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Autore: birdylove    31/03/2022    2 recensioni
Finale alternativo di "Echi in tempesta" ambientato subito dopo che Ofelia è riuscita a far uscire Thorn dallo specchio. I due innamorati dovranno ora affrontare il loro futuro insieme, ma sarà così facile? In fondo, Ofelia stessa pensa che "Thorn aveva veramente il dono di metterla sottosopra. Un attimo prima combatteva contro il desiderio di abbracciarlo, in quel momento combatteva contro l'impulso di prenderlo a schiaffi" (da "La memoria di Babel"). Infatti, nonostante abbiano appena salvato il mondo dall'Altro, Thorn è deciso a risolvere le questioni lasciate in sospeso quando aveva abbandonato il Polo, perciò si consegnerà alla giustizia e annullerà il matrimonio con Ofelia come aveva detto sulla collina quella sera. Ofelia ha ora un solo pensiero: e poi?
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Berenilde, Ofelia, Roseline, Thorn
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao! Ecco come promesso la reazione di Ofelia allo strano comportamento di Thorn. Anche questo capitolo è abbastanza corto, ma spero di pubblicare finalmente l’appuntamento romantico a breve! Fatemi sapere che ne pensate!
 
Ofelia aveva iniziato a notare che Thorn era più sfuggente del solito e ciò era tutto dire. In particolare, quando Berenilde veniva a far loro visita, invece di cercare di farli stare insieme da soli, si ritirava col nipote nello studio di lui e non ne usciva per diverse ore; inoltre, si lanciavano spesso sguardi d’intesa che Ofelia non aveva mai visto prima. Ne parlò con la zia Roseline, ma questa le disse che lei non aveva notato niente di strano. Ovviamente Roseline sapeva cosa stavano combinando Berenilde e Thorn, ma quest’ultimo le aveva chiesto di far finta di niente con Ofelia e la donna, per una volta, era d’accordo con lui.
Quando una domenica vide che Thorn e Berenilde si accingevano a uscire, fece per accompagnarli, ma la dama la dissuase dicendole di rimanere con Roseline a badare a Vittoria.
“Oh, ma la zia Roseline se la cava benissimo anche da sola, vorrei proprio prendere una boccata d’aria, se non avete niente in contrario, certo” disse piegando il collo e guardando fisso Thorn che fingeva di essere impegnato a scegliere quale cappotto indossare.
“Beh, non sono molto d’accordo. Tua zia non è più giovane come una volta, è meglio che tu resti qui e l’aiuti, Vittoria è piuttosto irrequieta in questo periodo. Inoltre, farebbe bene anche a lei prendere una boccata d’aria, perché non fate un giro tutte e tre insieme?” le rispose Berenilde. Thorn aveva approfittato della distrazione di Ofelia per uscire a grandi passi e aveva già anticipato la zia di diversi metri.
“A me personalmente la zia sembra più in forma che mai, comunque, se insistete rimarrò qui con Vittoria” disse Ofelia con tono triste.
“Oh, non essere dispiaciuta cara. Ho insistito io per uscire da sola con Thorn, sai adesso non lo vedo più spesso come prima, quindi vorrei stare un po’ sola con lui, voi potete stare insieme stasera, no?” Il tono di Berenilde convinse abbastanza Ofelia che però non riuscì a trattenersi.
“Madama, non vi ha per caso detto qualcosa di cui dovrei preoccuparmi vero? È così scostante in questo periodo e ogni sera si rintana nel suo studio e io non so che pensare”.
“Ma no cara, cosa avrebbe dovuto dirmi? Non ti mettere in testa cose strane, è così preso dal lavoro ultimamente… Adesso vado, altrimenti va a finire che facciamo tardi, a dopo!” disse e uscì lasciando Ofelia in mezzo all’ingresso a chiedersi per cosa mai avrebbero fatto tardi a quell’ora di domenica.

Ofelia comunque trascorse un piacevole pomeriggio in compagnia della zia e di Vittoria che, a differenza di quanto detto da Berenilde, era piuttosto calma e aveva passato diverso tempo a guardare Roseline che riparava dei vecchi libri di algebra di Thorn. Durante la passeggiata Ofelia camminava un po’ in disparte dalle due e, a un certo punto, Vittoria le si avvicinò senza che la ragazza se ne rendesse conto e le chiese “Madrina, quando vi sposerete tu e il cugino Thorn?”.
Ofelia fu bruscamente riportata alla realtà da quelle parole e guardò Vittoria con tanto d’occhi, ma le rispose
“Beh, in effetti penso che forse si stia avvicinando il momento”
“Davvero!?” chiese Vittoria, impaziente
“Davvero?” chiese la zia Roseline, con tono sorpreso
“Davvero” rispose Ofelia. Ma doveva sincerarsi che Thorn lo volesse ancora.

Quella sera, quando Berenilde e Thorn ritornarono dalla loro uscita segreta, Ofelia riuscì a placcarlo mentre si stava dirigendo di nuovo nello studio. Normalmente, quando rincasava andava sempre a cercarla per farle sapere che era tornato, invece questa volta sembrava voler andare diretto nel suo studio, chissà per fare cosa. Quindi, non stando più nella pelle da quel giorno dopo pranzo quando se ne era andato senza quasi guardarla, Ofelia lo seguì cercando di non farsi notare per scoprire in qualche modo quello che le stava nascondendo. Così, prima che Thorn si chiudesse la porta alle spalle, lei si intrufolò dentro la stanza e disse: “Mi vuoi dire perché mi stai evitando? Ci sono forse dei problemi di cui dovrei essere messa al corrente? Ho forse fatto qualcosa di sbagliato?”
Thorn si era girato così di scatto che Ofelia si meravigliò che non gli fosse venuto il torcicollo. Se lui non avesse ripreso il controllo degli artigli, di sicuro quella mossa le sarebbe costata cara.
“Non so di che cosa parli” le rispose lui, laconico.
“Non sai di che cosa parlo? Cos’era quella cosa che hai fatto oggi? Ti ho chiesto di venire con te e Berenilde e non mi hai neanche guardata. Sono giorni ormai che mi eviti in tutti i modi, non fai niente per stare con me la sera, la domenica te ne vai per ore da solo con tua zia. Non so davvero più che pensare” disse Ofelia tutto d’un fiato.
Thorn la guardava e la sua espressione tradiva ora un notevole sgomento che però Ofelia non colse perché era troppo arrabbiata.
“Io… ho molto lavoro” rispose lui, ancora una volta a corto di parole quando si trovava in balia di sentimenti particolarmente intensi.
“Hai molto lavoro? Credi che io non ce lo abbia? Non basta lavorare 6 giorni alla settimana? Non basta tutto quello che abbiamo fatto e che continuiamo a fare per questo Mondo? Devi sempre mettere le scartoffie prima di tutto? Non sei più l’intendente del Polo, non devi ammazzarti di lavoro perché non hai nessuno da cui tornare la sera o per dimostrare quanto vali. Adesso ce l’hai qualcuno da cui tornare, adesso lo sanno quanto vali” Ofelia era, ora, sull’orlo delle lacrime.
“So benissimo che non sono più l’intendente del Polo, Ofelia” le rispose, ora, gelido.
“Ah, mi fa piacere che tu te ne sia accorto” ribatté lei con lo stesso tono.
Stettero alcuni secondi a fissarsi in cagnesco, gli occhi chiari di lui negli occhi scuri di lei che sembravano dei pozzi senza fondo, come quello dove Thorn aveva finalmente ritrovato se stesso nel Rovescio.
“Ho ancora del lavoro da fare stasera, non aspettarmi a cena” Thorn aveva rotto il silenzio con la cosa peggiore che potesse dire. Ofelia non riuscì a trattenere una lacrima che le rotolò giù lungo la guancia.
“Benissimo” rispose lei e se ne andò sbattendo la porta.
 
 
 
  
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