Serie TV > Altro
Segui la storia  |       
Autore: Quella Della Pasta    19/02/2022    0 recensioni
[Poirot]
Raccolta di brevi fic sulla cricca investigativa di Whitehaven Mansions, alle prese con le imprese, le noie, le sorprese e la vita abitudinaria di tutti i giorni.
Nella loro straordinaria semplicità, come in fondo lo sono le pietre preziose e le qualità che danno il titolo - e il tema - alle storie di cui sono qui i protagonsti.
(Partecipa al COW-T #12 indetto da Lande di Fandom.)
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
prompt: Missione 2 (Birthstones) - 10. salute
protagonista: Hercule Poirot e la sua…contro-ipocondria, potremmo dire? Plus Ariadne Oliver che porta un po’ di sano caos nella cumpa di Whitehaven Mansions. <3


 

«Poirot non è malato!»

«No, certo che no...»

«Poirot non si ammala mai

«Be', c'è da dire che quella volta, sulla riviera...»

«L'eccezione che conferma la regola, signorina Lemon! E ora, se non le è di troppo dispiacere, mi porti la mia tisana!»

Hastings guardò la signorina Lemon svignarsela in cucina, nelle orecchie la tiritera appena attaccata dal suo amico su come gli fosse sempre bastato il suo infuso a ristabilirlo da quel che chiamava un lieve raffreddore, e non la conseguenza, secondo il più pragmatico capitano, di una cena in terrazza di ben dieci portate col circolino degli scrittori del mistero, il tutto all’aria fredda di una notte che aveva rilasciato un acquazzone come pochi al momento del ritorno a casa. E i tassì avevano impiegato il doppio, nel lasciarli fuori al gelo e all’acqua. Hastings s’era salvato perché non era stato invitato, e dunque era ben felice d’essere rimasto in casa, al calduccio, con un buon whisky e il suo programma preferito alla radio. Poirot, al contrario, aveva occhi gonfi e un naso rosso mica da ridere. Anzi, sì. Ma guai se Hastings avesse accennato il benché minimo sorriso…

«Oh, quante storie!»

La signorina Oliver entrò di prepotenza nella scena. Un’arguta energica inglese, la definì il capitano, in accordo col buon ispettore Japp. E con una predilezione per contrariare il loro carissimo amico, cosa di cui entrambi gliene erano segretamente grati.

La Oliver sbatté sulla scrivania di Poirot il suo sacchetto di mele verdi, neanche fossero il mucchio di foglie secchie raccolte metodicamente dai giardinieri del parco sotto casa, e mise le mani ai fianchi. «Tre di queste, al giorno. Tagliate a fette, in infusione col suo tè, come diavolo le pare. Le assicuro che funziona.»

«Resta solo un’evidentissima prova, madame Oliver…» Poirot si fermò per un ancor più evidentissimo starnuto. «…e cioè che Poirot non è malato

Tutto quel che bastò alla signorina Oliver fu di inarcare le sopracciglia. «Certo. E il mio detective svedese non è svedese.» Si mosse in direzione della cucina. «Quanto a lei, capitano», si rivolse poi a Hastings, «dopo dovremo fare una chiacchierata o due sull’organizzazione militare reale; sono bloccata giusto a metà dell’ultimo romanzo e tutto per colpa di un capitano che non sa quale dannato veicolo ha il rango per guidare, e ammazzare l’amante della sua terza moglie!».

«A sua disposizione», rispose Hastings, con un leggero cenno del capo. La Oliver sparì oltre la porta, la udirono da lontano attaccar bottone con miss Lemon, e Poirot rilasciò un ultimo sbuffo seccato, prima di starnutire per l’ennesima volta.

«Suvvia, amico mio!» Hastings, dall’alto del suo buon cuore, decise che era giunto il momento di prodigarsi in rassicurazioni. Se non altro, per calmare gli animi prima che la signorina Lemon tornasse nello studio, e lo trovasse ridotto a una trincea di guerra. «Non c’è nulla di male, in un po’ d’aiuto. O nell’ammettere che la propria salute, ogni tanto, ci lascia per strada…siamo uomini, dopotutto, non macchine!...»

« Hastings », e lì il capitano si fermò, perché il tono di voce in cui Poirot l’aveva appena chiamato per cognome, associato a un tremolìo dei suoi baffi, significava solo una cosa, e cioè: se ti azzardi a pronunciare un’altra parola ti manderò appeso ai più alti tribunali d’Inghilterra, e non ti lascerò nemmeno le scarpe. «Per l’ultima volta. Non sono malato. Ho soltanto una lieve infreddatura. Ed Hercule Poirot non è un uomo qualunque, è un belga ! La nostra tempra è leggendaria!»

Hastings non poté che rassegnarsi ad annuire. Se non altro, per ritrovarsi la testa sul collo ancora per un po’. Nonostante l’ennesimo starnuto di Poirot.

«La sua tisana», annunciò la signorina Lemon, melodiosa e serena. Hastings le invidiò la sua calma: quella sì, che era leggendaria…

Ariadne Oliver fece una capatina dalla porta, probabilmente per vedere come proseguiva lo spettacolo.

Poirot trasse due sorsi dal suo beverone, e con un sorrisone sotto i baffi impomatati, si rivolse di nuovo al suo pubblico. «Visto? Tutto passato. Poirot sa quali sono i rimedi migliori per la sua salute…» Se non fosse che venne interrotto da uno starnuto colossale, che gli mandò all’aria persino le carte che aveva sulla scrivania; per pura fortuna – ma avrebbe detto i suoi straordinari riflessi – non lasciò andare la tazza.

«Tre mele al giorno», disse la signorina Oliver all’orecchio di Hastings, con lo sguardo di chi ne aveva viste fin troppe così. «Io ve l’ho detto. Se poi volete tenervelo a borbottare per un altro mese, buona fortuna!»

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Altro / Vai alla pagina dell'autore: Quella Della Pasta