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Autore: Patman17    21/03/2022    0 recensioni
Ota Kyoryu è un ragazzo studente della Shiketsu, e con la passione esagerata per i dinosauri.
La storia racconterà di come è diventato un eroe durante i suoi anni scolastici e anche con aggiunta di qualche notizia sui dinosauri.
Genere: Azione, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inasa Yoarashi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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I giorni passavano, l'estate era sempre più vicina. Primo Giugno.
Quella mattina faceva veramente molto caldo, non avevo modo per raffreddarmi e ciò mi stava facendo star male, molto male.
Il campanello suonò cinque/sei volte, andai ad aprire a fatica, era Ricardo con un sorriso da film horror... mi sembrava di guardarmi allo specchio, entrambi siamo due rettili di enormi dimensioni, io un drago di komodo e lui un coccodrillo.
“Avanti Kyoryu è la giornata perfetta per il tuo allenamento! Devi diventare tollerante a queste temperature, altrimenti vivrai sempre nello svantaggio!” esclamò Ricardo, aveva totalmente ragione... ma io, non riuscivo nemmeno a muovermi. Venni trascinato a forza fuori da casa, Ricardo mi portò al lago vicino il paese, ad aspettarci c'era Julia piuttosto nervosa.
“Ce ne avete messo di tempo eh!! Comunque ho portato qualcosa da mangiare, quando siete stanchi ditemelo!”, era davvero premurosa... al contrario di Sakura che mi picchiava di continuo, io e Julia avevamo così tanto in comune... mi mancava Sakura.
“Ahah Julia io e Kyoryu siamo due uomini non abbiamo bisogno di una donna che ci vizi!” Esclamò, Ricardo... la pronuncia non era delle migliori ma avevo capito che intendeva... a momenti rischiava davvero di venir picchiato, in quel momento vidi Inasa e Sakura, i due fratelli mi ricordavano loro due in qualche modo... la malinconia cresceva ma facevo tutto ciò per loro.
Il litigio interminabile alla fine ebbe un epilogo, io e Ricardo iniziammo ad esercitarci nella resistenza. “Kyoryu, quando pensi di crollare, quando pensi di aver dato il massimo e di aver fallito... ricorda sempre che grazie a te la tua scuola e la tua amica sono salvi! Questo caldo per te non è niente no? Allora avanti mira al cielo e tocca con mano le stelle!” esclamò Ricardo, era un modo piuttosto bizzarro di dirmi di dar sempre il massimo, ma alla fine mi fu molto di aiuto; pensai a quei due avvenimenti, grazie a me Puppet non era riuscito a distruggere la scuola, grazie a me Sakura non si era fatta male... Dinoboy allora non era un fallimento.
Il tempo passò, iniziammo anche ad allenarci nel nuoto... lui era davvero bravo, dava sempre il massimo in ciò che faceva e nemmeno sua sorella poteva fermarlo, ammiravo Ricardo con tutto il mio cuore.
Arrivò il momento della pausa, iniziammo a mangiare come se avessimo digiunato per tutta la vita, che maiali che eravamo.

“Ricardo dove hai sentito quel modo di dire?”.

Domandai, ero interessato a ciò... Ricardo non era un tipo così riflessivo, sicuramente lo avrà sentito da qualche altra parte. “Ricordi l'eroe di cui ti parlai? Lui lo ripete sempre... voglio toccare anche io le stelle!” esclamò, il suo grosso sorriso metteva inquietudine ma non perché era brutto, perché era dannatamente sincero... quello era il suo sogno.
Finimmo di riposarci, riprendemmo gli allenamenti fino a tarda sera. Dagli alberi poco più avanti si udiva un rumore bizzarro di passi molto goffi, erano in due.
“Ricardo non è strano? Solitamente nessuno viene qui a quest'ora!” esclamò Julia, con voce tremolante, qualcosa si stava avvicinando a noi. Rimasi a fissare il punto da dove provenivano i passi, feci cenno a Julia e Ricardo di nascondersi... sentivo una risata familiare.
“Khihi”, dal lontano si udiva mentre quei goffi passi si facevano sempre più vicini, avrei potuto riconoscere ovunque quella risata, lui era qui. Ero spaventato di averci nuovamente a che fare, questa volta non era nemmeno da solo con lui c'era qualcuno... di più piccolo, un altro ragazzino come Rika? Gli scagnozzi di quel “Satana” cosa ci facevano qui? “Kyoryu tutto bene? Ti vedo spaventato!” esclamò Ricardo, mi girai verso lui quasi incredulo da tutto ciò... ero terrorizzato, non ragionavo più.

“...Andate via da qui... vi proteggerò io...”.

pronunciai tremolando quelle parole, gli altri non capivano perchè lo stessi dicendo a quel modo... ma qualcosa era diverso... sentivo come se il tempo fosse cambiato, dietro di me si trovava una presenza, Julia urlò, Ricardo rimase sconvolto... venni colpito da qualcosa di invisibile, caddi in acqua svenuto.
“Ah...eheh...ahah!” solo risate si udivano in quel sperduto lago, Julia disperata provava ad urlare il mio nome, nessuna risposta; Ricardo invece non si fece intimorire, lui era un eroe dopotutto, egli si mise dinanzi alla figura, era alta come lui. Suoni come ringhi offuscarono le risate di quell'individuo, i suoni che produceva Ricardo come un vero e proprio coccodrillo erano come una minaccia, chi era? Da dove proveniva? Non si era fatto nessuna di queste domande, non aveva il permesso di lottare ma, neanche io al tempo avevo il permesso.
“Julia vattene via, chiama Goro e papà!” esclamò Ricardo, mentre diete una potente spinta alla sorella che quasi la fece cadere... lei era talmente tanto terrorizzata che non replicò nemmeno, si sarebbe vendicata sicuramente finito tutto ciò.
I due si scambiavano battute e sguardi, il ragazzo che mi aveva colpito non aveva intenzione di dire niente. “Chi sei?” ripeteva Ricardo furioso, “Il mondo” diceva il ragazzo.
Nel fondale del lago faceva freddo, molto freddo. Era buio... avevo paura.
Si sentivano le urla di Ricardo, stava combattendo con tutto se stesso... dovevo aiutarlo? Non ne ero in grado... era come l'ultima volta, volevo salvare Sakura ma avevo solo rischiato di farle del male, perché sono così? Perché sono così sbagliato? Quali stelle... quale dare il massimo... non sono capace di toccarne una con mano.
Il mio cuore batteva così forte, che voleva significare? Sentivo sussurri dolci, sembrava la voce di Sakura... che bel calore che mi dava, sentivo la sensazione del suo cappotto che mi abbracciava, che bel caldo.
“Tocca con mano le stelle”, la mia mano si mosse da sola nel pensare a quella frase. “Punta al cielo” iniziai a nuotare verso la luna senza sosta. “Torna in Giappone da me”, un grosso urlo mi accompagnò dall'uscire da quella gelida acqua sporca, davanti a me c'era un ragazzo dai capelli biondi con un sorriso soddisfatto, Ricardo era a terra poco più avanti.

   
 
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