Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    04/03/2022    8 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccovi un nuovo capitolo! Vi avvertiamo subito: l’introduzione di un certo personaggio potrebbe disorientare alcuni lettori, quindi vi invitiamo a controllare attentamente le note finali per evitare incomprensioni.
Buona lettura!




Capitolo 3 – Welcome to the family

 
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"There ain't no grave
Gonna hold my body down
There ain't no grave
Gonna hold my body down
And when I hear that trumpet sound
I'm gonna rise up outta the ground
There ain't no grave
Gonna hold my body down"


Ain't No Grave - Johnny Cash



La mente di Mr Cold era un tripudio di pensieri e paranoie.
In meno di mezz’ora era stato apparentemente catturato da una specie di polizia multiversale, sottoposto ad un processo dettagliato per i suoi innumerevoli crimini e salvato dalla variante di una ragazza che aveva cercato di uccidere più volte nell’anno passato.
Non era certo il modo in cui si era aspettato di passare quel giorno…ma l’Oscuro Spirito non era mai stato il tipo di persona disposta a piangere sul latte versato. O, almeno, non da quando aveva definitivamente abbandonato l’identità di Jack Frost, dopo QUEL fatidico giorno.
Invece, avrebbe affrontato questa situazione nel modo che più si appellava ad un individuo come lui: con una mentalità positiva!
Dopo mesi e mesi di caos e disastri occasionali, forse aveva finalmente trovato un modo per interrompere la sua routine. E visto ciò in cui si era appena cacciato, Cold era sicuro di una cosa: i prossimi giorni sarebbe stati sicuramente ricchi di emozioni!
I suoi occhi vagarono verso Elsa.
<< Grazie per l’aiuto lì dentro, Fiocco di Neve >> disse con un sorriso civettuolo << Per un attimo, ho pensato che avrei dovuto passare sul serio il resto dell’eternità rinchiuso in qualche prigione. Hai idea di quanto sarebbe stato noioso? >>
La ragazza non rispose. Non si voltò nemmeno a guardarlo, e continuò a camminare come se non lo avesse nemmeno sentito.
Cold decise di rispettare quel silenzio…per giunto una ventina di secondi.
<< Alloraaaa…come ti sei ritrovata a lavorare per un branco di vecchi bacucchi come quelli? >> domandò curioso, mentre le saltellava attorno << Ti hanno per caso adottata? So che avevi un po’ di problemi familiari, a casa. Sono sinceramente sorpreso che nessuno dei servi abbia mai provato a contattare i servizi sociali! Ammesso che esistessero, a quei tempi… difficile a dirsi, quando viaggi da un mondo all’altro, quasi sempre le epoche sono MOLTO diverse tra loro. Oppure ti hanno rapita dalla tua dimensione? Penso che il Papero ne sarebbe capace, ha proprio l’aria di qualcuno che si diverte a mettere in pericolo i bambini. O forse ti hanno costretto a prendere parte  a questo circo, come il sottoscritto? Oppure, vediamo…i tuoi genitori ti hanno ficcato in una capsula di salvataggio e spedito attraverso il Multiverso… >>
<< Per favore, chiudi la bocca >> lo interruppe Elsa, lanciandogli un’occhiata irritata << I tuoi continui sproloqui sono piuttosto fastidiosi. Non costringermi ad usare di nuovo i miei poteri. >>
Invece che mostrare paura o nervosismo, Cold si limitò a scrollare pigramente le spalle.
<< Essere fastidiosi è un po’ la mia seconda natura. Controlla pure il mio certificato di nascita, i medici me lo hanno diagnosticato quando sono morto! >>
<< Divertente >> disse seccamente la ragazza, con un roteare degli occhi.
Infine, la coppia raggiunse quello che aveva tutta l’aria di essere un piccolo ufficio.
Cold si guardò rapidamente intorno, soffermandosi su quanto fosse spoglia e immacolata quella stanza, salvo alcuni motivi glaciali sparsi lungo il soffitto. Basandosi su quelli, non gli ci volle molto per capire a chi appartenesse.
<< Questo posto ha bisogno di un po’ di colore >> commentò sprezzante << Mai pensato di ravvivarlo un po’? Potrei esserti d’aiuto, sono un esperto in questo genere di cose. >>
Invece di rispondergli, Elsa si sedette all’unica scrivania presente e gli fece cenno di fare lo stesso.
<< Per favore, siediti >> offrì gentilmente, pur mantenendo la sua espressione fredda e distaccata.
Cold inarcò un sopracciglio.
Al di là del suo insolito vestiario, questa variante sembrava molto meno emotiva e appassionata rispetto a quella che aveva già incontrato. Non l’aveva ancora vista sorridere UNA sola volta! Sembrava una burocrate in tutto e per tutto…e questo lo disgustava.
Tuttavia, l’eterno adolescente non era sopravvissuto così a lungo comportandosi da stupido. Almeno per ora, sarebbe stato costretto a frenare i suoi istinti caotici.
<< Visto che me l’hai chiesto così gentilmente >> disse mentre si metteva sulla sedia con le gambe incrociate.
Entrambi gli spiriti rimasero in silenzio per quasi un minuto buono, limitandosi a scrutarsi l’un l’altra.
<< Dov’è il mio bastone? >> sbottò ad un certo punto Cold, ma in cambio non ricevette alcuna risposta.
Elsa si limitò a fissarlo, con le mani incrociate davanti a sé, come se stesse cercando di leggergli la mente. Francamente, l’Oscuro Spirito stava cominciando ad irritarsi.
<< Ora giochiamo al gioco del silenzio? >>  domandò cupamente << Non mi è mai piaciuto. >>
Invece di argomentare, la ragazza estrasse un piccolo cerchio argentato da sotto la scrivania e lo posò al centro del tavolo. Pochi secondi dopo, un’immagine olografica si materializzò davanti a loro.
Gli occhi di Cold si spalancarono nell’istante in cui si rese conto di cosa stava guardando.
Vide se stesso mentre conversava con Pitch Black nelle lande desolate dell’Antartide… udì le dolci promesse che l’Uomo Nero gli aveva sibilato nell’orecchio… e osservò impotente, mentre il suo sé passato accettava l’accordo dello Spirito, tradendo tutto ciò per cui i Guardiani avevano combattuto nel corso dei secoli. Li vide morire uno ad uno, mentre lui se ne stava semplicemente a guardare, e poi l’immagine cambiò di nuovo, mostrandolo mentre tradiva anche lo stesso Pitch Black… solo per derubarlo dei suoi marchingegni e causare scompiglio nel Multiverso.
L’ologramma scomparve, rivelando un’Elsa dallo sguardo freddo e pieno di giudizio.
<< Voglio subito mettere le cose in chiaro, Frost >> disse la ragazza, riportandolo alla realtà  << Non sono tua amica e non mi fido di te. Hai la brutta tendenza a tradire i tuoi alleati, buoni o cattivi che siano.   >>
Cold dovette trattenere un sussulto. Non tanto per le parole dell’ex regina, in fondo sapeva di essere in una situazione precaria… ma per il dolore che quei ricordi gli avevano riportato alla mente.
<< Ti considero un pericolo per il Mutliverso e le persone che lo abitano. Hai causato sofferenza, dolore e morte su innumerevoli mondi, e se non fossi disperata ti avrei lasciato marcire nei meandri più oscuri della prigione più profondo. E te lo meriteresti. >>
Per la prima volta dopo tanto tempo, l’Oscuro Spirito sentì una stretta spiacevole attanagliargli il cuore.
All’esterno, continuò a sorridere cupamente…ma il suo cervello era diventato un miscuglio di emozioni che aveva cercato in tutti i modi di sopprimere negli ultimi secoli. Rimpianto, delusione, tristezza…tutto ciò che aveva tentato di seppellire mentre era al servizio di Pitch.
Sì sentì invadere dalla rabbia. Come osava questa sconosciuta riportare alla mente quei ricordi? Come osava giudicarlo?!
Tornò a fissarla dritta negli occhi e la vide sospirare stancamente.
<< Eppure, malgrado tutto quello che hai fatto…sei poco più che un fastidio, se paragonato a ciò che minaccia la stabilità della MVI. Questa è L’UNICA ragione per cui ho scelto di aiutarti, sono stata chiara? >> domandò pericolosamente.
Cold rimase in silenzio per un po’. Poi, con un sussurro disse: << Quello non è più il mio nome. >>
Elsa inarcò un pallido sopracciglio. << Come, scusa? >>
<< Mi hai chiamato Frost. Non è più il mio nome >> ribattè freddamente l’Oscuro Spirito.
L’espressione della ragazza non vacillò.
<< è quello con cui sei stato scelto dall’Uomo della Luna. Perché rinunciarvi? >> domandò perplessa.
Cold la fissò come se gli avesse appena fatto una domanda molto stupida. Davvero queste persone non riuscivano a comprendere il suo odio per quel vecchio bacucco? Anche dopo che avevano visionato tutta la sua vita?
<< Jack Frost era un ragazzino credulone, ingenuo e dalla mente debole >> rispose sprezzante << Si è fatto abbindolare da chiunque, non è riuscito a proteggere le persone che amava e ha lasciato che un megalomane dalla pessima acconciatura lo trasformasse nella sua cagnetta. Il Multiverso starebbe meglio senza di lui. >>
<< Non sono d’accordo >> ribattè Elsa, prima di cliccare alcuni pulsanti sul bordo del disco.
Un’altra sequenza di immagini cominciò a scorrere davanti a Cold. Ma questa volta…l’Oscuro Spirito non visionò i frutti del suo tradimento.
Invece, osservò con sguardo rapito mentre un’altra versione di se stesso rifiutava la proposta di Pitch, si riuniva ai Guardiani e sceglieva di combattere l’Uomo Nero, diventando il Guardiano del Divertimento e il protettore di innumerevoli bambini.
Si era spesso chiesto come le cose fossero andate diversamente per le sue varianti…e ora lo sapeva. Era bastata solo UNA scelta sbagliata per segnare il suo destino.
<< Questo è Jack Frost: una persona premurosa e gentile >> disse Elsa << Qualcuno che era solo, ferito, desideroso di affetto…ma che scelse di mettere il benessere degli altri davanti al proprio, rischiando la sua vita per ciò in cui credeva. E ci sono molte varianti nel Multiverso che potrebbero confermarlo. >>
L’ologramma scomparve.
<< Ma se preferisci essere chiamato con il tuo nuovo nome, rispetterò questa decisione >> aggiunse l’ex regina, con tono disinvolto.
Cold cominciò a tamburellare le dita sulla superficie del tavolo.
<< Perché mi hai salvato dalla gattabuia? >> sibilò, visibilmente impaziente << Cosa VUOI da me? >>
A quella domanda, una cuba ombra sembrò calare sul volto del Quinto Spirito.
<< Voglio che mi aiuti a salvare il mondo…no…tutti i mondi >> gli rispose seriamente.
L’eterno adolescente fu quasi tentato di ridere.
Lui, Mr Cold, lo stesso spirito che aveva aiutato Pitch Black a depredare innumerevoli mondi…ora sarebbe stato costretto a salvarli? L’Uomo della Luna ci avrebbe sicuramente scritto una commedia sopra.
Elsa si alzò improvvisamente in piedi.
 << Vieni, ti presento il resto della squadra >> disse, facendogli segno di seguirlo.
Cold la scrutò con un sopracciglio inarcato.
<< Squadra? >> sbottò incredulo.
Avrebbe sul serio lavorato con una banda di agenti dediti all’ordine e al bene? Come se Miss Perfettina non fosse già una seccatura di per sé. Dannazione agli dei, quanto era caduto in basso!
Fu così che, con estrema riluttanza, seguì la ragazza fino ad un’altra stanza. Una volta dentro, i suoi occhi si posarono su un gruppo di individui piuttosto variegati.
Alcuni umani… altri decisamente che non lo erano. E altri ancora che lo sembravano giusto quel tanto che bastava per sembrarlo, salvo alcune caratteristiche peculiari.
Elsa si rivolse a lui.
<< Benvenuto nei Phantoms >> gli disse, prima di indicare una donna dalla folta capigliatura argentata << Ti presento Edalyn Clawthorne, la nostra esperta di magie. È stata lei a catturarti. >>
<< Modestamente, caro >> disse la donna, regalandogli un sorriso a trentadue denti << sono davvero talentuosa in quello che faccio. Però, te lo devo riconoscere, non sei male nemmeno tu! Quelle spettacolarizzazioni col ghiaccio sono notevoli, sai? >>
Invece che mostrare rabbia o risentimento, Cold le lanciò un sorriso malizioso.
<< Le tue parole mi onorano, mia signora! >> disse mentre le afferrava una mano e le posava un casto bacio sulle nocche << Avessi saputo che in questo posto si nascondeva una tale bellezza… be’, forse mi sarei fatto catturare prima! Belle orecchie, a proposito, fanno molto elfa dei boschi. >>
<< Ti ringrazio per i complimenti, tranne per la parte sugli elfi >> borbottò la strega, senza peli sulla lingua << Oh, ti prego, chiamami Eda! >>
<< Ehm… state davvero flirtando? >> intervenne un ragazzo dai capelli corvini e i tratti orientali, profondamente imbarazzato << Quanti anni avreste rispettivamente, trecento? >>
Cold agitò la mano con fare sprezzante.
<< Eh, aggiungici pure un millennio o due. Il tempo vola quando passi ogni momento della tua giornata a lavorare per un egomaniaco genocida con il feticcio della pau-… santissimo Natale! >> urlò lo spirito, prima che un paio di fauci irte di denti gli tranciassero la mano che reggeva quella di Eda.
Si tirò subito indietro prendendo una rapida occhiata a colui che aveva appena cercato di morderlo: una piccola creatura blu simile ad un koala ma dalle orecchie molto lunghe, con un paio di enormi occhi neri che lo fissavano rabbiosamente.
Cold sbatté lentamente le palpebre. << Che diavolo è quella cosa?! >>
<< Ehm…lui è Stitch…ed io sono Hiro, a proposito >> lo informò il ragazzino, afferrando al volo la palla di pelo blu per tenerlo fermo << e  diciamo che con gli sconosciuti non è proprio… amichevole, specialmente quelli che flirtano con Eda. >>
La creatura rinominata Stitch si esibì in una serie di versi che sembravano riprodurre insulti e imprecazioni. Era evidente che l’Oscuro Spirito non gli andava a genio.
<< Dice che non si fida di te, che ti terrà d’occhio, e che sei un grandissimo… no, questo non intendo tradurlo. >>
Stitch scoppiò in una sonora sghignazzata, come se le reazioni di Hiro e Cold lo divertissero da matti.
<< Adorabile >> commentò seccamente lo Spirito << Ci è mancato poco che mi mangiasse le dita... >>
<< Ha per caso subito delle mutilazioni? >> chiese una voce deformata alle sue spalle.
L'eterno adolescente si voltò sorpreso, ritrovandosi di fronte ad una specie di… airbag in forma umana? Fu la prima descrizione che gli venne in mente, poiché lo strano essere che aveva appena parlato sembrava fuoriuscito direttamente dal volante di un autovettura.
Era più alto di lui, con un corpo robusto ma dalla consistenza morbida, braccia e gambe molto corte, e lo scrutava con un paio di pallini neri al posto degli occhi.
<< Salve, io sono Baymax, il tuo operatore sanitario personale >> si presentò << Dimmi, in una scala da uno a dieci, come valuti il tuo dolore? >>
<< … Zero? >>
All’improvviso, una luce partì dagli occhietti dell’essere, illuminando lo Spirito da capo a piedi.
<< L’assenza di battito cardiaco e la temperatura corporea sotto lo zero indicano che sei morto >> disse Baymax, suonando quasi rattristato << Mi dispiace, non sono riuscito a salvarti in tempo. Ecco, prendi pure un lecca lecca di consolazione. >>
Porse una mano in avanti…e Cold vide che stava effettivamente tenendo tra le dita paffute un lecca lecca colorato.
L’Oscuro Spirito sbattè lentamente le palpebre. Poi alzò lo sguardo verso Baymax, e poi di nuovo verso il lecca lecca.
<< …Ok, mi arrendo. Che diavolo è? >>
<< Questo è il mio fidato amico e compagno Baymax! >> lo presentò Hiro, entusiasta, stringendosi al suo braccio << Impeccabilissimo come infermiere e dottore, ah, e potentissimo anche come combattente. Non stare nelle vicinanze quando scatena il suo pugno, o saranno guai per te! Comunque, adagio, Baymax, il nostro amico è un caso speciale. >>
<< È… è un robot? >> fece lo spirito, incredulo. Non ne aveva mai visto uno che sembrasse così…morbidoso e poco metallico.
<< Non è solo un robot >> intervenne Elsa, appoggiando una mano sulla spalla dell'appena nominato Baymax e rivolgendosi un caloroso sorriso << è un nostro fidato compagno, e ci ha salvato la vita più volte di quando vorrei ammetterlo. Molti di noi sarebbero morti in diverse occasioni, se non fosse stato per le sue cure. >>
<< A me una volta ha riattaccato il braccio >> ammise Hiro, con una scrollata di spalle << è stato davvero assurdo. La vecchia Eda, qui, una volta si era fatta sparare con un proiettile anti-magia, e ci è mancato davvero poco che ci lasciasse le penne! Per quanto riguarda Adora... >>
Girò la testa in direzione di una giovane ragazza dai capelli biondo cenere raccolti in una coda di cavallo. Vestiva con una giacca rossa e pantaloni neri, e se ne stava in un angolo con le braccia incrociate e uno sguardo sospettoso rivolto verso Cold.
<< In realtà… non ricordo, sono mai riusciti a ferirti in missione? >> chiese Hiro, picchiettandosi il mento.
<< Non così gravemente quanto voi >> gli rispose Adora << le mie capacità complessive sanno essere molto versatili in attacco, difesa e guarigione. >>
Sembrava non essere molto incline a specificare in che modo, forse perché c’era Cold nelle vicinanza di cui palesemente non si fidava nemmeno un po’.
<< Quindi… noi dovremo occuparci di lui? Per… cosa, fargli cambiare lato? >>
<< Be’, non mi dispiacerebbe cambiare lato per te, Barbie >> disse Cold, balzando via da Eda e fermandosi accanto alla ragazza con un sorriso tutto denti, per poi mettersi a girarle in tondo << E tu cosa sei in grado di fare? Costringere i tuoi avversari ad arrendersi con un balletto? Oh, lo so! Sei una versione femminile di Achille! Sarebbe la prima volta che ne incontro una... >>
<< Chi accidenti è Achille? Ehi, smettila di fare così, non sono una trottola! >> protestò la ragazza, sembrando perdere la compostezza sull'istante << Per tua informazione, sono una combattente anch'io! E ho una spada magica! Contento? >>
<< Carino >> commentò Cold, visibilmente non impressionato << Come se non lo avessi già visto un milione di volte. Io ho un bastone magico, a proposito. Ecco, quello sì che è originale! >>
Si guardò brevemente attorno, fino a quando i suoi occhi non incontrarono quelli di una solitaria figura tra le ombre.
<< E per quanto riguarda te... >>
<< Io… cosa? >> ringhiò la figura, mostrandosi alla luce.
Cold si limitò a sorriderle.
<< Niente, sei una tigre parlante. Il che è davvero figo! >>
Tigre alzò gli occhi al cielo. << E tu sei palesemente un esaltato. >>
<< C’è da dire, tesoro >> intervenne Eda l’istante dopo, come se non potesse proprio resistere dal sottolinearlo << che anch’io ho un bastone magico. E per di più, il mio è vivente e sa volare. Temo che l’originalità non sia di casa neppure per te. >>
<< A-ah! >> lo rimbeccò Adora, con un ghigno largo.
Cold aprì la bocca per protestare… e la richiuse quasi subito, per poi incrociare le braccia.
<< Tutti critici >> borbottò, mentre il suo sguardo vagava verso l'ultimo occupante della stanza.
<< E per quanto riguarda il topo? >> domandò beffardo << Ha un bastone magico anche lui? >>
La creatura drizzò le orecchie, sorpresa dall'essere stata indirizzata.
<< Ehm, io, in verità, non ho ancora una bacchetta >> rispose velocemente << Sono ancora un mago in addestramento... >>
<< Ah, abbiamo un apprendista! >> esclamò Cold, scrutandolo divertito << Ammetto che mi sei sembrato subito fuori posto tra questa banda di fanatici... >>
<< Il Signor Topolino, qui... >> lo interruppe Elsa, mettendosi tra lui e l'apprendista << è un consulente. Lui e Tigre sono direttamente coinvolti con il caso in cui dovrai aiutarci. >>
<< Oh, ma davvero? >> replicò Cold, scrutandoli con una luce un po’ inquietante negli occhi << E di che cosa si tratterebbe, se posso chiedere? >>
Scosse il capo. << Non che mi interessi! Ma sto cominciando ad annoiarmi, quindi… >>
Elsa sospirò stancamente e fece un cenno verso Hiro. Il giovane annuì serio e pigiò alcuni pulsanti disposti su uno strano computer dall'aspetto fantascientifico. Pochi secondi dopo, in mezzo al gruppo si materializzò l'immagine di un vecchio dalla folta barba, vestito con una toga blu scuro.
<< Costui è il Maestro Yen Sid >> spiegò l'ex regina di Arendelle << Uno dei fondatori della MVI, nonchè insegnante di Topolino. Recentemente è scomparso dai nostri radar, rapito dalla variante di una persona che conosci molto bene. >>
Lo sguardo dell’oscuro spirito si incupì notevolmente, mentre serrava forte le dita sul bastone.
<< Fatemi indovinare… ha i capelli elettrificati e una passione per le palandrane nere?>>
Elsa inarcò un elegante sopracciglio.
<< La tua… colorita descrizione corrisponde a quella di Pitch Black >> confermò con un lento cenno del capo << Anche se questa variante ha scelto di farsi chiamare con un altro nome: Kotzmotis Pitchiner. Ti suona familiare? >>
<< Non molto >> dovette ammettere l’altro << solo che probabilmente era il suo nome da mortale. Intendo, quando era umano, e ancora vivo, certamente. Sapete, miei giovani e ribaldi compagni, non ci si può chiamare degnamente “spiriti” se… be’, se non si è morti almeno una volta o due. >>
Ridacchiò sonoramente, ma smise quasi subito quando Stitch ringhiò. Poi la creatura blu guardò Elsa.
<< EchecosadobiamofarconquestoPicciner? >>
Cold lo fissò con gli occhi sgranati. Il mostriciattolo sapeva parlare con parole comprensibili? Ad essere onesti, aveva capito a stento che cos’aveva detto: il suo linguaggio era sporco, animalesco, molto sgraziato.
Elsa gli accarezzò la testa. << Ci arriveremo quando lo troveremo, ma la nostra priorità è il salvataggio del Maestro Sid. >>
Cold ronzò contemplativo.
<< Quindi, volete che vi aiuti a recuperare questo Yen Sid da un’altra variante di Pitch Black. E la tua squadra si occupa di salvataggi e missioni per la MVI, ho capito…Ma loro due cosa centrano? >> chiese indicando Tigre e Topolino << Capisco il topo, era  l’apprendista del vecchietto…ma tu? Cos’eri, il suo gatto domestico? >>
La felide strinse pericolosamente gli occhi, visibilmente offesa dalle parole del ragazzo.
<< Ero la sua guardia del corpo >> rispose con un ringhio.
L’Oscuro Spirito le sorrise maliziosamente. << Beh, immagino tu non abbia fatto un buon lavoro, o sbaglio? >>
Molti degli occupanti sussultarono, altri lanciarono a Cold delle occhiatacce.
<< Tigre ha fatto del suo meglio per aiutare il Maestro >> si intromise Topolino, mettendosi tra lui e la felina << Quindi ti rivolgerai a lei con rispetto! >>
La maestra di Kung Fu strabuzzò lo sguardo, sorpresa dall’intervento del roditore. Prima di allora, non lo aveva mai visto affrontare così seriamente qualcuno…ed era passato molto tempo da quando una persona lo aveva fatto per lei.
Cold fece un passo avanti e si chinò per incontrare gli occhi dell’apprendista.
<< E chi mi costringerà, piccoletto? Tu? >> sibilò divertito.
Di fronte a quello sguardo malevolo, la determinazione di Topolino sembrò vacillare. Eppure, il giovane mago mantenne ferma la sua posizione.
<< S-se devo! >> balbettò con un espressione determinata.
Le sue mani cominciarono ad illuminarsi di magia…e fu allora che una zampa a strisce nere gli si posò sulla spalla.
<< Ha ragione, Topolino >> disse Tigre, a malincuore << Ho fallito nel compito che mi era stato assegnato. Ecco perché ho chiesto ad Elsa di coinvolgermi nelle operazioni di salvataggio. >>
<< Lo abbiamo chiesto entrambi >> aggiunse l’apprendista, stringendo rassicurante la zampa dell’amica << Non permetterò a qualcuno di tenere prigioniero il mio maestro. >>
Cold sbuffò sprezzante.
<< Bontà e onore…che sentimenti ridicoli >> disse con un roteare degli occhi.
Il resto degli occupanti si limitò a fissarlo freddamente. Solo Eda ridacchiò alle sue parole, come se le trovassi divertenti.
L’Oscuro Spirito alzò gli occhi al cielo.
<<  Pubblico difficile. Va bene, cos’hai bisogno che faccia? >> domandò rassegnato.
Elsa indicò il centro della stanza.
<< Hiro, se non ti dispiace? >> chiese rivolta al ragazzo orientale. Questi le rispose con un maldestro saluto militare, prima di estrarre un dispositivo elettronico da sotto i vestiti e cominciare ad armeggiarci.
Il pavimento al centro della strada sì aprì gradualmente, e da esso fuoriuscì una sedia collegata a numerosi cavi, a loro volta connessi ad un totale di tre computer. Ciò che catturò subito l’attenzione di Cold, tuttavia, fu uno strano oggetto bianco che sembrava quasi uno scolapasta, poggiato sopra la sedia, e a cui erano collegati altri cavi dalla circonferenza molto più settile.
Hiro allargò le braccia come un presentatore, indicando il marchingegno.
<< Ti presento la mia più grande invenzione: Argo! >> esclamò grandiosamente, accompagnato da un lento battito di mani ad opera di Baymax << Un vero e proprio cerca-persone multiversale! >>
<< Affascinante >> commentò Cold, impassibile << E cosa a che fare con me? >>
<< Tutto, mio glaciale amico >> rispose Hiro, avvicinandosi alla sedia << Ogni essere magico, che sia vivente o spirito, ha una firma energetica inconfondibile che lo distingue rispetto a tutti gli altri. Chiamala una sorta di…impronta digitale magica. >>
<< Lo so >> disse l’eterno adolescente << è così che io e Pitch riuscivamo a rintracciare gli altri spiriti, ogni volta che attaccavamo un nuovo universo. >>
Un cupo silenzio calò improvvisamente all’interno della stanza.
<< Giusto >> borbottò Hiro, cercando di nascondere il suo nervosismo << Ad ogni modo, inizialmente volevamo usare il macchinario per rintracciare la firma di Mastro Sid, ma a quanto pare i suoi rapitori sono stati abbastanza previdenti sopprimere la sua magia. Tuttavia, sappiamo che questa variante di Pitch Black si nasconde da qualche parte tra il vuoto degli universi, ovvero lo spazio di nulla cosmico che separa una dimensione dall’altra. >>
L’Oscuro Spirito sbuffò << Buona fortuna a rintracciarlo, allora. Quella discarica multiversale è piena di Fearlings che strisciano ad ogni angolo, scaraventati lì da innumerevoli varianti dei Guardiani in tutto il Multiverso. È stato furbo a nascondersi lì in mezzo, sarebbe come cercare un ago in un pagliaio. >>
<< In circostanze diverse, avresti ragione >> ammise Hiro, prima di arricciare le labbra in un sorriso << Fortunatamente per te, io sono un genio! Ecco perché ho dato a questa macchina l’abilità di connettersi ad una persona che abbia familiarità con l’energia magica di un determinato bersaglio, in modo che possa isolarla rispetto a tutte le altre. I Fearlings e Pitch Black hanno sicuramente delle firme molto simili…ma non identiche! Lui è in parte umano, no? E tu hai passato parecchio tempo con una sua variante, più di qualsiasi altra persona conosciuta, quindi dovresti essere in grado di distinguerlo rispetto a quelle bestiacce. Ci basterà collegarti alla macchina, aspettare un po’ e…voilà! Troveremo il nostro rapitore! Facile facile, no? >>
Cold ascoltò quella spiegazione dall’inizio alla fine. Sembrava una motivazione sensata per volere il suo aiuto, almeno in teoria. Salvo che…
<< Non potevate semplicemente usare un’altra variante di Pitch Black? >> domandò perplesso << Rapirla, costringerla ad aiutarvi come avete fatto con me, eccetera… >>
<< Assolutamente no >> rispose prontamente Elsa, come se si fosse aspettata una domanda del genere << Dopo i disastri provocati dal tuo vecchio capo, il Consiglio della MVI ha ritenuto opportuno negare a qualsiasi altro Pitch Black la capacità di viaggiare tra gli universi, o anche solo avvicinarsi a questa struttura. Sono troppo pericolose.  >>
<< Comprensibile >> ammise Cold.
Dopotutto…quale persona sana di mente avrebbe dato ad uno psicopatico megalomane un biglietto di libero accesso alle armi nucleari di un pianeta?
L’Oscuro Spirito non aveva ancora avuto modo di visitare la totalità della MVI, ma un’organizzazione di questo tipo, dedita alla protezione dell’intera realtà, doveva sicuramente custodire della armi molto potenti, abbastanza da rappresentare un pericoloso per il Multiverso stesso e coloro che potevano minacciarlo.
E per quanto lo stesso Cold fosse pericoloso, aveva ancora abbastanza umiltà da ammettere che il suo ex datore di lavoro lo superava sia in potenza che crudeltà. In poche parole, era davvero il minore dei due mali, almeno in questo caso.
<< Allora? >> chiese all’improvviso Adora, distogliendolo dal suo rimuginare << Ci aiuterai davvero? >>
L’eterno adolescente li guardo uno ad uno, soffermandosi in particolare sul volto speranzoso di Topolino.
Gli sorrise gentilmente e…
<< Assolutamente no >> disse tutto d’un fiato, ricevendo espressioni visibilmente sorprese da parte degli occupanti della stanza.
<< Come, prego? >> chiese Elsa, fissandolo pericolosamente.
Cold le lanciò un’occhiataccia.
<< Mi state prendendo in giro? >> sibilò rabbioso << Ho passato gli ultimi secoli a cercare modi su modi per fuggire dal giogo del MIO Pitch Black…e ora pretendete che mi lanci a braccia aperte contro un’altra sua versione? No, grazie! Mi rifiuto! >>
Entrambi gli albini rimasero a fissarsi per un po’, con espressioni ugualmente infuriate.
Nessuno degli altri spettatori osò muovere un muscolo o aprire bocca. La tensione tra i due era così densa da poter essere tagliata con un metaforico coltello.
<< Allora il nostro accordo non è più valido >> disse Elsa, interrompendo quella gara di sguardi << Hiro… chiama le guardie. Di loro di preparare una cella per il Signor Cold. >>
L’Oscuro Spirito balzò in avanti, afferrandole una mano.
<< Osi minacciarmi? >> ringhiò, con gli occhi illuminati da un bagliore smeraldo.
Elsa incontrò quella furia senza vacillare. << Visto quanto ti stai comportando in modo poco collaborativo? Sì. >>
Cold ridacchiò cupamente.
<< Non è saggio rendermi un nemico… >>
<< Ehi, ragazzino >> disse una voce familiare alle sue spalle.
L’eterno adolescente girò appena la testa…e vide Eda che gli puntava contro un lungo bastone, la cui punta illuminata aveva la forma di un gufo.
<< Hai un certo spirito, te lo concedo >> continuò la strega, con un sorriso civettuolo << E confesso di aver sempre avuto un debole per i ribelli…ma se non ti allontani subito da lei, ti ritroverai con il sedere a terra prima che tu possa anche solo dire la parola “ghiaccio”. >>
Cold strinse gli occhi.
Nelle sue attuali condizioni, non sarebbe certo stato in grado di affrontarla, lo sapeva bene. Se davvero voleva tirarsi fuori da questa storia…doveva prima trovare un modo per riottenere i suoi poteri.
E questo significava una cosa sola: doveva prima guadagnarsi la fiducia di questo gruppetto.
Tornò a fissare Elsa, la quale incontrò il suo sguardo senza il minimo segno di paura o disagio.
<< Farei qualunque cosa per proteggere le persone che amo >> gli disse impassibile.
L’Oscuro Spirito rimase in silenzio, poi sospirò rassegnato.
<< Sì…lo faresti >> borbottò, ormai conscio di che tipo di persona fosse.
Si tirò indietro, sollevando ambe le mani in segno di resa.
<< Molto bene, leviamoci questo dente >> disse, recuperando il suo ghigno impertinente << Collegami a questa tua mirabolante macchina. >>


                                                                                                           * * *
 

In un altro universo…



Darth Vader, Signore Oscuro dei Sith, finì di meditare e aprì gli occhi.
Il riflesso del suo viso pallido e bruciato lo fissò di rimando dalla superficie nera della camera di meditazione pressurizzata, unico luogo in tutta la nave in cui poteva togliersi la maschera.
Senza la connessione neurale alla sua armatura, l’uomo riusciva a sentire distintamente i moncherini delle gambe, le braccia devastate e il dolore continuo che attraversava le sue carni ustionate.
Al suo posto, un’altra persona avrebbe quasi sicuramente provato angoscia e rimpianto… ma non Vader, secondo in comando dell’Impero Galattico. No…lui accettava quel dolore : alimentava il suo odio e l’odio, a sua volta, accresceva la sua forza.
Quando era stato un Jedi - uno dei cosiddetti Guardiani della Repubblica - aveva meditato per trovare la pace. Adesso? Lo faceva solo per affilare la sua collera.
Il Cyborg fissò il proprio riflesso a lungo. Le ferite avevano spezzato il suo corpo, ma avevano anche perfezionato il suo spirito, rinforzando il suo legame con la Forza, l’energia che scorreva tra tutto ciò che faceva parte della Galassia.
La sofferenza aveva accresciuto i suoi poteri…e la sua capacità di usare il Lato Oscuro.
Un braccio metallico automatizzato sosteneva la sua maschera sopra la testa. Le ottiche scarlatte dell’elmo incutevano timore nei più, ma non erano nulla in confronto ai suoi veri occhi.
Il suo sguardo ribolliva nella furia domata di un mare di cicatrici. Il respiratore secondario che era ancora collegato al suo corpo gli nascondeva la bocca.
Il suo respiro, basso e sibilante, riecheggiava nella camera.
Attingendo alla Forza, Vader attivò il braccio meccanico, il quale calò sulla sua testa l’elmo e la maschera fatti di metallo e di plastacciaio. Era il guscio in cui esisteva.
Il dolore inferto dagli aghi neurali che gli penetravano nel cranio e dietro la nuca, fondendo il suo corpo, la sua mente e la sua armatura in una forma interconnessa, era sempre ben accetto.
Una volta diventato più macchina che uomo, Vader non sentiva più la mancanza delle  sue gambe e delle sue braccia o il dolore fisico, ma l’odio continuava ad alimentarlo e la rabbia bruciava ancora come il primo giorno in cui li perse. Non se ne separava mai, poiché solo quando era infuriato si sentiva davvero potente nella Forza, come avveniva per tutti i Sith.
Con un grande sforzo di volontà, Vader ordinò al computer di collegare il respiratore primario a quello secondario e di chiudere l’elmo alla base del collo, sigillandolo perfettamente.
Era tornato a casa.
Un tempo aveva odiato quell’armatura così aliena, ma adesso non più. Aveva capito di essere sempre stato destinato a indossarla, proprio come i Jedi erano sempre stati destinati a tradire i loro stessi principi.
Era stato proprio il destino a fargli affrontare Obi-Wan, il suo vecchio maestro Jedi, sul pianeta Mustafar…in modo che fallisse e imparasse dai suoi errori.
L’armatura lo isolava dalla galassia e da tutti i suoi abitanti, lo rendeva unico, liberandolo dai problemi fisici che un tempo lo avevano preoccupato, così che potesse concentrarsi soltanto sul suo legame con la forza e i suoi obbiettivi.
<< Lord Vader >> arrivò una voce alle spalle dell’Oscuro Signore, spingendolo a voltarsi.
A parlare era stata una giovane donna dai corti capelli biondi, indossante i tipici abiti grigi di un Ammiraglio imperiale.
<< Il Devastator è appena uscito dall’Iperspazio >> continuò con tono professionale, pur non riuscendo a nascondere un certo nervosismo alla vista del suo superiore.
Vader si alzò in piedi e si beò di quella paura. Sapeva che la sua armatura era spaventosa, e si compiaceva di ciò. La paura che incuteva era lo strumento con cui poteva raggiungere i suoi scopi.
Un tempo, Yoda - il capo dell’ordine Jedi - gli aveva detto che la paura conduceva all’odio  e che l’odio conduceva alla sofferenza. Yoda si era sbagliato.
La paura era lo strumento con cui i forti dominavano i deboli. L’odio era la sorgente della vera forza. Non era la regola del più forte a suscitare sofferenza, ma l’ordine. L’esistenza stessa della Forza imponeva che i più forti dominassero i più deboli, perciò la Forza imponeva l’ordine.
I Jedi non l’avevano capito, e così avevano frainteso la Forza ed erano stati distrutti.
L’Imperatore, il maestro di Vader, lo aveva intuito.  Anche lo stesso Darth Vader lo aveva intuito.
E così, essendo i più forti, erano stati proprio loro a conquistare la Galassia e a trasformare la Repubblica in un fiorente Impero.
<< Molto bene >> rispose con la sua voce bassa e tonante << Prepari una navetta, Ammiraglio Zevrin. Voglio scendere sul pianeta il prima possibile. >>
<< Subito, signore >> disse la donna, prima di fuoriuscire rapidamente dalla stanza.
Vader inspirò a fondo l’aria pressurizzata dalla maschera.
Gli bastò agitare la mano stretta nel guanto nero e pensare un semplice ordine, per rendere trasparenti invece che riflettenti le pareti della camera di meditazione ovoidale al centro della sua cabina privata, a bordo del Devastator. 
Attraverso il grande oblò che si stagliava sulla galassia, poteva scorgere un infinito numero di pianeti e stelle.
Il suo compito era di conquistarli tutti. Ora lo sapeva. Era la volontà della Forza.
Senza nessuno a dominarla, la vita stessa rischiava di piombare nel caos e nel disordine. La Forza esigeva ordine, ma non attraverso l’armonia e la coesistenza pacifica. Quello era ciò che credevano i Jedi : un approccio sciocco e ingenuo che poteva soltanto fomentare il disordine.
Vader e il suo maestro avevano imposto l’ordine nell’unico modo in cui era possibile farlo, l’unico ammesso dalla Forza : conquistando, costringendo il disordine a sottomettersi all’ordine, piegando i deboli alla volontà dei più forti.
La storia dei Jedi che si intrecciava con quella della galassia era una storia di disordini e di guerre sporadiche che avevano generato ancora più caos.
La storia dell’Impero sarebbe stata ricordata per la pace che avrebbe imposto attraverso l’ordine.
Eppure…il Signore dei Sith voleva di più. I ricordi del suo passato avevano ricominciato a tormentarlo, malgrado i suoi migliori sforzi di sopprimerli.
E così, spinto da desideri che non convenivano ad un Sith, l’uomo aveva meditato a lungo alla ricerca di QUALCOSA. Per mesi era rimasto in quella camera, uscendo solo quando richiesto espressamente dai suoi doveri di Secondo in Comando…e finalmente, pochi giorni prima, la Forza gli aveva risposto.
Lo aveva guidato verso un pianeta nascosto alle mappe stellari, il cui nome non era contenuto neppure negli archivi imperiali.
Proprio la visione di quel pianeta lo aveva spinto ad impostare l’attuale rotta del Devastator.
Vader non sapeva cos’avrebbe trovato su questo pianeta, ma era sicuro di una cosa: era stata la Forza a condurlo fin qui. E forse, ma solo forse…in questo luogo avrebbe trovato la risposta alla sua più grande ambizione.
Con quei pensieri in mente, il Signore dei Sith cominciò a incamminarsi verso l’Hangar della nave.

                                                                                                        * * *

Quando Darth Vader raggiunse la baita di partenza del Devastator, constatò con soddisfazione che la sua navetta era già pronta per il viaggio.
Oltre ad un piccolo contingente di soldati in armatura bianca, lo attendevano alcuni elementi del Comando Principale dello Star Destroyer.
Vader esaminò attentamente il mezzo di trasporto, poi si voltò verso di loro.
<< Il Devastator dovrà restare in orbita fino a quando non sarò tornato >> ordinò freddamente. L’ultima cosa che voleva, era rimanere bloccato sul quel pianeta troppo a lungo, ma in certi casi era meglio prevenire che curare. Troppe volte i suoi sottoposti avevano provato ad abbandonarlo durante una missione, credendolo morto per un pericolo o per un altro.
<< Sissignore! >> rispose subito il Capitano con il grado più alto, sudando nervosamente. Firmus Piett, se non ricordava male.
Conosceva bene il destino dell’ultima persona che aveva provato a disubbidirgli, quindi poteva almeno contare sul suo istinto di sopravvivenza. 
E così, con appresso solo il suo Ammiraglio e un contingente di soldati, la navetta di trasporto del Signore Oscuro cominciò  a discendere verso il pianeta.
Basandosi sulle registrazione dei droidi sonda inviati per l’ispezione, si trattava di un mondo abbastanza tranquillo, con grandi montagne color ruggine e un paio di stelle locali che proiettavano una luce spettrale.
Quando il loro shuttle attraversò l’atmosfera, scoprirono un lago argenteo costeggiato da una serie di rocce. Ed era proprio dalle sponde di quello specchio d’acqua che proveniva il “richiamo” della Froza, constatò Vader.
Una volta atterrati, il Sith continuò a seguire quel segnale… e si ritrovò davanti ad una porta.
Era stata intagliata direttamente nel fianco di una grande piramide di ossidiana, ricavata da una vena di materiale roccioso chiaramente diverso dal resto del paesaggio naturale del pianeta.
Faceva decisamente un certo effetto, ma non offriva alcun indizio sul perché si trovasse in quel posto. Eppure, la piramide era la sola prova che questo mondo fosse mai stato abitato.
Forse era stata la popolazione locale a costruirla. Oppure, e più probabilmente…erano stati utenti Forza. Dopotutto, erano molte le reliquie che Jedi e Sith si erano lasciati alle spalle nel corso dei millenni.
<< Che posto è questo, mio signore? >> domandò nervosamente Zevrin, fissando intensamente le rovine.
<< Non lo so >> ammise Vader << Ma la Forza è potente in questo luogo. Mi sembra quasi…familiare. >>
E così, cominciò ad incamminarsi verso il tempio, subito seguito dal fedele Ammiraglio e dal resto del plotone.
Con una spinta telecinetica, aprì il portone e rivelò gli interni della struttura.
Di fronte al gruppo si palesò un’immensa stanza sorretta da monolitiche colonne nere. A Vader ricordò subito il tempio Jedi del pianeta Coruscant, prima della sua epurazione.
Ma a differenza delle pallide e vistose sale di quell’edficio, questa era cupa e avvolta dall’oscurità.
Senza perdere tempo, Vader estrasse un cilindro da sotto il mantello e pigiò un pulsante lungo il fianco. L’oscurità venne sostituito da un bagliore rosso sangue, mentre la fidata spada laser del Sith vibrava in cerca di sangue.
Con il loro Signore come unica fonte di luce, Zevrin e soldati avanzarono dietro di lui, nelle viscere di quel tempio dimenticato.
Man mano che i loro corpi si immergevano nelle ombre, il segnale si faceva sempre più forte. Vader poteva quasi toccarlo!
All’improvviso, udì un frusciò alle sue spalle.
Sorpreso, il Sith si voltò di scatto…e vide che la guarnigione non era più con lui.
<< Ammiraglio Zevrin? >> domandò all’oscurità della sala.
Ma in cambio non ricevette alcuna risposta. Lui…era solo. In qualche modo, il suo Ammiraglio era scomparso nel nulla, senza lasciare alcuna traccia nella Forza, come se non fosse mai entrata in quel tempio.
Un trucco? O forse qualcosa di più? Che fosse proprio la Forza il responsabile di questa situazione?
Vader chiuse gli occhi, attingendo al Lato Oscuro…e fu allora che percepì QUALCOSA, celato nell’oscurità.
<< Smettila di nasconderti tra le ombre >> disse rivolto ad un gruppo di colonne << Mostrati! >>
Per un attimo, non accadde niente. Poi, lentamente, un’esile figura scivolò da dietro i pilastri.
Si trattava di un uomo dalla carnagione molto pallida, vestito con abiti scarlatti.
Un paio di occhi gialli incontrarono quelli del Cyborg, che restituì lo sguardo senza vacillare.
<< Le tue capacità sono davvero impressionanti >> commentò lo sconosciuto, con una voce calma e sibilante << Darth Vader, Signore Oscuro dei Sith. Da un comandante ad un altro, è un piacere poterti finalmente incontrare. Per entrambi. >>
Vader rimase in silenzio e lo scrutò da capo a piedi. Questi sembravano non toccare terra, avvolti in una nube color pece.
<< Tu chi sei, spettro? >> domandò pericolosamente << Con quale nome Sith eri conosciuto in vita? >>
Con sua sorpresa, lo sconosciuto scosse la testa. << Non sono uno spettro. E non sono nemmeno un Sith. >>
Dietro la maschera, il cyborg non potè che inarcare un sopracciglio.
<< Tu menti >> ribattè impassibile, mentre gli puntava contro la sua spada laser << Posso sentire il Lato Oscuro che ti circonda…che vive dentro di te. Troppo, perché tu sia un semplice accolito o un Jedi caduto. Quindi te lo chiederò di nuovo: chi sei? >>
Invece di sembrare intimorito dalle parole del Sith, l’uomo si limitò ad offrirgli un rispettoso inchino.
<< Mi chiamo Kotzmotis Pitchiner…e non sono di questo universo >> disse con uno sguardo assolutamente serio.
Per un attimo, Vader credette di aver sentito male.
Rimase in silenzio, mentre allungava la Forza verso la mente dell’appena nominato Kotzmotis. Questi non mostrò alcuna sorpresa e si lasciò avvolgere da quel mantello invisibile, sottoponendosi all’esame del Sith.
Quando Vader si ritrasse, scoprì che costui era davvero un essere fatto di carne e sangue…e che stava dicendo la verità. Era solo una delle numerose abilità che gli conferivano i suoi poteri.
<< Spiega >> ordinò, mentre disattivava la spada. Almeno per ora, l’uomo non si era dimostrato una minaccia, quindi lo avrebbe trattato con il beneficio del dubbio.
Kotzmotis annuì grato.
<< Vengo da un luogo molto diverso dalla tua galassia >> cominciò con la sua voce soave << Un luogo in cui Jedi e Sith non esistono, e in cui persone come me hanno imparato a muoversi tra gli universi con la stessa facilità con cui le tue navi viaggiano da un pianeta all’altro. >>
Vader inclinò la testa.
Sembrava un concetto a dir poco ridicolo…eppure, ancora una volta, la Forza non percepì alcuna menzogna nelle parole dell’uomo. Stava dicendo la verità… o, almeno ciò che pensava fosse la verità.
<< E perché mai sei venuto fin qui, salta-mondi? >> domandò curioso.
Ormai era sicuro di una cosa: era stata la Forza a condurlo verso questa creatura.
Sembrava umano…ma era decisamente qualcosa di diverso. Qualcosa di molto più oscuro e corrotto, eppure familiare. Per certi versi…gli ricordava se stesso, anche se non ne comprendeva appieno il motivo.
Le labbra di Kotzmotis si arricciarono in un sorriso riluttante.
<< Per farti un’offerta >> rispose dopo qualche attimo di silenzio.
Vader ascoltò la Forza. Ancora una volta, l’uomo aveva detto la verità.
<< Che genere di offerta? >>
Fu allora che il bagliore negli occhi del Generale sembrò accentuarsi, così come il suo sorriso. Poi, mise una mano sotto la sua giacca rossa, estraendo uno strano globo di vetro.
Lo lanciò a terra…e subito, un vortice di pallida luce illuminò gli interni della stanza, scacciando via le tenebre.
<< Seguici e lo scoprirai >> disse Kotzmotis, con una voce molto più profonda a graffiante.
Vader fissò intensamente quell’incredibile fenomeno.
Era come se la Forza si stesse contraendo su se stessa…come una specie di buco nero, eppure non percepiva alcun pericolo. Che quello fosse il modo con cui il suo misterioso offerente era in grado di viaggiare tra gli universi?
Tornò a scrutare Kotzmotis.
<< Perché dovrei fidarmi di te? >> domandò cupamente. Dopotutto, non poteva essere sicuro al 100% delle intenzioni dell’uomo. Il suo Maestro gli aveva insegnato già troppe volte quanto gli utenti del Lato Oscuro potessero essere ingannevoli…ammesso che quest’uomo fosse come loro.
Onestamente, il Sith cominciava a dubitarne. Sebbene simile, l’energia che volteggiava attorno a Kotzmotis sembrava addirittura più corrotta e indomita, quasi fosse viva e…intrappolata.
<< Perché so cosa brami davvero, Lord Vader >> disse l’uomo, distogliendolo dal suo rimuginare << E possiamo aiutarti ad ottenerlo! >>
Indicò il portale, invitandolo ad entrare.
Vader rimase in silenzio un'altra volta, limitandosi a fissare quel vortice di luce.
Le sue esperienze passate con uomini potenti e intriganti gli avevano insegnato che questo tipo di accordi comportavano sempre qualche ritorsione. Eppure…era stata la Forza a guidarlo lì.
Forse questa creatura aveva davvero i mezzi per aiutarlo nei suoi obbiettivi. E quando mai si sarebbe ripresentata un’occasione simile? Specialmente con il suo Maestro che gli alitava costantemente sul collo.
<< Molto bene >> rispose alla fine << Ti darò la possibilità di spiegarti. Ma se proverai a tradirmi… >>
<< Non succederà >> lo interruppe l’uomo << Ho troppo da perdere, proprio come te…e ho bisogno di tutto l’aiuto possibile. >>
E per l’ennesima volta, la Forza canticchiò in accordo alle parole dell’uomo.
Vader grugnì soddisfatto e si lasciò guidare all’interno del portale. Pochi secondi dopo, l’oscurità tornò a reclamare il tempio…


 
Ta-da! Ebbene sì, amati lettori. Il primo villain alleato di Pitch è il cattivone asmatico preferito di tutti: Darth Vader!
Ma come ha fatto l’antagonista di una delle saghe live action più famose al mondo a finire in un crossover dedicato ai prodotti animati Disney/Dreamworks? Ebbene…da qualche anno, anche Vader è diventato un cattivo animato Disney!
Il personaggio, infatti, vanta ben tre prodotti in cui appare tra i principali personaggi in una forma animata, sia CGI che 2D.
Per la prima abbiamo Clone Wars (in cui veste soprattutto i panni della sua controparte buona, Anakin Skywalker) e Star Wars Rebels, in cui è il cattivo principale della seconda stagione. Potete vedere una sua scena in questo link:
https://www.youtube.com/watch?v=vxu8gHao9Ek
In 2D, invece, appare nella serie Star Wars – A Galaxy Of Adventures, in cui è protagonista di numerosi episodi.
I nostri lettori più accaniti sanno bene quanto amiamo il personaggio, e vederlo inserito in un altro crossover potrebbe sembrare un po’ ripetitivo. Tuttavia, questa è la prima volta che utilizziamo il Darth Vader canonico effettivo, senza alcuna alterazione di personalità o aspetto!
Questo Darth Vader è quello dei film e delle serie, non una sua variante, e abbiamo sempre voluto farlo interagire con alcuni dei personaggi che appariranno in seguito nella storia.

Gli altri nuovi volti che compaiono in questo capitolo sono:
- Eda, co-protagonista dell’ottima serie animata Disney “The Howl House”
- Hiro e Baymax, dal film Disney “Big Hero Six”
- Adora/She Ra, dalla famosa serie Dreamworks “She Ra”
- Sticth, dal film “Lilo e Stitch”

Tutti questi personaggi non sono gli stessi dei film/serie. O meglio, lo sono…ma fino ad un certo punto. Durante gli eventi delle loro opere, è accaduto qualcosa di diverso – ad un certo punto della trama – che ha fatto variare i loro percorsi rispetto a quelli delle loro controparti “originali”, creando versioni simili ma diverse al tempo stesso. Tali controparti, tuttavia, esistono ancora nel Multiverso, non abbiamo cancellato niente.
Ma come hanno fatto a finire per lavorare con la MVI?
Non preoccupatevi, tutti i loro retroscena saranno spiegati con il proseguire della storia!
  
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