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Autore: trenodicarta    17/02/2022    0 recensioni
«Tornate a casa, entrambi.» Sussurrai al suo orecchio.
Lo sentì irrigidirsi davanti a quell’abbraccio, poi rilassarsi e infine allontanarmi lentamente.
«Vado.» Fu tutto ciò che disse, mentre usciva dal camper senza voltarsi indietro.
Sì, tornate a casa entrambi. O torna almeno tu Daryl, perché se il pensiero di Merle morto mi fa soffrire, immaginare che sia tu ad andartene mi uccide.
Mi sentii crudele e ingiusta per averlo pensato ma se avessi dovuto scegliere tra i miei fratelli, non avrei avuto dubbi. Potevo rinunciare a Merle ma non a Daryl.
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Raccolta di momenti dedicati ai tre fratelli Daryl, Merle e Olivia (personaggio immaginario). Capitoli brevi ispirati alle prime stagioni di TWD.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Merle Dixon, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Dov'è Merle?

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«Daryl, è passato di qui.»

Dopo aver attirato la sua attenzione con quel breve bisbiglio, puntai il dito a terra. Daryl si avvicinò lento, stringendo tra le mani la balestra. Scrutò attento il punto che gli avevo indicato, ritrovandosi a sorridere nel vedere che avevo ragione: quelle a terra, ancora visibili, erano le impronte di un cervo. Doveva essere passato di lì una decina di minuti prima.

«Stai diventando brava.»

Sorrisi ancor di più quando lo vidi farmi cenno di proseguire, precedendolo. Non era mai capitato, in genere era lui a condurre il gioco, ben più abile di me.
Era vero però, stavo diventando brava a riconoscere le tracce e seguirle. I miei occhi ora riuscivano a percepire ciò che un tempo non avrebbero mai notato: orme appena percettibili, rami piegati a indicare il passaggio di qualcuno, tracce di sangue. Ero una sorta di segugio, come piaceva dire a Daryl.
Avanzai concentrata, capendo finalmente come si sentisse lui in quei momenti, inseguendo la sua preda e cacciandola. Mi fermai preoccupata, riconoscendo a terra qualcosa che non mi piacque. Oltre alle orme del cervo, vidi a terra quelle trascinate di un essere umano, o ciò che ne rimaneva.

«Vagante.»

Il viso fino a un momento prima rilassato di Daryl, si accartocciò in un’espressione preoccupata e incazzata.

«Muoviamoci, prima che quel bastardo ci rubi la cena.»

Mi superò veloce, muovendosi comunque in modo tale da non fare il minimo rumore. Lo imitai, come facevo da una vita intera, restandogli dietro fin quando non si bloccò di colpo.
Davanti a noi giaceva il cadavere del cervo che avremmo dovuto prendere. Cercai di guardare il meno possibile le interiora sparse a terra o la testa del vagante lì accanto. Preferì fissare Shane e gli altri del nostro gruppo, che riconoscendoci abbassarono le armi.  
Dovevano aver colto il vagante mentre si nutriva del cervo e lo avevano decapitato. Rabbrividii sentendo la sua mandibola aprirsi e chiudersi spasmodicamente. Le imprecazioni di mio fratello, per fortuna o meno, andarono a coprire quel rumore.

«Figlio di puttana. Quello era il nostro cervo, tutto smangiucchiato da questo lurido bastardo.» Daryl si accanì contro ciò che rimaneva di quel vagante, quando mi voltai a guardarlo, lo vidi mentre lo calciava con furore, sotto lo sguardo a disagio degli altri.
«Daryl basta, è andato.» Provai a calmarlo, vedendolo così rivoltarsi quasi contro di me.
«L’abbiamo inseguito per ore e questo pezzo di merda se l’è divorato.»

Incazzato come sempre dopo una caccia finita male, puntò la balestra contro la testa mozzata a terra, colpendola in piena fronte. La mandibola si frenò.
Daryl raccolse la freccia, riponendola tra le altre e inseguito da me e dagli altri, ritornò all’accampamento. Notai immediatamente la presenza di un volto nuovo, un uomo alto e magro, che si presentò subito come Rick Grimes. Fui la sola a rivolgergli un sorriso di benvenuto, mio fratello era troppo impegnato a gridare il nome di Merle per tutto il campo.
Non udendo risposta, anche io provai una certa preoccupazione, a insospettirmi furono poi i volti degli altri. «Dov’è?» Chiesi, guardando con insistenza Shane, rimasto fino a quel momento il punto di riferimento del gruppo.
Lui si passò una mano sul viso accaldato, guardando poi Rick, come se quello potesse suggerirgli le parole più adatte. Era successo qualcosa ad Atlanta, questo era certo, qualcosa di brutto.

«Daryl, Olivia… c’è stato un problema in città.»

«Che cazzo di problema?» Ringhiò Daryl, facendo un passo in avanti. Gli posai una mano sul braccio, nel tentativo di trattenerlo dall’andare oltre.

Presi un lungo respiro prima di fare la domanda più ovvia. «Merle è… morto?»

Provai una tristezza che agli occhi del resto del gruppo probabilmente appariva incomprensibile. Merle era uno stronzo, razzista e misogino bastardo. Però era mio fratello, il maggiore di noi tre e per quanto sembrasse impossibile da credere, aveva trascorso parte della sua vita a proteggere me e Daryl.  
Il nostro rapporto era pessimo, tutti lì erano testimoni delle nostre litigate quotidiane, eppure immaginarlo come un corpo freddo e privo di vita, mi fece male.
Tutto questo accadde solo per un millesimo di secondo, poiché Shane si affrettò a scuotere il capo, infondendomi una speranza a cui non sapevo se aggrapparmi o meno.

«No, potrebbe essere vivo.»

«Cosa significa potrebbe? È vivo o morto?»  Quella volta non potei trattenere i due passi avanti che Daryl fece verso Shane, innervosito da quella risposta troppo vaga, anche secondo me.

«Significa che non lo sappiamo. Potrebbe essere vivo o morto. Vostro fratello è ammanettato a un tubo di metallo su un tetto.»  Rick Grimes si fece avanti, spiegandoci quanto fosse successo.

Merle aveva fatto lo stronzo, come suo solito. Stavolta aveva però incontrato qualcuno poco propenso a prestarsi alle sue follie: Grimes. Quest’ultimo aveva deciso di ammanettarlo per evitare che combinasse altri guai.

«Mi dispiace ma vostro fratello mi ha costretto a farlo. È incapace di stare con gli altri o ascolt…»

Rick non poté continuare, poiché Daryl gli si scaraventò contro.

«Daryl, no!»

Mi feci avanti per fermarlo, finché non lo vidi estrarre il coltello che solitamente teneva in tasca. Cominciò ad agitarlo per aria, contro Rick, nel tentativo di ferirlo. Shane intervenne nell’immediato, riuscendo a immobilizzarlo a terra con la forza.

«Lasciatelo stare!» Urlai ancora, abbassandomi su Daryl e facendo segno a Shane di lasciarlo andare, non mi piaceva il modo in cui lo stava afferrando per il collo.

«Ci penso io, tranquilla.» Si intromise quel Rick Grimes.

Mi ribellai con la tenacia tipica dei Dixon. «Non dirmi di stare tranquilla. Hai mollato uno dei miei fratelli su un tetto e l’altro lo stai immobilizzando davanti ai miei occhi.»

Rick e Shane sospirarono, lasciando andare Daryl solo dopo essersi assicurati che fosse un po’ più calmo.  

«Abbiamo avuto un problema con la chiavi delle manette, non siamo riusciti a recuperarle e liberare vostro fratello ma intendiamo tornare ad Atlanta per farlo.»

«Che gesto altruista.» Commentai. «Torneremo solo per mio fratello?»

Rick e Shane si scambiarono un’occhiata, prima di ammettere la verità. «Torniamo anche perché abbiamo bisogno di armi.»

Daryl si voltò dall’altra parte dandoci la schiena, quindi si avviò verso il camper, continuando a imprecare.

«Andate a fanculo tutti!»  

Lo osservai allontanarsi, per poi rivolgermi di nuovo a Shane e Rick.

«Voi prendete le armi, noi andiamo a recuperare Merle.»  Non ascoltai neanche la risposta di Shane, che probabilmente mi consigliava di rimanere lì, nel campo. Ero stufa di seguire i suoi ordini, non l’avevo mai eletto mio leader. Gli voltai le spalle per seguire Daryl, ritrovandolo all’interno del camper mentre recuperava una pistola.

«Dalla a me, vengo anche io ad Atlanta.»

Scosse il capo senza nemmeno rifletterci.

«Tu rimani qui.»

«Posso combattere, l’ho già fatto.»

«Davvero non capisci?» Sbottò puntandomi gli occhi blu contro, come fossi io la nemica lì dentro. «Non riesci neanche a guardare un cervo morto senza vomitare.» Sputò quelle parole con fastidio. 

Come suo solito, Daryl parlava poco ma quando lo faceva era in grado di colpirti peggio delle frecce della sua balestra. Abbassai lo sguardo, sentendomi improvvisamente come mi sentivo da piccola, davanti a nostro padre. Merle e Daryl avevano sempre provato a proteggermi da lui, riuscendoci per la maggior parte delle volte. Quando Merle se n’era andato, Daryl era rimasto solo a prendersi le botte al posto mio. Ero sempre stata quella da tutelare, lo ero un tempo e lo ero anche nel nuovo mondo che stavamo affrontando. Con quelle poche parole, Daryl mi aveva rigurgitato addosso tutto ciò che per anni aveva taciuto: Non sei in grado di combattere, saresti solo un peso.
Rilasciai i pugni che avevo stretto per la rabbia e con uno scatto gli gettai le braccia al collo.

«Tornate a casa, entrambi.»

Lo sentì irrigidirsi davanti a quell’abbraccio, poi rilassarsi e infine allontanarmi lentamente.

«Vado.» Fu tutto ciò che disse, mentre usciva dal camper senza voltarsi indietro.

Tornate a casa entrambi. O torna almeno tu Daryl, perché se il pensiero di Merle morto mi fa soffrire, il pensiero che sia tu ad andartene mi uccide.

Mi sentii crudele per averlo pensato ma la verità era una sola: potevo rinunciare a Merle ma non a Daryl.


NOTA AUTRICE
Ciao a tutti*! Non scrivo da molto su EFP quindi questo è una sorta di ritorno. Sto facendo questo piccolo esperimento, ho provato a immaginare come sarebbe stato avere una sorella minore per Merle e Daryl. Ecco qui questa raccolta in cui ci saranno vari momenti, alcuni inventati da me e altri presi dalla serie, in particolare dalle prime stagioni. 
Fatemi pure sapere come vi sembrano i vari capitoli! :)
   
 
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