Buonasera!
Eccomi tornata dopo un mostruoso,
irriguardoso ritardo.
Che
dire, mi dispiace. Molto. Tanto. Troppo. Ma non è
abbastanza. Le mie scuse ve le ho
rifilate nello scorso avviso, ma non bastano. Eppure, siete ancora qui a leggere. Mi avete lasciato 45 recensioni. Avete ancora cliccato il link della mia storia.
E vi ringrazio per averlo fatto. Per
avermi aspettato.
Grazie.
Permettetemi
di annoiarvi solo un altro po’ con le dediche.
A Luisina,
per aver concluso la sua splendida storia, e perché anche se non ci sentiamo
sempre, quando mi deciso a riapparire non mi prende mai a sassate ma anzi, mi
accoglie a braccia aperte.
A Marylu: perché esisti. Semplicemente. Perché
sei la sorella della mia anima, anche se non ti ho mai visto. Perché correggi tutti i miei errori
mostruosi. Perché sei la mia beta. Perché sei la mia migliore amica di mail. Perché dobbiamo scoprire Roma
insieme.
A ColeiCheAmaEdwardCullen,
perché non mi ha lasciato perdere, e continua a mandarmi le mail.
A Federica
(anter) che non sento dalle vacanze forse pasquali: non ti ho mai
abbandonato. Non potrei mai. Semplicemente, il karma non è stato
clemente con me. Ma presto tornerò. Appena finiti i compiti.
Alla
grande Malia, che qualsiasi cosa le succeda tira avanti imperterrita
senza lasciarsi intimorire da nessuno. Perché
le tue storie meritano, tu meriti, e chi non lo capisce è solamente un idiota. Fammi sapere come stai.
A Giorgio,
Arianna (Panny) Lucrezia (che perte epr la svezia, infame) Elisa, Giulia e
Francesca P., come regalo di inizio scuola. Perché siete i migliori amici che potessi mai desiderare, e non
potrò mai pentirmi di avervi conosciuto.
A tutti
quelli che tornano a scuola, al lavoro, a casa, e lo fanno con un
sorriso.
E a
tutti quelli che leggono, hanno sempre letto, hanno appena cliccato o ci sono
passarti per sbaglio, la mia Fanfiction. Grazie. Senza di voi e i vostri
commenti, io non esisto. Il primo libro, lo dedico a voi.
Ci
vediamo giù con le risposte, dopo una sana lettura. Hope you enjoy!
Grizzly in love... and
Jasper married!
Bella’s Pov.
“Veniamo giù dai monti, dai boschi e i prati in fiore...”
Il resto della canzone morì in
un mugugno indefinito ma pur sempre melodico, mentre Emmett, non si sa per
quale ragione, scendeva le scale diretto in cucina con in dosso solo un paio di
calzoni e un asciugamano attorno al collo.
Il motivo per cui cantava la
pubblicità dei biscotti, aveva detto, era che gli trasmettevano “Tutta la
dolcezza che gli serviva per compiere imprese eroiche alla Emmy-Pooh”. No
comment.
Il problema, oltre al fatto che
girava mezzo nudo, era che nostro fratello era molto intonato!
Era un vero piacere ascoltarlo.
Ma, per quanto le sue doti
canore fossero eccezionali, rimaneva pur sempre una scena spiazzante.
“Credo che, dopo questo, la mia
povera mente abbia definitivamente ceduto” commentò Edward scioccato, che
ancora fissava – come tutti noi – la porta della cucina.“Resterò traumatizzato
a vita. O meglio, a esistenza”
Chissà se alludeva alla vista di
Emmett mezzo nudo o al fatto che nostro fratello sembrava avesse sviluppato, in
un solo pomeriggio, la sigle-pubblicitarie mania. O forse per i suoi pensieri.
Molto probabilmente per tutte e tre le cose.
“Non sarai il solo, fratello” commentò
Jasper con la stessa aria sconcertata, “Ti farò buona compagnia”
Scuotendo il capo come per
allontanare un gran brutto pensiero, Jasper tornò a concentrarsi sulla preziosa
scacchiera posta tra noi due, studiandola con attenzione calcolatrice; dopo una
veloce analisi mosse l’alfiere dandomi l’ennesimo scacco matto.
“Credo di aver vinto ancora io” mi
sorrise allegro, abbagliandomi.
“Uffa!” sbuffai gonfiando le
guancie, accasciandomi poi sulla scacchiera “È la dodicesima partita che perdo
con te... consecutiva!”
“Non te la prendere” mi consolò
Jasper “Non è colpa tua. In fondo, stai ancora imparando. E poi non potevi sapere
che ti saresti confrontata con il più grande giocatore di Casa Cullen, per non
dire del mondo...”
Alice e Edward, nostri
spettatori silenziosi, gli lanciarono un’occhiataccia.
“Ehi, non prendetevela perché,
oltre ad essere bravo ed estremamente bello, sono anche sincero!” disse lui.
“Sì, sì, basta crederci...” disse
Edward.
“Ma mi pare che tu, oh re dei
belli, dei sinceri...” iniziai.
“E dei bravi” mi interruppe lui.
“… E dei bravi, mi avevi promesso di farmene vincere almeno una!” conclusi irritata “Sarai sincero
quanto ti pare a parole, ma a fatti è un altro discorso”
“Hai ragione. Non sia mai che mi
diano del bugiardo” sogghignò Jasper dispettoso. In un attimo risistemò i pezzi
sulla scacchiera, per poi avvicinarla leggermente a me. “Nero” Annunciò “Tocca
a te”
“Jasper...” sbuffò divertito
Edward, scuotendo il capo. Lo fissai incuriosita e lui si limitò a sorridere.
Controvoglia – non ero proprio
entusiasta di vedermi battere ancora – mossi il pedone avanti di una casella;
subito dopo, il re nero di Jasper cadde a terra. Lo fissai stupefatta e lui mi
sorrise.
“Mi arrendo” disse solo “Hai
vinto”
I miei occhi scattarono veloci
da lui alla scacchiera, per due volte, per poi posarsi sul suo viso.
“Ma... ma... ma... MA COSÌ NON
VALE!” gridai offesa, arrossendo. I tre vampiri presenti scoppiarono a ridere
fragorosamente, imbarazzandomi ancora di più.
“Io voglio vincere lealmente, in
una vera partita!” continuai testarda battendo i piedi per terra.
“Va bene, d’accordo, calma.
Domani ti darò la rivincita” mi promise muovendo la mano in un gesto di calma.
“Ora, però, lasciamo il campo a questi due impazienti. Mi sa che si sono un po’
seccati di vedermi... giocare” completò davanti alla mia occhiataccia,
cambiando l’ultima parola.
“Ah, Jazz, tu sì che mi
conosci!” cantò Alice danzando verso di lui e scoccandogli un bacio sulla
guancia. Poi, molto poco delicatamente, lo tirò per un braccio e lo fece
alzare, prendendo il suo posto. Lui rise della sua impazienza.
“Miss Galanteria, eh?”
“Grazie” dissi.
Mi sorrise. “Non te la prendere
per
“G-grazie” risposi imbarazzata,
arrossendo “Vediamo se sei b-bravo a scacchi quanto lo sei nella m-musica.”
“Se perdi gli darai un bacio
serio, questa volta?” disse Alice osservando la scacchiera attenta.
“Alice!” la riprendemmo in
sincrono.
Non avevamo mai più avuto
l’occasione di rimanere da soli dopo la partita. La cosa mi intristiva molto,
ma sapevo che non avrei retto se mi fossi ritrovata di nuovo sola con lui.
Mi stava succedendo qualcosa,
qualcosa che non capivo. Un qualcosa che mi turbava profondamente, ma che allo
stesso tempo mi eccitava. E riguardava Edward.
Scossi il capo, allontanando
quei pensieri; non era il momento di iniziare a fare congetture. Almeno, non
davanti a loro, e in presenza di un empatico che, come immaginavo, aveva già
iniziato a fissarmi incuriosito dal caos che regnava dentro me.
“Sei pronto, roscetto? Oggi sono
certa che ti batterò!” esclamò Alice combattiva, distraendomi.
“Ogni volta che giochiamo dici
così. Come veggente sei un po’ scarsina” ribatté Edward tranquillo. “Sai meglio
di me che non arriverà mai il giorno della mia sconfitta, eppure ti ostini a
illuderti… Neri o bianchi?”
“Neri” rispose lei “Sei troppo
sicuro di te, rosso… la troppa sicurezza fa commettere passi falsi… e appena ne
farai uno, io ti colpirò!”
“Sì, sì” ridacchiò lui, muovendo
il pedone.
“Con ventiquattromila baci… felici scorrono le ore…”
La voce di Emmett ci distrasse
tutti, ancora. Stavolta stava facendo dietrofront diretto in camera sua… ma
perché teneva quel coltello in mano? E la scatola di cereali?!
“Si, beh…” disse Alice, la prima
tra noi a riprendersi, “Ora che anche Emmy mi ha dato la sua benedizione,
possiamo iniziare a fare sul serio!”
E dopo aver lanciato un’ultima
occhiata di sfida al fratello, gli occhi di Alice si fecero lontani, passando
dal color oro chiaro al nero piombo. L’espressione calma di Edward non subì
alcun mutamento, concentrato com’era sul volto della sorella. Io mi limitai a
osservarli, perplessa.
Jasper si accorse del mio stato
confusionale e mi fissò sogghignando. “Questa è la prima volta che li vedi
giocare, vero?” mi chiese.
“Già… credo di essermi lasciata
sfuggire qualcosa” risposi senza distogliere lo sguardo dai due.
Lui sorrise. “Ti lascio gustare
la partita, allora. Credo che ti piacerà vedere il gioco degli scacchi svolto…
in maniera alternativa” disse allegro.
Per i successivi tre minuti e
quarantasette secondi il silenzio regnò tra i due sfidanti, minuti durante i
quali Emmett ci allietò con la sua personale (e migliorata) versione di “I Want
Candy”; godendomi la canzone, potei osservare il viso impassibile di Alice
aprirsi pian piano in una smorfia contrariata, mentre sul volto del mio angelo
il sorriso di vittoria andava accentuandosi.
Alla fine, senza un benché
minimo motivo, il re nero di Alice si abbatté al suolo.
“Rivincita!” ringhiò lei.
“Oh, ho vinto io?” si vantò
Edward fingendosi sorpreso “Ma non avevi la vittoria in pungo, sorellina?”
“Rivincita, ho detto!” ringhiò
ancora Alice “Una cosa di giorno, Eddy!”
“Certo. È un onore accontentarti”
rispose lui. “Fosse per me, potemmo andare avanti all’infinito… magari
riuscirei anche a estirpare in te questa vena masochistica che hai sviluppato…”
“Non devi fare un esorcismo, Edward. Devi. Solo. Giocare. A. Scacchi.”
“Cioè… giocano tutta la partita
a mente?” chiesi stupefatta a Jasper lasciando i due sfidanti alle loro
scaramucce.
Lui annuì. “Di solito, quando
gioca con noi, Edward cerca di non usare il suo potere” spiegò “Ma con Alice è
un altro discorso… un po’ come il loro rapporto, non credi?” disse alzando
leggermente la voce per superare quelle di Alice e Edward.
“Insomma, devono dare sempre la
prova dei loro poteri” commentai con un sorriso.
“My heart
will go on, and on…”
Alzammo tutti gli occhi verso il
soffitto; benché non fosse Celine Dion, Emmett stava cantando una versione
della celebre canzone del “Titanic” persino meglio dell’originale.
“Oh, no. È arrivato al Titanic” commentò
Edward disperato.
“Ormai non c’è più nulla da
fare, è partito…” sospirò Jasper sconsolato.
Poi, dopo essersi scambiati
un’occhiata d’intesa, tornarono a fissare la parete bianca del soffitto.
“EMMETT CULLEN! SE NON
“Ma il canto mi serve per
distendere i nervi!” si giustificò lui.
“A noi, invece, li fai saltare!”
“Se non fosse così intonato,
sarebbe tutto molto più facile” disse Alice sollevando il suo re e rimettendolo
a posto.
“Ma come mai oggi è così di buon
umore?” chiesi incuriosita.
“NON LO SAI?!”. Il ruggito
sorpreso di Emmett fece tremare la casa, e mi spaventò anche.
Un secondo dopo, una ventata
d’aria gelida mi sferzò il viso e mi ritrovai comodamente seduta sul divano, o
meglio, sulle ginocchia di Emmett, che mi teneva una mano intorno alla vita
stringendomi al suo petto ancora nudo, mentre con l’altra mano mi accarezzava i
capelli con fare consolatorio.
Avvampai d’imbarazzo per quella
vicinanza improvvisa, soprattutto nella sua mise.
“Scusami, scusami davvero tanto,
Bella, per non averti parlato di questo evento straordinario e importante” disse
mortificato, posandomi un bacio sui capelli. “Non ti preoccupare, ora rimedio
alla mia colpa. Ti racconterò tutto”
“Emmett…” iniziai imbarazzata.
“Emmett, lascia andare Bella e vestiti” ringhiò Edward arrabbiato, gli
occhi improvvisamente neri.
“Dopo. Ora devo spiegare a Bella
il motivo della mia euforia”
“Emmett…”
“Cosa c’è, sorellina? Non vuoi sentire la mia storia?” chiese triste con gli
occhi grandi e lucidi. Quando sfoderava quel faccione triste, abbattuto,
nessuno riusciva a resistergli: era un impulso naturale, veniva voglia di
rassicurarlo e abbracciarlo forte per fargli tornare il sorriso.
“Assolutamente sì, fratellone!
Voglio sapere tutto!” esclamai infervorata. Gli occhi mi caddero sul suo petto,
e arrossii prima di tornare a fissarlo. “Solo che, beh, ecco… non hai freddo
così? Dovresti metterti una maglietta”
“Non preoccuparti, principessa,
sono forte!” rise lui allegro. “Niente e nessuno potrà farmi del male,
soprattutto stasera, un giorno, anzi, il
giorno più importante dell’anno.”
Mi scambiai un’occhiata con
Edward, sorridendo rassegnata: era inutile, Emmett era Emmett, il fratellone
dei sogni. In quell’abbraccio non c’erano doppi sensi o intenzioni maliziose,
ma solo semplice affetto fraterno. E anche Edward lo intuì, dato che si rilassò
e si sedette nuovamente, lanciandomi prima un debole sorriso. Jasper si
avvicinò ad Alice, le prese la mano e la fece alzare, per poi sedersi al suo
posto con lei in grembo, probabilmente per osservare meglio la partita. A
quanto sembrava, il motivo dell’euforia di Emmett era ben noto agli altri, che
non lo ritenevano più così interessante.
“Allora, piccola Bella, sai che giorno è oggi?” mi chiese
Emmett con un luccichio negli occhi.
“Il 14 ottobre?” risposi insicura.
“Esattamente!” replicò Emmett radioso “Ed il 14 ottobre è una data
importantissima nell'EmmyRose calendario perché...”
“E' il giorno in cui ho chiesto per la prima volta alla mia Rosellina adorata
di sposarmi!” completarono Edward, Jasper e Alice alzando gli occhi al cielo.
Emmett fece una linguaccia. “Voi non sapete proprio che cosa sia il
romanticismo!” Sbuffò. “Bella, sei l'unica che mi capisce!”
“O l’unica che ancora non
conosce questa storia” aggiunse Jasper.
“Credimi, Bella, tempo quindici
anni con noi e lo manderai al diavolo anche tu” disse Edward.
“Zitti voi! Aridi e freddi, ecco
cosa siete! Tornate a fare quello che sapete fare meglio!” esclamò Emmett
piccato.
“L’uncinetto?” suggerì Alice
ricevendo in cambio due occhiatacce.
“Lamentarvi! Mi sembra che io sia sempre disponibile per voi, no?” continuò
Emmett.
“Uff, peccato! Mi sarebbe
piaciuto tanto se uno di voi due avesse saputo fare merletti…”
“Sogna, sogna, Alice.” disse
Edward, che aveva iniziato a giocare contro Jasper.
“Oggi è l’anniversario del tuo
fidanzamento con Rosalie, fratellone?” domandai sorpresa “Congratulazioni!”
“Zi, zi! Oggi sono precisamente
sessantatre anni che il mio angelo personale mi ha concesso il privilegio di
vivermi accanto permettendomi di proteggerla da tutto e da tutti” annuì
contento lui; il suo sorriso era abbagliante.
“Eh! Bella rogna che si sono andati
a cercare, tutti e due” sogghignò Jasper.
“Si può dire che si sono
trovati” aggiunse Edward. “Non so chi mi fa più pena…”
“Zitti, aridi!” li mise a tacere
Emmett, prima di tornare a rivolgersi a me con un sorriso smagliante e
caloroso. “Questa è forse la data più importante del nostro calendario. Per
questo non ci siamo mai sposati il 14 ottobre…”
“Quante volte vi siete sposati,
Em?” chiesi felice per lui, ormai immersa nel racconto.
“Cinquanta tre volte e mezzo!” disse
fiero.
“E mezzo?” ripetei perplessa.
“Si. Una volta, durante la
cerimonia, precisamente al fatidico sì del fratello scomparso di Koda, è
scoppiato un brutto temporale, e visto che gli sposini celebravano la cerimonia
all’aperto abbiamo dovuto rimandare al giorno dopo. L’orso non ha fatto in
tempo a dire il suo sì…” spiegò Jasper concentrato, ma con un ghigno sul viso.
“Avresti dovuto vedere la
reazione di Emmett! È andato in giro per tutto il pomeriggio attaccato alla
gamba del prete, continuando a gridare disperato <<Sì, si! Oh, la prego, ho detto sì! Mi consacri, capo! Mi dia l’okay,
paparino! Mi renda felice! Cosa direbbe il suo Dio, eh? Oh, la prego…>>…
Ah, ah, ah, esilarante!” rise Edward seguito dai due consorti.
“Il giorno dopo hanno coronato
il loro sogno d’amore” completò Alice. “Carlisle ha dovuto ingessare la gamba
del prete, però. E per tutta la cerimonia il poveretto ha guardato Emmett
terrorizzato!”
“Aridi! In guerra e in amore tutto è permesso.” disse convito Emmett
mentre le risate si attenuavano. “Mi sembrava il minimo! Era un’ingiustizia e
doveva essere chiarita!”
“Come sei romantico, Emmett!” esclamai
sognante, fissandolo ammirata con le mani giunte in preghiera.
“Oh, Bella, solo tu e Rose mi
capite!” rispose lui con mio stesso tono, posando le sue mani sulle mie e
fissandomi negli occhi commosso.
“Sapete, manca uno sfondo chiaro
e sbrilluccicoso e potreste passare per due personaggi degli anime giapponesi” commentò
Alice fissandoci.
“Alice, non mi starai diventando
arida anche tu, vero?” disse Emmett storcendo il naso.
“No, no, lo sai che sono
un’inguaribile romantica!” lo rassicurò Alice con un sorriso. “Mi piace molto
la tua…”
“Ossessione psico-compulsiva?” suggerì
Edward.
“Dedizione nei confronti di Rosalie” completò Alice ignorandolo.
“Si, ha qualcosa di ossessivo, ma è davvero straordinario il modo in cui ti
prendi cura di lei. È splendido… speciale. La fai sentire unica”
In quel momento, gli occhi di
Jasper scattarono verso il suo viso, scurendosi. Era forse tristezza quello che
avevo visto nei suoi occhi? Non riuscii ad accertarmene perché tornò a
concentrarsi sul gioco, nascondendosi dietro una perfetta faccia da poker.
“Oh, Alice!” disse commosso
Emmett. “Per un attimo pensavo fossi diventata arida!”
Quando sarebbe tornato con i piedi
per terra, avrei dovuto farmi spiegare da Emmett questa cosa dell’ “arido”.
“Mai!” disse Alice, prima di
sorridere furbescamente. “Tra tre minuti Rose sarà qui. Credo sia meglio che ti
vada a preparare” gli suggerì.
“Gasp! Non sono assolutamente
pronto!” urlò terrorizzato Emmett.
Mi mise giù con gentilezza e poi
corse al piano di sopra a finire di prepararsi.
“Diventa sempre più stupido ogni
14 ottobre che passa…” ridacchiò Edward divertito.
“Già…” sospirò Jasper atono.
“Zitti, aridi!” li ribeccò Alice.
In quel momento Rosalie entrò
dalla porta principale carica di pacchetti.
“Sorella! Vieni qui, dai,
andiamo. Dobbiamo fare molte cose, e non abbiamo il tempo!” l’accolse Alice su
di giri, correndole in contro.
“Ma ciao Alice” la salutò
sarcastica Rose. “No, è andato tutto bene, mi sono divertita, e ho trovato
alcune cosine fantastiche…”
“Si, si, dopo, dopo!” la riprese
quel folletto iperattivo afferrandole il polso. “Ora, adiamo! Bella, vieni!”
“S-sì.” risposi insicura, ma per
la mia incolumità fisica e mentale decisi di ubbidire al generale Cullen.
Presi le buste che Rose aveva
abbandonato sequestrata da Alice, e le seguii diretta al piano di sopra.
“Qui, Bells!” mi chiamò Alice al
secondo piano, facendo capolino con la testa in corridoio.
Entrai nella stanza di Alice e
Jasper, incuriosita. Anch’essa, come quella di Rose e Emmett, era composta da
più ambienti uniti insieme: un “piccolo” salottino arredato secondo il
magnifico gusto di Alice (rimasi ancora una volta sorpresa: a che diavolo
serviva un salotto nella stanza da letto? Poi mi ricordai che vivevo dai
Cullen, e smisi di pormi domante sensate. Lì l’impossibile diventava
possibile!) da cui, attraverso la porta di sinistra, si accedeva in una
stupenda camera da letto dalle pareti dipinte con un delicato blu chiaro; sulla parete di fondo, un enorme letto
matrimoniale a baldacchino faceva bella mostra di sé, mentre le tende dalle
sfumature celesti, blu e bianche ondeggiavano al respiro del vento che entrava
dalla finestra spalancata.
Dalla porta chiusa sulla parete
alla destra del letto, proveniva il rumore scrosciante della doccia,
accompagnato dal basso mormorio di Rose che cantava sotto l’acqua.
“Ma sono tutti cantanti in
questa cas… WOW!” esclami voltandomi e trovandomi di fronte un mostruoso
armadio bianco che ricopriva l’intera parete frontale al letto.
“Ti piace?” chiese Alice
allegra.
“È… è…” Che cosa è? “… molto carino, Alice”
“Già. È un pochettino più grande
del tuo.” disse fiera.
Il “pochettino” di Alice era una
grandezza molto poco accurata, e soprattutto totalmente differente dai canoni
normali; decisi di non indagare oltre, per la mia salute mentale.
“Allora, sei pronta, Bella?” chiese
Alice.
“Per cosa?” replicai. Bisognava
sempre preoccuparsi quando un Cullen ti domandava “Sei pronta?”.
“Per aiutare Rose a prepararsi e
venire a conoscenza dei Segreti delle Preparazione delle Cullen.” disse Alice
su di giri. Appunto.
“Ah.” risposi senza voce. “E
perché?”
“Perché, come noi definiamo
dovere fisico e morale la necessità di prenderci cura della tua persona – dalla
marca del tuo bagnoschiuma alle fibbie delle tue scarpe – , anche tu dovrai
fare lo stesso con noi.” spiegò Alice solenne. “Non dovrai fare solo da
manichino, ma anche da estetista, da consulente, da truccatrice... sia per me
che per Rosalie ed Esme, quando te lo chiederemo. È un dovere spirituale: la
fratellanza tra sorelle!”
“La sorellanza?” mormorai
sconfitta. Questo era un rapimento con tanto di successivo lavaggio del
cervello. Alice mi voleva trasformare in una di loro. Accidenti, ma non poteva
essere leggermente meno altruista?
“Chiamala come vuoi” rispose
tranquilla posando un’enorme valigia sulla toilette, rivelandone il contenuto
in trucchi.
“Hai proprio una bella stanza,
Alice” commentai per cambiare argomento.
“Vero? L’ho riverniciata poco
prima del tuo arrivo” disse ridacchiando“Le tonalità del blu mi piacciono
molto. Mi rilassano. E poi, mi piaceva come questo colore si intonasse al
tavolino del salotto”
“Bah, salotti nelle camere da
letto… è stupendo, per carità, ma mi sembra inutile” riflettei ad alta voce.
Lei rise. “Un pochino. Ma sai,
ci ricorda che, in fondo, le nostre stanze non sono semplici camere da letto,
bensì una versione in miniatura della nostra casa” spiegò.
“Eh?”. Molto probabilmente avevo
la faccia a forma di punto interrogativo, perché Alice scoppiò a ridere. Si
andò a sedere sul suo letto e mi invitò a fare altrettanto.
“Vedi, sorellina, noi Cullen
siamo una famiglia” iniziò a spiegare. “Non un clan, non un esercito, ma una famiglia. Noi adoriamo lo stare insieme,
il vivere sotto lo stesso tetto, tutti i sacrifici che facciamo l’uno per
l’altro, perché i nostri legami sono fortissimi.”
Annuii. Lo avevo percepito fin
da subito quanto lo stare insieme fosse importate, per loro. Quanto stesse
diventando importante per me.
“Ma a volte, noi coppiette di
casa sentiamo il bisogno di stare un po’ da soli” iniziò a spiegare con un
sorriso ora malizioso.
Arrossii. “Alice, non voglio i
particolari” dissi imbarazzata.
Lei ridacchiò. “Quindi, qualche
volta, noi piccioncini facciamo vacanze separate dal resto della famiglia,
andando a trascorrere qualche tempo nelle nostre rispettive case.”
“Avete molte case?” chiesi
curiosa.
“Si, parecchie. Abbiamo vissuto
in molti posti tutti insieme. Ma le “case” che intendevo io erano case
coniugali.” precisò lei. “Sono un regalo di Esme. Oltre a essere una grande
insegnate e una grande psicologa, è una grande architetta; adora ristrutturare
case antiche, e sfruttando questo suo talento portentoso ha regalato a tutte le
coppie dei Cullen una casetta tutta nostra, dove amiamo rifugiarci.”
“Ah” dissi. Sinceramente, anche
se il talento di Esme era ammirevole, ancora non capivo l’esigenza di un
salotto prima della camera da letto.
“Ma non riusciamo a stare troppo
separati. Ci piace vivere tutti e sette sotto lo stesso tetto” proseguì Alice
“Però, qualche volta, è bello invitare la propria famiglia in casa “nostra”.
Perciò, per evitare ogni volta di prendere la macchina ed emigrare in altri
stati, riceviamo i fratelli e i genitori nel nostro salottino.”
“Cioè… queste tre stanze
sarebbero, se ho capito bene, un edificio a parte?” cercai di riassumere
confusa.
“Esattamente. Questa è casa mia
e di Jasper”
“Dentro casa Cullen” mi sentii
in dovere di precisare, sempre molto confusa.
Rise della mia espressione. “Lo
trovi esagerato?”
“Più che altro è un
comportamento da psicopatici…. Ma va bene. Cioè, se vi diverte…” balbettai.
Alice scoppiò a ridere.
“Casa Hale dentro casa Cullen…” rimuginai
ancora “Sì… psicotico, ma originale. Ovviamente, potreste comprarvi un intero
palazzo e vivere ognuno in un piano diverso – magari sarebbe anche più comodo
–, ma dove sarebbe il lato eccentrico dei Cullen?”
“Eh, già, dove?” sghignazzò
Alice. Io arrossii: non mi ero accorta di aver parlato ad alta voce.
“Ehm… sì, abbandoniamo questo
discorso… per favore” mormorai imbarazzata. “Dimmi, che devo fare?”
“Per ora osserverai soltanto” disse Alice. “Vediamo quanto dobbiamo insegnarti…
credo molto, ma così sarà più divertente!”
“Per te” mormorai.
“Cosa?”
“Niente, dicevo… che vestito
metterà Rose?” risposi ridacchiando nervosa.
“Ah, già! Ora lo vedrai” disse
Alice andando in estasi al solo pensiero. “Vado a prenderlo!”
E sparì per tornare tre secondi
dopo con un sacco d’argento munito di zip tra le mani, reggendolo come una reliquia.
“Dobbiamo rubare il vestito a un
cadavere?” chiesi divertita. “Pensavo che i soldi non vi mancassero…”
“Ah-ah, spiritosa!” mi fece la linguaccia il folletto, appendendo la sacca alla
cornice dello specchio “Ti stupirai del mio gusto sopraffino.”
Danzò verso la porta del bagno e
vi scomparve dentro. “Ti metto qui
“Arrivo, arrivo!” sbuffò Rose.
“Non è colpa mia se ci hai messo
tanto a tornare!”
“Sai meglio di me che quelle scarpe mi chiamavano! Non potevo abbandonarle!”
“Già, povere orfane… a
proposito, me le presti?”
“Scordatelo!”
Scossi il capo divertita. Erano
assurdi i loro dialoghi sulla moda. Una volta avevo passato un intero
pomeriggio a osservarle litigare su un paio di sandali azzurrini. Se ben
ricordo, il motivo era che nella famiglia (scarpiera) di Rose ce n’era un paio
molto simile, pertanto mettere a stretto contatto due gemelli dello stesso tipo
avrebbe offeso le maggiori (il paio più vecchio); nella famiglia (armadio) di
Alice, invece, non c’era nessun modello come quello, quindi lei sarebbe stata
ben felice di adottarle…
Ah, queste Cullen!
“Okay, sto uscendo. Arrivo” disse
Rosalie aprendo la porta del bagno. Ne uscì coperta solamente da un asciugamano
che le arrivava fino a metà coscia, mentre un altro le avvolgeva la sua testa a
mo’ di turbante, per asciugarle i capelli.
“Perfetto!” Abbiamo solo due ore
scarse per renderti presentabile!” annunciò Alice, ricevendo un’occhiataccia da
Rose, che ignorò totalmente. “Bella, vuoi occuparti della scelta della
bigiotteria?”
“Ehm… molto volentieri. Però
vorrei sapere almeno di che colore è il vestito. Sai, per non commettere errori
madornali, come scegliere orecchini marroni da abbinare a un vestito verde
evidenziatore.”
“Non credo indosserò mai un
vestito verde evidenziatore” rise Rosalie.
“Comunque è lilla chiaro.” disse
Alice. “E tu, vuoi toglierti questo asciugamano? Come faccio a farti i capelli,
sennò?”
“La veggente sei tu, dovresti
saperlo.”
“Ah, ah, spiritosa…”
Sorridendo a quel battibecco
affettuoso, presi il portagioie di Rosalie – la cassa di Rosalie, per la
precisione – che Alice aveva recuperato dalla stanza di nostra sorella, mi misi
sul letto e l’aprii. Rimasi deliziata quando vidi numerosi gioielli
dall’impeccabile gusto brillare davanti ai miei occhi. Rosalie aveva proprio un
gusto raffinato.
“Bella, hai fatto?” chiese Alice
dopo un po’, mentre, con l’arricciacapelli in mano, si preoccupava della chioma
di Rose.
“Si… credo che questi possano
andare bene.” risposi prendendo ciò che, a mio parere, poteva essere adatto a
lei.
Le raggiunsi davanti alla
specchiera e mostrai loro un paio di pendenti in argento e ametista, molto
chiari, abbinata ad una collana dello stesso materiale. Erano molto semplici,
niente di appariscente, ma personalmente li trovavo fantastici.
“Ehm… forse per te è un po’
troppo semplice” dissi mentre il silenzio tra noi iniziava a farsi pesante.
La risata cristallina di Rose
echeggiò improvvisa nell’aria. “No, no, Bella, vanno più che bene!” mi
tranquillizzò. “Hai buon gusto, sai? La semplicità è l’essenza della bellezza!”
“Ah, meno male che ti
piacciono!” dissi sollevata.
“Okay, credo che per te vada più
che bene!” disse Alice osservando soddisfatta il suo lavoro.
Rosalie stava divinamente: i
capelli erano legati in un alto chignon incorniciato da fiori bianchi e lilla,
mentre sulle spalle le scendevano i morbidi boccoli d’oro; il profumo dei
fiori, unito al suo aroma naturale, creavano una dolce sinfonia di essenze.
“Manca ancora il vestito,
aspetta” disse Alice correndo a prendere l’abito.
Recuperò la sacca e spinse
Rosalie in bagno per cambiarsi. Quando si presentò nuovamente in camera, sembrò
che la dea Afrodite fosse scesa tra i comuni mortali.
Il vestito in seta era semplicissimo,
ma era talmente perfetto sul corpo di Rosalie da sembrare acqua sulla sua
pelle: si allacciava dietro al collo, lasciando una generosa scollatura; in
avanti scendeva aderente e morbido sul ventre di nostra sorella, mettendo in
risalto le sue forme sino alla vita; poi si apriva leggermente a campana dal
bacino fino alle ginocchia. Sulla schiena, un elaborato intreccio di nastri e
brillantini le copriva, in un gioco di vedo-non vedo, la pelle alabastrina.
“Che bella che sei, sorellona” sussurrai
ammirata.
“Grazie, piccola” mi rispose lei
con un sorriso sincero.
Alice la fece sedere nuovamente
e si mise all’opera per truccarla. “Sono certa che Emmett resterà senza fiato,
appena avrò finito con te” disse mentre cercava le matite per gli occhi.
“Lo spero” rispose Rosalie, con
un tremito che era sicuramente imbarazzo. Sorrisi: Rose era convita di fare
brutta figura con lui? Era decisamente innamorata, se non si rendeva conto di
quanto fosse desiderabile vestita così.
“Siete magnifici insieme” mi
lasciai sfuggire. “Oggi Emmett mi ha spiegato che cosa festeggiate e… beh, mi è
sembrato innamorato perso. È talmente concentrato su di te, e sul renderti
felice, che qualche volta si scorda del resto. È davvero bello vedere quanto ci
tenga a vederti serena.”
Rosalie sorrise; un sorriso
timido, imbarazzato e totalmente felice. “Si, beh, Emmett ci tiene molto a me.
Vuole sempre vedermi… appagata. Serena. Credo che nessuno si sarebbe lasciato
torturare con nozze a ripetizione, e soprattutto nessuno avrebbe mai sopportato
i miei capricci. Eppure lui… mi è rimasto sempre accanto. Mi è stato vicino nei
miei periodi no, mi ha dedicato sempre ogni minuto della sua esistenza. Mi ha
fatto ridere quando ero triste, mi è stato sempre vicino… mi ama
incondizionatamente.”
“E ti ha sposato cinquantatre
volte e mezzo” aggiunse Alice mentre prendeva gli ombretti.
“Anche tu ti sei sposata tante
volte, Alice?” chiesi curiosa.
Lei rise. “Oh, io no. Jasper non
ama particolarmente gli eventi mondani in grande stile, al contrario di me. Ci
siamo sposati una sola volta” disse con lo sguardo perso, romantico. “Due anni
dopo esserci uniti ai Cullen… dopo aver affrontato i vari problemi di
adattamento, mi ha chiesto di sposarlo. È stata una delle poche volte in cui è
riuscito a eludere le mie visioni, ma ne è valsa la pena. È stato…
meraviglioso.”
Il suo tono sognante si spense,
ed ebbi la netta sensazione che se fosse stata umana sarebbe arrossita.
“Potresti chiedere di risposarvi
di nuovo” suggerì Rose.
“Oh, no, non lo farei” rispose
lei. “Sottoporlo a una tortura del genere un’altra volta, potrebbe essere la
causa del mio divorzio. Certo, mi piacerebbe molto, ma non voglio costringerlo
a fare nulla. Mi basta sapere che è mio per sempre.”
“Anche per me vale la stessa
cosa, ma i matrimoni mi piacciono troppo per potervi rinunciare.”
“E come potrebbero appartenere a
qualcun altro?” mi intromisi. “Voglio dire, Jasper e Emmett sono totalmente
coinvolti da voi. Vi guardano come… come un cieco che vede il sole per la prima
volta. Con un amore indicibile. E voi non siete da meno. Io non ho mai visto
nulla di simile. È… bello”
Ma per me anche molto triste, pensai. Io non avrei mai potuto
ricevere quell’amore così profondo e devoto.
Però… non potei impedirmi di
immaginare come sarebbe stata un’esistenza al suo fianco, come sua
compagna. E la desiderai, Dio, la desiderai immensamente! Ma non era cosa per
me. Perché io, in fin dei conti, ero in libertà vigilata; se me ne fossi
dimenticata solo per un momento, se avessi ceduto e avessi veramente vissuto…
non sarei riuscita a sopravvivere, dopo.
“Grazie Bella” dissero commosse
Alice e Rose.
“Chissà come sarà il tuo
matrimonio” soppesò Rosalie poi, pensierosa.
“Io non credo che mi sposerò
mai…” sussurrai arrossendo.
L’immagine di Edward in smoking
scuro che mi attendeva radioso sotto un arco di fiori, sorridente e raggiante
più del solito, pronto a prendermi con sé per l’eternità si affacciò prepotente
nella mia mente. Tuttavia... non potevo permettere che si avverasse, perché in
quel caso lo avrei esposto ad un pericolo troppo grande perché lo potessi
proteggere. E io non volevo che gli accadesse nulla di male.
“Oh, accadrà…” sussurrò Alice,
ma io non la sentii.
“Certo, prima però ci sarà il
tuo, vero, Alice?” sogghignò Rose.
“Non credo. Mi piacerebbe
moltissimo, ma non credo proprio.” disse lei riponendo i trucchi. “Ecco fatto,
sei perfetta”
“Grazie. A tutt’e due.” disse
Rose fissando prima Alice e poi me.
“Io? Ma se non ho fatto nulla.” replicai
con un sorriso.
“Mi hai fatto da supporto
morale. Se non ci fossi stata. molto probabilmente sarei saltata addosso a
questa sadica riducendola in tanti pezzettini.” rispose prendendo la borsetta.
“Allora, si va?” disse Alice.
“Ma sì.”
Insieme, ridendo e scherzando,
scendemmo in salone dove i ragazzi stavano parlottando tra loro.
Quando guardai Edward e Emmett,
mi parve quasi stessero rassicurando Jasper su qualcosa: lui teneva il capo
chino e annuiva senza convinzione, gli occhi tristi.
“Ecco la principessa del 14
ottobre!” annunciò allegra Alice correndo giù dalle scale per sfuggire a Rose.
I tre alzarono lo sguardo e
Emmett – impeccabile ed elegante nel suo smoking nero, visione tanto insolita
quanto strabiliante – rimase folgorato da tanta bellezza. Rose incatenò i suoi
occhi a quelli del suo sposo e lo raggiunse, lasciando che Emmett le prendesse
la mano e gliela sfiorasse con venerazione.
“Andiamo, mia principessa?” chiese
cortese.
Rosalie distolse lo sguardo,
annuendo; era la prima volta che la vedevo in imbarazzo.
“Non aspettateci alzati” disse
Emmy ormai sull’uscio.
“Bella battuta” lo prese in giro Edward.
“A domani.” mormorai.
“Beh, noi ce ne andiamo a far
una passeggiata.” disse Alice prendendo sotto braccio Jasper.
Lui la fissò e l’ombra nel suo
sguardo si attenuò, ma non scomparve del tutto. Baciò la tempia di Alice e poi
la portò fuori, augurandoci buona notte.
“Jasper sembrava triste.” dissi
quando fui certa che non ci potessero sentire.
Edward mi sorrise. “Gli mancava
Alice. Sai, non riescono a stare separati per molto, quei due” mormorò, ma per
qualche strano motivo non gli credetti. Se ne accorse dal mio sguardo, e mi
sorrise rassicurante. “Bella, non preoccuparti. È solo una piccola paura
momentanea” mi spiegò gentile.
“Non è per qualcosa che abbiamo
detto noi prima, vero?” chiesi preoccupata. Maledizione a me, ero io ad aver
iniziato tutti quei discorsi.
Lui mi venne vicino e mi carezzò
una guancia per confortarmi. “Non temere” mi disse dolcemente, facendomi
arrossire “Piuttosto, che ne dici se continuiamo con le lezioni di piano?
Magari facciamo sentire a Carlisle ed Esme quanto sei migliorata, ormai saranno
qui a momenti…”
“Uhm… e se invece oggi provassi
a suonare una tua melodia con il flauto?” proposi, distraendomi totalmente.
Mi fissò sorpreso. “Potresti
farlo?” chiese.
Arrossii. “Beh… ci posso
provare. Ovviamente dovrei cambiare qualche nota… forse prima dovrei
esercitarmi un po’…”
“E se invece suonassimo qualcosa
insieme?” propose.
“Davvero vuoi duettare con me?”
domandai timidamente.
“Niente mi renderebbe più felice”
disse deciso, gli occhi che bruciavano di sincerità; gli sorrisi entusiasta.
“Vado a prendere il flauto” sentenziai
allegra.
Lui rise della mia impazienza, e
dopo avermi afferrata per mano, corse con me di sopra per iniziare la nostra
serata dedicata alla musica.
*
“Coperta dalle nuvole.”
“… volteggiando stretti, stretti
per ore, e ore, e ore, e ore…” continuò Emmett sognante, come se Edward non
avesse aperto bocca, mentre mi faceva danzare con aria assente per tutta la
stanza.
Era ormai mezzogiorno, ed
Emmett, tornato quella mattina, si era lanciato in un resoconto dettagliato di
emozioni, suoni, sensazioni e pensieri personali provati nella appena trascorsa
serata con la sua amata. Tutto questo per la mia semplice domanda – che
prevedeva una risposta altrettanto semplice – “Com’è andata la serata,
fratellone?”. Domanda posta, peraltro, un’ora scarsa dopo essere uscita dalla
camera di Rose e aver sentito la sua versione.
Aveva un’aria così raggiante ed
entusiasta che non me l’ero sentita di interrompere il suo racconto, sebbene
fosse personale e ritenessi dovesse rimanere tale; ma ero, in parte, orgogliosa
che mio fratello si fidasse tanto di me al punto di raccontarmi anche la sua
vita privata.
Edward rimase con noi. Dato che
nostro fratello aveva interrotto la nostra lezione di piano, sebbene
dimostrasse la sua felicità per Emmett con il suo sguardo e il suo sorriso, non
poteva fare a meno di interrompere la sua narrazione con battutine sarcastiche,
ma piene di affetto fraterno. Credo che fosse una ripicca per tutte le
interruzione che il fratello orso faceva durante i suoi racconti.
Ma Emmett non vi prestava
attenzione, anzi, prendeva spunto da esse entrare ancora di più nei
particolari, concludendo il tutto con un “Impara, Eddinino, impara cos’è il
romanticismo da un re di questa misteriosa e affascinate materia!”
“È stato tutto mooolto romantico” disse Emmy mettendo
fine al nostro valzer e permettendomi di accomodarmi a fianco ad Edward “Una
serata assolutamente perfetta, trascorsa in compagnia dell’angelo più perfetto
del paradiso. E poi, beh, ti risparmio il resto della nostra nottata, non
vorrei sconvolgerti… ma tanto capisci benissimo che cosa può essere successo
quando due persone si amano così intensamente. Proteggiamo la tua mente pura e
innocente da pensieri non proprio consoni” E mi si avvicinò con fare paterno,
accarezzandomi i capelli come per consolarmi.
“Guarda che non ho tre anni!” esclamai
allontanando la sua mano con un sorriso.
I suoi occhi si accesero di malizia.
“Oh-oh, Bells, non mi vorrai dire che sei un’esperta in materia?” insinuò. “Ma
quante sorprese che ci riservi!”
“Dai, scemo!” lo ripresi
arrossendo; gli diedi uno schiaffo sul braccio che sicuramente dovette
sembrargli più una carezza che un colpo violento.
“Emmett, lascia in pace Bella” mi
difese Edward. “Piuttosto, proteggi la mia, di mente pura e innocente, visto
che i tuoi, ehm, “recenti ricordi” mi
stanno entrando nel cervello con una certa prepotenza”
“E tu piantala di fare l’hacker”
brontolò Emmett facendogli la linguaccia.
“Certo, come se mi fosse
possibile… e poi, stai praticamente urlando i tuoi pensieri” ribatté lui.
“Che posso farci se sono
innamorato e felice?”
“Anche Rose si è divertita molto”
intervenni prima che potesse degenerare la situazione. “Ha detto che è stata
una nottata magica. Avresti dovuto vedere che sorriso dolce aveva in volto!
L’espressione più dolce che le avessi mai visto: timida, imbarazzata e felice.
Fratellone, è proprio innamorata persa di te. Siete bellissimi insieme!”
“Ah, Bella, che notizia
meravigliosa che mi dai!” disse Emmett raggiante stritolandomi in un abbraccio.
“Per fortuna non sei un’arida come lui!” E lanciò un’occhiataccia al mio
angelo, che scosse la testa divertito.
“Ah, a proposito, Emmett, che
intendi con “arido”?” domandai.
“La mia Rose… Dio quanto amo
quella donna!”
“È inutile, Bella, ormai è
partito per la tangente” disse Edward con un sorriso. “Non credo che lo
rivedremo tanto presto”
“Però è carino, vero?” dissi
cercando il suo sguardo “Voglio dire, dev’essere bello provare un’emozione così
intensa e profonda per qualcun altro, no?”
Lui mi scrutò dentro, usando
nuovamente quello sguardo di fuoco che era capace di arrivare alla mia anima.
“Sì.” mormorò infine, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Sì,
è una cosa… meravigliosa”
Avvampai, senza però riuscire a
separarmi dai suoi occhi. Accidenti, quanto erano belli quella mattina…
“Oh, Bells, non sai che notizia
mi hai dato!” esclamò euforico Emmett stritolandomi in un altro abbraccio e
interrompendo il momento. “Mi hai reso il vampiro più felice della terra!”
Mi baciò i capelli e io sorrisi,
imbarazzata. “Ma dai, Em, vuoi dire che non lo sapevi?” lo presi in giro.
“Non riesco a stare fermo, devo
fare qualcosa! Sono troppo felice!” esclamò tirandosi su e prendendomi poi per
mano.
Mi ritrovai a volteggiare fuori
dalla sua stanza, sulle note della voce di Emmett che intonava “Que sera, sera”. Scoppiai a ridere,
seguendolo in quella specie di valzer, mentre Edward ci veniva dietro sorridendo
del nostro entusiasmo.
“Emmett, così mi girerà la testa!”
risi allegra, mentre ci fermavamo davanti alla camera di Alice e Jasper.
La porta, stranamente, era
rimasta aperta. Insolito, perché Alice, Rose e Esme erano uscite e, da quel che
sapevo, Jasper era a caccia con Carlisle.
Io, Edward e Emmett ci
scambiammo uno sguardo, poi sbirciammo un attimo all’interno. Lì, sdraiato sul
divano bianco, la mani dietro la testa e l’aria malinconia, quasi quella di un
angelo depresso, nostro fratello Jasper osservava triste il soffitto.
Io fissai Edward; lui percepiva
i pensieri, come poteva non aver sentito che Jasper era in casa, e per di più
con quell’aria abbattuta?
“Voleva restare da solo” mi
spiegò in risposta al mio sguardo.
Ma ovviamente c’era chi non la
pensava come lui.
“Ehi, Jasperino fratellino, come
mai quell’aria depressa?” chiese Emmett affabile, ma con una nota preoccupata
nel tono giocoso.
Addio segretezza. Nostro
fratello si incamminò verso Jasper, che aveva finalmente voltato la testa nella
nostra direzione rivolgendoci un sorrisino triste.
“Uhm… niente di che. Penso” rispose
tornando a fissare il soffitto con un sospiro.
“Pensare troppo fa male. Nuoce
gravemente alla salute, come il fumo. Va a finire che mi diventi come Edward” disse
Emmett sedendosi a gambe incrociate ai piedi del divano. Gli batté una mano sul
polpaccio in un gesto rassicurante. “Forza, forza, sputa il rospo. Confessa i
peccati che ti lacerano
Jasper lo fissò accigliato. “E
dimmi, oh sommo padre, come potranno tre Padre Nostro e due Ave Maria assolvere
un secolo e passa di peccati? No, perché proprio non riesco a spiegarmelo” ribatté
scettico. “E, sempre se non è chiedere troppo, potresti dirmi da quando hai la
licenza di un prete?”
“Ma come siamo acidelli! Se
proprio dobbiamo dirlo, ho fatto un corso via internet. Ho molti talenti
nascosti, io!”
“Si, lasciamo perdere... Non mi
far diventare volgare in presenza di una signorina…”
“Che vorresti insinuare?”
Io mi voltai e feci per togliere
il disturbo da quella che molto probabilmente stava diventando una
conversazione per soli uomini Cullen. Avrei potuto allenarmi con il flauto, per
essere certa di non sentire. Ma mentre pensavo a un motivetto abbastanza complicato
da distogliere la mia curiosità dai tre fratelli, andai a sbattere contro il
petto di Edward che mi era arrivato silenziosamente alle spalle. Il mio angelo
mi sostenne per i fianchi impedendomi di finire al suolo, rivolgendomi
un’espressione divertita.
“E tu dove pensi di scappare?” mi
chiese con un sorriso.
“N-non sto scappando” ribattei
arrossendo. “Solo... credo che vi serva del tempo... per parlare di cose
vostre, tra fratelli...”
Alzò gli occhi al cielo,
esasperato. “Bella, a volte sei assurda!” ridacchiò. “Sei della famiglia. Devi
restare qui e dare il tuo parere. La tua opinione, per noi, è molto importante”
Mi prese per mano senza che
potessi oppormi, e sorridendo mi condusse sul divano dove i nostri fratelli
stavano ancora litigando.
“Se brontoli così non ti darò il
lecca-lecca!” lo sgridò Emmett.
“E dimmi, sei passato da parroco
a pediatra precisamente quando?” chiese
irritato Jasper.
“Sono multiuso!”
“No, tu sei... mmm, me le stai
tirando, Emmett!” disse Jasper irritato, mordendosi le labbra.
“Oh, ora mi è chiaro!” riprese
Emmett diventando improvvisamente serio e guardando Jasper tristemente .“Oh,
fratellino, come ho potuto non accorgermi del tuo tormento indicibile?”
“Eh?”
Gli gettò le braccia al collo e
lo abbracciò forte. *“Il tuo animo sensibile è stato ferito!” ululò disperato,
accarezzandogli i capelli. “Lascia che mi prenda cura di te! Lascia che ti
addormenti, stanotte, cullando tra le mie forti braccia il tuo cuore ferito!
Come here, brother!”*
Fissai scioccata Emmett in piena
dimostrazione di affetto fraterno. Avvinghiato così con Jasper, più che un
abbraccio sembrava che lo stesse stragolando in qualche presa wrestler.
*“Mi rifiuto dal più profondo
del cuore!” ringhiò Jasper disgustato, liberandosi dalla presa di Emmett.
“Allora sfogati!” ululò Emmett
accalorato. “Picchia, sfascia, distruggi! Picchia, lasciandoti guidare dal tuo
cuore offeso... PICCHIA EDWARD!”*
“Non te?!” esclamammo in coro
noi tre, sorpresi.
“Certo! Io sono troppo giovane,
bello e importante perché possa rischiare la vita.” si giustificò Emmett.
Jasper ricadde sul divanetto con
un sospiro stremato, portandosi un braccio a coprirsi il volto. “Ma perché ho
un fratello dedito al volontariato?” chiese retorico.
“Si sta solo preoccupando per
te...” mi lasciai sfuggire.
“Una che mi sostiene! Grazie,
Bella!” esultò Emmett.
Jasper sollevò il braccio e mi
lanciò un’occhiataccia. “Ti hanno arruolata?” mi accusò.
“Ehm... padre Edward non mi ha
lasciato vie di fuga” risposi, sentendo Edward ridacchiare al mio fianco.
“Immagino” sospirò Jasper. “Mi
scordo sempre che non devo lasciarti sola con Emmett”. Mi fissò truce. “Devo
badare anche a te, o sei in grado di fuggire dal Gatto e
“Loro posso anche aggirarli. È
da Lucignolo che devi proteggermi” sorrisi. Jasper rise, capendo che mi
riferivo a sua moglie.
“Mi dispiace, ma Bella ormai fa
parte dell’organizzazione” disse Edward.
“Già. ragazzi, credo che sia ora
di dare inizio a un altro Super Raduno” aggiunse Emmett solenne. “Il nostro
Uomo Fiamma si è spento. Di’ a noi altri SuperCompari ciò che è successo”
“Senti, Uomo Tigre, non mi va di
parlarne” sbuffò Jasper tornando a fissare il soffitto.“Non sono cose che vi
riguardano. Per una volta, voglio stare solo con i miei pensieri.”
“Per caso è qualcosa che
riguarda i vostri discorsi di ieri sera?” chiesi rammaricata.
L’attenzione dei tre uomini si
concentrò su di me, facendomi arrossire. Gli occhi di Jasper assunsero
nuovamente quell’aria triste, mortificata, quasi. Avevo colpito nel segno.
Si rifiutò di rispondere,
tornando a fissare il soffitto. Emmett e Edward, dopo avermi guardato
dispiaciuti, spostarono l’attenzione sul fratello. Fissai il pavimento,
mortificata; sapevo che me ne sarei dovuta andare via subito; non avevo alcun
diritto di intromettermi in una faccenda chiaramente delicata e personale.
Stavo per alzarmi e andarmene,
quando Emmett parlò; il suo tono, ora, era serio e dolce, come se stesse
spiegando un argomento delicato a un bambino.
“Jasper, non fare così” disse
sorridendo dolcemente. “Sai meglio di noi che se tieni tutto dentro, finirai
col fare un disastro. E sono assolutamente certo che questo sia l’ultima cosa
che vuoi. Lo sai che siamo qui per aiutarti, no? Non vogliamo vederti soffrire,
lo percepisci chiaramente. Quindi, non chiuderti in te stesso. Te lo chiedo per
favore. Permettici di aiutarti.”
“Non credo che tu abbia ragione,
fratello” aggiunse Edward calmo e gentile. “Sento la tua confusione e la tua
paura, e posso solamente dirti che sono del tutto infondate e futili queste tue
ansie. Tu sei speciale per come ti comporti, ti amano tutti anche per i tuoi
difetti, e non penso che ci sia nulla di cui preoccuparsi. Certo, potresti
sempre parlarne con lei, ma se non te la senti potresti farlo con noi. Quello
che vogliamo è vederti sereno; le tue sono paure, ritengo, del tutto irrazionali
– anche se non posso dire di essere un esperto...”
Jasper si posò nuovamente il
braccio sugli occhi, senza proferir parola. Attendemmo in silenzio, senza
disturbarlo minimamente. “Vi odio. Sappiate che in questo momento vi detesto
con tutte le mie forze” decretò dopo dieci minuti, senza muoversi dalla sua
posizione.
I due ragazzi sorrisero. “Lo
sappiamo” dissero solo.
“Qual è la tua paura, fratello?”
chiese Emmett gentile.
“L’essere… inadatto” ammise
infine Jasper con un sussurro flebile.
Non proferimmo parola, tenendo
per noi i nostri commenti. Incoraggiato dall’assenza di battute e commenti
sarcastici, sembrò che Jasper prendesse coraggio.
“È… la paura di non fare
abbastanza” iniziò. “La paura di non essere all’altezza. La consapevolezza… la
dolorosa certezza di essere egoista, terribilmente egoista: io prendo, prendo e
prendo, senza neanche chiedere, come un disperato. Sono alla ricerca di ciò che
può rendere me felice, senza pensare
che, qualche volta, dovrei essere io a dare. Sono egoista, e lo so, ma non
faccio nulla per cambiare. E quando me ne rendo conto sopraggiunge il disgusto
per me stesso. Perché so che, facendo in questo modo, non faccio altro che
ferirla.”
“Sai meglio di noi che non è
vero” disse gentilmente Emmett.
“Nei suoi pensieri non vedo
nulla che rifletta le tue paure, Jasper” aggiunse Edward. “Sento solo… felicità
pura. Gioia immensa nel saperti al suo fianco. Non c’è nulla che le faccia più
piacere nel donarti, tra virgolette, quello di cui hai bisogno. Alice non
chiede nient’altro; vuole solo che tu sia felice. Che tu prenda quello che vuoi
dal mondo, dalla vita e da lei. Vuole starti al fianco, amarti, senza chiedere
niente in cambio”
“Non capite!” esclamò Jasper,
per la prima volta sofferente. “Io non… come faccio a spiegarvelo? Io sento di
non fare abbastanza per lei. Di non meritarla. La guardo e mi sento
egoisticamente felice, perché so che è mia ed è pronta a regalarmi ogni suo
istante. E io non riesco a ripagarla neanche in minima parte. Io non… non sono
come Carlisle, che è sempre disposto a sacrificarsi per gli altri. O come te,
Emmett. Proprio non riesco a essere come te, fratello. Ti invidio, sai?”
“Non credo che sia una cosa
positiva emulare Emmett” disse Edward con un sorriso. “Lui è sempre molto
esagerato”
“Si, ma almeno è esagerato in
maniera positiva” ridacchiò Jasper, prima di sospirare. “Io vorrei solo…
trovare il modo di meritare appieno l’amore di Alice. Di dare, per una volta,
invece di rubare sempre. Voglio fare tutto quello che posso per renderla
felice.”
“Fratello, ora stai esagerando”
disse Emmett. “Non mi pare proprio che tu sia uno di quei mariti tiranni dediti
solo al proprio piacere”
“Concordo” disse Edward. “Anzi, tu sei davvero un compagno esemplare, Jasper.
Alice non poteva trovare un marito migliore di te. Sei sempre al suo fianco,
pronto a sacrificarti per lei in qualsiasi situazione. La proteggi
costantemente, la fai sentire amata come nessuno ha mai fatto. Sei per lei
tutto ciò di cui ha bisogno. Sei stato l’unico da quando ha iniziato la sua esistenza
da vampira che abbia mai desiderato, sei il suo primo ricordo, il suo presente
e il suo futuro. Ti ha aspettato per anni, con il pensiero costantemente
rivolto a te, e ora sei l’unico che la rende totalmente, completamente felice.
Non distruggere tutto per delle paure insensate”
“Edward, hai detto bene. Lei mi ha aspettato per anni. Io l’ho trovata e l’ho
preso subito. Non doveva andarmi così bene. Avrei dovuto attendere, struggermi
nell’incertezza per un periodo pari al suo per meritarla almeno in minima
parte. Mi è andata fin troppo bene” sospirò Jasper. “Io non sono neanche capace
di fare un piccolo sacrificio, per lei.”
“Io… io non credo che sia vero” mi
intromisi timidamente. L’attenzione dei tre fratelli si spostò su di me.
Cercai lo sguardo di Jasper, e
vi trovai smarrimento, malinconia; era insicuro. Voleva dare, no… voleva fare
qualcosa per Alice, per farle capire quanto era importante per lui. Quanto la
considerasse la sua vita, il centro esatto dell’universo. Cercava così
disperatamente un modo per renderla felice che si dimenticava di tutto quello
che già faceva per lei.
In un certo senso, questa sua
insicurezza lo rendeva tenero.
“Io credo che tu sia… davvero
stupido, fratello” dissi, utilizzando le stesse parole che mi aveva rivolto.
Gli scappò un sorrisetto. “Ah,
io? E per quale ragione, sentiamo” replicò stando al gioco.
“Penso che le tue paure e i tuoi
dubbi siano infondati e stupidi” proseguii gentilmente. “Non penso proprio che
tu sai un egoista. In questo periodo io… vi ho osservato bene, e non riesco a
immaginare un rapporto più perfetto di quello che ho visto in questa casa.
Certo, non sei un tipo espansivo come Emmett” e sorrisi al fratellone orso “O
non hai tutta l’esperienza di Carlisle, ma il tuo apporto con Alice è… qualcosa
che non ho mai visto”
Ripensai a tutti quegli sguardi
che si lanciavano, che valevano più di mille parole. Ripensai ai loro silenzi a
senso, che li avvicinavano sempre di più; alla complicità che c’era tra loro,
quasi pensassero le stesse cose; all’amore che sentivo provenire da loro ogni
volta che erano insieme. Il modo protettivo e adorante con cui la guardava, con
cui la venerava… come poteva dire che non facesse abbastanza?
“Il vostro rapporto mi sembra
più… ancestrale” iniziai. “Non so come spiegarlo… è come se foste telepatici.
Non voglio buttarla troppo sul romantico, ma siete così… perfetti insieme. Non
è una questione di azioni o pensieri che le rivolgi; è più… il tuo modo di fare
quando sei con lei. Quando la guardi… non c’è solo amore, c’è venerazione. Sei completamente perso in
lei. Siete così in sintonia che non servono parole per comunicare. Vi basta
guardarvi un attimo e subito sapete di cosa necessita l’altro. Siete legati da
un filo invisibile: quando stai male tu, sta male anche Alice. Sei l’unico che
riesce a capirla fino in fondo, a sapere sempre ciò di cui ha bisogno. Non
credo che tu debba fare di più, per lei. Tu fai già tutto. Secondo me, il
vostro rapporto è perfetto così. Non devi fare sforzi o azioni eroiche per
rendere felice Alice. L’amore che vi lega, secondo me, è la cosa più bella che
possa esistere”
Mi ero talmente persa nel mio
discorso da dimenticare di avere, oltre a Jasper, un altro paio di spettatori.
“Quindi… il rapporto di
Jasperino è perfetto… mentre il mio è un totale disastro?” disse Emmett per
alleggerire l’atmosfera.
Lo fissai imbarazzata,
arrossendo. “N-NO! Assolutamente no!” gridai rossa. “Non intendevo… ci sono
tanti tipi di rapporti… il tuo è più diretto ed espansivo, ed è perfetto così.
Quello di Jasper è più riservato, ma non vuol dire che… non deve primeggiare
nulla. Oddio, non intendevo dire questo!”
“Qui devi mettere le carte in
tavola: meglio il mio rapporto o quello di Emmy?” chiese Jasper sogghignando
malefico.
“Ma… ma sono splendi tutti e
due, solo in maniera differente… non volevo… oddio, non voglio mettervi in
competizione!” esclamai agitata, arrossendo sempre più.
I tre ragazzi scoppiarono a
ridere. “Oddio, che figuraccia!” mi lagnai nascondendo il volto tra le mani.
“Su, dai, non fare così” disse
Edward abbracciandomi e permettendomi di nascondere il volto nel suo torace
“Ragazzi, basta. Guardate come l’avete ridotta, poverina”
“Sarà, ma in imbarazzo è
decisamente più carina, non trovi Eddy?” disse Emmett, ammiccando.
“Taci, stupido orso.”
“Ah, ragazzi!” sospirò Jasper
più tranquillo. “Bella, non pensavo che anche tu fossi un’empatica.”
“Infatti non lo sono” replicai
senza staccarmi da Edward, che aveva preso ad accarezzarmi i capelli. Si stava
così bene… “Sono solo dotata di buona capacità critica. Perché voi maschi di
casa Cullen vi sorprendete della mia capacità di osservare e giudicare?”
“Bella ha assolutamente ragione”
disse Emmett tornando a guardare Jasper. Il suo tono, la sua voce… era un nuovo
lato di Emmett. Un lato più maturo, più saggio che, sebbene non fosse mai
emerso davvero prima di quel giorno, era sempre albergato nei suoi modi di
fare. Era la preoccupazione di un fratello maggiore. Il tormento di chi,
sapendo nei guai il suo fratellino più piccolo, non avrebbe esitato un secondo
a sacrificarsi per lui, se questo sarebbe servito a salvarlo. “Non devi fare
nulla di più di quello che già fai. Sei perfetto così per Alice… e qui già si
vede quanto stia fuori, perché, diciamocelo, tu non sei proprio questa grande
bellezza”
“Ma sta’ zitto, cretino” ringhiò
giocoso Jasper, più sereno, tirandogli il cuscino. “Vogliamo parlare di te,
allora? Sai quanto pagano Rosalie per fingere di amarti?”
“Se, se, ti piacerebbe” rispose
Emmett con una linguaccia. “Vuoi che ti faccia nuovamente il riassunto della
mia serata?”
“Comunque, vorrei davvero fare
qualcosa per sorprendere Alice” disse Jasper meditabondo, evitando l’argomento.
“Tipo?” chiese Edward.
“Non ne ho la minima idea…” ammise,
sprofondando nuovamente nella depressione.“Come si sorprende una veggente?”
“Se non lo sai tu...”
“È stata una delle poche volte in cui è riuscito a eludere le mie
visioni, ma ne è valsa la pena. È stato… meraviglioso.”
Sgranai gli occhi. “CI SONO!” esclamai
esultante, staccandomi da Edward.
“Cosa?” chiesero i tre.
“Forse so cosa potrebbe
sorprendere Alice… ma dobbiamo fare in fretta” dissi su di giri.
“Okay, capitano. Mettici al
corrente del tuo piano malvagio e infido” disse Emmett incuriosito.
Fissai negli occhi Jasper. “Ci
tieni davvero a sorprendere Alice rendendola felice?” chiesi seria.
“Più di qualsiasi altra cosa al
mondo” rispose sicuro.
Gli sorrisi. “Allora, resta qui
e lascia fare a noi”
“Eh?”
“Fidati” dissi eccitata.
“L’unica cosa che puoi fare è pensare in continuazione a cosa potresti fare per
sorprenderla”
“Ma…”
“Fidati! E non smettere un
attimo” ripetei agitata. Poi, presi per mano Emmett e Edward e li trascinai
fuori di casa, correndo verso il bosco.
Quando fui certa che Jasper non
potesse né sentirci né vederci, mi fermai, ansante per l’emozione, incrociando
gli occhi perplessi dei due vampiri dietro di me.
“Allora, capo, ci vuoi mettere
al corrente o fai come Alice?” domandò Emmett.
Gli sorrisi. “Allora, si tratta
di una missione ad alto rischio” li misi in guardia.
“Siamo pronti a tutto” annuì
deciso Edward.
“Questo ed altro per la felicità
dei miei fratellini” aggiunse Emmett.
“Benissimo!” esclamai allegra.
“Abbiamo solo oggi per preparare tutto”
“Perché solo oggi?” chiese
Emmett.
“Preparare tutto cosa?” domandò
Edward.
“Solo oggi perché non credo che
Jasper possa spremersi le meningi per un mio capriccio troppo a lungo, e con il
preparare tutto intendo tutto il necessario per un matrimonio”
“Un che?!” chiese Emmett.
Ma Edward mi capì all’istante.
Gli occhi gli brillarono, mentre quelle labbra carnose si aprirono disegnando
un “O” molto, ma molto sexy. Scrollai la mente da certi pensieri, ora non era
proprio il momento.
“Vuoi organizzare…” iniziò
ammirato.
“Ssshh!” lo zittii. “Non
possiamo dirlo ad alta voce! Cercate di non pensarlo, di fare tutto come se non
avete capito, altrimenti…”
Edward’s pov.
“… lei lo vedrebbe e non sarebbe
più una sorpresa!” esclamai su di giri.
Avevo capito. Dio, quella
ragazza era un genio!
Anzi, era molto di più. Era un
angelo sceso in terra per farci felice, per farmi felice.
Aveva appena rassicurato mio
fratello con parole gentili e non accusatorie, con un dolce sorriso sulle
labbra. Aveva usato, senza saperlo, le esatte parole che Jasper aveva bisogno
di sentirsi dire, senza malizia o senza secondi fini. Aveva avvertito la sua
tristezza e l’aveva cacciata via, proprio come avrebbe fatto una madre, o
meglio ancora, come avrebbe fatto Emmett.
Tutti e due sapevano sempre
quali tasti era giusto premere, quali parole la gente agognava sentirsi dire,
quali azioni avrebbero reso la vita degli altri più dolce e sopportabile.
Si caricavano dei problemi degli
altri senza chiedere nulla in cambio, sacrificandosi sempre per coloro che
amavano.
Era stupefacente il loro modo di
prendersi cura degli altri.
“Scusate, perdonate il vostro
fratellone orso, ma sono rimasto indietro” disse Emmett. “Chi si deve sposare?
Se volevate finalmente unirvi, avete tutto il mio appoggio, ma io suggerirei
prima una breve convivenza. Sai, per conoscervi un po’ meglio…”
Gli tirai un pungo sul braccio,
intimandolo di tacere. Ringraziai di non poter arrossire, perché le sue parole
mi avevano terribilmente scosso.
Tornai a fissare Bella, che
guardava scioccata Emmett con quel delizioso rossore a imporporarle il viso.
E l’immagine luminosa di lei
avvolta da un abito bianco che avanzava timida verso di me mi riempì il petto,
lasciandomi senza fiato.
Dio, ma cosa vado a pensare?
Questa volta Emmett me l’avrebbe pagata cara.
Sebbene dovetti ammettere che la
sua presenza, che già mi era risultata indispensabile sin dal primo momento in
cui i miei occhi si erano posati su di lei, nell’ultimo periodo era diventata
irrimediabilmente necessaria per la mia esistenza; era un dolore fisico starle
lontano, anche per pochi secondi. Soffrivo letteralmente nel non poter annegare
nei suoi occhi, di non poter ascoltare la sua voce, di non riuscire più a
trovare qualche occasione per poter tornare ad assaporare con le mie labbra
indegne quella sua pelle morbida.
Desideravo con tutto me stesso
poter stare nuovamente da solo con lei, bearmi di lei, solo di lei.
Lei, che ormai era diventata
parte integrante della mia famiglia; lei, che ormai era divenuta il centro de
mio universo; lei, la mia magnifica ossessione; lei, il mio angelo tentatore.
Lei che era tutto e il contrario di tutto.
Lei, semplicemente la mia
piccola Bella.
“Ma no… non è così…” balbettò
imbarazzata. “I-il matrimonio è dei tuoi fratelli…”
“E voi che siete?” disse Emmett.
“Di quel biondo che si sta
deprimendo sul divano e del piccolo folletto in giro per negozi!” ringhiai in
imbarazzo “Emmett, connetti il cervello!”
I suoi occhi si illuminarono di
comprensione, e fissò ammirato Isabella. “Oh!” esalò stupefatto. “Peccato che
il matrimonio non si possa fare.”
Io e Bella annuimmo, sollevati
dal fatto che Emmett avesse finalmente capito.
“Quindi continueremo a dire che
non possiamo farlo per poi farlo, giusto?” chiese con un sorriso complice a
Bella “Cioè, non farlo punto e basta”
“Dobbiamo anche pensarlo” precisò
lei. “Non so se il potere di Alice le abbia già permesso di vederlo, ma finché
Jasper continuerà a cambiare idea…”
“Sarà così concentrata a scoprire cosa lo turba da non prestare attenzione a
noi” conclusi io eccitato.
“Che avremo tutto il tempo per…”
“… Preparare una cerimonia in giardino” continuò Bella.
“Esto pian me gusta mucho!” esultò Emmett con un sorriso. “Potremmo
fingere, per confondere la sposina, che il matrimonio sia il mio. Che ne dite?”
“Geniale!” esclamammo in coro io
e il mio angelo.
“Allora, abbiamo molto da fare e
poco tempo” disse Bella. “Pensavo che, forse, voi due potreste occuparvi degli
addobbi.”
“Non ci sono problemi” dissi
subito “Posso chiamare Esme e chiederle di darci una mano”
“E anche Rose sarà contenta di aiutarci” soggiunse Emmett. “Carlisle potrebbe
celebrare il matrimonio…"
“Ha la licenza?” chiese Bella.
Sorrisi della sua curiosità
innocente. Lei ancora non sapeva tutte le nostre storie.
“Carlisle, da umano, era il
figlio di un pastore” le spiegai gentilmente “Nessuno ha più autorità di lui”
Mi rivolse un’occhiata sorpresa.
Era così tremendamente buffa, e adorabile… mi venne l’improvvisa voglia di
soffocare di baci quelle sue guanciotte ancora rosse.
“Ah… beh, abbiamo il pastore.
Per le decorazioni floreali può pensarci Rose, credo” iniziò a fare il piano la
mia Bella, distogliendomi dai pensieri.
“Certamente” annuì Emmett. “Le
darò una mano io. Lo facciamo in giardino?”
“Si, l’idea era quella… ma nulla
di troppo sofisticato! Se è possibile dovremmo farlo per stasera… ma forse ci
vorrà di più…”
“Per stasera sarà tutto pronto” le
giurai. “Io posso passare a prendere Carlisle ed Esme, e poi posso andare a prendere
degli smoking per noi”
“Perfetto!” mi sorrise Bella.
“Di abiti eleganti noi ragazze ne abbiamo a bizzeffe… mi raccomando, evitate di
pensarci! Non deve scoprire nulla, né la sposa né… lo sposo!”
“Certo” sorridemmo noi.
“Ah, Edward?”
“Si?”
“Potresti chiedere a Esme se
gentilmente riesce a fare una torta?” mi chiese imbarazzata. “Niente di tanto
grande o imponente… solo una cosa simbolica. Non credo che Jasper
sopporterebbe…”
Le sorrisi dolcemente. “Ma
certamente, Bella” le assicurai.
“Ovviamente, qui si parla del
mio matrimonio” sottolineò Emmett facendoci ridere.
“Okay, allora...” esordì poi
Bella. “Voi chiamate gli altri. E per favore, cercate di fare tutto il più in
fretta possibile, ma con grande cura.”
“Bells, non temere: anche io voglio solo la felicità dei miei fratelli” disse
Emmett toccandole la spalla. “Non fallirò”
“Grazie, Em”
“Conta pure su di me” le dissi.
“La felicità della mia famiglia viene prima di tutto”
“Ma dimmi, Bellina, tu cosa farai nel mentre?” chiese Emmett con un sorriso.
Sul suo viso comparve
un’espressione di affranta rassegnazione. “A me tocca il compito più arduo” sospirò
dispiaciuta. “Terrò…” Deglutì “Alice con la mente altrove”
Io e mio fratello ci fissammo un
secondo. “Mi dispiace” dicemmo in coro.
“E come, se posso permettermi?” chiese
ancora Emmett.
“Con l’unico metodo che conosco”
disse triste e depressa “Lo s… lo sss…
lo shopping”
Povera la mia piccola stella!, pensai intenerito dal suo broncio.
“Condoglianze, sorellina” disse
tetro Emmett abbracciandola. “Mi ha fatto davvero molto piacere conoscerti. Sei
stata con noi per poco, ma sei diventata molto importante. Porterò crisantemi
sulla tua tomba”
“Emmett…” lo ripresi. Non doveva
neanche pensarla una bestemmia del genere.
Non poteva esistere il mondo
senza Bella. Semplicemente perché lei era
“Veramente preferirei le
orchidee” disse lei.
“Sarà fatto”
“Okay. Allora, iniziamo col
piano” disse decisa il mio piccolo genio del crimine.
“Usiamo i messaggi per
comunicare” suggerì Emmett. “E per qualsiasi cosa, è il mio matrimonio”
“Okay” rispondemmo in coro.
Emmett si dileguò nel folto del
bosco, e io mi avvicinai a Bella. Dopo giorni, sfiorai finalmente la sua
morbida pelle della fronte.
“Non farti torturare troppo da
mia sorella, okay?” le dissi fissandola e ammirandone le gote imporporate. “Le
servirà una damigella”
E io ho il bisogno costante e forte di te, sempre, aggiunsi
mentalmente, sorprendendomi di me stesso.
Vidi Bella annuire come in trance
e poi scomparire nel bosco.
Edward, dovresti smetterla di comportarti sempre da fratello maggiore
grande e responsabile, e vivere un po’ di quei piaceri che ti sei sempre
negato. Soprattutto se la confusione che senti è vera e pura come appare. Il
pensiero di Emmett mi raggiunse improvvisamente, confondendomi. Era già la
seconda persona in poco più di un mese che insinuava che, dalla mia creazione,
io non mi fossi mai goduto i piaceri della vita.
Ma perché?
Che diavolo mi stava succedendo?
Bella’s pov.
Tutto okay. Non in grande stile, ma tutto pronto. Mancate tu, la
veggente e il fesso che continua a starsene sdraiato sopra a seguire il tuo
consiglio. Dacci il via per la sua preparazione.
“Bella, prova questo!” mi ordinò
Alice passandomi un altro paio di jeans.
Trasalii cancellando freneticamente il messaggio e mi
affrettai a provare anche quello.
Era ormai sera, e avevo
trascorso tutto il pomeriggio in giro con Alice per centri commerciali, dando
il cambio a Rosalie.
Appena era stata contattata da
Emmett, mia sorella mi aveva mandato un messaggio con le loro precise
coordinate dandomi modo di raggiungerle. Con la scusa “Non sono sazia del mio
orso”, su cui preferirei stendere un pietoso velo, aveva scaricato Alice
sacrificandole in cambio me come Manichino-senza-propria-opinione (stavolta
avevo cambiato nickname; io dovevo solo stare zitta e indossare, testuali
parole di Alice), riuscendo con qualche difficoltà – parecchie, in verità – a
tenerle la mente lontana dal marito, e soprattutto a cementarla nel centro
commerciale.
Dopo qualche ora mi era arrivato
anche il messaggio di Edward, che mi chiedeva come stessi (l’unico che se ne
fosse preoccupato!), dove fossimo e mi diceva che Carlisle si era dimostrato
più che disponibile e che Esme era già al fornelli, mentre lui, Rose ed Emmett
si davano da fare con le decorazioni.
“Wow! Ti stanno d’incanto!
Questi li prendiamo e te li tieni anche addosso” disse Alice contenta mentre
uscivo dal camerino.
“Okay” risposi sorridendo,
mentre lei staccava l’etichetta e correva al negozio sotto l’occhiata allibita
della commessa.
“Ehm… è un tantino esuberante!” la
giustificai imbarazzata, affrettandomi a seguire quel tornado dai capelli
corvini.
Pagammo e uscimmo dal negozio
cariche di pacchi, pacchettini e pacchettoni, ridendo del più e del meno.
Adoravo uscire con Alice: sapeva donarmi un’allegria, una spensieratezza che
mai avevo avuto. Era… Alice. Dolce, gentile, solare, premurosa; qualsiasi
aggettivo avessi usato per descriverla, non avrebbe descritto appieno la sua
personalità.
Del resto, sembrava che nessun
aggettivo potesse descrivere uno dei Cullen.
“… chissà, forse è una dote di
famiglia” rimuginai tra me e me.
“Cosa?” chiese Alice.
“Cosa, cosa?”
“Cosa intendevi con <<Forse è una dote di famiglia>>?” ripeté
lentamente Alice.
“Ah… beh, il fatto che non basterebbero tutti gli aggettivi di
questo mondo per descrivervi” spiegai imbarazzata. “Avete per caso un vostro
vocabolario?”
Scoppiò a ridere. “Bella, io
adoro stare con te! Sei assurda e divertente, mi ci vuole proprio qualcuno che
rida, oltre ad Emmy!” disse allegra. “Altrimenti si è troppo seri in quella
casa. Tu non trovi? Mi chiedo come passassero il tempo prima del mio arrivo.”
“Giocavano a Mahjongg?” suggerii.
“Può essere: ce li vedo Carlisle Edward fissi su delle
pedine per ore e ore, in attesa di studiare la mossa dell’avversario per rubare
le coppie…” ridacchiò lei.
Sghignazzammo insieme, felici. “Va beh, aspetta, fammi
chiamare Jasper” disse cercando il cellulare
“NO!” esclamai con troppa enfasi, bloccandole il braccio.
Mi fissò esterrefatta. “Bella, è successo forse qualcosa?” domandò
preoccupata. “C’è qualcosa che Jasper… non vuole che io sappia?”
L’ultimo pezzo lo pronunciò con voce bassa e terribilmente
addolorata, tanto che mi venne istintivo abbracciarla forte. “Ma certo che no,
Alice” la rassicurai “Ti pare che Jasper possa nasconderti qualcosa?”
Lei scosse il capo, sospirando. “So che non mi nasconderebbe
mai nulla” sussurrò “Però in questi due giorni sembra così distante. Sono preoccupata per lui; l’ultima volta che l’ho
visto così lontano è andata a finire che lui, Emmett e Edward se le sono date…
te lo ricordi il suo racconto, no?”
“Ti va di sederti?” le proposi indicandole la panchina.
Lei annuì e mi seguì docilmente, accomodandosi. La fissai:
teneva il capo chino, l’espressione triste e preoccupata, gli occhi come velati
di lacrime.
“Odio vederlo così” ammise. “E soprattutto odio non sapere
che cosa succede. È tutto il giorno che lo vedo cambiare idea in continuazione!
Prima lo vedo su una spiaggia, poi in campagna, poi nella nostra casa, poi al
ristorante… e queste sono solo le idee più tradizionali! Odio non sapere che
cosa succederà!”
“Ma… non potrebbe darsi che stia solo cercando un luogo dove
trascorrere il tempo con te?” le suggerii, cercando di non sbilanciarmi troppo.
“Forse sì, forse no… maledizione, non avrei mai dovuto dire
quella cosa sul matrimonio!” ringhiò frustrata.
“Scusa” mormorai chinando il capo “È stata colpa mia. Sono
stata io a iniziare quel discorso… non volevo causare problemi”
Sospirò pesantemente. “Ma no, Bella…. Non è mica colpa tua” mi
rassicurò toccandomi la gamba “Io… mi piacerebbe molto se Jasper mi sposasse di
nuovo. Non una volta all’anno, per carità; io i matrimoni preferisco
organizzarli… ma lo vorrei come conferma, ecco. Essere sicura di sapere che mi
desidera come un tempo. Vederlo aspettarmi impaziente all’altare in smoking,
teso come me. Vedere come il suo sguardo si riempie di felicità pura e semplice
nel vedermi al suo fianco. Vederlo pronunciare nuovamente il sì con la stessa
convinzione della prima volta, per sapere che nulla è cambiato. O meglio, lo so
che nulla è cambiato, che Jasper mi ama se possibile ancora di più… ma è
l’emozione del momento, non so se puoi capirmi. È la magia dell’istante in cui
ti rendi conto che lui ha scelto te e
nessun altra” Spostò lo sguardo verso il viavai di persone. “In questi
ultimi due giorni, Jasper si sta… rinchiudendo in se stesso. È preoccupato di
qualcosa, e a nulla sono valsi i miei tentativi di rassicurazione. Torna felice
per poco, e poi cade nella sua tristezza. Spero proprio di non esserne io la
causa.”
“Ma come puoi pensarla una cosa simile?!” mi ritrovai a
ridere. Accidenti, lei e il marito erano identici! “Alice, non pensare che
Jasper voglia nasconderti qualcosa, o tanto meno che sia triste a causa tua! È
sciocco che un rapporto splendido come il vostro venga oscurato da pensieri
talmente stupidi! Lui… vuole solo renderti felice, fare qualcosa per farti star
bene, per ripagarti di quello che gli dai. Ecco il perché di quelle visioni.
Non avrai pensato mica che volesse
scappare con qualcun’altra, vero?”
Distolse lo sguardo, imbarazzata. La fissai scioccata.
“Dimmi che scherzi!” esclamai stupefatta.
“Uffa, ero insicura, va bene?!” esclamò irritata, facendomi
ridere.
“Dai, andiamo” dissi io tentando di riprendermi dalle troppe
risa. “Sono certa che Jasper ti abbia preparato una bellissima sorpresa.”
“Dici? Non vedo nulla…” brontolò lei.
“Fidati. Chiamalo sesto senso da sorella minore” dissi
facendole l’occhiolino.
Mi sorrise. “Grazie, Bella, per avermi ascoltato e
rincuorato. Sei davvero speciale, è fortunato mio fratello ad averti” disse
sorridendo.
“Quale fratello?” chiesi.
“Lascia stare, lascia stare!” rise lei alzandosi. “Ora
torniamocene a c…”
Ma la sua attenzione fu catturata da un manichino in vetrina
vestito in abito da sposa. Era anche ora che se ne accorgesse: l’avevo portata
lì apposta! Le presi la mano e la condussi dentro, ignorando la sua camminata
insicura e lenta.
“Buongiorno, signo… rine?” concluse la commessa fissandoci
per un attimo perplessa, per poi aprirsi in un sorriso. “Di cosa avete
bisogno?”
“Di un abito da sposa” risposi sicura.
“Per vostra madre?” domandò incoraggiante.
“No.” risposi, tirando avanti Alice. “Per mia sorella”
Il sorriso della commessa si spense di poco. Uno, due, tre…
ed ecco che gli occhi le schizzarono sulla pancia di Alice, per accertarsi che
non fosse incinta. Va bene, era insolito per una ragazza del ventunesimo secolo
sposarsi a quell’età se non per una precisa ragione, gravidanza indesiderata,
ma c’era un limite ai pregiudizi della gente, no? Uno poteva fare quello che
gli pareva, visto e considerato che ci trovavamo in un paese libero.
Ma perché la gente era contro il matrimonio a diciotto anni
o la gravidanza a quella stessa età? E se anche lei avesse avuto un bambino,
non poteva essere stato voluto? Perché la gente doveva sempre giudicare
negativamente ogni cosa? Campare su pregiudizio e pettegolezzi era una cosa
odiosa, odiosa!
Se uno voleva sposarsi a diciotto anni con una persona che
veramente amava e che la ricambiava con anima e corpo, allora, benissimo,
libera di farlo. Ma a quanto sembrava la popolazione mondiale, era ancora ben
lungi da capire che ognuno era libero di compiere le proprie scelte e i proprio
sbagli.
Nessuno aveva spiegato loro da bambini che i pettegolezzi
sono il veleno dell’anima?
Un altro secondo e il viso della commessa tornò gentile.
“Prego, da questa parte” ci invitò.
“Bella, che diavolo fai?” chiese Alice afferrandomi la mano.
“Ti facci pagare pegno per il pomeriggio come manichino” sghignazzai
“Non conosci il detto: non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te?”
E senza darle la possibilità di replicare la spinsi verso la
commessa, che iniziò a farle domande su domande sul suo abito ideale.
Fu divertente: mi beai, per una volta, dell’iniziale
imbarazzo di Alice, che poi venne completamente spazzato via. Iniziò a parlare
di stoffe, modelli, colori e accessori con sempre maggior sicurezza, chiedendo
di vedere tutto quello che avevano. Provò vestiti, su vestiti, su vestiti,
sfilando come una modella di Chanel, criticando o elogiando i modelli.
Mi divertii come una matta, e le feci un sacco di fotografie
con il cellulare, che mandavo a Rose tra un cambio e l’altro per sapere di
nascosto il suo parere.
E finalmente lo trovammo: era, come descrisse Rose, L’Abito
di Alice.
Senza spalline, era composto da un corpetto rigido ricamato,
che le lasciava scoperte le spalle e le braccia risaltandone il seno, e da una
gonna di tulle vaporosa ma non troppo, a onde, che creava uno effetto mosso e
morbido.
Era stupendo, e anche Alice rimase un attimo stupita
guardandosi allo specchio.
“Sei meravigliosa!” le dissi entusiasta. Sia per lei che per
la fine del tour de force per negozi!!
“Già…” disse con una nota amare nella voce cristallina.
“Beh, vado a toglierlo”
“Non le piace, signorina?” chiese la commessa, preoccupata
di non vedere il compenso.Le toccai una spalla e scossi il capo, facendole cenno di tacere.
“Mah, chissà. La prossima volta” sospirò Alice porgendomi
l’abito dal camerino.
Io me ne andai alla cassa con una donna alquanto delusa,
almeno fino a che non le porsi la carta di credito di Alice e le dissi: “Lo
prendo io” stando attenta a non farmi sentire da mia sorella. “Sarà una sorpresa.”
La commessa mi batté lo scontrino mentre io mettevo il
vestito nella sua scatola e la nascondevo in una delle mie enormi buste,
strizzandole l’occhiolino.
Per mia fortuna Alice sembrò volerci impiegare un’eternità a
rivestirsi.
Preso! Iniziate pure a vestire il soldato. Senza rivelargli nulla,
però!
Alice continuò a mantenere un tono di voce allegro, almeno
fino a metà strada quando, lanciando un urlo e inchiodando a bordo della
strada.
L’espressione che aveva era terrificante, sembrava in stato
di shock. Mi pietrificai, terrorizzata.
C’era una sola cosa che poteva spaventarla così.
La nostra famiglia era in pericolo. E l’unico pericolo per
un clan come il nostro, era uno più potente.
I Volturi erano tornati a cercarmi.
Edward, Edward! Oddio,
fa’ che non gli abbiano fatto nulla!, pensai disperata.
“Bella… oddio, che cosa ho visto…” disse scioccata.
“Alice, stanno tutti bene, vero? Non hanno torto un capello
a nessuno, vero?” esclamai spaventata.
“Peggio… oddio, che immagine scioccante… temo che la mia
anima pura e candida sia rimasta corrosa da quest’atrocità…”
Oddio, ma che cosa st… aspetta un po’! Anima pura e candida?! Ma che cosa….?
“Alice, ma di che parli?” chiesi.
“Bella. Ho appena avuto una visione che mi ha bloccato la
crescita.” ammise Alice drammatica.
“Tecnicamente tu non crescerai mai più, visto che, beh,
ecco, sei morta” precisai, iniziando a innervosirmi.
Il pensiero di Edward in pericolo mi stava dilaniando
l’anima. Se gli fosse successo qualcosa per colpa mia, io…
“Allora mi bloccherà l’esistenza!” urlò lei quasi in
lacrime. “Bella, oddio, ho visto… ho visto…”
“Che cosa hai visto?!”
“HO VISTO EDWARD IN SMOKING!” pianse stendendosi sul volante.
“Uno shock! È stato uno shock troppo forte… oddio, devo vomitare, non ce la
faccio… che visione orribile!”
“MA TI SEI RINCRETINITA DEL TUTTO?!” urlai saltando sul
sedile, mentre le sue false lacrime si trasformavano in risa incontrollabili.
“Pensavo che fosse successa una tragedia! Pensavo… pensavo….”
Alice mi fissò ridiventando seria. “Pensavi cosa?” chiese cauta.
Distolsi lo sguardo sentendo le lacrime pungermi gli occhi.
“Niente” borbottai. “Andiamo a casa”
Alice mi costrinse nuovamente a fissarla, mentre le lacrime
cadevano dai miei occhi. Mi abbracciò forte, e io ricambia la stretta. “Scusami.
Che scherzo stupido che ti ho fatto” disse.
“N-non è colpa tua…” sussurrai. “Sono io che sono troppo…
suscettibile. Se per colpa mia dovesse accadervi qualcosa…”
“Non ci accadrà mai nulla” mi rassicurò lei. “D’altronde,
con io che vedo nel futuro, che cosa potrebbe sorprenderci?”
“Io ho paura del futuro, Alice…” ammisi a voce bassissima.
Il futuro voleva dire addii, separazioni, lacrime e buio.
Sarei tornata nuovamente nella mia cella, segregata dal resto del mondo, mentre
la vita continuava. Non avrei mai più rivisto Alice, Rose, Jasper, Emmett…
Carlisle ed Esme e… e Lui, di cui non
riuscivo neanche a pronunciare il nome in una frase in cui c’era la parola
“Addio”.
“Non devi preoccuparti del futuro, anzi, devi desiderarlo” mi
rassicurò lei. “Ti proteggeremo noi. E comunque, se odi il futuro odi me, che ne
sono annunciatrice. E tu mi odi?”
“In questo momento molto, sì” dissi.
“Ma vorrei vedere te! Ho avuto la visione più brutta della
mia vita e tu mi prendi in giro?” esclamò lei finta offesa “Edward in smoking è
un shock ti dico, uno shock! Oddio, starò male per mesi e mesi… mi serve
Jasper!”
“Allora andiamo dal tuo principe!” le proposi. Il suo viso
si illuminò e si affrettò a raggiungere casa Cullen. Il nostro piano poteva
avere inizio.
“Ma che…?” esclamò spegnendo il motore e annusando l’aria.
“Fresie? Rose? Ma… questi sono girasoli! A ottobre! Bella!” Si voltò a guardarmi stupefatta.
“Girasoli a ottobre? Ma che diavolo sta succedendo?” mi accusò.
“Ehm…”
“Oh, non temere, Alice, tra poco lo scoprirai”
La voce del mio angelo mi salvò. Scendemmo dalla macchina
per andargli incontro e lì… il mio cuore ebbe l’infarto.
“Visto? Che ti avevo detto? Edward in smoking è
semplicemente uno shock!” disse Alice con fare saccente.
E che shock!,
avrei voluto risponderle, ma le mie capacità linguistiche e connettive sembravano
essersi dissolte come sabbia nel vento. Per fortuna i muscoli facciali
funzionavano ancora, perché altrimenti non sarebbe stato strano vedere la mia
mascella raggiungere le scarpe.
Davanti a me stava la creatura più bella di tutto il creato:
elegante, con quel mezzo sorriso da infarto, gli occhi chiari e luminosi di
allegria, Edward ci veniva incontro con passo felino, sensuale e ipnotico.
Indossava uno smoking nero (Dio, quel colore era divino indosso a lui!),
camicia bianca e cravatta chiara, quell’aria elegante e arrogante… altro che
visione!
Gli occhi di Edward non si staccarono dal mio viso mentre un
sorrisetto imbarazzato gli compariva in volto. “Sto davvero così male?” chiese.
“Ehm…” mi uscì dalle labbra. Uso delle facoltà linguistiche:
fuori uso. Uso delle facoltà intellettive: fuori uso. Probabilità di commettere
una grandissima stupidaggine a causa dei miei ormoni: 100%.
Meno tre... due... uno...
“Oh, eccovi!” Santissima Rosalie Beata, mia protettrice!
Grazie, mi hai salvato! “Si può sapere che cosa vi è successo? Abbiamo sì è no
mezz’ora!”
“Ma per far cos...” iniziò Alice, ma io e Rose la
trascinammo nella sua stanza.
“Okay. Sapete che io sono una che rispetta le volontà degli
altri, anzi, le metto sempre in primo piano, ma ora esigo che mi diciate che diavolo sta succedendo!” ringhiò
arrabbiata la moretta, scoprendo i denti “Guardate che avete fatto ai miei
capelli! Ho fatto la doccia stamattina, e mi ci è voluta un’eternità per
renderli perfetti!”
“Oh, non temere, ora ci pensiamo noi” sogghignò Rose.
“Preparati”
“Ma di cosa stai parla...” iniziò Alice, interrompendosi
bruscamente alla vista della scatola che reggevo tra le mani.
“Ma è...” chiese, rapita. Annuimmo sorridenti “Ma perché...”
Non dovemmo neanche spiegarle nulla, perché in quel preciso
istante gli occhi le divennero vitrei, perdendosi nel nero inchiostro
dell’oblio, raggelandola sul posto; finalmente Jasper era venuto a conoscenza
del “suo” piano.
Quando tornò in sé ci rivolse uno sguardo intenso, pieno di
sorpresa, felicità, timore, imbarazzo.
Era un’Alice mai vista prima. Un’Alice che, per la prima
volta, sembrava una semplice diciottenne innamorata, e non il sergente
Non-Sento-Ragioni-Fa’-Come-Ti-Dico.
“Allora, ti abbiamo sorpreso?” sghignazzò Rose prendendola
in giro “Ovviamente, non potevamo contare su quello stupido di tuo marito, così
gli abbiamo detto tutto all’ultimo. Dopo Edward, siete i campioni delle
paranoie!”
“Vuoi iniziare a vestirti?” le dissi gentilmente ignorando i
commenti bonari di Rose.
Alice annuì timidamente, mordendosi il labbro inferiore, ed
io e Rose le volammo intorno dedicandoci alla sua preparazione.
Dire che, a operazione compiuta, era stupenda equivaleva a
un insulto. Era splendida, assomigliava a una leggiadra ninfa. Se ne stava in
piedi su uno sgabello, fissando la proprio figura entusiasta ma, allo stesso
tempo, intimorita. Non sarebbe stato strano vederla arrossire, in quel momento.
Lei, Alice Senza Paura!
“Sei splendida” disse Rose annuendo compiaciuta. “Ora, resta
ferma così e non rovinare il mio capolavoro mentre vado a cambiarmi.”
“Di’ la verità, questa è una crudele vendetta per come ti ha
trattato ieri” ridacchiai, mentre Alice rimaneva in silenzio.
“Ebbene sì” rise lei. Poi si avvicinò alla sorella e le
scoccò un bacio sui capelli prima di volatilizzarsi fuori. Io presi il suo
bouquet di fresie rose e gialle dal comodino e mi avvicinai ad Alice per
porgerglielo. Fissai i suoi occhi d’oro riflessi nello specchio, completamente
lontani da quella stanza.
“Ansiosa?” le chiesi mettendole in mano i fiori.
Deglutì prima di annuire tremando. Scoppiai a ridere. “Ma
come, proprio tu?
Mi fece una linguaccia. “Io preferisco organizzarli i
matrimoni. Stare qui… forse è l’unico palcoscenico su cui mi sento… esposta”
ammise sospirando.
“Ma dai, Alice!” la rassicurai. “Guardati: sei qui, sei
bellissima, ti stai per risposare con l’uomo della tua esistenza… è solo una
paura dettata dall’emozione.”
“L’emozione è sempre tanta. Non sono mica come Rose che si
sposa otto volte al mese; non sono abituata. E comunque, anche lei si agita
parecchio prima dell’inizio della cerimonia. Ed è lei che lo propone, molto spesso”
spiegò tornando a fissarsi. “Per me... è stata una sorpresa bellissima. Non
pensavo che Jasper lo avrebbe mai fatto...”
“Mi pare di averti già detto che vi sottovalutate allo
stesso modo” scossi il capo sorridendo. “E comunque, lui l’ha saputo solo adess...
ops!”
Mi portai le mani alla bocca, mentre lei mi fulminava con lo
sguardo.
“Che hai combinato?” chiese assottigliando gli occhi.
“Non te lo dico. Non puoi avere solo tu l’esclusiva di fare
improvvisate?” mi salvai. “E ora preparati, sposina, si comincia!”
Sgattaiolai fuori per andarmi a cambiare, e a metà scala
intercettai lo sposo e i suoi testimoni, tutti vestiti in smoking nero. Una
sensazione di immensa felicità mi pervase l’anima, facendo sbocciare sul mio
volto un enorme sorriso.
Gli occhi di Jasper saettarono nei miei, e ciò che vidi
dentro fu una cornucopia di emozioni: felicità, allegria, entusiasmo, panico,
timore, ansia, amore. Puro, cristallino amore immenso.
Un’improvvisa euforia mi pervase l’animo, per merito suo.
Era così felice da contagiare chiunque nel raggio di chilometri.
“Allora, piccola Bella? I Cullen Boy in tutto il loro
splendore fanno il loro effetto?” disse Emmett con un enorme sorriso.
Avvampai. “E quando mai passate inosservati?” tentai di
scherzare, fissando di sottecchi Edward per un istante. Ottenni solamente di
farli scoppiare a ridere. “È meglio se scendiate. Tra dieci minuti scendiamo
anche noi”
Jasper si fece avanti e mi abbracciò stretta. “Grazie” disse
solo, commosso ed emozionato.
“E di che” sorrisi ricambiando la stretta. “Basta solo che
non entri nel panico anche tu.”
“L’ha già superata quella fase” sghignazzò Edward. “Vestiti,
così possiamo iniziare”
Annuii e corsi di sopra, indossando il mio abito, scelto con
cura da Rose. Una volta pronta, corsi nuovamente in corridoio, raggiungendo la
sposa che si stava sostenendo a Rosalie; sembrava più pallida del solito.
“Oddio, ho una fifa blu…” mormorò. “Mi viene da vomitare…”
“I vampiri non vomitano” sbuffò Rose. “Alice, si può sapere
che hai?”
“E se… se Jasper si sentisse obbligato a fare questo?”
mormorò.
Le presi il viso tra le mani e la costrinsi a guardarmi.
“Alice, ascoltami bene” iniziai dolcemente. “Stamattina Jasper era molto, molto
triste perché pensava di non fare abbastanza per te. Perché aveva paura che il
non dimostrarti apertamente tutto l’amore che prova per te, ti facesse stare
male allontanandoti da lui. Aveva paura che tu non l’amassi più”
“Ma non è possibile” mormorò lei.
“Lo so” risi. “Ma quando è sceso dalle scale, ho visto nei
suoi occhi una felicità talmente immensa che per un attimo mi è venuta voglia
di scalare il monte Everest e gridare al mondo la mia gioia. Quindi, penso che
preferirebbe mille altre volte vestirsi da pinguino che rinunciare a tutto
questo. Chissà, magari potreste anche iniziare a sposarvi più spesso. Forse
batterete Rose ed Emmy”
“Non ci scommetterei” sghignazzò Rosalie. Poi si rivolse
alla sorella con uno sguardo dolcissimo “Anche io sono sempre terrorizzata
prima di arrivare all’altare. Posso capire come ti senti, soprattutto visto che
è solo il tuo secondo matrimonio. Ma sai anche che Jasper ti ama, più della sua
stessa vita. Ha persino rinunciato alle sue abitudini per stare con te, una
perfetta estranea conosciuta in un bar. Più innamorato di così si muore.
Quindi, visto che ti sta aspettando fuori, e sta anche percependo il tuo
timore, che ne dici se andiamo a porre fine alle sue sofferenze?”
“Si. Credo che ci siamo fatti abbastanza paranoie. Potremmo
fare concorrenza a Edward” scherzò.
Scoppiarono a ridere per la battuta che non capii. “Più
tranquilla, ora?” disse Rose.
Alice prese un bel respiro. “No. Ma voglio il mio Jasper,
quindi, vamonos!”
Scoppiammo a ridere, divertite. Uscimmo fuori in giardino,
dove Emmett ci aspettava per scortarci sul retro.
“Io ho l’onore di scortarvi all’altare, graziosissima Alice”
sorrise inchinandosi.
“Attento a non schiacciarmi” ridacchiò nervosa.
“Provvederò” scherzò lui.
“Seguiteci dopo tre passi” disse Rose prendendo un bel
respiro.
Iniziò la marcia nuziale. “Emmett, se mi lasci cadere, non
solo ti sfregio la jeep, ma ti trasformo in un eunuco” lo minacciò Alice con un
sibilo nervoso.
“Posso farti almeno lo sgambetto?”
“Provaci e sei morto”
Sghignazzando, io e Rose iniziammo a camminare seguendo le
note della marcia. Io fissai estasiata il meraviglioso spettacolo che ci si
parava dinnanzi.
Archi e archi di ghirlande di fiori – rose bianche, gialle e
fresie – , alternate a quelle di lucine bianche, pendevano sulle nostre teste
creando uno spettacolo di profumi e luci, appese al capitello di decine di
colonne bianche in cartongesso, sui quali fusti si avvolgevano nastri di raso
bianco; in fondo, sotto due alberi che intrecciavano i loro rami fondendoli in
un’unica chioma, montato su un palchetto un arco di fresie e rose faceva bella
mostra di sé. Sotto, al centro di esso, Carlisle vestito con uno smoking nero
ci osservava sorridendo allegro. Alla sua sinistra, Jasper voltò la testa di
scatto, agitato ed emozionato, mentre al suo fianco Edward scosse il capo
divertito. Alla loro sinistra, invece, stava Esme, vestita con un elegante
abito rosa antico, splendida come sempre.
“Cioè, tutto questo in un pomeriggio?” mormorai rapita a
Rose.
“Te l’ho detto che era imperfetto!” disse lei dispiaciuta.
“Avessimo avuto un po’ più di tempo...”
“Ma scherzi?” borbottai, mentre prendevamo il nostro posto
al fianco di Esme.
Lanciai una rapida occhiata a Edward, e notai che mi fissava
rapito. Arrossii e distolsi in fretta lo sguardo, non potendo evitare però che
un sorriso sbocciasse sul mio volto.
Alice arrivò all’altare, ed Emmett mise la sua mano in
quella di Jasper.
“Trattamela bene!” scherzò, prendendo posto accanto a
Edward.
Ma i due non sentivano già più; si fissavano nel loro modo
speciale, perdendosi l’uno negli occhi dell’altra, così intensamente e in maniera
così profonda che ci sentimmo tutti fuori luogo in quella loro intimità
improvvisa. Ma i due sembrarono non farci molto caso.
“Miei cari fratelli, siamo qui oggi...” iniziò la voce
profonda e gentile di Carlisle, che osservava i figli amorevolmente.
Alice scoppiò a ridere e si voltò verso il padre, poi verso
di noi.
“Ragazzi, ma che mi combinate?” sghignazzò. “Vedete che
senza di me che organizzo i grandi eventi va tutto a rotoli? Ora mi ritrovo con
un dottore, per di più mio padre, che mi deve sposare!”
Ridemmo tutti. “Ehi, nanetta, fossi in te mi accontenterei”
disse Emmett. “Uno, perché in un solo pomeriggio abbiamo fatto un vero e
proprio miracolo dell’organizzazione. Due, perché Carlisle, anche se non
esercita, si è rispolverato tutto il cerimoniale in tre ore – pensa, si è anche
confessato!”
“No, quello no” disse Jasper ridendo. “È rimasto con Esme
tutto il pomeriggio”
“E tre, sai come diventa ‘sto soldato se lo molli
sull’altare?” continuò Emmett. “Già oggi è stato una piaga. Era tornato Emo Vampire!
Diglielo tu, Bella!”
“Non chiamarmi in causa, per favore!” mi difesi alzando le
mani.
“Va beh, allora mi sacrifico per
“Anche perché ti sei rovinata la salute vedendo Edward in
smoking” disse Rosalie. “Peggio di così”
“Già. Devo dire che anche io sono rimasto traumatizzato”
ammise Jasper. “Soprattutto perché è entrato e mi ha detto: Preparati, ti devi sposare. Per un
attimo ho pensato che lui volesse sposare me”
“Guarda che è Emmett quello dell’altra sponda” disse Edward.
“Mi dispiace per te, ma io...”
“Smettetela. Già sappiamo dove andrà a finire questo
discorso” li interruppe Esme con un sorriso. “Aspettate almeno che Jasper sia
tornato dalla luna di miele”
“Ah però! Si può sapere che discussioni fate voi tre quando
andate a caccia?” chiese Rosalie con un sorrisetto.
“Ehi, c’entra anche Carlisle!” si difesero.
“Va beh, potete ammazzarci dopo? Ora vorrei sposarmi!” disse
Jasper.
“Tranquillo soldatino, non ti lascio andare” disse Alice con
un sorriso.
“Anche perché altrimenti ti segrego da qualche parte e ti
tengo solo per me” la minacciò dolcemente lui, posando la fronte contro la sua.
“Ehi, la cerimonia non è neanche iniziata” scherzò Carlisle
“Se volete accorcio le cose, ma almeno aspettate che vi dica che lo sposo può
baciare la sposa”
“Detto fatto” disse Jasper posando le labbra su quelle di
Alice, cogliendola di sorpresa.
Scoppiammo a ridere tutti, felici della loro felicità.
Edward’s pov.
La musica allegra riempiva il piccolo spazio adibito a pista
da ballo.
Sorrisi vedendo le varie coppiette di casa Culle ballare
abbracciate, sorridenti sotto le luci delle torce e delle ghirlande, uniche
fonti di illuminazione data l’ora tarda che si era fatta.
Alice e Jasper, le stelle della serata, ballavano
teneramente abbracciati, le fronti l’una contro l’altra, scambiandosi qualche
tenero bacio di tanto in tanto, per poi mormorasi battute e parole dolci.
Mi sfuggì un sorriso e scossi il capo divertito; quei due
erano proprio belli insieme.
La cerimonia, per quanto improvvisata e originale, si era
conclusa nel migliore dei modi. Si doveva riconoscere che il piano di Bella era
stato a dir poco geniale, ed era riuscito alla grande.
Mi voltai a cercarla con lo sguardo; non mi piaceva non
sapere dove si trovasse, mi metteva addosso un’ansia che mi era del tutto
estranea.
La trovai poco dopo, appoggiata al parapetto del gazebo che
osservava le coppiette danzare aggraziate.
Rimasi a contemplarla senza fiato per non so quanto,
incidendo nella mia mente ogni particolare della sua dolce figura. Splendida
nel suo abito color crema, fissava danzare la coppia di sposi con aria...
malinconica?
Preoccupato, mi affrettai a raggiungerla, arrivandole
silenziosamente alle spalle.
“È andato tutto bene, non trovi?” mormorò senza voltarsi,
continuando a guardare Jasper e Alice volteggiare leggiadri.
Mi avvicinai a lei e l’affiancai senza distogliere lo
sguardo dalla pista da ballo. Provavo però uno strano disagio; il non poter
ammirare il dorato dei suoi occhi mi provocava strane fitte al cuore.
“Grazie a te” risposi, tentando di invogliarla a parlare.
“Se non avessi avuto quest’idea geniale, a quest’ora i due sposini si
starebbero ancora crogiolando nella loro autocommiserazione. Il che, visto
l’ego che si ritrovano entrambi, appare come un pensiero impossibile”
Un sorriso divertito le sbocciò sulle labbra. “Mi è parso
così strano vederli indecisi... addirittura intimiditi da tutto questo amore.
C’è da preoccuparsi, non credi?” sussurrò. I suoi occhi si spostarono
lentamente nei miei, fissandomi con uno sguardo intenso, ma dannatamente
malinconico. C’era una nota d’angoscia nelle sue iridi che mi provocò un dolore
acuto nel petto.
Fu difficile trattenermi dall’avvolgere la sua esile figura
tra le mie braccia e cullarla piano.
Piccola stella, che
hai?
“Insomma, fa paura, non credi?” iniziò a bassa voce,
parlando con tono flebile e colmo d’angoscia. Sembrava che mi stesse chiedendo
una conferma. “Tutta questa ossessione... tutta questa smania... il non poter
vivere senza l’altro. Il che spaventa, credo. Uno, perché colui che, coinvolto
da questo sentimento così forte e ossessivo da impossessarsi di ogni fibra del
tuo essere, facendoti scordare perfino ogni tuo bisogno, è portato a vivere
solo per la persona che ama. Ti fa scordare te stesso, anteponendo lui o lei a
tutto il resto. Diventa la tua unica ragione di vita, colui senza il quale non
esisti, intorno a cui graviti. In qualche modo è spaventoso ma... uno non può
fare a meno di desiderare questa ossessione. Con tutto se stesso”
Chinò di nuovo lo sguardo.
Io la fissavo atterrito. Ero... terrorizzato.
In parte perché la capivo benissimo. Capivo quanto la
solitudine potesse far male, in momenti come questi, quando le persone intorno
a te si godono l’amore profondo che li lega al loro partner, e tu lentamente
scompari, ritrovandoti a fissarli ingelosito, desideroso di provare anche tu
quella smania, quel sentimento talmente più potente di te da arrivare a
distruggerti, a legarti per l’eternità a qualcun altro.
E in parte perché, dalle sue parole, mi era sembrato che
Bella lo provasse.
Provasse questo sentimento ambivalente, splendido e
terribile, salvatore e disruttore insieme, e che ne soffrisse. E in quel
momento mi sentii morire.
Perché, quel
sentimento, non era rivolto a me.
No, no! Questo
mai! Non l’avrei permesso! Non le avrei concesso l’occasione per stare con
qualcuno che non fossi io! Lei era mia, punto! Non poteva
lasciarmi così, non poteva desiderare altri...
Il mostro dentro di me iniziò a ruggire, furioso; desiderai
distruggere ogni cosa, desiderai che gli altri provassero il mio dolore, la mia
rabbia.
“E due?” chiesi con voce strozzata. Pur di tenerla legata a
me, stavo ricorrendo a sotterfugi, a una banale conversazione. Ma il dolore non
diminuiva.
Chiuse gli occhi, deglutendo. “E due... è che per quanto tu...
possa fingere di non desiderarlo... per quanto tu possa scappare da questo
sentimento... ti ritroverai sempre ad anelarlo, con tutte le tue forze” mormorò
con voce incrinata. “Sarai sempre propenso a cercare la tua metà, sempre più
smanioso di trovarla.”
“Tu l’hai mai provato?” la voce mi uscì scontrosa, quasi
dura, sorprendendo entrambi.
Ero arrabbiato con lei. Furioso.
Perché era chiaro che lei lo provava per qualcuno.
E non ero io.
Il vampiro dentro di me ringhiò. Tu sei mia, Bella, guai a te se
mi scappi. Mia, non è un concetto difficile, no?, ringhiò furioso.
La parte meno nobile di me stava prendendo possesso del mio
corpo. Perché il dolore che provavo in quel momento era troppo intenso da
sopportare. Sarei morto di lì a poco.
Il sapere che Bella sarebbe stata di qualcun altro, per me
equivaleva a un colpo diritto al cuore.
E in più, non le avrei mai impedito di veder realizzati i
suoi sogni, perché io la volevo felice.
Ma il vampiro no. Lui la voleva per sé e basta, a qualsiasi
costo.
Qual era il nome di quella strana rabbia?
Bella puntò gli occhi nei miei, con una traccia di paura
negli occhi ambrati. Mi sentii disgustato di me stesso, perché era colpa mia;
quella paura l’avevo causata io. Ripresi il controllo di me, ma non abbandonai la mia maschera, fissandola
impassibile.
“Hai mai provato questo sentimento per qualcuno?” ripetei
atono.
Lei chinò lo sguardo.
Edward, che cazzo fai?
La stai spaventando!. Il pensiero rabbioso di Jasper mi raggiunse come una
doccia fredda. Sebbene stessimo parlando a bassissima voce, le emozioni di
Isabella gli dovevano giungere forti è chiare.
Ma ti sei ammattito?!
Controlla la tua gelosia, cristo! Ma non lo vedi che sta soffrendo? C’è
qualcosa che le logora l’anima, e tu che fai? Le dai il colpo di grazia!
Controllati fratello, perché se non l’hai capito, con una sola parola tu puoi
distruggerla o salvarla, continuò lui spietato.
“Non credo... che per me sia possibile” mormorò.
Riportai l’attenzione su di lei. Teneva il capo chino,
nascondendo il volto dietro la frangia. “No... io non posso provarlo.” continuò.
“Anche se... se mi capitasse questa fortuna... io... la ignorerei... non vorrei
provarla... perché... perché...”
“Sono sola, Edward. Alla
fine di tutto, mi ritrovo sempre sola… le persone a cui tengo sono le prime a
sparire…”
Mi sentii ancora peggio di prima. Che essere ignobile.
Alzò lo sguardo e mi ritrovai a fissare due pozze color
caramello, lucide per le lacrime che iniziavano a scendere. Ardevano di paura,
di disperazione, amarezza e tristezza, ma mi fissavano con una tale intensità
che mi sembrò volesse comunicarmi qualcosa. Qualcosa di estremamente
importante. Si portò una mano alla bocca per nascondere il singhiozzo che le
scosse le spalle.
Non potei trattenermi.
Voltai le spalle alla mia famiglia e la strinsi forte,
nascondendola dagli altri, facendole affondare il volto nella mia camicia. Non
sopportavo di vederla così. Era un dolore... inimmaginabile.
Bella mi cinse con le braccia, stringendosi a me e
strusciando il volto contro la stoffa, trattenendo i singhiozzi. Era così
fragile...
Le accarezzai i capelli posandole un bacio sulla testa.
“Piccola, no, non piangere” le dissi dolcemente. “Non
volevo, io...”
“Non è c-colpa tua” mi interruppe lei. “Ma la mia... condizione...”
Le presi il volto tra le mani e la costrinsi a fissarla; con
i pollici le tolsi le lacrime dalle guance, delicatamente. “Non lo permetterò.
I Volturi non oseranno toccarti neanche con il pensiero. Piuttosto li ammazzo
uno per uno, da solo.”
“Edward, no!” sussurrò terrorizzata, artigliandomi la giacca
con le mani. “Ti prego, Edward, ti prego,
no! Non lo fare, non rischiare per me, io.... non lo sopporterei!”
L’abbracciai stretta a me e la cullai per tranquillizzarla.
Avevo deciso: se si fossero presentati qui con l’intenzione di riprendersi
“Tu sei libera, Bella, te l’ho già detto. Sei anche libera
di amare” Me. “Chiunque tu voglia. Te l’ho detto che ci sarò sempre io a
proteggerti”
Arrossì e io sorrisi. Le tolsi dal viso ogni traccia delle
sue lacrime, facendo scomparire anche ogni mio timore. Lei era lì, con me, mi
stava abbracciando, arrossiva per me... e non potevo chiedere null’altro.
Ora ero completo.
“Allora sai che facciamo, adesso? Ci ripassiamo i lenti” proposi
con un sorriso, mentre partiva la musica. “Così almeno non pesterai i piedi al
tuo ragazzo, quando ti chiederà di ballare” Una morsa mi strinse lo stomaco, ma
la ignorai.
Mi fece una linguaccia. “L’ultima volta non ti ho pestato
mai i piedi” ribatté.
“Allora vediamo se sarai così brava anche stasera” dissi,
prendendole una mano tra le mie e cingendole la vita.
“Al limite, mi ridarai qualche lezione tu?”
“Certamente. A votre service, madamoiselle”
Prima di iniziare a danzare, timidamente si alzò sulle punte
e mi baciò una guancia, arrossendo.
Andai a fuoco come un ragazzino alla sua prima cotta.
Incatenammo i nostri occhi, rapiti l’uno dall’altro, mentre
iniziavamo ad ondeggiare sotto al gazebo illuminato.
E, sulle note di un dolce valzer, per un attimo mi parve di
udire la sua voce angelica e dolce sussurrare al mio cuore.
Sei tu l’unico che voglio amare, Edward.
**: La parte detta da Emmy è presa dal
manga "Fruits Basket", ed è sviluppata su quella di Ayame Soma,
il serpente.
Le canzoni cantate da Emmy all'inzio del brano non mi appartengono e sono propriet dei rispettivi padroni!
Siete
arrivati fin qui? Benissimo! ^O^
Spero
di aver reso bene il tutto. Questo
capitolo è un concentrato delle relazioni tra gli adolescenti Cullen. In particolar modo sui dubbi di
Jaspy Frizz e Ali Folletto. Beautiul couple, a mio modesto parere. E cosa sarà mai quella vocetta di Bella che Edward ha sentito alla fine? Eh,
eh, dai che ci arrivate! Si stanno
avvicinando? Credo proprio di si. Mancano tre o quattro capitolo al che
vengano fuori gli altarini…. Non
illudetevi! Ho detto vengano fuori,
ciò non implica che si dichiareranno o si daranno a effusioni! Attenzione al lessico!
Come
sempre, ora si passa alle risposte:
Risposta
a valinacullen89: |
Grazie
infinite! Forse, più che Alice, in manicomio dovrei andarci io solo per
quello che voglio far fare a questa straordinaria famiglia! Mi sono divertita
molto a scrivere i momenti romantici, ho cercato di renderli perfetti, ma non
credo di esserci riuscita benissimo... eh, eh! Comunque, è da apprezzare lo
sforzo! Ho cercato anche di spezzare con dei momenti comici. In verità, il cap
precedente doveva essere un capitolo totalmente dedicato al rapporto
Alice/Bella, ma poi... come resistere al fascino di Edward? In effetti ho voglia
di torturare i Cullen un altro pochettino, e le idee invece di esaurirsi
aumentano... spero solo le gradiate! Kiss |
Risposta
a kiki91: |
Eh,
lo so, ma infondo è un sadismo a fin di bene quello di Ali, no? O.o
Preoccupante. XD Non temere per la recensione breve, sono stra felice che hai
trovato il tempo di leggere il cappy e di lasciarmi un parere. Impegnati
nella danza, che secondo me è un tra le forme d’arte più belle. A proposito,
che tipo di danza pratici? |
Risposta
a miki18: |
Eh,
eh, vi faccio penare! Potreste farmi causa! Troppo ritardo, lo so, lo so. Ma
sono contentissima che sia piaciuto! Per il pezzo di Mary Poppins, c’è da
dire che l’illuminazione mi è arrivata durante l’interrogazione – ultima,
come mio solito – di maggio, di storia. Ho leggermente gridato MARY POPPINS!,
davanti alla professore, eh, eh… ops! Un bacio! |
Risposta
a _zafry_ : |
Tesoro,
mica sono così buona! Io sn subbbbbbbbbbdola,
maligna e perfida, peggio di Alice. Ma non temere, succederà. E poi, io non
lo avrei baciato davanti alla mia famiglia, figuriamoci Bella che è così
pudica. Mi dispiace, non volevo tradirti, imploro il tuo perdono, e spero che
almeno questo capitolo mi salvi dalla tua – giusta – furia!! |
Risposta
a Bella_Cullen_1987:
|
Spero
che il capitolo ti abbia portato fortuna per i tuoi esami orali. Ti ho
lasciato tutto il tempo per studiare, e ora ritorno con un nuovo cappy! Spero
sia speciale anche questo! |
Risposta
a SweetCherry: |
Meno
male che ti è piaciuto! Finalmente ho creato un mix letale di emozioni, sono
stata bravina, eh? La cosa più importante, per me, è il trasmettere le
emozioni. Far si che il lettore sia completamente assorbito dalla storia. Ed
è bello leggere, dalle recensioni, di esserci riuscita. Un po’ come fai tu
con la tua meravigliosa storia IL MIO INIZIO SEI TU. È semplicemente
fantastica, ti prego di continuarla!
Grazie mille per i fantastici complimenti. Un bacio |
Risposta
a Goten: |
Mai
come le tue storie, amore! Tu sì che sei bravissima! Mi dispiace solo di non
avervi regalato il bacio, ma la suspence... ah, colgo l’occasione per farti
miliardi di complimenti per la tua ultima storia conclusa, COME UN GIRASOLE.
Magica! Continua a farci sognare! Kiss! |
Risposta
a ColeiCheAmaEdward:
|
Ihih,
amore, scusami! Lo so, sono crudele, non rispondo alle mail (scusami!),
aggiorno in ritardo e vi lascio così. Non si fa, non si fa proprio! Spero di
farmi perdonare con questo capitolo, oltre che con una mail il più presto
possibile! Bacioni! |
Risposta
a Wind: |
Io,
con un’Alice del genere, mi divertirei troppo, prima di raggiungere nuove
vette della follia! XD E’ un demonio con la gonna, oltre che immortale – non
c’è mai fine al peggio! Però... come si fa a vivere senza di lei? tesoro,
grazie infinite di tutto! Un bacione |
Risposta
a eka: |
^O^
Plin pon, risposta esatta! La frase di Edward |
Risposta
a Fin Fish: |
Maestra!
Ma davvero non ti piacciono i bimbi? Io li adoro, invece! Sono simile a Bella
e Esme. Sono felice che ti sia piaciuto, ma non conosco proprio il manga di
cui mi hai palato, mi dispiace. Alice, si sa, non esita a intromettersi a fin
di bene nella vita degli altri, a qualsiasi orario. Spero di aver reso bene
il perché: il fatto di avere, finalmente, trovato una famiglia che l’ha
accoglie e la fa sentire accettata, al contrario della sua famiglia biologica,
la porta a un perenne stato di estasi tanto che si sente in dovere di
sdebitarsi con i suoi parenti per il regalo che le hanno fatto. Il problema è
che si impegna troppo! Sono felice che ti sia gustata questo capitolo in
tutta la sua pienezza. Speriamo che trovi sempre il maga giusto per vivere
appieno le mie storie! XD Un bacio! |
Risposta
a Lily Evans 93:
|
Carissima
Giliua, mi dispiace averti lasciato con l’amaro in bocca, ma non era proprio
il caso. Poveri piccioncini sai quanto li avrebbero presi in giro quei
quattro sciagurati dei loro fratelli? Brr, meglio non pensarci! Ovviamente li
farò mettere insieme, a piano piano, a piccoli passi. Dopo Natale.. ops, non
posso svelar nulla. Alice come sempre è straordinaria, farebbe di tutto per
la sua famiglia. Beh, più che il film preferito di Bella, M.P. è il film
preferito di Renèe; quello di bella è un riflesso. Comunque, anche il mio
sogno è lavorare a contatto cn dei bambini. Sarebbe bellissimo *__* un bacio |
Risposta
a clodiina85: |
Grazie
mille! Come faccio a scrivere così bene, beh… ho molo tempo da perdere! Eh,
eh, seriamente, forse è perché metto anima e corpo nella storia, entrando
nella mente di tutti i personaggi e cercando di farli agire secondo il loro
modo di fare, aggiungendoci un po’ di mio. Forse è questo il segreto. Un
bacio |
Risposta
a Musa_Talia: |
Grazie,
grazie, grazie! Sono felice di essere pienamente riuscita a mescolare insieme
dolcezza, comicità e emozione. Forse questo è uno dei capitoli migliori che
abbia mai creato. Spero che tua mamma mi perdoni per ave reato una
SOLOGRAZIEATE dipendente. ^^ Ovviamente, puoi farmi tutte le domande che voi!
Temo, però, che manchi ancora un po’ prima che questi due riescano a
chiarirsi. O almeno, a chiarirsi tra loro. I loro reciproci sentimenti
salteranno loro agli occhi tra pochi capitolo. Solo che non è facile esprimere
ciò che uno a nel cuore. Spero di non deluderti quando li farò mettere
insieme. Grazie, ora sto molto meglio! |
Risposta
a MimiMiaotwilight4e: |
Tesoro,
sono tornata! ^//^ Grazie, ci è voluto un po’, ma ce l’ho fatta alla grande –
w la modestia! Mary Poppins non mi è mai piaciuta particolarmente, ma ho
pensato che ci stesse bene! Beh, la
lezione l’ha imparata, ma se i risultati sn i baci di Edward, allora vai e
scommetti, baby! |
Risposta
a mylifeabeautifullie: |
Sorellona!!
Sono tornata con un super capitolo! Meno male che anche lo scorso ti ha fatto
sognare! Piano piano si avvicineranno, tranquilla, e non mancherà lo zampino
di Alice e dei tre fratelli tremendi! XD Un besos! |
Risposta
a aLbICoCCaCiDa:
|
Ahi,
ahi, non solo non ho concesso il bacio che aspettavi, ma ora sono anche
supermegaritardo!! Mannaggia! Spero che questo plachi un po’ la tua sete di
lettura! Un bacio |
Risposta
a ephirith: |
Un
momento di dolcezza, eh? Beh, dopo tre cappy in cui non li facevo stare soli
soletti, povere stelle... per le mie malsane idee, mi faccio di coca... cola!
XD |
Risposta
a Flockkitten: |
Accidenti,
allora sono una spacciatrice, non una scrittrice! XD C’è da rifletterci. Eh,
Edward ormai ha decine di anni di esperienza, mentre Bella solo qualche mese,
povera.... Si, potremmo dire che ormai le loro anime sono legate, ma
purtroppo il loro raziocinio non fa che tormentarli. Che sciocchi! |
Risposta
a pinkgirl: |
Eh
sì, tenterò di dedicare a Emmy-Pooh tutta la dolcezza del fratello maggiore,
ma i protagonisti stavolta saranno Jasper e Alice. Speriamo bene! Sono
contenta che il mio spoiler si sia rivelato migliore di quanto immaginassi! |
Risposta
a __TiTtA__: |
Welcome in our big crazy family! Grazie mille, spero ti piaccia
anche qst! |
Risposta
a stezietta w :
|
eh,
eh, lo so, ma non era proprio il moment giusto! Però mi sono rifatta con il
salotto, eh? :* |
Risposta
a Fc27: |
Welcome in our big crazy family! Davvero sono la prima persona
che recensisci? Grazi mille, ne sono onorata! Il mio stile di scrittura non
esiste, semplicemente batto a caso i tastini, eh, eh! L’unica cosa che
desidero è scrivere una storia che appassioni i lettori così tanto da farli
entrare nella storia. Romanticismo, comicità e originalità, per quanto
scarse, regnano nel mio stile. Ed è bello che riesca a trasmettere qualcosa
agli altri! Grazie anche perché ti sei data alla lettura delle mie altre
storie, spero di aggiornarle tutte in tempo reale! Bacioni! |
Risposta
a hale1843:: |
No,
non preoccuparti della scomparsa! Bello in nuovo nick, cmq! Il tuo Jaspy
Frizz sarà contentissimo! XD sono felicissima che ti piacciano i miei
megacapitoloni in ritardo. Eh, eh, Jasperino, piccolo, perchè non ti danno lo
spazio che meriti? Non temere, ci penserò io! Mi piace molto scrivere sia dal
punto di vista del nostro soldato che su di lui, personalmente lo trovo
fantastico. Sono felice di aver trovato un’altra fan di Jasper! ^^ Ti manderò
un campione di Jaspy frizz! Un bacio |
Risposta
a Momoka chan:: |
Eh,
eh, ci ho messo un po’ di tutto qui, eh? Ma va bene, almeno l’ho reso bello
corposo! Sono felice di rendere la storia reale, perché miro proprio a
quello: una famiglia speciale come i Cullen va mostrata in tutto il suo
splendore! Grazie degli splendidi
complimenti, a presto! |
Risposta
a MalyCullen: |
My
little Betina adorata! Ma dove sei? Ah, beata te che vai a goderti le
vacanze, almeno tu! ^///^ I tuoi complimenti mi mandano in estasi, sono
vitali per me. Ovviamente tu sei indispensabile per me, poi come faccio senza
la mia betina? |
Risposta
a bigia: |
Welcome in our big crazy family! In due giorni hai divorato i
capitoli? ^///^ Che bollo! Spero che nn ti deluderà con qst capitolo. Un
bacio. |
Risposta a A l y s s a: |
Hi,
friend! Non ti preoccupare, sono felice che comunque hai trovato tempo per
recensire, anzi, felicissima. Sono inoltre felice del fatto che i miei
capitoli ti illuminino un pochino la giornata. ^^ Alice. Un nome, una
garanzia. Non si sa se positiva o negativa. Ma se non ci fosse dovrebbero
inventarla. Lei è un’altra che si dedica al volontariato; in maniera sadica e
diabolica, ma è pur sempre volontariato. Il sexy boy è e rimarrà sempre il
sexy boy, e stop. È perfetto, e basta. Ihihi, vuoi sapere che ti riserva il
capitolo? Vai giù! ^^ Kiss, Marzietta. |
Risposta
a CullenDipendent:
|
Welcome in Our big crazy family! Grazie mille, sono felice che ti
piaccia sia lo stile scrauso che la fantasia scadente. Scusa il ritardo e
spero che ti piaccia. |
Risposta
a bell: |
Grazie
mille, è fantastico vedere quanti complimenti mi hai lasciato! Grazie mille,e
speriamo che ti piaccia anche questo! |
Risposta a lagrezio: |
Welcome in our big crazy family! Che splendido nickname! Sono
felicissima che ti piaccia così tanto la mia ficcy, e non ti preoccupare se
non hai recensito prima. Cerco di puntare tutto sulle sensazione, tentando di
integrar il lettore così tanto dalla storia da diventare Bella, Alice o
Edward, a seconda dei pov, perché è così che mi sento quando scrivo. Credo
che sia importante che la storia coinvolga i lettori. Non ti preoccupare, io
stravedo per il mio Eddy complessato, il mio Jaspy più umano, l’Emmy più
saggio e Carly comico. Per non parlare delle fantastiche donne Cullen! XD Un
bacione, Marzietta |
Risposta
a Giulia miao: |
Welcome in our big crazy family! Sono onorata che ti piaccia la
mia storia, e grazie per i complimenti! |
Risposta
a Helen Cullen:
|
Elly!
Ihihih, accidenti, stavolta mi sono fatta aspettare, eh? Ahi, ahi, ahi! Ma la
tua immancabile recensione non ha tardato ad arrivare. Come al solito, tu sei
troppo buona con me, e i tuoi commi mi fanno impazzire, sono stupendi! Eh si,
purtroppo Bellina sta solo accantonando i suoi problemi, e non li risolverà
facilmente. Di questo ne è consapevole,e la sua paura più grande è che i
Cullen e il suo angelo possano rischiare la vita per lei. ^^ Ovviamente,
Edward “Deficiente” Cullen è un po’ contrario alla sua partenza, e anche |
Risposta
a honeymoon: |
HI! ^O^ Welcome in our big crazy family! Sono felice che tu abbia trovato
la mia ficcy e ti sia appassionata così tanto. ^^ Lo so, sentimenti intensi,
voglia di scoprirsi e autostima ai minimi storici, eh, eh... sono così uguali
e così diversi che non riescono a credere di poter portare del bene l’uno
all’alta. Sono felice che i miei personaggi leggermente tanto OOC ti siano
graditi, perché è così ce io li ho sempre visti. Un bacione, e al prossimo
commy! |
Risposta
a luisina: |
Sisterina!
Ce l’ho fatta, visto? Dopo parecchio... ma grazie mille del tuo aiuto, senza
di te starei ancora a caro amico! Grazie, mia grande sister!! Meno male che
ti è piaciuto! Sai, in verità questo capitolo doveva essere solo sul rapporto
Alice/Bella, ma poi la mia vena romantica ha preso il sopravvento. E poi, la
storia è su di loro, no? Era parecchio che non li lasciavo da soli. Meno male
che si è sentita tutta l’intensità del momento, volevo proprio che fosse
qualcosa di palpabile. Eh, eh, lo so che vi ho dato false speranze, ma io vi
ho sempre menzionato il mio sadismo cronico. Un enorme kiss, e il premio l’ho
vinto io, incontrando te! |
Risposta
a bell: |
^///^
Mille grazie per i complix! Spero che con i miei sconvolgimenti non ti abbi
afatto passare l’amore per i personaggi della Meyer. Un bacio! |
Risposta
a Elfa sognatrice:
|
sono
contenta che ti sia piaciuto nonostante sia stata una strega e non abbia
scritto il fatidico bacio. Poi, Eddy aveva capito l’imbarazzo di Bella, e ha
messo in primo piano i bisogni di lei anziché i propri. Però ci è rimasto
malino. E Alice… beh, lei è una che va dritta al punto, ma per loro vuole che
si proceda con i piedi di piombo |
Risposta
a flydreamer: |
Eh,
eh, sono stata un po’ perfida, lo so. Però è stato più divertente, no? ;) |
Risposta a miss_cullen90: |
Welcome in our big crazy family! Sono felice che ti piaccia, ecco
a te il cappy |
Risposta
a barbyemarco: |
Welcome in our big crazy family! Una nuova fan che mi lusinga con
così tanti complimenti dopo due mesi di ritardo… ^//^ Così mi monterò la testa!
Beata te che fino alle tre ridevi, io avevo un mal di testa tremendo. Sono felice
che con la mia storia sia risulta a illuminarti la nottata. Peccato che io
non avevo un bel Carlisle freddo a portata di mano, che mi consoli… in quella
circostanza ho fatto si che carlisle svelasse tutto il suo lato paterno,
mentre per il resto ho deciso di concentrarmi su Ed e bella. Speriamo bene.
Buone vacanze! |
Risposta
a Kumiko_Chan_: |
non
ti preoccupare, tesoro! Sei tornata, questo conta. Per fortuna la malattia è
passata, e ora sono più che ok. Eh, eh, si , dovrebbero svegliare un po’ i
due ciccini. Meno male che c’è Alice. bacione! |
Risposta
a tabatha: |
Welcome in our bug crazy family! Accidenti, davvero mi segui fin
dagli albori di questa storia? O__o wow. Tranquilla, non ti uccido mica se
non hai mai commentato prima! Basta che da adesso in poi una recensioncina me
la lasci, anche di teanto in tanto. ^^ sono felice che i miei piccoli protagonisti
complessati ti abbiano conquistato il cuore, spero non ti deludano anche in
futuro. Ora ti lascio al capitolo, scusandomi per averti fatto attendere così
tanto! ;) |
Risposta
a kikka_96: |
welcome
in our big crazy family! ^//^ Spero veramente di riuscire a continuare a
incantarti con la mia storia, e soprattutto a scrivere un finale che lasci
davvero a bocca aperta. Grazie di aver aspettato tanto, spero che non ti
deluda questo cappy! |
Risposta
a eli_zabethina: |
Welcome in our big crazy family! Benvenuta veramente, eli. Non
sai che emozione sapere che sono stata tra le prima ad averti emozionato con
i miei scritti. Ovviamente non ho la minima intenzione di cancellare questa o
altre storie, in speciale modo SGT perché è n po’ la mia prima opera, e ci
sono troppo affezionata. Il tuo personaggio preferito in qst storia è mamma
Cullen? ^^^ devo dire che l’ho stravolta un pochino, e forse sto lasciando i
genitori un po’ troppo sullo sfondo, non ti pare? Mi sa che devo rimediare,
eh, eh. Cmq, posso affermare che almeno i miei hanno avuto un ruolo molto
meno marginale che con la meyer. Ebbene si, lo ammetto ho 15 anni. In realtà
ora ne ho 16, li ho compiuto a maggio. Si vede proprio che, oltre a scrivere,
non ho molto altro da are! Un bacio! |
Risposta
a __cory__: |
welcome in our big crazy family! Piacere di averti tra i miei
lettori, grazie mille dei complimenti, ed eccoti il capitolo! Alla prossima. |
Risposta
a Luluchan: |
Welcome in our big crazy family, Framcesca. O.o
Wow. Cioè, wow. W. O. W. Non ti sto prendendo in giro, giuro, ma mai avevo
letto parole così belle e dolci in una recensione. Giuro che mi sono
commossa. Davvero, grazie. Di cuore.
Per aver premuto il titolo delle mia storia ed essere entrata in quello che
è, un po’, il mio mondo, la mia casa. Ammetterò senza peli sulla lingua che
quando scrivo “calibro” ogni lettera battuta, ogni punto premuto. E non
perché sia una maniaca dell’ortografia o della grammatica – ci sn certi
strafalcione nei capitoli che dio solo lo sa – ma perché voglio trasmettere
VERAMENTE qualcosa al lettore. Non si tratta solo di pubblicare tanto per
fare qualcosa. Io spendo ore e ore davanti al pc anche semplicemente a
rileggere la stessa riga per ottenere qualcosa di buono. Per spremere fino
all’ultimo il phatos i ogni scena. E infatti mi dilungo molto – come per il
cap dello shopping, pubblicato con sett di ritardo, ma lungo una cifra.
L’altro mio problema è che non riesco a dividere in due il capitolo. Qst, per
esempio, doveva fermarsi al pov di Edward escluso. E invece no, l’ho voluto
postare tutto. Semplicemente, non mi piace spezzare. La suspence sì, per
carità, ma non i capitoli a metà. |
I coraggiosi che mi hanno messo
tra i preferiti, i nuovi arrivati e quelli che resistono: Grazie.
Grazie, grazie, grazie infinite, miei splendidi angeli, ormai
saliti a 321; che la vostra luce continui a farmi da guida.
Le stelle che seguono e vegliano costantemente su di me:
silenziose, dolci e indispensabili anche se intangibili, mille grazie a voi, 92
stelline mie.
I
supereroi che mi hanno messo tra gli autori preferiti.
I
tantissimi che continuano a seguirmi in silenzio,
come Protettori.
E a tutti quelli che mi mandano mail, e a cui chiedo di avere
pazienza, perché non sono proprio un fulmine nel rispondere.
Rinnovo il mio indirizzo mail/msn.
Marzia-mooblight@hotmail.it
Ziveri.ma@tiscali.it
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Spoiler: Prox
Capitolo Halloween (per la gioia della
mia Beta)!!
“Ma che dici?!” rise Alice “Quello è per la festa
di Halloween di Jessica!”
“Vampiri che festeggiano Halloween?” chiesi,
implorando aiuto.
“Non domandare, Bella, se ci tieni alla tua salute
mentale” disse Emmett “Obbedisci e basta”
Alice le brillarono gli occhi. “Certo, però… se sei
interessata a ballare la danza del ventre davanti a un uomo, magari per
sedurlo… ti do un paio di lezioni io, e un vestito più trasparente!”
Lo straziare del pianoforte e le successive risate
fragorose di là mi fecero capire che Edward (e gli altri) era in ascolto
ascoltato ogni singola parola.
“anche se per quello io ti vedo meglio con un bel
corpetto di pelle nera e una frusta in mano” disse semplicemente Alice, dandomi
le spalle. Mentre io diventavo viola per l’imbarazzo qualcuno
cadde dalla sedia.