Fumetti/Cartoni americani > Batman
Segui la storia  |       
Autore: My Pride    30/03/2022    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Maybe next time I'll tell you Titolo: Maybe next time I'll tell you...
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1549 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent

Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Commedia

Avvertimenti: What if?, Accenni Slash, Hurt/Comfort
Solo i fiori sanno: 20. Glicine: affetto tenero e profondo
Una volta nella vita: 28. Camminare sotto la pioggia senza fretta


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    «Scusa, Luthor è scappato per colpa mia», si fece sentire Superboy, guardando di sottecchi Robin che si stava occupando della sua gamba ferita.
    Sarebbe dovuta essere una normale missione di routine, una ricognizione che non avrebbe dovuto portare via molto tempo, eppure non avevano messo in conto di dover fronteggiare Lex Luthor e la sua arma alla kryptonite. Avevano ricevuto una soffiata su degli strani avvenimenti che stavano accadendo a Midway City, dove a sere alterne il cielo diventava di un color smeraldo paragonabile solo alla luce delle Lanterne Verdi; escludendo che potesse trattarsi di loro, giacché avevano di certo di meglio da fare che giocare agli U.F.O. nelle città, i Super Sons si erano offerti di indagare, trovandolo anche piuttosto interessante. Ma mai si sarebbero aspettati che dietro a tutta quella storia ci fossero Luthor e i suoi esperimenti con la kryptonite.
    Erano arrivati in un magazzino abbandonato ed erano quasi stati sul punto di lasciar perdere quella pista, quando Jon aveva sentito un suono impercettibile provenire da sotto ai loro piedi e, quando aveva provato ad usare la vista a raggi X sul pavimento, non era riuscito a vedere attraverso, simbolo che fosse stato completamente ricoperto di piombo proprio per evitare che qualcuno potesse vedere qualcosa di troppo. Avevano quindi aperto un buco per terra senza nemmeno pensarci due volte, ed erano rimasti sorpresi nel trovarsi davanti Lex e nel fronteggiarlo per porre fine ai suoi piani. Però, per quanto fossero riusciti a distruggere completamente quel laboratorio e a inseguire Luthor che se l'era data a gambe, una volta raggiunta la baia quest'ultimo aveva fatto in tempo a colpire Superboy con la sua pistola, conficcandogli un frammento di kryptonite nella gamba prima di filarsela a bordo del suo motoscafo. Robin aveva fatto per seguirlo ma, quando si era reso conto del compagno ferito, aveva imprecato ed era ritornato in fretta sui propri passi per poter pensare a lui, premendo giusto un pulsante sul suo guanto prima di scivolare letteralmente al suo fianco.
    Aveva preso garze sterili e un piccolo kit di primo soccorso dalla cintura multiuso e, dopo aver detto a Jon di stringere i denti, aveva afferrato quella maledetta pietra verde e aveva cercato di sfilarla il più in fretta possibile per gettarla via, premendo immediatamente la garza sulla ferita per tamponare il sangue, giusto il tempo necessario che sarebbe servito al suo organismo per contrastare le radiazioni della kryptonite. Per quanto l'emorragia si fosse arrestata quasi subito, la sua pelle aveva faticato a rimarginarsi in fretta, al che Damian aveva finito col pensare lui stesso a ripulire la ferita e a suturarla in parte, in modo da evitare che i punti potessero in qualche modo essere di intralcio alla guarigione del ragazzo. Forse Luthor aveva creato della kryptonite sintetica che aveva maggior effetto sui kryptoniani, non lo sapeva, ma avrebbe analizzato quel frammento per evitare che potesse causare gravi danni o... peggio. Non voleva nemmeno pensarci.
    «Non dire idiozie e stringi i denti, J», replicò Robin, passandosi un braccio sulla fronte per detergerla dalle goccioline di sudore e pioggia che la ricoprivano. Nonostante la pioggerella estiva avesse cominciato a bagnare le strade, la serata era calda e gli unici suoni che si sentivano, oltre le auto che sfrecciavano in lontananza sulle strade, erano lo sciabordio dell'acqua contro le chiglie delle barche lì ormeggiate e quello che aveva tutta l'aria di essere il richiamo di qualche uccello notturno. «Non andrà lontano. Ho mandato una comunicazione alla Justice League», lo rassicurò, tagliando il filo in eccesso per cominciare a fasciare la gamba, borbottando una scusa nel sentire un piccolo sibilo da parte dell'altro. Di solito era lui ad aver bisogno di rattoppi e aveva fatto quanta più attenzione possibile - la pioggia stessa non aiutava la concentrazione, visto che la sentiva scendere in rivoli gelidi dietro la schiena -, stringendo quanto bastava e lasciandolo andare solo quando parve abbastanza soddisfatto di quel piccolo intervento temporaneo. «Per il momento dovrebbe andare. Quando sparirà l'effetto della kryptonite, riuscirai persino a reggerti in piedi».
    Superboy annuì, vedendo Robin alzarsi per tirar fuori una scatoletta di piombo dalla cintura e dirigersi verso il frammento che aveva lanciato lontano, anche se gli sembrò che le gambe gli tremassero. Forse era solo un impressione, ma anche il cuore dell'altro aveva avuto qualche battito di troppo, come se avesse avuto le palpitazioni. Era mai possibile? Fece per aprire la bocca e dire qualcosa, ma la richiuse abbastanza in fretta e decise di tacere, notando che aveva avuto ragione: quando il ragazzo aveva allungato la mano verso la kryptonite, aveva visto un leggero fremito percorrere le sue dita prima di riuscire ad afferrare quel frammento macchiato di sangue, affrettandosi poi a richiuderlo in fretta e furia nella scatola di piombo. Solo allora aveva tratto un lungo sospiro, e Jon era certo di aver scorto un minimo di sollievo nei suoi occhi nonostante la maschera che indossava.

    «Tutto bene?» gli venne spontaneo chiedere, ricevendo un'occhiata stranita.
    «Idiota, dovrei essere io a chiedertelo. Sei tu quello ferito, stavolta», rese noto Robin, finendo col tornare al suo fianco per lasciarsi cadere seduto accanto a lui. Si passò una mano fra i capelli ormai fradici per ravvivarli nuovamente all'indietro, e Superboy poté vedere che aveva serrato le mascelle e il suo volto si era indurito. «Avrei dovuto immaginare che Luthor avrebbe mirato a te».
    «Non potevi prevederlo, D».
    «, invece. Avrei dovuto».
    A quel tono così schietto, Jon lo guardò confuso. Stava digrignando i denti e aveva stretto una mano a pugno, così forte che era certo si fosse conficcato le unghie nel palmo della mano nonostante il guanto che indossava, e a quel farea sbatté le palpebre. «...non ti starai mica prendendo la colpa, vero?»
    Damian si morse il labbro inferiore, tacendo per un lungo momento. Aveva serrato così forte il pugno che, Jon ne era sicuro, avrebbe visto le nocche sbiancate se avesse provato ad usare la sua vista a raggi X. «Se ti fosse successo qualcosa... non me lo sarei mai perdonato», sussurrò, guardandolo di sottecchi.
    Per un lungo attimo, sembrò che ci fossero unicamente solo loro: i suoni erano diventati ovattati, persino la pioggia sembrava aver smesso di cadere, e Damian non si rese conto di essersi mosso un po' per scivolare maggiormente al fianco di Jon, sfiorandogli il dorso della mano con la propria mentre il volto si chinava verso il suo; erano praticamente ad un soffio dalle labbra l'uno dall'altro quando le sirene della polizia li fecero sussultare, riportandoli alla lucidità così in fretta che il primo a scattare in piedi fu proprio Robin, che si prese un attimo per rimescolare le proprie idee. Dannazione. Stava davvero per... scosse immediatamente il capo al pensiero.

    «...faremmo meglio ad allontanarci da qui», affermò nel gettare un'occhiata alle sue spalle. «Ce la fai ad alzarti, J?»
    Superboy, a sua volta scombussolato, ci mise un po' per tornare in sé, sbattendo le palpebre prima di sollevare il capo per guardare l'altro negli occhi. «Posso... mhn... posso resistere». Provò a rivolgergli uno di quei suoi soliti sorrisi rassicuranti, facendo forza sulle gambe per potersi mettere in piedi. Aveva cercato di librarsi almeno un po' in volo per aiutarsi, ma i suoi poteri non sembravano collaborare come avrebbe desiderato, anche se la gamba stava cominciando a fargli molto meno male. Quello era di certo un punto a favore per la sua resistenza kryptoniana. Così provò a muovere un passo, sentendo un formicolio correre lungo tutto l'arto inferiore, ma prima che potesse cadere venne subito avvolto da un braccio intorno ai fianchi, e si voltò per osservare l'altro con fare stranito e anche un po' curioso.
    Accorgendosi di quegli occhi azzurri che lo fissavano, Damian si affrettò a distogliere immediatamente lo sguardo. «Ti sto solo aiutando a camminare», volle tenere il punto, ma Jon scorse un vago rossore colorargli le guance nonostante ostentasse una certa sicurezza. Così si limitò solo ad accennare un piccolo sorriso e non ci pensò due volte a gettare un braccio oltre le spalle di Robin per sorreggersi meglio, sentendolo irrigidirsi un attimo prima di rilassarsi contro di lui.
    Seppur tra loro ci fosse ancora un po' di tensione per la situazione che si era precedentemente venuta a creare, i due ragazzi si incamminarono lentamente sotto la pioggia per allontanarsi il più possibile dalle auto della polizia che si facevano sempre più vicine, e Robin si premurò di tenere a sé l'altro finché non sembrò essere in grado di camminare da solo; visto il modo in cui aveva cominciato a muoversi, con passo decisamente più spedito e sicuro nonostante i piedi che affondavano nella sabbia bagnata, la sua gamba doveva essere già guarita. Difatti ad un certo punto Jon si fermò, saltellando un po' sul posto come per saggiare la guarigione di quella ferita.
    «Ehi, D?» richiamò l'amico, librandosi in volo giusto di qualche centimetro.
    «Mhn?»
    «Grazie
».
    «...gli amici si aiutano a vicenda, no?»
    Jon ridacchiò. «Credevo fossimo solo compagni di squadra».
    «Sta' un po' zitto, J», borbottò bonariamente Damian con quello che parve essere un pizzico di imbarazzo ma, nel voltarsi l'uno verso l'altro nello stesso momento, si sorrisero entrambi prima di volare alla volta di casa.





_Note inconcludenti dell'autrice
Anche in questa storia i giovinotti sono, per l'appunto, giovani e non sono ancora scesi del tutto a patti con quello che provano l'uno per l'altro, anche se è piuttosto palese il modo in cui agiscono
Comunque sia, non credo che ci sia molto da dire a riguardo. Jon alla fine è un ragazzo che guarisce in fretta, ma bisogna comunque tener conto dell'effetto della kryptonite e della sua metà umana, motivo per cui un minimo di pronto soccorso iniziale mi sembrava quantomeno ovvio.
La storia era stata inoltre scritta per
l'iniziativa #3voltee1challenge con il prompt "Stringi i denti" sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia.
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



Messaggio No Profit
Dona l'8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: My Pride