mostra?

Forse era proprio così.

Calipso sembrava apprezzare il rapporto di Connor e Will, e Leo ne fu un po' felice. Almeno la sua futura moglie non avrebbe più avuto modo di essere gelosa con il figlio di Apollo. Ormai poteva essere certa che Will avesse voltato pagina, e che non avrebbe più rubato il suo uomo. Chissà cosa avrebbe detto, se avesse scoperto i pensieri di Leo...

Per fortuna c'erano i bambini con loro. Non davano tempo ai suoi pensieri di focalizzarsi, di concentrarsi, di sospirare per Will. Doveva occuparsi solo di James, e controllare che si divertisse abbastanza.

Quando decisero di andare sulla ruota panoramica, Connor e Will salirono insieme ai bambini. Le altre due coppie decisero di approfittarne per andare prima nel tunnel dell'amore, e poi in quello degli orrori, in modo far contenti ognuno il proprio partner. Dopo una lenta pomiciata con Calipso nel tunnel dell'amore, fu felice di sentirla stretta a lui mentre mostri di ogni tipo comparivano alla loro vista. Leo ridacchiò per la reazione di Calipso, ma anche per quella di Travis e Katie, saliti nella carrozza insieme a loro. Strillavano tutti e due come se fossero i mostri peggiori che avessero visto. Ricordando la sua unica visita negli Inferi, per Leo fu una passeggiata. C'erano cose ben peggiori, in giro.

Uscirono dal tunnel degli orrori ridendo. Si fermarono a prendere un milkshake a testa, poi tornarono alla ruota panoramica, solo per scoprire che i ragazzi si erano allontanati. Trovarono Will dopo qualche minuto, che teneva d'occhio i bambini mentre facevano un giro sulle piccole montagne russe. Sembrava in preda all'ansia, con Connor al fianco annoiato che guardava il cellulare.

«Ehi.» li salutò Leo, avvicinandosi, notando lo strano pallore di Will. «Che succede?»

«I bambini sono al loro terzo giro.» disse Connor, prima che il figlio di Apollo potesse dire qualcosa. «E Will li sta fissando così tanto che sto cominciando a preoccuparmi.»

«La ruota panoramica.» brontolò Will, mentre Katie lo affiancava. «Era più alta del previsto.»

«Può succedere.» disse Calipso. «Vuoi sederti?»

«Dobbiamo chiamarti un dottore?» domandò Travis, osservando il biondo. «Un dottore per il dottore?»

Will scosse la testa, accennando un sorriso. «Sto meglio, non preoccupatevi. Non soffro di vertigini, ma non la smettevano di guardare giù che mi sono incuriosito anch'io. E, a proposito...» Will infilò una mano in tasca e ne estrasse una mezza dozzina di semi di girasole. Li porse a Travis. «Lily ha fatto cadere questi, e non so dirti se le sono usciti dalle mani o dalle tasche.»

«Direi dalle mani.» annuì Travis, prendendo i semi. Katie si illuminò nel vederli. «Ha riempito il letto di semi di girasole.»

Katie sorrise, dando una pacca sulla spalla di Travis. «Direi che Lily è più una nipote di Demetra che una nipote di Ermes.»

«È ancora presto per dirlo.» disse Connor, intromettendosi nella conversazione e lasciando perdere il cellulare. «Per quel che ne sapete, potrebbe averli rubati, quei semi.»

«Non credo proprio.» sbuffò Katie, mettendosi a braccia conserte. «Come farebbe a rubarli, durante la notte?»

«Potrebbe essere sgattaiolata fuori dalla finestra...»

«Ha sette anni!»

«Ha il sangue di Travis nelle vene, prima o poi ruberà qualcosa, ne sono sicuro!»

«La natura ha avuto la meglio sul sangue di Travis, ha solo doti di Demetra!»

«Che ne direste di abbassare il volume?» si intromise Leo, guardandosi attorno. «Parlare di dei tra gli umani non è una buona idea, sapete?»

Connor e Katie lo fulminarono con lo sguardo e Leo si pentì di essersi intromesso. Fece un passo indietro, e nello stesso istante, i due cominciarono a litigare in greco antico.

«Forse davano meno nell'occhio prima.» mormorò Will, incrociando lo sguardo di Leo, scoppiano a ridere.

Leo ridacchiò a sua volta, subito seguito da Calipso. Travis si lasciò scappare un sorrisetto mentre cercava di fermare la fidanzata e il fratello. Sembrava un po' stanco di quella conversazione, e Leo si domandò quante altre volte aveva dovuto fermarli.

Si girò a guardare Calipso. Non avevano mai avuto dubbi su quali poteri avesse ereditato James. Lo aveva sempre portato con sé in fucina da quando era piccolissimo, e il calore non lo aveva mai scalfito.

Come se avessero captato la conversazione su di loro, i bambini comparvero vicino a Will proprio in quel momento. Avevano tutti e tre le guance accaldate ed enormi sorrisi. Lily scoccò una rapida occhiata agli zii, che smisero di litigare e si fissarono in cagnesco, con il padre in mezzo come a volerli dividere.

«Vi siete divertiti?» domandò Calipso, proprio mentre Bryan chiedeva: «Dove siete stati?»

«Ehm, abbiamo fatto un giro.» disse Leo, stringendosi nelle spalle.

«Un giro dove?» si incuriosì James.

«Ehm, nel tunnel dell'amore...»

«Bleah, che schifo!» esclamarono i bambini, storcendo il naso.

«...e nel tunnel degli orrori.» concluse Leo.

I bambini si illuminarono a quelle parole.

«Papà, possiamo andarci anche noi?» domandò James, quasi saltellando sul posto.

«Ehm...»

Leo tossicchiò, imbarazzato. Forse avrebbe fatto meglio a tenere la bocca chiusa, ma ormai il danno era fatto. Era normale che dei bambini di sette anni volessero andare nel tunnel degli orrori. Pensò velocemente ad ogni mostro incontrato nel tunnel: vampiri, scheletri, lupi mannari, mummie, streghe, zombie... nulla di così spaventoso. Nulla di reale. I mostri di cui dovevano aver paura erano ben altri, avendo il sangue degli dei nelle vene.

Leo lanciò un'occhiata a Travis, sperando che l'amico andasse in suo soccorso, ma il figlio di Ermes si limitò a scrollare le spalle. Per lui andava bene qualsiasi cosa. Guardò Calipso, che lo stava fissando torva e la sentì borbottare: «Sai, non devi sempre raccontare tutto tutto

«Ehm... Tu cosa ne pensi, Will?» chiese Leo, sperando che Will lo tirasse fuori da quella situazione. Di solito aveva sempre la battuta pronta.

«Per me va benissimo.» disse Will, e Bryan sollevò la mano per battere il cinque al fratello maggiore. «Solo che c'è la possibilità che facciate degli incubi, questa notte.»

«Non succederà.» lo rassicurò Bryan. «Dormirò nel mio letto, in ogni caso.»

Will guardò Travis, Leo e Calipso. «Voi cosa dite?»

«Per me va bene.» annuì Travis, infilandosi le mani in tasca. «Però Lily, in caso di incubi di mostri spaventosi, dovrai dormire anche tu nel tuo letto. Intesi?»

Lily annuì, leggermente spaventata al pensiero di poter fare degli incubi. Ma non voleva essere di meno dei suoi amici.

«Miranda ti ucciderà.» disse Katie, seria.

«Lo farà se mi troverà.» le fece notare Travis, sogghignando assieme al fratello.

Katie scosse la testa, lasciandosi scappare un sorrisetto.

Leo e Calipso si guardarono negli occhi. Ormai mancava solo la loro approvazione. Se avessero detto di no, James avrebbe fatto i capricci e avrebbe pianto mentre i suoi amici entravano nel tunnel degli orrori senza di lui. Ma se avessero detto di sì, James avrebbe potuto spaventarsi e tenerli svegli un'altra notte.

«D'accordo.» acconsentì Calipso, e Leo si trattenne dallo strabuzzare gli occhi per la sorpresa. «Ma in caso di incubi, te ne occuperai tu, caro.» aggiunse.

Leo roteò gli occhi. «Allora c'era la fregatura.» borbottò, ma sorrideva. Meglio passare la notte insonne che dover vedere il viso triste del figlio mentre gli amici si divertivano o parlavano di quell'esperienza che lui non aveva potuto fare.

«Puoi andare.» disse Leo, e James sorrise, voltandosi verso i suoi amici. I tre cominciarono subito a saltellare entusiasti, poi Katie domandò: «Chi li accompagna?»

Connor si guardò attorno. «Io no, vorrei evitare il tunnel degli orrori...» borbottò.

«Hai paura?» chiese Will, curioso.

«No!» L'esclamazione di Connor fece capire a tutti il contrario. «Solo che non mi sento a mio agio, nei posti bui.»

«Conny, che ne diresti di andare a sparare a qualche altro barattolo?» disse Travis, dando un colpo sulla spalla del fratello. «Facciamo a gara a chi fa più punti!»

«Sì!» esclamò Connor, entusiasta quanto i bambini a quell'idea. Lui e Travis partirono subito verso lo stand con le pistole più vicino, lasciando i quattro adulti a guardarli.

«Credo che andrò con loro.» disse Katie, lanciando un'occhiata a Leo. «Li accompagni tu, vero?»

«Certo.» sospirò il figlio di Efesto, fingendosi contrariato anche se l'idea lo faceva sorridere. Poteva spaventare i bambini quando le luci si sarebbero spente all'improvviso, prima della comparsa della perfida strega.

Calipso gli diede un buffetto sul naso. «Non spaventare nessuno.» gli disse, sorridendo, come se gli avesse letto nel pensiero. «Vado con Katie, magari possiamo andare a farci leggere la mano.»

«Sì, sarà divertente!» si entusiasmò Katie, prendendo Calipso a braccetto. Leo le guardò allontanarsi, scuotendo la testa. Chissà cosa avrebbe pensato di loro due la cartomante. Avrebbe notato di non aver a che fare con due semplici umane o si trattava solo di una cialtrona qualsiasi?

Leo si voltò verso i bambini e quasi sussultò alla vista di Will, a qualche metro da lui, che lo guardava quasi imbarazzato.

«Vengo con te.» disse il figlio di Apollo, lanciando una rapida occhiata ai bambini. «Sarà dura, da solo, con tutti e tre.»

«Posso cavarmela.» si ritrovò a dire Leo, osservandolo. «Puoi andare a fare il tifo per Connor.»

Will lo guardò, con quegli incredibili occhi azzurri. «Con Travis al suo fianco, immagino che Connor non si renderà nemmeno conto della mia presenza. Vado a fare i biglietti.» aggiunse, allontanandosi.

 

Leo tenne gli occhi fissi su Will mentre, con i biglietti in mano, tutti e cinque salivano sulla carrozza che li avrebbe condotti nel tunnel. I bambini si sedettero uno vicino all'altro, parlando sottovoce, guardandosi attorno e chiedendosi cosa avrebbero visto. Bryan borbottava qualcosa riguardo a delle mummie e Leo pensò che, se il bambino ne era spaventato, lo avrebbe visto trasalire molto presto.

«Fa tanta paura, questo giro?» domandò Will, con un sussurro, quando la carrozza cominciò a partire.

Leo lo guardò divertito. «Hai paura?»

«No.»

«Vuoi tenermi la mano?»

Will sbuffò. «Non ho paura.» borbottò. «Altrimenti ti avrei lasciato andare da solo.»

«Puoi aver paura lo stesso.»

Will non rispose e Leo trattenne una risata, pensando a quanto fosse strano e al tempo stesso familiare quel momento tra loro, in compagnia dei bambini. Gli tornarono in mente le loro uscite in passato con James. Si era sempre trovato bene in compagnia del biondino.

Come aveva immaginato Leo, Bryan sussultò alla vista delle mummie. Lily lanciò un grido quando un lupo mannaro si avvicinò un po' troppo alla loro carrozza e James rise per le loro reazioni, sebbene con una nota di panico nella voce. Bryan e Lily ottennero la loro rivincita quando James saltò in aria alla comparsa di uno zombie, facendogli il solletico sui fianchi quando si allontanarono dall'area per passare a quella successiva.

«Hai avuto paura finora?» domandò Leo sottovoce a Will. Lo aveva visto agitarsi per un attimo, quando gli zombi erano comparsi toccandogli i capelli, ma non aveva gridato.

«No...» Il tono di Will non era dei più allegri e Leo si ritrovò a sorridere. Forse doveva evitare di prenderlo in giro, prima che Calipso potesse raccontare com'era trasalito lui almeno un'ora prima.

«Tra un po' si spegneranno le luci.» continuò Leo, avvicinandosi al viso di Will per non farsi sentire dai bambini. «Non ti spaventare.»

«Non ho paura!» ripeté Will a denti stretti, e Leo si morse il labbro per non scoppiare a ridere. Era più forte di lui prenderlo in giro. Come se non fosse mai successo niente tra loro. Come se Will non avesse una relazione con il fratello del suo migliore amico, o come se lui non fosse in procinto di sposarsi.

La velocità della carrozza raddoppiò, facendo strillare i bambini e facendo scappare un urletto a Will, ma non ebbero il tempo di abituarsi che la carrozza si bloccò di colpo, lasciandoli tutti turbati. A parte Leo, che sapeva già come sarebbe accaduto.

Le luci si spensero all'improvviso, facendo gridare James. Leo sentì Lily piagnucolare come se si trovasse lontano da lei. Bryan batteva i denti.

Dieci secondi di buio completo, con i mostri che li fissavano da ogni parte per spaventarli a dovere appena le luci si fossero riaccese. Era il gran finale.

Nove secondi, otto.

Leo si voltò verso Will, lo sentiva agitarsi e borbottare ai bambini che andava tutto bene. Ma più che per i bambini, sembrava che lo stesse dicendo principalmente per sé stesso.

Sette secondi, sei...

Leo si ritrovò a sentire il profumo di Will, un profumo di fiori, un po' dolciastro, che gli era sempre piaciuto. Non gli aveva mai chiesto dove l'avesse comprato o di cosa fosse fatto. Immaginò che fosse giacinto, i figli di Apollo ne andavano pazzi, forse per il legame con il padre.

Cinque.

Leo avvicinò il volto a quello di Will e gli sfiorò le labbra prima che potesse capire che non fosse una buona idea. Il gemito sorpreso di Will gli confermò che il biondo non si aspettava quel gesto da parte sua. Non avrebbe dovuto farlo. Era stato un errore, un impulso dovuto al buio. Si sentì un completo idiota. Forse poteva ancora salvarsi, poteva dire di aver sbagliato, e...

Will ricambiò il bacio, stringendo la mano sulla sua coscia solo per un secondo, solo un battito di cuore. Quello di Leo aumentò i battiti, assaporando quelle labbra che gli erano mancate così tanto negli ultimi due anni.

Due.

Leo si allontanò di scatto da Will, con il cuore che batteva così forte che ebbe paura di vederlo uscire dal petto come nei cartoni animati. Si portò una mano al petto, cercando di calmarsi, chiedendosi se avesse le guance rosse come un adolescente. Stava ancora guardando Will quando le luci si riaccesero, e incrociò gli occhi azzurri del figlio di Apollo. Lui sì che aveva le guance arrossate. Ricambiò il suo sguardo per una frazione di secondo, poi lo vide sussultare alla vista dei mostri sparpagliati per la sala.

«Oh!»

L'esclamazione sorpresa di Bryan fu coperta dall'urlo di James e Lily. Leo vide che nel buio si erano abbracciati tutti e tre. Bryan era spaventato, ma lo sguardo che lanciò a Leo non era di paura. Il figlio di Efesto si domandò se li avesse visti, ma era impossibile. Si erano separati prima che le luci si riaccendessero. E i figli di Apollo non vedevano al buio. Giusto?

   
 
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