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Autore: heliodor    01/03/2022    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Fino alla fine

 
Elvana strisciò fino a lei infilandosi nel buco del terreno. Lì, protette da una collinetta naturale, potevano osservare Città dell’Orlo da lontano.
Jakos aveva stimato che erano a una cinquantina di miglia di distanza.
“Un giorno di marcia” aveva detto lo stregone. “Due se ce la prendiamo comoda.”
Bryce aveva interrogato di persona i mantelli che con la loro vista lunga avevano osservato la città da lontano. Le loro parole li avevano convinti a marciare più in fretta per raggiungere la città.
“Si preparano ad attraversare il ponte” avevano riferito gli osservatori. “In quanti siano nell’altra parte della città non lo sappiamo, ma quella sulla nostra sponda è molto più piccola e deve avere meno difensori.”
“Dobbiamo attaccare subito” aveva suggerito Bryce.
Gli altri si erano detti d’accordo.
Gli altri, pensò Bryce. Chi erano? Jakos e Jehla Metz erano i suoi consiglieri, come Vyncent e Divash.
Oltre a loro, c’erano altri quattro mantelli di Arzit e Coralena. Il fatto che lei si fosse unita alla spedizione l’aveva sorpresa. Era convinta che sarebbe rimasta in città, decisa a difenderla a costo della sua vita.
I consiglieri le avevano offerto il comando dell’armata e lei aveva rifiutato.
All’inizio.
“Se non accetti” aveva detto Raz Ofra. “Dovrò assumere io il comando. E non sono un buon comandante.”
“Lo sarai di sicuro, visto il modo in cui governo questa città” aveva risposto modesta.
“Governare è faccenda diversa da comandare. Per questo non l’ho mi fatto. Ti prego di riconsiderare la tua decisione, principessa. Mi faresti un grosso favore.”
“Non vuoi la gloria di questa impresa?”
“Preferirei restare qui, ad Arzit. Grazie a te ho guadagnato un certo sostegno, ma gli oppositori sono ancora forti. Se mi allontanassi, correremmo il rischio di trovare una città ostile al nostro ritorno.”
“Allora accetto il comando” aveva risposto. “Ma perché proprio io? Sono una straniera.”
“Hai salvato Arzit.”
“E ora la sto trascinando in una impresa suicida. In un solo attacco distruggerò metà delle vostre forze, se sono fortunata.”
“Noi siamo nati per questo” aveva risposto Raz Ofra. “Fin da quando Arzit è nata e ha iniziato a sognare di vendicarsi un giorno dei suoi avversari, sapevamo che sarebbe stata un’impresa impossibile, che ci sarebbe costato tutto ciò che avevamo. Eppure, siamo andati avanti addestrandoci duramente per questo giorno. E alla fine è arrivato.”
“Non combatterete contro i vostri avversari.”
“Tu credi? Io penso che il vero avversario di Arzit sia sempre stato uno solo.” Aveva fatto una pausa. “Arzit stessa è il nostro avversario.”
Bryce si era accigliata.
“La nostra storia. Il nostro credere di esservi inferiori. Il nostro desiderio di rivalsa ci ha impedito di diventare ciò che eravamo destinati a essere. Eravamo davvero convinti di esistere solo per compiere questa unica missione.” Aveva scosso la testa sconsolato. “Che enorme spreco, non trovi?”
“E che cosa siete davvero?”
Raz Ofra aveva sorriso. “Ancora non lo sappiamo, ma penso che lo scopriremo alla fine di questa battaglia. Tu sei pronta?”
Aveva annuito. “Partirò con i migliori. Non posso fallire.”
“Ne sono felice. Mia figlia verrà con te.”
“Non devi” si era affrettata a dire. “Non costringerla.”
“In verità è lei che si è offerta volontaria. Ha insistito per accompagnarvi. È stata molto convincente.”
“Pensavo non credesse in questa impresa.”
“Penso che non ci creda ancora, ma vorrebbe. Io la conosco bene e ti assicuro che lo vorrebbe con tutte le sue forze. Come molto altri arziti, pensa solo al giorno in cui dimostrerà di essere meglio di voi Valonde.”
“Una morte gloriosa” stava dicendo Elvana in quel momento. “Davvero hai promesso a quelle persone che sarebbero morte?”
“È la verità. La maggior parte di noi morirà in questa battaglia.”
Elvana scosse la testa. “Pensavo che ti avrebbero ucciso in quella sala.”
“Anche io.”
“Smettila di fare l’arrogante” la sgridò lei divertita.
“Non è arroganza” rispose seria. “A volte dire la verità è tutto ciò che serve. Gli arziti volevano solo questo.”
Elvana sospirò. “La verità, certo.”
“Perché sei passata?”
“Jehla Metz ha indetto un consiglio di guerra per dopo il tramonto. E tu sei invitata.”
“Sono io la comandante. Dovrei indirli io questo consigli.”
“Il fatto che il dodici giorni di marcia tu non l’abbia mai fatto ha spinto Jehla a pensarci di persona.”
Bryce sbuffò. “Ci stavo pensando.”
“E hai anche pensato a un piano per entrare in città e conquistare quel ponte?”
Annuì.
Elvana la guardò stupita. “Me ne vuoi parlare?”
“È molto complesso, dubito che tu riusciresti a comprenderlo in pieno.”
“Non sono molto intelligente ma penso di poterlo capire almeno in parte. Perché non provi a parlarne?”
“Come vuoi.”
Elvana rimase in attesa.
Bryce fece schioccare le labbra. “Ci presentiamo davanti all’ingresso principale e chiediamo di entrare. Quando aprono le porte, uccidiamo tutti i rinnegati e conquistiamo il ponte. È troppo complesso per te?”
Elvana si tirò su. “Idiota. Nella tenda di Jehla Metz, dopo il tramonto. Se non ti presenti ti vengo a prendere e ti trascino per i capelli.”
Bryce fece una risatina e scosse la testa.
 
La tenda di Jehla era piccola e stretta e con i consiglieri stipati all’interno lo sembrava ancora di più. Due lumosfere fluttuavano sulle teste di Divash e Jakos spandendo una luce bianca e fredda.
Oltre a loro, erano presenti Vyncent, i consiglieri di Arzit, Elvana e Coralena Ofra. La strega sedeva in disparte con le braccia incrociate sul petto, mentre tutti gli altri erano in piedi.
“Direi di iniziare la riunione” disse Jehla. Da una sacca gettata a terra prese un rotolo di pergamena e lo aprì sull’unico tavolo al centro della tenda. Sul foglio erano state tracciate delle linee. Una, frastagliata, doveva rappresentare la Spaccatura. In un punto in mezzo erano state tracciate delle linee dritte e regolari.
“Ora che abbiamo a disposizione i resoconti degli esploratori e delle vedette, possiamo discutere su come condurre l’assalto a Città sull’Orlo” disse Jehla Metz picchiando l’indice sulla mappa. “Il nostro obiettivo principale sarà il ponte.”
“Credevo che avremmo preso la città” disse uno degli stregoni che facevano parte dei consiglieri arziti. Bryce lo ricordava perché aveva parlato nella riunione in cui li aveva convinti a tentare quell’attacco.
Dopo che tutti erano andati via aveva chiesto il nome a Raz Ofra.
“Si chiama Myro Fratuss.”
“Non sembrava molto entusiasta dell’attacco.”
“Myro è il comandante delle guarnigioni della difesa cittadina” aveva risposto Raz Ofra. “È normale che sia contrariato. Vorrebbe avere a disposizione tutte le forze possibili e non solo quelle che lasceremo qui.”
“Possiamo fidarci di lui?”
“È fedele ad Arzit” aveva risposto Raz Ofra.
“Deve essere fedele a noi.”
“Spetterà a te guadagnare la sua fiducia.”
La domanda di Fratuss aleggiò nell’aria come un fantasma.
“Sarebbe inutile conquistarla” disse Jehla Metz. “Anche perché non avremmo le forze sufficienti per tenerla.”
“Abbiamo ventimila scudi e duecento mantelli” ribatté Fratuss. “Sono più che sufficienti per controllare una città piccola come quella.”
“Jehla Metz ha ragione” disse Coralena. “Non siamo qui per conquistare, ma per distruggere.”
Jehla annuì. “Il ponte” disse con aria decisa. “Lo dobbiamo distruggere.”
“Sappiamo come è fatto?” chiese Divash.
La strega annuì di nuovo. “È di pietra. Tre colonne lo sostengono. Secondo gli eruditi dell’accademia che hanno potuto vederlo di persona, si tratta di una struttura solida che gli abitanti della città hanno sempre tenuto in buono stato. Le carovane dei mercanti usano il ponte per attraversare la Spaccatura e risparmiare molti giorni di viaggio. Città dell’Orlo esige una tassa per chi lo attraversa.”
“Quanto solido?” chiese Vyncent.
“Molto” disse Jehla Metz. “Ci vorranno quattro o cinque sfere infuocate per danneggiarlo al punto da renderlo inutilizzabile. Il doppio per abbatterlo.”
“Cinque sfere infuocate sono tante” disse Vyncent. “Dovremo avere il tempo di lanciarle e sperare che colpiscano il bersaglio.”
“Creeremo noi le condizioni per farvi lanciare i vostri incantesimi.”
Vyncent e altri tre mantelli di Arzit erano stati scelti per quella missione. Bryce avrebbe voluto che restasse nelle retrovie, ma quando avevano discusso della faccenda, lui si era offerto volontario.
“Se non ti fidi di me scegli qualcun altro” le aveva detto Vyncent.
Bryce gli aveva conferito il comando sul gruppo di mantelli che avrebbero dovuto colpire il ponte e Vyncent lo aveva accettato.
Jehla le rivolse una rapida occhiata. “Da questo punto vuoi proseguire tu?”
Bryce annuì e fece un passo verso il tavolo, in modo che tutti potessero vederla mentre parlava. “La parte orientale di Città dell’Orlo ha mura alte venti braccia, il che vuol dire che possiamo scavalcarle se arriviamo sotto di esse. Ci sono quattro torri di guardia, ognuna alta circa trentacinque braccia e un solo ingresso protetto da una grata di metallo. È sicuro che non appena ci vedranno i rinnegati distruggeranno il sistema di catene che chiude la grata in modo da sigillare l’ingresso, ma noi lo abbatteremo. La pietra è solida ma può essere spaccata.”
I consiglieri annuirono.
“Divideremo l’armata in sei gruppi diversi. Tre attaccheranno le mura per creare un diversivo e attrarre le forze dei rinnegati lontano dall’obiettivo principale, l’ingresso. Un quarto gruppo avrà il compito di aprire una breccia consentendoci di entrare in città. Il quinto gruppo avrà il compito di scortare e proteggere il sesto gruppo, che dovrà abbattere il ponte sulla Spaccatura. Fratuss, Divash e Jakos avranno il comando dei tre gruppi che dovranno creare il diversivo. Coralena Ofra comanderà il gruppo che dovrà conquistare l’ingresso. Io comanderò il quinto gruppo che farà da scorta al sesto, al cui comando ci sarà Vyncent.” Fece una pausa affinché quelle parole si imprimessero nella loro mente. “Jehla Metz resterà con la riserva, che sarà composta da quattromila soldati e trenta mantelli. Il loro compito sarà attendere che la breccia venga aperta e solo allora muovere all’attacco.”
Coralena si schiarì la gola. “Quanti rinnegati difendono la città?”
“Le vedette hanno stimato circa quattromila scudi e cinquanta mantelli.”
“Siamo in vantaggio di cinque a uno” disse la strega scuotendo la testa.
“Non è abbastanza per te?” le chiese cercando di non sembrare provocatoria. Non voleva rischiare di offendere gli arziti prima della battaglia.
“Perderemo metà delle nostre forze solo per distrarre i difensori della città” rispose Coralena. “E chissà quanti altri per distruggere il ponte.”
“Non ho mai detto che sarebbe stato facile.”
Coralena scosse la testa. “Di te non si può dire che sei bugiarda, principessa di Valonde, ma a volte aiuterebbe una parola di conforto.”
“Gloriosa morte” disse Elvana.
“Giusto” fece Coralena. “Gloriosa morte, ma per molti di quei soldati sarà solo morte, senza alcuna gloria.”
Bryce annuì grave. “Ti preoccupi della tua gente e ti fa onore. Posso solo prometterti che se la loro morte non sarà gloriosa, di sicuro sarà almeno valsa a qualcosa.”
Coralena sospirò. “Parliamo ancora dell’assalto all’ingresso. Quanto è solida la saracinesca? E quanto ci vorrà ad abbatterla.”
“Il mio consiglio” disse Fratuss. “È di colpire la pietra attorno. Una porta senza cardini non si regge in piedi.”
 
Quando la riunione si fu sciolta, Bryce si diresse alla sua tenda. Per scelta aveva preferito dormire in una piccola e distante da quella della comandante, dove invece teneva le riunioni e parlava con i comandanti.
Lì, in quella tenda stretta, c’erano posto solo per lei e i suoi pensieri. E il Destino della Strega, che non aveva aperto da quando era giunta ad Arzit.
Non c’è stato il tempo per farlo, si era detta.
Organizzare la partenza per Città dell’Orlo aveva assorbito tutto il suo tempo e le sue forze e non gliene erano rimaste abbastanza per la lettura.
Soppesò il libro tra le mani. “Mi spiace Joyce” disse a bassa voce. “Ma sarà per la prossima volta.” Lo infilò nella sacca. “Tu aspettami qui” aggiunse. “Tornerò per leggerti fino alla fine.”

 
  
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