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Autore: RLandH    26/02/2022    1 recensioni
[Spoiler! uno, ma bello grosso, su TOA, qualcosa su MC&TGoA| Crossover con Magnus Chase| What If]
Mi sentivo di essere pronta a fare un tributo a Jason Grace.
“Lo giuro sullo Stige” aveva dichiarato, certo di aver commesso un errore.
La ragazza aveva sorriso per la prima volta, “Ascoltami bene, adesso, non dire la verità. Fingiti un mortale, uno di quelli ciechi, proprio ciechi e di che non ricordi niente. Questo dovrebbe esserti famigliare” lo aveva preso in giro lei.
Sì, decisamente risvegliarsi in lungo sconosciuti con la memoria a brandelli e feroci ragazze che lo trattavano come se fossero conoscenti da una vita era una sensazione che conosceva piuttosto bene.
Solo che non era opera di Hera, ma Kymopoleia.
“Adesso?” aveva chiesto Jason, la ragazza aveva allentato la pressione della lama sul suo collo, permettendo a Jason di respirare bene, aveva provato a puntellarsi sui gomiti, per tirare su appena il busto.
Quella non aveva smesso di sorridere.
“Adesso” aveva esordito la sconosciuta, “Io non sono mai stata qui e tu asseconderai quello che dico” aveva dichiarato, “E permettimi di scusarmi in anticipo, ma farà male” aveva terminato.
Genere: Avventura, Commedia, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cimopolea, Jason Grace, Magnus Chase, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Percy Jackson in The Multiverse'
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Buona sera, scusate l’orario davvero strano, ma ho deciso di aggiornare con questo capitolo per più di una ragione.
Da domani in poi non avrò molto tempo, già per una settimana sarò senza pc – e scrivere da altro è complicato – comunque mi dispiace lasciare senza aggiornare per tantissimo tempo. Il capitolo in realtà era molto, molto, più lungo, ma editarlo in poco tempo sarebbe stato impossibile (già normalmente, editati, i miei capitoli sono un bordello, figuriamoci senza), perciò ho scelto il punto dove poteva essere interrotto.
Perciò il capitolo, per i miei standard, è terribilmente corto.
Dopo questo, oggi nessun disegno (ne avrei fatto uno, ma non mi piace).
Però ci tengo a ringraziare ovviamente chi ha letto, chi ricorda e preferisce e soprattutto Farkas, per la recensione e la sua presenza. Grazie.
Detto questa,
buona lettura.

Ah, ecco, perché nei libri non ci sono mai due Bob.

 

 

 “Wow, Jason, pare tu gli piaccia proprio” aveva ghignato Alex, con una punta di divertimento. Mentre si arenava sulla sabbia, assieme a Magnus, raggiunti anche da Madina, che pareva l’unica di loro a non percepire il tremore del freddo. “Sono contento anche io, però, ora sono una cotoletta” aveva ammesso Jason. Il Lupo si era sentito pieno di imbarazzo ed era balzato via, “Sì, sì scusa” aveva detto, allungando una mano verso di lui, per aiutarlo ad issarsi su.
Poi avevano raggiunto gli altri intorno al fuoco.
“Dove siamo?” aveva chiesto Alex, “Nello specifico? Vicino ai vostri cugini slavi; siamo a Fort Ross Cove, da qui, prendendo quella strada sull’altura potreste raggiungere il sito di Fort Ross. Dietro quegli arbusti si vede un po’” aveva spiegato il Lupo, indicando una direzione sulla parte più a nord dell’insenatura, in cui si trovavano. “Non so se lo sapete, ma dentro il sito c’è nascosto uno degli ingresso per il Campo Segreto degli Slavi, il Jav Club, o un nome simile, da quello che so è, tipo, posizionato in un piano della realtà diverso, all’interno del tronco del loro albero sacro, o una cosa così assurda anche da pronunciare. ” aveva spiegato Lupo, “Più in generale siamo in California a nord di San Francisco” aveva aggiunto.
Due pensieri avevano attraversato Jason: Il campo di Giove e Nuova Roma, che erano stata la sua casa, aveva chinato lo sguardo sul suo braccio, dove sotto la pelliccia sbrindellata di Astrid e la benda c’era il suo tatuaggio, la sua appartenenza e i suoi anni dedicati al campo. A quella vita.
E San Francisco … Nico! Nico, che era lì, o almeno lo era ieri notte.

“Oh, wow!” aveva esclamato Madina, “Perché tutti hanno un campo tranne noi norreni?” aveva chiesto invece Magnus, ottenendo un paio di alzate di spalle di Lupo, “Non chiedetemi perché gli dèi trattino i loro figli come fanno” aveva detto acre, pieno di rancore.
Jason lo aveva guardato.
Mezzo-Jotun. Váli aveva definito Lupo mezzo-jotun, immaginava, che in quel momento dovesse essere anche un mezzo-dio. Esiliato ed inviso a dei e giganti. “Radigost [1]vi darà del cibo e Trojan[2] un passaggio sicuro per Boston. Non sono abbastanza bravo nel tele-trasportare me ed altre quattro creature per tutto il paese” aveva rivelato, “Cioè magari potrei anche esserlo, ma non sono sicuro di volerci provare” aveva aggiunto, con un tono più cupo lui.
“Grazie!” aveva detto Madina, “Dobbiamo essere nel Valhalla il prima possibile, senza dimenticare che Jason deve essere a New York tra quattro giorni” aveva valutato lei.
Quattro giorni e qualcosa, aveva pensato Jason, cupamente. Troppe cose. Troppe cose.
Il cinghiale, H, Vali, Blothghadda, Kym e Nico. Troppo. Troppo per tre giorni e mezzo.
Il viso di lupo si era ingrigito, “A proposito di quello … posso, posso, parlarti in privato?” aveva chiesto quello, ammiccando a Jason.
Lui aveva annuito.

 

Jason si era allontanato dal suo gruppo, assieme al ragazzo-lupo; il figlio di Giove era più basso, ma il mezzo-jotun aveva un fisico più filiforme, di chi probabilmente non mangiava abbastanza. “Per quella storia. Grazie. Io ti sono debitore, ti sarò debitore fino alla fine dei tempi, anche se non dovessero arrivare mai” aveva dichiarato quello, con un tono saldo. Guardandolo, qualcosa, seppur poco, Jason riusciva davvero, davvero, a vedere della similitudine con Alex, probabilmente era davvero suo fratello. L’occhio ambra di Alex era uguale ai due occhi del mezzo-jotun.
“Oh, wow, grazie. Non credo di meritare tutta questa devozione, mi hai aiutato a trovare Utgard, hai convinto Jarnsaxa ed hai evitato che diventassimo frittelle. Credo che siamo ampiamente pari” aveva considerato Jason.  Quello aveva risposto con un sorriso allegro, “Non è per la mia vita che ho un debito con te. La mia vita non vale nulla, ma è per la gentilezza, qualcosa che non provavano da un bel po’. Sei un estraneo, ma mi hai aiutato, sei stato carino” aveva osservato quello.
Jason non sapeva come dover reagire a quella confessione.
“Io … io …” aveva boccheggiato.
Lui aveva sorriso, “Non ti preoccupare. Comunque, anche non volendo avresti la mia imperitura fedeltà, è un brutto vizio che ho ereditato da mia madre” aveva dichiarato quello, “Sai è la dea della Fedeltà” aveva precisato. 
Jason aveva aggrottato le sopracciglia a quell’ultimo commento, poi aveva fatto una considerazione, una piuttosto stupida. “Ho appena riflettuto che non abbiamo avuto tempo di presentarci” aveva detto Jason, prima di allungare una mano verso di lui e ripetere il suo nome.
L’altro aveva ricambiato la stretta, con delicatezza “Giusto, sì, Váli Lokison” aveva aggiunto, con un sorriso divertito.
“Aspetta…” aveva sputato fuori Jason.
“Un terribile caso di omonimia – cioè non del tutto, credo che Odino lo abbia fatto tragicamente a posta[3]” aveva scherzato Váli, anticipandolo. Jason era rimasto in silenzio, per un secondo, poi aveva realizzato: “Lo hai detto tu a Bee. Sei tu il suo Váli” aveva ragionato.
“Sì. Caso mai fossi un po’ manchevole in mitologia, Bee è mio zio, Alex è – momentaneamente – mia sorella. Loki, quel dio con una pessima fama, signore degli inganni, è mio padre, mia madre si chiama Sigyn, lei è la dea della fedeltà” aveva raccontato.
Per Jason aveva decisamente più senso da questo punto. Il Váli che li aveva fatti entrare ad Utgard era lui e non il figlio di Odino.
Figlio dell’Inganno e della Fedeltà, sembrava così strano.
“Grazie ancora” aveva ripetuto Jason.
“Come ho detto, avrai la mia imperitura amicizia” aveva replicato l’altro, “Se a Central Park avrai bisogno di una mano per gonfiare quel pallone gonfiato, io ci sarò. So che mi hai visto in una condizione piuttosto debole, ma era diverso” aveva stabilito.
Jason aveva annuito, incerto, decisamente non abituato a tutta quella devozione. “Adesso devo andare, la sfiga dell’essere esiliato e che non posso mai stare troppo a lungo nello stesso posto e anche dopo aver mangiato un cuore di un altro ergi, non possiedo ancora il potere di resistere contro il potere ti tutti quegli aesir … e … be, è un po’ imbarazzante, ma quando riprendo l’aspetto di un lupo, dopo essere stato umano, torno sempre molto affamato e quattro einherjar semidei, tra cui uno con cui condivido il sangue, sono un banchetto molto prelibato e vorrei che tu rimanessi vivo” aveva dichiarato Váli, lasciando Jason, piuttosto sconvolto e confuso.
“C…certo” aveva bisbigliato Jason, “Credo dovrei proprio finire di leggere l’Edda” aveva considerato, “Sì, sono nel capitolo cinquanta, dopo la morte di Baldr. Scusa per lo spoiler!” aveva risposto Váli con tranquillità, prima di allacciare le braccia attorno al busto di Jason in un abbraccio amichevole, lui era rimasto per un secondo fermo, poi aveva ricambiato la presa. Non era decisamente abituato a tutta questa affettuosità – specie dai Lupi. Erano creature da branco, ma non così generose d’affetto, in particolare Lupa, lei voleva guerrieri.
“Senti Váli” aveva detto Jason sciogliendo la presa, “Scusami se approfitto ancora di te, ma tu hai qualche idea di chi possa essere H?” aveva chiesto.
Váli aveva inclinato il capo da un lato, come avrebbe fatto nella sua forma canina, “Forse. Ma non voglio tirare a caso, scomodando magari qualcuno che non dovrei” aveva risposto, “Ti consiglio, a proposito, di non accusare nessuno di cospirare contro Odino o di cercare di derubare qualche dio. La mia famiglia gode di una sfilza di orribili punizioni guidate da supposizioni – alcune vere come me e te ora, altre meno” aveva aggiunto Váli, con un tono ricco di dolore.
Jason era avvampato, pensando a come lui e Madina avessero ipotizzato che H fosse Helblindi. Jason aveva annuito, “Se avrò conferme, sarai il primo a saperlo” l’aveva rassicurato Váli, strizzando l’occhio verso di lui. “Buona permanenza con i cugini Slavi; sono simpatici” aveva dichiarato il mezzo-jotun, prima di licenziarsi, l’attimo era scomparso dalla sua vista, lasciando Jason solo nella spiaggia

 

“È andato via?” aveva domandato Madina, con un pizzico di delusione nella voce quando l’aveva visto tornare da solo, “Sì, altrimenti ci avrebbe mangiato o una storia simile” aveva affermato Jason, sedendosi al loro fianco.
Madina lo aveva guardato con un’espressione confusa, così come Magnus, le cui sopracciglia pallide erano schizzate, per dipingere un’espressione di pura perplessità.
“Sì, be, lui non gode esattamente di buoni precedenti” aveva notato Alex. “Era davvero tuo fratello per caso?” aveva chiesto Magnus, poi, osservando la fidanzata, con un certo sospetto – infondo, da come aveva compreso Jason, il figlio di Frey non aveva avuto molte buone esperienze con i famigliari della sua partner. “Una persona pensa di aver un limitato numero di animali per parenti e invece no. Sì, Mango, era un mio fratellastro” aveva risposto Alex. “Váli” aveva detto Jason, guardando Madina, “Váli Lokison” aveva specificato, sperando che la sua amica capisse bene.
“Il nipote di Bee, quindi. Ha senso, non è stato il figlio di Odino a raccomandarci, ma lui” aveva detto lei, cogliendo in pieno. Jason aveva annuito.
Magnus aveva guardato la sua ragazza, “Váli è quello … sai, di cui ci ha raccontato tuo pa-tua madre[4], quella volta?” aveva domandato lui, riferendosi a qualcosa legato al loro passato. Lei aveva annuito, “L’altro” aveva risposto, “Poi ti spiego bene a casa” aveva sussurrato[5].
C’era stato un momento di silenzio tra loro, i forti venti ed i vortici, nell’oceano si erano placati, le dee dovevano aver portato a termine il loro scontro.
Kym aveva sfidato una dea norrena per salvarlo, Kym stava cercando di uccidere Nico. Nico stava indagando su di lui.
Jason li stava trascinando in una guerra fra pantheon. Senza dimenticare gli slavi.
“Bene, bene, andiamo ad incontrare i cugini slavi?” aveva chiesto Madina, alzandosi, cercando di tirare via un po’ di melma dai pantaloni.
Magnus si era sollevato anche lui, “Oppure, senza scomodare un altro pantheon, a San Francisco, un po’ più a sud, c’è mia cugina Annabeth ed il suo ragazzo. Sono due semidei che io conosco” aveva detto Magnus.
Jason lo aveva sospettato, ma sentirlo, chiaramente, lo aveva scosso. Era un sogno che impattava sulla realtà.
“Ovviamente io voto Percy e Vortice. Mi manca la mia ragazza” aveva squittito Jack.
“Riusciranno a riportarci a Boston, velocemente?” aveva chiesto Madina, “Diciamo che dalla camera di Annabeth possiamo farlo” aveva raccontato Magnus.
Jason era rimasto in silenzio, per un lungo momento.
“Tutto bene?” aveva chiesto Madina, guardandolo con quei suoi grandi occhi buoni. Jason era rimasto in silenzio teso, aveva chinato lo sguardo nel suo avambraccio dove, sotto la pelliccia, sapeva esserci il suo tatuaggio.
Aveva sospirato, stanco, davanti l’ineluttabilità del fato. Esisteva un modo per evitare una guerra tra pantheon? Annabeth non avrebbe mai, mai, creduto che morto fosse semplicemente finito nel Valhalla ed avesse aspettato mesi prima di palesarsi – specie se un Nico vagante avesse per caso accennato che la sua anima fosse scomparsa dall’idilliaco aldilà greco.
Jason aveva annuito, guardando la sua amica, in particolare ed aveva confessato: “Devo dirvi una cosa.”

 

Non avrebbe avuto senso mentire ancora, scappare dagli slavi o altro.

Oh, Fortuna, assistimi.

 

 

Be, fanciulli e fanciulle, niente Pantheon Slavo, mi spiace, lo ho introdotto solo per scopi futuri (mi piacerebbe scrivere Mario Rossi e gli dei del Prav Club o qualcosa di simile).
Comunque, detto questo,
qui ci salutiamo per un po’, spero di poter comunque scrivere un po’ di più in qualche modo.
E che, be, la situazione che stiamo affrontando passi.



[1] Radigost è un dio slavo, protettore delle città, dei commercianti, dei viaggiatori, degli stranieri e dell’ospitalità (Ebbene sì, Tolkien non ha preso solo dai Norreni).

[2] Non voglio entrare nello specifico con Trojan “per ragioni”. Comunque, spesso ci si riferisce a Trojan in relazione al suo “sentiero”. Così.

[3] Parliamo un po’ di Vali Lokison … storici e linguisti non hanno ancora deciso se questo dio esiste o meno, giuro la situazione è parecchio controversa. Se volete, possiamo parlarne, ma ho deciso di non appesantire questa nota, anche perché, nel Riordanverse Vali esiste (citato sia nella wiki, sia ne Il Martello di Thor).

[4] Per chi non avesse letto Magnus Chase. Loki è la madre di Alex (e non il padre lol).

[5] Oh, be, è un chiaro riferimento ad una conversazione tra Magnus e Loki ne IL Martello di Thor. Non è una cosa bella.

   
 
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