Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: etienne86    13/03/2022    14 recensioni
Nella storia originale siamo a un passo dalla Rivoluzione. Quando Oscar e Andrè raggiungono i loro compagni in caserma il 13 luglio 1789, lei dichiara apertamente il loro legame, la decisione di lasciare l'esercito e seguire il suo uomo, anche di lottare col popolo francese, se lui lo vorrà. E Alain le propone di continuare a guidarli, ma schierandosi coi cittadini in rivolta. La malattia di Oscar rimane un segreto che lei si porterà nella tomba.
Ho immaginato uno scenario diverso...proprio partendo da qui (mentre mia figlia mi ripeteva le lezioni di storia...)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14

Bentrovate/i, rieccomi con un altro capitolo di “passaggio”. Finalmente Oscar giunge a Marsiglia ma...la mussola di cotone è ancora nella borsa del cucito della nonna...


Capitolo 14

Alla fine Oscar capì che non c'era altra soluzione.

Va bene allora, ci separeremo!”

Fissò tutti per qualche istante, poi con un gesto che voleva sembrare naturale, ma che tradiva una certa insofferenza, si alzò e lasciò la stanza.

Percorse qualche passo nel chiostro, ancora illuminato dalla luce del crepuscolo, e arrivata all'ultima campata si appoggiò con un braccio ad una delle colonne binate ed alzò il capo a fissare le decorazioni del capitello.

Maledizione!

Quel giorno nulla era andato per il verso giusto.

Erano sbarcati ad Arles la mattina presto, concludendo quel lungo viaggio sul fiume Rodano. Il programma prevedeva che si potessero fermare un paio di giorni in città, mentre Andrè sarebbe andato nelle vicine campagne della Camargue con lo scopo di acquistare un cavallo per Gilbert. Concluso l'affare sarebbero ripartiti in direzione di Marsiglia via terra.

Purtroppo un numeroso contingente del regio esercito, che dalla frontiera con l'Italia si stava muovendo verso Parigi, era di stanza da luglio nella città, e aveva occupato tutte le locande e gli alloggi a disposizione. Oscar e Cirillo tribolarono per buona parte della giornata e alla fine trovarono solo un alloggio nel monastero della cattedrale di Saint Trophime, ancora una volta uno stanzone spoglio da condividere tutti insieme.

Andrè invece era partito immediatamente insieme al giovane Sugane, ma aveva scoperto che, sempre a causa del passaggio dei soldati, tutti i cavalli domati e pronti per la sella erano già stati acquistati o prelevati dagli stessi militari che avevano occupato Arles. Aveva trovato solo un paio di esemplari, ma erano stati appena castrati, non potevano affrontare immediatamente un viaggio tanto lungo, bisognava attendere una settimana. Andrè aveva preso accordi per uno di questi cavalli, e per garanzia, oltre che per abbassarne sensibilmente il prezzo, aveva lasciato Caesar all'allevatore, interessato a far accoppiare alcune giumente con lo splendido purosangue del forestiero proveniente da Parigi.

I due uomini erano rientrati ad Arles non senza fatica, a piedi e sfruttando brevi passaggi su qualche carretto in transito verso la città. Al molo sul fiume, dove si erano dati appuntamento, avevano trovato Cirillo, e da lui avevano saputo della loro precaria sistemazione. Mentre raggiungevano il convento, il medico aveva ascoltato il resoconto del giovane e gli aveva suggerito l'ipotesi di separarsi: lui poteva partire insieme ad Oscar e a sua nonna per Marsiglia, mentre loro avrebbero atteso la disponibilità dei cavalli e li avrebbero raggiunti solo allora.

La salute di vostra moglie è ancora molto delicata, e qui il clima è davvero pessimo per le sue condizioni cagionevoli. Caldo, umidità, zanzare...sarebbe davvero preferibile che si allontanasse quanto prima. Se dovesse avere una ricaduta, il viaggio in carrozza fino a Marsiglia potrebbe esserle fatale...ricordate, vero, in quali condizioni sia giunta a Buffon?”

Andrè tacque per il resto del tempo necessario a raggiungere Saint Trophime. Si sentiva mancare l'aria all'idea di lasciarla, ma Cirillo aveva ragione, e quando constatò la precarietà della loro sistemazione, si convinse del tutto.

Mentre consumavano l'ennesimo pasto di fortuna, Oscar ascoltò il resoconto di Andrè e la necessità di proseguire il viaggio senza di lui, le argomentazioni relative alla sua salute di Cirillo, colse lo sguardo denso di preoccupazione di Nanny e quello svogliato di Gilbert, e infine prese la sua decisione.

Fece qualche passo nel porticato, osservando i dettagli dell'intarsio dei diversi capitelli, un'immagine dei Re Magi con i loro doni stretti tra le mani, le rigide sagome dei loro cavalli in bassorilievo. Dalle arcate le giungeva il profumo intenso e dolciastro dei fiori di gelsomino, che cresceva rigoglioso sulle colonne della facciata orientale del monastero. Il caldo era davvero intenso e umido, nemmeno a quell'ora si percepiva un po' di refrigerio.

Sentì i suoi passi avvicinarsi, alle sue spalle.

Non mi piace l'idea di lasciarti qui, con l'affare dell'acquisto da concludere, il viaggio a cavallo fino a Marsiglia...con quella testa calda di Gilbert appresso”

Gli disse, senza voltarsi.

Io invece non potrei essere più tranquillo per te...sotto la custodia di mia nonna e di Monsieur Cirillo!”

Aspettò che si voltasse con gli occhi fiammeggianti prima di sorriderle e farla sorridere a sua volta.

Già...scommetto che sarò costretta a sorbirmi tutte le loro attenzioni!” rispose, volgendo nuovamente lo sguardo al giardino interno.

Ascolta Oscar...lo sai anche tu ...a volte la scelta migliore non è la più giusta ma...”

Io voglio diventare tua moglie...davvero...”

Lo interruppe, tornando a guardarlo. Aveva quel piglio deciso e al contempo contrariato che aveva visto attraversare il suo volto per decenni, fin dalla sua infanzia, e che in lui suscitava, da sempre, il desiderio di stringerla a sé, senza proferire parola.

Si avvicinò. Avrebbe voluto dirle che lo sarebbe diventata e presto, e che allora non le avrebbe mai più permesso, nemmeno per un attimo, di dubitarne...o di sentirsi insoddisfatta.

La strinse a sé e insieme si appoggiarono contro una colonna, per non essere visti da eventuali presenze lungo i corridoi. Fronte contro fronte, le parlò con gli occhi chiusi.

Lo diventerai, Oscar...non puoi immaginare quanto lo desideri anch'io e non credere che sia facile per me restare e lasciarti proseguire senza di me...”

La sentì sospirare.

Non ricordo molte occasioni, in cui ci siamo separati...a lungo...”

In realtà riaffiorò alla sua memoria il ricordo del momento più doloroso, quando lei aveva lasciato le Guardie Reali e senza di lui era partita per la Normandia.

Però- continuò-però...posso dirtelo...finalmente...che mi mancherai, che penserò a te tutto il tempo, che niente potrebbe impedirmi di tornare da te”

Allora percepì il suo sorriso, anche nell'oscurità.

Starò attento a non affaticare il mio occhio e ti prometto che non permetterò a Gilbert di metterci nei guai. E intanto tu e Cirillo potrete sistemarvi a Marsiglia e predisporre tutto il necessario per cominciare la nostra azione di propaganda in città...al comando di mia nonna, naturalmente...”

Quest'ultima battuta la fece ridere davvero.

Poi tornò seria.

Si, Andrè. Sarà esattamente così che andranno le cose” e lo baciò, con il cuore più leggero.



Giunsero infine a Marsiglia in una mattinata ventosa, assolata e senza nubi. Cirillo aveva convinto Oscar a fermarsi per la notte a Cabries, l'ultima stazione di posta per il cambio dei cavalli, vicino alla capitale della Provenza, Aix en Provance.

Come in altre città, anche alla periferia di Marsiglia incrociarono contingenti dell'esercito regolare e furono fermati da un drappello di soldati che raccolse le loro generalità e chiese le motivazioni del loro viaggio.

La carrozza li lasciò poco più tardi nel quartiere del porto, dove il contatto di Bernard svolgeva la sua attività.

Etienne Martin*, così si chiamava, era un facoltoso armatore, membro di una famiglia storicamente insediata a Marsiglia e dedita al commercio, con successo, da generazioni. Uomo maturo ed affermato, era stato eletto come rappresentante del Terzo Stato, aveva preso parte alla nomina dei deputati che partecipavano all'Assemblea degli Stati Generali a Parigi e manteneva la corrispondenza con questi.

Inoltre, in seguito ai disordini popolari che in primavera avevano portato all'allontanamento del sindaco di Marsiglia e dei suoi collaboratori, era diventato membro del Consiglio dei Tre Ordini, che sostituiva il deposto consiglio comunale, e di fatto governava la città.

Gli uffici della sua compagnia erano in un palazzo sulla Quai des Belges, nel punto centrale e più protetto del porto. Pur essendo praticamente uguale agli edifici che lo affiancavano, era leggermente più alto e dominava l'ingresso del golfo. Alcuni dei suoi uomini presero i loro bagagli e li portarono all'interno del magazzino, poi uno di loro li accompagnò nel suo ufficio.

Era una bella stanza soppalcata, con un'ampia vetrata che dava sul mare, dalla quale si scorgevano le mura di Forte Saint Jean, all'imboccatura del porto.

Martin li accolse calorosamente, chiedendo del viaggio e disponendo subito per offrire loro la colazione, nonostante le rimostranze dei tre forestieri.

Sebbene lo stile del suo abbigliamento fosse sobrio e non indossasse la parrucca, ad Oscar non sfuggirono il vistoso anello d'oro, impreziosito da uno smeraldo incastonato, che luccicava al suo dito mignolo, la scrivania di legno pregiato, riccamente intarsiata, il vassoio con le tazzine, tutte in argento, già predisposte per il caffè su un tavolino accanto alla libreria.

Con garbo il loro ospite invitò l'anziana governante perchè si accomodasse su un'elegante bergere rivestita di un prezioso damasco blue e oro, mentre Cirillo e Oscar si sedettero su due poltrone in velluto, di fronte al suo raffinato scrittoio.

Attendevo con ansia il vostro arrivo, Monsieur Jarjayes, soprattutto per rendere più veloci le comunicazioni con la capitale... non ci sono problemi per questo, vero? Vi aspettavo più...numerosi!”

Abbiamo incontrato delle difficoltà per procurarci il cavallo- spiegò Oscar- I due uomini che se ne occupano ci raggiungeranno nei prossimi giorni. Conoscerete presto anche loro”

Martin sembrò visibilmente sollevato da questa delucidazione.

Benissimo, quando vi sarete sistemati andremo a conoscere Auguste...Auguste Mossy*, il tipografo. E' l'editore del Courier de Marseille, il giornale più diffuso in città...almeno in certi ambienti

Fece un cenno alle loro spalle, ed un cameriere entrò per servire il caffè, con un vassoio carico di biscotti a forma di barchetta.

Di fronte all'esitazione dei tre ospiti, li esortò ad assaggiare le navettes , dolci caratteristici della città. Oscar avrebbe declinato l'invito, ma un'occhiata esplicita di Cirillo la convinse a servirsi. Il medico si rivolse poi a Martin

Abbiamo incontrato dei soldati all'ingresso della città. Volevano sapere chi fossimo e cosa ci portasse a Marsiglia”

L'uomo sembrò allarmato.

E cos'avete risposto?”

Beh, non abbiamo certo mentito sui nostri nomi-continuò Cirillo- ma abbiamo affermato di essere di passaggio, diretti in Italia...”

Martin appoggiò le mani incrociate sulla scrivania, come sporgendosi verso di loro.

Marsiglia è una città turbolenta...non ci saranno state le rivolte popolari come a Parigi, ma sta diventando sempre più complicato evitare l'intervento dell'esercito”

Prese tempo, sorseggiando il suo caffè.

Proprio per questo avrei pensato per voi una sistemazione tranquilla...anzi, riservata, oserei dire. Non svolgete attività nel porto, quindi non è necessario che abitiate nel centro della città. Invece il villaggio di Saint Barthelemy è perfetto. Una cavalcata di meno di un'ora vi separa dal centro di Marsiglia, è un luogo fresco, ordinato, dove i soldati non hanno interesse a ficcanasare.

Lì ho comprato una bella villa, tempo fa, anche se non del tutto terminata. E' stata il capriccio di un mercante di legname, a cui la fortuna ha voltato le spalle. Ma ha un ampio giardino e un possente muro di cinta, che la rendono molto discreta. Si chiama Chataeu Magenta...sono certo che vi piacerà.”

Si alzò e i suoi ospiti lo imitarono. Li stava congedando.

Mi sono permesso di procurarvi due persone di servizio, che troverete già in loco. Qualora non fossero di vostro gradimento, o vorreste assumere altri servitori, potrete agire come meglio credete” concluse, volgendo lo sguardo alla donna che immaginò essere la governante.

E naturalmente ho messo a vostra disposizione una delle mie carrozze” disse, mentre li accompagnava alla porta.

Oscar ringraziò ed uscì, seguita da Marie e Cirillo.

Il sole era accecante e caldo, a quell'ora.

Presero la carrozza che il mercante aveva predisposto per loro e verso le 11 arrivarono a destinazione.

La villa era proprio come Martin l'aveva descritta: separata dalla via principale del villaggio da un muro di cinta di quasi due metri, ricoperto da un folto strato di edera rampicante, era dotata di un edificio principale che si affacciava sulla strada, grazie ad un ampio terrazzo che si estendeva fino al muro stesso, e da una piccola scuderia con annesso un fienile. Il giardino appariva piccolo, piantumato senza una regola precisa, con una piccola fontana nascosta dal muschio, davanti all'ingresso principale.

Sui gradini, di fronte al possente portone di quercia, un giovane in livrea e parrucchino bianco, ed una ragazza, troppo magra per la sua divisa scura, con cuffietta e grembiule immacolati, li attendevano.

Con sommo sollievo di Marie, la casa era perfettamente in ordine. Dopo aver visionato le stanze, dispose la sistemazione per Monsieur Cirillo e per Oscar, ordinò di preparare il bagno ad entrambi e si occupò di disfare i bagagli.

Oscar si immerse nella piccola tinozza sistemata in cucina, aiutata dalla domestica, Mylene, che entrò cautamente nella stanza, quasi non fosse del tutto convinta che il gentiluomo biondo e magro giunto quella mattina fosse in realtà una signora, come l'anziana governante le aveva spiegato.

Cirillo si lavò e si fece la barba, attese che anche Marie si fosse rinfrescata dopo il lungo viaggio e si offrì di accompagnarla in chiesa, per la messa serotina.

Rimasta sola, Oscar si ritirò nello studio, una stanza con le pareti rivestite in legno, nella quale troneggiava il ritratto di una tale Madame Ludovica Magenta, a cui era stata verosimilmente dedicata la villa. Sul tavolino di fronte al camini spento, tra due poltroncine in velluto e legno, notò diverse copie del Courier de Marseille, e alcuni numeri del Annales patriotiques de Marseille. Erano entrambi pubblicati da due membri della famiglia Mossy.

Ne prese uno, si accomodò su una poltrona e cominciò a sfogliarlo. La luce ancora intensa di quel tardo pomeriggio di fine luglio le permetteva di leggere senza chiamare per farsi portare una candela accesa.

La sua lettura fu presto interrotta dall'ingresso del giovane servitore in livrea, del quale ancora non conosceva il nome, che le annunciava una visita.

Oscar prese dal piccolo vassoio in argento il biglietto con il nome del visitatore.

Victor Maurice de Riquet, Cavaliere de Caraman*

Aggrottò la fronte, poi fece un cenno di assenso al domestico, e dopo pochi istanti l'uomo la raggiunse nello studio.

Era un gentiluomo dall'ingannevole aspetto bonario, con il viso rotondo, sempre sorridente.

Si inchinò tenendo in mano il tricorno in velluto, impreziosito da una passamaneria dorata. Non indossava l'uniforme.

Lieto di rivedervi, colonnello De Jarjayes, dopo tutti questi anni!”

Oscar tacque. Il conte de Caraman non era certamente lieto di vederla, se si era precipitato a farle visita dopo poche ore che si trovava a Marsiglia.

Senza replicare, gli indicò una delle poltrone e si sedette di fronte a lui, accavallando le gambe.

Era invecchiato bene.

L'aveva conosciuto circa 10 anni prima, e non per motivazioni legate al suo ruolo di generale dell'esercito di Sua Maestà. In realtà la sua passione per la botanica, e la nomea del giardino inglese che aveva personalmente progettato e realizzato nelle sue tenute di Roissy, l'avevano condotto a Versailles, al cospetto della regina Maria Antonietta, per la quale aveva disegnato un giardino, con cui abbellire i dintorni del Petit Trianon.

Mi duole informarvi che ho lasciato l'esercito, conte”

L'ospite la fissò un istante.

Si...naturalmente”

Prese qualche attimo di tempo, guardandosi attorno.

Infatti mi chiedevo cosa vi avesse condotto qui, a Marsiglia. Non riuscivo a credere alle mie orecchie quando i miei soldati me lo hanno riferito.

Siete molto lontano dalla reggia di Versailles...e dalla vostra famiglia”

Era abbastanza esplicito a cosa si riferisse con quell'affermazione.

Oscar si sentiva controllata, e avrebbe voluto trovare le parole per sbarazzarsi di quella visita indesiderata.

In effetti ho lasciato Parigi per motivi di salute. Ma è una notizia riservata, vi pregherei di non diffonderla”

L'uomo fece scorrere lo sguardo sulla sua figura, soppesando quella rivelazione. In effetti la ricordava più in carne e meno affaticata, ma questi potevano essere semplicemente i postumi del lungo viaggio da Parigi. E poi non rammentava che Marsiglia vantasse un clima favorevole a corroborare un fisico debilitato.

Le rispose con un sorriso di circostanza e si alzò.

Mi auguro allora che il soggiorno in città giovi alla vostra...infermità. E per qualsiasi cosa non esitate a rivolgervi a me. Mi potete trovare al forte Saint Nicholas, al porto”

Oscar ringraziò e accompagnò il suo ospite all'ingresso. Lo osservò dalla finestra montare a cavallo, proprio mentre rientravano Cirillo e la sua governante. Fece loro un cenno di saluto col cappello poi le rivolse un ultimo sguardo e lasciò la tenuta.

* I personaggi segnati con l'asterisco sono figure storiche realmente esistite, con un ruolo nelle vicende storiche della Marsiglia rivoluzionaria poco distanti da quelle che avranno nella mia narrazione.

Chateau Magenta è anch'essa una vera, elegante residenza alla periferia della città, ma fu costruita nel 1800 e prende il nome dalla battaglia di Magenta vinta da Napoleone. Ho dovuto trovare qualcosa di diverso che spiegasse il suo nome.


  
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