Titolo: No parties?
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 690 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent
Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Commedia
Avvertimenti: What if?, Accenni Slash, Spoiler!
Just stop for a minute and smile: 39. "Me l'avevi promesso!"


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

---

    Jon sorrise contro quella pelle baciata dal sole, godendosi il mugolio che Damian si lasciò scappare mentre gli succhiava l'incavo del collo con una certa voglia.
    Suo padre gli aveva detto di non fare feste alla Fortezza, quindi lui aveva organizzato una cosuccia innocentesolo per sé e Damian, una sorta di riunione amichevole - o almeno così l'aveva chiamata per non destare sospetti - come ai vecchi tempi, e per scappare dalla solita routine e all'afa asfissiante che quell'estate aveva colpito Metropolis, avevano pensato di utilizzare proprio la Fortezza come metodo alternativo per non morire di caldo. Così, con un po' di musica (sicuro), qualcosa da bere (anche se niente di alcolico) e qualcosa da mangiare (ovviamente), erano finiti tra i ghiacci dell'Artico a divertirsi, e lui era rimasto incantato dai movimenti sinuosi del corpo di Damian al ritmo con le note di quella canzone che avevano messo. Che si fossero poi lasciati andare, beh... era un'ovvia conseguenza del climax che si era creato fra loro, tanto che erano finiti ben presto a baciarsi con la schiena contro un muro. E tuttora lo stavano facendo, l'uno contro l'altro con la voglia sempre più crescente che si faceva spazio dentro di loro.
    Eccitato, Jon fece scivolare entrambe le mani lungo i fianchi di Damian e lo sollevò contro di sé, facendo in modo che avvinghiasse le gambe intorno ai suoi fianchi mentre si spostavano passo dopo passo. Gli baciava il collo, il mento, tornava a baciargli le labbra e poi scendeva ancora, con le dita di Damian intrecciate nei suoi capelli e le orecchie colme del suono del suo battito cardiaco e dei suoi respiri sempre più lascivi. Fu quando arrivarono in una stanza colma di trofei che Damian lo allontanò da sé e, leccandosi le labbra, si sciolse da quella presa con facilità disarmante, spingendo Jon seduto su quello scomodo blocco di ghiaccio prima di sedersi a cavalcioni su di lui.
    «Tocca a me, adesso», sentenziò con un luccichio negli occhi che non prometteva niente di buono, e Jon deglutì, umettandosi le labbra. Per quanto fossero gonfie e rosse per i baci, e luccicanti di saliva, gli sembrò quasi di sentirle secche quando incontrò quello sguardo predatore, mugolando non appena Damian cominciò a succhiare e a mordergli il collo; scese ben presto verso il basso, usando le mani per stuzzicargli i capezzoli al di sopra della camicia che indossava prima di strapparla senza tanti riguardi ed esporre il suo petto nudo all'aria fredda, mentre le labbra lasciavano una scia umida lungo gli addominali scolpiti.
    Jon cominciò a sentire che qualcos'altro stava per diventare d'acciaio, là sotto. Non voleva nemmeno sapere dove avesse imparato a fare quelle cose, voleva solo godersi ogni tocco e bacio senza reprimere i gemiti vogliosi che fuggivano dalle sue labbra, reclinando un po' il capo all'indietro mentre Damian scendeva ancora e ancora. La sua mano raggiunse ben presto qualcosa, non riuscì nemmeno a capire che cosa avesse afferrato, ma sentì il petto esplodergli quando Damian poggiò un bacio sul cavallo dei suoi pantaloni, scollegando tutte le sue sinapsi. E, senza rendersene conto, strinse così forte quell'oggetto che alle sue orecchie giunse ben presto uno scricchiolio che riportò entrambi alla realtà, visto che anche Damian si era fermato.
    Sbatté le palpebre e abbassò il capo per seguire lo sguardo di Damian, sbiancando qualche secondo dopo. Aveva... aveva appena rotto uno dei preziosi cristalli della conoscenza della Fortezza? «Accidenti, D! Avevo promesso a mio padre che non avremmo rotto niente!» esclamò nel panico, sentendo già nelle orecchie suo padre brontolare in tono di disapprovazione un Me l'avevi promesso!, ma Damian, dopo aver sbattuto le palpebre per un secondo, non parve scomporsi più di tanto.
    «Ha detto che io non avrei dovuto rompere niente, sei stato tu a farlo», si strinse nelle spalle con un'espressione che sembrava dire Colpa tua, non mia, nascondendo un sorrisetto divertito mentre vedeva Jon affrettarsi a nascondere le prove del delitto, pur consapevole che avrebbe dovuto spiegare a suo padre cosa fosse successo.
    Quel week-end sarebbe stato davvero fantastico.

---

_Note inconcludenti dell'autrice
La storia è basata sulla frase "No parties. I'll know if Damian breaks anything" che Clark pronuncia in Superman: Son of Kal-El #2, il nuovo libro scritto da Tom Taylor che sta uscendo di recente (e che a lungo andare sta diventando un po' meh perché è noioso, ma stendiamo un velo pietoso sulla cosa)
Ho voluto mantenere la storia in toni piuttosto soffici per un buon motivo: Jonathan ha 17 anni (Bendis, io ti maledico, ma al tempo stesso mi spiani la strada con un Jonno cresciuto) e Damian ne ha 15, quindi non mi sembrava proprio il caso di sforare in qualche modo e rendere le tinte ancora più rosa porcellino. Quindi alla fine eccoci qui. Se siete curiosi di vedere l'immagine, potete trovarla a questo link
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥

Messaggio No Profit
Dona l'8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.