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Autore: Daicchan    19/03/2022    1 recensioni
La Prima Guerra Magica incombe, in un mosaico di missioni, agguati, scontri.
I Malandrini, Lily e i loro amici si sono uniti all'Ordine della Fenice, Piton e Regulus ai Mangiamorte.
Ognuno sembra aver fatto la propria scelta ma, in una notte del Settembre 1979, il rapimento di un amico e la perdita di controllo su una missione, apriranno la strada a dubbi e conflitti, facendo emergere le fragilità di ognuno.
Long sulla Prima Guerra Magica, ma con numerosi rimandi alla vita di Hogwarts.
Pairings: Jily, Wolfstar, cenni di SiriusxMarlene.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, Marlene McKinnon, Mary MacDonald, Regulus Black, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo V. Ciò che voglio

Agosto 1978 [Settimo Anno di Regulus]

Dall'esterno, il pub babbano si presentava come un anonimo fabbricato in mattoni rossi, identificato da un'insegna al neon che lampeggiava il nome "Two Lions" la cui lettura richiedeva uno sforzo deduttivo, data la "N" mancante.

<< Ehm, perché siamo qui? >>

Regulus si voltò verso Benji, facendo scorrere lo sguardo su di lui. Era la prima volta che si incontravano al di fuori da Hogwarts e, al posto dell'uniforme precisamente stirata, Benji indossava abiti che seguivano la moda babbana, con jeans chiari e una vistosa camicia a maniche corte a righe verticali colorate. Era ben diversa dall'immagine anonima dietro cui Benji si celava, ad Hogwarts.
"Spirito di sopravvivenza" considerò Regulus "Non a caso siamo Serperverde..."
Dinnanzi all'occhiata perplessa del ragazzo, Regulus si strinse nelle spalle. << Ti piacciono le cose babbane, no? Questo è babbano. >>

<< Ho seguito Babbanologia, ma non vuol dire che voglio esplorare le più squallide attrazioni babbane. >> rispose Benji, facendo scorrere il suo sguardo perplesso lungo la facciata dell'edificio. << La prossima volta, portami al British Museum, o a una mostra di Andy Warhol. Non in un covo di tifosi dell'Arsenal. >>

<< Arsenal? >>

<< Squadra di calcio. >> spiegò Benji. << Era spiegato nel capitolo "Usi e costumi del babbano britannico contemporaneo". >>

Regulus aggrottò le sopracciglia, confuso da quell'indesiderato flusso di informazioni vane sui babbani.

Si strinse nelle spalle. << Oggi sarà tranquillo. >> disse, sicuro. Dopotutto, aveva svolto le sue ricerche: quella sera non c'erano partite di quello sciocco sport babbano, e il giorno dopo era feriale. Era probabile che il locale non sarebbe stato così affollato. Le sue convinzioni vacillarono quando tre uomini barcollarono fuori dal pub, ridendo sguaiatamente. Nello stretto marciapiede, passarono a pochi palmi da loro, e Regulus fu investito dall'odore nauseabondo dell'alcool e del fumo. Storse il naso, provando ribrezzo. Benji gli si accostò.

<< Se ci hai ripensato... >> iniziò, offrendogli una scappatoia. Perché era quello che Benji faceva: mostrargli l'alternativa. Anche quando Regulus gli ripeteva di aver deciso.

<< Siamo qui, entriamo. >> confermò Regulus, risoluto, addentrandosi nel locale. Benji lo seguì.

Non fu così terribile, o perlomeno, non era stracolmo di babbani, come Regulus aveva ipotizzato. Il locale era tranquillo, con appena un paio di babbani seduti al bancone. Regulus quasi stentò a riconoscere il pub affollato di... beh, di quella volta.

Si sedette ad un tavolo in fondo, mentre Benji andava a prendere da bere. Tornò con due boccali stracolmi di liquido dorato.

Quando Benji gliene allungò uno, Regulus fece una smorfia.

<< Dai, è simile alla burrobirra. >> lo incoraggiò Benji. << Solo più divertente. >>

<< Se vuoi bere, possiamo fare un salto nella cantina di casa mia. I miei hanno vini dalle migliori vigne europee e distillati di drago, sono deliziosi. >>

<< Come se potessi fidarmi del tuo giudizio. >>

Regulus si strinse nelle spalle: in effetti, per lui faceva poca differenza bere un calice del miglior vino francese invecchiato o uno di succo di zucca. Ma non per questo Benji doveva farglielo notare. Si imbronciò, mentre Benji gli spingeva la pinta sotto al naso. << Dai, fallo per me. Ho dovuto trasfigurare un sottobicchiere in una carta d'identità fasulla. Sai, per i ventun anni. >>

<< Non so di che stai parlando. E questa non la bevo. >> rispose lui, diffidente.

Benji roteò gli occhi. << Se non vuoi bere, allora spiegami perché mi hai portato in un pub babbano. >>

Regulus strinse le labbra, senza rispondere. Benji sospirò, non sembrando apprezzare il suo silenzio, e fissò gli occhi scuri sul boccale che stringeva tra le mani.

<< Perché hai voluto vedermi, Regulus? >> chiese, senza guardarlo. << Non mi sembravi così amichevole, a Giugno. >>

<< Potrei dire lo stesso di te. >> replicò lui. << Potremmo continuare a ripetercelo a vicenda, e discutere ancora una volta sulle nostre divergenze di opinioni. Ma non arriveremmo a nessuna conclusione, lo sai. Sarebbe una perdita di tempo. >>

<< Perdita di tempo, dici? >> chiese Benji, sollevando lo sguardo verso di lui. Aveva un'espressione stanca. << Regulus, c'è un solo motivo per cui ho accettato di vederti, e sappiamo entrambi qual è. >>

Lui non rispose, abbassando lo sguardo. Fece scorrere le dita sul manico del boccale. Il contatto con il vetro freddo era piacevole, data l'afa estiva. Gli ricordò le vacanze estive in Francia, prima di Hogwarts, quando Sirius lo trascinava nelle cucine perché voleva assaggiare i cocktail che gli adulti sorseggiavano in riva al lago.

<< Non mi farai cambiare idea, Benji. >> rispose, cupo. << E in ogni caso, ormai sarebbe troppo tardi. >>

<< Potresti fuggire... >>

<< Non scapperò come mio fratello. >> esclamò Regulus, incattivendosi. << Che senso avrebbe? A cosa mi porterebbe? >>

Benji scosse il capo. << "Che senso ha", "che scopo avrebbe"... Regulus, non esiste soltanto questo al mondo. >>

Quelle parole punsero Regulus sul vivo, facendolo irrigidire.

<< Cosa dovrei fare, allora? Agire fregandomene di tutto, senza pensare alle conseguenze? >> sputò, sulla difensiva. << Comportarmi come quell'egoista di Sirius? >>

<< Regulus, non stiamo parlando di tuo fratello, ma di te. >>

Regulus strinse le mani attorno al bicchiere. No, non stavano parlando di Sirius, ma ormai il pensiero di suo fratello gli si era conficcato nella testa. Anche dopo due anni dalla sua fuga, Sirius riusciva a tormentarlo, da brava spina nel fianco che era sempre stato. Bussava alle porte della sua mente, proprio come in quel momento, scaraventando oltre l'uscio una valanga di pensieri e ricordi.

<< So quello che sto facendo, Benji. >>

Sirius che gli metteva in disordine i modellini solo per farlo arrabbiare. Sirius che urlava a sua madre. Sirius che urlava contro di lui. Sirius che lo portava sulla scopa.

<< Certo che lo sai, sei sempre così maledettamente preciso. >> rispose l'altro, fissandolo intensamente coi suoi occhi scuri. << Ma sai anche cosa vuoi? È questa la persona che vuoi essere? >>

Sirius che lo prendeva in giro mentre lui raccoglieva le cioccorane che il fratello maggiore nascosto per il salone. Sirius che usciva dalla porta di casa, portando via con sé un vecchio baule e tutte i residui della speranza di potersi considerare fratelli.

<< Se è questo che vuoi, Regulus, dimmelo. E non dirò più una parola. >>

Sollevò lo sguardo, incontrando quello del ex suo compagno di scuola. Gli occhi grandi e scuri di Benji lo studiavano, in attesa di una risposta. Cosa, cos'era che Regulus voleva? E cosa aveva voluto Sirius, quando se ne era andato? Regulus fu assalito dal ricordo del fratello. L'ultima volta che lo aveva incontrato, era stato in quello stesso locale, dove Regulus lo aveva visto baciare un licantropo, contro una delle pareti in mattoni. Il ricordo dei loro corpi avvinghiati, delle loro labbra a contatto, della folla di babbani esultanti attorno a loro per il risultato di uno stupido sport.... Quella immagine era sparata con prepotenza nella testa di Regulus. Era per quello, che Sirius lo aveva abbandonato?

Benji gli aveva domandato cosa volesse, e Regulus, in realtà, non avrebbe saputo dirlo con esattezza. Tuttavia, ricordò il motivo per cui era lì, quella sera. Non si era mai interrogato su cosa volesse dalla vita, non quando i desideri dei suoi genitori nei suoi riguardi erano sempre stati così prepotentemente chiari. Eppure, sapeva cosa voleva in quel momento.

<< Scusami, Benji. Ma devo provare. >>

Capire, ecco ciò a cui Regulus ambiva. Lui e Benji erano seduti vicino, per cui gli fu semplice girarsi verso l'amico, poggiare le mani sulle sue spalle e protendersi verso di lui, in un unico impeto. Regulus aveva dato solo altri due baci, e nessuno dei due, per quanto imprecisi, fu estraniante come quello. Le loro labbra cozzarono quasi con violenza, e Regulus si domandò se dovesse o meno osare con la lingua, ma la bocca di Benji era tesa, così come le sue spalle. Era tutto fuori posto e Regulus si discostò, a disagio. Il volto di Benji era una maschera di stupore, le sopracciglia arcuate e gli occhi spalancati. Per un attimo, Regulus penso fosse sul punto di esplodere. Ma il ragazzo rimase in silenzio e si alzò di scatto, dirigendosi a passo di marcia verso l'uscita del locale.

Regulus fu subito in piedi, pronto a seguirlo. << Benji, aspetta! >>

Lo seguì fuori dal locale, dove fu investito dall'aria umida di quella sera estiva. Si allungò verso Benji, afferrandolo per il braccio. Fu un errore. Benji doveva essere sul punto di smaterializzarvi, e Regulus fu trascinato prepotentemente con lui in una smaterializzazione non pensata per due persone. Sentì letteralmente lo stomaco finirgli sotto sopra e, prima che potesse rendertene conto, si ritrovò rimbalzato contro il terriccio duro del giardino di casa Fenwick.

Nauseato, si tirò su con un verso disgustato.

<< Ew... >>
<< Regulus! >> la voce di Benji gli arrivò da destra, distorta quanto la sua. << Che cazzo combini? >>

Il ragazzo trovò la forza di tirarsi su sulle ginocchia. << Non sapevo che volevi smaterializzarti. Bel modo di affrontare una discussione? >>

<< Stai scherzando, spero. >> disse l'altro, piano. Regulus riuscì a girarsi verso di lui.

<< Tu, prima... >> la voce di Benji tremava. << Cos'era quello?! >>

Nonostante gli occhi lucidi, era palesemente furioso.

In quell'istante, Regulus capì che forse aveva osato troppo. Si ritrasse, stringendosi nelle spalle ed ergendo le sue difese.

<< Dovevo chiederti il permesso? >> domandò, offeso. << Non era quello che hai sempre voluto? >>

Benji si irrigidì, impallidendo. Spalancò la bocca, come a replicare, ma le parole dovettero morirgli sulle labbra. << Non puoi rinfacciarmi questo, non dopo un anno. >>
Regulus ammutolì, colpevole. La voce che gli suggeriva che sì, forse aveva esagerato, fu soppressa dalla necessità di difendersi. E, semplicemente, si inviluppò in quella contraddizione, senza riuscire a dire nulla.

<< Regulus, perché mi hai baciato? >>

Perché devo capire. Perché mio fratello, che mi ha abbandonato, ha baciato il suo migliore amico. E tu sei stato il mio migliore amico, e so che ti piacciono i ragazzi e che ti piaccio io.

O almeno, gli piaceva fino all'anno precedente, quando, nell'estate precedente al sesto anno, Benji si era dichiarato. Regulus non aveva preso in considerazione che forse i suoi sentimenti, in quell'anno, fossero mutati. In generale, non aveva considerato che i sentimenti di Benji potessero essere feriti dal suo gesto. Il che era assurdo, perché Regulus non trascurava mai nulla.

Sollevò lo sguardo verso di lui, timidamente.

<< Non ti è piaciuto? >> domandò, piano.

Benji, che nel frattempo era riuscito a mettersi seduto, lo guardò per un istante, poi sospirò, passandosi una mano sugli occhi. <<< Regulus... Ovviamente non mi è piaciuto. Perché chiaramente non è piaciuto nemmeno a te. >>

Regulus rimase in silenzio, pensieroso. No, non gli era piaciuto. Quella consapevolezza piombò su di lui insieme al peso del fallimento. Ancora una volta, Sirius gli era sfuggito. Sarebbe mai riuscito a comprenderlo veramente?

Si cinse le braccia con le mani, distogliendo lo sguardo. << Scusami. >>

La riposta di Benji fu un'espressione triste, e stanca. Sospirò, porgendogli una mano.

<< Ti sei fatto male? >>

Imbronciato, Regulus scosse il capo, afferrando la mano dell'amico. Tuttavia, Benji non lo tirò su. Perplesso, Regulus sollevò lo sguardo, notando subito l'espressione affranta del ragazzo. Seguì il suo sguardo: la manica della felpa di Regulus era scesa verso il gomito, rivelando il polso sottile e il tatuaggio scuro sulla pelle chiara. Sollevò lo sguardo verso Benji, verso la maschera di orrore che aveva plasmato il suo viso scuro.

<< Regulus, cosa hai fatto? >>

Regulus ritrasse in fretta il braccio, tirando giù la manica della felpa.

<< Che c'è? >> chiese, sbrigativo. << Ne avevamo parlato, no? >>

<< Ma questo è definitivo, Regulus. >> balbettò Benji, sconvolto. << Sei un suo uomo, adesso. >>

Perché, si domandò Regulus, perché Benji aveva quella faccia? Regulus era sulla strada giusta, quella che lo avrebbe condotto al futuro per lui designato. Avrebbe assolto al suo compito di erede, di esponente di una delle più antiche famiglie del mondo dei maghi. Non c'era motivo di essere dispiaciuti per lui.

<< Sapevi che lo avrei fatto, no? >> tagliò corto, infastidito. << È troppo tardi, te l'ho detto. >>

<< Regulus, possiamo parlare con Silente, trovare una soluzione e... >>

<< Non posso, Benji! >> ribatté lui, furioso. << Non voglio trovare una soluzione! Hai detto che se avresti lasciato perdere se ti avessi detto che questo è ciò che voglio, giusto? Te lo sto dicendo ora: lo è. >>

Sì, doveva essere quello ciò che Regulus voleva: dimostrare che quello era sempre stato il suo destino, non quello di Sirius. Non era solo un rimpiazzo.

Benji fece un passo indietro, in silenzio.

<< Sei nuovamente a spezzarmi il cuore, Reg. >> mormorò, tetro, e Regulus riuscì a vederlo, nei suoi occhi spenti, nel profilo incurvato delle spalle. Eppure, in qualche modo, Regulus era distante da tutto quel dolore, tagliato fuori. Rimase in silenzio.

<< Hai ragione, avevo detto che avrei lasciato perdere. >> continuò Benji, piano. << Se è questo ciò che desideri, Regulus, lo accetterò. Ma non possiamo più essere amici, non dopo questo. >>

Regulus abbassò lo sguardo. Annuì, silenziosamente.

<< Penso che tu debba andartene. >> mormorò Benji, infine. Regulus si alzò, spazzolandosi via l'erba dai pantaloni. Rivolse un ultimo sguardo a quello che era stato il suo migliore amico, poi pensò a casa sua e si smaterializzò.
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Settembre 1979

CRACK!

Regulus e Mulciber si smaterializzarono all'interno di una latrina stretta e puzzolente, con forti luci al neon e il rimbombo di musica babbana che faceva fremete le pareti malmesse. L'ambiente era talmente stretto che i due erano schiacciati l'uno contro l'altro e, nell'impeto della smaterializzazione, Mulciber dovette aggrapparsi al suo mantello per non scivolare sulle piastrelle del bagno.

<< Cazzo, Black! Potevi scegliere un posto migliore! >>

Regulus si liberò di lui con uno strattone, mordendosi la lingua per trattenersi. A scuola, Mulciber non avrebbe mai osato rivolgersi a lui in quel tono.

<< Volevi smaterializzarti in mezzo alla folla infrangendo la legge e ritrovandoci inseguiti dagli Auror? >> domandò, secco.

<< Beh, sì! >>

"Idiota..."

Imponendosi di non estrarre la bacchetta e maledirlo, Regulus spalancò la porta del bagno con un colpo secco della mano.

I babbani agli orinatoi erano vestiti con giacche nera in ecopelle e jeans strappati e, mentre pisciavano, muovevano la testa a ritmo della musica assordente proveniente dal locale. Una maleodorante cappa di fumo annebbiava l'aria.

<< Che schifo, dove siamo? >> mugolò Mulciber, alle sue spalle.

<< Esattamente dove dobbiamo essere. >> sbottò Regulus, avviandosi verso la porta. Il pub era ricolmo di babbani, che ascoltavano musica babbana e bevevano alcol babbano. Regulus represse una smorfia di disgusto. Alcuni di loro erano raccolti attorno al bancone, e avevano la faccia sollevata verso quella scatola parlante babbana che trasmetteva l'immagine di altri babbani che correvano appresso ad una palla.

Anche i Lerman stava guardando la televisione, quando Regulus e Mulciber erano piombati in casa loro. I loro occhi rovesciati, resi vitrei dalla morte, si fissarono nuovamente nella mente di Regulus.

Il ragazzo inspirò a fondo, odiandosi. "Debole. Sei un debole."

Cercò Piton tra la folla, e lo trovò in un angolo, seduto ad un tavolo in disparte. Regulus e Mulciber si diressero verso di lui. Il giovane sollevò gli occhi neri verso di loro.

<< Regulus, Mulciber. >>

<< Severus. >> lo salutò Regulus, freddo. << Scelta curiosa, incontrarci qui. >>

<< Era l'unico posto babbano che ero certo conoscessi. >> rispose Severus, pragmatico, e con un'espressione imperturbabile. Regulus ammutolì: non riusciva ancora a credere che la sera in cui aveva scoperto che suo fratello se la faceva con un lupo mannaro, era anche quella in cui aveva incontrato Severus Piton al di fuori di un pub babbano nel cuore di Londra. Non era mai riuscito a farsi dire perchè Piton si trovasse lì ma, decisamente, non aveva alcuna intenzione di far riemergere la questione proprio davanti a Mulciber. Per cui, rimase in silenzio, e immaginò che Piton, tra sè e sè, stesse gongolando nell'averlo fatto ammutolire, ancora una volta. Non che ne mostrasse prova, ovviamente, dopotutto Piton indossava la consueta maschera imprescrutabile.

Regulus non aveva una cattiva opinione di Piton: poteva non essere un Purosangue, ma aveva molto più cervello di altri Mangiamorte, ed era di gran lunga più sopportabile di tanti loro ex compagni di scuola. Ciò nonostante, quella sua espressione distaccata che ostentava, a prescindere da tutto, riusciva a mandare Regulus su tutte le furie. Lo faceva sentire un ragazzino idiota preso per il culo, e forse lo era davvero, quando si trattava di Severus.

<< La puzza di babbano mi dà la nausea. >> grugnì Mulciber. << Ce ne andiamo? Oppure diamo loro una lezione? E poi, perché sono tutti vestiti di rosso e bianco? >>

<< È per l'Arsenal. >> risposero, all'unisono, Severus e Regulus, l'uno con il solito tono neutro, l'altro infastidito dal semplice fatto che Mulciber continuasse a dare aria alla bocca.

Il Serpeverde più grande rivolse loro un'occhiata sorpresa, e Regulus si pentì di aver risposto così prontamente. Da Piton, che era mezzosangue, ci si aspettava che conoscesse certi aspetti dei babbani, ma lui... lui era un Black.

<< Meglio non attirare l'attenzione. >> rispose Piton, calmo. << Usciamo e troviamo un posto sicuro dove smaterializzarci. Abbiamo una nuova base. >>

***

Lily si strinse nel maglione, rabbrividendo mentre rientrava in casa. Il sole era sorto da poco; James e Sirius avevano aspettato che ci fosse sufficientemente luce prima di smaterializzarsi e andare alla ricerca del branco di cui aveva parlato Remus. Lily sperò che tornassero prima possibile: non sarebbe stato facile nascondere la loro assenza, e lei era una frana a mentire. Senza contare il fatto che, ovviamente, era maledettamente preoccupata.

Una parte di lei si rimproverava di non averli seguiti, ma aveva promesso a Sirius che avrebbe parlato con Remus. Si fermò davanti alla porta della stanza di Gideon, dove il licantropo stava riposando. Era ancora presto ma, conoscendo il ragazzo, sicuramente non aveva chiuso occhio per l'intera nottata. Lily bussò delicatamente alla porta, prima di affacciarsi nella stanza.

<< Rem, sei sveglio? >>

Deboli spiragli di luce si introfulavano attraverso le tende, che Marlene aveva avuto cura di tirare, illuminando la stanza e il viso pallido di Remus, che annuì debolmente. I suoi occhi scuri erano aperti, e incontrarono quelli verdi di Lily. La giovane sprofondò nel dolore racchiuso nello sguardo del suo amico, e sentì una stretta al cuore. Come sempre, Remus non aveva ancora detto una parola, ma Lily riuscì a percepire il suo tormento, la sua sofferenza. Comprese subito le ragioni che avevano spinto Sirius a preoccuparsi per lui.

Si avvicinò e si sedette sul bordo del materasso, accanto all'amico. Lily lo studiò brevemente: nonostante i graffi sul viso, sembrava aver ripreso un po' di colore.

<< Hai ancora la febbre? >> chiese, sfiorandogli la fronte con il dorso della mano. Remus si irrigidì e abbassò lo sguardo, e Lily capì che, se solo ne avesse avuto la forza, si sarebbe alzato e sarebbe scappato via. Perplessa, Lily ritrasse la mano.

<< Rem, va tutto bene? >>

Il ragazzo annuì silenziosamente, continuando ad evitare il suo sguardo.

<< Non sei stato molto convincente. >> commentò lei, dolce. << Vuoi raccontarmi cosa è successo? Io... Non ti ho mai visto in queste condizioni. >>

Si morse il labbro, rendendosi conto in quel momento quanto l'avesse turbata vedere l'amico in quello stato. Remus tornò a guardarla, addolcendosi. << Tranquilla, Lily. Sto bene, Marlene ha fatto un buon lavoro. >>

Minimizzava, Remus, come sempre. Limava le sue parole e le sue reazioni in dipendenza degli altri, in modo da non destare le loro preoccupazioni. Ma con Lily non attaccava: ero lo stesso gioco in cui lei guazzava da anni, semplicemente in un modo meno contorto di Remus.

<< Rem, lo vedo che c'è qualcosa che non va. >> insistette. << Anche Sirius se ne è accorto. >>

Lily notò che il nome di Sirius aveva fatto vibrare una corda nel suo amico, che aggrottò le sopracciglia.

<< Sirius esagera sempre, lo sai. >>

<< Sì, so che è iperdrammatico. >> confermò Lily. << Pensavo che stesse esagerando quando mi ha detto che ti comportavi in modo strano con lui... Ma ora sei strano con me. Quindi credo che Sirius abbia ragione, questa volta. >>

<< Tu che dai ragione a Padfoot... Rimarrà nella storia. >> scherzò debolmente Remus.

<< Remus... >>

<< Lily, davvero... >>

<< Non dire "Va tutto bene", Rem, o giuro che ti affatturo, non mi importa se sei mezzo morto. >> lo interruppe lei, decisa. All'espressione sorpresa dell'amico, aggiunse: << Remus, mi sono accorta della faccia che hai fatto prima. Non volevi che ti toccassi. Cosa è successo? >>

Inchiodò lo sguardo su di lui. Per tutta la sua vita, le persone non avevano fatto altro che dirle quanto i suoi occhi rispecchiassero il suo animo, i suoi pensieri, le sue emozioni. In quel momento, Lily sperò con tutta sé stessa che fosse vero, e che Remus vi leggesse tutto il suo desiderio di aiutarlo, di stargli vicino.

Dovette funzionare, poiché il licantropo emise un lieve sospiro, chiudendo gli occhi. Quello era uno dei chiari segnali che Remus era sul punto di aprirsi.

<< La mia copertura nel branco era saltata. >> cominciò a raccontare. << Gli altri licantropi hanno scoperto che ero un mago, così mi hanno preso la bacchetta e mi hanno imprigionato per giorni. Volevano sbarazzarsi di me, per mandare un segnale, credo. Ma hanno deciso di aspettare la luna piena, per... sai, per far divertire i lupi. >>

Lily sentì una morsa allo stomaco, un misto di orrore, rabbia e indignazione.

<< Oh, Rem... È orribile. >>

Lui fece un vago cenno con la testa. << Tuttavia... Sono stato aiutato. Come sempre, il branco era poco compatto nella scelta di unirsi o meno a Tu Sai Chi. Sono scappato, ma mi stavano inseguendo e... E, poi, la luna è sorta. >> la sua voce si era ridotta a un sussurro. << Abbiamo combattuto, credo... Sai, non ricordo nulla delle trasformazioni, a parte qualche sensazione. >>

Lily annuì, grave. Remus aveva perso il suo consueto autocontrollo, e ora le appariva incerto, spaventato, più fragile di quanto le fosse mai sembrato. Il cuore le si sciolse in un moto di affetto.

<< Remus, mi dispiace tanto. >> mormorò, triste. << Deve essere stato spaventoso. È per questo che non vuoi farti toccare da noi? Hai... paura? >>

Gli occhi scuri di Remus si spalancarono in un'espressione stupita.

<< Paura? Di voi? Merlino, Lily... >> la sua voce si tramutò in una risata soffiata, incredibilmente triste. << Lily, siete voi che dovreste avere paura di me. Forse lo capirete, un giorno. >>

<< Non c'è nessun motivo per cui dovresti spaventarci, Remus. >> scattò Lily. << Certo, ci sono licantropi deprecabili che vanno in giro a mordere bambini e che si uniscono al Signore Oscuro, ma ci sono anche tanti maghi e streghe che compiono azioni ugualmente orribili, o peggio. Se incontrassi una Nata Babbana malvagia, di conseguenza penseresti che lo sono anche io? >>

Remus non rispose, e Lily annuì, convinta. << No, esatto. Il fatto che esistano licantropi orribili, non vuol dire che tu sia come loro... >>

<< Invece sì, Lily. >> la interruppe Remus. << Sì, sono esattamente come loro. >>

Si mordeva le labbra, tremando, e aveva gli occhi lucidi. Lily scosse il capo, intenerita.

<< Remus, sai che non è vero. Tu... >>

<< Credo di averne ucciso uno, Lily. >> buttò fuori il ragazzo, pallido. << Mentre ero trasformato. >>

A quelle parole, la ragazza ammutolì. Tutto, adesso, era chiaro. Fissò Remus, che era sempre stato così gentile, così buono, così dilaniato dalla sua natura, e capì quanto quello potesse significare per lui.

Uccidere.

Era una parola enorme, con un significato terribile. Lily, nel corso degli ultimi anni, aveva affrontato spesso il concetto di morte. Aveva iniziato a conoscerla, a temerla. Per sé, per i suoi amici, per tutti coloro che la circondavano. Ma uccidere... era diverso. Cosa si provava, nel togliere la vita ad un altro essere vivente? Lily non aveva mai ucciso nessuno ma, in quel momento, si sentì investire dalle emozioni dell'amico, dal dolore che affiorava nel suo volto distrutto, dal senso di colpa che lo stava spezzando, ancor più di quanto avessero fatto le ferite sul suo corpo. Le si spezzò il cuore.

<< Remus, posso solo immaginare quello che provi. >> disse, guardandolo negli occhi. << Ma... Siamo in guerra. È terribile, e non è giusto, ma... Non sempre è evitabile. E poi, quando ti trasformi, quando tu non sei... tu. Non puoi rimproverarti per quello che fa il lupo. >>

Remus abbassò lo sguardo. << Lily... Anche se non controllo le mie azioni, io sono il lupo. Quello che fa lui, è ciò che faccio io. >>

<< Non puoi fartene una colpa, Rem. >> ripetè lei, scuotendo il capo. << E, poi, anche Alice... >>

<< Alice ha usato la bacchetta, Lily. >> la interruppe Remus, amaro. << Non era nemmeno sua intenzione farlo, ha solo lanciato uno Schiantesimo, non è colpa sua se quel Mangiamorte è precipitato oltre il parapetto. Io... Io, invece... >>

<< Ti stavi solo difendendo. >>

<< L'ho morso, Lily. Più e più volte. >> esclamò Remus, duro. Subito dopo, però, la sua espressione si incrinò. << Io... Io credo di averlo morso. Ricordo che ero così arrabbiato, e poi mi sono svegliato, e il suo corpo era sopra di me, ed era così...ed avevo il suo sangue dappertutto, e quel... quel sapore... il suo... in bocca... >>

La voce gli si spezzò e, l'attimo dopo, Lily si ritrovò ad abbracciarlo, mentre Remus nascondeva il viso tra le mani, e piangeva tutte le sue lacrime.




 

Ahhhh scusate, niente Sirius e James in questo capitolo, ma li rivedrete nel prossimo!
Abbiamo avuto un ulteriore approfondimento su Regulus, e presentato Benji.
Benji è stato rapito con Mary e Peter, ricordate? Ricordatelo, in caso, perchè sarà importante!
comunque, l'amicizia tra Reg e Benji sarà ripresa in seguito.
Regulus non è cattivo o insensibile, ma è un po' "deficiente" quando si tratta di avere a che fare con i sentimenti altrui. Anche Sirius, in un certo senso, sa essere poco delicato con gli altri, sebbene in modo diverso. Probabilmente, deriva dall'ambiente malsano in cui sono cresciuti.

Compare anche Sev, finalmente, yei! Chissà che ci facevano Severus, Regulus, Remus e Sirius in un pub babbano durante una partita di calcio, eh? Io lo so, ovviamente, eheheh, magari scriverò una one-shot, prima o poi. Vi interesserebbe?

Lily è dolcina, credo sia molto, molto empatica. Anche Moony lo è, ma lui è più riservato e introverso. Lei la immagino decisamente più "oddio sento tutto quello che senti tu e allora ti aiuterò a migliorare la tua vita e quella del mondo intero e ne farò la mia missione" haha Infatti per questo alle volte sfocia in modalità maestrina ( io so voglio che tu sia felice e so come potresti esserlo quindi DEVI seguire i miei consigli, ok??) Comunque, povero Remmy.

Come al solito, se avete gradito il capitolo, mi farebbe piacere ricevere un commento, così da conoscere le vostre opinioni e dare un po' di luce alla storia :)
E poi mi sento un po' sfigata a scrivere questi papeli senza sapere se qualcuno effettivamente li legge T.T
Ciao <3

 

  
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