Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    10/04/2022    8 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Vostro figlio/a è una testa calda? Ha combinato qualche guaio indicibile, prende solo T in alcune materie e non ha voglia di fare nulla?
Volete levarvelo/a di torno per metà delle vacanze estive?
Ritenete che i mesi trascorsi ad Hogwarts non siano stati abbastanza e che in vista del VII anno abbia bisogno di studiare ulteriormente?
Cari genitori, nessun problema: il Phoenix Feather Camp fa al caso vostro.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of weird campers'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Epilogo                     
 
 
 
1 settembre
Londra, King’s Cross, Binario 9¾

 

 
Dopo essere arrivata a King’s Cross insieme a Shou e aver stipato i bagagli in un carrello per oltrepassare la colonna magica Lilian aveva lasciato che suo padre le sistemasse il baule a bordo del treno per andare alla ricerca dei suoi amici insieme al cugino, districandosi tra la ressa di genitori, gabbie contenenti gufi di tutti i tipi e studenti di tutte le età.
Quando finalmente scorse Priscilla insieme a sua madre la Grifondoro piegò le labbra in un sorriso, voltandosi per intimare al cugino di seguirla prima di affrettarsi a raggiungere l’amica, che come ogni anno era impegnata a congedarsi dai suoi cani praticamente in lacrime.
“Mi mancherete tantissimo! Fate i bravi! Mamma, cerca di portarli fuori a correre più spesso che puoi.”
Le braccia pallide strette attorno a Solomon, che le stava leccando una guancia mentre Stirling le leccava una mano, Priscilla sollevò lo sguardo su Reina per lanciarle un’occhiata implorante e piuttosto seria al tempo stesso mentre la donna, sospirando esasperata, alzava gli occhi al cielo aggiustandosi una ciocca di capelli ramati dietro l’orecchio: la figlia non si preoccupava nemmeno di fingere che lei le sarebbe mancata più dei cani, ma se non altro apprezzava la sua sincerità.
“Sì tesoro, te l’ho già promesso tredici o quindici volte solo questa mattina…”
“Per il cibo ci penseranno gli Elfi, ma cerca di farli giocare, o si sentiranno soli.”
“Sì tesoro.”
Reina sospirò, guardando la figlia – che tornò ad abbracciare i due enormi Levrieri piagnucolando per l’imminente separazione – aggrottando la fronte e chiedendosi sinceramente da chi avesse ereditato tutto quell’amore esasperante per gli animali. Suo padre viveva per i vegetali e lei tollerava solo i gatti, quindi la sua indole cinofila restava un vero mistero.
 
“Prisci, ciao!”
Quando Reina scorse Lilian e Shou emergere tra la folla per raggiungerle tirò un profondo sospiro di sollievo, dicendosi che forse vedendo i suoi amici Priscilla avrebbe smesso non solo di commuoversi per il momentaneo addio a Solomon e a Stirling, ma anche di snocciolarle istruzioni su come prendersi cura di loro durante i mesi di separazione. Quella mattina aveva persino trovato una lunghissima lista di cose da fare sul tavolo della cucina che l’aveva lasciata vagamente perplessa: sua figlia pensava che non fosse capace di prendersi cura di due cani quando aveva cresciuto lei?!
Fortunatamente le speranze di Reina si rivelarono fondate, perché udendo la voce di Lilian salutarla Priscilla si voltò in direzione dei due amici, sfoderando il primo sorriso da quando si era alzata per prepararsi per la partenza mentre si rialzava in piedi:
“Ciao ragazzi! Avete già visto gli altri?”
“No, siamo appena arrivati, mio padre ci sta sistemando i bauli in uno scompartimento… Mi sei mancata! Salve Signora Edgecombe.”
Lilian stritolò l’amica in un vigoroso abbraccio pregno d’affetto mentre lei e Shou salutavano la madre di Priscilla, che accennò un sorriso e ricambiò mentre la figlia si lasciava abbracciare anche dall’amico, che la strinse dolcemente appoggiando la testa contro i suoi indomabili capelli ricci.
“Ciao ragazzi. Prisci, tieni d’occhio i tuoi cani mentre non ci sono, vado a fare in modo che qualcuno si offra volontario di sistemare anche il tuo baule.”
“Ma non lo fa lei?”
Shou lasciò andare l’amica inarcando un sopracciglio e seguendo brevemente la madre dell’amica con lo sguardo, che si allontanò con il pesantissimo baule che la seguiva galleggiando a mezz’aria. Priscilla, serissima, in tutta risposta parlò scuotendo la testa:
“Oh, no, mamma dice che uno dei vantaggi di avere una faccia perfettamente simmetrica come la sua è che c’è sempre qualcuno a fare le cose per lei.”
“Cavolo, piacerebbe anche a me! Dite che la mia faccia si può considerare perfettamente simmetrica?!”
“Non lo so, ma di sicuro io la tua roba non la porto da nessuna parte, Shou.”
 

 
*

 
“Mamma, te l’ho già detto: non farò foto al Professor Hawkes per mandartele!”
“Che cosa avrò fatto di male per meritarmi una prole così barbosa proprio non lo so.”
“Pensa che io mi domando che cosa ho fatto di male per meritarmi genitori che, rispettivamente, scrivono roba erotica e producono dolci come “Cioccorane Peccaminose”, “Gelatine 1000 voglie +1” o “Calderotti sfoglia di tenerezza”, sono proprio figlia tua. E comunque avrai, cosa, quindici anni più di lui? Rassegnati!”
Certo lei era troppo giovane per il Professor Hawkes, ma sua madre era decisamente troppo vecchia: in sintesi, era off limits per entrambe. Tallulah, che teneva Pikachu in braccio, liquidò la discussione con un pigro gesto della mano mentre lei e Millicent, che spingeva il suo carrello, attraversavano la barriera magica con suo padre Duncan rimasto qualche metro più indietro, chino su degli appunti che la figlia non voleva nemmeno immaginare cosa potessero contenere.
“Guarda che io non ho affatto cinquant’anni, Tallulah!”
Di fronte a quelle illazioni sulla sua età Millicent non potè far altro che gettare un’occhiata scandalizzata alla figlia, che invece la guardò spalancando sorpresa i grandi occhi blu ereditati dal padre:
Ah no?!”
“No!”
E allora perché non metti la crema anti-age che ti ho regalato per la festa della mamma?!”
“Sei fortunata che stai per andartene, o ti avrei messa in punizione per un mese.”
“Ci sono già stata per le tre settimane passate a casa con voi, non immagino nulla di peggio di sentire te e papà discutere di sordide storie d’amore tra Elfi e Folletti. Come farò invece senza il mio adorabile piccolo Pika? Mi mancherai tanto, piccolino piccino ciccino.”
Tallulah strinse a sé il carlino senza smettere di parlargli con tono zuccheroso, strofinando la guancia contro il suo adorabile musetto mentre Millicent, offesa, si voltava in direzione del marito in cerca di supporto:
 
“Duncan, tua figlia non solo mi dà della decrepita, ma dichiara apertamente di vergognarsi di noi e di preferire il cane, hai intenzione di dirle qualcosa?!”
Duncan, che aveva seguito moglie e figlia oltre la colonna incantata, non accennò a voler alzare gli occhi dal plico di fogli che teneva in mano, limitandosi a scuotere la testa
“Non ora Milly, sto preparando la scaletta del finale aperto che lascerà ovviamente spazio ad un sequel, così i lettori si chiederanno se l’Elfa finirà col mettersi insieme a Rurel o con Yulin.”
“Ohhh, dopo fammi leggere!”
Tallulah  non condivise affatto il palese entusiasmo della madre, sfoggiando una smorfia a cui nessuno dei genitori fece caso prima di adocchiare con sollievo Hiro e Malai ad una decina di metri di distanza, impegnati a fare su e giù dal treno per caricare i propri bauli a bordo. La scusa perfetta per scollarsi dai suoi genitori prima che iniziassero a discutere di coiti tra Elfi e Folletti.
“Ottimo, ci mancava solo il sequel… Bene, direi che è giunto il momento di separarci, io me ne vado dai miei amici, per il baule chiederò a loro di darmi una mano, già che ci sono… Tieni Pika, mamma, e ricordati di dargli affetto anche da parte mia.”
Tallulah lasciò l’amato cagnolino tra le braccia della madre, scoccandogli un bacio sulla testa e un’ultima carezza prima di abbracciare prima Millicent e poi Duncan, che distolse finalmente l’attenzione dai suoi appunti sulla conclusione del suo ultimo romanzo per sorridere allegro alla figlia e abbracciarla:
“Ciao polpettina, cerca di scriverci quasi tutte le settimane… E se hai sviluppi su fidanzati vari tienici aggiornati!”

Piuttosto la gogna in pubblica piazza
 
Tallulah rabbrividì, riuscendo perfettamente ad immaginare suo padre scrivere un intero romanzo ispirandosi alla sua esperienza personale e non riuscendo ad immaginare assolutamente niente di peggio decise di battere immediatamente la ritirata, incantando il baule con un Wingardium Leviosa non verbale prima di sfrecciare via, salutandoli con la mano senza voltarsi indietro.
Quando la Corvonero raggiunse Malai e Hiro i due stavano trasportando sul treno quello che, a giudicare dai numerosi sticker a tema manga, doveva essere il baule del secondo, reggendolo ognuno per un’estremità e discutendo poiché, secondo Malai, il peso al suo interno era stato distribuito in modo pessimo e a lui era toccata la parte di baule più pesante.
“Ciao ragazzi!”
Entrambi smisero di parlare per voltarsi verso di lei, sorridendole restando con l’estremità di baule retta da Hiro già sul treno e l’altra ancora sulla banchina insieme a Malai, che salutò allegramente l’amica e per un attimo accantonò le pessime capacità di fare i bagagli del suo amico:
“Ciao Miss X!”
“Sareste così gentili da portare anche il mio nel vostro scompartimento, quando avrete finito? Sono fuggita dai miei genitori.”
“Ma certo, nessun problema. Malai, muoviti, sto per avere un crampo al braccio sinistro!”
“Spero solo che tu abbia fatto i bagagli meglio di Hiro, Miss X!”
Hiro visti i 17 lunghi anni di esperienza alle spalle decise saggiamente di non rispondere, limitandosi a roteare platealmente gli occhi neri prima di arretrare e consentire così anche al Tassorosso di salire sul treno, depositando il baule nel portabagagli dello scompartimento che avevano deciso di occupare prima di scendere di nuovo sulla banchina.
 
Prima di prendere anche il baule della ragazza Hiro si fermò ad abbracciarla, mormorando che gli fosse mancata. Tallulah arrossì leggermente e sorrise contro la spalla del ragazzo, ma non fece in tempo a ricambiare perché Malai, un sorriso a trentadue denti sulle labbra, la precedette abbracciando entrambi e dando voce alla sua gioia nel ritrovarsi di nuovo tutti insieme.
“Sì Malai, certo… Tu sei ancora depresso per via di Marley come l’ultima volta che ci siamo visti? Ti vedo migliorato.”
Tallulah sorrise all’amico, sinceramente sollevata di vederlo molto meno giù di corda rispetto a quando si erano visti tutti insieme l’ultima volta a casa di Shou una settimana prima, decisi a godersi uno degli ultimi giorni di vacanza a bordo della sua immensa piscina.
Hiro non rispose, limitandosi a scoccare un’occhiata piuttosto dubbiosa all’amico – il suo buon’umore non lo convincevano particolarmente, ma aveva evitato di fare commenti per tutta la mattina, quando suo padre lo aveva accompagnato a casa dell’amico con una Passaporta per lasciare che il padre di Malai accompagnasse entrambi a King’s Cross – mentre il Tassorosso, invece, annuiva stampandosi un sorriso sulle labbra:
“Ma certo, che vuoi che sia. Credo proprio che alla fine mi sia passata, sai?”
“Davvero? Beh, a noi basta vederti stare bene. Andiamo a cercare gli altri? Shou ha promesso che mi avrebbe portato una valanga di maschere, sono impaziente di andare a riscuoterle.”
“Certo, sistemiamo il tuo baule e andiamo a vedere dove sono finiti.”
Hiro sorrise a Tallulah prima di rivolgere un cenno a Malai, invitandolo ad aiutarlo a caricare anche il suo baule sul treno. Lo avevano appena sistemato accanto ai propri quando tornarono sulla banchina per andare alla ricerca di Shou, Lilian e Priscilla e Hiro prese Tallulah per mano per allontanarsi insieme mentre Malai, invece, si fermò davanti al binario per guardarsi attorno con attenzione, alla ricerca di qualcosa.
 
Aveva passato tutta l’ultima settimana di vacanza a chiederselo – o forse tutte e tre –, ed ebbe finalmente la risposta che cercava quando vide Marley parlare con Bel.
“Vi raggiungo tra pochissimo.”
Invece di seguire i due amici Malai s’incamminò deciso verso i Tassorosso senza voltarsi, non udendo così Tallulah chiedergli confusa dove stesse andando quando la bionda si voltò verso di lui. Fortunatamente la ragazza scorse subito anche Marley, abbozzando un sorrisetto con gli angoli delle labbra prima di informare Hiro con tono soddisfatto che “Shou le doveva una scatola intera di Cioccorane”.
“Avevate scommesso che Marley gli sarebbe piaciuta ancora quando saremmo tornati a scuola?”
“È ovvio. Non siamo tutti perfetti bravi ragazzi modello come te, Hiro Davies. Ma cerca di non far esplodere i sotterranei, quest’anno.”
“Farò del mio meglio, giuro.”
 
 
*

 
Dopo essere arrivato a King’s Cross insieme ai genitori, a Celia e ai loro quattro suoi fratelli minori Bel non aveva esitato prima di andare alla ricerca di Marley, lasciando la gemella e Blair e Hazel, gli unici tra i suoi fratelli a studiare ad Hogwarts oltre a Celia, a caricare i bagagli sul treno. Fortunatamente era riuscito a trovare facilmente l’amica, impegnata a salutare Andrew, il suo autista, con l’inseparabile Leith appollaiato sulla sua spalla.
Il Tassorosso non si stupì affatto di vederla senza i suoi genitori – che in effetti non gli era mai capitato di incontrare insieme –, avvicinandosi con un sorriso sulle labbra e felicissimo di rivederla dopo dieci giorni passati a scriversi.
“Ciao Marley!”
La compagna di Casa si voltò verso di lui e ricambiò subito il sorriso prima di abbracciarlo, alzandosi in punta di piedi come al solito per riuscire ad allacciargli le braccia al collo:
“Ciao Bel, mi sembra di non vederti da un’eternità… Forse siamo abituati a passare troppo tempo insieme. Ti ricordi di Andrew?”
“Certo. S-salve.”
Come sempre quando gli capitava di rivolgersi a qualcuno con cui non aveva confidenza Bel si ritrovò a salutare l’autista dell’amica con un timido balbettio sommesso, guardandolo sorridergli gentilmente e salutarlo di rimando prima che Marley, ormai abituata alla timidezza cronica dell’amico, lo prendesse sottobraccio con un sorriso:
“Hai già sistemato la tua roba? Io stavo aspettando di trovare te o Blodwel e Lance per metterci tutti nello stesso scompartimento.”
“No, ho lasciato il baule a mia madre mentre Celia, Blair e Hazel caricavano le loro cose con l’aiuto di papà. Credo che Lance sia già salito, vado a cercarlo e quando lo trovo ti faccio un fischio.”
“D’accordo, tanto siamo miracolosamente arrivati in anticipo. Ve l’avevo detto che quest’anno sarei riuscita a non prendere il treno per un soffio, mi sono impegnata visto che è il nostro ultimo viaggio di andata sull’Espresso per Hogwarts.”
Mentre Bel si allontanava di nuovo verso la sua famiglia Marley scoccò un’occhiata quasi di sfida ad Andrew, che aveva passato gli interi giorni precedenti alla partenza a pregarla di iniziare a preparare i bagagli in anticipo per non rischiare di arrivare a Londra per il rotto della cuffia come ogni anno. L’uomo inarcò un sopracciglio e le ricordò di come non avesse sentito tutte le sette sveglie che aveva preparato e che, se non fosse stato per Tully e Nisbet, probabilmente avrebbe finito con l’alzarsi dal letto dieci minuti prima della partenza del treno, ma Marley replicò che la colpa fosse stata delle sue sveglie malfunzionanti, e che gliene servivano assolutamente di nuove.
“Signorina Marley, sta dicendo che ben sette sveglie non hanno funzionato a dovere?”
“Certo che sì!”
 

 
*
 
 
“Ciao Marley. Posso parlarti un momento?”
Il suo baule era sul treno insieme a quello dei suoi amici e aveva già salutato Andrew: Marlowe Archer-Lloyd era assolutamente pronta a salire sull’Espresso per Hogwarts e a godersi l’ultimo viaggio verso la sua amata scuola, ma Malai Johansson mandò totalmente in fumo i suoi piani quando la raggiunse, piazzandosi davanti a lei prima che potesse salire sul treno.
Durante le tre settimane che erano trascorse dalla fine del campeggio la Tassorosso si era chiesta spesso, ripensando alla loro ultima conversazione, come il compagno si sarebbe posto nei suoi confronti. In fin dei conti condividevano la Sala Comune e il tavolo dove consumavano tutti i pasti ed evitarlo, come le aveva spesso fatto notare Bel, le sarebbe risultato pressoché impossibile. Un po’ si era aspettata di vederlo avvicinarlesi per parlarle e Marley, dopo averlo osservato brevemente, non se la sentì di rifiutare un’altra volta, annuendo.
“Sì, certo.”
 
Per tre settimane Marley si era ripetuta assiduamente, come una sorta di mantra, che quando avrebbero finito col rivedersi a Malai sarebbe piaciuta una qualsiasi altra ragazza tra le loro numerose compagne e che probabilmente avrebbe completamente dimenticato di averla assillata per tutti gli ultimi giorni di campeggio. Eppure, a giudicare dall’espressione quasi triste sfoggiata dal ragazzo, per un attimo la Tassorosso iniziò a nutrire qualche dubbio.
Marley restò in silenzio, limitandosi a guardarlo di rimando in attesa che parlasse prima che Malai, dopo essersi schiarito la voce, iniziasse a tormentarsi piano i lembi della camicia che indossava.
“Suppongo che tu abbia avuto le tue buone ragioni per, beh, dirmi le cose che hai detto al falò. Ma visto e considerato che credo che tu le abbia dette e non mi abbia lasciato spiegare nulla solo perché eri sicura che entro qualche settimana le cose per me sarebbero cambiate, ti volevo dire che in realtà per me la situazione è rimasta la stessa.”
“Non mi è mai successo prima e per questo fino a ieri avevo qualche dubbio, ma adesso che ti ho rivista so che è così e che mi piaci adesso come mi piacevi tre o quattro settimane fa. Tutto qui.”
Marley continuò a non muoversi e a non parlare, limitandosi ad osservarlo con gli occhi blu e le braccia strette al petto con Leith sulla spalla, a sua volta concentrato su Malai. Quest’ultimo, considerato che la ragazza non accennava a voler dire nulla, si strinse nelle spalle senza smettere di tormentare i lembi della camicia, chinando gli occhi scuri sui propri piedi per non rischiare di scorgere segni di rifiuto sul viso della compagna.
“Non so se per te questo cambi concretamente qualcosa, ma volevo che lo sapessi. Non credo che sia, sai, una delle mie famose cotte-lampo che conosci bene.”

Quelle parole riuscirono ad addolcire leggermente l'espressione di Marley, che accennì un sorriso prima di mormorare qualcosa per la prima volta da quando Malai aveva iniziato il suo discorso:

“Ci ho pensato anche io e mi dispiace non averti fatto dire nulla, ma ho assistito alle stesse scene per sei anni ed ero molto scettica a riguardo. Non sono… Non sono abituata a ricevere grande considerazione, e mi va bene così, ma non volevo illudermi per niente per poi restarci male.”
Marley deglutì, evitando di guardarlo mentre parlava. Malai, guardandola dispiaciuto, fece per avvicinarsi e aggiungere altro, ma qualcosa glielo impedì battendolo sul tempo.
 


 
Come ogni anno, Lilian si era assunta l’onere di assicurarsi che tutti i suoi amici e le loro cose si trovassero sull’Espresso per Hogwarts al momento della partenza. Dopo aver appurato che suo cugino, Priscilla, Tallulah e Hiro erano saliti e che i loro bauli erano stati sistemati all’interno dello scompartimento, alla Grifondoro non restò che chiedersi dove accidenti fosse finito quel testone ricciuto del suo migliore amico.
“Qualcuno ha visto Riccioli d’Oro per caso?! Perché se arriviamo in Scozia senza di lui sua madre mi uccide, e io voglio prendermi il Diploma per cui sudo da sei anni prima di passare a miglior vita!”
In piedi davanti alla porta scorrevole di vetro, mentre gli altri quattro erano già seduti e pronti a svaligiare il carrello dei dolci, Lilian parlò mettendosi le mani sui fianchi stretti mentre Tallulah, sfoderato un sorrisetto, si accostava leggermente a Priscilla per sottolineare di aver visto l’amico avvicinarsi a Marley poco prima.
 
“Ma sei seria?! E ce lo dici solo adesso?!”
Shou, seduto di fronte a lei, guardò l’amica strabuzzando inorridito gli occhi scuri, non potendo credere che avesse omesso un dettaglio così succoso mentre la bionda incrociava le braccia al petto facendo spallucce, memore di una certa recente esperienza che prevedeva porte chiuse dall’interno e amici impiccioni incollati ad una finestra.
“Certo, perché credo che quella di farsi gli affaracci altrui sia un’abitudine che dovremmo perdere! Va beh, fate come vi pare.”
La Corvonero si chiese che cosa parlasse a fare e sospirò rumorosamente guardando Lilian, Shou e Priscilla correre a schiacciarsi contro il finestrino, incespicando in un groviglio di gambe e rischiando di finire lunghi distesi sulla moquette mentre Hiro ne approfittava per occupare ridacchiando il posto accanto a lei lasciato vuoto da Priscilla.
“Stanno parlando!”
“Non sento nulla maledizione, qualcuno mi dia un calice!”
“E dove lo trovo un calice?! Apri la finestra, genia!”
Lilian e Shou presero ad armeggiare freneticamente con il finestrino mentre Priscilla, gettata un’occhiata al suo orologio da polso, spalancava gli occhi verdi inorridita:
“Il treno dovrebbe partire adesso, se non salgono ora finiranno col perderlo!”
“Che gran tempismo… Un mese e mezzo di campeggio e devono parlarsi adesso?!”
 
 
Ad un paio di vagoni di distanza Bel, preoccupato per l’assenza di Marley a ridosso della partenza, aprì la porta più vicina al suo scompartimento e si affacciò fuori dal treno per cercare l’amica, accennando un sorriso quando la vide in compagnia di Malai.
Gli doleva profondamente interromperli, ma se doveva scegliere tra quello e far perdere l’ultimo viaggio verso Hogwarts alla sua migliore amica, beh, puntava inevitabilmente sulla seconda.
 
“Ragazzi, il treno sta per partire, dovreste salire!”
Le ultime parole del Tassorosso vennero completamente sovrastate da un assordante fischio che quasi gli perforò i timpani, portandolo a mormorare un’imprecazione mentre anche Lilian e Shou, sportisi da un finestrino poco più avanti, sbraitavano ai due di muoversi e di salire sul treno prima di perderlo.
 
“Cavolo, ma tu non sei quello sempre super precisino?! Per poco non mi fai perdere il treno!”
Riscossasi grazie agli ammonimenti Lilian e Shou Marley si affrettò a sfrecciare verso la porta dalla quale si era affacciato Bel insieme a Malai, sbuffando sonoramente e scoccandogli un’occhiata di sbieco mentre Leith si aggrappava alla sua giacca per non volare via e il ragazzo, offeso per quella vile accusa, si affrettava a replicare piccato:
“IO?! Sei tu che mi hai maltrattato al falò e non mi hai fatto parlare!”
“Maltrattato, tsz! Tu secondo me parli anche troppo!”
“Zitto!”
“Zitta tu!”

“Muovetevi!”
Fortunatamente Malai era munito di gambe chilometriche e Marley era molto veloce, perciò ai due non risultò difficile raggiungere l’ultima porta rimasta aperta e afferrare il braccio che Bel allungò, aiutando prima l’amica e poi Malai a salire sul treno che aveva già iniziato a muoversi sulle rotaie.
Aiutati i due compagni di Casa a salire Bel richiuse la pesante porta di metallo scorrevole con una spinta, sorridendo sollevato prima di voltarsi verso Marley e Malai:

“Per fortuna siete riusciti a sali-”
Il ragazzo non finì la frase, guardando Malai chinarsi per abbracciare la sua amica prima di prenderle il viso tra le mani e baciarla.

“… Beh allora io vado, ci vediamo dopo!”
Con quelle parole Bel, diventato color cremisi, sfrecciò via, correndo verso lo scompartimento che condivideva con Lance e Blodwel con un accenno di sorriso sulle labbra. Aveva la sensazione che quell’ultimo anno ad Hogwarts sarebbe stato memorabile.
 
 
“Che palle, magari si stanno baciando e noi ce lo siamo perso!”
“Sapete, è così che dovrebbe funzionare.”

“E allora il gossip dove sta?!”
“A proposito di gossip Shou, sono pronta a riprendere la conta delle tue frequentazioni lampo… Sono rimasta a 35, arriveremo a 40 per la fine dell’anno? Quel che è certo è che saranno una peggiore dell’altra, chi vuole prendere parte ad un giro di scommesse?”
 

 
*

 
Hogwarts, Sala Grande



“E quindi ci siamo, eh? Sta per iniziare un altro anno.”
“Il treno dovrebbe essere partito da circa un’ora e mezza, ormai saranno dalle parti di Northampton…”
 
Mentre raccoglieva una cucchiaiata di zuppa Beau gettò una rapida occhiata al proprio orologio da polso mentre Theobald, accanto a lui, trillava entusiasta qualcosa a proposito di tutte le burle che aveva già iniziato ad architettare con l’aiuto di Pix, Margot asseriva orgogliosa di aver comprato kg di caramelle da regalare ai suoi futuri piccoli Tassini e Håkon guardava tetro il suo pasticcio lamentandosi del fatto che le sue richieste di includere il salmone nel menù del primo giorno non fossero state accolte.
 
“Smettila di lamentarti Håk Bello, pensa al banchetto che ci aspetta stasera!”
Margot parlò con un sorriso trasognato, iniziando a pregustarsi il magnifico e consueto banchetto di inizio anno mentre l’amico, accanto a lei, annuiva vagamente confortato:
“Speriamo ci sia il salmone!”
“E speriamo che lo Smistamento proceda rapido, altrimenti moriremo di fame come l’anno scorso perché Lumacorno aveva perso il Cappello Parlante. Come si fa a perdere un cappello che parla?!”
Demelza parlò con un sospiro e scuotendo il capo con profonda disapprovazione, memore dei forti crampi sperimentati esattamente un anno prima mentre Theobald alzava sconvolto gli occhi cerulei dal suo piatto per guardare i pochi colleghi che sedevano a tavola con sincero stupore:
“Ma cari, non lo avete mai capito?! Il povero Horace non l’aveva affatto perso, lo avevo nascosto io in bagno!”
Seriamente?!”
Håkon si voltò verso il collega tenendo la forchetta a metà strada tra il piatto e la propria bocca, guardando Theobald allibito mentre Beau si portava il bicchiere pieno d’acqua alle labbra aggrottando le sopracciglia e parlando con un mormorio pensieroso:
In effetti è strano che nessuno di noi ci abbia pensato…”
“Professore, l’avviso, tutti noi le vogliamo bene, ma se dovesse far ritardare la cena anche quest’anno finirà col dare vita ad un ammutinamento nel corpo docenti.”
Demelza si sporse oltre Margot per scoccare un’occhiata piuttosto severa all’anziano collega, che sfoderò la sua espressione più innocente prima di iniziare un lungo ed estremamente sentito discorso sul suo pentimento, sul suo rimorso e sui suoi buoni propositi per il nuovo anno.
“Ma non stava parlando degli scherzi che intende fare agli studenti da qui ad Halloween solo cinque minuti fa?!”
“Certo, intendevo che mi impegnerò a fare meno scherzi a voi infatti, non agli studenti! Non vorrete mica privarmi di tutto il divertimento, vero? Altrimenti che cosa ci rimango a fare in questo castello?!”
 
Ah, quei ragazzi e le loro strambe idee, si disse Theobald mentre si sistemava il tovagliolo appeso allo scollo del maglione e scuoteva la testa con disapprovazione. Beau, che gli sedeva accanto, all’udire quelle parole si ritrovò ad aggrottare la fronte per la decima volta da quando aveva rimesso piede al castello – continuando ad insegnare con quei colleghi l’incombere delle rughe d’espressione si faceva sempre più vicino –, guardandolo dubbioso:

“Emh, magari insegnare….”
 
La discussione a proposito degli scherzi di Theobald venne interrotta poco dopo dalle grandi porte della Sala Grande, che si spalancarono da sole per far entrare qualcun altro nella stanza semi deserta. Quando le doppie ante si aprirono tutti i presenti si zittirono, guardando l’ingresso dell’ampia sala e in particolare Phil, che fece il suo ingresso strusciando rumorosamente le infradito con gli ananas sull’antico pavimento di pietra e sfoggiando una camicia bianca a maniche corte, occhiali da sole calati sugli occhi e i capelli biondo cenere schiariti dall’esposizione ai raggi solari.
Naturalmente il mago era anche abbronzatissimo, e si sfilò gli occhiali scuri dal viso mentre Margot osservava le sue braccia ambrate in un mix di astio e invidia:
“Ma come fa ad essere così abbronzato?! Io se possibile sono ancora più pallida rispetto a tre mesi fa!”
L’ex Tassorosso si accasciò piagnucolando contro la spalla di Demelza, che da brava rossa poteva comprendere ed immedesimarsi perfettamente nelle parole dell’amica: le bastava mezz’ora sotto il sole per diventare color aragosta, e di abbronzarsi non se ne parlava.
“Buongiorno a tutti… Campbell, ti vedo pallidina.”
Phil gettò un’occhiata cupa al cielo nuvoloso che sovrastava il catello – addio sole, benvenuto clima tetro scozzese – attraverso una delle grandi finestre ad arco prima di rivolgersi a Margot sfoderando un sorrisetto e auto-puntandosi contro la bacchetta per trasformare i suoi vestiti leggeri in una mise più appropriata al contesto e al clima, dando il bentornato ai maglioni e salutando per qualche mese le sue camice a maniche corte.
Come da manuale la collega non prese bene il suo commento, trattenendosi dal scagliarli contro una pagnotta e scoccandogli un’occhiata velenosa prima di sibilare a Demelza che non sapeva come avrebbe fatto a sopportarlo per tutti i mesi a venire.
“So che è dura per te Margi. Sii forte. Pensa ai Tassini.”
Mentre Beau cercava di convincere Theobald a non oliare il pavimento del Salone d’Ingresso per far inciampare tutti gli studenti del primo anno e Phil prendeva posto adocchiando con gioia un piatto di roast-beef Margot piagnucolava insulti contro il malvagio collega e il bullismo da lui perpetuato nei suoi confronti. Håkon sospirò, gettando un’occhiata rassegnata ai colleghi prima di tornare a concentrarsi sul suo pranzo disgraziatamente sprovvisto di salmone.
Sarebbe stato un anno duro, come al solito, ma poteva ancora sperare di arrivare sano di mente alle vacanze successive.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
………………………………………………………………………………………….
Angolo Autrice:
 
Potevo forse concludere questa storia pubblicando l’Epilogo ad un orario normale? Naturalmente no, è bene chiudere il cerchio così come è sempre stato.
Per me scrivere queste righe ha un che di assurdo, ma dopo più di un anno siamo effettivamente alla fine di questa storia.
Ho sempre collocato l’Epilogo delle mie storie ambientate nel periodo scolastico durante l’ultimo giorno dei ragazzi, dopo il Diploma, quando lasciano Hogwarts per non farvi più ritorno e si salutano. Questa volta invece li voglio lasciare intenti a rivedersi, non a salutarsi, e in procinto di tornare ad Hogwarts per un ultimo anno invece di lasciarla per sempre. Per me smettere di scrivere questa storia e di loro è molto triste, ma mi rincuora pensare che Bel, Hiro, Lilian, Malai, Marley, Priscilla, Shou e Tallulah hanno un ultimo anno di scuola e molte altre esperienze da condividere davanti a loro, spero che questo possa rendere meno malinconico il finale anche per voi.  E anche la consapevolezza che Margi e Phil continueranno a rompersi le scatole a vicenda per… probabilmente per sempre.
Come sempre ringrazio chiunque abbia letto la storia, chi l’ha messa nelle Seguite, nelle Preferite o nelle Ricordate e soprattutto le persone che hanno partecipato e che hanno seguito le dinamiche di questo strambo campeggio fino alla fine: grazie infinite ad Anna, Bea, Bri, Chemy, Dreamer, E niente, Em, Fran e Pulsatilla, grazie per i vostri OC fantastici ma anche per l’entusiasmo e l’affetto che avete dato a questa storia e ai miei stessi personaggi. Io davvero non credevo che Phineas Phil nello specifico sarebbe stato tanto amato, se devo essere onesta *L’UomoAnanas la guarda male* ma io gli sono molto affezionata e il vostro amore per lui mi ha scaldato il cuore.
Vi ringrazio tantissimo per aver deciso di affidarmi i vostri personaggi, per aver spedito dei poveri insegnanti in questo campeggio (è finalmente giunto il momento di santificare ufficialmente Beau) e soprattutto per averci mandato i vostri adorabili ragazzi. Ho iniziato questa Interattiva unicamente per divertirmi e più di un anno e un bel po’ di pagine scritte dopo personalmente posso dire di esserci riuscita, per quanto mi riguarda è stata una storia bellissima da scrivere e non mi resta che sperare sinceramente che leggere questi capitoli abbia divertito anche voi e che la storia vi sia piaciuta. Era da tantissimo tempo che non scrivevo una storia basata su degli studenti e ho amato rifarlo, sono così teneri e spensierati che non si può fare a meno di voler loro bene. Spero che vi siate godute il clima, perché nella nuova storia tirerò fuori le mattonate.
E visto che tutte le persone sopracitate si sono iscritte anche alla suddetta storia ne approfitto per rinnovare i ringraziamenti per aver deciso di affidarmi anche lì i vostri OC e assicurarvi che presto dovrebbe uscire anche il primo capitolo, per il resto vi ringrazio di nuovo e vi saluto, ci vediamo presto su altri lidi.
Un enorme abbraccio da parte mia, di Margi, di Prisci e anche di Phil <3
Ok forse da parte sua no, si limita a salutare con la mano.

Signorina Granger 
 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger