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Autore: LadyOfMischief    20/03/2022    3 recensioni
Dopo gli eventi di Crait le misteriose connessioni tra Rey e Ben continuano, nonostante la morte di Snoke, nessuno dei due è in grado di controllarle e diventano sempre più intense. Ignorarsi non porterà a nulla, i due dovranno imparare a fidarsi l'uno dell'altra per imparare a controllare quel legame e confrontarsi su ciò che è successo tra loro esplorando i propri sentimenti.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'oscurità fitta che avvolgeva ogni cosa rendeva difficile capire in che luogo si trovasse, l'unica fonte di luce proveniva dall'oggetto a forma piramidale, incastonato in un monolite nero e lucido, che emetteva un sinistro bagliore rosso dall'interno: un holocron dei Sith.
Ben aveva visto una raffigurazione di quell'oggetto in uno dei testi che aveva trovato ed esaminato con Luke, quando era soltanto un ragazzino e aveva avuto la fortuna di accompagnare il proprio maestro nelle sue spedizioni, alla ricerca di antiche reliquie dei Jedi. Aveva anche visto una raffigurazione della controparte dell'artefatto, un cubo azzurro di dimensioni più o meno simili, ma entrambi avevano la stessa funzione di custodire informazioni e, in alcuni, casi antiche conoscenze.
Tese una mano per sfiorare l'holocron senza neppure rendersene conto, quasi contro la propria volontà e attratto dall'oggetto, incerto di cosa fare; nonostante indossasse i guanti percepì un lieve calore non appena posò le dita sulla superficie di vetro rosso e il bagliore proveniente dall'interno s'intensificò.
L'ambiente mutò e Ben si ritrovò in quella che sembrava essere a tutti gli effetti un'ampia caverna dal soffitto alto, il pavimento roccioso presentava numerose fenditure da cui provenivano dei lampi azzurrognoli, quasi ci fosse un cielo in tempesta sotto la superficie. La caverna era vuota, fatta eccezione per un imponente trono – anch'esso di roccia – adornato da lunghi spuntoni che ricordavano vagamente dei fulmini pietrificati, o forse quella somiglianza era soltanto frutto della sua immaginazione. Nella semioscurità e nel silenzio dell'immensa sala del trono sembrava non esserci nessun altro a parte lui, eppure aveva la sensazione di essere osservato e di non essere solo, qualcosa di oscuro si celava tra le ombre e attendeva soltanto di uscire allo scoperto.
Seguendo il proprio istinto Ben attivò la propria spada laser, o almeno così sembrava in apparenza poiché la lama - ancora instabile - non era più rossa bensì di un'accesa tonalità di viola. Era un colore abbastanza raro, a detta di Luke, ogni cristallo assumeva un colore diverso in base alla natura del proprio possessore, il che significava blu o verde nella maggior parte dei casi per i Jedi – data la loro natura pacifica – e rosso per i Sith poiché simboleggiava la corruzione del cristallo. La scarsa diffusione di quel colore non aveva permesso di attribuire un significato preciso né un'affiliazione precisa, perciò non seppe come interpretare quell'insolita mutazione del proprio cristallo o cosa l'avesse provocata.
Un lampo proveniente dal sottosuolo illuminò meglio la sala completamente spoglia, adesso sul trono era apparsa una figura tremendamente familiare e che gli fece raggelare il sangue nelle vene, la creatura che occupava quel seggio non poteva essere realmente lì perché Ben ricordava chiaramente di averla uccisa. La risata malevola di Snoke echeggiò nella sala, una risata inconfondibile, che l’aveva tormentato per anni e che sperava di non dover sentire mai più in vita sua.

“Ti avevo avvisato che io non posso essere tradito, mio giovane e stolto apprendista” dichiarò divertito Snoke, una cosa del genere non poteva assolutamente essere plausibile, la spada laser aveva tranciato di netto il suo ex maestro e nessuno poteva sopravvivere a una ferita di tale portata, nemmeno il più potente dei Sith. 
Ben avrebbe voluto ribattere che non era reale, che era soltanto un’illusione creata dal Lato Oscuro, che contaminava quel luogo di cui neppure conosceva il nome o l’ubicazione, ma lo shock di ritrovarsi nuovamente al cospetto del suo aguzzino gli impedì di formulare una risposta. Non importava se si trattasse di un’illusione o se fosse reale, la paura aveva preso il sopravvento e non lasciava spazio alla razionalità.

“Sei soltanto un sentimentale come tuo nonno, avrei dovuto prevederlo, voi Skywalker siete così prevedibili dopotutto” lo schernì la creatura “Hai lasciato che la tua compassione per l’apprendista Jedi ti rendesse debole, forse ho sbagliato a creare la connessione tra voi”

“Tu menti” ribatté Ben, quasi stupito dal fatto che fosse riuscito a trovare la forza di rispondere “Il Lato Oscuro non può creare nulla, può soltanto distruggere” quella era una delle prime lezioni che gli aveva impartito Snoke quando l’aveva accolto come suo allievo e se quello che aveva davanti era davvero il suo ex maestro avrebbe dovuto ricordarlo. 

“Oh, allora hai imparato qualcosa di utile dalle mie lezioni” replicò con sarcasmo l’altro “Tuttavia hai dimenticato che esistono altri modi per creare qualcosa in maniera indiretta, sono stato io a indebolire le tue difese mentali per permettere alla ragazza di scrutare nella tua mente e vedere le tue paure. Vi siete volontariamente insidiati l’uno nella mente dell’altra, inconsapevoli delle conseguenze, ed è stato questo a innescare una connessione tra voi, io ho soltanto facilitato le cose” se anche quella fosse stata la verità, Ben ancora non capiva il motivo per cui Snoke avesse fatto una cosa del genere, o forse non voleva ammetterlo.

“E cosa ci hai guadagnato? Ti ha condotto alla morte” gli rammentò Ben, cercando di non lasciar trasparire alcuna emozione, se l’avesse fatto il suo ex maestro l’avrebbe usato contro di lui. 
La risposta a quella domanda non arrivò mai perché la scena mutò nuovamente, Ben si trovava proprio ai piedi del trono e per la prima volta poté scorgere meglio la sagoma che vi era seduta. Snoke era decisamente diverso da come l’aveva sempre visto, a partire dalla carnagione che non era più rosea, ma era bianca-grigiastra e sembrava invecchiato di molti anni, tanto che la sua pelle ricordava quasi una pagina di quei vecchi tomi che Ben aveva rinvenuto con Luke durante uno dei loro viaggi. Per la prima volta Snoke mostrava un tratto distintivo dei Sith, i suoi occhi erano di un giallo così brillante che spiccavano nella semioscurità della caverna, ma la cosa più raccapricciante era – senza ombra di dubbio – la sua costituzione pressoché scheletrica. La creatura che aveva di fronte era, in apparenza, più morta che viva e qualunque cosa fosse non poteva essere il suo ex maestro, nonostante avesse la stessa voce e i suoi ricordi. 
Ben distolse lo sguardo dall’essere e soltanto allora notò la presenza dei Cavalieri di Ren disposti ai due lati del trono – tre per ogni lato – con le armi alla mano, pronti a qualunque evenienza. Coloro che aveva guidato, che l’avevano accompagnato in missioni pericolose e avevano combattuto al suo fianco l’avevano tradito esattamente come lui aveva tradito il loro precedente leader.
Un altro dettaglio che era sfuggito alla sua attenzione era il fatto di essere ammanettato e che la catena a cui erano attaccate le manette spuntavano direttamente dal pavimento, perciò non avrebbe mai potuto tentare una fuga, non senza prima spezzare la catena. 

“Credevi davvero che ti fossero fedeli?” tuonò la creatura riferendosi ai Cavalieri “Dopo che tu hai ucciso il loro maestro [1] e ne hai preso il posto? Sei soltanto un disperato che sottrae il potere agli altri e non sa cosa farsene, adesso è giunto il momento di sottrarre qualcosa anche a te” Snoke rise divertito e, eseguendo un tacito ordine, due dei Cavalieri si allontanarono dalla propria posizione sparendo tra le ombre scure della sala. 
Qualche istante dopo Ben udì il suono dei loro passi, accompagnati dai passi zoppicanti di qualcun altro, e quando le tre figure emersero dall’oscurità fu come ricevere una pugnalata al cuore: la terza persona era Rey. Anche lei era stata ammanettata, ma quello, forse, era l’ultimo dei suoi problemi poiché presentava varie ferite e alcune sembravano piuttosto recenti, come il taglio che aveva sulla fronte o quello al ginocchio, che stava ancora sanguinando – macchiandole i pantaloni bianchi – e che era il motivo per cui zoppicava. Il braccio destro non sembrava essere messo tanto meglio, le fasce che indossava sempre erano lacerate in vari punti e macchiate di sangue, così come la fascia all’altezza della spalla, ormai impregnata di sangue secco.
L’acconciatura sempre ordinata di Rey era quasi disfatta del tutto, alcune ciocche di capelli sfuggite dagli chignon le incorniciavano il volto e per la prima volta da quando la conosceva gli sembrò indifesa, anche se cercava di non darlo a vedere. Non lo degnò di uno sguardo, neppure quando i due Cavalieri la spinsero senza alcuna delicatezza ai piedi del trono, a pochi centimetri di distanza da Ben.

“Sapete perché i Jedi rinnegano ogni forma di attaccamento?” chiese Snoke retoricamente “L’attaccamento è la più grande fonte di debolezza che possa esistere e può diventare un’arma molto potente nelle mani dei nemici, i Jedi l’hanno imparato a proprie spese e hanno imparato a fare a meno di questa patetica debolezza” 

“Lasciala andare, lei non c’entra in questa storia” Ben trovò a malapena il coraggio di pronunciare quelle parole e non gli importava di apparire vulnerabile o terrorizzato, Rey non doveva pagare per qualcosa che aveva fatto lui.

“Sei stato tu a coinvolgerla in questa storia, avresti dovuto lasciarla nella foresta in cui l’hai trovata” replicò la creatura sul trono “Sei stato tu a metterla su questo sentiero, sei stato tu a conquistarti la sua fiducia, a darle false speranze e ad abbandonarla come hanno fatto tutti gli altri, pertanto sarai tu la causa della sua morte” Ben non ricordava di aver fatto nessuna di quelle cose, a parte portarla con sé al posto del droide che il suo maestro gli aveva ordinato di recuperare, ed era sempre stato chiaro e onesto con Rey, perciò quali false speranze le aveva dato? E quando l’aveva abbandonata? Lui non l’avrebbe mai fatto.

“No... non è possibile” mormorò Ben, quelle erano soltanto bugie e Rey non era così stupida da crederci.

“Lo pensavo anch’io” intervenne lei, finalmente incontrando il suo sguardo “Ma è esattamente ciò che hai fatto, come ho potuto fidarmi di te? Mi hai rovinato la vita dal giorno in cui ti ho incontrato” il disprezzo nello sguardo di Rey fece più male di qualunque ferita potesse infliggergli con la spada laser.

“Rey, mi conosci... non ti farei mai una cosa del genere” 

“L’hai fatto il giorno in cui hai deciso di spezzare il nostro legame” replicò lei con freddezza, distogliendo lo sguardo da lui, quasi fosse disgustata dalla sua presenza, e probabilmente lo era davvero.
Ben aveva deluso l’ennesima persona a cui teneva, allontanandola pensando di proteggerla da se stesso perché chiunque gli stesse accanto andava sempre incontro a un triste destino, come suo padre e persino Luke. Il fatto che Rey fosse lì, tuttavia, significava che aveva fallito e allontanarla aveva soltanto avuto l’effetto opposto, l’aveva lasciata da sola e non c’era stato per proteggerla da chi aveva intenzione di usarla soltanto per far del male a lui.

“Le persone che ti stanno a cuore sono destinate a morire a causa tua e non puoi impedirlo” Snoke era genuinamente divertito da tutta quella situazione e un sorriso sadico – privo di denti – si fece strada sul suo volto scheletrico. Con un gesto della mano la catena si staccò dalle manette e cadde a terra con un tonfo, uno dei Cavalieri si fece avanti e consegnò a Ben la sua spada laser, che si ritrovò ad afferrarla contro la propria volontà.
Ben era abituato alle voci nella propria testa, agli incubi e persino a essere colpito da fulmini ogni volta che deludeva il suo maestro, ma non era mai stato controllato – mentalmente e fisicamente – ed era una sensazione orrenda. La cosa più spaventosa era stata la facilità e la rapidità con cui Snoke ci fosse riuscito, per Ben era stato naturale e istintivo afferrare la spada che gli era stata offerta, senza neppure rendersi conto che quell’istinto non fosse stato suo.
Il pensiero di attivare la spada laser e riservare a Rey lo stesso trattamento che aveva riservato a suo padre gli attraversò la mente, un pensiero che non gli apparteneva in alcun modo e che tentò di scacciare. In quel luogo spettrale era il Lato Oscuro a dominare su ogni cosa e, di conseguenza, chiunque ne fosse seguace era più potente, eppure Ben non si sentiva forte o in grado di resistere al controllo di Snoke. 
“Hai soltanto ritardato la fine della Jedi, sarebbe dovuta morire il giorno in cui hai provato a tradirmi”
Opporsi era del tutto inutile, lui era troppo debole per poter resistere all’impulso di puntare la spada contro Rey, che nonostante tutto non tentò di reagire in alcun modo né mostrò paura, dopotutto dove sarebbe mai potuta fuggire disarmata e con le mani legate?

“Mi dispiace Rey...” fu l’unica cosa che riuscì a dirle Ben, in procinto di attivare la spada laser.

“Io mi fidavo di te” replicò lei glaciale, ma le lacrime tradirono le sue emozioni.

“Siete così patetici” disse Snoke con disgusto “Liberati della tua debolezza” 

Bastò quel semplice ordine a spingere Ben ad attivare la spada, senza riuscire a opporsi, e bastò un attimo fugace a porre fine alla vita dell’unica persona che avesse mai visto il vero Ben Solo, anche quando lui stesso non era stato in grado di vederlo.




Ben si svegliò di soprassalto ansimante, con il battito accelerato e, nonostante il freddo dello spazio, con la maglietta appiccicata al corpo a causa del sudore. Il suo primo istinto fu quello di richiamare a sé la sua spada laser e attivarla nel momento stesso in cui l'oggetto finì tra le sue mani, la luce rossa della lama illuminò la stanza in modo sinistro e in una maniera fin troppo simile all'holocron che aveva visto in sogno, o meglio, visione.
Un movimento nei pressi del bagno catturò la sua attenzione, forse era soltanto la sua immaginazione che gli stava giocando un brutto scherzo e la luce emessa dalla lama contribuiva a ciò, tuttavia si alzò di scatto per verificare da vicino.

“Sono soltanto io!” esclamò una voce femminile che conosceva fin troppo bene, la spada laser era a pochi centimetri dal volto di Rey, che se ne stava immobile proprio davanti alla porta del bagno.
Nel vederla lì Ben provò un'ondata di sollievo, soprattutto dopo ciò che aveva visto in quella visione, fin troppo vivida per trattarsi di un semplice incubo che aveva preso vita dalle sue peggiori paure. Si concesse qualche secondo per osservarla, Rey non aveva alcuna ferita, la sua solita acconciatura era perfettamente in ordine e i suoi vestiti non erano macchiati del suo stesso sangue né lacerati come nella visione: Rey stava bene ed era tutto ciò che contava.

“Ben, che succede?” la domanda di Rey, che aveva un'espressione più preoccupata che confusa, lo riportò con i piedi per terra e in quel momento si rese conto che la spada si trovava ancora pericolosamente vicina al viso di Rey. Fece qualche passo indietro e abbassò l'arma, assicurandosi di trovarsi a debita distanza da lei, l'ultima cosa che voleva era farle del male con la stessa arma che l'aveva uccisa in quella visione, con cui lui l'aveva uccisa. Poco importava che fosse stato Snoke a controllare le sue azioni, poco importava che lui non fosse riuscito a opporsi e a impedirsi di attivare quella dannata lama, era stato lui a porre fine alla vita di Rey così come aveva fatto con suo padre.
Adesso che era certo che lei stesse bene non riusciva nemmeno più a guardarla senza provare vergogna e sensi di colpa, la sua mente rievocava lo sguardo colmo di disprezzo che lei gli aveva rivolto nella visione, quando l'aveva accusato di averle rovinato la vita e, probabilmente, era più che vero.
“Sei stato tu a coinvolgerla in questa storia” le parole di Snoke riecheggiarono nella sua mente, accompagnate dalla sua risata sinistra, e in cuor suo sapeva che, per una volta, il suo defunto maestro avesse detto la verità.
Se avesse lasciato andare Rey nella foresta forse le cose sarebbero andate diversamente, forse lei avrebbe comunque scoperto le proprie abilità dormienti, forse la Resistenza avrebbe comunque distrutto la base Starkiller, ma almeno non ci sarebbe mai stato alcun legame e lei sarebbe stata soltanto una nemica qualunque.
Rey, testarda com'era, si avvicinò a lui e lentamente posò una mano sulla sua, quella con cui stava impugnando la propria spada laser, Ben sussultò lievemente a quel contatto, ma non ritrasse la mano.

“Puoi fidarti di me, che cosa succede?” gli chiese nuovamente, questa volta con dolcezza, come se si stesse rivolgendo a un bambino impaurito, una cosa non troppo diversa dalla realtà perché Ben era terrorizzato e sconvolto da ciò che aveva visto.
Era sempre stato onesto con lei, fin dal primo momento, eppure questa volta non aveva il coraggio di dirle la verità perché non sapeva neppure lui di preciso cosa avesse visto davvero e non c'era un modo delicato per dirle che sarebbe morta a causa sua. Le visioni non erano mai affidabili del tutto, il futuro era in costante movimento e spesso le visioni avevano un significato nascosto, interpretarle era possibile, ma in quel momento lui non era abbastanza lucido o razionale da poterlo fare.

“Soltanto un incubo” mentì senza mai incrociare il suo sguardo, se l'avesse fatto non sarebbe mai riuscito a dirle quella bugia.

“Ti va di parlarne?”

“Ci sono abituato...ho incubi fin da quando ero un bambino” spiegò lui, non aveva mai confidato quel dettaglio a nessuno che non fosse di famiglia, neppure ai propri compagni al tempio di Luke, confidarsi con Rey, però, era così facile.

“Non sei costretto a tenerti tutto dentro, ma capisco se non vuoi parlarne” gli disse lei con calma, per un attimo Ben valutò seriamente l’ipotesi di raccontarle ciò che aveva visto, forse l’avrebbe aiutato a capire, tuttavia c’erano dei dettagli che non si sentiva pronto a condividere.

“Perché sei così comprensiva con me?” 

“Perché…” Rey esitò qualche secondo, forse incerta sulla risposta da dare “So cosa significa sentirsi soli e non avere nessuno che possa capirti, è stato così per tutta la mia vita” 

“Forse hai ragione, siamo più simili di quanto possa sembrare” Ben trovò il coraggio di sollevare il proprio sguardo nel ricordarle quello che gli aveva detto l'ultima volta in cui si erano visti, qualcosa a cui aveva pensato spesso nei giorni successivi a quella connessione.

“Lo siamo” sussurrò Rey, anche se non c’era alcun rischio che qualcun altro potesse sentirla.
Non era stata soltanto la solitudine ad avvicinarli, ma anche il bisogno di essere compresi e il conforto che, per motivi che ancora sfuggivano alla sua comprensione, riuscivano a trovare l'uno nell'altra. La semplice presenza di Rey lo rassicurava e gli faceva provare sollievo perché sapeva che lei, nonostante le loro discussioni, era l'unica persona con cui potesse essere se stesso e confidarsi. Lei era l'unica persona di cui riusciva a fidarsi e che, a sua volta, aveva deciso di dargli la propria fiducia, anche se lui non la meritava.
Ben non aveva una parola per definire ciò che erano, ma dopo la visione che aveva avuto era più che sicuro che non volesse perderla e pensò che, forse, fosse egoista da parte sua volere che lei facesse parte della sua vita in qualunque modo. La verità, di cui non si era reso conto prima, era che – con o senza legame – Rey sarebbe comunque stata in pericolo in quanto Jedi e membro della Resistenza, la verità era che Ben aveva insistito per allontanarla perché aveva paura di affezionarsi.
“Le persone che ti stanno a cuore sono destinate a morire a causa tua e non puoi impedirlo” Ben avrebbe voluto che quelle parole non avessero alcun peso, che fossero soltanto il frutto di una visione contorta, eppure l’avevano colpito nel profondo perché sentiva che fossero vere. Le voci nella sua testa gli avevano sempre detto che lui fosse pericoloso, che chiunque gli fosse stato accanto avrebbe finito col farsi male o sarebbe morto e lui ci aveva creduto quando queste cose avevano cominciato ad avverarsi; i suoi genitori l’avevano mandato via perché non riusciva a controllare la Forza e provocava incidenti domestici, gli allievi di Luke erano morti a causa sua, aveva ucciso suo padre e messo a rischio la vita di sua madre.
Erano queste le ragioni per cui aveva paura di legarsi a qualcuno, ma ormai era troppo tardi perché per uno scherzo del destino era letteralmente legato a Rey e, nonostante ci avesse provato, non era riuscito a fare a meno di provare un sincero interesse nei suoi confronti.
Nella stanza era piombato il silenzio quasi assoluto, fatta eccezione per il crepitio della spada laser, e Ben temeva che parlare di quell’incubo avrebbe soltanto rovinato quegli attimi di quiete, perciò decise che l’avrebbe fatto in un altro momento. Per una volta voleva soltanto apprezzare la compagnia di Rey senza parlare dei loro problemi, di politica o del resto della galassia.

“Grazie per la fiducia che hai in me, anche se non la merito” le disse d’un tratto, avrebbe dovuto dirglielo quella notte a bordo del Falcon, quando contro ogni aspettativa entrambi avevano ammesso di fidarsi l’uno dell’altra.

“Ti sbagli” replicò lei con fermezza “Avresti potuto uccidermi e non l’hai fatto, come potresti non meritarti la mia fiducia?” 

Una volta Ben le aveva detto che fosse un’ingenua, ma si sbagliava e, a dirla tutta, non l’aveva mai pensato davvero perché lei non era ingenua, aveva buon cuore e vedeva il meglio nelle persone, persino in lui. Se avesse potuto tornare indietro si sarebbe rimangiato quelle parole immediatamente, almeno, però, era ancora in tempo per scusarsi e intendeva farlo subito.

“Mi dispiace di averti dato dell’ingenua l’ultima volta che abbiamo discusso, non lo pensavo davvero”

“Lo so, a volte diciamo cose che non pensiamo davvero” 

“Questa non è una giustificazione valida” la contraddisse lui “Ho sbagliato con te” questa volta Ben si rese conto in anticipo dell’interruzione della connessione perché non riusciva più a sentire il calore della mano di Rey sulla sua, come se lei non fosse lì, eppure quando la vide svanire sotto il suo sguardo ci rimase ugualmente male.





Spazio Autrice:
Sì, sono stata un tantino cattiva con Ben, ma si sa, le visioni non sempre si avverano o sono da prendere alla lettera 👀

Note:
[1] Ben ha ucciso il leader dei Cavalieri di Ren (che si chiamava, appunto, Ren) dopo che quest'ultimo ha ucciso gli allievi di Luke, incluso il suo unico amico.
   
 
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