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Autore: L1107    05/03/2022    1 recensioni
La guerra è finalmente finita lasciandosi dietro vuoti profondi che non potranno mai essere colmati. Fred Weasley, Remus Lupin e Ninfadora Tonks sono morti per proteggere la magia, e insieme a loro molti altri. Hermione Granger, stanca e spossata, salva Draco Malfoy da Azkaban senza sapere che questo avrà delle ripercussioni su di lei. Un Voto infrangibile fra di loro li spingerà a conoscersi meglio, ma tutto degenera quando Malfoy la tiene all'oscuro di un segreto che la riguarda da vicino, aiutato dal suo migliore amico: Harry Potter.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Capitolo 3

Era una giornata di pioggia, il vento soffiava forte spingendo l’acqua a picchiettare violentemente il vetro della finestra. A un certo punto il vento riuscì ad aprire la finestra, ma il proprietario della casa estrasse in poco tempo la bacchetta e con un pigro movimento del polso sigillò la finestra. I suoi occhi grigi scorrevano con attenzione la pagina della Gazzetta del Profeta, solo le labbra strette segnavano il suo nervosismo. In prima pagina, a caratteri cubitali, spiccava il titolo:

 
 “Assalto al pub di Diagon Alley, ferite 3 persone, il Ministero indaga”
 
Le ipotesi erano le più disparate, si partiva da un probabile assalto terrorista a un innocente incidente che vedeva come protagonista un bambino di 4 anni che aveva agitato la bacchetta presa a un genitore distratto. Draco non pensava che fosse nessuna delle due, da ex Mangiamorte sapeva che i sostenitori di Voldemort sarebbero tornati all’assalto dopo qualche mese, c’era troppa gente convinta di quelli ideali e che si ergeva a paladino per proteggere la razza dei Purosangue. Lo stesso Draco, qualche mese fa’ avrebbe sostenuto certe ideologie. Suo padre, il grande e temibile Lucius Malfoy, lo aveva cresciuto in un ambiente razzista, insegnandoli fin da piccolo a odiare i Mezzosangue. Crescendo aveva sviluppato dei dubbi, ma gli era stato insegnato a non fare domande e il terrore, quando era tornato Lord Voldemort, lo aveva a spegnere quelle domande che adesso era tornate a galla più potenti che mai. Era ancora un codardo, non sarebbe potuto cambiare nel giro di così poco tempo, ma non era uno stupido. Aveva visto Harry Potter uccidere Lord Voldemort e difendere i suoi ideali, rischiare la propria vita per i Babbani e i Mezzosangue, sacrificando la propria pur di proteggere i suoi amici e le persone che amava. All’inizio pensava fosse un modo per vendicare i suoi genitori, Voldemort aveva tolto molto a quel ragazzo, ma poi aveva sentito parlare dei suoi zii, dei Babbani, che lo odiavano profondamente e nonostante questo, Harry aveva scelto di proteggerli. Sua madre era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, una donna silenziosa che Draco aveva sempre disprezzato per la sua freddezza e totale assenza di empatia nei confronti del figlio, di stirpe nobile, cresciuta con gli stessi ideali aveva seguito suo marito senza mai fare domande, ma, alla fine, si era scoperto che agiva nell’ombra per proteggere ciò che di più caro aveva: Draco. Aveva perfino mentito a Lord Voldemort pur di salvare la sua famiglia, mostrando un coraggio e una lucidità tale che Draco l’aveva perdonata per la totale assenza di calore in cui lo aveva fatto crescere comprendendo che lo aveva fatto per proteggerlo. E alla fine c’era il suo più grande maestro, Severus Piton, che aveva sacrificato tutto in nome dell’amore di una Mezzosangue che aveva scelto il suo più accerrimo nemico, James Potter, eppure Piton aveva giurato di salvare il figlio di lei, sebbene lo odiasse, e aveva sacrificato tutto per lei. Draco si era chiesto se fosse possibile innamorarsi in un modo così intenso di una persona che aveva da sempre considerato inferiore alla sua stirpe, e Piton ne era stata la prova inconfutabile. E poi era arrivata lei, Hermione Granger. L’aveva sempre odiata per i risultati eccellenti, sempre più alti di qualsiasi altro mago Purosangue, e per salvare la sua reputazione aveva provato a dire in giro che era solo una secchiona che non vedeva nessun’altra cosa eccetto i suoi adorati libri. Anche lì, Draco aveva sbagliato. Ricordava come Hermione aveva tenuto duro subendo le torture a Malfoy Manor, senza mai tradire i suoi più grandi amici e la causa. Ricordava anche quella sera, quando tutti pensavano che il Prescelto fosse morto, era stata la prima a urlare no e a puntare la bacchetta contro Voldemort, un incendio le aveva animato gli occhi mentre si ergeva come leader seguita da Paciock e da Weasley. Draco non aveva preso parte alla battaglia, si era rifugiato cercando di salvarsi la vita, ma ricordava di aver visto la ragazza impugnare la bacchetta e correre in soccorso di una ragazzina del primo anno, accerchiata da due mangiamorte. L’aveva vista pararsi davanti a lei, lo sguardo furente, e con un solo gesto aveva evocato una fenice di fuoco annientando i due Mangiamorte. Era magia avanzata, ma non per lei. Era lì che si era reso conto che la Granger, indipendentemente dal sangue che scorreva in lei, era una delle streghe più potenti di quel secolo, la segna nemica di Lord Voldemort. Quel giorno avevano preso suo padre per rinchiuderlo ad Azkaban, in attesa del bacio dei Dissenatori che sarebbe sopraggiunto poco dopo. Sua madre invece, era stata risparmiata e condannata a soli sei mesi di prigionia, era stato Harry Potter a evitarle una pena peggiore e Draco gliene era stato grato. A Draco era stato evitato tutto questo dalla Granger, la persona che più avrebbe dovuto odiarlo era accorsa in suo aiuto. Non gli faceva piacere avere un voto infrangibile che lo condannasse a vita a vegliare su di lei come un angelo custode, ma non era così idiota da pensare che fosse meglio un giro ad Azkaban.
Draco sospirò posando il giornale nel tavolo vicino, mentre si alzava dalla poltrona di velluto nero disincrociando le gambe avvolte da dei jeans scoloriti. Non teneva più così tanto al suo aspetto, cercava di farsi notare il meno possibile, bastavano i capelli biondi e gli occhi grigi a far sussurrare la gente e mostrarsi ancora ricco, come in realtà era, non sarebbe stato un modo intelligente per non far parlare di sé. Inoltre, quei soldi non li sentiva più suoi e ne usava solo il minimo indispensabile, un’ingente somma aveva pensato di donarla alle vittime della guerra ma aveva poi abbandonato quell’idea, rendendosi conto che questo non lo avrebbe aiutato a farsi perdonare per quello che aveva fatto. Sentì un tonfo dal piano di sopra e, sfoderando la bacchetta, si diresse di corsa al piano di sopra verso la stanza dove riposava la Granger.
La trovò sul pavimento, con una smorfia sul viso mentre si batteva una mano sulla testa.
“Si può sapere cosa ci fai a terra?” le chiese lui appoggiandosi allo stipite della porta, mentre la ragazza alzava lo sguardo.
“Contavo le piastrelle del pavimento” rispose sarcastica lei prima di puntellarsi sulle ginocchia e tirarsi su.
Draco la squadrò, stringendo le labbra per trattenere un ghigno alla risposta di lei. La ragazza era ancora pallida e instabile sulle gambe, probabilmente aveva cercato di alzarsi e aveva avuto un capogiro dovuto alla febbre e all’infezione alla spalla. Draco si avvicinò a lei e le si sedette accanto in silenzio, ma quando alzò una mano verso il suo viso Hermione si spostò, fulminandolo con lo sguardo.
“Che diavolo hai intenzione di fare?” lo accusò.
Draco alzò gli occhi al cielo: “Sto cercando di vedere se sei calda, puoi evitare di cruciarmi con lo sguardo? Sto solo cercando di aiutarti” rispose, attendendo poi una risposta dalla ragazza. La Grifondoro lo squadrò ancora per qualche secondo, poi si avvicinò di nuovo senza dire niente. Draco alzò lentamente una mano e quando vide che lei non si sottraeva, la fece scorrere leggermente sulla sua fronte, in una carezza delicata che durò pochi secondi.
“La febbre si è abbassata” disse solo.
“Allora posso tornarmene a casa” rispose immediatamente lei alzandosi velocemente, ma barcollò leggermente prima di ritrovare l’equilibrio.
“Sei ancora debole, Granger. Inoltre è la pozione antipiretica che ti ha fatto passare la febbre, la spalla come va?” le chiese alzandosi.
“Meglio” rispose lei, scrollando le spalle, ma un brivido di dolore la tradì.
“Posso?” le chiese allora. La ragazza sbuffò ma gli consentì di abbassarle il maglione per scoprirle la pelle. Draco alzò la garza con delicatezza, guardando la ferita. Non era migliorata molto, era meno rossa ma ancora infiammata e pulsante.
“Non è peggiorata, almeno” disse solo rimettendole la benda apposto e il maglione.
“Derby, portale il brodo che ti ho ordinato di farle” disse non appena l’elfo si smaterializzò nella stanza. Derby s’inchinò e sparì, tornando poco dopo con un brodo fumante.
Draco fece comparire un tavolo e due comode sedie, poi con un gesto che non ammetteva repliche si sedette spingendo la Grifondodo a fare lo stesso. Mangiarono in silenzio, fino a quando la ragazza non lo ruppe.
“Perché stai facendo tutto questo?”
“Hai una memoria molto breve, Granger… ti ricordo che mi è stato affidato un compito”
“Sottovaluti la mia intelligenza, Malfoy, sappiamo entrambi che un morso di licantropo non è fatale” rispose pronta lei, prendendo un altro sorso di brodo.
Malfoy rimase in silenzio per alcuni minuti, indeciso se fosse il caso di risponderle o meno.
“Non sono il mostro che pensiate che sia” rispose alla fine.
Hermione si appoggiò allo schienale della sedia, rilassando i muscoli contratti.
“Non ho mai pensato che tu fossi un mostro, Malfoy, Un arrogante, viziato, borioso e figlio di papà si, ma non un mostro”
“Ah si? E cosa te lo fa’ dire, Granger? Non sai cosa ho vissuto, cosa ho visto, cosa ho fatto, io sono figlio di uno dei Mangiamorte più stretti di Voldemort” i pugni del ragazzo si contrassero, mentre pronunciava quel nome.
“Non so cosa me lo faccia dire, Malfoy. La guerra ha provato tutti, tutti abbiamo dei lati oscuri e tu hai avuto le tue influenze che ti hanno portato a fare scelte sbagliate. Non so, se al tuo posto, avrei reagito allo stesso modo”
“Non sai di cosa parli, Mezzosangue. Tu sei stata un’eroina, tu hai scelto la parte giusta”
“E’ qui che ti sbagli, Malfoy. Nessuno di noi ha scelto. Io sono cresciuta con dei genitori Babbani che mi hanno insegnato l’amore, con due amici, uno Purosangue cresciuto anch’esso con Babbani e l’altro traditore del suo sangue. La mia scelta non è stata una scelta, e neanche la tua. Entrambi ci siamo trovati nelle fazioni opposte della guerra.”
Draco Malfoy restò in silenzio, riflettendo su quelle parole e sul sollievo che provava, si riteneva ancora responsabile e colpevole, ma avere la comprensione della persona che più lo odiava al mondo lo fece sentire un po' meglio.
“Mangia Granger, devi tornare in forze. Ho il presentimento che il mondo magico avrà bisogno dei suoi eroi” disse alla fine.

Ecco a voi il terzo capitolo, diciamo che sto già lavorando al quarto. La prossima settimana mi cominciano le lezioni quindi molto probabilmente pubblicherò con meno frequenza, le lezioni del secondo semestre saranno molto pesanti. Ho voluto incentrare questo capitolo su Draco e su come sia in atto il suo cambiamento. Non lo renderò un santo, Malfoy dovrà fare un lungo percorso insieme a noi ma sta già cambiando. Ci saranno delle novità, ho voluto concludere con quella frase appositamente: Hermione deve rimettersi in forze il prima possibile, la guerra non è finita.
   
 
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