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Autore: trenodicarta    23/02/2022    0 recensioni
«Tornate a casa, entrambi.» Sussurrai al suo orecchio.
Lo sentì irrigidirsi davanti a quell’abbraccio, poi rilassarsi e infine allontanarmi lentamente.
«Vado.» Fu tutto ciò che disse, mentre usciva dal camper senza voltarsi indietro.
Sì, tornate a casa entrambi. O torna almeno tu Daryl, perché se il pensiero di Merle morto mi fa soffrire, immaginare che sia tu ad andartene mi uccide.
Mi sentii crudele e ingiusta per averlo pensato ma se avessi dovuto scegliere tra i miei fratelli, non avrei avuto dubbi. Potevo rinunciare a Merle ma non a Daryl.
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Raccolta di momenti dedicati ai tre fratelli Daryl, Merle e Olivia (personaggio immaginario). Capitoli brevi ispirati alle prime stagioni di TWD.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Merle Dixon, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Attacco


Ci attaccarono durante la notte, Amy ed io eravamo nel camper quando arrivarono. Udendo le grida al di fuori, mi avvicinai alle tende, scostandole abbastanza per vedere cosa stesse accadendo oltre il finestrino. I vaganti stavano invadendo l'accampamento, addentando chiunque incontrassero sulla loro via. Alcuni di noi stavano combattendo, tentando di arrestarne l'avanzata. 

In città non c'era più nulla da mangiare, questo li aveva condotti da noi. 

Una folata di vento mi sfiorò il collo e voltandomi verso l'ingresso del camper, vidi la porta spalancata e un paio di capelli biondi svanire alla mia vista. Amy si era tuffata fuori, forse senza nemmeno comprendere la pericolosità di quel gesto. Aprì un cassetto, tirandone fuori un coltello da cucina, tutto ciò che mi rimaneva per difendermi.

- Amy, aspetta! - 

Uscii giusto in tempo per vedere un vagante piombarle contro, affondarle il viso nel collo e strapparle la carne con  foga, masticandola tra i denti luridi ed emettendo nauseanti gorgoglii.

Uscii giusto in tempo per vedere un vagante piombarle contro, affondarle il viso nel collo e strapparle la carne con  foga, masticandola tra i denti luridi ed emettendo nauseanti gorgoglii

Lanciai un grido e poi un altro ancora, prima di sollevare il polso e colpire il vagante al capo. Cessò di muoversi, fare rumore e cadde pesantemente a terra, trascinando con sé Amy.  Il coltello gli rimase conficcato nel cranio, ne afferrai l'impugnatura, tirando con tutta la forza possibile, mentre con la coda dell'occhio un altro morto vivente si avvicinava. 

- Forza, cazzo! - Lo estrassi all'ultimo secondo e nel rialzarmi, lo conficcai nel petto del secondo vagante. Era troppo alto e forte, non riuscivo a raggiungere la fronte. Continuai a colpirlo al petto e poi al collo, ovunque riuscissi ad arrivare con la lama, mentre lui non accennava ad arrestarsi. Sentivo la mandibola aprirsi e chiudersi in un inquietante ticchettio di denti, sempre più vicino al mio viso. 

Rividi la pelle di Amy venirle strappata dal collo da denti simili a quelli e decisi che non avrei fatto quella fine, non quel giorno. 

Non riesci neanche a guardare un cervo morto senza vomitare!

Mi rimbombò nella testa la voce di mio fratello Daryl. 

- E muori, stronzo! - Gridai, prima di muovere un ginocchio verso di lui e colpirlo proprio lì, in mezzo alle gambe e poi di nuovo, alla gamba sinistra. La sua caduta venne preceduta da un rumore secco, di ossa che si rompono. Da terra, continuò ad allungare le braccia verso di me, afferrandomi poi una gamba per trascinarmi lì con lui. Lo colpì al capo appena possibile, prima che mi facesse cadere. 

Se cadi sei morta quella era una delle regole di Merle. Finché sei in piedi puoi sovrastarli, tirare calci o nel peggiore dei casi correre più veloce di loro e scappare. Se ti fanno cadere, sei morta.

Mi guardai le mani sporche di sangue. Nel palmo mi era rimasta l'impugnatura del coltello, la lama si era rotta, per sempre conficcata nella fronte del secondo vagante. Veloce, mi affrettai verso Amy, incosciente o forse già morta, non ebbi il tempo di controllare. Con una speranza stupida, mi dissi che avremmo ancora potuto salvarla, nonostante il morso, nonostante i brandelli di carne che le penzolavano dal collo. 

La spinsi sotto il camper, dove i vaganti non l'avrebbero notata o presa, quindi mi avviai verso il centro dell'accampamento, dove i sopravvissuti combattevano. Tra loro, vidi Shane, a terra, sovrastato da uno di loro. 

Se cadi sei morto. 

A meno che qualcuno non ti aiuti, pensai io, aggirando la regola di Merle. Corsi verso Shane e con tutta la forza che mi rimaneva, afferrai il vagante per la camicia. Tirai con una tale foga che mi rimasero tra le mani brandelli del tessuto, mentre lui continuava a sovrastare Shane.

- La pistola! - Mi gridò l'uomo. 

Mi guardai attorno, fin quando non la adocchiai. La presi tra le mani, puntandola contro di loro. Di improvviso la vista mi si offuscò e i muscoli si fecero pesanti, quasi paralizzati. Non ero capace. Ero il segugio della famiglia, quella che seguiva le tracce ma ero in grado di sparare e uccidere. E se avessi colpito Shane?

Avevo puntato un'arma contro qualcuno solo una volta, molti anni prima, producendo risultati che avevano influenzato sia la mia esistenza che quella di Daryl.
 

***

[Flashback]

Avevo fame, seppur questo non interessasse molto a nostro padre, uscito per procurarsi un'altra bottiglia d'alcol ma non del cibo.

- Tieni, prendi questo. - Daryl scovò nella dispensa semivuota un pacchetto di biscotti aperto da chissà quanto. Era tutto accartocciato e al suo interno, i pochi biscotti rimasti erano ridotti in briciole. 

Allungai una mano, fermandomi poco prima di sfiorare la carta del contenitore.

- Tu che mangi? - 

Sollevò le spalle. - Non ho fame. - 

Ne aveva invece. Per questo quando presi il sacchetto ne rovesciai metà in un piatto, che spinsi verso di lui.  Daryl scosse il capo, smuovendo i capelli scuri che ormai arrivavano quasi a coprirgli gli occhi.

- Se non mangi tu, non mangio neanche io. - Accompagnai quelle parole con un gesto: incrociai le braccia risoluta, proprio come faceva lui. 

Sollevò l'angolo destro delle labbra e per quanto si ostinasse a nascondere le sue emozioni, io vi colsi un certo divertimento. Prese un pezzo dei biscotti, lo infilò in bocca, lo masticò, si leccò le bricioline dalle dita e mi fissò. Di colpò spalancò la bocca, mostrandomi quasi le tonsille e qualche residuo di biscotto sulla lingua.

- Oh Daryl ma che schifo! - 

- Come prova che l'ho mangiato. Ora tocca a te. - 

Mi scrutò attento mentre lo imitavo, prendendo un pezzettino e avvicinandomelo alle labbra. 

La porta si spalancò in quell'esatto istante, accogliendo la figura barcollante di nostro padre. Rimasi così, col biscotto davanti alle labbra, immobilizzata dal modo in cui lui mi fissò. 

- Piccoli topi, avete rovistato nella mia cucina. - Sibilò, abbandonando sul pavimento la bottiglia già mezza vuota. Anche il sacchetto della spesa, ripieno di bottiglie ancora chiuse, fece la stessa fine. Ci venne in contro veloce, seppur rischiando di cadere, mentre con una mano libera si sfilava la cintura. Fece rimbalzare lo sguardo tra me e Daryl, finché non ebbe deciso: afferrò me per un braccio, trascinandomi verso il salotto disordinato.

-  Aveva fame, le ho dato io i biscotti! - Daryl balzò in piedi, inseguendoci mentre nostro padre mi trascinava poco più in là, spingendomi a terra. 

Con la cintura in mano, pronta a essere utilizzata, nostro padre lo guardò con disprezzo.

- Mangiate il mio cibo, sporcate la mia casa, siete ... - 

- Tu sporchi tutto! - 

La mia accusa lo infastidì ulteriormente, sapevo l'avrebbe fatto. Chiusi gli occhi e mi coprì il viso con le mani, preparandomi a quello che sarebbe accaduto in seguito. Il bruciore sulla pelle, anche attraverso i vestiti e il colpo secco della cintura e poi ancora, di nuovo, finché non avrebbe perso le forze. 

Quello che accadde fu diverso, non sentì alcun bruciore, solo un peso caldo sopra di me.

- Va bene, uno vale l'altro. - Mormorò mio padre.

Quando riaprii gli occhi, vidi Daryl accovacciato su di me, come ad abbracciarmi. Lo sentii tremare, senza però osare muoversi o spostarsi. I nostri visi erano vicini, gli occhi incollati l'uno all'altro che si parlavano senza dire nulla a voce. 

"Non è giusto, toccava a me" pensavo io, "Non fare nulla, va bene così" pensava lui. 

Gli tenni la mano, lì sotto di lui, in attesa che finisse. I colpi sembravano infiniti, percepivo il corpo di Daryl accasciarsi sempre di più, sfinito. Serrai i denti e lo spostai, correndo via, nell'altra stanza. Non mi voltai ma immaginai i suoi occhi guardarmi, seguirmi con tristezza. Non lo stavo abbandonando, volevo salvarlo. 

Quanto tornai, tra le mani avevo uno dei fucili utilizzati per la caccia. Nostro padre non si accorse di nulla, finché non sentì la canna contro la sua schiena.

- Girati! - 

Quando si voltò, fece scorrere lo sguardo su di me, poi sul fucile e poi ancora su di me. Infine, scoppiò a ridere con una tale forza che temetti avrebbe vomitato lì l'alcol ingerito fino a quel momento. 

- Ragazzina, non sai in che guaio ti stai cacciando. - 

Fece un passo verso di me e io, con un movimento lesto, tolsi la sicura, puntando il fucile più in alto, verso il suo capo. Il sorriso gli sparì, si immobilizzò, forse trattenne anche il fiato per alcuni istanti. 

- Lo sai usare. Te l'ha insegnato Daryl? - 

- Vi ho seguito mentre andavate a caccia, ho sentito come si usa. - Spiegai, senza distogliere lo sguardo da lui. 

Sentii Daryl alzarsi da terra e camminare a fatica verso di me, piazzandosi al mio fianco. 

- Dammelo, Olivia. - 

Lo strinsi ancor di più tra le mani.

- Dai retta a tuo fratello, Olivia. - 

Non lo feci, per niente.

- Esci. Prendi le tue bottiglie e vai via. - 

In dodici anni di vita, non lo avevo mai visto fissarmi in quel modo. Finalmente mi vedeva. Aveva disposto di Merle e poi di noi a suo piacimento, approfittando della nostra debolezza fisica. Era certo che i suoi figli non si sarebbero mai ribellati. Merle se n'era andato, Daryl avrebbe fatto altrettanto, ma io? 

Finalmente mi vedeva e si rendeva conto che seppur piccola e gracile, non avrei esitato a sparargli per salvare la mia famiglia. 

Indietreggiò, rischiando di inciampare nella sua stessa cintura ormai a terra. Tornò a far balzare lo sguardo tra me e Daryl.

- Siete dei piccoli ingrati. - 

- Tu invece sei un uomo morto. - Sibilai, prendendo la mira. 

***

- Spara! - 

Posai un dito sul grilletto, presi un bel respiro e sparai. Il corpo del vagante si accasciò su quello di Shane, che lo spinse via. Sospirai sollevata e lo osservai rialzarsi.

- Grazie. - 

Fece in tempo a dirmi solo quello, prima che gli altri arrivassero. Rick fu il primo a scendere dall'auto e finire il resto dei vaganti, poi venne Daryl. Sospirai sollevata vedendolo. Dopo aver ucciso uno dei vaganti, prese a guardarsi intorno in allarme; quel suo sguardo svanì solo vedendomi. 

Stava per dirmi qualcosa, forse chiedermi se stessi bene ma non fece in tempo. 

- Dov'è Merle? - 

Si avvicinò a me, osservando i punti del mio corpo coperti di sangue. Solo quando comprese che non si trattava del mio, rilassò le spalle. Rimasi in attesa di una risposta alla domanda, pronta a tutto. Mi prese per le spalle, guardandomi proprio come quando da piccoli mi diceva "Ce ne andremo da qui, da nostro padre".

- Non l'abbiamo trovato. Ora siamo solo noi, sorellina. - 

   
 
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