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Autore: My Pride    18/02/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Listening the heartbeat among the chaos of Gotham City Titolo: Listening the heartbeat among the chaos of Gotham City
Autore: My Pride
Fandom: Batman
Tipologia: One-shot [ 2193 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Jason Peter Todd, Bruce Wayne

Rating: Giallo
Genere: 
Generale, Fluff, Slice of Life,
Avvertimenti: What if?, Slash (Lo consideriamo incest?), Hurt/Comfort
Comeasyouarenot2022: Jason/Bruce, Terremoto


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    «Avresti dovuto starne fuori, Jason!»
    Quel grido tuonò contro le pareti di pietra della caverna, rimbombando nelle orecchie di Jason come uno sparo nella notte. La rabbia nelle parole di Bruce era palpabile, qualcosa che Jason parve riuscire a toccare con mano, ma il suo volto rimase impassibile mentre fissava il volto rigido e austero dell'uomo che aveva davanti.
    Era successo tutto troppo in fretta per riuscire a dare una spiegazione alla situazione che avevano affrontato e, se razionalmente parlando Jason capiva il motivo per cui Bruce sembrava così arrabbiato, dall'altra non poteva fare a meno di pensare che quel dannato vecchio fosse un completo idiota.
    «Che diavolo avrei dovuto fare, Bruce?!» sbottò infine, sollevando finemente un sopracciglio. «Lasciare che quel bastardo di un clown ti facesse fuori come ha fatto fuori me?»
    Bruce ridusse le labbra in una linea sottile. «La cosa è del tutto diversa!»
    «No, vecchio, non lo è. Se non fossi intervenuto, a quest'ora saresti morto!»
    Tra loro calò il silenzio, rotto solo dal battito d'ali dei pipistrelli che, infastiditi dalle loro urla, avevano attraversato gli anfratti della caverna per volare verso la superficie. Quel terremoto li aveva colti di sprovvista ed era stato un miracolo che fosse riuscito a tirar fuori Bruce da sotto le macerie di quel palazzo, anche se si erano fatti scappare Joker da sotto al naso.
    Era la maledetta sera di San Valentino, le strade affolate di gente che festeggiava fra cuori e fiori in mezzo alle piazze e Bruce nel frattempo stava combattendo contro quel maledetto pagliaccio; Jason li aveva raggiunti non appena aveva saputo che quel clown era in giro e aveva colpito con un piede di porco - oh, che crudele ironia - quel bastardo alla coscia per destabilizzare il suo equilibro, vedendolo sgranare gli occhi e afferrare una pistola per puntarla contro di lui; Bruce si era lanciato nella traiettoria ed era stato colpito alla spalla, ma era stato proprio a quel punto che la terra aveva cominciato a tremare e loro si erano ritrovati ad essere risucchiati dalla voragine che si era aperta proprio sotto i loro piedi. Era stato solo per miracolo se Jason era riuscito ad afferrare il rampino e a sparare, ma Bruce non aveva avuto la stessa fortuna: Joker gli aveva afferrato una gamba e lo aveva trascinato con sé, caracollando entrambi e rotolando in mezzo all'edificio che implodeva su se stesso.
    Col cuore a mille, Jason si era letteralmente gettato nel bel mezzo della baraonda e aveva scostato macerie su macerie alla ricerca di Bruce, tremando dalla testa ai piedi mentre i ricordi di quella notte in Etiopia si affollavano nella sua mente e si sovrapponevano con ciò che era accaduto; terrorizzato al pensiero che Bruce avrebbe potuto fare la sua stessa fine a causa di quel fottuto pagliaccio, Jason aveva scavato fra i calcinacci e le travi con un groppo in gola, cercando di scacciare la fastidiosa vocina nella sua testa che gli diceva che avrebbe potuto trovarlo morto. Joker aveva approfittato di quella baraonda per fuggire, ma Jason si era concentrato solo su Bruce, unicamente sull'uomo che, nonostante tutto, l'aveva cresciuto e gli aveva dato una casa, che l'aveva tolto dalla strada quand'era bambino e lo aveva trattato come un figlio, col caos e le sirene e le ambulanze che sfrecciavano fra le strade di Gotham, sovrastando le urla terrorizzate degli abitanti.
    Quando l'aveva trovato, seppur ferito e sanguinante, Jason aveva sentito tutto il peso di quella notte gravare sulle proprie spalle. Borbottando parole strascicate, Bruce aveva chiesto se stesse bene, dove fosse il Joker, ma Jason l'aveva zittito e, premendo il pulsante sul suo guanto, aveva richiamato la batmobile per caricarlo sul sedile del passeggero, guidando come un pazzo verso la caverna; aveva dovuto imboccare strade secondarie e passaggi segreti per non rischiare di ritrovarsi imbottigliato nel traffico. Quando finalmente aveva visto l'entrata nascosta, ci si era fiondato come un razzo e aveva fatto una derapata tale che per poco non aveva mancato la piattaforma centrale della fottuta caverna, tirando Bruce fuori dall'auto per trascinarlo verso l'infermeria.
    Senza Alfred, Jason aveva cercato di far funzionare quei maledetti aggeggi e assicurarsi che Bruce non avesse emorragie interne, tranquillizzandosi solo quando aveva capito che, oltre alle ferite visibili e al buco causato dalla pallottola che gli aveva attraversato il braccio... Bruce stava bene. Quel vecchiaccio stava bene e anche quella notte era riuscito a scampare alla morte. Jason si era quindi occupato delle sue ferite, ripulendole e suturandole con attenzione proprio come gli era stato insegnato dal vecchio maggiordomo, e poi si era lasciato cadere seduto su una sedia lì accanto, aspettando che Bruce si riprendesse.
    Ore dopo, capito cos'era successo... Bruce era esploso. Si erano urlati contro, si erano insultati, e tuttora lo stavano facendo, nonostante Jason si sentisse assolutamente dalla parte della ragione. Non avrebbe potuto lasciarlo morire. Con che coraggio avrebbe anche solo pensato di lasciarlo lì, in balia del fottuto Joker e sommerso dalle macerie?
    «Non mi scuserò per questo», esordì ancora Jason, assottigliando le palpebre. «Pensa il cazzo che vuoi, Bruce, ma non puoi aspettarti che restiamo con le mani in mano quando sei in pericolo», disse ancora, senza indietreggiare quando Bruce, come un carro armato, gli si avvicinò a passi pesanti e sicuri, sovrastandolo con la sua mole. Erano entrambi grandi e grossi e nessuno dei due avrebbe faticato a prendere a pugni l'altro se fosse stato necessario, ma ciò che sorprese Jason fu tutt'altro.
    Contrariamente a quanto Jason si era aspettato - Bruce era conosciuto per le sue prediche, il suo vocione impostato e il continuo credere di avere ragione -, l'uomo gli afferrò un braccio e lo strattonò contro di sé per piazzargli un bacio sulle labbra, e la tensione di Jason si sciolse come neve al sole contro quella bocca che sapeva di ferro e ruggine. Fu un bacio breve, solo un cozzar di denti e lingua, ma Jason riuscì a sentirne tutta l'urgenza e il volersi assicurare che tutto andasse bene. Che lui stesse bene.
    «Non avrei sopportato di perderti ancora, Jason», sussurrò infine Bruce contro le sue labbra, e Jason sorrise, sollevando le braccia per intrecciare le dita fra i suoi corti capelli brizzolati.
    «...sei un idiota, vecchio», affermò nello stringere le ciocche. «Sappi che per San Valentino non ti ho comprato nessun regalo».
    Bruce scosse debolmente il capo, avvolgendso un braccio intorno ai suoi fianchi per attirarlo contro di sé e fargli poggiare la fronte contro la sua spalla. «Il regalo migliore è averti ancora qui con me».
    Jason era certo che il fastidio all'angolo dell'occhio fosse dovuto solo alla polvere presente nella caverna, ma si morse il labbro inferiore, scacciando qualunque pensiero si fosse affacciato nella sua mente; si strinse contro quell'uomo e abbassò le palpebre, calmandosi al suono costante del battito di quel cuore.





_Note inconcludenti dell'autrice
Altra fic scritta per l'iniziativa #comeasyouarenot2022
indetta sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia.
I regret nothing. Consideriamolo incest, va'. Il titolo è una frase di Jason in Red Hood & The Outlaws, e mi sembrava perfetto per sintetizzare tutta la storia in pochissime parole (diciamo, visto quant'è lungo il titolo)
Ovviamente la storia ruota intorno al fatto che Jason ha temuto per la vita di Bruce e che pensava di trovarselo morto esattamente come era morto lui, ovvero durante un'esplosione al di sotto delle macerie. Povero piccolo caro, quanto mi piace portare a galla i suoi traumi (no, sono pessima, perdonatemi)
E, dulcis in fundo, Jason ha con sé persino un piede di porco e ci pesta Joker! Ha un fetish per i piedi di porco il ragazzo. Okay, la smetto di sproloquiare
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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